Cesena, musicista con tumore al cervello: operato mentre suona al piano

All’ospedale Bufalini di Cesena un musicista con un tumore cerebrale è stato operato al cervello da sveglio, mentre eseguiva alcune melodie musicali al piano. Si tratta di un intervento eseguito nei giorni scorsi utilizzando la tecnica dell”Awake Surgery’ (Chirurgia da sveglio) che consiste nell’operare il paziente in condizione di veglia con un duplice scopo: asportare la massa tumorale e, nel caso specifico, salvaguardare le abilità musicali. L’awake surgery, spiega una nota dell’ospedale, è una metodica iniziata da qualche anno nella Neurochirurgia del Bufalini, dopo un periodo di perfezionamento dei neurochirurghi cesenati in vari centri tra cui il dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Montpellier diretta dal professor Hughes Duffau (luminare in questo campo di studi). Consente al paziente di rimanere vigile e in grado di rispondere a una serie di test prestabiliti posti dal neuropsicologo, in modo da localizzare e asportare nel modo più completo e preciso possibile la massa tumorale, senza danneggiare le aree cerebrali che regolano il linguaggio, il movimento e le altre funzioni cognitive superiori. Tutto ciò al fine di salvaguardare la qualità della vita del paziente.
Nello specifico, durante l’intervento sono state mappate e monitorate tre diverse capacità di comprensione musicale: il riconoscimento dei toni melodici, il ritmo e il contorno musicale. L’operazione, durata circa cinque ore, è stata eseguita dall’equipe multidisciplinare composta dai neurochirurghi dottor Luigino Tosatto, dottor Vincenzo Antonelli, Dottor Giuseppe Maimone; dal neurofisiologo, dottoressa Chiara Minardi; dai neuroanestesisti, dottor Marco Bocchino e dottoressa Giuseppina Pugliese; dai neuropsicologi, professoressa Caterina Bertini e dottor Davide Braghittoni dell’Università degli Studi di Bologna, Dipartimento di Psicologia di Cesena e da personale infermieristico coordinato da Milena Maccherozzi




Celiachia, assessore D’Amato: “Ecco i presidi accreditati per la diagnosi”

Con un decreto del Commissario ad acta è stato approvato l’Elenco regionale dei presidi accreditati e centri di terzo livello per la celiachia e la sua variante dermatite erpetiforme.

“La Regione Lazio – spiega l’Assessore alla Sanità e l’Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato – ha identificato le strutture sanitarie che possiedono i requisiti per una completa valutazione del paziente con sospetto diagnostico di celiachia, ai fini di una efficace diagnosi e risposta alle esigenza del cittadino. Per questo motivo, nel Decreto si stabilisce anche che per quanto relativo alla diagnosi di celiachia e dermatite erpetiforme siano considerate valide, ai fini dell’esenzione delle prestazioni sanitarie previste e dell’erogazione gratuita degli alimenti senza glutine, soltanto quelle effettuate da tali strutture”.

16 novembre 2019

CENTRI DI TERZO LIVELLO PEDIATRICI

IRCSS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (U.O.C. di Epatologia, Gastroenterologia e Nutrizione); Azienda Ospedaliero Universitaria

Policlinico Umberto I (Dipartimento Materno Infantile, Scienze Urologiche – U.O.C. di Gastroenterologia ed Epatologia Pediatrica)

PRESIDI ACCREDITATI PEDIATRICI

ASL Roma 2 – Presidio Ospedaliero Sant’Eugenio (U.O.C. Pediatria); ASL Latina – Ospedale S. Maria Goretti (U.O.C. di Neonatologia – TIN – Pediatria – DEA II); Asl Frosinone – presidio ospedaliero Frosinone-Alatri (U.O.C. Pediatria).

CENTRI DI TERZO LIVELLO ADULTI

Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico Umberto I (Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche – U.O.C. di Gastroenterologia, FAS); Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata (U.O.C. Gastroenterologia ed endoscopia digestiva); Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCSS (U.O.C. Medicina Interna e Gastroenterologia); ASL Roma 2 – Presidio Ospedaliero Sant’Eugenio (U.O.S.D. Nutrizione Clinica); Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea (U.O.C. di Malattie dell’Apparato Digerente e del fegato).

