Nemi, i dati della camera: Lega in testa al centrodestra. Sorpresa M5S

NEMI (RM) – A Nemi la maggioranza degli elettori ha scelto il centrodestra con Marco Silvestroni in testa con 393 voti pari al 33, 76 per cento. All’interno della coalizione di centrodestra è in testa la Lega con 140 voti, Forza Italia con 129 voti, FdI 73 voti, Noi con l’Italia 44 voti.

Il Movimento Cinque Stelle a Nemi pesa 366 voti che alle scorse comunali non sono stati rappresentati. Ileana Piazzoni che rappresenta il PD ha preso 288 voti, un buon risultato per il centrosinistra.

Liberi e Uguali ha preso 42 voti. Potere al Popolo 32 e CasaPound 18 voti. Il Partito Comunista è ridotto a 11 voti. L’Italia agli italiani 8 voti. Il Popolo della famiglia 5 voti




M5S: è il primo partito. Il centrodestra è la prima coalizione con ciclone Salvini. Paese ingovernabile

Movimento 5 Stelle a valanga primo partito e centrodestra prima coalizione in questa tornata elettorale che consegna all’Italia la conferma delle previsioni della vigilia, comprese quelle sui timori di una prevedibile ingovernabilità. Con due corollari: un Pd marginale e una guerra all’ultimo voto tra Matteo Salvini, al momento vincente, e Silvio Berlusconi. E’ la fotografia che consegnano le prime proiezioni e gli exit poll di questa difficilissima partita elettorale che per ora sembra indicare chiaramente solo il deciso ribaltamento dei rapporti di forza tra gli schieramenti ma insufficiente, tuttavia, a delineare una chiara maggioranza in grado di tradursi in forza di governo.

Quando ormai lo spoglio delle schede elettorali ha superato abbondantemente il 50%, il Movimento 5 Stelle si conferma il primo partito alle elezioni politiche con il 31% dei consensi, mentre il centrodestra è la prima coalizione con il 37%. La coalizione di centrosinistra, invece, fa registrare un 24%, con il Pd però che si tiene sotto la soglia del 20% sia alla Camera che al Senato. Alla Camera, dove lo scrutinio ha raggiunto il 55%, il centrodestra segna un 36,91% con la Lega primo partito della coalizione (18,58%), seguito da Forza Italia (13,48%), FdI (4,26%) e Noi con l’Italia-Udc (1,22%). M5S è al 31,12%, mentre il centrosinistra è al 24,23% (Pd 19,73%, +Europa 2,77%, Italia Europa Insieme 0,57%, Svp 0,54% e Civica Popolare 0,47%). LeU 3,55%. Al Senato, dove lo spoglio ha raggiunto il 73%, centrodestra al 37,47% (Lega 18,42%, Fi 14,17%, FdI 4,24%, Noi con l’Italia-Udc 1,17%), M5S al 31,23%, centrosinistra al 23,85% (Pd 19,78%, +Europa 2,47%, Italia Europa Insieme 0,54%, Svp e Civica Popolare 0,49%). LeU è al 3,36%.

“Se questo è il risultato finale la cosa chiara per il Pd è un dato negativo, noi passeremmo all’ opposizione”, dice a caldo il capogruppo Pd Ettore Rosato. “Stiamo seguendo come tutti l’evoluzione dei risultati ed è chiaro che si tratta di una sconfitta molto evidente e molto chiara, molto netta”, dice il vicesegretario del Pd Maurizio Martina al Nazareno.

Esulta il Movimento cinque stelle. “Se i dati saranno confermati, si tratterà di un trionfo del M5S, di una vera e propria apoteosi, che dimostra la bontà del nostro lavoro e dimostra che tutti quanti dovranno venire a parlare con noi, e questa sarà la prima volta. E’ questa è la migliore garanzia di trasparenza del popolo italiano. Dovranno venire a parlare con noi usando i nostri metodi di correttezza, di trasparenza”.

