Malattie da cattiva alimentazione, tumore gastrico: quasi 13mila nuovi casi ogni anno in Italia

Il rispetto per il proprio corpo parte da una sana alimentazione. Il cibo viene usato come cura, ma se questo non è nutriente, equilibrato, senza troppi grassi e biologico, può farci ammalare. Sono quasi 13 mila nuovi i casi ogni anno in Italia di tumore allo stomaco, compresi anche quelli della giunzione del cardias, tanto che questa patologia rappresenta l’ottava neoplasia più diffusa nell’uomo e la sesta nella donna, con una prevalenza complessiva di circa il 5% di tutti i tumori. L’alimentazione, associata a sovrappeso e obesità, è il primo fattore che ‘nutre’ lo sviluppo della malattia, insieme all’infezione cronica da Helicobacter.

Se ne discute a Napoli al 3° Convegno nazionale “Tumore gastrico, una sfida da vincere insieme

“Il tumore allo stomaco – dichiara Antonio Avallone, direttore dell’Oncologia Medica Addominale dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS, Fondazione Pascale di Napoli – ha una diffusione più elevata al Nord (con circa 34 nuovi casi per 100 mila abitanti fra gli uomini, e 18 nelle donne), aumentata del 10% al Centro (con 40 casi per 100 mila abitanti e 20 per le donne) e più ridotta al Sud, con 25 casi per 100 mila abitanti per gli uomini e 13 per le donne. Variabilità spiegabile con la tipologia di dieta, con più frutta e verdura fresche al Sud. Oggi, grazie alla migliorata qualità dell’alimentazione, si sta assistendo a una progressiva riduzione, in media del 3% annuo, per il tumore allo stomaco, non ancora per quello del cardias, presente soprattutto in persone in sovrappeso e obese”.

Non sono pochi i medici e non solo, che sostengono una alimentazione vegetariana oggi, riconoscono i danni operati sull’organismo da un regime carnico. E i motivi per promuoverla sono di natura molto varia. Etici, ecologici e salutistici. Non sarà un caso se i mistici di tutte le religioni, a partire dalle monache e dai monaci, cattolici e ortodossi, passando per i sufi dell’islam e i cabalisti dell’ebraismo, per non parlare degli indiani e degli orientali in generale, hanno scelto un regime vegetariano, e talvolta vegano. Per la riparazione e lo sviluppo del corpo sono necessari i seguenti quattro elementi: proteine o cibo ricco di azoto, carboidrati, grassi e minerali. Questi elementi sono presenti in proporzioni maggiori nei vegetali che nei tessuti animali. Nella dieta, le fonti più importanti di vitamine sono costituite dalle verdure. Tutte le proprietà nutritive si trovano nel mondo vegetale. Ferro, proteine, carboidrati, vitamine ecc. Oltre agli effetti dannosi della carne sul corpo umano bisogna considerare le obiezioni etiche suscitate dalle uccisioni di animali innocenti. Gli animali sanno istintivamente quando sono destinati al macello; sebbene siano muti, i loro occhi umidi chiedono grazia per la crudeltà che l’uomo sta per infliggere loro.

Marco Staffiero




Albano Laziale, Centro Psicologia Castelli Romani: consigli e indicazioni per prevenire i problemi di voce

A cura della Logopedista Chiara Marianecci

ALBANO LAZIALE (RM) – Per molte persone, dall’età evolutiva a quella adulta, abbassamenti e problematicità legate alla voce sono molto frequenti.
Estremamente comuni sono le disfonie che si sviluppano per ragioni professionali: insegnanti primi fra tutti, istruttori sportivi, cantanti, attori e tutti coloro che per ragioni di lavoro si trovano ad usare e spesso “abusare” della loro voce, per molte ore al giorno.

Se questo utilizzo non viene fatto nel modo corretto, con una buona coordinazione pneumofonica, (quindi di respirazione durante la fonazione), con posture corporee adeguate, con una corretta articolazione etc, si rischia di riscontrare il “sintomo”: quindi abbassamenti di
voce, casi di afonia, sensazione di “corpo estraneo” in gola, variazioni di voce che diviene più “rauca”, velata, “sporca”, affaticamento durante performance vocali prolungate.

