Volsca, i motivi della “disfatta” della BPL

Epilogo di una storia tutta italiana

Il lungo contenzioso tra la Volsca Ambiente e Servizi SPA (municipalizzata che gestisce la raccolta e il trasporto dei rifiuti per vari comuni tra cui Velletri, Albano Laziale, Lariano e da ultimo anche Genzano) e la Banca Popolare del Lazio finisce con una sentenza della Corte D’Appello che condanna l’istituto di credito a restituire alla Volsca circa 1 milione e 300 mila euro, somma che di recente la Banca ha provveduto a restituire.

Si conclude quindi con un nulla di fatto, quello che di fatto è risultato come un tentativo della Banca Popolare del Lazio di avvantaggiarsi rispetto agli altri creditori concorsuali, con un’azione giudiziaria che aveva trovato un provvisorio accoglimento da parte della sezione imprese del Tribunale di Roma.

La sentenza in appello di fine gennaio del 2022, ha dunque spento ogni velleità della Banca, riequilibrato le posizioni giuridiche di tutti i creditori fallimentari, ribaltando completamente quella di I° grado, concludendo in maniera irrevocabile che la società pubblica Volsca Ambiente e Servizi SpA, ha agito in maniera ineccepibile e che la BPL, stando alla decisione dei Giudici, ha intrapreso una causa che ha portato a un “nulla di fatto”, rimanendo sulle spalle dei cittadini le gravose spese di entrambi i gradi di giudizio. Purtroppo, infatti, pur sconfitta, la Banca è stata “graziata” dal pagamento delle spese copiose processuali, una abitudine tutta italiana che tende a moltiplicare giudizi che purtroppo si rivelano spesso inutili e strumentali.

Come può accadere che su una vicenda così visibilmente lineare ci sia stato un primo grado che ha sentenziato palesemente l’opposto del giudizio di appello?

Perché la Banca Popolare del Lazio ha fatto spendere i soldi dei soci, e dei cittadini per una causa che poi si è rivelata infondata?

La sentenza di primo grado è stata decisa nella camera di consiglio del Tribunale di Roma (presidente dott. Giuseppe Di Salvo) e giudice relatore Dott. Guido Romano, quella d’appello dal collegio presieduto dal Presidente dott.ssa Benedetta Thellung de Courtelary e giudice relatore dott.ssa Raffaella Tronci.

I fatti risalgono agli anni precedenti all’amministrazione guidata dall’allora sindaco di Velletri Fausto Servadio

Servadio nel 2008, ha ereditato la società Volsca Ambiente SPA sull’orlo del fallimento con debiti intorno ai 30 milioni di euro, favoriti anche dalla concessione, solo poco tempo prima e cioè nel 2006, di finanziamenti da parte proprio della Banca Popolare del Lazio. Nel 2009, preso atto della insolvenza della società partecipata e della contestuale dichiarazione di dissesto da parte del Comune di Velletri, veniva presentato ed approvato dai creditori, tra i quali anche al Banca Popolare del Lazio, il piano concordatario proposto dalla Volsca SpA.

Il piano proposto e portato a termine dall’allora amministrazione della partecipata, prevedeva la creazione di una nuova società, denominata Volsca Ambiente e servizi SpA che proseguisse, come in effetti accaduto e con risultati ragguardevoli sia dal punto di vista qualitativo che economico, l’attività di raccolta rifiuti, mentre la originaria società avrebbe dovuto procedere alla distribuzione della somme ricavate dagli asset ancora presenti, nelle forme e nella misura approvata anche dalla Banca.  

Tutta la procedura concordataria veniva conclusa sotto il rigoroso e stretto monitoraggio del Tribunale di Velletri e con il voto favorevole della maggioranza dei creditori chirografari, tra i quali la Banca Popolare del Lazio.

Esattamente il 24 maggio del 2010 la Banca Popolare del Lazio Soc. Cooperativa esprimeva voto favorevole alla proposta di concordato preventivo depositata a dicembre 2009 per un credito riconosciuto dagli organi del concordato nella misura di circa un milione di euro.

La nuova Volsca Ambiente e Servizi SPA, nel rispetto del decreto di omologa restituiva alla vecchia Volsca Ambiente SPA in liquidazione la somma di quasi tre milioni di euro quale patrimonio netto, in 72 rate mensili oltre interessi.

Il 4 marzo del 2014 l’Avvocato Piero Guidaldi entra nel Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare del Lazio.

Il 27 aprile del 2016 l’Avv. Piero Guidaldi cessa il proprio ruolo di Presidente della Volsca Ambiente e Servizi SPA, un ruolo ricoperto a partire dal 2008 e cioè solo successivamente agli affidamenti concessi dalla Banca Popolare del Lazio alla Volsca nel precedente 2006.

