Frascati: Renzi, la festa dell’Unità e… l’amaro in bocca

FRASCATI (RM) – Il 14 di settembre si è aperta, tra i fasti di Villa Torlonia a Frascati, la festa dell’Unità della cittadina tuscolana, ma il vero protagonista è sempre lui: Matteo Renzi.

Renzi alla Festa dell’Unità a Frascati

Dopo i mille giorni trascorsi a Palazzo Chigi, il segretario dem ha svolto all’incirca 70 incontri col suo popolo di centrosinistra e giovedì sera, accolto da centinaia di persone, ha voluto affrontare alcuni tra i temi più attuali. Primo fra tutti il sociale, come già anticipato dalla band “Ladri di carrozzelle” composta da giovani disabili con l’hashtag “Stravedo per la vita”. Il problema delle periferie, più volte citate, viene collegato da una parte all’odissea Olimpiadi 2024, rifiutate dalla giunta Raggi che già deve provvedere a misure contro un debito capitolino plurimiliardario, e dall’altra all’immigrazione (argomento principale per le elezioni venture).

Renzi ha ricordato come il governo Berlusconi-Bossi abbia firmato gli Accordi di Berlino nel 2003 e tagliato i fondi per le Confederazioni Internazionali mentre il Pd ha triplicato le risorse. Cita, tra le iniziative sociali, il Dopo di noi – “Legge doverosa” scandisce il segretario, introduce il tema bollente dell’Europa ed afferma con veemenza “mi rifiuto di dare 20 miliardi ai colleghi europei per vederne indietro solo 12, mentre tutti quei soldi vanno ad aiutare Paesi in difficoltà che però ci lasciano soli sul fronte migratorio”. È proprio di immigrazione che si parla nel suo libro “Avanti” (Feltrinelli), dove tra l’altro si scherza sulla caduta del governo Letta, il “Broncione”, a cui aveva malamente augurato di “stare sereno”.

Ma Matteo non risparmia nemmeno la Lega che “ha frodato i contribuenti per 48 milioni di euro” e Salvini, “grande frequentatore di talk show e riconosciuto assenteista del Parlamento (europeo e non)”. In seguito, con il suo tipico humus fiorentino, rimemora i grandi successi della sua Politica come Umanità: gli 80 euro; la quattordicesima nel sistema pensionistico, l’abolizione dell’IMU sulla prima casa, il decurtamento del canone Rai, la legge sull’autismo e sul terzo settore.

E’ sera: il segretario nazionale dem saluta i suoi elettori al grido di “insieme ce la faremo” per discutere con imprenditori e ragazzi delle scuole, ma lasciando l’amaro in bocca a chi avrebbe voluto qualche informazione, anche spicciola, sul caso Consip, sulla Boschi ed il Referendum. Per quanto riguarda il primo punto (Consip), Renzi ha solo espresso l’augurio di prammatica che tutto si risolva per il meglio, ma non ha parlato del decreto Orlando, in questi giorni in discussione, che farebbe cadere lo scoop del giornalista del Fatto Marco Lillo e, tanto più, del perché uno dei carabinieri coinvolti sia stato promosso invece che sospeso. Tenuta lontana dalla discussione l’ex ministra Boschi implicata nel caso Etruria denunciato da De Bortoli, il quale, scaduti i termini di querela, è ormai convinto della sua inchiesta. Sul Referendum, a più riprese oggetto di risa e sarcasmo, Matteo riconosce di aver sbagliato ma non riesce proprio a collegare il bonus dei diciottenni e la riforma della Buona Scuola al nefasto 4 dicembre.

Prendendo a prestito le parole di Berlusconi che lo definiva “bulimico di potere”, forse il nemico politico di Renzi è proprio lui stesso ed il suo enorme ego. Quando non va in overdose di Renzismo persino quel Giglio Magico assomiglia meno ad una dionea.