In alcuni casi tutto ciò sfocia anche in un disagio emotivo perché impatta sulla comunicazione con l’altro, sia in ambito professionale che
personale.
Quando si presentano questi aspetti e per molto tempo è opportuno effettuare una valutazione otorinolaringoiatrica e foniatrica, che con ulteriori esami aggiuntivi può verificare l’effettiva presenza di disfonia, definirne le caratteristiche e prescrivere se necessario terapia logopedica. Il trattamento logopedico, dopo un’attenta valutazione, mira alla riabilitazione della corretta fonazione.
Quando si effettua un percorso di terapia logopedica o anche solo a scopo preventivo, è possibile seguire dei comportamenti corretti, delle norme di igiene vocale:

Idratare

– bere frequentemente sorsi d’acqua a temperatura ambiente (ogni 30/40
minuti)
– mantenere un adeguato livello di umidificazione dell’aria

– è possibile la sera mettere delle garze inumidite con camomilla romana
davanti al naso ed inspirare

Evitare sbalzi di temperatura

Quando si parla al telefono o in qualsiasi frangente cercare di parlare mantenendo una postura dritta e non troppo alterata
evitare di fare “vocine”, di bisbigliare, urlare o parlare a distanza o per molto tempo al telefono

Evitare di mangiare, soprattutto di sera, cibi con elevato livello di acidità o eccessivamente abbondanti o difficili da digerire, evitare alcolici o bibite gassate: ciò potrebbe accrescere il rischio di reflusso, che risulta essere un aggravante deleterio.

Evitare performance vocali troppo prolungate e sfruttare eventualmente strumenti compensativi come, ad esempio, il microfono. Trovare dei
momenti di pausa fonatoria.

Logopedista Chiara Marianecci
3497296063




Albano Laziale, Centro Psicologia Castelli Romani: dipendenza da internet, videogames e smartphone. Come intervenire?

A cura della Dott.ssa Francesca Bertucci

Nell’epoca della comunicazione mediata dalla tecnica ci si interroga ancora sulle nuove dipendenze che caratterizzano gli adolescenti di oggi, dipendenze che sono in aumento, destando un notevole allarme sociale.

E’ sotto gli occhi di tutti come lo sviluppo esponenziale delle nuove tecnologie abbia notevolmente contribuito a trasformare le forme di comunicazione all’interno della società e a modificare stili di vita e modelli comportamentali in tempo rapido.

Si chiamano “web kids” e rappresentano il popolo degli under 18 che naviga spedito su internet, chatta on-line con la stessa naturalezza con cui le precedenti generazioni usavano il telefono, privilegia l’e-mail e gli sms come principale mezzo di comunicazione.

Il web ha cambiato non solo il modo di comunicare ma anche il linguaggio

Come il web ha cambiato il modo di socializzare, gli sms hanno cambiato la comunicazione degli affetti tra i giovani. Inoltre, il linguaggio
privilegiato è quello di sintesi, che da una parte, va dritto al sodo, dando vita ad un discorso lineare e concreto, dall’altra, c’è il rischio che si taglino le gambe ai sentimenti ed alle emozioni.

Quali sono i bisogni che la rete soddisfa?
• Sicurezza: i rapporti con gli amici nel gruppo permettono di trovare alleati nei confronti degli adulti
e delle loro ingerenze;
• Socializzazione: il gruppo offre la possibilità di non sentirsi soli e di trovare qualcuno con cui
confidarsi in un clima non valutativo e accettante.
• Spontaneità: il gruppo fornisce uno spazio in cui riesce ad essere se stesso anche nei suoi aspetti
negativi, poiché l’altro vive la stessa condizione di disagio.
• Specchio: il gruppo permette di vedere le proprie reazioni nelle azioni degli altri. Il comportamento
dell’altro è un modello con il quale confrontarsi.
• Selettività: il sentirsi appartenente ad un gruppo permette di differenziarsi rispetto sia agli altri
coetanei sia agli adulti.
• Transazione: il gruppo permette un graduale passaggio dallo stato di subordinazione verso gli adulti
alla parità.
Internet riflette la necessità dei giovani di uscire dai vincoli del gruppo tradizionale per approdare ad una sorta di cyber-comitiva che può riunire centinaia di elementi di ambo i sessi e di tutte le provenienze socio-culturali e geografiche. I social networks inoltre, danno voce a tendenze ambivalenti della personalità, l’immagine di sé comprende aspetti realistici e idealizzati che convivono senza conflitto; si oscilla tra realtà e finzione tra le diverse modalità di pensiero come in un gioco che consente la simulazione.

Quali sono i rischi che si corrono con un utilizzo non controllato di internet e dei videogiochi?
A farne le spese è sia la scuola che il gioco tradizionale. Attualmente quest’ultimo, è stato quasi del tutto sostituito dal videogioco, che lascia poco spazio alla creatività individuale, comportando anche la rottura della rete di relazioni interpersonali, in quanto è una forma di gioco consumata in solitudine, che implica una sfida tra l’individuo e la macchina. I bambini e i ragazzi possono incorrere in difficoltà scolastiche
dovute al poco tempo dedicato allo studio e alla scarsa concentrazione, perché distratti dal desiderio di giocare.

