Sicilia, tegola su M5S: il Tribunale di Palermo sospende le regionarie

Le Regionarie del M5S, che hanno portato alla candidatura di Giancarlo Cancelleri per le elezioni siciliane del prossimo 5 novembre, sono state sospese dal tribunale di Palermo. L’ha deciso il giudice della prima sezione civile, Claudia Spiga, dopo il ricorso presentato dall’attivista Mauro Giulivi, escluso per non aver sottoscritto in tempo il Codice etico. “Cancelleri era, è e sarà il candidato presidente del MS5”. E’ questo il titolo di un post del blog di Beppe Grillo firmato da Giancarlo Cancelleri in cui si spiega come per indire nuove Regionarie “siamo fuori tempo massimo”. “La scadenza per presentare il simbolo è questo sabato 23 settembre e dobbiamo inoltre raccogliere 3.600 firme per la presentazione della lista. Per questo motivo il M5S sarà presente alle regionali siciliane con il sottoscritto, Giancarlo Cancelleri, candidato alla Presidenza della Sicilia”, si legge.

La decisione del giudice blocca il risultato del primo turno di votazione “limitatamente ai candidati della provincia di Palermo”, tra i quali sarebbe rientrato Giulivi se non fosse stato escluso, e sospende anche il risultato della seconda votazione, i cui esiti furono ufficializzati dallo staff il 9 luglio con l’investitura di Cancelleri nel ruolo di candidato governatore per il Movimento cinque stelle. In pratica, il giudice afferma che bisogna ripetere le Regionarie che riguardano Palermo e quelle che hanno eletto Cancelleri. Al secondo turno il deputato nisseno ottenne la maggioranza dei 4.350 voti espressi sulla piattaforma Rousseau, superando la concorrenza di altri cinque colleghi a Sala d’Ercole (Stefano Zito, Giampiero Trizzino, Sergio Tancredi, Angela Foti e Francesco Cappello) e tre outsider (Giuseppe Scarcella, Alì Listì Maman e Josè Marano).

LA SENTENZA – Il Movimento 5 Stelle non ha presentato ancora le liste e la candidatura di Giancarlo Cancelleri e quindi la domanda di sospensione delle regionarie dell’attivista Mauro Giulivi può essere accolta. Lo scrive il giudice Claudia Spiga nel provvedimento con quale ha accolto il ricorso che di fatto sospende le elezioni interne del M5S per le candidature. “L’impugnativa – dice – non è soggetta a termini di decadenza (salvo il decorso del termine di prescrizione) mentre la domanda di sospensione di un atto dell’associazione, non può ritenersi preclusa (o comunque tardivamente proposta) per effetto dell’adozione di un successivo provvedimento che sul primo si fondi e anch’esso oggetto di impugnativa. Anche le delibere esecutive e che hanno quindi già prodotto i loro effetti possono infatti essere sospese e annullate, sempre che gli effetti delle stesse non si siano definitivamente realizzati ed esauriti”. “Nella specie – prosegue il giudice – gli effetti degli atti di individuazione dei candidati non possono dirsi definitivamente esauriti, essendo pacifico che ancora non risulta proposta la candidatura ufficiale con la presentazione e deposito delle liste dei candidati. D’altra parte la domanda cautelare di sospensione degli effetti del provvedimento di esclusione dalle primarie avanzata dal Giulivi, ha la specifica finalità di garantire allo stesso il diritto alla relativa partecipazione, con la conseguenza che l’avvenuta celebrazione delle primarie, non può costituire motivo ostativo alla proposizione della sospensiva”. “La richiesta sospensione delle determine di individuazione dei candidati – scriv e ancora Spiga – da presentare alla competizione elettorale risulta fondata. Lo statuto si limita a stabilire quindi una generica modalità di candidatura on line”.




