Frosinone, attimi di terrore: sequestrate 15 persone nella Curia

Momenti di paura all’interno della Curia vescovile di Frosinone dove un ghanese di 25 anni ha sequestrato 15 persone con l’intendo di estorcere loro del denaro. L’episodio è avvenuto ieri pomeriggio. La polizia di Frosinone ha liberato gli ostaggi e ha arrestato il 25enne che dovrà rispondere di sequestro di persona ai fini dell’ estorsione, resistenza, violenza e lesioni a Pubblico Ufficiale.
    Durante l’intervento della polizia il giovane ha opposto resistenza ferendo lievemente due poliziotti. Il 25enne, richiedente asilo e senza fissa dimora, avrebbe bloccato i cancelli di uscita del cortile della Curia facendo una sorta di ‘barricata’ con i cassonetti dei rifiuti. Secondo quanto si è appreso, le 15 persone avevano partecipato a una riunione di una cooperativa che si occupa di richiedenti asilo e stavano andando via ma l’uomo li ha bloccati nel cortile. “Datemi soldi o nessuno esce da qui”, avrebbe detto.




M5S, Taranto, Roma, Genzano, Anguillara. Cosa succede? E’ il partito che non va o alcune persone che ne fanno parte?

Un partito che sembra accartocciarsi su se stesso con molte
alzate di testa e molti dissidenti nonostante tanti “nonostante”. Nonostante la
buona volontà. Nonostante le regole e i codici etici che in alcuni casi
esistono solo sulla carta e che non tollerano personaggi che si sono macchiati
di condanne. Nonostante a volte capitano personaggi che cercano di colmare l’inesperienza
con l’arroganza. Nonostante si sostituiscano slogan come trasparenza e
partecipazione con chiusura e decisionismo in capo a una sola persona o una
coppietta sparuta in cerca di relazioni extraconiugali.

È colpa del MoVimento Cinque Stelle o di un mucchietto di improvvisati che ci sono finiti dentro?

Possibile che dei valori universalmente condivisibili come l’onestà e la trasparenza oggi, finiscano per essere ridicolizzati da alcuni soggettoni che prendono letteralmente per i fondelli le Comunità che si sono affidate a rappresentanti inadeguati che dall’oggi al domani si sono ritrovati a fare i sindaci.

Da chiromanti a sindaci, appena usciti dall’adolescenza…

Sindaci che appena hanno appoggiato le loro natiche sullo scranno ci si sono incollati come molluschi sordi ed egocentrici i quali senza un briciolo di considerazione e d’amor proprio sopportano di essere derisi e non amati e non si dimettono. Troppo bello comandare.  

A Taranto il Movimento Cinque Stelle non ha più portavoce in Consiglio comunale

Rita Corvace, subentrata a Francesco Nevoli che si era dimesso il 12 febbraio scorso, si è dichiarata indipendente e ha aderito al Gruppo Misto. Sempre al Gruppo Misto aveva aderito l’11 settembre 2018 l’altro consigliere eletto del M5S, Massimo Battista, operaio del siderurgico. La motivazione è sempre la stessa: il dissenso sulle scelte politiche del Movimento che in campagna elettorale aveva promesso la chiusura dell’Ilva. Rita Corvace nel suo intervento in Consiglio comunale ha attaccato apertamente il Movimento, reo, a suo dire, “di aver tradito non solo la città di Taranto, avendo promesso la chiusura programmata delle fonti inquinanti e la riconversione del territorio ionico, ma anche tutto il Sud dell’Italia”. Poi la critica all’alleanza con la Lega di Matteo Salvini che la consigliera ha definito “partito razzista e xenofobo”.