Quando si diventa dipendenti?
Ci sono delle situazioni in cui si è più predisposti a sviluppare tale dipendenza. Quando si attraversa un momento di difficoltà, il computer, i video-games, i cellulari riducono notevolmente lo stato di disagio, l’ansia e la solitudine, offrendo opportunità di svago e alleggerimento della mente. Altri elementi predittivi individuali, possono essere impulsività, ricerca di sensazioni (disinibizione e sensibilità alla noia)e bassa
stabilità emotiva. Infine, ma non meno importante, inadeguato sostegno e monitoraggio da parte dei genitori, scarsa qualità relazionale con i pari e isolamento sociale.

Cosa possono provocare le nuove dipendenze?
Le dipendenze da prodotti tecnologici condividono con quella da sostanze alcune caratteristiche: l’attività domina i pensieri e assume un valore primario tra tutti gli interessi; nell’uso dello strumento si prova un aumento d’eccitazione o maggiore rilassatezza; è necessario aumentare il tempo d’uso per avere l’effetto desiderato; malessere psichico e/o fisico che si manifesta quando s’interrompe o si riduce l’utilizzo degli strumenti; si creano tensioni e liti tra chi utilizza gli strumenti e le persone che sono vicine, ma la persona che ne fa uso è in conflitto anche con se stessa, a causa del comportamento dipendente; tendenza a ricominciare l’attività dopo averla interrotta. Molti sono i disturbi correlati: dell’umore, d’ansia, del controllo degli Impulsi, di personalità, problemi di autostima, disturbi del sonno, mal di schiena, mal di testa, sindrome del tunnel carpale, stanchezza degli occhi, irregolarità nell’alimentazione, alterazione dello stato di coscienza.

Come intervenire?
È importante rinforzare le strutture interne, aumentando l’autostima, sollecitando l’impegno in attività alternative più sane e la costruzione di una relazione di qualità con i pari. Inoltre, è importantissima la presenza e il sostegno da parte dei genitori che devono essere disponibili ad ascoltare e condividere i problemi dei propri figli.

Nei casi più problematici è importante intervenire con un sostegno psicologico sia per l’individuo, sia per la famiglia che si trova a fronteggiare il disagio.

Centro psicologia Castelli Romani-Dott.ssa Francesca Bertucci
Psicologa-Psicodiagnosta dell’età evolutiva-Mediatore familiare
Cell 3345909764-dott.francescabertucci@cpcr.it
www.psicologafrancescabertucci.com
piazza Pia 21 00041 ALBANO LAZIALE




Salute: i ricchi non vivono molto più dei poveri

Non è una questione di lotta di classe, quando è arrivata l’ora di andare in cielo. Non è vero, come si tende a pensare, che i ricchi vivano molto più dei poveri.

Sfatiamo il mito

A sfatare il falso mito ci ha pensato uno studio dell’università di Copenhagen pubblicato dalla rivista Pnas, secondo cui la differenza di longevità è di circa due anni e mezzo.

Gli autori hanno analizzato l’aspettativa di vita a 40 anni e le entrate dell’intera popolazione danese tra il 1983 e il 2013, applicando, a differenza di altri studi simili, un algoritmo che tiene conto della possibilità di cambiamento di status durante la vita, con i ricchi che diventano poveri e viceversa.

L’ aspettativa per l’uomo e la donna

Con questo accorgimento l’aspettativa per un uomo di 40 anni è risultata 77,6 anni se nel gruppo a più alto reddito, e di 75,2 in quello a più basso. Per le donne la differenza è risultata ancora minore, 2,2 anni. Studi precedenti, rilevano gli autori, hanno trovato differenze quasi doppie, ma senza tenere conto della ‘mobilità’. “Lo studio – scrivono gli autori – ha anche dimostrato che negli ultimi 30 anni la differenza è aumentata, nonostante la Danimarca sia famosa per un ottimo sistema di welfare, che in teoria maschera le differenze di ceto”.

La Danimarca

Ovviamente, lo studio è stato effettuato in un paese come la Danimarca, molto differente rispetto ad un paese come il nostro. Ad esempio la mancanza di denaro per ricorrere a delle strutture private può far la differenza. Nel Bel Paese, per effettuare alcune visite o analisi, le liste di attesa posso arrivate anche ad otto mesi.

Non dimentichiamo poi la situazione specifica dell’Italia, dove per mancanza di una adeguata attenzione verso una politica ambientale, verso un’attenta alimentazione ecc. ci troviamo a vivere un aumento indescrivibile di tumori, che non guarda al conto corrente.

I numeri

Basti pensare, che sono 373.300 i nuovi casi di tumore stimati in Italia nel 2018, in aumento di 4.300 diagnosi rispetto al 2017, secondo il censimento ufficiale dell’Associazione italiana oncologia medica (Aiom), dell’Associazione italiana registri tumori (Airtum), di Fondazione Aiom e di Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia), raccolti nel volume ‘I numeri del cancro in Italia’.