Violenze sessuali: la Raggi invoca le leggi speciali

ROMA – “Quello che sta accadendo contro le donne è mostruoso: è un settembre nero per l’Italia. Penso alle ultime tragedie a Rimini, nella nostra città, a Lecce e oggi anche a Catania. E’ inaccettabile. Bisogna agire ora. Il governo intervenga subito anche con leggi speciali”. Lo ha detto la sindaca di Roma Virginia Raggi a proposito degli ultimi casi di violenze sessuali. “Qui a Roma – ha aggiunto – stiamo potenziando il nostro sistema di videosorveglianza con più telecamere: sono un deterrente. Servono più forze dell’ordine per presidiare capillarmente il territorio e in particolare le periferie. Di tutto questo ne parlerò domani al Comitato per l’Ordine e la Sicurezza convocato in Prefettura a Roma”.




Sicilia, Crocetta mette mano al personale in Regione: ecco la mappa

PALERMO – La giunta della regione Sicilia in riunione fino a tarda notte ha riscritto la mappa del personale. Il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta ha presentato e fatto approvare un documento descrittivo della situazione del personale regionale attuale dove viene evidenziato ed elencato il numero dei dirigenti che hanno lasciato l’incarico per prepensionamento e che non verranno sostituiti cosi come recita la legge del documento approvato. Ben 148 dirigenti hanno fatto scendere il numero totale da 1559 a 1411. Nelle fila del personale non dirigente lo spazio sembra essere ancora più ampio che da 13.336 unità è sato ridefinito a 13.110 consentendo un bacino di circa 200 posti divenuti vacanti, bacino che che sicuramente si alzerà entro il 2018 non appena i prepensionamenti entreranno in vigore. Al momento Rosario Crocetta ha posto come priorità l’inserimento di 598 unità per lo più precari in servizio agli assessorati Territorio e Rifiuti e alla Protezione Civile. Nel documento del presidente Crocetta vengono evidenziati altri importanti passi per il futuro e gli assetti politici governativi dell’isola; al vaglio l’importante legge che riguarda le tre grandi città metropolitane della Sicilia ovvero Palermo governata dal sindaco Leoluca Orlando; Catania governata da Enzo Bianco e Messina governata da Renato Accorinti. Per le tre aree verranno previste elezioni politiche cosi come accadrà per le ex Province. Commissariamento previsto per i vecchi vertici, mossa che dovrà comunque attendere un parere dell’ufficio Legislativo. Riguardo invece l’assegnazione dell’ufficio informatico sembra che al momento la giunta non abbia sciolto le riserve e in un contesto complessivo di rotazione dei dirigenti la situazione avrà sviluppi più chiari nel corso delle prossime ore. L’unica importante nomina formalizzata vede Tonino Rizzo quale nuovo commissario dell’Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario per tutto il resto si attendono sviluppi.  Paolino Canzoneri




Roma, ri-occupazione via Paisiello: pc che “scottano” nell’ex sede di Francesco Storace

ROMA – Nell’immobile di via Paisiello, ex sede del Giornale d’Italia e de La Destra di Francesco Storace, attualmente occupato da Forza Nuova e Roma ai Romani sono stati trovati dei pc dove sembrerebbe vi sia molto materiale che scotta. A raccontarlo in una video intervista è Giuliano Castellino, responsabile di Roma ai Romani.