L’intervento a Frascati di Matteo Renzi

 




M5S, Regionali Lazio: Lombardi si candida alle primarie

Roberta Lombardi, in un post su facebook, ha annunciato la sua candidatura alle Regionarie M5S per il candidato alla presidenza della Regione Lazio.

“Il prossimo voto in Regione per finire l’opera e cambiare davvero le cose. Quindi ci sono e ci metto la faccia, perché dopo Roma c’è un intero sistema da scardinare anche nel Lazio e questa è la nostra occasione, non possiamo più perderla”, scrive Lombardi nel post dal titolo: “finiamo l’opera e cambiamo davvero le cose”.




Elezioni, centrodestra unito stacca M5S e Pd: ecco il sondaggio

Centrodestra unito a sei punti e mezzo dalla soglia chiave del 40%, M5S in calo di quasi tre punti rispetto a tre mesi fa, Pd indietro fermo al 25,4%.

E’ la fotografia delle intenzioni di voto, rilevata dal sondaggio dell’istituto di ricerca Index Research, realizzato per Piazza Pulita, la trasmissione de La 7 condotta da Corrado Formigli.

Alla domanda “Se ieri si fossero tenute le elezioni politiche, lei per quale partito avrebbe più probabilmente votato?” il 27,1% degli intervistati ha indicato il Movimento 5Stelle, mezzo punto in meno rispetto a dieci giorni fa e quasi tre punti in meno rispetto a tre mesi fa.

Il 25,4% avrebbe scelto il Partito Democratico. Lega Nord terzo partito con 14,7% delle preferenze degli intervistati, più di un punto e mezzo in più rispetto a tre mesi fa. Il 13,6% ha indicato Forza Italia. Il centrodestra unito arriva al 33,6%.

Luigi di Maio, Silvio Berlusconi e Matteo Renzi sono considerati i leader del Paese. L’istituto di ricerca guidato da Natascia Turato inaugura la stagione dei “duelli” tra i principali protagonisti dei principali schieramenti politici in vista di un “toto premier”.

Nell’elettorato M5S Luigi Di Maio batte Alessandro Battista a mani alte: il 70% degli intervistati preferisce il vice presidente della Camera al parlamentare romano, indicato dal 20%. Nell’elettorato di centrodestra, testa a testa tra Silvio Berlusconi (37%) e Matteo Salvini che conquista il 33% delle preferenze.

Tra gli elettori del Pd e di Alternativa Popolare, Matteo Renzi con il 52% delle preferenze rimane il leader preferito rispetto all’attuale presidente del Consiglio Paolo Gentiloni (33%).

Metodo di raccolta: Interviste telefoniche con metodologia C.A.T.I. Con questionario strutturato

Interviste complete 800

Totale contatti effettuati: 4.009




Propaganda fascista, striscione Foro 753: “Apri bocca e gli dai Fiano. La storia non si cancella”

“Con questo striscione srotolato ieri sera ai piedi dell’Obelisco del Foro Italico l’Associazione Foro 753 ha inscenato un flash mob per contestare la proposta di legge dall’esponente del PD” è quanto si legge in una nota diramata dal Foro 753.

“La nostra protesta non nasce certo per nostalgismo” dichiarano dall’Associazione, “tanto meno per improbabili affezioni a gadgets o santini del passato, ma pensare di imporre per legge cosa si deve o non si deve pensare, cosa si deve o non si deve leggere e cosa di cui si può o non si può parlare è inaccettabile e allo stesso tempo surreale.

“Noi siamo quello che siamo” prosegue la nota “e le iniziative che portiamo avanti tutti i giorni, dal volontariato al sociale allo sport alla cultura non si possono fermare per legge. La militanza di migliaia e migliaia di giovani e meno giovani in tutta Italia ha radici lontane, basata su valori che hanno attraversato la storia, che sono antecedenti al fascismo (del quale siamo orgogliosamente fieri) e che continueranno ad esistere nel tempo.