La Sanità

Il dramma della sanità ci mette del suo: secondo la Società Italiana di Medicina Interna su 20 milioni di pazienti che arrivano ogni anno in pronto soccorso, ben 3 milioni tornano poco dopo in ospedale perché visitati ‘a pezzetti’, ovvero di volta in volta dal cardiologo o dal neurologo o dal diabetologo, ma non curati con il necessario sguardo d’insieme.

Le malattie croniche non trasmissibili, come patologie cardiovascolari, tumori e diabete, sono la nuova emergenza sanitaria: in Italia sono responsabili del 92% dei decessi e sempre più spesso riguardano anche i più giovani. A fronte di questo, manca la capacità di seguire i pazienti in maniera strutturata, individuando priorità di intervento senza perdere di vista la complessità del caso.

Marco Staffiero




Sigarette elettroniche, gli studiosi della Duke university lanciano l’allame: durante lo svapo si forma sostanza chimica che può portare asma ed enfisema

Rimanere in salute rimane sempre più difficile. Non basta tutto l’inquinamento che ci circonda, il singolo individuo ci mette del suo. Durante lo ‘svapo’ delle sigarette elettroniche ai vari gusti, viene creata una nuova sostanza chimica, fino ad oggi non ancora classificata nel dettaglio e che non compare tra gli ingredienti delle e-cig.

Ma il composto, irrita le vie respiratorie, creando possibili rischi alla salute

A scoprirla sono stati studiosi della Duke university, che hanno individuato la ‘formazione’ del nuovo composto dai solventi e dei gusti vari, usati nelle e-cig: Sven Jordt, professore di farmacologia e uno degli autori dello studio pubblicato su “Nicotine and Tobacco Research”, ha osservato: “I consumatori non hanno la più pallida idea a cosa si espongano quando svapano.

Anche nel caso in cui sulle e-cig siano scritti i presunti ingredienti. Questo non appare”. “La nuova sostanza chimica identificata – ha spiegato – va ad irritare le terminazioni nervose della gola, crea infiammazione cronica e ciò può portare ad asma e enfisema”.

Le sigarette elettroniche – ricorda lo studio – funzionano riscaldando un liquido chiamato ‘e-juice’, composto di sapori vari, propilene di glicolo, glicerina e spesso nicotina. Tutte ciò viene quindi scaldato e vaporizzato. Proprio nel processo di vaporizzazione si forma il composto chiamato ‘acetale di aldeide PG’. E’ questa la sostanza che raggiunge le vie respiratorie. Ma proprio perche’ il composto non è tra gli ingredienti basilari, ma si forma durante la vaporizzazione, non si menziona la sua presenza.

Un’anno fa, una ricerca scientifica sulle sigarette elettroniche dell’Università del Connecticut aveva creato un polverone di polemiche in rete. Secondo lo studio dei ricercatori americani, le cosiddette e-cig sarebbero dannose quanto quelle contenenti tabacco, ovvero le normali sigarette. Ma c’è di più. Sempre stando al recente studio condotto dall’università statunitense, il vapore rilasciato causerebbe maggiori danni al Dna delle persone che vi entrano a contatto, rispetto alle sigarette col tabacco.

Marco Staffiero




Sanità, pm Milano: una denuncia al giorno, carico insensato di fascicoli

MILANO – “Noi abbiamo avuto fra lesioni e omicidi colposi da colpa medica 300 fascicoli iscritti in un anno nel 2017, in pratica ogni giorno viene intentata una causa penale a carico di un medico”. E’ il dato fornito in un convegno al Palagiustizia di Milano dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, a capo del pool milanese ‘ambiente, salute e lavoro’ e che ha definito una “patologia” questi numeri, ossia il fatto che ci sia “una denuncia al giorno” a carico dei medici, anche perché “molte di queste denunce finiscono poi in archiviazione”.
Siciliano, che “da circa 30 anni” si occupa di colpe mediche e che ha seguito l’inchiesta sulla clinica Santa Rita di Milano, ha spiegato anche che “noi ci rendiamo conto che alcune di queste cause sono solo strumentali, per accorciare i tempi dei risarcimenti civili e perché il penale muove le coscienze”. Per il procuratore aggiunto, però, “noi non ci possiamo permettere questo carico insensato” di fascicoli e “anche la classe forense una piccola responsabilità ce l’ha”




Sclerosi multipla, arriva Ocrelizumab: la terapia rivoluzionaria

Buone notizie nella terapia della sclerosi multipla. Ocrelizumab, una nuova soluzione terapeutica per il trattamento della malattia, è ora disponibile in Italia a carico del Ssn: la molecola ha infatti ricevuto l’approvazione di Aifa per la rimborsabilità in fascia H ed è erogabile solo in ambito ospedaliero, come pubblicato in Gazzetta Ufficiale. “L’utilizzo in Italia di ocrelizumab – sottolinea Roche in una nota – è possibile grazie a un lungo percorso di studi e di sperimentazioni che ne hanno dimostrato il potenziale terapeutico e a una serie di approvazioni da parte delle autorità regolatorie in ambito sanitario, da ultima, quella della European Medicines Agency nel gennaio scorso, che ne hanno riconosciuto i benefici per la comunità delle persone con sclerosi multipla”.

