Caos vaccini, resta obbligo: autocertificazione fino a marzo

Caos vaccini: dopo l’annuncio di un emendamento della maggioranza per confermare l’obbligo che i bambini siano immunizzati con 10 vaccinazioni per poter frequentare materne e nidi, ne arriva anche uno dei relatori sui vaccini al decreto milleproroghe, presentato nelle Commissioni Bilancio e affari costituzionali, che proroga per l’anno scolastico che sta per cominciare, 2018-19, la validità dell’autocertificazione. Ma nel primo voto parlamentare sul nuovo emendamento della maggioranza sui vaccini, si registra il dissenso di due deputati, uno della Lega e uno di M5s.  Le opposizioni hanno protestato, con in testa gli ex ministri Beatrice Lorenzin e Marianna Madia.  Il nuovo emendamento prevede la validità dell’autocertificazione da parte delle famiglie fino al 10 marzo 2019. Entro quella data le famiglie dovranno presentare “la documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie”.

I carabinieri del Nas nelle scuole materne e negli asili nido di tutta Italia per controllare le autocertificazioni. Ieri i controlli a campione sono stati 2.800, 15 le autocertificazioni risultate false dopo il riscontro presso le Asl di competenza. I genitori sono stati segnalati all’autorità giudiziaria per falso in atto pubblico commesso da privato. Gli accertamenti continuano al ritmo di oltre 2.000 mila al giorno.

Un richiamo alla chiarezza è giunto anche dal premier Giuseppe Conte: “Proprio per dare certezze alle famiglie e ai bambini che vanno a scuola siamo intervenuti con un nuovo emendamento che assorbe quello precedente ed estende il regime individuato come transitorio per consentire l’avviamento dell’anno scolastico”, ha affermato sottolineando come, in prospettiva, sulla materia “ci sarà un intervento di sistema sul quale stiamo lavorando”.

Il ministro della Salute, Giulia Grillo, ringraziando “personalmente” i Nas per le ispezioni che rafforzano “l’alleanza fra istituzioni e cittadini”, ha sottolineato di essere “fiduciosa che il Parlamento riesca a individuare, grazie al lavoro della maggioranza e dei relatori, una soluzione equilibrata” rispetto all’emendamento odierno.

Ira dei presidi che mercoledì avevano salutato positivamente l’emendamento che confermava l’obbligo. “Questa è una fase in cui serve certezza del diritto, sgomberare il campo dalla confusione. Questo emendamento non sembra andare in tale direzione, continuando ad aumentare il caos che già regna nelle scuole. Riteniamo poi che il termine del 10 marzo per mettersi in regola con le certificazioni vaccinali sia eccessivo”, afferma  il presidente dell’associazione nazionale presidi Antonello Giannelli interpellato dall’ANSA.  sull’emendamento che punta a prorogare per questo anno scolastico la validità dell’autocertificazione vaccinale.

“La maggior parte del genitori ha, infatti, già vaccinato i propri figli e consegnato tutti i documenti. Perché arrivare al 10 marzo? Dicembre sarebbe più che sufficiente – argomenta Giannelli -,Inoltre tenendo conto che i termini per le iscrizioni all’anno scolastico 2019-20 sono fissati a gennaio 2019, con obbligo di consegnare la certificazione vaccinale per l’anno in questione entro il 10 luglio, la regolarizzazione del 2018-2019 andrebbe ad accavallarsi con la procedura di iscrizione dell’anno successivo”.




Dal Regno Unito la psicoterapeuta Mandy Saligari lancia l’allarme: “Dare ai vostri figli uno smartphone è come dar loro della cocaina”

Rimane difficile per i più piccoli dar vita ad un gioco con i propri coetanei. L’utilizzo continuo della tecnologia moderna ha rubato anche a loro la possibilità di sognare per un divertimento sano insieme agli altri amichetti. Vedere una bambina di 7 anni sopra all’altalena e stare con lo sguardo fisso e spento su un telefonino, lasciandola fuori dalla realtà, deve far riflettere.

Del resto non è difficile vedere in giro, all’interno di locali pubblici e non, bambini di tutte le età che giocano con smartphone e tablet dove scaricano applicazioni di vario tipo degli consentono di intrattenersi. L’uso prolungato dispositivi elettronici come questi, però, è considerato nocivo non soltanto da specialisti medici del settore ma anche da molti educatori, che non ritengono questo il modo più appropriato per intrattenere i propri figli.

Smartphone come cocaina? La teoria della psicoterapeuta Mandy Saligari

In particolare Mandy Saligari, una psicoterapeuta del Regno Unito esperta di dipendenze e relazioni familiari, ha recentemente spiegato al The Indipendent quanto dare ai nostri figli uno smartphone equivalga a dar loro “1 g di cocaina”. La dottoressa Saligari si trova a capo della clinica di riabilitazione Harley Street Charter di cui fanno parte ragazzi tra i 16 ed i 20 anni ma alcuni sono anche più giovani. In particolare secondo questa esperta, il rischio di creare dipendenza dando i nostri figli uno smartphone in età molto giovane è davvero altissimo. Il problema è talmente importante, infatti, che pare che vicino Seattle sia stato aperto una struttura che offre assistenza proprio ai giovani che hanno sviluppato nel tempo una delle proprie dipendenza da Internet e videogame.