A Genzano la maggioranza Cinque Stelle ha definito l’attuale sindaco Daniele Lorenzon uno “Schettino qualunque”

A Genzano la maggioranza Cinque Stelle ha definito l’attuale
sindaco Daniele Lorenzon uno “Schettino qualunque” che anziché affrontare i
problemi in casa propria è partito per il Giappone a promuovere l’Infiorata che
forse quest’anno neppure vivrà più in veste di primo cittadino. I motivi?
Sempre gli stessi: “La giovane età – hanno dichiarato i consiglieri Cinque
Stelle che si sono dimessi in massa – la totale inesperienza e la mancanza di
vere competenze professionali sarebbero potute essere colmate dall’entusiasmo,
dalla forza e dalle qualità di un gruppo che si è sempre posto al suo fianco
per offrire sostegno, idee, progetti e totale abnegazione. Invece, sin
dall’insediamento, il sindaco si è isolato dal gruppo del quale era espressione
e dai cittadini che avevano riposto in lui la fiducia, spendendosi nella
costruzione di strutture organizzative e modalità che avevano il solo fine di
operare autonomamente e al di là di quelli che erano gli indirizzi politici e
le aspettative della cittadinanza. In particolare, gli ex consiglieri
evidenziano che a tre anni dalle elezioni risultano disattesi i principali
punti del programma elettorale, primi fra tutti il coinvolgimento dei cittadini
e delle associazioni del territorio nelle decisioni strategiche e di forte
impatto”.

È il partito che non va o alcune persone che ne fanno parte?

Torniamo dunque a riformulare la domanda? È il partito che non và o alcune persone che ne fanno parte? Chi scrive è convinto che la seconda opzione sia quella più accreditata. Però, a questo punto, dovrebbe sollevarsi dai Cinque Stelle un sussulto di umiltà ed una disincantata e schietta confessione: noi non siamo diversi da tanti altri partiti che al loro interno hanno corrotti e condannati. Poi chi sia meglio o peggio lo decidono i lettori. Forse l’unica  che rimane ai Cinque Stelle per distinguersi dagli altri partiti di vecchio stampo è buttare fuori immediatamente le mele marce cosa che altri che non hanno fatto.

Anguillara Sabazia: sindaca condannata e consigliere indagato

Ad Anguillara Sabazia purtroppo non è stato fatto. L’attuale sindaca Sabrina Anselmo non ha dichiarato in fase di candidatura a sindaco di avere una condanna a un anno di reclusione, pena patteggiata e dichiarata estinta per indulto, per aver denunciato “falsamente” lo smarrimento di tre assegni incolpando del reato di ricettazione tre persone sapendole innocenti. I Cinque Stelle si sono limitati a pubblicare una nota di “avvio procedimento disciplinare” di cui poi non si è saputo più nulla. Dov’è l’intransigenza che oggi sbandierano ai quattro venti Raggi e Di Maio facendo ben intravedere le tonzille?

Ma non è tutto. Il consigliere di maggioranza di Anselmo, Massimo Pierdomenico, il quale è solito vederlo spesso in giro con la sindaca, è indagato per abuso edilizio e nei suoi confronti è stata anche emessa relativa ordinanza di rimessa in pristino dello stato dei luoghi. Insomma una bella ciurma! Roba da maestri nel predicare bene e razzolare male. Chi non si ricorda quanto si è sbracciata la sindaca Anselmo in campagna elettorale facendosi bandiera, tra l’altro di una grande lotta (a parole): l’acqua avrebbe dovuto restare pubblica! Alla faccia del bircabonato di sodio direbbe il grande Totò! Sabrina Anselmo oggi è stato l’unico aministratore della storia di Anguillara Sabazia ad avere dato segni di cedimento sul fronte acqua, deliberando l’intenzione di passare ad Acea (costretta? Ma quando mai!).

Laddove dilaga l’incompetenza germoglia velocemente anche l’arroganza e la presunzione

Ce ne sarebbero tante da dire, promesse su promesse che non sono state mantenute e poi, dulcis sin fundo, tanta inesperienza che sta collezionando errori su errori e guai su guai… per fortuna che ci sono sentinelle vigili che ogni tanto gli danno qualche schiaffone metaforico e gli aprono gli occhi su tante vicende che hanno come comun denominatore i soldi pubblici. Laddove dilaga l’incompetenza germoglia velocemente anche l’arroganza e la presunzione.

Arrestato per corruzione il presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito

E che dire delle ultime notizie che tengono banco in queste
ore.  Il pentastellato Marcello De Vito, Presidente
della assemblea capitolina, è stato arrestato per corruzione nell’ambito della
inchiesta della Procura sul nuovo stadio della Roma.  Di Maio ci ha messo pochissimi minuti a
dichiarare pubblicamente che De Vito è fuori dal partito. È il partito che non
va o alcune persone che ne fanno parte? E’ ora di tornare tra gli esseri umani
e fare mea culpa delle proprie debolezze. Tutti sbagliano, nessuno escluso.
Neppure i Cinque Stelle che in quest’ultimi tempi cadono giù come meteore.  