Giuliano ci accoglie in via Paisiello 40, ai Parioli per comunicarci i motivi dell’occupazione: “Questa sede è aperta a tutti tranne ad Alemanno, Storace e Buonasorte che hanno tradito chi continua a credere negli ideali di giustizia sociale”. Castellino spiega che nel 2012, quando occuparono la sede di via Paisiello per la prima volta, pensavano che Storace potesse essere “un buon rappresentante” della loro battaglia: “Abbiamo creduto in Storace – racconta –  ma poi senza dire niente a noi che avevamo occupato l’immobile dandolo in gestione proprio a lui ha messo la sede del Giornale d’Italia, non ha pagato neppure i dipendenti che lavoravano qui, è andato a braccetto con Alemanno. Dentro questa sede c’era pure una stanza riservata a due rappresentanti della Lega Nord! Troppi inciuci! Ci ha deluso!”. E in merito alle “incongruenze pesanti” e i pc che “scottano” Castellino ha detto che vanno chiarite molte questioni e che i computer ora si trovano in mano ai loro commercialisti: “Sul film ‘Sangue Sparso’ (ndr. Ribattezzato ‘Soldi Sparsi’ da un nostro articolo del gennaio del 2014) vogliamo vederci chiaro perché ha preso diversi finanziamenti pubblici e da un’analisi superficiale mi risulta che ci sono delle grosse incongruenze ma prima di parlare dico che ci sono i nostri commercialisti che stanno facendo tutte le verifiche del caso”.

“Sangue Sparso”, girato nell’estate del 2011, vede come autrice Emma Moriconi, sposata con Roberto Buonasorte. Questo film ha tentato di raccontare una storia che ripercorre la strage di Acca Larentia del 1978, fino ad arrivare all’uccisione di Paolo Di Nella del 1983. Ma l’opera di Moriconi, per paradosso, non ha raccolto i godimento tra i “camerata”, ha riscosso molte critiche. E per altro, il film, non è finito in tutti i cinema come promesso dall’autrice ma è stato proiettato in qualche sala e per pochissimo tempo sebbene sia un’opera che ha beneficiato di un finanziamento del Ministero ai Beni culturali di circa 150 mila euro. Il bello è che secondo quanto detto da Moriconi a L’Osservatore d’Italia nel 2014, gli attori che vi hanno partecipato non hanno percepito alcun compenso. Del film hanno scritto: “Sangue sparso, alla faccia del patrocinio del ministero dei Beni Culturali e dei finanziamenti pubblici, è un film senza rigore storico-scientifico”. E ancora  viene definito “una sbilenca sequela di sketch tra principianti di osservanza storaciana, immagini per lo più statiche, alcuni notissimi protagonisti di quegli anni raffigurati con attori improbabili. L’alto e scolpito Nanni De Angelis diventa basso e tracagnotto e lo si vede passeggiare con un Ciavardini con….pancetta”.

I particolari però si possono ascoltare nella video intervista che ha rilasciato Castellino a L’Osservatore d’Italia. Una domanda che si è posto Giuliano mette ancora più curiosità: “Perché Alleanza Nazionale dava i soldi a chi ha occupato questa sede con un atto di forza?”. E la memoria va subito allo scandalo della casa di Montecarlo: forse tante accortezze per evitare un bis?

 




Milano, Ema. Maroni: “Pensare a Pirellone gratuito per qualche tempo”

MILANO – “Il Pirellone e’ di proprieta’ della Regione. Possiamo anche pensare, per attrarre Ema, di metterlo a disposizione gratuitamente per qualche tempo”. Lo ha detto il presidente della Regione Roberto Maroni, a palazzo Marino per la presentazione dell’intergruppo parlamentare in sostegno della candidatura di Milano a sede di Ema. Maroni e’ stato interpellato a riguardo dopo che l’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, ha chiesto chiarimenti sulla durata del comodato gratuito del Pirellone, previsto nel dossier per Ema. Secondo il dossier, l’affitto gratuito e’ previsto per il primo anno, poi il canone salirebbe da 2 a 4 milioni e poi a 7, la meta’ di quello attualmente pagato da Ema. “Con l’aiuto del governo, che ha gia’ garantito di mettere a disposizione risorse per la ristrutturazione – ha detto Maroni – possiamo pensare di mettere il Pirellone a disposizione mettendo a carico di Ema la manutenzione e a carico nostro l’affitto. Si puo’ pensare: aspetto che il governo mi dica cosa fare ma noi siamo disponibili. Per avere Ema possiamo permetterci di mettere a disposizione il Pirellone gratuitamente per qualche tempo”.