Onde elettromagnetiche della telefonia mobile e del Wi-Fi

C’è un altro aspetto probabilmente ancora più pericoloso: le onde elettromagnetiche della telefonia mobile e del Wi-Fi sono una struttura composta da microonde e da radiofrequenze. Sono stati misurati livelli allarmanti di radiazioni nelle vicinanze di router Wi-Fi, dei punti di accesso Wi-Fi e di computer portatili connessi al Wi-Fi: ad esempio a 2 metri di distanza sono stati riportati livelli fino a 3.000 μW/m², a 0,2 metri di distanza da un router Wi-Fi invece 8,8 V/m = 205,000 μW/m², mentre da un punto di accesso Wi-Fi sono stati misurati 7,5 V/m = 149,000 μW / m².

Un accreditato studio internazionale ha poi misurato 27,000 μW/m² a 0,5 metri di distanza da un computer portatile. Secondo ‘Le Linee Guida della Building Biology Evaluation’, questi livelli (oltre 1.000 μW/m²) sono classificati come una “estrema preoccupazione. Perché? Ciascuna di queste frequenze comporta una tossicità perché stimola la produzione di radicali liberi, interferisce con i geni responsabili della vitalità cellulare e interferisce con il corretto funzionamento di diversi organi, come il sistema nervoso centrale e quello riproduttivo. L’interazione di queste frequenze con i sistemi viventi è grave quando avviene a basse dosi a causa della loro pulsazione, causa di un costante cambiamento di potenziale elettrico a livello cellulare. Sulla presenza ubiquitaria del segnale Wi-Fi va chiarito che, anche se non lo si utilizza, essendo un segnale sempre attivo, continua ad irradiare continuamente coloro che i quali, ignari o meno, si trovano sul suo raggio d’azione, indipendentemente da una connessione in Internet o di una trasmissioni dati attraverso telefonini cellulari, smartphone, computer collegati senza fili o tablet. Ecco perché siamo tutti soggetti a rischio!

Marco Staffiero




Albano Laziale, Centro Psicologia Castelli Romani: latte e latticini servono per osteoporosi e menopausa?

Dott.ssa Elisa De Filippi Biologa Nutrizionista

Osteoporosi e menopausa: latticini sì o no?

PARTIAMO INNANZITUTTO DALLA DEFINIZIONE DI OSTEOPOROSI!

L’osteoporosi è una malattia caratterizzata da una riduzione della massa ossea e da un deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo, che induce un’aumentata fragilità ossea, con un conseguente aumento del rischio di frattura.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel 1994, ha definito i seguenti criteri diagnostici:
• Normalità: Densità minerale ossea (BMD) entro 1 DS (Deviazione Standard) al di sotto del valore medio di picco di massa ossea nel giovane adulto.
• Osteopenia: BMD compreso tra – 1 e – 2.5 DS
• Osteoporosi: valore di BMD al di sotto di 2.5 deviazioni standard (DS)
• Osteoporosi severa: BMD al di sotto di 2.5 DS in presenza di una o più fratture da fragilità.
Questi criteri si applicano alle donne in menopausa e sono stati definiti utilizzando i dati provenienti dalle misurazioni della densità ossea effettuate con la tecnica DXA (dual X-ray absorptiometry).

PENSIAMO ERRONEAMENTE CHE IL NOSTRO TESSUTO OSSEO SIA QUALCOSA DI STABILE, IMMOBILE, FERMO: niente di più sbagliato!

Il tessuto osseo può essere definito come un organo a tutti gli effetti, sottoposto a continui cambiamenti. Quest’ultimi avvengono grazie a due tipi di cellule: gli osteoblasti, cellule deputate a formare nuovo osso, e gli osteoclasti, cellule deputate a riassorbire quello esistente. Facendo sembrare le cose semplici, la comparsa dell’osteoporosi è legata a uno squilibrio di questo processo, con prevalenza dei fenomeni di riassorbimento osseo (lavorano di più gli osteoclasti) rispetto alla formazione di nuovo osso (lavorano di meno gli osteoblasti).

ALTRO ERRORE CHE SPESSO COMMETTIAMO: PENSARE CHE IL NOSTRO TESSUTO OSSEO QUANTITATIVAMENTE SIA LO STESSO DURANTE TUTTA LA VITA: FALSO!

La massa ossea aumenta rapidamente durante l’infanzia e l’adolescenza, con un picco massimo intorno ai 30 anni! E dopo? Dopo bisognerà mantenerla questo “picco” di massa ossea raggiunto… sempre se lo si è raggiunto! Sapete perché? Perché uno dei modi migliori per avere una buona massa ossea è quello di praticare attività fisica in modo constante durante tutta l’infanzia e l’adolescenza (quindi non basta ingurgitare tonnellate di latticini, ma su questo ci torneremo tra poco).