Delitto Serena Mollicone, perizia del Ris. Il criminologo Carmelo Lavorino aspetta le carte e prepara la difesa dei Mottola

Falso allarme, secondo il noto criminologo Carmelo Lavorino, incaricato dalla famiglia Mottola nell’ambito della difesa dall’accusa dell’omicidio di Serena Mollicone, 18 anni, ad Arce, avvenuto il 1 giugno del 2001. A dispetto di quanto comunicato dal RIS dei Carabinieri agli organi di stampa, il professor Lavorino non ritiene esatte le conclusioni a cui gli stessi sono giunti.

Secondo il RIS, infatti, Serena Mollicone sarebbe stata uccisa dal figlio del maresciallo dei carabinieri Mottola, Marco, il quale le avrebbe violentemente sbattuto il capo contro una porta della caserma dei carabinieri di Arce, porta su cui sono state trovate tracce di sangue.

Lui stesso poi – non è ancora chiaro se da solo o con dei complici – ne avrebbe trasportato il corpo nel boschetto di Fontecupa, ad Anitrella, 8 km. Da Arce.

L’assassino le aveva coperto il capo con un sacchetto di plastica, ad evitare di lasciare tracce di sangue, mani e piedi legati con scotch e fil di ferro. Naso e bocca avvolti da numerosi giri di fil di nastro adesivo, che ne avevano causato la morte per asfissia.

“Leggo con fastidio e stupore – dichiara il professor Lavorino – articoli dal titolo ‘Il cerchio si stringe attorno al figlio del maresciallo’, ‘Il delitto è avvenuto in caserma’, ‘Serena sbattuta con forza contro la porta della caserma’, ‘Un’informativa/rapporto incastra il figlio del maresciallo’, e similari, dove si travisano gli esiti degli accertamenti tecnici che qualche ignorante continua imperterrito a chiamare impropriamente ‘perizie’, si strumentalizzano alcune nostre eccellenze (leggere “RIS”), facendo credere all’opinione pubblica che i RIS concludano in tal senso… mentre non è vero, si attribuisce a un atto di parte – l’informativa – una valenza investigativa, tecnica e scientifica spropositata, dimenticando le regole del “giusto processo” e della cautela, non si tiene conto delle confutazioni della difesa.
Ricordo a tutti – prosegue il criminologo – che molti anni fa venne scritto, sempre a proposito del delitto di Arce: “Il cerchio si è stretto attorno al carrozziere Carmine Belli“. Ebbene, questi si fece ingiustamente 18 mesi di ingiusta detenzione e venne assolto soltanto grazie a noi del pool di difesa, in quanto demolimmo l’impianto accusatorio dei due sostituti procuratori e impedimmo un terribile errore giudiziario.
Ritengo che gli Inquirenti siano entrati, – ha proseguito Lavorino – ancora una volta, nel deserto dell’innamoramento del sospetto e dell’ipotesi per non uscirne più, avvolti dal pregiudizio del gruppo e dell’équipe e dall’autoconvincimento riverberante.
Aspettiamo la chiusura delle indagini, – ha concluso Lavorino – aspettiamo le carte, poi analizzeremo e valuteremo sia gli aspetti difensivi, sia quelli per individuare il vero assassino di Serena Mollicone”.

Aggiungiamo che ci auguriamo venga fatta chiarezza anche a proposito del suicidio del brigadiere Santino Tuzi, che apparve poco chiaro nelle sue modalità di esecuzione. Il brigadiere Tuzi, stando alle apparenze, si suicidò con la pistola d’ordinanza, nell’auto di sua proprietà, proprio il giorno prima della sua convocazione in Tribunale per essere interrogato quale persona informata sui fatti.