M5S: Di Battista non si candida a premier. Di Maio senza rivali

“Ho deciso di non candidarmi a Premier del Movimento 5 Stelle. Le ragioni le spiegherò durante il mio intervento sabato prossimo a Rimini”. Lo scrive il deputato M5s Alessandro Di Battista su Facebook.

“Tra poco – scrive Di Battista – si inizierà a votare e invito alla massima partecipazione. A colui che sarà candidato faccio un grande in bocca al lupo ricordandogli che avrà un compito meraviglioso: quello di portare avanti il programma votato da migliaia di iscritti. Ringrazio tutte le persone che in queste ore mi hanno scritto chiedendomi di candidarmi. È meraviglioso avere tutto questo sostegno. Allo stesso tempo sono sicuro che la mia scelta sia quella giusta. A riveder le stelle!”, conclude.

Luoigi Di Maio rimane dunque senza rivali politici. A proposito delle candidature per “Premier del M5S”  che strano ieri sul mio profilo di iscritto al Movimento era presente un avviso per la segnalazione della candidatura da farsi entro le ore 12 del 18 settembre (oggi). Alle ore 10.45 mi sono accorto che quell’avviso è sparito e che quindi, se mai avessi voluto, ora pur essendo ancora nei termini non potrò candidarmi come Premier del M5S . Ma le regole ? E’ quanto si legge su un post di Facebook di un utente che voleva verificare la possibilità di presentare la candidatura a Premier del M5S.




Albano Laziale, cultura: ecco le falle della decantata politica della trasparenza

ALBANO LAZIALE (RM) – Il territorio dei Colli Albani, ed in particolare quello di Albano Laziale, risulta essere abitato sin dal paleolitico-medio (300.000 anni fa) ma è durante l’età del ferro che nasce Albalonga. Dopo la distruzione voluta dal re Tullio Ostilio, Albalonga diviene il punto nevralgico della Seconda Legione Partica dislocata dall’imperatore Settimio Severo nel secondo secolo dopo Cristo. Per garantire il rifornimento idrico dell’accampamento militare si pensa alla costruzione dei “Cisternoni”, in grado di assicurare 10.132 metri cubi di acqua. Tale opera di massima ingegneria situata in Via Aurelio Saffi, è tutt’oggi in funzione e permetterebbe di assaporare le grandi glorie di un passato che non passa se non fosse per una Res Publica moderna inefficace soprattutto per quanto riguarda i lavori pubblici e la manutenzione.

È interessante analizzare, attraverso il sito del Comune di Albano Laziale, come quella politica della trasparenza (che vorrebbe i cittadini sempre dettagliatamente informati) interessi solo settori economici e quasi mai di protezione del nostro patrimonio, basti infatti passeggiare per le ville di Albano Laziale che versano in condizioni poco dignitose e che sono ormai spesso ritrovo di vandali e drogati. Altro che luogo di cultura e trasmissione storica!

Le politiche di promozione culturale sono politiche di mera promozione economica. La gestione comunale riguardante il patrimonio sembra essere dettata dalla linea guida del guadagno: gestire il turismo, assicurare servizi nei pressi delle aeree di interesse. Tutto normale se non fosse che ci sono molti slogan ma non altrettanti fatti. I cisternoni, per esempio, sono aperti solo poche ore a settimana (anche se le informazioni sugli orari di apertura cambiano come i venti) e non vedono una ristrutturazione o, almeno, un’assicurazione nella stabilità dell’impianto dall’epoca repubblicana (quella romana). In più, la certa indignazione per mancata competenza viene giustificata dal Comune riferendosi all’ art.1, comma 557, della Legge 27.12.2006,n.296es.m.i. ex art.76,comma7delD.L.n.112/2008,convertito con la Legge n.133/2008 es.m.i. art.9,co.28,del D.L.n.78/2010,convertito in Legge n.122/2010es.m.i. che “ha impedito il reclutamento attraverso concorsi pubblici per sopperire alla contrazione di personale” limitando il naturale miglioramento nell’efficacia dei servizi.