Un’azienda, la “nuova Volsca” che innegabilmente, dati alla mano, l’avvocato Piero Guidaldi ha saputo rimettere in piedi con una gestione onesta e trasparente al punto che prima di lasciare l’incarico, nonostante la inevitabile riconferma da parte degli allora Sindaci, Servadio, Marini e Caliciotti, distribuisce utili per 500mila euro, caso più unico che raro nel panorama nazionale.

Nel dicembre del 2016, la Banca Popolare del Lazio richiede al Tribunale di Velletri la risoluzione del concordato preventivo della Volsca Ambiente SPA in liquidazione e la dichiarazione di fallimento della stessa società.

I ritardi accumulati dalla gestione liquidatoria della vecchia Volsca, inducevamo la Banca Popolare del Lazio, erroneamente sicura di poterne trarre beneficio, a chiederne il fallimento previa risoluzione della procedura concordataria.

Il Tribunale di Velletri nel giugno 2017 dichiarava il fallimento della vecchia Volsca individuando le responsabilità, non nella originaria proposta concordataria valutata anche dalla Corte di Appello favorevolmente, bensì nelle eccessive lungaggini nella liquidazione delle poste attive a favore dei creditori concorsuali.

La BPL, già prima della dichiarazione di fallimento con risoluzione del concordato, si determina nell’agire contro la nuova Volsca Ambiente e Servizi SPA chiedendo il pagamento a quest’ultima, ed in barba al principio della parità di tutti i creditori fallimentari, del finanziamento concesso, secondo molti con troppa facilità, nel 2006 alla vecchia Volsca ormai dichiarata fallita.

Il resto è storia recente, dopo, infatti, una prima sentenza del Tribunale di Roma che condannava la nuova Volsca alla restituzione alla Banca delle somme finanziate (troppo facilmente?) alla vecchia Volsca, interveniva la sentenza della Corte di Appello di Roma che rimetteva la chiesa al centro del paese ordinando di fatto alla Banca di restituire l’importo che nel frattempo era lievitato a circa 1.300.000,00 euro e che veniva obtorto collo restituito.

La nuova Volsca Ambiente e Servizi versata la somma di circa 2.700.000,00 euro alla vecchia Volsca non aveva più nulla a che spartire con la vecchia, ivi compresi i suoi creditori.

Nulla doveva la nuova Volsca e la BPL ha di fatto intentato una “causa persa” in partenza

Un giudizio che, soprattutto dopo la riformata sentenza del Tribunale di Roma, ha visto esponenti anche politici locali esporsi contro gli ideatori della proposta concordataria che, al contrario e nella sostanza ha risollevato le sorti di una società pubblica, i cui costi diversamente sarebbero ricaduti sulla cittadinanza. Tutti questi detrattori sono scomparsi dopo la pubblicazione della sentenza della Corte di Appello di Roma.

In questo gruppo di detrattori si annovera anche il Consigliere Dott. Giorgio Greci che oltre cinque anni fa gridò allo scandalo e definì come tardive le dimissioni di Guidaldi in considerazione dei danni che aveva causato alla società pubblica, certo eravamo in periodo preelettorale, ma la presa di posizione non deve avergli giovato o quanto meno portato fortuna visto l’esito elettorale. Non ultimo il Dott. Valentino Di Prisco attuale Presidente della Volsca, che le cronache ci narrano essere da sempre critico nei confronti dell’operazione concordataria.

Al contrario nonostante la iniziale sconfitta hanno continuato a mantenere la propria convinzione l’attuale Sindaco del Comune di Lariano Caliciotti il quale non è mai arretrato di fronte alla Banca Popolare del Lazio di cui è stato dipendente per molti anni e consulente all’epoca dei fatti, fermamente convinti della bontà del proprio operato i Sindaci Fausto Servadio e Nicola Marini unitamente all’assessore Luca Andreassi, tutti indistintamente ed ingiustamente maltrattati dopo la sentenza del Tribunale di Roma.

Mentre i politici si accapigliavano tra di loro, la Banca Popolare del Lazio godeva di una sentenza che oggi risulta errata e spazzata via in fretta dalla Corte di Appello di Roma che dopo un solo anno ha emesso il fatidico verdetto.

Ci sono tanti paradossi, tanti interrogativi rimasti senza risposta. Ma l’Italia si sa è la patria dei paradossi e spesso di relazioni tanto inopportune quanto lucrose ma soprattutto di conflitti d’interesse.