Arce, delitto Serena Mollicone: la perizia dei Ris conferma le accuse a Marco e Franco Mottola

-La perizia dei Ris ora è contenuta in un’informativa consegnata alla Procura di Cassino nella quale in sostanza si ribadisce ciò che era emerso dall’atto istruttorio: per la morte di Serena Mollicone, uccisa il 1 giugno del 2011, le indagini conducono a Marco Mottola e al padre Franco, allora comandante della stazione dei carabinieri di Arce.

I due, con la moglie di quest’ultimo Anna sono infatti da tempo iscritti nel registro degli indagati per omicidio volontario in concorso e occultamento di cadavere. Altri due carabinieri sono indagati per favoreggiamento.

Secondo quanto emerso dalla perizia dei Ris Serena Mollicone sarebbe stata colpita negli alloggi della caserma al culmine di una lite. Successivamente il cadavere sarebbe stato spostato nel boschetto dell’Anitrella dove poi è stato trovato. La perizia medico-legale infatti indica una compatibilita’ tra lo sfondamento della porta dell’alloggio della caserma dei carabinieri di Arce e la frattura cranica riportata da Serena Mollicone.




Cassino, preso “il Colombiano”: 12 arresti per traffico di droga

con l’operazione convenzionalmente denominata “IL COLOMBIANO” i
Carabinieri della Compagnia di Cassino e la Squadra Mobile di Frosinone, sotto il coordinamento della D.D.A. di Roma, nella mattinata odierna, hanno eseguito dodici ordinanze di custodia cautelare in carcere ed ai domiciliari – emesse dal GIP del Tribunale di Roma – nei confronti degli indagati, accusati a vario titolo ed in concorso fra loro, per aver costituito, organizzato e promosso, un radicato ed esteso traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana.

L’indagine, traeva spunto dalle dichiarazioni rese, in tempi diversi, a Polizia e Carabinieri, da cittadini stranieri e relativa attività informativa, che indicavano due fratelli di Sant’Elia Fiumerapido (FR) ed altri soggetti a loro vicini nella gestione di un traffico di sostanze stupefacenti.
Evidenziandosi un’associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti ex art. all’art. 74 DPR n.309/90, l’attività, nata inizialmente con la Procura della Repubblica di Cassino, veniva successivamente coordinata dalla D.D.A. di Roma.

Nel corso degli ultimi mesi del 2016, grazie a sevizi di O.C.P. svolti nei pressi dell’abitazione dei citati fratelli, la P.G. operante riusciva ad ottenere riscontri investigativi sull’attività di spaccio condotta dai medesimi, utili per avviare un’attività tecnica di captazione (da febbraio a luglio 2017).

Gli elementi raccolti durante le indagini costituiti da numerosi sequestri penali e amministrativi, evidenziarono una fluente attività di spaccio, promossa, condotta ed organizzata proprio dai due fratelli di Sant’Elia Fiumerapido, i quali provvedevano, per il tramite di un soggetto di origine
campana stanziale in Sant’Apollinare (FR), che si avvaleva della preziosa ed insospettabile collaborazione del di lui fratello (Agente della Polizia di Stato tratto in arresto in Cassino nella fase investigativa poiché trasportava 12 kg di hashish ed 1 kg di cocaina) a rifornirsi dello stupefacente
dalla vicina Campania. I due germani di Sant’Elia Fiumerapido provvedevano alla commercializzazione ed allo spaccio unitamente ad altri sodali.
Nel corso dell’indagine affiorava, fin da subito, la scaltrezza delinquenziale degli indagati atta ad eludere eventuali attività investigative a loro carico. Infatti non solo ricorrevano all’utilizzo di linguaggio criptico e/o di copertura nelle conversazioni telefoniche, ma erano soliti:
 utilizzare social network, quali Facebook, istagram ed applicazioni quali WhatsApp per impedire di tracciare sia le comunicazioni tra loro che quelle con i loro clienti;
 utilizzare schede telefoniche intestate a terze persone, in modo da impedire una loro rapida identificazione,
 provvedere a cambiare schede telefoniche utilizzate ogni qual volta incappavano, sia loro stessi che i loro complici impiegati nella vendita delle sostanze stupefacenti, in controlli delle Forze di Polizia;
L’attività investigativa, durata circa 6 mesi, permetteva di arrestare in flagranza di reato 8 persone, di denunciare in stato di libertà altre 7 persone per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, di segnalare alla Prefettura di Frosinone vari assuntori di hashish/cocaina, e di sottoporre a sequestro kg 1,325 di cocaina, kg 22,650 di hashish, grammi 242,068 di marijuana, due pistole risultate rubate, vari bilancini di precisione, sostanze da taglio e materiale per confezionamento.