I NUMERI – Luigi Di Maio porta il Movimento, che nel 2013 aveva raccolto il 25,6 dei consensi, fin dove si era prefisso e anche oltre. Il suo obiettivo era raggiungere il traguardo del 30% e non solo l’ha centrato ma lo ha anche superato: stando alla seconda proiezione realizzata da SWG al proporzionale per il Senato M5s è il primo partito con il 33,6%. L’exit poll Opinio per la Camera lo stimava tra il 29,5 e il 32,5%. Ma un’intention poll di Tecné vede il M5s arrivare fino al 34%. Complesso per Di Maio ora trasformare questo suffragio in un progetto che lo porti a palazzo Chigi. Anche se questa sarà la sua richiesta al Capo dello Stato: con un pacchetto di voti che supera il 30% dirà che intende guidare lui quella che sarà la futura squadra di governo. Anche l’alleanza di centrodestra ha fatto centro. La coalizione, stando alla seconda proiezione Opinio per il Senato è al 36%. E a cantare vittoria è Matteo Salvini. La sua Lega ha quadruplicato i voti dal 2013. E, soprattutto, sta superando Silvio Berlusconi. La proiezione per il Senato la vede al 17,4% contro il 14,1% di Forza Italia. Tendenza confermata anche dal secondo exit poll Opinio per la Camera dove con una forbice del 13-16% il Carroccio è sopra gli azzurri (12,5-15,5%). Anche Fratelli d’Italia cresce: pure Giorgia Meloni ha raddoppiato i suoi voti dal 2013 (quanto ottenne meno del 2%) portandosi nelle proiezioni per il Senato al 4. Sul filo di lana Noi con l’Italia che al Senato è data al 1%. Per il centrosinistra, invece, i presagi più neri si sono avverati compreso il pericolo di crollo del Pd sotto la soglia psicologia del 20%. Il Pd è con il fiato sospeso, sulle montagne russe: gli exit poll lo fotografavano tra 20,5-23,5%. Ma la doccia fredda arriva con le proiezioni al Senato: 18,3%. Anche una intention poll di Tecné per la Camera parla di una forbice tra 17,5-21,5. Nell’alleanza l’unica che potrebbe sopravvivere sarebbe +Europa di Emma Bonino, che naviga negli exit poll tra il 2,5 e il 4,5%: la proiezione al Senato però la indica al 2,3%. Insieme, Civica Popolare e Svp potrebbero anche non raggiungere l’1%, facendo disperdere nel nulla anche quei pochi voti raccolti: le proiezioni al Senato lo confermano. Anche per Liberi e Uguali gli exit poll non sono confortanti: la forchetta di Opinio li vede tra il 3 e il 5%, un risultato al di sotto delle aspettative. La proiezione al Senato li conferma sulla fascia bassa: 3,3%.

Gli exit poll delle elezioni italiane sono le breaking news sui siti internazionali, da El Pais a Sky News, da Le Monde al Guardian. Tutti riportano la vittoria della coalizione di centrodestra nel suo insieme sottolineando tuttavia che il Movimento 5 Stelle è il primo partito. Ma è diffusa la lettura di un “hung parliament”, ovvero di un ‘Parlamento appeso’ senza una maggioranza per governare

 




Elezioni tra code, disagi ed errori : alle 19 affluenza al 58%:

Alle elezioni politiche per il rinnovo della Camera alle ore 19 – ma il dato non è ancora definitivo – ha votato il 58% degli aventi diritto (circa 4.200 comuni su 7.958). Alle ore 12 l’affluenza registrata è stata pari al 19,38%. Lo rende noto il Ministero dell’Interno.

Code per le operazioni di voto per l’elezione di Camera e Senato oltreché per il rinnovo dei consigli regionali di Lombardia e Lazio. In molti seggi ritardi, sospensioni delle operazioni di voto per errori sulle schede e lunghe file hanno provocato proteste. A Palermo apertura di 200 seggi in ritardo per la ristampa delle schede. E schede con i nomi dei candidati di Camera e Senato sbagliati in un seggio a Roma, dove la presidente ha sospeso le operazioni, svuotato l’urna di 36 schede già votate, e ha ripreso le operazioni con le schede corrette. I 36 elettori dovranno tornare a votare. Situazione analoga nel collegio di Rivolta Bormida e Castelnuovo Bormida, in provincia di Alessandria. A Mantova, nonostante le schede stampate riportino il simbolo del Pd senza il riferimento al candidato presidente Gori, il voto è regolare e gli elettori sono stati informati.

Affluenze alle urne in aumento rispetto la precedente tornata

Alle elezioni per il rinnovo della Camera alle ore 12 ha votato il 19,43% degli aventi diritto. Lo si rileva dal sito del ministero dell’Interno. Nella precedente tornata elettorale del 2013, che però si svolse in due giorni, alla stessa ora si era recato alle urne il 14,94% degli elettori per la Camera. Alle regionali della Lombardia alle ore 12 ha votato il 19,92%, rispetto al 16,18% della precedente tornata elettorale. Alle regionali del Lazio alle ore 12 ha votato il 17,33%%, rispetto al 12,87% della precedente tornata elettorale. Chiamati al voto oltre 46 milioni e mezzo di elettori per la Camera dei deputati, quasi 43 milioni per il Senato della Repubblica. Si eleggono 618 deputati e 309 senatori, 18 parlamentari estero. E’ un Election Day, in quanto si vota anche per il rinnovo di Presidenza e Consiglio regionale di Lombardia e Lazio. Fari, anche dell’Ue puntati sul voto italiano, come sul referendum dell’Spd. “Le code registrate in queste ore, anche in altre città italiane, sono dovute in gran parte alle nuove operazioni richieste per il tagliando antifrode – scrive il Campidoglio in una nota -. Pertanto, rinnovando l’invito ai cittadini all’esercizio del proprio diritto di voto, si suggerisce di recarsi ai seggi prima possibile e comunque almeno un’ora prima della loro chiusura”. “Roma Capitale è al lavoro insieme con tutti i livelli amministrativi e i soggetti istituzionali coinvolti per un monitoraggio costante della situazione nei 2600 seggi elettorali della città. Tutti i seggi sono aperti ed operanti”, continua la nota. “Il Campidoglio sta monitorando costantemente la situazione al fine di una tempestiva risoluzione di eventuali problemi, come ha fatto con quelli finora verificatisi”.
I milanesi evitino “di recarsi al seggio nelle ultime ore di apertura”. E’ l’invito del Comune di Milano, che in una nota ricorda come “la collaborazione” dei cittadini sia “fondamentale per consentire un rapido avvio delle operazioni di spoglio”. Sono 1.248 i seggi allestiti nel capoluogo milanese e in molti si stanno registrando lunghe code. A rallentare le operazioni di voto è la nuova procedura per le schede delle elezioni politiche che prevede il tagliando antifrode.