Visti i fatti succedutisi, ci si chiede quali siano stati i reali motivi che hanno indotto la Banca Popolare del Lazio, una banca che opera nel territorio in cui opera anche la Volsca Ambiente e Servizi SpA, ad aggredire così violentemente ed inopinatamente quest’ultima società, che dopo la richiesta di pagamento dell’importo di 1milione di euro cessava tutti i rapporti con la Banca medesima alla quale nel corso degli anni oltre ad aver versato somme non indifferenti per il servizio reso, aveva anche portato un notevole indotto costituito dagli oltre 120 dipendenti a cui corrispondeva gli stipendi oltre ai fornitori e clienti per un volume d’affari annuo all’epoca dei fatti di circa 10milioni di euro, somme che nel corso del tempo hanno ed avrebbero di gran lunga ricompensato la Banca ben oltre la somma richiesta giudizialmente di 1milione di euro e che neanche ha recuperato.

Solo perdite per la Banca Popolare del Lazio da questa operazione

Perdite costituite anche dalla ridotta ammissione al passivo fallimentare; se infatti in sede concordataria il credito della Banca Popolare del Lazio era stato integralmente riconosciuto dagli amministratori della società nella misura di 1milione di euro in sede fallimentare, quello stesso fallimento voluto proprio dalla Banca, il curatore ha dimezzato il credito vantato dalla Banca, riconoscendo dovuta la sola somma di circa 490mila euro con una evidente perdita. Perdite infine costituite dalle non certo esigue parcelle dei proprio procuratori.

Ed allora cosa ha spinto la Banca ad affrontare un giudizio dall’esito tanto incerto e rischioso quanto sicuramente foriero di perdite prevedibili già prima dell’inizio dello stesso?

Dall’analisi dei documenti un primo elemento lo ritroviamo nell’incarico dato dalla banca ai propri avvocati per intraprendere questa azione contro la Volsca. L’incarico, infatti, non veniva sottoscritto dal Presidente della Banca il compianto Prof. Renato Mastrostefano bensì dal Direttore Generale dell’epoca Rag. Massimo Lucidi, un indizio, forse una prova del fatto che il Presidente dall’alto della propria esperienza e prevedendone gli esiti, non fosse d’accordo nell’intraprendere il giudizio, oppure che sia stato tenuto all’oscuro di questa iniziativa?

Forse una prima risposta ci può essere fornita dal contenuto di una comunicazione inviata alla Banca D’Italia nella quale si segnalavano alcune anomalie, tra le quali gli affidamenti concessi alla Volsca che potevano essere ricondotti nell’ambito di un rapporto privilegiato tra l’allora Consigliere della Banca Notaio Capecelatro e l’allora Sindaco del Comune di Velletri, Dott. Bruno Cesaroni storico cliente del Notaio.

Se ciò fosse vero, il Notaio probabilmente sarebbe incappato nel conflitto di interessi, violazione che si configura quando c’è un danno per la Banca, danno causato solo in presenza di un mancato pagamento e/o recupero dell’intera somma da parte dell’istituto di credito. Qualunque rischio valeva la pena di far correre alla Banca pur di tenere in piedi la fiammella della speranza di poter recuperare l’intera somma dalla Volsca così che non si potesse configurare un danno per la Banca? I cui effetti potessero ricadere personalmente sui singoli attori? In questo quadro generale si potrebbe anche meglio spiegare il perché della mancata sottoscrizione da parte del Prof. Mastrostefano che mai avrebbe esposto l’istituto di credito a rischi inutili per salvaguardare singoli soggetti.

La situazione sembra fosse ben monitorata dalla stessa Banca D’Italia

BankItalia è a conoscenza dell’esito del giudizio e del contenuto della sentenza della Corte di Appello di Roma? In caso affermativo sarebbe interessante capire quali sono i provvedimenti che ritiene di poter adottare, vista l’evidenza dei fatti.

Al riguardo dedicheremo sicuramente un maggiore approfondimento, soprattutto di fronte a fatti che sono stati oggetto di rilievo anche da parte della Procura di Velletri e che sono state attenzionate solo dopo una ormai famosa segnalazione anonima. Una lettera dove si parla addirittura testualmente di un “vecchio ispettore gratificato con una fiammante bmw, pagata da un fornitore storico della banca, pur di ammorbidire le sanzioni elevate”. A questo punto ci mancherebbe soltanto di leggere in qualche altro scritto di “figli di” assunti dagli amici degli amici in quelle stesse banche che invece devono essere “verificate”. Sarebbe davvero un paradosso imbarazzante.




Corre per 65 chilometri attraverso i monti Lepini: l’incredibile impresa di Dante D’Elia

3.800 metri di dislivello con un fondo spessissimo sassoso in 12 ore e 26 minuti

Un’impresa sotto l’aspetto tecnico-sportivo ma anche umano quella del corese Dante D’Elia, che ha percorso un’incredibile traversata dei monti Lepini correndo per circa 65 km, da Patrica (FR) a Rocca Massima, il centro più alto della provincia di Latina, in neanche 12 ore e mezzo, spinto dalla passione sportiva e da un rapporto profondo con questo territorio, quello lepino, spesso visto e pensato a compartimenti e che invece rappresenta un’unica realtà, una sola, senza soluzione di continuità.