L’indagine, consentiva di evidenziare l’esistenza di un sodalizio criminale di stanza in S.Elia Fiumerapido (FR) con ramificazioni nell’intero cassinate, dedito al traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana.




Fondi, Itri, Campodimele, Lenola, Pontecorvo e Pico: è qui che si studia il lupo

Mappare le presenze, intercettare gli spostamenti e soprattutto studiare la territorialità.  Il Lupo al centro di un’importante ricerca nel territorio del Parco dei Monti Aurunci, nelle province di Latina e Frosinone e più precisamente nei territori di Fondi, Itri, Campodimele, Lenola, Pontecorvo e Pico. A promuovere lo studio è stato proprio il Parco dei Monti Aurunci. Il Presidente del Parco Marco Delle Cese ha sottoscritto due importanti convenzioni, a titolo gratuito, con l’associazione Wolf Aurunci e con l’associazione Ambiente Natura e Vita. Una ricerca che arriva alla vigilia del Piano Nazionale di Monitoraggio del Lupo che sarà avviato dall’Ispra e presentato a dicembre scorso. 
Il progetto, che sarà attivo per i prossimi 3 anni, rientra nelle finalità istituzionali dell’Ente rivolte alla conservazione e alla valorizzazione del suo patrimonio culturale. Il parco dei Monti Aurunci, infatti, sin dalla sua istituzione e dopo il recupero naturale della specie (scomparsa dalla catena degli Aurunci agli inizi del 1900 e riapparsa negli anni 70), ha avviato una serie di progetti e ricerche volti a migliorare la conoscenza del patrimonio naturalistico presente del comprensorio con l’obiettivo di calibrare in maniera adeguata le conseguenti azioni e strategie di conservazione. 
Lo studio avverrà con l’installazione di foto trappole e con l’individuazione dei branchi attraverso la tecnica dell’ululato indotto (wolf howling) preregistrato tramite strumentazione oppure a voce. Uno studio di fatto già partito e favorito, in questo periodo invernale, dalla neve che permette di isolare le piste lasciate dai lupi lungo i tragitti nel territorio del Parco. “Si tratta – ha spiegato il presidente del Parco Marco Delle Cese – di un passo fondamentale per il rilancio del patrimonio naturalistico. Avere informazioni di dettaglio sulle specie che vivono nel Parco è la missione principale dell’Ente, per questo abbiamo avviato le collaborazioni con le associazioni del territorio che ringrazio”.
“Un’attività di ricerca sulla biodiversità, con il monitoraggio e l’osservazione dei Lupi – ha aggiunto il direttore del Parco Giorgio De Marchis –  nella quale saranno impegnati i tecnici del Parco e i volontari delle associazioni.  Lo studio assume particolare importanza ed è propedeutico al piano nazionale di Monitoraggio del Lupo che sarà redatto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale su incarico del Ministero dell’Ambiente”.

Foto di Marcello De Meo




Cassino, maltrattamenti all’asilo: sospese due maestre

CASSINO (FR) – La polizia di Cassino (Frosinone) ha eseguito un’ordinanza di misure cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Cassino nei confronti 2 maestre, di 54 e 63 anni, di una scuola dell’infanzia per maltrattamenti continuati nei confronti di bambini. Nei loro confronti è scattata la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di pubblico ufficio di insegnante.

La polizia ha cominciato a indagare dopo il racconto dei genitori di un bambino. Gli accertamenti hanno fatto emergere elementi ritenuti di “rilevante gravità”.

Le due maestre avrebbero avuto, quasi quotidianamente, comportamenti violenti, spintonando, strattonando, trascinando con forza gli alunni e, in alcuni casi, percuotendoli con schiaffi alla testa e costringendoli anche a rimanere con il capo riverso sul banco. Punizioni umilianti e pericolose, come è emerso dalle indagini, per la loro incolumità. Ci sarebbero state anche minacce verbali come “Ti faccio cadere tutti i denti”.