PRESIDI ACCREDITATI ADULTI

ASL Roma 2 – Ospedale Sandro Pertini (U.O.C. Transmurale di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva); Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli – Presidio Columbus (U.O.C. di Medicina Interna e Gastroenterologia); IFO IRCSS Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (U.O.S.D. Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva); ASL Latina – Ospedale Santa Maria Goretti (U.O.C. Gastroenterologia); ASL Frosinone – Presidio Ospedaliero “Fabrizio Spaziani” (U.O.C. Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva); ASL Viterbo – Complesso Ospedaliero “Belcolle” (U.O.C. di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva); ASL Rieti – Presidio Ospedaliero San Camillo De Lellis (U.O.S.D. Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva); ASL Roma 1 – Presidio Ospedaliero “San Filippo Neri” (U.O.C. Gastroenterologia); Fondazione Policlinico Tor Vergata (U.O.C. Gastroenterologia); Asl Roma 6 – Ospedale dei Castelli (U.O.C. di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva) A.O. San Camillo (U.O.C. di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Diagnostico operativa).




Servizio Sanitario Nazionale: danno da 200 milioni. Inchiesta su dirigenti Aifa

Avrebbero imposto delle limitazioni alla prescrivibilità di un farmaco più economico per curare alcune malattie oculari, provocando un danno all’erario dello Stato di 200 milioni, pari ai maggiori costi sostenuti dal Servizio sanitario nazionale. E’ l’accusa contestata ad alcuni membri dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, tra cui dirigenti e componenti pro tempore della Commissione consultiva tecnico scientifica. La Guardia di Finanza sta notificando ai soggetti coinvolti nell’indagine della Corte dei Conti del Lazio un invito a dedurre.

Gli accertamenti svolti dai finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Roma, coordinati dal procuratore regionale della Corte dei Conti Andrea Lupi e dal vice procuratore Massimo Perin, avrebbero consentito di accertare che i farmaci ‘Avastin’ e ‘Lucentis’ avevano la stessa equivalenza terapeutica, come dimostrato da una serie di studi comparativi.

Ma nonostante questo, il primo non è stato inserito tra i prodotti rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale fino al 2014 e sono state imposte una serie di “ingiustificate limitazioni” al suo utilizzo almeno fino al 2017, causando un aggravio di spesa per lo Stato. Al totale di 200 milioni, dice la Gdf, si è arrivati calcolando la differenza di prezzo tra i farmaci – tra i 600 e i 730 euro per singola dose – in relazione al numero di trattamenti che sono stati effettuati con il Lucentis anziché con l’Avastin. I dirigenti dell’Aifa e i componenti della Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia hanno ora 60 giorni di tempo per fornire la loro versione alla Corte dei Conti. Sulla vendita dei due farmaci si è pronunciata in passato anche l’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato: nel 2014 infatti l’Autority ha multato le due case farmaceutiche produttrici – Roche e Novartis – con una sanzione di oltre 180 milioni per aver creato una sorta di ‘cartello’, decidendo una differenziazione dei prodotti che in realtà era artificiosa.

“I due gruppi si sono accordati illecitamente per ostacolare la diffusione dell’uso di un farmaco molto economico, Avastin, nella cura della più diffusa patologia della vista tra gli anziani e di altre gravi malattie oculistiche, a vantaggio di un prodotto molto più costoso, Lucentis, differenziando artificiosamente i due prodotti. Per il Sistema Sanitario Nazionale l’intesa ha comportato un esborso aggiuntivo stimato in oltre 45 milioni di euro nel solo 2012, con possibili maggiori costi futuri fino a oltre 600 milioni di euro l’anno” scriveva l’Autority nel 2014 aggiungendo: “le condotte delle imprese trovano la loro spiegazione economica nei rapporti tra i gruppi Roche e Novartis: Roche, infatti, ha interesse ad aumentare le vendite di Lucentis perché attraverso la sua controllata Genentech – che ha sviluppato entrambi i farmaci – ottiene su di esse rilevanti royalties da Novartis.

Quest’ultima, dal canto suo, oltre a guadagnare dall’incremento delle vendite di Lucentis, detiene una rilevante partecipazione in Roche, superiore al 30%”. La sanzione dell’Antitrust è stata di recente confermata da una sentenza del Consiglio di Stato, che ha respinto il ricorso delle due aziende farmaceutiche condannandole anche al pagamento delle spese.