La fisiologica ed inevitabile riduzione della massa ossea dovuta all’avanzamento dell’età viene definita osteopenia; quando il processo di demineralizzazione diviene particolarmente intenso e prolungato, si parla di osteoporosi. La perdita d’osso legata all’invecchiamento (osteoporosi primaria senile), che si svolge in un arco di tempo di circa 40 anni, è quindi sufficiente a portare una quota di uomini e di donne di tutti i gruppi etnici in una situazione di particolare fragilità ossea che li predispone a fratture anche per eventi traumatici minimi. Le più comuni conseguenze cliniche dell’osteoporosi sono fratture all’anca, alla colonna e ai polsi.

A COSA E’ DOVUTA L’OSTEOPOROSI IN MENOPAUSA?

Il problema risiede nel calo della produzione degli estrogeni. I recettori degli estrogeni sono presenti sia sugli osteoblasti che sugli osteoclasti e, nel periodo fertile della vita della donna, sono in grado di modulare l’attività di entrambe, aumentando in poche parole l’attività di “costruzione” dell’osso (quindi degli osteoblasti) e diminuendo l’attività di “distruzione” dell’osso (quindi degli osteoclasti). In menopausa, in poche parole, viene a mancare l’effetto protettivo degli estrogeni sul tessuto osseo: aumenta l’attività di “distruzione dell’osso”, quindi degli osteoclasti rispetto agli osteoblasti.

Dopo queste brevissime e doverose spiegazioni, torniamo all’argomento di questo articolo. Latte e latticini in menopausa: come, quali e quanti? Ma soprattutto servono?

Molti studi dicono di no, ovvero: mangiare latticini e latte in menopausa sembrerebbe NON aiutare a prevenire l’osteoporosi!
Partiamo da uno studio di qualche anno fa che ha particolarmente colpito la mia attenzione! In questo lavoro sono state coinvolte 105 monache buddiste Mahayana e 105 donne onnivore (età media = 62 anni). Per regola religiosa, le monache sono vegane. A queste donne sono state prese dell misure come: la densità minerale ossea (BMD) a livello della colonna lombare (LS), del collo del femore (FN) e dell’intero corpo (WB), misurata mediante DXA, mentre le assunzioni dietetiche di calcio e proteine sono state stimate da un questionario di frequenza alimentare convalidato.

Per farla breve, la prevalenza di osteoporosi a livello del collo del femore era del 17% tra le monache, e del 14,3% nel gruppo di controllo, dunque la differenza non era molto significativa.

E’ invece interessante notare il divario esistente tra i due gruppi circa il consumo quotidiano di calcio: una media di 375 mg tra le monache, quasi la metà rispetto al gruppo di controllo (683 mg).

Lo studio conclude dicendo che, sebbene i vegani abbiano un apporto molto più basso di calcio e proteine nella dieta rispetto agli onnivori, il veganismo non ha effetti negativi sulla densità minerale ossea e non altera la composizione corporea. Analizzando la dieta e i valori ottenuti con l’esame DXA i ricercatori hanno notato infatti che nel gruppo di controllo, la massa minerale ossea era più bassa tra le donne che consumavano un quantitativo maggiore di proteine animali (quindi le donne onnivore), rispetto a un basso introito di proteine vegetali.
Questo studio non è rimasto isolato ovviamente! Ad esempi altri lavori ci dicono che non ha portato grandi benefici l’integrazione di calcio e vitamina D nella prevenzione delle fratture ossee!

Gli autori concludono dicendo che aumentare l’apporto di calcio sia attraverso la dieta che attraverso l’integrazione, non ha portato grandi risultati e molto spesso si sono verificati problemi gastrointestinali (seppur lievi) nelle donne coinvolte negli studi esaminati. Attenzione, con questo non vi sto dicendo che il latte ed i latticini in generali siano del tutto inutili, tuttavia volevo rassicurarvi sul fatto che se vi “sforzate” di bere o mangiare latte/latticini al fine di prevenire fratture ed osteoporosi, forse dovete ripensare a tutta la questione e cercare fonti alternative di calcio!
La conclusione della maggior parte degli studi che ho consultato, è che non è stata trovata alcuna correlazione tra assunzione di latte e fratture ossee!

QUALI POSSONO ESSERE QUINDI LE FONDI ALTERNATIVE DI CALCIO per una persona che NON può assumere latticini (perché vegana o per ragioni legate all’intolleranza al lattosio oppure altre patologie)?

Ad esempio, gli spinaci sono molto ricchi di calcio, tuttavia il loro alto contenuto di ossalato riduce l’assorbimento di calcio solo al 5,1%! Invece i broccoli sono ricchi di calcio e poveri di ossalato. Questo spiega l’alto tasso di assorbimento del calcio (siamo al 40,9%), che è ancora più alto rispetto al latte (32,1%). Ricordate, care donne, di includere nella vostra dieta una porzione giornaliera di CRUCIFERE, quindi cavoli, broccoli, crescione, rucola, rape, ravanelli, fonti preziosissime di calcio!
Cosa fondamentale da NON DIMENTICARE è il movimento: l’attività fisica svolta durante la prima infanzia e per tutta l’adolescenza contribuisce ad aumentare il picco di massa ossea che poi verrà mantenuto durante tutta la vita! Continuare poi ad avere uno stile di vita attivo (in particolare attività contro-resistenza come sala pesi o interval-training) anche durante la menopausa aiuta a rallentare la perdita della massa ossea!