“Desideravo attraversarli tutti i Lepini – spiega Dante – passando su tutte le maggiori vette. E allora ho cominciato a costruire un sogno. Ho disegnato una diagonale da sud-est a nord-ovest sulla carta. La congiungente Patrica-Rocca Massima”.

Per lunghi mesi ogni mattina la sua sveglia è suonata prestissimo per allenarsi e per elaborare il suo viaggio, tanto trekking per conoscere tutti i sentieri e per sentirli “suoi”, per entrarvi in sintonia. “Un periodo di frequentazione – prosegue Dante – che ti svela la visione d’insieme del complesso montuoso. È proprio questo il senso della traversata. Mettere insieme le tessere dello stesso mosaico. Ogni paese dei monti Lepini è prezioso e irripetibile, ma ha anche un minimo comune denominatore: un forte senso di appartenenza e un legame intenso con le sue montagne. Ma quelle che intende sue non hanno soluzione di continuità con quelle del vicino paese e con quelle ancora oltre. Quindi l’identità è una sola, con caleidoscopiche sfaccettature, ma unica”.

Secondo le parole dello stesso Dante D’Elia, dunque, la sua traversata, che ha ricevuto il patrocinio della Compagnia dei Lepini e dei Comuni di Cori, Patrica e Rocca Massima, simboleggia “la continuità territoriale e il destino comune che è stato forgiato nel tempo dai monti Lepini”.

“Il principale messaggio di questa impresa – così il sindaco di Cori, Mauro De Lillis – è quello che ci restituisce i monti Lepini come una sola realtà, che va valorizzata in quanto tale unendo sinergicamente le forze. In secondo luogo, la traversata compiuta da Dante D’Elia mette in evidenza come il territorio lepino, oltre alle bellezze storico-architettoniche, offra anche quelle, e tante, paesaggistico-naturalistiche che meritano di essere valorizzate e promosse. Infine, ma non per importanza, da questa traversata giunge un messaggio di pace quanto mai rilevante in questa fase storica in cui i cupi suoni della guerra riecheggiano in Europa: Dante ha attraversato tutti i monti Lepini portando attaccato allo zaino un lembo della Bandiera della Pace”. “Esprimo allora – conclude il primo cittadino – l’orgoglio della Città per l’impresa di Dante, la prima di questo tipo mai realizzata”.

In sintesi, Dante D’Elia ha percorso 65 km con 3.800 metri di dislivello in 12 ore e 26 minuti. Questa traversata, che per caratteristiche può definirsi ultratrail, è dura. Alla distanza e al dislivello occorre aggiungere il fondo spessissimo sassoso. Al contempo regala un susseguirsi ininterrotto di emozioni, poiché gli ambienti sono pressoché selvaggi con rarissimi e modesti tratti in cui si sfiora “la civiltà”.




Frosinone, “beccato” spacciatore che cerca di lanciare la droga dal balcone

L’uomo dovrà rispondere dell’ipotesi di reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente

Nello svolgersi di un predisposto servizio finalizzato alla prevenzione e repressione del traffico di sostanze stupefacenti, la Squadra Mobile della Questura in collaborazione col personale dell’Unità Cinofila della Polizia di Stato di Nettuno, a seguito di una perquisizione domiciliare, ha tratto in arresto un ventisettenne che dovrà rispondere del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

In occasione dell’ingresso nell’abitazione, reso difficoltoso dai tentativi di opporsi del giovane, il personale preposto al controllo del perimetro dell’immobile, durante l’operazione notava dall’esterno l’uomo che cercava di disfarsi di una scatola di color giallo, lanciandola dal balcone della camera da letto. Il contenitore veniva prontamente recuperato ed al suo interno veniva rinvenuto oltre un etto di sostanza stupefacente che, dagli accertamenti effettuati, è risultata  essere Hashish. All’interno dell’abitazione, gli investigatori della Polizia di Stato hanno rinvenuta altra sostanza dello stesso genere ed un taccuino sul quale, presumibilmente, il soggetto teneva annotata la contabilità dell’attività illecita. La sostanza stupefacente è stata sottoposta a sequestro.L’arrestato è stato tratto in arresto e condotto presso la propria abitazione, in attesa del rito di convalida, in regime di arresti domiciliari.




Polizie locali in prima linea per la sicurezza. SUPL: “Meno tutele rispetto le altre forze di Polizia”

Ancora oggi, nonostante la pronuncia della Corte Europea, le Polizie locali d’Italia sono le uniche, a livello europeo, a presentare un contratto privatistico e non pubblico come per le altre forze di Polizia



Polizie locali in prima linea su tanti fronti della sicurezza, come le forze di Polizia statali, ma con meno tutele rispetto a queste ultime.