“Per questo caro Fiano e caro PD” concludono dal Foro “la storia non si può cancellare. Volete abbattere le idee per sostituirle con l’I-phone, per un patetico  tentativo di mascherare la vostra manifesta incapacità di governare l’Italia. Non sarà possibile. Avete già perso.

 




L’intervento a Frascati di Matteo Renzi




Renzi alla Festa dell’Unità a Frascati

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Propaganda fascista: caro Fiano il nemico oggi è un altro…

di Roberto Ragone
Sono passati settanta e più anni, ma ogni tanto spunta fuori qualche nostalgico. Non parlo di coloro che, bene o male, giocano a fare i fascisti o i nazisti, ma di coloro che, memori delle atrocità del deprecato ventennio, con un colpo di coda degno di uno scorpione, vogliono colpire vestigia storiche ormai delegate soltanto appunto alla nostra memoria. Tutto ciò che riguarda il fascismo, come tutto ciò che riguarda Hitler e il regime nazista, fa parte della storia, e, grazie a Dio, non potrà mai più essere riesumato.

Che l’onorevole Fiano, per suoi motivi propagandistici personali, abbia voluto far sua una proposta della presidente della camera Laura Boldrini, ai più appare un’iniziativa poco intelligente. Ricordare di Mussolini solo le leggi razziali – abominevoli, senza dubbio, ancor più perché adottate per non mettersi in contrasto con l’alleato germanico – non risponde a verità storica. Bene o male, nel ventennio fascista furono fatte opere pubbliche rilevanti, che qui non mette conto di ricordare, perché sarebbe piaggeria fuori posto e non basterebbe lo spazio di questo articolo. Diciamo solo che, a questo punto, bisognerebbe demolire tutti i palazzi storici di Roma, costruiti da Mussolini, come ad esempio tutto il quartiere della Garbatella – ma anche a Bari, mia città natale, il lungomare, la Legione dei Carabinieri, la Questura e quant’altro ce n’è – per eliminare ogni traccia evidente nelle linee e nell’architettura ‘stile ventennio’: per coerenza. Ma quest’ultima qualità pare che sia disprezzata proprio da coloro che della coerenza dovrebbero fare il loro pane quotidiano, visto che noi cittadini – bene o male, chissà! – abbiamo affidato loro, per interposta persona, l’amministrazione della cosa pubblica.

Pretendere oggi di cancellare le scritte sugli obelischi e sui monumenti – alcuni palazzi a Roma portano ancora la scritta riguardante l’anno di costruzione calcolato sull’era fascista – non è decisamente una nostra priorità, e dimostra mancanza di coerenza. Dovremmo allora, in accordo con i Tedeschi, eliminare quell’odiosa frase che campeggia all’ingresso di numerosi campi di sterminio,, quell’ARBEIT MACHT FREI che oltre ad essere un insulto per chi aveva la sventura di esservi internato, suona anche come un estremo, cinico insulto per la vita umana, tenuta in nessuna considerazione. Ricordare, a proposito delle leggi razziali, che all’inizio in Italia esse venivano applicate all’acqua di rose, sarebbe una difesa inopportuna, né cambierebbe l’astio di chi vuol cancellare un pezzo di quella che ormai è solo storia, e che, al contrario, suona come un ammonimento alle nuove generazioni. Né si puo pensare – attività molto ardua per molti – che eliminando la scritta DUX e MUSSOLINI dall’obelisco incriminato cambierebbe qualcosa.

 

Cancellare la nostra storia non è intelligente: farne tesoro, sì. Non si può prevedere il futuro senza conoscere il passato: non è una frase di chi scrive, ma è un principio autentico. Ormai il fascismo è alle nostre spalle, né rischiamo che ci si ripresenti. Il nemico oggi è un altro, ma è più comodo far finta di nulla, quando magari non ne si è addirittura complici. Oggi il pericolo è la globalizzazione, l’assorbimento delle nostra identità nazionale, la sua omologazione a canoni che non ci appartengono, la nostra schiavizzazione economica e sociale a poteri che del denaro fanno un’arma di conquista – leggi Bilderberg, Nuovo Ordine Mondiale, Rotschild, Rockfeller, JPMorgan, Goldman Sachs eccetera.