L’assessorato al patrimonio è infatti affidato ad Alessio Colini, che fortunatamente non rientra nella lista degli indagati dal Tribunale di Velletri per abuso di ufficio e concorso in corruzione elettorale nel 2016 al contrario del sindaco Nicola Marini e altri. Nulla togliendo alle sue abilità di assicuratore e di libero professionista, nonché alla sua esperienza politica nelle fila della Lista Civica Impegno Cittadino, DS e PD, i cittadini si aspetterebbero alla direzione di tale assessorato un professionista nella questione della storicità del territorio e non delle sue economicità.

Forse la politica, apparentemente innovativa, del Customer Satisfaction Management che ricerca, soprattutto nelle Università, giovani stakeholders, si arresta davanti ad un’esperienza politica contestabile ed al sistema di amicizie e fiducie cittadine che conducono alla stanza dei bottoni non statisti ed incontestabili professionisti ma come spesso accade in Italia politici o, peggio, politicanti.

Non resta, quindi, che sperare nella Meritocrazia e nella sua resurrezione nel 2019, quando scadrà il secondo mandato del sindaco Marini.




Berlusconi: aspetto ok Ue per ripresentarmi

FIUGGI – “Mi aspetto che l’Europa mi restituisca l’onore in modo da potermi ripresentare davanti ai cittadini da uomo integro”. Lo afferma il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, intervenendo alla kermesse organizzata da Antonio Tajani “L’Italia e l’Europa che vogliamo”. “Non so se la Corte di Strasburgo arriverà in tempo con una sentenza. Ma Corte o non Corte – conclude – vi assicuro che farò la campagna elettorale”.

Silvio Berlusconi è arrivato a Fiuggi con la compagna Francesca Pascale. Nella hall dell’Hotel Palazzo della Fonte dove si svolge la convention di Fi sull’Europa organizzata da Antonio Tajani, il Cav è stato assediato dai militanti azzurri, armati di cellulare per foto ricordo e selfie, che lo hanno applaudito a lungo. Ad accompagnare l’ex premier anche Lucia Ronzulli, ex eurodeputata forzista. Per l’ex premier si tratta della prima uscita ufficiale dopo le vacanze trascorse tra Arcore e la beauty farm di Merano.

“Nonostante l’estate monacale  – ha detto ancora il Cav – che ho voluto passare sono ancora birichino e ho posto questa domanda alle signore in un sondaggio per formare il partito della Brambilla: tra cagnolino e coniuge nel letto chi scegliereste? Dietro anonimato il 72 per cento ha scelto il cagnolino”

Pascale sfoggiava un tailleur gessato grigio scuro griffato Dolce e Gabbana. Anche per lei si tratta della prima uscita pubblica a fianco del leader azzurro dopo le vacanze. Appena arrivato, Berlusconi è salito in una suite ‘blindata’ per l’occasione.

Non è escluso che il presidente di Fi possa avere un incontro con Antonio Lopez-Isturiz, segretario generale del Ppe, presente il ‘padrone di casa’ e presidente del parlamento Ue, Tajani. Il presidente di Fi potrebbe portare in tarda serata un breve saluto alla cena di solidarietà per i comuni terremotati organizzata per l’occasione. Domani in tarda mattinata Berlusconi concluderà la kermesse azzurra nella cittadina termale.

 




Fiuggi, Tajani: “Primarie? Berlusconi è il nostro leader”

“Noi non abbiamo bisogno di fare primarie: il leader, visto che si nasce leader, ce l’abbiamo. Si chiama Silvio Berlusconi e come ha detto Lopez, siamo convinti che ci farà vincere”. Lo afferma Antonio Tajani presentando l’intervento dell’ex premier a Fiuggi.