Forte terremoto nell’aquilano: scossa avvertita a Roma e area metropolitana

Una scossa di terremoto nell’Aquilano, di magnitudo 4.2, è stata registrata alle 19.37 dall’Ingv. Al momento non sono segnalati danni a cose o persone e non sono pervenute alle sale operative dei Vigili del Fuoco richieste di soccorso o segnalazione di danni. Lo conferma la Protezione Civile. L’epicentro a tre chilometri dalla località di Collelongo, ad una profondità di 17 chilometri. Alla prima scossa ne è seguita un’altra, alle 19.53, di magnitudo molto inferiore, pari a 0.9, e una terza di magnitudo 1.4, alle 20.14. La scossa è stata avvertita anche a Roma e nell’area metropolitana.

Sindaco Collelongo: sisma molto forte, aperto il Coc

“E’ stata una scossa molto forte, per fortuna non si rilevano danni a persone o cose. Ma c’è molta paura e, non potendo escludere nuove scosse, abbiamo aperto il Coc (Centro operativo comunale, ndr) e messo a disposizione delle persone che vogliano dormire fuori casa il plesso scolastico e il bocciodromo che sono in sicurezza”. Così il sindaco di Collelongo (L’Aquila), Rossana Salucci, sulla situazione che si è creata nel paese epicentro della scossa sismica di magnitudo 4.2 avvenuta in serata nel comune marsicano che conta circa 1.200 abitanti.

FS: sospesa circolazione treni Abruzzo per verifiche

Dalle 19.50 la circolazione ferroviaria sulle linee Carsoli – Avezzano – Sulmona – Pescara, Avezzano – Roccasecca e Sulmona – L’Aquila è sospesa per verifiche all’infrastruttura da parte dei tecnici di RFI a seguito della scossa di terremoto che ha interessato la zona. Lo rendono noto le Ferrovie dello Stato. Nessun treno è fermo in linea.

Salvini: “Vi invio il mio pensiero”

“Amici Abruzzesi, vi invio il mio pensiero per lo spavento di questa sera col maledetto #terremoto”. Così, su Twitter, il ministro e vice premier Matteo Salvini, che poi aggiunge: “Questo fine settimana torno ad abbracciarvi: venerdì sarò alle 11 a Chieti, alle 15 a Pescara, alle 18.30 a Montesilvano, mentre sabato alle 10 a Teramo, alle 12.15 a Notaresco, alle 14.30 a Roseto degli Abruzzi e alle 17 a L’Aquila”.

Strada dei Parchi: non ci sono danni viadotti A24-A25

Non ci sono danni nei viadotti delle autostrade laziali ed abruzzesi A24 e A25 dopo la scossa avvenuta a Collelongo (L’Aquila): sono queste le risultanze delle verifiche effettuate dagli ausiliari del traffico della concessionaria Strada dei Parchi. Lo fanno sapere fonti della Spa del gruppo dell’imprenditore abruzzese Carlo Toto. In particolare, i controlli più approfonditi sono stati riservati nelle infrastrutture autostradali di Avezzano, Celano e Pescina, i tratti più prossimi al comune marsicano. “Quei tratti tra l’altro – fa sapere ancora Strada dei Parchi – sono stati oggetto nel giugno scorso di interventi anti-scalinamento, una operazione che complessivamente è costata 172 milioni di euro”. Strada dei Parchi non ha ancora a disposizione i 192 milioni di euro inseriti nel decreto Genova finalizzati alla messa in sicurezza sismica dei viadotti delle due autostrade: lavori sono stati avviati in 8 dei 13 viadotti in condizioni peggiori con fondi della società. In un post su Facebook la società concessionaria sottolinea comunque che le due autostrade sono aperte e che le verifiche sotto i viadotti continuano e ci saranno nuovi aggiornamenti.