Castelli Romani, sanità: D’Amato e Mostarda incontrano i Sindaci del Distretto di Frascati. Investimenti per 5 milioni di euro

Oggi l’Assessore Regionale alla Sanità e all’Integrazione socio-sanitaria, Alessio D’Amato e il Direttore generale della Asl Roma 6, Narciso Mostarda, hanno incontrato i Sindaci del Distretto H1 (Rocca Priora, Rocca Di Papa, Montecompatri, Monteporzio Catone, Frascati, Grottaferrata, Colonna) presso l’aula magna dell’Ospedale S. Sebastiano di Frascati.

I due rappresentanti del Sistema sanitario regionale hanno descritto le ultime azioni messe in campo per il miglioramento dei presidi sanitari del Distretto e i progetti in divenire, fra cui investimenti complessivi per circa 5 milioni di euro, così suddivisi: per le nuove tecnologie di alta fascia 1 milione (per cui è in atto l’istanza di richiesta di finanziamento urgente) e 600mila euro (già finanziati), mentre la restante parte per lavori strutturali. Eccoli nel dettaglio: 1 milione e 700mila euro per l’adeguamento e messa a norma dell’Ospedale di Frascati; 900mila euro per l’adeguamento e messa a norma edile ed impiantistica della struttura distrettuale; 450mila euro per la creazione del nuovo laboratorio di analisi; 150mila euro il nuovo reparto di Odontoiatria dell’ospedale e 150mila delibera CIPE per la rilevazione incendi.

“Oggi siamo in una fase diversa”, ha detto D’Amato, “Per la prima volta il bilancio del servizio sanitario regionale ha chiuso in attivo e stiamo uscendo dalla lunga stagione del commissariamento. È in atto una stagione straordinaria di reclutamento di personale attraverso concorsi a evidenza pubblica e stabilizzazioni. Su questo ospedale c’è un piano di investimenti importante che cambierà il volto e la funzionalità di questa struttura. Nuove tecnologie, messa in sicurezza antincendio e potenziamento dell’organico e del personale. Attualmente abbiamo in atto 300 procedure per l’intera regione e questo ci permetterà di reclutare energie nuove per l’intero sistema e per l’ospedale di Frascati e lo possiamo fare perché i conti sono tornati in ordine e non si produce più disavanzo”.

“Cambiano i fabbisogni, cambia l’epidemiologia e il Sistema sanitario pubblico deve avere la capacità di rimodularsi”, ha spiegato Mostarda. “Per l’Ospedale di Frascati e per il distretto è in atto un cronoprogramma che prevede investimenti in tecnologie, personale e rinnovamento strutturale. Si tratta di un investimento di 5 milioni di euro per l’adeguamento dell’ospedale anche con finalità anti incendio e dell’acquisto di nuove tecnologie fra cui la nuova Tac”.

E’ imminente, inoltre, l’attivazione del reparto di Odontoiatria: i lavori edili sono stati ultimati, le attrezzature sono arrivate e abbiamo acquisito la disponibilità dell’Università di Tor Vergata a mettere a disposizione dell’ospedale alcuni suoi professionisti. Anche l’attivazione del nuovo laboratorio avverrà a strettissimo giro: i lavori strutturali sono conclusi e le nuove tecnologie sono già state installate. Il laboratorio effettuerà analisi specialistiche ed esami di emergenza, così come definito dal decreto del Commissario ad acta 219/2014 che ridisegna il modello organizzativo dei laboratori di analisi della Regione Lazio secondo una rete di hub (laboratori centrali che effettuano grandi quantità di esami di routine, per la zona dei Castelli della Asl Roma 6 è il Sant’Eugenio) e spoke (laboratori territoriali dedicati all’emergenza e ad alcuni test specialistici, come quello di Frascati).

Con l’occasione è stata annunciata anche l’attivazione dell’Ambufest al Distretto di Frascati. Il nuovo ambulatorio, aperto sabato, domenica e festivi dalle 10:00 alle 19:00 e nei prefestivi dalle 14:00 alle 19:00, aprirà i battenti sabato 16 novembre in via Enrico Fermi, 3.