 

Venezia sta morendo, e i potenti della terra se la stanno comprando a quattro soldi, ormai deserta e disabitata. Una delle nostre perle. Con tutte le sue smanie di conquista, Mussolini non è riuscito neanche quasi a conquistare un posto sicuro al cimitero di Predappio, visto che i soliti imbecilli ogni tanto ne fanno oggetto di un’incursione devastatrice. Lasciamo dormire in pace i morti. Le leggi razziali non sono un pretesto sufficiente per deturpare i simboli della nostra storia più recente, per operare una devastazione che ai bambini di domani suonerebbe come un’idiozia. Né possiamo rinnegare tutto ciò che è successo. Chi scrive non è mai stato per un’estremismo di un certo colore molto scuro: ma questo accanirsi contro scritte e simboli potrebbe – questo sì – creare una reazione ‘uguale e contraria’. Che i morti dormano in pace, finalmente, e lasciamoli alla storia, i nostri MUSSOLINI DUX come gli ARBEIT MACHT FREI, che i Tedeschi mai si sognerebbero di togliere dall’ingresso dei criminali campi di sterminio, nei quali, fra indicibili sofferenze fisiche e morali, hanno trovato la morte più di sei milioni di nostri simili, soltanto perché erano ebrei.




Elezioni Regione Lazio: Tersigni battezza la lista “Regione Sociale”

Stefano Tersigni, ex candidato a sindaco di Nemi, alle appena trascorse elezioni, con la lista civica “Insieme per Nemi”, successivamente passato dalle fila di Fratelli d’Italia-An a quelle di Noi con Salvini, attualmente consigliere comunale di opposizione al Comune di Nemi annuncia la nascita della lista civica “Regione Sociale” da lui stesso fondata. “Nasce oggi la lista civica regionale “Regione Sociale”. – Fa sapere Tersigni – Un ‘treno’ carico di valori, – prosegue – idee e progetti per rilanciare la nostra regione dopo la pessima esperienza governativa della giunta Zingaretti. Abbiamo già molti coordinatori comunali e stanno dando il loro sostegno associazioni e realtà civiche territoriali. Città insicure, una sanità inesistente, disabili e anziani dimenticati, giovani senza nessuna prospettiva di lavoro, clandestini nelle case popolari e italiani costretti a dormire nelle macchine, nel Lazio 321 comuni su 378 (fonte Ispra) sono a ‘rischio’ di dissesto idrogeologico, questa è solo una parziale fotografia di ciò che sta avvenendo sotto gli occhi stanchi e distratti di una politica inesistente e intorpidita dalle smanie di potere. Tutto ciò – conclude Tersigni – deve essere arginato e la risposta è nel sociale, nella destra sociale.”

Una nuova avventura politica, quindi, per l’attuale consigliere di Nemi in vista delle regionali del 2018 che vedranno rinnovare la giunta della Regione Lazio.




“La propaganda fascista è reato”, via libera alla Camera. Ecco Cosa prevede le legge

Via libera dell’Aula della Camera alla proposta di legge, a prima firma Emanuele Fiano (Pd), che introduce l’articolo 293-bis nel codice penale relativo al reato di propaganda fascista. I voti a favore sono 261, i voti contrari 122 e 15 gli astenuti. Hanno votato a favore: Pd, Ap, Mdp, Sinistra italiana, Civici e Innovatori, Ds-Cd. ​Hanno votato contro: M5S, FI, Lega, FdI, verdiniani.

Il testo, composto di un unico articolo, è stato modificato durante l’esame da parte dell’Assemblea.