Scossa non collegata a faglie recenti

Non è collegata a faglie recenti, quelle che hanno fatto tremare l’Aquilano e poi il centro Italia almeno dal grande terremoto del 2009 in avanti, la scossa di magnitudo 4.2 con epicentro a sud di Avezzano, nei pressi della piana del Fucino. Secondo una prima analisi degli esperti dell’Ingv, riferisce all’Agi il sismologo Alessandro Amato, “l’epicentro, registrato a Collelongo, è decisamente lontano sia dalla zona dei terremoti del 2016 e 2017 sia soprattutto a quella del terremoto dell’Aquila nel 2009. Un precedente nell’area colpita oggi è quello del 1915 nella Marsica, anche se quello ebbe un epicentro spostato più a nord rispetto a quello di oggi”. Si tratta di un quadrante nuovo, insomma, rispetto alle zone dell’Aquilano, del Reatino e umbre colpite negli ultimi anni dalle scosse più forti. “La zona del Frusinate – ricorda Amato – fu colpita da terremoti importanti nel ‘300 e nel ‘600, siamo in quell’area lì”.




Frosinone, accoltella il fratello durante una lite

FROSINONE – Accoltella il fratello maggiore dopo una lite. Il fatto è successo verso le 21 di ieri nel capoluogo ciociaro dopo che tra i due fratelli era scoppiata una lite scaturita dal fatto che durante la giornata il fratello maggiore, tossicodipendente, al fine di acquistare una dose di stupefacente aveva venduto la bicicletta di famiglia. Il fratello più piccolo sferrava, con una coltello di circa 30 cm, diversi fendenti al braccio e alla gamba del maggiore, provocandogli diverse ferite tanto da rendersi necessario da parte del personale 118 accorso sul posto l’immediato trasferimento presso il Pronto Soccorso.

Sul posto è intervenuta una volante della polizia di Stato

Gli agenti dopo aver ricostruito la scena del crimine hanno arrestato il ragazzo, responsabile dell’insano gesto e ancora sul posto all’arrivo della pattuglia e lo hanno portato in carcere su disposizione dell’Autorità giudiziaria. La vittima è stata giudicata guaribile in 20 giorni a seguito delle ferite riportate.

Invero il fratello minore, a seguito della discussione, scaturita dal fatto che nella giornata il fratello maggiore, tossicodipendente, al fine di acquistare una dose di stupefacente aveva venduto la bicicletta di famiglia, sferrava con una coltello di circa 30 cm diversi fendenti al braccio e alla gamba di quest’ultimo, provocandogli diverse ferite tanto da rendersi necessario da parte del personale 118 accorso sul posto l’immediato trasferimento presso il locale Pronto Soccorso.
L’intervento tempestivo della volante ha permesso agli agenti di ricostruire la scena del crimine e di trarre in arresto nell’immediatezza dei fatti il responsabile dell’insano gesto, ancora sul posto all’arrivo della pattuglia operante.
La vittima è stata giudicata guaribile in 20 giorni a seguito delle ferite riportate, mentre l’autore del delitto è stato associato, su disposizione dell’A.G., alla locale casa circondariale.
Quello di ieri è stato il secondo episodio di violenza domestica in pochi giorni;il giorno di Natale all’ora di pranzo una volante della polizia è stata costretta ad intervenire in Corso Francia a seguito di una lite in famiglia, nell’occasione, tra due coniugi. A chiamare è stata nella circostanza la moglie intimorita dall’aggressione fisica del marito. Giunti sul posto gli operanti per sedare la lite sono stati aggrediti dal 58 enne che brandendo un coltello ha tentato di sferrare una coltellata ad un agente.
Pronta la reazione degli agenti che immobilizzavano l’uomo e lo traevano anche in questa occasione in arresto.




Veroli, caccia al cinghiale vicino alle case: residenti presentano un esposto

VEROLI (FR) – Un esposto denuncia contro le battute di caccia che si stanno pericolosamente ripetendo nelle vicinanze di case e abitazioni. E’ quanto presentato da alcuni residenti di Veroli al sindaco Simone Cretaro, alle forze dell’ordine e alle istituzioni regionali chiedendo loro l’immediato intervento.

L’esposto è stato firmato dagli abitanti di Via Crocifisso, cda Castello, Via Piacentini, Coste San Giacomo, denunciando il comportamento scorretto di una squadra di caccia al cinghiale che ha delimitato con alcune tabelle la zona che, come detto, comprende abitazioni e stalle
di animali.