 

Ecco i temi toccati da Silvio Berlusconi dalla kermesse di Fiuggi organizzata da Antonio Tajani:

SU DI MAIO. “Il partito ribellista del M5s ieri ha indicato come leader un signore che io considero una meteorina della politica ma che porta agli italiani come bagaglio la nullità assoluta di quello che ha fatto nel tempo”.

CANDIDABILITA. “Io non so se la Corte europea arriverà in tempo per rendermi candidabile ma parteciperò alla campagna elettorale con la passione di sempre”.

L’ETA’. “Per governare un Paese non si può improvvisare, serve una grande esperienza decisionale”. “Io non ho mai usato la mia età per avere voti, anzi – aggiunge – ho fatto un patto con diavolo per togliermi 20 anni, lui ha iniziato a togliermene un po’ ma guardandomi allo specchio ne ho dubitato”. Dunque, parlando degli avversari candidati premier, spiega: “40 anni di esperienza in più rispetto al loro candidato sono qualcosa da far valere”.

IMMIGRAZIONE. “C’è il rischio di una immigrazione di massa, noi ne abbiamo avuto un assaggio, ma ancora poco rispetto a quello che potrebbe accadere”, “abbiamo il rischio di numeri più elevati” per “tentare di evitare una migrazione epocale di massa serve un piano Marshall” per l’Africa.

EURO. Sull’uscita dall’euro “la posizione di Salvini è molto cambiata”, “io personalmente penso che non si possa uscire dall’euro” quindi “anche questo problema con Salvini sta andando a posto”.

ELEZIONI IN SICILIA. “Oggi il centrodestra unito viene dato in tutti i sondaggi primo e prevediamo una grande vittoria in Sicilia”.




Milano, corone ai caduti dell’ex Rsi: polemica nella maggioranza per la proposta dell’assessore Rozza

MILANO – La proposta dell’assessore Carmela Rozza, riportata oggi da Il Giornale, che sulla questione della posa di corone di fiori del Comune al campo X del cimitero Maggiore, dove sono sepolti i caduti della Rsi, avrebbe avanzato l’idea di posare al cimitero, nella ricorrenza del 2 novembre, una corona dedicata a tutti i caduti, indistintamente, accende la polemica nella maggioranza di palazzo Marino. Se il centrodestra con De Corato plaude alla proposta, infatti, da Insieme x Milano arriva lo ‘stop’: “Apprendo dalla stampa – dichiara Anita Pirovano, capogruppo di IxM –  di una proposta dell’assessore Rozza tesa a proseguire la cattiva abitudine di portare le corone dei defunti anche al famigerato campo 10 luogo di reiterate esibizioni neofascite. Ricordo che nel novembre 2016 il sindaco Sala aveva chiaramente sottolineato la necessità di rivedere questa insana tradizione. Rimaniamo dell’idea che il necessario rispetto per tutti le vittime della guerra non possa essere confuso con l’omaggio a chi si fece strumento della dittatura nazifascista.

Siamo certi che il Sindaco, a pochi giorni dall’inaugurazione della piazza dedicata a Giovanni Pesce, nel solco del passato del presente e del futuro di Milano antifascista medaglia d’oro della resistenza darà seguito alle dichiarazioni fatte lo scorso anno”. Per il delegato alle periferie del sindaco, eletto con Sinistra x Milano al municipio 1,  “I fiori da mettere in un cimitero per ricordare dei morti non dovrebbe deciderli la giunta, ma un semplice funzionario, perché poi alla fine succede che la questione assume valenza politica e si passa dai Crisantemi alla Resistenza, che è cosa troppo nobile e seria per finire in mezzo a una polemica sui fiori….”