Bibliografia
• Burckhardt P – Calcium revisited, part III: effect of dietary calcium on BMD and fracture risk – Bonekey Rep. 2015 Aug 5;4:708;
• Iacopo Chiodini1 & Mark J. Bolland2 – Calcium supplementation in osteoporosis: useful or harmful? – Eur J Endocrinol. 2018 Apr;178(4):D13-D25;
• L.T.Ho-Pham, P.L.T.Nguyen, T.T.T.Le, T.A.T.Doan, N.T.Tran, T.A.Le, T.V.Nguyen – Veganism, bone mineral density, and body composition: a study in Buddhist nuns – Osteoporos Int 2009, 20:2087-2093;
• WHO, Assessment of fracture risk and its application to screening for post-menopausal osteoporosis:
report of a World Health Organisation Study Group. Geneva: World Health Organisation, 1994 WHO
Technical Report Series, n. 843;
• Raisz LG. Pathogenesis of osteoporosis: concepts, conflicts, and prospects. J Clin Invest 115: 3318-3325, 2005;
• Rizzoli R, Ferrari HB, Hughes BD, Weaver C. Nutrition and bone health in women after the menopause. Womens Health 10(6): 599-608, 2014.

Dott.ssa Elisa De Filippi Biologa Nutrizionista
Centro Psicologia Castelli Romani, Piazza Pia 21, 00041 Albano Laziale
Tel. 3204604812 – email: defilippielisa@gmail.com




Albano Laziale, Centro Psicologia Castelli Romani: il disturbo da Dismorfismo Corporeo. Come e perché è importante riconoscerlo

A cura della Dr.ssa Catia Annarilli

ALBANO LAZIALE (RM) – Essere preoccupati per il proprio aspetto fisico, in particolare concentrarsi su alcuni singoli aspetti ritenuti dei difetti che appaiono tali però solo alla persona e non agli altri, confrontare continuamente il proprio aspetto con quello degli altri, controllarsi, curarsi eccessivamente,
guardarsi ripetutamente allo specchio fino a limitare la propria vita sociale e la possibilità di avere relazioni interpersonali soddisfacenti, queste sono alcune delle caratteristiche del disturbo psicologico da dismorfismo corporeo.
Il disturbo da dismorfismo corporeo è un vero e proprio disturbo psichico e la sua importanza spesso viene sottovalutata sia dai pazienti che dagli specialisti stessi.

Questo disturbo va differenziato da quello legato alla mera forma fisica, all’essere in sovrappeso e a tutto ciò che
rientra nelle dinamiche legate al controllo del peso.

Come riconoscerlo

L’esordio è nell’adolescenza e se non trattato il disturbo può avere un decorso cronico, sembrerebbe che la persona leghi la valutazione di se stesso e la propria identità solo ed esclusivamente agli aspetti dell’estetica, del corpo de della fisicità in cui l’immagine esteriore è parte integrante dell’autostima e del senso di se stessi.

Caratteristiche particolarità del disturbo

I sentimenti che stanno alla base di questo vissuto sono profondi e dolorosi ed hanno a che fare con la vergogna, la tristezza e la colpa di percepirsi “difettosi” perché la percezione è che quell’unico aspetto (il naso grande, le orecchie sporgenti, una cicatrice, un neo…) comprometta l’intera immagine di se stessi, la possibilità di essere come gli altri, di percepirsi dentro il gruppo, di essere normali, di andare bene così come si è e tanto più ci si percepisce diversi, tanto più cresce un vissuto di ostilità e rabbia nei confronti degli altri determinando una distanza sempre maggiore e più ci si allontana più l’ostilità cresce innescando in questo modo un circolo vizioso che paralizza la
persona nelle dinamiche di controllo.

La psicoterapia come aiuto concreto
L’intervento psicoterapeutico con una persona che manifesta questo tipo di disturbo si concentrerà prevalentemente sulla comprensione della storia di vita del paziente e su quali siano state nel passato le esperienze e i vissuti che hanno contribuito a creare una immagine negativa di sé a scapito invece di un rapporto amorevole con se stessi, obiettivo può essere quello di aiutare la persona ad avere un atteggiamento comprensivo con se stesso, contenere e limitare i pensieri di svalutazione legati al disturbo con l’obiettivo di diminuire la sofferenza percepita ed aumentare la qualità della loro vita.

 

Bibliografia
Scarcini, A., Lorenzini, R. (2015). Il Disturbo da dismorfismo corporeo, Trento: Erikson.
Dr.ssa Catia Annarilli
Psicologa Psicoterapeuta
catia.annarilli@gmail.com
cell. 3471302714
www.centropsicologiacastelliromani.it




Roma, nanotecnologie: a settembre il convegno con i massimi esponenti del settore

ROMAA Roma dall’11 al 14 settembre si confronteranno i massimi esponenti di nanotecnologie. La multidisciplinarietà e la trasversalità delle applicazioni nanotecnologiche sta raggiungendo livelli fino a qualche anno fa impensabili, grazie alla scoperta continua di fenomeni fisici alla nanoscala in settori come la chimica organica, la biologia molecolare e la fisica dei semiconduttori.