I cittadini nella missiva hanno sottolineato di aver timore per la propria incolumità alla luce degli ultimi incidenti che si sono verificati e dunque chiedono al sindaco di intervenire per impedire qualsiasi battuta di caccia nelle vicinanze di abitazioni, far rimuovere le tabelle apposte in modo illegittimo e farle posizionare a molti km di distanza per non costringere i residenti verolani a non rinchiudersi
dentro casa per non correre il pericolo di venire colpiti da qualche pallottola sparata ai cinghiali: “Siamo favorevoli all’attività venatoria – sottolineano gli abitanti – soprattutto quella al cinghiale che sta arrecando danni alle coltivazioni causando anche incidenti stradali con feriti più o meno gravi. E’ fondamentale però il rispetto di tutte le leggi che regolano la caccia e soprattutto delle distanze per non arrecare
danni alle popolazioni”.




Sora, viene multato e insulta la Polizia Stradale su Facebook: “I soldi che state raccogliendo ve li dovete mangiare a medicine voi ed i vostri figli…..fate schifo”. Denunciato

SORA – Non sempre ai colleghi della Polizia Stradale, Specialità della Polizia di Stato, che, nonostante la cronica carenza di personale, con spirito di sacrificio, continuano senza se e senza ma a salvaguardare la tutela del cittadino, ponendo come priorità assoluta un’attività di prevenzione al fine di evitare i numerosi incidenti stradali, troppo spesso fatali per le persone coinvolte, vengono riconosciuti i meriti dovuti. Anzi, a volte accade addirittura esattamente l’opposto.

Per esempio un cittadino “distratto” tanto per usare un eufemismo, dopo essere stato multato dalla Polizia Stradale di Sora, per l’uso vietato del telefono cellulare durante la marcia, ha pubblicato su Facebook testualmente ” la polizia stradale di Sora fa schifo…..ti ferma e senza motivo valido fà multe solo per fare cassa…. i soldi che state raccogliendo ve li dovete mangiare a medicine voi ed i vostri figli…..fate
schifo vergognatevi”.

A tali frasi diffamatorie, e ai vari commenti pubblicati da altre persone in risposta al post di cui sopra, nella mattina odierna, gli operatori oggetto delle gravi accuse, hanno prontamente reagito provvedendo a relazionare l’ufficio di quanto accaduto. I fatti risalgono a qualche giorno fa, quando un uomo era stato sanzionato dagli agenti con una multa di 168 euro, dopo un controllo dal quale era emersa una evidente violazione delle norme vigenti in materia di codice stradale, per l’uso improprio durante la marcia del telefono cellulare. Infastidito, così come ha evidenziato sul social network, ha esternato sul web la propria rabbia e insofferenza, con una violenza verbale che non poteva essere tollerata, tanto più che veniva a colpire soggetti del tutto estranei alla vicenda come i familiari dei colleghi. A seguito della Segnalazione fatta dagli operatori della Polstrada, il comando ha provveduto a inviare, con una dettagliata relazione, denuncia alla Competente Autorità Giudiziaria. La Polizia Stradale di Sora sta inoltre valutando la posizione di altre persone che, sulla stessa pagina del social network, hanno condiviso e commentato il post pubblicato da siffatto personaggio.

Noi come sindacato dei Poliziotti, non appena l’Autorità Giudiziaria riterrà procedere ai sensi di legge nei confronti dei protagonisti della vicenda, provvederemo a dare mandato al nostro legale costituendoci parte civile a tutela dei nostri associati della Polizia Stradale di Sora.

Dichiarazione del Segretario Generale della Uil Polizia, Norberto Scala: “ Non è la prima volta che appartenenti alle forze dell’ordine sono fatti oggetto di minacce, ingiurie, aggressioni e tanto altro. Mi appello direttamente al nostro Ministro dell’Interno, Senatore Matteo Salvini, affinchè si faccia portavoce di significative iniziative volte alla tutela di chi ogni giorno oltre ad essere insultato e in particolari circostanze persino malmenato, rischia la vita. Ma nonostante le diverse situazioni di pericolo, continua ad assicurare la presenza sul territorio al fine di garantire sicurezza ai cittadini onesti che continuano a pagare le tasse senza battere ciglio.