“Anche a nome dei Sindaci dell’area dei Castelli Romani, ringrazio l’Assessore regionale alla Sanità D’Amato e il Direttore generale della Asl Roma 6 Mostarda, per aver prontamente dato riscontro alle nostre sollecitazioni relative alle problematiche della Sanità nei nostri territori”, ha affermato il Sindaco di Frascati Roberto Mastrosanti. “Ringrazio inoltre la Consigliera regionale Tidei, per essersi dimostrata immediatamente sensibile alle esigenze del territorio. Registriamo la volontà di portare avanti un piano di investimenti importanti anche per l’Ospedale di Frascati, che sarà di beneficio per l’intero polo sanitario Frascati-Marino”.




Torino, neonato colpito da Ittiosi Arlecchino: in tanti vogliono adottarlo. La solidarietà ha vinto

È scattata una gara di solidarietà per trovare una famiglia a Giovannino, il bimbo di appena quattro mesi affetto da una rarissima e al momento incurabile patologia della pelle, la Ittiosi Arlecchino, abbandonato dai genitori all’ospedale Sant’Anna di Torino. La Casa dell’Affido del Comune, insieme al Tribunale dei minori, valuterà le richieste di affido e adozione che, in queste ore, stanno arrivando da ogni parte d’Italia.

Il piccolo – come si legge oggi sul quotidiano La Stampa – è stato concepito con una fecondazione eterologa e avrebbe già superato la fase più acuta che, per quel tipo di malattia, congenita, è quasi sempre fatale già nei primi giorni di vita.
E’ ricoverato nel reparto di terapia intensiva neonatale, dove le infermiere se ne prendono cura. Ma l’ospedale sta cercando una struttura che possa prendersi carico del neonato, che necessita di assistenza continua, quando avrà superato i sei mesi di vita.

L’Ittiosi Arlecchino è così poco frequente – colpisce un neonato su un milione – da non essere neppure compresa nell’elenco delle malattie rare.




Torino, bimbo affetto da Ittosi Arlecchino abbandonato in ospedale dai genitori

All’ospedale ostetrico-ginecologico Sant’Anna di Torino c’è un bimbo di quattro mesi, affetto da una rarissima e al momento incurabile patologia della pelle, la Ittiosi Arlecchino, abbandonato dai genitori dopo la nascita. Il piccolo – come si legge oggi sul quotidiano La Stampa – è stato concepito con una fecondazione eterologa e avrebbe già superato la fase più acuta che, per quel tipo di malattia, congenita, è quasi sempre fatale già nei primi giorni di vita.
E’ ricoverato nel reparto di terapia intensiva neonatale del Sant’Anna, dove le infermiere se ne prendono cura. Ma l’ospedale sta cercando una struttura che possa prendersi carico del neonato, che necessita di assistenza continua, quando avrà superato i sei mesi di vita. L’Ittiosi Arlecchino è così poco frequente – colpisce un neonato su un milione – da non essere neppure compresa nell’elenco delle malattie rare. La pelle si divide in grosse squame e chiazze – da cui il riferimento alla celebre maschera Arlecchino – e non può mai essere esposta al sole.




Castelli Romani, conferenza dei sindaci sulla sanità: il Noc “cresce”. Paolo Trenta è critico

Oggi, nel corso della Conferenza dei Sindaci sulla Sanità che si è svolta nella sala consiliare del Comune di Pomezia, è stata votata favorevolmente la proposta di revisione dell’Atto aziendale della Asl Roma 6.

Presenti Narciso Mostarda Direttore generale della Asl Roma 6, Mario Ronchetti Direttore sanitario della Asl Roma 6 e Tommaso Antonucci Direttore amministrativo della Asl Roma 6, il Sindaco di Pomezia e Presidente della Conferenza Adriano Zuccalà, i sindaci e i delegati dei comuni di Albano, Anzio, Ardea, Ariccia, Castelgandolfo, Ciampino, Colonna, Frascati, Genzano, Lanuvio, Lariano, Nemi, Nettuno, Marino, Monteporzio, Pomezia, Rocca di Papa, Rocca Priora, Velletri.

La revisione dell’atto aziendale sancisce le azioni messe in campo dalla Direzione aziendale in merito a un adeguamento dell’assetto organizzativo, finalizzato a un ulteriore efficientamento dell’assistenza. Le principali novità sono rappresentate dalla previsione di nuove strutture, come l’Unità di terapia neurovascolare per l’Ospedale dei Castelli, la Medicina delle migrazioni e la Medicina preventiva nelle comunità.