In Italia sono quasi 118.000 le persone con sclerosi multipla e ogni anno si registrano 3.400 nuove diagnosi, quasi una ogni tre ore, che nella maggior parte dei casi colpiscono giovani tra i 20 e i 40 anni con una frequenza oltre due volte superiore nelle donne. La patologia può manifestarsi in diverse forme, principalmente quella a ricadute e remissioni e quella progressiva, rispettivamente nell’85% e nel 15% dei casi. Implica complicazioni fisiche che nell’80% dei casi portano a forme anche gravi di disabilità, che impattano in maniera rilevante sulla vita e sulla quotidianità delle persone colpite da sclerosi multipla: 1 persona su 2 evidenzia che i sintomi le hanno impedito di svolgere il lavoro per cui era qualificata o che avrebbe voluto svolgere, un paziente su 3 dichiara di essere stato costretto a lasciare il lavoro a causa della patologia, uno su 5 ha difficoltà a integrarsi e a vivere nella società.

I dati sull’efficacia e sulla sicurezza a lungo termine di ocrelizumab sono coerenti con il suo profilo beneficio-rischio favorevole sia per la sclerosi multipla recidivante che per la forma primariamente progressiva, continua la nota. Il farmaco “viene così a costituire la prima soluzione terapeutica che, coniugando all’elevata efficacia un profilo di sicurezza favorevole, può essere impiegata fin dalle fasi precoci della patologia”. Da un’analisi condotta sul periodo di estensione in aperto degli studi, inoltre, è emerso che quattro anni di trattamento continuo con ocrelizumab hanno comportato nella Sm recidivante una riduzione sostenuta dell’attività di malattia sottostante.

Una riduzione osservata anche nei pazienti che sono stati trattati con ocrelizumab per due anni, a seguito di un precedente trattamento di due anni con interferone. Nelle persone con sclerosi multipla primariamente progressiva, continua Roche, ocrelizumab può ritardare di sette anni l’insorgenza della necessità di impiegare la sedia a rotelle. “Si tratta di una vera rivoluzione copernicana: questo è un giorno che resterà nella storia della sclerosi multipla – spiega Giancarlo Comi, direttore del Dipartimento di Neurologia e dell’Istituto di Neurologia Sperimentale, Università ‘Vita-Salute San Raffaele’ di Milano – Ocrelizumab ha la peculiarità unica di attaccare un tipo specifico di linfociti B, ovvero quelli che esprimono il recettore CD20. Queste cellule svolgono un ruolo chiave nell’aggressione che il sistema immunitario scatena contro le cellule nervose e la guaina mielinica che le ricopre, causa dei sintomi che si associano alla sclerosi multipla”.

“Spesso il medico si trova ancora oggi a dover effettuare una scelta tra efficacia e sicurezza del trattamento, poiché i farmaci potenti rischiano di essere poco sicuri – spiega Carlo Pozzilli, ordinario di Neurologia presso l’Università di Roma Sapienza e direttore del centro sclerosi multipla dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma – Il profilo di sicurezza favorevole di ocrelizumab ne consente l’utilizzo fin dalle fasi precoci della malattia, soprattutto nelle forme recidivanti, di maggiore impatto e ancora prive di una soluzione terapeutica in grado di coniugare efficacia e sicurezza. Questo farmaco inoltre viene somministrato per infusione endovenosa ogni sei mesi e non prevede la conduzione di analisi di routine tra i dosaggi. Questi aspetti ne confermano la sua grande semplicità di impiego: è un passo avanti straordinario rispetto agli approcci orali quotidiani e alle infusioni a cadenza mensile attualmente disponibili”.

“Siamo davvero orgogliosi – dichiara Maurizio de Cicco, presidente e amministratore delegato di Roche Italia – di poter introdurre in Italia un trattamento che sarà un’arma importante per tante persone che conducono quotidianamente la propria personale battaglia contro la sclerosi multipla, anche per chi ad oggi non aveva a disposizione una cura riconosciuta dalle autorità regolatorie”.