Di fatto le mansioni del “Vigile urbano” così come nell’immaginario collettivo che ci aveva fatto conoscere l’Albertone nazionale sono mutate dopo la riforma del 1986 che ha attribuito al Corpo anche funzioni di polizia giudiziaria, di Polizia stradale, di pubblica sicurezza trasformando di fatto i vecchi Vigili urbani addetti al traffico in agenti di Polizia locale. E a partire da quella data, i tagli al personale del pubblico impiego, che hanno fortemente interessato anche il personale delle forze Armate e delle forze di Polizia, han fatto si che sempre più spesso, le Polizie Locali venissero impiegate, almeno nelle città metropolitane, in compiti prima riservati alla Polizia di Stato e forse non è un caso che città come Roma, Torino, Bologna abbiano come comandante generale, non un dirigente interno al Corpo ma un Dirigente “prestato” proprio dalla Polizia di Stato.

E ancora oggi, nonostante la pronuncia della Corte Europea, le Polizie locali d’Italia sono le uniche, a livello europeo, a presentare un contratto privatistico e non pubblico come per le altre forze di Polizia. E la modifica alla riforma dell’86 per poter quindi cambiare questo status e garantire equità di diritti agli operatori delle Polizie locali si è arenata con alcuni veti del Ministero degli Interni.

“I punti salienti di una nuova riforma – ha detto Marco Milani Segretario Romano Aggiunto del Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale – sarebbero l’entrata delle Polizie Locali nel comparto sicurezza (insieme a Polizia, Carabinieri e Finanza quale forza di Polizia sebbene ad ordinamento locale e di conseguenza il contratto pubblicistico (e non privatistico) che garantirebbe agli agenti le stesse tutele legislative, assicurative e previdenziali dei colleghi delle altre Forze dell’ordine.” Milani ha poi evidenziato anche la necessità del relativo accesso alla banca dati nazionale (SDI ex CED) che consentirebbe di conoscere i precedenti penali e l’eventuale pericolosità sociale delle persone che gli agenti si trovano ad arrestare o trattenere per motivi di servizio. Infine il segretario ritiene necessaria una sorta di  base Comune a livello nazionale che determini i requisiti di accesso ai Corpi e gli equipaggiamenti degli stessi, mutando su questo la discrezionalitá delle varie amministrazioni comunali. Su quest’ultima questione in Italia ci sono comuni che vedono i loro agenti armati con pistola, arma lunga, sfollagente, taser ed altri invece dove gli agenti di polizia locale sono  completamente disarmati.




Il Bosco in mongolfiera: a Paliano l’appuntamento imperdibile

L’evento vicino a Roma: il 3 aprile una mongolfiera si alzerà sul Bosco di Paliano, tra Colleferro e Anagni, per chi vorrà provare un’esperienza eccezionale

Una mongolfiera si alzerà dal Bosco di Paliano, tra Roma e Frosinone. Sarà disponibile per grandi e bambini che vorranno vedere il Bosco dall’alto. Un’esperienza da vivere in sicurezza nel giorno dell’apertura dell’area verde inserita nel Monumento Naturale Selva di Paliano e Mola di Piscoli, vicino a Colleferro, al confine con la provincia di Roma. Chi vorrà potrà infatti salire nel cestello e guardare il territorio da circa venti metri di altezza, rimanendo comunque ancorati al suolo.

L’appuntamento imperdibile per gli amanti della natura è fissato per il 3 aprile dalle 16 alle 18 – salvo condizioni meteorologiche avverse – al Bosco di Paliano, in via Palianense, a pochi minuti dall’uscita di Colleferro dell’A1 (maggiori informazioni sul sito ilboscodipaliano.it). L’apertura del Bosco sarà una festa e partirà dalle 12, con l’esibizione della banda musicale di Paliano.

Al fascino del volo, si potrà abbinare il relax nei prati vicini al bosco o nelle aree attrezzate, dove poter fare picnic e attività ludico-ricreative. I visitatori avranno a disposizione punti per la pratica del tiro con l’arco, oppure occasioni per andare a cavallo.

Chi vorrà potrà fare passeggiate sui sentieri del bosco e andare in bicicletta. Ci si potrà rilassare leggendo uno dei libri della piccola biblioteca sulla transizione ecologica o riposarsi sulle amache appese tra i fusti di cerri secolari e aceri campestri. L’importante è essere rispettosi del bosco e dell’ambiente.

“Per la giornata di apertura di questa nuova stagione – dicono dall’organizzazione – abbiamo voluto dare la possibilità di un’esperienza indimenticabile, come quella raccontata da Jules Verne ne ‘Il giro del mondo in 80 giorni’. Sarà un’occasione unica da non perdere!”.