 

Rozza: non mi si tiri per la giacchetta, sono antifascista – L’assessore spiega poi con una lunga nota la sua posizione:   “La proposta che ho fatto ieri in giunta e che ho visto commentata da molti è semplice, pur con tutti i distinguo necessari, e so che non piacerà né alla sinistra estrema, né alla destra: in occasione del due novembre porre una corona al cimitero Maggiore in ricordo di tutti i caduti di tutte le guerre. Quella data è una festività religiosa ed è la ricorrenza dei morti. Tutti – prosegue Rozza -. Non c’è in quella occasione nessun giudizio di tipo morale o politico. Per i cattolici esiste Dio, l’unico in grado di giudicare l’essere umano e decidere per l’inferno e il paradiso. La commemorazione dei morti è quindi frutto di una pietas umana, che vale per tutti coloro che hanno perso la vita. La pietas per i caduti né riabilita, né giustifica le azioni e i motivi che hanno portato alla loro morte. Da qui il motivo di una sola corona per tutti i caduti. Questo però non significa, come vorrebbe qualcuno a destra, mettere i morti sullo stesso piano da un punto di vista storico e politico, perché non lo sono e non lo saranno mai. E quindi ribadisco anche quest’anno la richiesta che ho già fatto anche l’anno scorso, ovvero impedire che in occasione del 25 aprile i neofascisti possano andare manifestate al Campo X e onorare il ricordo di coloro che pretendevano di mantenere il Paese ancora nella dittatura. Il 25 aprile è la festa della Liberazione e noi riconosciamo e festeggiamo coloro che hanno lottato e combattuto per la libertà che ci consente di vivere in democrazia e di mantenere la pietas per tutti i morti. Per questo condivido le parole di Cenati quando dice ‘la morte rende tutti uguali, ma in vita i combattenti per la libertà hanno lottato contro l’oppressione nazifascista, mentre i repubblichini hanno collaborato con i nazifascisti nella denuncia, nella cattura, nella fucilazione di partigiani’. Quindi non mi si tiri per la giacchetta: sono e rimarrò sempre antifascista”, conclude.




Quanto prenderanno di pensione i parlamentari? Anche Grasso e Boldrini tra i nuovi pensionati

La data ‘X’ e’ arrivata: il 15 settembre, la diciassettesima legislatura compie il giro di boa dei 4 anni, sei mesi e un giorno necessari per arrivare all’agognata pensione. Una data importante per i nuovi eletti, ovvero i senatori e deputati di prima nomina. Agenparl fa un importante quadro della situazione. In tutto sono 608 i parlamentari (417 deputati e 191 senatori) alla prima legislatura, cui sarà versato un assegno di 1.000-1.100 euro netti. Da oggi, quindi, la ‘carica’ degli oltre 600 parlamentari alla prima legislatura maturerà il diritto a percepire la pensione che inizieranno a incassare solo al compimento dei 65 anni. Per chi invece ha già altre legislature alle spalle, l’età si abbassa, ma non può essere inferiore ai 60 anni (precisamente, per ogni anno di mandato oltre il quinto, il requisito anagrafico è diminuito di un anno sino al minimo inderogabile di 60 anni).

A Montecitorio e a Palazzo Madama i neoeletti costituiscono un numero cospicuo all’interno dei vari gruppi e rappresentano oltre la metà del numero complessivo degli eletti: 608 su 945, praticamente ogni due su tre. Tra questi, anche i presidenti dei due rami del Parlamento, Laura Boldrini e Pietro Grasso.

A salire sul podio del numero di ‘esordienti’ è il Movimento 5 Stelle, dove sono tutti alla prima esperienza parlamentare: precisamente, 88 alla Camera e 35 a Palazzo Madama. Ma tanti sono anche i nuovi volti del Pd: più di un centinaio i neo deputati e si avvicinano a 70 quelli del Senato.

Molti deputati alla prima legislatura siedono alla Camera nel gruppo Misto, oltre una quarantina; una ventina nel gruppo di deputati di Sinistra italiana e in quello di Forza Italia; nelle file di Ap gli esordienti sono una decina, poco meno in Scelta civica-Ala e 3 in Fratelli d’Italia. New entry anche nelle file della Lega Nord. A Palazzo Madama sono poco meno di 10 in Mdp a figurare nell’elenco dei neo eletti – come si evince dal sito del Senato – 16 in Forza Italia, 10 nel gruppo Autonomie e 5 nella Lega, 17 nel gruppo Misto, 6 in Ala e 12 in Gal, mentre in Ap sono 11.