La trasversalità applicativa di queste discipline, già ai massimi livelli, è in continua evoluzione, considerando che ormai tutti i settori tecnici-scientifici stanno traendo beneficio dalle stesse. E le aspettative e le potenzialità future sono addirittura maggiori, grazie al continuo approfondimento e alle nuove conoscenze scientifiche affrontate da molteplici punti di vista.

“Nanoinnovation – precisa il Prof. Marco Rossi, coordinatore del Comitato Organizzatore – ha come obiettivo principale e caratterizzante quello di mettere in contatto accademia, ricerca e sistema imprenditoriale allo scopo di presentare idee innovative, trasferire know-how, permettendo l’integrazione di conoscenze ed esperienze tra i diversi settori di applicazione”.

“Il convegno – conclude Rossi – è quindi strutturato per favorire l’interazione e lo scambio di opinioni e aspettative con il duplice scopo di contribuire sia alla crescita di una coesa e connessa comunità scientifico-tecnologica nazionale, che al monitoraggio dell’evoluzione delle nanotecnologie e delle altre tecnologie abilitanti (KET) e del loro ruolo per una innovazione realmente sostenibile”.




La Chinese National Health Commission in visita presso la ASL Roma 1

ROMA – Mr. Hesheng WANG, Vice Ministro Commissione Nazionale della Salute cinese, ha accompagnato oggi una delegazione di alti funzionari della Commissione Nazionale Salute (NHC) presso la ASL Roma 1 per conoscere il sistema di organizzazione dei servizi della Azienda Sanitaria.

L’incontro è stato finalizzato ad approfondire la conoscenza dei percorsi di assistenza territoriale, con particolare riferimento ai programmi di screening offerti nella Regione Lazio (mammografico, citologico, colon retto), alla gestione delle malattie croniche – come il diabete – alla prevenzione e promozione della salute. Illustrato anche il servizio vaccinale e le novità introdotte in tema di vaccinazioni in età scolare.

Un importante scambio di informazioni e un proficuo confronto a cui erano presenti, oltre al Direttore Generale della ASL Roma 1 Angelo Tanese e al Direttore Sanitario Mauro Goletti, altri dirigenti e professionisti della ASL Romana, che hanno guidato la delegazione anche alla visita di alcune strutture sanitarie.

Tra i delegati cinesi, oltre al citato Vice Ministro, anche Mr. Qing YANG (Director General, Department of Science and Education, NHC), Mr. Jile CHANG (Commissioner, Bureau of Disease Prevention and Control, NHC), Mr. Jiangang NIE (Deputy Director General, Department of International Cooperation, NHC) Ms. Xiaobo ZHANG (Deputy Director, Department of International Cooperation, NHC), Mr. Pengcheng YANG (Principle Staff Member, General Office), Mr. Chengyong SUN (Science and Technology Counselor, Embassy of the PRC in Italy) e Mr. Zongwen MA (Third Secretary, Office of Science & Technology, Embassy of the PRC in Italy).

L’incontro è stato promosso in collaborazione con la Direzione Generale della Comunicazione e dei Rapporti Europei e Internazionali del nostro Ministero della Salute che ha accompagnato la Delegazione in visita.




Batterio Listeria: ritirati surgelati in Europa e Italia

Dalla Germania al Regno Unito passando per l’Austria, in Europa si allargano i ritiri di prodotti alimentari surgelati, a seguito del possibile rischio di contaminazione da Listeria. Il pericoloso batterio, di cui è in corso un’epidemia dal 2015 che nel vecchio continente ha causato 47 casi e 9 decessi, si trasmette attraverso cibi contaminati ma viene ucciso attraverso la cottura. Diverse le marche coinvolte nell’operazione precauzionale che riguarda mais e verdure.

Lotti di minestrone Findus e lotti di verdure e mais Lidl, sono stati ritirati, come rendono noto le aziende sui propri sito web.

I lotti interessati dal ritiro Findus sono: Minestrone Tradizione da un KG (L7311, L7251, L7308, L7310, L7334); Minestrone Tradizione 400g (L7327, L7326, L7304 e L7303); Minestrone Leggeramente Sapori Orientali 600g (L7257, L7292, L7318, L8011) e Minestrone Leggeramente Bontà di semi 600g (L7306). Chi si trovasse in possesso dei prodotti in questione, è invitato a contattare, per qualunque informazione, il numero verde 800906030 o l’indirizzo mail urgente@findus.it. Il richiamo precauzionale e su base volontaria, precisa infine l’azienda, “si riferisce esclusivamente ai lotti dei prodotti menzionati e non riguarda in nessun modo né altri lotti degli stessi prodotti, né altri prodotti a marchio Findus”.

I lotti interessati dal ritiro Lidl sono quelli surgelati a marchio Freshona nei punti vendita della sola Sicilia. L’annuncio da parte della GREENYARD N.V., è sul sito della Lidl. Questi i lotti: Art. 79520 “Freshona” Mais surgelato, 450g Codice a barre 20417963; Art. 12105 “Freshona” Mix di verdure surgelate, 1000g – Assortimento Gemüsemix – Mix di verdure Codice a barre 20039035.