“Il centrodestra contesta il provvedimento che ora deve passare al Senato” scrive La Stampa. Fratelli d’Italia aveva provato, senza riuscirci, a far slittare l’esame del testo a dopo gli altri provvedimenti in calendario per questa settimana. “È una follia discuterlo ora”, aveva detto Giorgia Meloni. Le fa eco Ignazio La Russa che attacca il Pd: “Ora sì che Renzi è antifascista: sta veramente rottamando tutti gli accendini e i portachiavi del disciolto e tanto vituperato partito fascista… E Fiano è solo una foglia di fico”. Duro anche Francesco Paolo Sisto di FI, secondo il quale il ddl “rischia di diventare una `polpetta avvelenata´ sia per i cittadini sia per i giudici”.

Di “pura demagogia” e “legge di facciata” parla il il Movimento 5 stelle che spiega: “Abbiamo proposto con grande serietà di aggiornare alle insidie del web e quindi rendere più severe le pene della legge Scelba, salvaguardando allo stesso tempo tutti i beni riconosciuti di carattere storico-culturale, artistico e architettonico”, hanno scritto in una nota i deputati M5s della commissione Giustizia.  Nota che prosegue, secondo quanto riportato dal quotidiano: “Una legge inutile e sbagliata fatta per recuperare un minimo di consenso elettorale ma che non deve trarre in inganno: i giudici avranno serie difficoltà ad infliggere pene perché in Italia esistono già due leggi molto serie e severe che potevano essere semplicemente migliorate, visto che sono già applicate”.

“L’estrema destra è un fenomeno di oggi, che si va radicando dove crescere il disagio e la rabbia: è un pericolo enorme“, ha detto Fiano nella dichiarazione di voto alla legge. “Sono pericolose le loro azioni, i loro comportamenti, i loro metodi e la propaganda dei loro contenuti – ha aggiuntato il deputato Pd – non vogliamo limitare la libertà di opinione ma impedire che la nostra libertà sia offuscata dai veleni del fascismo”.

Secondo quanto scrive La Repubblica, la legge applica l’introduzione di un reato che punisce “chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco”. Di fatto un’estensione della legge Scelba del 1952 (e poi la Mancino del ’93) e che porta la legislazione a “contemplare anche gesti individuali da punire come il saluto romano e la diffusione di gadget”. La nuova norma, continua Repubblica, prevede “la reclusione da sei mesi a due anni”.  Inoltre “la pena è aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici”.

 

 

 

 




Elezioni in Sicilia, M5s: campagna elettorale sui Nebrodi per Di Maio e Cancelleri

di Peppe Cuva

Nel pomeriggio dell’11 settembre il candidato del Movimento Cinque Stelle  alla presidenza della regione Giancarlo Cancelleri insieme al deputato nazionale del M5S nonché vicepresidente della camera dei deputati Luigi Di Maio hanno fatto tappa sui Nebrodi visitando tre comunità ovvero quelle di San Fratello, di Tusa e di Mistretta.

In tutti e tre paesi hanno dapprima fatto una visita istituzionale ai primi cittadini e poi girato per le vie dei tre comuni per parlare con gli abitanti degli stessi. A Mistretta, in particolare, Cancelleri e Di Maio intorno alle ore 20, dopo essere passati dal comune e avuto un incontro col sindaco e tutta la giunta comunale, hanno incontrato cittadini e simpatizzanti del M5S con in testa il responsabile del meet-up cittadino Gaetano Russo. Durante l’incontro i due pentastellati hanno parlato con i vari cittadini delle problematiche che affliggono questo territorio e hanno fatto intendere che saranno vicini a tutte le istanze che saranno presentate dagli utenti e hanno voluto sottolineare che hanno voluto incontrare i sindaci per capire ancora meglio quali sono le difficoltà e le problematiche che hanno afflitto e continuano ad affliggere queste comunità. Ovviamente non poteva mancare qualche accenno alla campagna elettorale per le prossime elezioni e il candidato Cancelleri senza giri di parole ha dichiarato che la prima azione che farà in caso di elezione come nuovo governatore della Sicilia sarà il taglio totale dei vitalizi e dei privilegi ai politici e sarebbe un grande risparmio per le casse siciliane e potrebbe anche essere una boccata di ossigeno per le piccole comunità come quelle dei Nebrodi .