Cassino, in pochi giorni l’ennesimo sequestro di ricci di mare pescati illegalmente

La Polizia Stradale ha consegnato i ricci ancora vivi alla Capitaneria di porto di Gaeta che ha provveduto a liberarli in acque marine idonee alla loro sopravvivenza

CASSINO (FR) – Ennesimo sequestro di ricci di mare nel giro di pochi giorni da parte della Polizia di Stato. Gli agenti della Polizia Stradale di Cassino la scorsa notte, a seguito di un controllo di una Ford S Max con due persone a bordo, hanno rinvenuto all’interno del mezzo quasi 3 quintali e mezzo di ricci di mare (echinodermi). 

Considerato che gli esemplari ittici risultavano in numero ben superiore ai limiti massimi consentiti dalla normativa ed in considerazione delle vaghe e generiche giustificazioni degli occupanti dell’auto nonché l’assenza delle prescritte licenze di pesca, della documentazione riguardante la tracciabilità del prodotto trasportato, i poliziotti  hanno proceduto al sequestro amministrativo dei prodotti ittici ed alla contestazione di una sanzione per un valore di 1000 euro.

Al termine degli adempimenti burocratici, i ricci, ancora vivi  e tutti di sesso femminile, più pregiati per il mercato ittico, sono stati consegnati alla Capitaneria di porto di Gaeta che ha provveduto a liberarli in acque marine idonee alla loro sopravvivenza. 




Cassino, voto di scambio: notificati 8 avvisi di conclusione indagini preliminari

Le indagini sono state condotte dalla Polizia di Stato e coordinate dalla Procura della Repubblica di Cassino

CASSINO (FR) – Gli agenti del Commissariato di Polizia di Cassino hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari relative a due procedimenti paralleli, istituiti presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino.

Le indagini sono iniziate dopo la diffusione nel mese di luglio del 2020 sulla piattaforma internet “Youtube” di un video dal titolo “Voto di scambio?

Parla una persona anonima racconta la sua versione sulle passate amministrative”, nel quale una donna, candidata consigliere in una lista alle amministrative del maggio 2019 per l’elezione del Sindaco e del Consiglio comunale di Cassino, raccontava che uno dei candidati della sua lista, poi eletto consigliere comunale, le aveva promesso un posto di lavoro se l’avesse aiutato ad ottenere un congruo numero di voti di preferenza. Non solo, la donna avrebbe anche fotografato la sua scheda elettorale sulla quale aveva espresso la preferenza per sé e per l’altro candidato.

Dalle indagini è inoltre emerso che anche altre tre persone, contattate dal medesimo candidato, avevano ricevuto la promessa di un posto di lavoro in cambio del proprio voto

A seguito di quanto accertato nel corso delle indagini, per tutti e cinque gli indagati è stato notificato avviso conclusione indagini preliminari per le ipotesi di reato di “voto di scambio” mentre alla donna è stato contestato anche di aver illecitamente introdotto all’interno della cabina elettorale il telefono cellulare, col quale aveva fotografato la scheda elettorale sulla quale aveva espresso la propria preferenza di voto.

La seconda vicenda, invece, trae origine da due esposti presentati alla Procura della Repubblica di Cassino da un consigliere comunale di minoranza e da un imprenditore di Cassino, che aveva concorso alle amministrative di maggio 2019 in una delle liste che sostenevano il candidato Sindaco poi eletto, nei quali entrambi denunciavano delle irregolarità nelle modalità di formazione proprio della lista dei candidati del suo partito.

Negli esposti veniva fatto riferimento alla probabile presenza di firme false apposte sui moduli per la presentazione dei candidati al Consiglio Comunale di Cassino per le elezioni di maggio 2019, finalizzati alla validazione proprio di quella lista.

Le indagini effettuate dalla Polizia di Stato, per le quali sono state ascoltate più di 200 persone, hanno portato al disconoscimento da parte di 47 di queste delle firme apposte sul modulo, falsamente attribuite alla loro persona.

All’esito di questi lunghi e delicati accertamenti i Magistrati della Procura di Cassino hanno emesso l’avviso di conclusione delle indagini per un consigliere provinciale di Frosinone, che in qualità di pubblico ufficiale appartenente all’ufficio elettorale, aveva attestato falsamente che quelle firme erano state apposte in sua presenza.