“La decisione, volontaria e in via del tutto precauzionale, di richiamare questi prodotti – si legge sul sito Findus – è stata presa a seguito della segnalazione della potenziale contaminazione da Listeria di una partita di fagiolini, utilizzati in minima parte all’interno dei prodotti oggetto del richiamo”. La cottura annulla i rischi per la salute.

La listeria è un pericoloso batterio di cui è in corso in Europa un’epidemia che ha causato finora 47 contagi e 9 decessi. “Findus tiene a precisare – prosegue l’azienda – che la categoria dei prodotti oggetto del richiamo prevede il consumo solo previa cottura, come chiaramente indicato sulle confezioni. La cottura del prodotto annulla ogni potenziale rischio per la salute”.




Tumori femminili e test BRCA: la “mutazione Jolie” e l’evento a Roma

ROMA – Si chiude a Roma il ciclo di incontri che ha fatto tappa in diverse città italiane per sensibilizzare il pubblico sull’importanza del test BRCA nella diagnosi di tumori femminili come quelli al seno e all’ovaio. Promossi da Salute Donna in collaborazione con esperti ginecologi, oncologi, genetisti e rappresentanti istituzionali, e realizzati grazie al contributo incondizionato di AstraZeneca, gli incontri hanno l’obiettivo di informare maggiormente su queste forme di tumore e sul test in grado di diagnosticare una specifica mutazione genetica, BRCA 1 e 2 anche conosciuta come “mutazione Jolie”.

I tumori ereditari al seno e all’ovaio causati da queste mutazioni genetiche (14% del totale dei tumori al seno e 10% del totale dei tumori ovarici) hanno il 50% di probabilità di essere trasmessi da entrambi i genitori ai figli, sia maschi che femmine.

Nel corso dell’evento sarà dunque possibile conoscere più da vicino queste patologie, approfondire il tema della mutazione genetica che potrebbe esserne la causa e in che modo, grazie al test BRCA, sia oggi possibile prevenire e migliorare la prognosi e il trattamento, consentendo a queste pazienti di essere curate con molecole in grado di agire in modo mirato proprio contro questo genere di tumori.

“Siamo lieti di farci portavoce di un messaggio così importante e rivoluzionario come quello del test BRCA, un semplice test genetico che può davvero fare la differenza nella vita e nel futuro delle pazienti e dei loro familiari perché in grado di predire il rischio di tumori al seno e all’ovaio e di permettere la scelta dei trattamenti più appropriati a combatterli” afferma Anna Mancuso, Presidente Nazionale dell’Associazione Salute Donna Onlus “L’obiettivo di questo ciclo di incontri è diffondere una conoscenza più approfondita dell’esistenza di queste mutazioni, dei test che sono in grado di diagnosticarle, attualmente ancora poco conosciuti, e di sensibilizzare le istituzioni affinché tutte le azioni necessarie vengano messe in atto”.

“I tumori del seno e dell’ovaio sono tra i più diffusi nelle donne: si pensi che ogni anno in Italia vengono diagnosticati oltre 50.000 nuovi casi di carcinoma alla mammella e 5.200 di carcinoma ovarico. In particolare per il tumore dell’ovaio, la diagnosi arriva nella maggior parte dei casi quando la malattia si è già diffusa fuori dalla sua sede d’origine. Considerando che circa il 10-20% di queste neoplasie sono riconducibili alla presenza di mutazioni ereditarie a carico dei geni BRCA1 e BRCA2, diventa fondamentale agire d’anticipo diagnosticando la familiarità di questi tumori attraverso i test genetici. Esistono oggi protocolli di screening personalizzati per le persone affette dalle mutazioni genetiche BRCA 1 e 2 che consentono di anticipare notevolmente la diagnosi migliorando significativamente le possibilità terapeutiche – spiega Domenico Corsi, Direttore Oncologia. Ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli Isola Tiberina. La regione Lazio sta progressivamente creando la propria rete oncologica allo scopo di concentrare l’assistenza dei pazienti con patologie complesse, quali tumori femminili, in centri di eccellenza ad alta specializzazione, in modo da garantire a tutte le pazienti la migliore offerta terapeutica assistenziale e la continuità del trattamento.

“Siamo lieti di partecipare a questa iniziativa che, in linea con l’impegno della Regione Lazio, pone l’accento sull’importanza di identificare e adottare percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali che permettano il superamento di modelli di assistenza frammentari e disomogenei sul territorio in favore di una appropriata presa in carico delle donne affette da tumori al seno e all’ovaio e dei loro familiari – conclude Rodolfo Lena, Consigliere, già Presidente VII Commissione Consiliare sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare, Regione Lazio.

I TEST BRCA

I test BRCA rappresentano un prezioso strumento per identificare la presenza di eventuali situazioni di alto rischio genetico nelle pazienti con tumore della mammella o dell’ovaio e in donne sane giovani. Tali test dovrebbero dunque essere un’opportunità garantita a tutte le donne che ne potrebbero beneficiare al fine sia di individuare le terapie personalizzate più appropriate e dunque più efficaci nel caso di carcinoma mammario e/o ovarico già diagnosticato, sia di far adottare le opportune misure di prevenzione nelle donne sane che risultassero BRCA-mutate. Una maggiore diffusione di tali test rappresenterebbe anche uno strumento molto efficace per ridurre l’incidenza dei tumori femminili.