Tante le sollecitazioni espresse dai numerosi sindaci presenti e raccolte positivamente dal Direttore generale della Asl Roma 6, Narciso Mostarda, che ha descritto le ultime novità dell’Ospedale dei Castelli: “A meno di un anno dall’apertura della nuova struttura abbiamo raggiunto un’eccellente qualità dei processi assistenziali, anche grazie all’utilizzo di alte tecnologie strumentali, e abbiamo aumentato di 52 unità i posti letto, portandoli a 206.

Le procedure per un ulteriore reperimento del personale medico, infermieristico e di supporto per i presidi di tutta l’azienda sono in fase molto avanzata”, continua Mostarda, “e stiamo predisponendo nuove linee di attività: l’attivazione dell’Unità di terapia neurovascolare, ovvero la Stroke unit di primo livello per il trattamento dell’ictus e l’avviamento del servizio di Emodinamica.

L’ospedale sta crescendo con le dovute attenzioni. Il cronoprogramma prevede, ogni 6-9 mesi, un incremento di 50 posti letto, ciò significa che dall’apertura (13 dicembre 2018) entro 24 mesi, porteremo l’Ospedale dei Castelli ad aprire tutte le sale operatorie (attualmente 4 sono operative) e tutti i posti letto (342), aggiungendo specialità che non sono mai state presenti in azienda”.

Grandi passi avanti anche sul piano della Telemedicina: la Asl Roma 6 utilizza la piattaforma regionale “ADVICE” che garantisce la consulenza online tra medici di Pronto soccorso di ospedali diversi. Questo comporta un evidente miglioramento nel percorso di cura ed evita inutili trasferimenti tra le strutture della regione per i pazienti che non ne hanno reale necessità.

Il Direttore generale ha poi fatto il punto sugli altri ospedali dell’azienda: “Abbiamo messo a punto con i sindaci di Anzio e Nettuno, in Regione, un programma condiviso, per migliorare l’attività dell’ospedale “Riuniti” Nella programmazione degli interventi di edilizia sanitaria ci sarà uno stanziamento aggiuntivo di 1 milione e 256 mila euro per la messa a norma delle facciate e per la scala di emergenza, che porterà a oltre 5 milioni di euro gli interventi previsti sul nosocomio e verrà finanziata una nuova progettazione per l’ampliamento e il miglioramento del Pronto Soccorso. Per quanto riguarda l’Ospedale di Frascati”, ha sottolineato il DG, “precisiamo che non è in programma alcuna chiusura di reparti, né depotenziamento. Anzi, è in fieri l’introduzione di tecnologie di alta fascia e sono stati ultimati i lavori di ristrutturazione per creare ex novo un laboratorio per le emergenze, al piano terra del terzo padiglione (ex Spdc). Per quel che riguarda Velletri, sta procedendo il piano operativo elaborato con il sindaco Pocci, per potenziare alcuni servizi fondamentali della struttura sanitaria. Il completamento dell’iter amministrativo per l’acquisto della nuova Tac sta andando avanti ed è in corso una revisione progettuale per la realizzazione della camera calda e l’ampliamento del Pronto soccorso, già finanziati. La sanità della Asl Roma 6 è una rete le cui parti lavorano in sinergia, ciò significa che mai nessun investimento in una struttura verrà fatto penalizzando le altre”.

A criticare la conferenza dei sindaci sulla sanità il consigliere comunale M5S Paolo Trenta il quale ha sostanzialmente detto che l’unica priorità dell’azienda RM6 è il Noc mentre gli altri ospedali del distretto come l’ospedale Colombo di Velletri viene pian piano dimenticato






Roma, Rossini (IRCCS San Raffaele Roma) su caso Bortuzzo: “Difficile parlare di recupero totale”

La scienza e i percorsi riabilitativi, oggi, possono offrire nuove chance in casi di lesioni midollari parziali, ma ci vuole sempre molta cautela. “Vorrei poter dire che questo giovane tornerà come prima e, se davvero c’è qualche fibra intatta, allora si può sperare in qualche miglioramento, anche se escludo il recupero totale. I risultati dipendono dalla lunghezza delle fibre intatte. Difficile sapere quindi le funzioni recuperabili se non si conosce esattamente quanto lunghe sono le fibre sane. Fino a un anno e mezzo dalla lesione del midollo ci sono speranze di recupero”. Lo afferma il prof. Paolo Maria Rossini, capo dipartimento della Riabilitazione neurologica dell’IRCCS San Raffaele Roma, riferendosi al caso di Manuel Bortuzzo, campione costretto in sedia a rotelle dopo essere stato ferito nella periferia di Roma a febbraio scorso.