Sora “Città del Natale”: degustazioni, presepi e teatro dei burattini fino al 6 gennaio

Sora tornerà ad essere una scintillante e vivace “Città del Natale”. Lo annunciano con
entusiasmo il Sindaco Luca Di Stefano e il Vice Sindaco con delega alla Cultura Maria
Paola Gemmiti.
Tanti gli appuntamenti in programma che prenderanno il via, come da tradizione, l’8
dicembre per concludersi il 6 gennaio 2022, giorno dell’Epifania. Miscelati in un sapiente
mix avremo spettacoli teatrali, street food, incontri culturali, presepi, concerti e tante attività
per i più piccini.
Sono il Sindaco Di Stefano e il Vice Sindaco Gemmiti ad illustrare la programmazione:
“Abbiamo stilato un calendario particolarmente ricco e vario che vuole soddisfare gli
interessi di adulti e bambini, coinvolgendoli in una vera e propria festa della città.
Torneremo a popolare il nostro suggestivo centro storico con l’allestimento dei presepi a
Cànceglie che sapranno sicuramente attrarre visitatori e turisti. Delle scenografiche
luminarie accenderanno all’imbrunire tutti gli angoli più belli della nostra città.
Valorizzeremo anche le nostre tradizioni eno-gastronomiche con tante degustazioni. Non
mancheranno, poi, concerti e spettacoli importanti come quello del Teatro nazionale dei
Burattini del Maestro Ferraiolo. Vogliamo regalare alle famiglie sorane un Natale sereno
all’insegna della speranza per lasciarci alle spalle i problemi e trascorrere momenti di
autentica socializzazione e divertimento”.




Grottaferrata, tutto pronto per l’appuntamento con la filiera del turismo organizzato laziale

Dal 23 al 25 novembre al Park Hotel Villa Ferrata il secondo congresso di Fiavet Lazio

GROTTAFERRATA (RM) – Fiavet Lazio, l’Associazione Regionale delle Agenzie di Viaggi e Turismo, ha indetto dal 23 al 25 novembre, presso il “Park Hotel Villa Ferrata” di Grottaferrata (Roma), il suo secondo Congresso che vedrà impegnati tutti i rappresentanti della filiera del turismo organizzato laziale.

Oltre a festeggiare i 60 anni di Fiavet Lazio, il Congresso sarà l’occasione per confrontarsi sul futuro e quindi sugli strumenti da mettere in campo per superare la gravissima crisi che ha colpito il settore nel periodo della pandemia Covid 19.

Gli interventi dei consulenti Fiavet Lazio ed i percorsi formativi attuati rappresenteranno una spinta a porsi delle domande, mentre la presenza delle Istituzioni darà il giusto valore agli incontri per dialogare su Incoming, Outgoing, Rapporti con gli Enti locali, Abusivismo, Innovazione, Nuovi Trend, Giovani Agenti di Viaggio e Meeting Industry, 

La sfida sarà quella di costituire un fronte comune dopo i due difficili anni appena trascorsi, con rinnovato impegno e stima reciproca.

Il “Congresso ‘60”, indetto dalla Presidenza dell’Associazione con il sostegno di Fiavet Nazionale, è patrocinato dalla Regione Lazio e dal Comune di Grottaferrata con la collaborazione del Park Hotel Villa Ferrata e del COTAV. Tra i molti sponsor si segnalano, tra gli altri, l’EBTL (Ente Bilaterale Turismo della Regione Lazio), Business & Tourism Insurance Service, Confcommercio, Traiconet, Saltech+, Vignaioli Grottaferrata, Ferratese Parfums, Gruppo Archeologico Latino “Bruno Martellotta” onlus, 38 Incoming, Young Tour, Park Hotel Villa Grazioli, Carrani, Fondo Fogar, Schiaffini, Unaprol – Consorzio Olivicolo Italiano (Coldiretti), Lazio Innova, Convention Bureau Roma e Lazio. Media Partner dell’evento sarà TTG Italia.

“Siamo estremamente felici di poterci ritrovare dal vivo dopo un anno di webinar dietro agli schermi, dichiara il presidente della Fiavet Lazio Stefano Corbari. In questi ultimi ormai quasi due anni di pandemia, di dolore, di emergenza tutti noi abbiamo dovuto affrontare sfide che non avremmo mai pensato di dover nemmeno immaginare, ci siamo aggrappati al nostro lavoro, alla nostra passione nell’attesa di poter ricominciare la nostra attività. Questo appuntamento, oltre che a festeggiare i 60 anni della nostra associazione, sarà l’occasione per confrontarsi ma anche per gettare le basi per un futuro di sfide, di innovazione e di sempre maggiore professionalità”.

Stefano Corbari presidente Fiavet Lazio

L’importanza dei temi, la presenza di autorevoli esponenti delle istituzioni, il desiderio di ricominciare, la determinazione degli operatori rappresenteranno l’essenza di un evento, tra i primi ad effettuarsi in presenza, per tracciare una nuova strada che dovrà aiutare il settore ad uscire dall’impasse di quest’ultimo periodo.