Il test BRCA può essere eseguito con due modalità: la prima consiste in un semplice prelievo di sangue, la seconda modalità è l’analisi del tessuto tumorale.

 

Salute Donna

“Salute Donna Onlus” è un’associazione di volontariato nata nel 1995 su iniziativa della presidente Anna Mancuso, che pochi anni prima aveva vissuto l’esperienza del tumore al seno. L’associazione è nata all’interno dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e ancora oggi vi collabora.

È presente con sezioni in numerose regioni, fornisce servizi ambulatoriali con visite ed esami diagnostici, promuove campagne di sensibilizzazione sulla prevenzione del tumore, organizza incontri e corsi sulla corretta alimentazione e sugli stili di vita sani, offre servizi di Caf e Patronato per il disbrigo di pratiche burocratiche.

“Salute Donna Onlus” organizza per le donne in terapia incontri di sostegno psicologico (il Progetto Moira all’interno dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano), di arteterapia e di makeup. Inoltre sovvenziona borse di studio e finanzia l’acquisto di macchinari medici.

A livello nazionale dal 2014 è promotrice e capofila del progetto “La Salute: un bene da difendere un diritto da promuovere”, sottoscritta con altre associazioni di pazienti e appoggiata da onorevoli e parlamentari di tutti gli schieramenti politici.

Infine nel 2015 è nata l’anima maschile dell’associazione: “Salute Uomo” che segue le orme di “Salute Donna onlus” nella prevenzione e nell’assistenza degli uomini con patologie oncologiche.

 

 




L’Aquila, donato all’ospedale San Salvatore il caschetto al led

L’AQUILA – Si è svolta nei giorni scorsi al Centro di Senologia dell’Ospedale San Salvatore dell’Aquila, la consegna e la messa in funzione di un caschetto a Led di ultima generazione. Il macchinario, del valore di 5 mila euro, è stato donato all’ospedale aquilano dall’associazione Nomadi fans club “Un giorno insieme” e dall’Associazione Premio Augusto Daolio di Sulmona, attraverso i proventi raccolti nel corso dei concerti e delle iniziative di solidarietà che si sono svolte nel 2017. Alla cerimonia di consegna del macchinario erano presenti, tra gli altri, il Direttore del Centro di Senologia Alberto Bafile, il Presidente del Nomadi Fans Club “Un giorno insieme” di Sulmona, Vincenzo Bisestile, per il Gruppo TeatroXCaso, Ileana Pagani e tutti i medici del reparto di senologia dell’ospedale.

“Un’attrezzatura da sala operatoria molto importante”, ha commentato il dott. Alberto Basile nel corso della cerimonia di consegna

“E’ un apparecchio nuovissimo, in dotazione in pochissimi centri, e che serve per l’illuminazione durante gli interventi in sala operatoria. Ai non esperti può sembrare una cosa banale, ma in realtà questo casco consente di avere una luce molto precisa che dettaglia moltissimo i particolari anatomici. Questo consente di fare le operazioni chirurgiche in maggior sicurezza e semplicità”.

Il caschetto, che sarà in dotazione della sala operatoria dell’Ospedale San Salvatore. Si tratta di uno speciale “caschetto” che consente di localizzare

“E’ stato per noi un onore”, ha dichiarato il presidente del Nomadi fans club “Un giorno insieme”, Vincenzo Bisestile, “contribuire all’acquisto di questo importante macchinario per il Centro di Senologia del dott. Alberto Bafile. Questa iniziativa prosegue il nostro impegno nella solidarietà attraverso la musica. Il nostro sentito ringraziamento va a chi ha contribuito e ha ospitato le diverse manifestazioni. Un ringraziamento va al comitato San Lorenzo di Scanno, alla Pro loco di Capestrano, al comune di Sulmona, alla confraternita San Carlo di Pacentro, a Teatroxcaso, all’associazione Amici della Dottrina Cristiana di Sulmona e a tutta la cittadinanza dell’Aquila”. In particolare il gruppo Teatroxcaso e l’Associazione Amici della Dottrina Cristiana hanno realizzato lo spettacolo “Un maledetto imbroglio”, portato in scena sia a Sulmona e all’Aquila.




Palermo, Ospedale Civico. Appalto di oltre 6 milioni e mezzo per una informatizzazione 2.0 a passo con il futuro.