“Il biglietto da visita è uno solo, dice Cancelleri, tagli degli stipendi dei deputati-parlamentari e abolizione dei vitalizi degli ex deputati. Credo che davvero la scelta sia ormai di campo, continua il candidato del M5S, o noi o loro diceva un nostro slogan e io lo ripeto ancora una volta: o quelli che hanno spolpato la Sicilia negli ultimi 20 anni perchè l’hanno già governata e governata male, oppure noi che stiamo cercando di raccontare una storia diversa di questa regione, io spero che i cittadini, conclude Cancelleri, abbiano chiara l’idea che giorno 5 novembre si può davvero cambiare”.

Mentre Luigi Di Maio crede nella vittoria di Cancelleri e del Movimento Cinque Stelle perchè vede nei siciliani una voglia di cambiare e girare pagina dopo i governi a dir poco fallimentari del centro destra prima e del centro sinistra con Crocetta poi. “Questi sono territori che tra il 2012 e il 2014, afferma Luigi Di Maio, hanno subito uno shock per colpa di leggi scellerate che si sono fatte a Roma, la chiusura dei tribunali, lo smantellamento degli ospedali, la chiusura delle carceri, tutto questo ha eliminato un’economia del territorio senza sostituirla con un’altra”. Continua di Maio: “La verità è che a Roma si facevano leggi per continuare a finanziare sprechi e spese inutili e si facevano tagli agli enti locali di tutto il territorio nazionale tra cui comuni come questi in cui 10.000 o 20.000 euro appostati al bilancio fanno la differenza”. “In questi anni, sottolinea il vicepresidente della camera, siamo gli unici che ci siamo tagliati gli stipendi addirittura per finanziare una strada, siamo gli unici che abbiamo fatto partire col taglio degli stipendi le nuove imprese, abbiamo risolto i problemi della Sicilia tagliandoci gli stipendi? No! Però avremo un po’ di credibilità rispetto a tutti gli altri che gli stipendi se li tenevano e ce le facevano crollare le strade e ci chiudevano ospedali e tribunali”. “E’ su questa credibilità che noi vogliamo fondare, dice Di Maio, non una promessa, ma un rapporto con le persone che è quello di dire: abbiamo un programma, tutti gli altri vi hanno già governato, quindi in ogni caso chiunque si voti delle altre forze politiche ti ritrovi quelli di prima, quelli che questo disastro lo hanno creato”.




Napoli, Mastella assolto a 9 anni da dimissioni

NAPOLI – Clemente Mastella e’ stato assolto nel processo per presunti illeciti nelle nomine alle Asl e in altri settori pubblici. La sentenza è stata emessa dalla quarta sezione del Tribunale di Napoli. Il sindaco di Benevento che all’epoca dei fatti ricopriva la carica di ministro della Giustizia e leader dell’Udeur era accusato in particolare di “induzione indebita a dare o promettere utilità”. In seguito all’avviso di garanzia emesso nel gennaio del 2008 Mastella si dimise e ritirò il suo appoggio al governo Prodi circostanza che contribuì alla caduta dell’esecutivo.

La Procura di Benevento era convinta che dietro la costruzione dell’ipermercato ‘I Sanniti’ nella paludosa periferia del capoluogo campano ci fosse una colossale trama di truffe e abusi per calpestare leggi e vincoli urbanistici, e persino una tangente mascherata da contributo a una onlus. Una trama ordita dal presidente del Palermo Maurizio Zamparini in complicità con la più potente ‘family’ del Sannio, Clemente Mastella e Sandra Lonardo, lui all’epoca ministro della Giustizia, lei presidente del consiglio regionale della Campania e fino al 2005 anche della onlus ‘Iside Nova’, celeberrima per le fastose rassegne culturali estive ‘Quattro Notti di Luna Piena’ sempre zeppe di concerti di star della musica e presentazioni di libri con contorno di vip.