Le pensioni dei parlamentari, o meglio l’entità dell’assegno delle pensioni di deputati e senatori e, soprattutto, di quello spettante agli ex parlamentari prima della riforma del 2012, ovvero i cosiddetti vitalizi, sono stati al centro di duri scontri e polemiche tra le forze politiche. A cavalcare la battaglia contro i vitalizi è stato in prima fila il Movimento 5 Stelle, che è tornato alla carica con un cruciverba dal titolo ‘La pensione enigmistica’, in cui si stigmatizzano con toni ironici e tranchant i “privilegi” di cui godono – è l’accusa – i deputati e i senatori. Il capogruppo alla Camera, Simone Valente, ha anche garantito che ci sarà “un impegno sottoscritto a rinunciare alla pensione privilegiata”.

La riforma del sistema pensionistico dei parlamentari è oggetto di una proposta di legge, a prima firma del portavoce Pd Matteo Richetti, che è stata appoggiata dai 5 Stelle e approvata dalla Camera. Il testo del provvedimento è ora all’esame del Senato, dove è iniziato proprio mercoledì l’iter in commissione. Sulla proposta, però, pende il rischio di incostituzionalità, in quanto l’obiettivo è non solo di equiparare in tutto e per tutto le pensioni dei parlamentari a quelle di tutti gli altri dipendenti pubblici, ma anche quello di abolire definitivamente i vitalizi o, meglio, di trasformare quelli in essere in pensione contributiva, con un conseguente ricalcolo dell’assegno.

Il Governo Monti ha abolito i vitalizi nel 2012

Chi è contro il ddl sostiene che lede i principi costituzionali dell’irretroattività, perché andrebbe a toccare diritti acquisiti (leggi anche: Ugo Sposetti: “Vi spiego perché questa battaglia è sbagliata”). Fatto sta che, visti i numeri al Senato e le forti perplessità registrate anche all’interno della stessa maggioranza, il provvedimento potrebbe finire in un binario morto. Per la verità, il sistema pensionistico dei parlamentari è stato già modificato dal governo Monti nel 2012, introducendo il superamento dell’istituto del vitalizio, sostituito dall’introduzione, con decorrenza dal 1 gennaio 2012, di un trattamento pensionistico basato sul sistema di calcolo contributivo.

Il nuovo sistema si applica integralmente ai deputati eletti dopo il 1 gennaio 2012, mentre per i deputati in carica e per i parlamentari già cessati dal mandato e successivamente rieletti, si applica un sistema pro rata, determinato dalla somma della quota di assegno vitalizio definitivamente maturato alla data del 31 dicembre 2011, e di una quota corrispondente all’incremento contributivo riferito agli ulteriori anni di mandato parlamentare esercitato. I deputati cessati dal mandato, indipendentemente dall’inizio del mandato medesimo, conseguono il diritto alla pensione al compimento dei 65 anni di età e a seguito dell’esercizio del mandato parlamentare per almeno 5 anni effettivi.

Per ogni anno di mandato ulteriore, l’età richiesta per il conseguimento del diritto è diminuita di un anno, con il limite all’età di 60 anni. In sostanza, gli unici che continuano a percepire la pensione da parlamentare sotto forma di vitalizio sono gli ex parlamentari prima del 2012: una cifra che si aggira intorno alle 2.600 unità. Un’ulteriore modifica è stata apportata nel maggio del 2015: è stata infatti introdotta una nuova disciplina che prevede la cessazione dell’erogazione degli assegni vitalizi e delle pensioni nei confronti dei deputati che abbiano riportato condanne per reati di particolare gravità.