Albano Laziale, Centro Psicologia Castelli Romani: come intervenire contro la dipendenza da internet, videogames e smartphone

A cura della Dott.ssa Francesca Bertucci

ALBANO LAZIALE (RM) – Nell’epoca della comunicazione mediata dalla tecnica ci si interroga ancora sulle nuove dipendenze che caratterizzano gli adolescenti di oggi, dipendenze che sono in aumento, destando un notevole allarme sociale. E’ sotto gli occhi di tutti come lo sviluppo esponenziale delle nuove tecnologie abbia notevolmente contribuito a trasformare le forme di comunicazione all’interno della società e a modificare stili di vita e modelli comportamentali in tempo rapido.

Si chiamano “web kids” e rappresentano il popolo degli under 18 che naviga spedito su internet, chatta on-line con la stessa naturalezza con cui le precedenti generazioni usavano il telefono, privilegia l’e-mail e gli sms come principale mezzo di comunicazione. Il web ha cambiato non solo il modo di comunicare ma anche il linguaggio.

Come il web ha cambiato il modo di socializzare, gli sms hanno cambiato la comunicazione degli affetti tra i giovani. Inoltre, il linguaggio privilegiato è quello di sintesi, che da una parte, va dritto al sodo, dando vita ad un discorso lineare e concreto, dall’altra, c’è il rischio che si taglino le gambe ai sentimenti ed alle emozioni.

Quali sono i bisogni che la rete soddisfa?
• Sicurezza: i rapporti con gli amici nel gruppo permettono di trovare alleati nei confronti degli adulti e delle loro ingerenze;
• Socializzazione: il gruppo offre la possibilità di non sentirsi soli e di trovare qualcuno con cui confidarsi in un clima non valutativo e accettante.
• Spontaneità: il gruppo fornisce uno spazio in cui riesce ad essere se stesso anche nei suoi aspetti negativi, poiché l’altro vive la stessa condizione di disagio.
• Specchio: il gruppo permette di vedere le proprie reazioni nelle azioni degli altri. Il comportamento dell’altro è un modello con il quale confrontarsi.
• Selettività: il sentirsi appartenente ad un gruppo permette di differenziarsi rispetto sia agli altri coetanei sia agli adulti.
• Transazione: il gruppo permette un graduale passaggio dallo stato di subordinazione verso gli adulti
alla parità.
Internet riflette la necessità dei giovani di uscire dai vincoli del gruppo tradizionale per approdare ad una sorta di cyber-comitiva che può riunire centinaia di elementi di ambo i sessi e di tutte le provenienze socio – culturali e geografiche. I social networks inoltre, danno voce a tendenze ambivalenti della personalità, l’immagine di sé comprende aspetti realistici e idealizzati che convivono senza conflitto; si oscilla tra realtà e finzione tra le diverse modalità di pensiero come in un gioco che consente la simulazione.

Quali sono i rischi che si corrono con un utilizzo non controllato di internet e dei videogiochi?
A farne le spese è sia la scuola che il gioco tradizionale. Attualmente quest’ultimo, è stato quasi del tutto sostituito dal videogioco, che lascia poco spazio alla creatività individuale, comportando anche la rottura della rete di relazioni interpersonali, in quanto è una forma di gioco consumata in solitudine, che implica una sfida tra l’individuo e la macchina. I bambini e i ragazzi possono incorrere in difficoltà scolastiche
dovute al poco tempo dedicato allo studio e alla scarsa concentrazione, perché distratti dal desiderio di giocare.

Quando si diventa dipendenti?
Ci sono delle situazioni in cui si è più predisposti a sviluppare tale dipendenza. Quando si attraversa un momento di difficoltà, il computer, i video-games, i cellulari riducono notevolmente lo stato di disagio, l’ansia e la solitudine, offrendo opportunità di svago e alleggerimento della mente. Altri elementi predittivi individuali, possono essere impulsività, ricerca di sensazioni (disinibizione e sensibilità alla noia)e bassa
stabilità emotiva. Infine, ma non meno importante, inadeguato sostegno e monitoraggio da parte dei genitori, scarsa qualità relazionale con i pari e isolamento sociale.
Cosa possono provocare le nuove dipendenze?
Le dipendenze da prodotti tecnologici condividono con quella da sostanze alcune caratteristiche: l’attività domina i pensieri e assume un valore primario tra tutti gli interessi; nell’uso dello strumento si prova un aumento d’eccitazione o maggiore rilassatezza; è necessario aumentare il tempo d’uso per avere l’effetto desiderato; malessere psichico e/o fisico che si manifesta quando s’interrompe o si riduce l’utilizzo degli strumenti; si creano tensioni e liti tra chi utilizza gli strumenti e le persone che sono vicine, ma la persona che ne fa uso è in conflitto anche con se stessa, a causa del comportamento dipendente; tendenza a ricominciare l’attività dopo averla interrotta. Molti sono i disturbi correlati: dell’Umore, d’Ansia, del Controllo degli Impulsi, di Personalità, problemi di autostima, disturbi del sonno, mal di schiena, mal di testa, sindrome del tunnel carpale, stanchezza degli occhi, irregolarità nell’alimentazione, alterazione dello stato di coscienza.