“Il midollo è come un contenitore di strade di diverse lunghezze che vanno dal cervello ai vari livelli del midollo stesso – spiega il prof. Rossini – e poi da qui altre strade che fanno riferimento al movimento e alla sensibilità. Quando c’è una lesione si perde la capacità di controllo volontario del movimento e della sensibilità dalla zona interessata alla parte sottostante del corpo. Se il taglio è parziale, si possono riabilitare i muscoli paralizzati o usarli per fare trapianti di cellule staminali o innesti di fibre nervose in grado di sfruttare questo ponte rimasto nel midollo”.

Nel caso di Manuel, anche a distanza di tempo, “ci possono essere state fibre vive, ma addormentate per il trauma al momento dei primi esami. Il midollo ha anche tempi di ripresa di un anno e mezzo. Questo porta a un recupero, ma di tipo clinico. Anche tramite la riabilitazione ci può essere un miglioramento. Se, per ipotesi, si recuperano i muscoli della schiena in basso potrebbe usare gli stivali che utilizzano i paraplegici, e il giovane potrebbe tornare a camminare anche se non normalmente, ma con due gambe che funzionano da pilastri che tengono dritto il corpo”.

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Napoli, persone con disturbo dello spettro autistico: al via il progetto sperimentale Sansevero in Blu

NAPOLI – Al via la bellissima iniziativa in fase sperimentale del Museo Cappella Sansevero a Napoli insieme alla Cooperativa sociale “Il Tulipano”, specializzata nella realizzazione di servizi e attività per persone con disabilità cognitiva.

Il progetto  Sansevero in Blu è dedicato alle persone con
disturbo dello spettro autistico (DSA) e ha lo scopo primario di adozione di un
modello di accoglienza per i “viaggiatori” con bisogni speciali, un modello scientificamente
valido che possa permettere di misurare e anche verificare il beneficio
apportato dall’opera artistica nelle persone affette da autismo.

Il Museo
barocco che si trova in pieno centro storico, del capoluogo campano, ricco di
storia, di opere, di leggende e di storie di Raimondo di Sangro mira ad un
progetto valido per tutti i ragazzi (non solo esclusivamente affetti da  disturbi dello spettro autistico), ma anche
con l’obbiettivo a realizzare “percorsi inclusivi“ per scuole, associazioni,
famiglie, nella condivisione di un modello di conoscenza dell’arte incentrato
sulla percezione da parte della persona con bisogni speciali, sulle sue
emozioni e sensazioni.

L’iniziativa
interamente finanziata dal Museo Cappella Sansevero, nasce dalla collaborazione
con la Cooperativa “Il Tulipano”, con il contributo scientifico del
Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Università Federico II, del
Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II e del dipartimento di
Scienze motorie e del benessere dell’Università Parthenope.




Salute mentale: il progetto Itaca Bologna non lascia nessuno indietro

Nasce sotto le Due Torri l’associazione Progetto Itaca Bologna – odv (organizzazione di volontariato) che si prefigge lo scopo di attivare iniziative di informazione, prevenzione e supporto rivolte a persone affette da disturbi della salute mentale e alle loro famiglie, in collaborazione con la rete delle istituzioni mediche e del privato sociale del settore. L’associazione, costituita da volontari e senza scopo di lucro, si ispira a Progetto Itaca Onlus, nata a Milano nel 1999 e diventata l’organizzazione italiana più attiva e dinamica in questo campo. Nel luglio 2012 nasce Fondazione Progetto Itaca con il compito di coordinare il network delle 12 associazioni locali: Milano, Roma, Firenze, Palermo, Genova, Parma, Napoli, Catanzaro – Lamezia, Padova, Lecce, Torino e Rimini.

Per l’occasione si terrà sabato 26 ottobre 2019 alle 10.30, nell’aula Centro Congressi Belmeloro in Via Andreatta 8, la conferenza “Progetto Itaca – la persona al centro e una rete per la Salute Mentale”.