PALERMO – L’Ospedale Civico del capoluogo siciliano si allinea, come le grandi strutture europee, alla necessaria informatizzazione su vasta scala che renderà la struttura al passo con i tempi. Frutto di questo aggiornamento del nuovo sistema è un appalto di oltre 6 milioni di euro che consentirà a tutte le attività interne di essere digitalizzate e gestite in moto automatico a vantaggio assoluto dei cittadini che potranno cosi prenotare esami e visite direttamente online, pagare ticket e ricevere i referti sulle piattaforme private come pc, tablet e smartphone. Previste anche cartelle elettroniche dei dati relativi agli interventi, alle terapie e a tutti gli aggiornamenti completi del paziente. Introdotta anche la firma digitale per il medico prevista a beneficio di una celere vidimazione dei referti che finalmente porranno fine agli estenuanti andirivieni dei fogli firmati, vere e proprie odissee dei pazienti o dei familiari. Previsto anche un nuovo portale con informazioni dettagliate per i pazienti e uno per i fornitori in modo da scongiurare il piu possibile eventuali mancanze di forniture ospedaliere. Una direzione importante verso una modernizzazione che a pieno merito consentirà all’Ospedale Civico di essere protagonista di una vera e propria rivoluzione digitale limitando al massimo l’uso della carta e offrendo ai pazienti un servizio efficiente ed efficace al passo con i tempi. La base d’asta inziale dell’intera operazione per i primi 9 anni di applicazione si aggirava intorno a 8,6 milioni di euro per fornitura, assistenza e manutenzione ma è stata infine accettata con un relativo ribasso fino a 6,7 milioni. Entro l’anno tutto il sistema informatico verrà istallato e potrà essere operativo.

Grande soddisfazione ed orgoglio nelle parole del manager dell’Ospedale Civico Giovanni Migliore

“Il nuovo sistema informativo integrato – ha detto Migliore – consente ai professionisti la condivisione delle informazioni cliniche ed offre strumenti per l’ottimizzazione degli investimenti e il monitoraggio delle attività. E’ la prima azienda ospedaliera pubblica a diventare realmente 2.0 avvicinandosi ai pazienti grazie a tecnologie ICT entrando cosi nel mondo della cosiddetta smart health. Siamo molto soddisfatti per aver raggiunto un obiettivo atteso da molti anni”.

Paolino Canzoneri




Pericolo onde elettromagnetiche: La Francia verso il divieto di uso cellulari e smartphone nelle scuole

La Francia potrebbe mettere presto al bando cellulari e smartphone dalle scuole di ogni ordine e grado. L’Assemblea Nazionale infatti oggi ha approvato la proposta di legge presentata da ‘En Marche’, il partito di Emmanuel Macron, che prevede che, salvo luoghi e condizioni speciali, a partire dal prossimo settembre sia vietato l’utilizzo dei telefonini da parte degli studenti di tutte le scuole del Paese.

La legge, che ora dovrà essere approvata al Senato, intende inviare un segnale alla società, ha affermato il ministro dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer

La misura, che Macron aveva promesso durante la campagna elettorale, è destinata ad avere un effetto su tutte le famiglie francesi, dal momento che, secondo dati relativi al 2016 riportati dal sito di Le Figaro, il 93% dei ragazzi tra i 12 ed i 17 anni hanno un telefono portatile. Oltre, ad un problema di natura sociologica i telefonini e strumenti che emettono onde elettromagnetiche, come wi-fi sono considerati da molti come dannosi per la salute. Ma, come spesso capita per interessi economici e qualche volta per una eccessiva superficialità delle persone viene sottovaluto questo probabile pericolo.

Doveroso ricordare un recentissimo studio pubblicato sul nostro giornale:

L’incidenza dei tumori cerebrali maligni e aggressivi in Inghilterra è più che raddoppiata negli ultimi 10 anni: il tasso di casi di glioblastoma è salito da 2,4 a 5 ogni 100.000 persone tra il 1995 e il 2015, secondo uno studio pubblicato sul ‘Journal of Environmental and Public Health’. E se i dati analizzati nella ricerca riflettono solo le statistiche e non fanno luce sul perché queste tendenze potrebbero essersi verificate, i ricercatori indicano alcuni possibili fattori che potrebbero aver avuto un ruolo: fra questi, l’uso del telefono cellulare. Confrontando i casi registrati nel 2015 con quelli del 1995, i ricercatori hanno scoperto che ci sono stati in media 1.548 tumori aggressivi in più ogni anno.

La ricerca italiana sul pericolo tumorale dovuto da esposizione a radiofrequenza

Qualche mese fa anche una ricerca italiana aveva puntato il dito sull’aumento di tumori dovuto all’esposizione alle radiazioni a radiofrequenza, emesse da ripetitori della telefonia mobile e a quelle, più dirette sull’organismo, emesse dai cellulari. Anche la ricerca di qualche settimana fa dell’Istituto Ramazzini di Bologna, attraverso il Centro di ricerca sul cancro ‘Cesare Maltoni’ , parla chiaro: l’aumento delle patologie oncologiche è di circa l’1,4%, sia per i ripetitori che per i cellulari. Una crescita contenuta, ma se si pensa al numero di persone esposte, il numero di individui che rischiano di ammalarsi è elevato. Da qui gli appelli dei ricercatori. Da una parte all’industria “perché, per quanto riguarda i telefonini, investa non solo nel miglioramento della tecnologia, ma anche in strumenti di salvaguardia. Per esempio: gli auricolari, riconosciuti come strumento per ridurre l’impatto delle emissioni sull’organismo dell’utilizzatore, potrebbero essere migliorati. Oggi li ritroviamo con i fili ingarbugliati nella borse e nelle tasche, inutilizzabili. Renderli di più facile uso sarebbe un passo avanti”. Adesso tocca agli altri paesi!

Marco Staffiero