Come intervenire?
È importante rinforzare le strutture interne, aumentando l’autostima, sollecitando l’impegno in attività alternative più sane e la costruzione di una relazione di qualità con i pari. Inoltre, è importantissima la presenza e il sostegno da parte dei genitori che devono essere disponibili ad ascoltare e condividere i problemi dei propri figli. Nei casi più problematici è importante intervenire con un sostegno psicologico sia
per l’individuo, sia per la famiglia che si trova a fronteggiare il disagio.

Centro psicologia Castelli Romani-Dott.ssa Francesca Bertucci
Psicologa-Psicodiagnosta dell’età evolutiva-Mediatore familiare
Cell 3345909764-dott.francescabertucci@cpcr.it
www.psicologafrancescabertucci.com
piazza Pia 21 00041 ALBANO LAZIALE




Sperimentazione 5G e rischio cancro: 300 primi cittadini della conferenza dei sindaci degli Stati Uniti ricorrono al tribunale

Recepiti gli aggiornamenti della ricerca internazionale, nel 2019 l’Organizzazione Mondiale della Sanità potrebbe rivedere la classificazione degli agenti cancerogeni, inserendo l’elettrosmog in Classe 2A (cancerogeno probabile) se non addirittura in Classe 1 (cancerogeno certo). Significherebbe minare alla fondamenta la supposta innocuità delle radiofrequenze, onde non ionizzanti, con evidenti ripercussioni anche nella corsa contro il tempo ingaggiata in questi giorni dall’industria del 5G (al rialzo, prosegue l’asta miliardaria per gli ambiti lotti).

A breve, attesi in autunno, i risultati finali del Programma nazionale di tossicologia americano (NTP), la più grossa ricerca su cavie uomo-equivalenti mai condotta al mondo sugli effetti biologici delle irradiazioni da cellulari (3G-GSM, che si sappia: sul 5G non ci sono studi preliminari sul rischio salute!). Le evidenze, già negli esiti parziali di marzo, dicono: tumore e glioma maligni nel cervello, neurinomi del cuore! (notati pure cardiomiopatia e danni al tessuto cardiaco). Tutti questi dati sono racchiusi nel libro inchiesta, “Manuale di autodifesa per elettrosensibili” di Maurizio Martucci (Edizioni Terra Nuova). “Siamo al nesso tra cancerogenesi e tecnologia, dobbiamo fare molta attenzione ai prossimi passi”: forti di 147 studi recenti sul legame tra esposizione alle radiazioni a microonde e danni biologici, la coalizione statunitense Americans for Responsible Technology (52 gruppi statali e federali) ha poi chiesto alla Commissione federale per le comunicazioni di fermare il lancio (accelerato!) del 5G, mentre oltre 300 primi cittadini della Conferenza dei Sindaci degli Stati Uniti si spingeranno in tribunale pur di bloccare l’imposizione 5G, già rifiutata nelle città di San Anselmo, Ross, Mill Valley (California) e Palm Beach (Florida) per salvaguardare “la salute e la sicurezza della comunità”.

Mentre in Inghilterra c’è attesa per la sentenza sul maxi-risarcimento chiesto da Neil Whitfield (60enne britannico malato di cancro al cervello, stabilito il nesso telefonino=cancro può ricevere 1 milione di sterline da un colosso del wireless) nella sede comunale di Cracovia (Polonia) s’è svolto il 3 ° Forum internazionale “Protezione dell’ambiente dall’inquinamento elettromagnetico, limiti di sicurezza” a cui ha partecipato anche Fiorella Belpoggi, per l’Istituto Ramazzini (Bologna) direttrice della ricerca più autorevole (10 anni di studio) sugli effetti cancerogeni delle antenne di telefonia mobile: “siamo scienziati, il nostro ruolo è di produrre prove solide per la valutazione di pericoli e rischi. La sottostima delle prove dei biotest sui cancerogeni e i ritardi nella regolamentazione hanno già dimostrato molte volte di avere gravi conseguenze, come nel caso dell’amianto e del fumo.”

Agostino Di Ciaula, Presidente ISDE-Italia (ha reiterato al Governo Conte una richiesta di moratoria, inascoltata) sostiene che “le prime evidenze che stanno venendo fuori dalla sperimentazione del 5G sono abbastanza preoccupanti. Sono state segnalate alterazione dell’espressione genica, effetti sulla cute, effetti sulla proliferazione cellulare, sulla sintesi di proteine, sui processi infiammatori”, e un nuovo appello per ONU, OMS, Europa e governi è stato lanciato dall’ennesima accreditata task force che – senza mezzi termini – parla di ‘5G come crimine contro l’umanità’: “La densità pianificata dei trasmettitori di radiofrequenza è impossibile da prevedere.