La conferenza è moderata dal prof. Domenico Berardi, direttore Scuola di specializzazione Psichiatria – Università di Bologna; introduce Marilena Pillati, Vicesindaco di Bologna.

Interverrà Angelo Fioritti, Direttore Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze dell’AUSL Bologna, e i relatori di Progetto Itaca saranno: Ughetta Radice Fossati, Segretario Generale della Fondazione Progetto Itaca Onlus e Francesco Baglioni, Direttore dell’Associazione Progetto Itaca Onlus di Milano.

L’iniziativa, voluta da Fondazione Progetto Itaca Onlus, con il patrocinio del Comune di Bologna e della Città Metropolitana di Bologna e la collaborazione del Centro Servizi Volontariato VOLABO di Bologna, del Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell’Università di Bologna e dell’AUSL di Bologna, ha lo scopo di promuovere attenzione e sensibilità ai problemi di chi soffre di disturbi psichiatrici e di informare sulle iniziative che Progetto Itaca vuole avviare anche a Bologna

Del comitato esecutivo fanno parte: Gabriella Bassi Calletti, Marina Orlandi Biagi, Giuliana De Faveri Cavazza, Antonella Dolcetta Golinelli, Donatella Ferretti Mattioli, Marina Senin Forni, Michela Rapetti Garagnani, Grazia Gazzoni Frascara, Barbara Vancini Ruffo, Alberica Theodoli Pascale, Annapaola Tonelli, Elisa Zoppelli Vico.




“Io e mia nonna”, un cortometraggio che parla di Alzheimer

‘Io e mia Nonna’ nasce dall’idea di Filippo Piluso e di Christian Negroni di voler raccontare la quotidianità di una nonna malata di Alzheimer tra scene da copione e scene improvvisate.

I protagonisti del Cortometraggio sono gli stessi della vita reale

Dal Corto promana tutta la difficoltà nel vedere accanto a sè una persona con una memoria atrofizzata, dai comportamenti infantili, accudita da badanti difficilmente in grado di reggere a lungo termine la durezza del lavoro. Da qui il fulcro della storia: sfogare la nostra frustrazione sulle persone che più amiamo perchè non riconoscono più i nostri volti, sottoporli a domande incalzanti per ricordare il poco che ancora hanno in memoria. Ma tutto ciò aiuta la loro malattia? Le neuroscienze dicono di no. E a prescindere dalle dovute differenze tra demenza senile e Alzheimer, solo la percezione di un ambiente amorevole e pacifico aiuta realmente queste persone, che nel loro inconscio sono così portate a vivere con più serenità. È fondamentale quindi domandarsi come gestire la convivenza.

Questo è il tema del corto

Mentre l’obiettivo è quello di dare una visione diversa: una revisione. Rendere migliore la vita del malato (la nonna) e di chi gli sta vicino (suo nipote Filippo Piluso).

Il progetto che per completarsi ha impiegato 3 anni è stato elaborato inizialmente da due ragazzi che successivamente sono diventati una troupe di dieci membri. I giovani coinvolti si dividono tra tirocinanti e professionisti del settore. L’attrezzatura è stata fornita dall’Istituto Rossellini di Roma.

Il primo fotografo Ludovico Paiela era ancora studente dell’Istituto all’inizio delle registrazioni, il secondo fotografo Michelangelo Fratianni si è laureato al Dams di Roma tre, il co-sceneggiatore Christian Negroni viene da Storia del Cinema alla Sapienza, così come il montatore-colorist e aiuto alla regia Gabriele Tramontozzi, coadiuvati da un professionista del settore, addetto all’audio Gianluca Tomei. La colonna sonora di William Correale, talentuoso musicista dei Fil the Wild Nichilism e studente di Medicina, e degli Amsterdam Klezmer Band, gruppo klezmer-balkan di Amsterdam, noto nello scenario musicale indipendente europeo.

Il Corto è stato candidato nel mese di aprile in diversi Festival di alcune città italiane tra cui Lenola, Grosseto e Sessa Aurunca e Visciano.

Essendo stato realizzato con un budget totale di 150 euro, il documentario non voleva avere delle pretese tecniche da grandi Festival ma lasciare comunque un contenuto forte da poter suscitare l’interesse dei vari soggetti nel settore delle malattie neurodegenerative.