Cugini truffatori in trasferta da Napoli a Cassino per raggirare una anziana: identificati e arrestati dalla Polizia di Stato

Gli agenti del Commissariato di Cassino hanno restituito immediatamente la refurtiva alla vittima

CASSINO (FR) – Nel pomeriggio di ieri, gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di P.S. Cassino e della locale Sottosezione Polizia Stradale, grazie ad un eccezionale lavoro di squadra, sono riusciti a rintracciare ed arrestare una coppia di truffatori che poco prima avevano raggirato un’anziana.Lo stratagemma utilizzato è sempre quello della telefonata da parte del finto nipote che chiede alla nonna di ritirare un plico per suo conto e di pagare una somma di denaro per evitargli brutti guai.

Infatti i due, un uomo ed una donna provenienti da Napoli, dopo essersi fermati in un bar, utilizzando le pagine bianche, hanno fatto una serie di telefonate, fino a che non sono riusciti a convincere una povera ottantenne che l’interlocutore al telefono fosse il nipote e che di lì a poco sarebbe giunta a casa dell’anziana una postina con un plico indirizzato a lui, per il rilascio del quale la donna avrebbe dovuto pagare la somma di 2000 euro al fine di evitargli dei guai con la giustizia. L’anziana obiettava di non avere tutto il denaro ed il finto nipote la convinceva a consegnare, oltre ai 200 euro di cui disponeva al momento, anche degli oggetti in oro.

Dopo qualche minuto i due furfanti, a bordo di una Fiat Panda di colore grigio, appositamente noleggiata, hanno raggiunto la casa dell’anziana. La giovane andava a suonare alla porta, ricevendo dalla malcapitata i 200 euro, delle catenine in oro e perfino le due fedi nuziali. La finta postina si dileguava in un istante e solo allora la poverina, aprendo la busta che conteneva solo fogli bianchi, ha compreso di essere stata truffata e subito ha chiamato la Polizia.

Una volante del locale Commissariato si è portata immediatamente a casa della vittima, la quale, nonostante la forte agitazione in cui versava, è riuscita a fornire un’accurata descrizione della truffatrice, una donna giovane con i capelli biondi indossante abiti scuri, alla quale aveva consegnato il denaro ed i gioielli. La Sala Operativa della Questura ha provveduto quindi a diramare una nota di ricerche dei truffatori a tutte le pattuglie presenti sul territorio, anche a quelle in servizio in autostrada.

Proprio in autostrada gli agenti sono riusciti a rintracciare la coppia di malviventi, che a seguito di una serie di approfonditi accertamenti sono stati identificati come gli autori della truffa perpetrata poco prima ai danni dell’anziana signora. L’uomo, un trentasettenne residente a Napoli, messo alle strette, ha confessato di essere l’autore della truffa appena consumata insieme a sua cugina, una ventottenne residente pure lei nel capoluogo partenopeo, permettendo di recuperare anche il denaro, i gioielli e le fedi che la malfattrice aveva nascosto nelle scarpe.

Alla luce di quanto emerso, i due sono stati arrestati e, su disposizione del P.M. di turno della Procura di Santa Maria Capua Vetere, sono stati posti agli arresti domiciliari.

Gli agenti del Commissariato di Cassino hanno quindi potuto restituire immediatamente la refurtiva all’anziana che li ha ringraziati per averle restituito quegli oggetti che le avevano sottratto con l’inganno, ma soprattutto le sue fedi nuziali, per lei molto più preziose per il loro valore simbolico.

La Polizia di Stato invita tutti i cittadini a sensibilizzare i nostri anziani su questo tipo di truffe, rendiamoli consapevoli e cerchiamo di proteggerli dai malintenzionati che non si fanno alcuno scrupolo di fronte alla loro fragilità, della quale invece approfittano.




Sora, nonna Luigia festeggia il 100esimo compleanno: a lei gli auguri del Sindaco e di tutta la comunità

SORA (FR) – Sora festeggia oggi “nonna” Luigia che spegne ben 100 candeline. A tagliare l’importante traguardo è la Signora Luigia Di Passio, nata il 4 novembre 1921, a Sora, nel quartiere di Cancéglie.

Luigia risiede in via Compre dal giorno del suo matrimonio con Giuliano Bifolchi, venuto a mancare nel 2002. Un’unione lunga e felice dalla quale sono nati due figli: Gabriele ed Adelina.

La signora Luigia si è sempre occupata della casa e della famiglia e, nello stesso tempo, si è dedicata al lavoro nei campi. Dal carattere volitivo e curioso, “nonna” Luigia è una grande amante dei viaggi ed è stata più volte in Canada dove risiedono i suoi fratelli.

Il suo affetto lo riversa oggi sulla sua grande famiglia: i figli, i nipoti Annalisa, Ivano, Fausto e Rosanna e i numerosi pronipoti.

Il Sindaco di Sora Luca Di Stefano e l’intera città hanno voluto fare gli auguri più affettuosi alla nonna centenaria. Nonna” Luigia sarà festeggiata ufficialmente domenica 7 novembre alla presenza dei suoi familiari e del Primo Cittadino.