Oltre a milioni di nuove stazioni radiobase 5G sulla terra e 20.000 nuovi satelliti lanciati nello spazio, secondo le stime entro il 2020 per l’Internet delle cose avremo 200 miliardi di oggetti trasmittenti e un altro trilione di lì a pochi anni. Se i piani del settore delle telecomunicazioni per il 5G si realizzeranno, nessuna persona, nessun animale, nessun uccello, nessun insetto e pianta sulla terra sarà in grado di evitare l’esposizione 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno, a livelli di radiazione che sono decine o centinaia di volte più grandi di quello che esiste oggi, senza alcuna possibilità di fuga da nessuna parte sul pianeta. Questi piani 5G minacciano di provocare danni permanenti, effetti gravi e irreversibili sugli esseri umani”. Infine, mentre alcuni cittadini valutano azioni legali di autotutela e le pagine del libro inchiesta sui pericoli dell’elettrosmog sono nelle mani del Ministro della Salute Grillo, on-line monta una petizione da 5.000 firme per il Governo: “fermate il 5G, abbassando i limiti di irradiazione elettromagnetica!” Ma, ignara dei pericoli, l’opinione pubblica italiana (strano?) permane all’oscuro ….

Marco Staffiero




Civitavecchia, Battilocchio al nido di Adamo: un impegno per sostenere le famiglie toccate dal disagio della malattia oncologica

CIVITAVECCHIA (RM) – Il Deputato del territorio Alessandro Battilocchio, ha visitato questa mattina la scuola dell’infanzia ‘‘Il nido di Adamo” di Piazza Verdi a Civitavecchia, accettando con piacere l’invito dell’associazione Adamo Onlus, che gestisce la struttura, a portare i saluti istituzionali in occasione dell’avvio dell’anno scolastico. Battilocchio è stato accolto dal Presidente di Adamo, Massimiliano Riccio e dai due vice, Laura Pennesi e Angelo Lucignani, che lo hanno accompagnato ad una breve visita della struttura. Il Deputato si è intrattenuto con il dirigente scolastico Daniela Damiano, con i docenti e il personale amministrativo e con alcuni genitori, formulando a tutti un “in bocca al lupo” per le attività didattiche che da oggi entreranno nel vivo. Il parlamentare, insieme ai dirigenti di Adamo, ha poi effettuato una breve visita anche al nido di via Umbria e si è complimentato con l’associazione per l’impegno e la qualità dei servizi erogati.

“Ringraziamo Battilocchio – ha affermato il Presidente di Adamo, Massimiliano Riccio – per aver accettato il nostro invito a visitare le nostre strutture. L’Adamo nella sua attività istituzionale di sostegno alle famiglie toccate dal disagio della malattia oncologica ha bisogno di un supporto costante da parte delle istituzioni, e quello dell’amico Alessandro in questi anni non è mai mancato”.




Eroina sintetica: prima morte in Italia. Ma i casi potrebbero aumentare

Un’allerta di grado 3 (massimo) e’ stata diramata dal Sistema nazionale di allerta precoce dell’Istituto superiore di sanità per conto del dipartimento Antidroga della Presidenza del Consiglio, per la morte nell’aprile 2017 a Milano di un uomo di 39 anni causata da un’overdose di una eroina sintetica.

E’ la prima volta, come anticipato da articoli di stampa, che in Italia si riscontra la presenza della molecola ocfentanil. Ma non si escludono altri decessi anche precedenti a questo, apprende l’ANSA dall’Iss. “Trattandosi di una molecola nuova non vi erano fino a qualche tempo gli standard e i metodi per metterla in evidenza, quindi è possibile che potrebbe esserci stato qualche decesso nel periodo in cui non vi erano questi standard” spiega Roberta Pacifici, direttrice del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Iss.

A pubblicare l’allerta, sulla quale campeggia la scritta ‘vietata la divulgazione e la pubblicazione sul web’ e a lanciare quindi l’allarme è stato un medico, Ernesto De Bernardis, sul blog Dedizioni della Sitd, Società italiana Tossicodipendenze. “Noi addetti ai lavori – aggiunge – siamo stati avvertiti oggi, quindi con un anno e mezzo di ritardo. Avremmo dovuto saperlo prima per avvisare i consumatori dei rischi legati alla presenza nel mercato italiano di questi derivati sintetici molto più potenti dell’eroina, e quindi con rischio molto maggiore di overdose e decesso”.