Debutta il tagliando antifrode, con ‘code’ e errori

Si sono registrate proteste dei cittadini per le code dovute ai ritardi nell’apertura di alcuni seggi elettorali a Palermo per la distribuzione delle schede – poco meno di 200mila – ristampate nella notte. La causa è un errore nella perimetrazione dei collegi Palermo 1 e Palermo 2, con 200 sezioni interessate. Numerosi seggi hanno aperto con ritardi che in alcuni casi hanno superato le due ore e mezzo a causa delle distribuzione delle nuove schede elettorali ristampate durante la notte. L’errore era stato causato dall’inserimento di alcune sezioni del collegio Palermo 1 nel collegio Palermo 2.

In 36 hanno votato su schede sbagliate, ovvero con i nomi dei candidati alla Camera di un altro collegio

E’ successo nel seggio 2167 di Via Micheli 29 a Roma, nel quartiere Parioli, dove a segnalare l’errore é stato un cittadino che ha avvisato la presidente di seggio che ha sospeso le operazioni di voto, svuotato l’urna, preso le nuove schede corrette e iniziato nuovamente le operazioni. Disponendo di ricontattare i 36 elettori per farli rivotare. “La presidente ha sospeso le operazioni di voto, si è fatta dare dal seggio a fianco, il 2166, le schede corrette e ha fatto votare con quelle. Ma prima di far continuare le operazioni di voto ha chiuso la porta del seggio, ha aperto l’urna e l’ha vuotata togliendo le 36 schede votate fino a quel momento per metterle in una busta”, ha racconta all’ANSA una elettrice presente sul posto.

File, in alcuni casi anche lunghe, nei seggi per le votazioni in corso. In particolare a Roma, sono segnalate code in molte sezioni, dovute alle novità del voto, specialmente il tagliando antifrode che obbliga gli scrutatori prima a registrare ogni singola scheda per la Camera e per il Senato nel registro dei votanti e poi a strappare il tagliando dalle scheda prima di inserirla nell’urna. Le indicazioni sulle code vengono da vari quartieri, dalle zone centrali alla periferia.

Schede per la Camera sbagliate e operazioni di voto sospese nel collegio di Rivolta Bormida e Castelnuovo Bormida, in provincia di Alessandria. Dell’errore ci si è accorti dopo 40 schede votate: per la Camera erano pervenute le schede del collegio di Asti e non quelle del collegio Alessandria. A quel punto le operazioni di voto sono state sospese per un paio di ore nell’attesa che arrivassero le schede giuste: dopo l’autenticazione, si è ripreso a votare. “Nel giorno più importante di una democrazia, quello delle elezioni, sono ritardi ed errori inaccettabili, che spero non scoraggeranno la partecipazione dei cittadini”, ha commentato il presidente del Senato Pietro Grasso e leader di LeU commenta il fatto che a Palermo siano ancora chiusi molti seggi per via di errori fatti sulle schede.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha votato poco dopo le 8:30, nella sezione 535 della scuola Giovanni XXIII del quartiere Libertà a Palermo. Nel capoluogo si registrano ritardi nell’apertura di alcuni seggi a causa di un errore che ha causato la ristampa delle schede di 200 sezioni. Subito dopo il voto il Capo dello Stato è uscito dalla sezione elettorale dimenticando di ritirare il documento d’identità che il presidente di seggio ha subito provveduto a consegnare agli uomini della scorta. Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha votato a Roma nel suo seggio in via Daniele Manin alle 10 di stamani. Il premier è rimasto in fila attendendo il suo turno per votare. Silvio Berlusconi è stato contestato all’interno del suo seggio elettorale a Milano da una ragazza a torso nudo – probabilmente un’attivista delle Femen – che gli ha urlato ‘Berlusconi, il tempo è scaduto’. Il segretario del Pd Matteo Renzi ha votato nella sezione 10 del seggio allestito nel liceo Machiavelli di Firenze, in via Santo Spirito, in Oltrarno. Renzi era accompagnato dalla moglie, che vota in un altro seggio. Cori da stadio per il candidato premier del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, davanti alla scuola di via Pertini a Pomigliano d’Arco (Napoli) dove si è recato a votare nel seggio numero 18 del plesso “Sulmona”. Al grido “presidente, presidente”, una folla di cittadini ha accolto l’arrivo di Di Maio rendendogli difficoltoso il tragitto fino al seggio. “È sempre un’emozione essere qui – ha detto Di Maio – c’è gente che per cinque anni ha lottato per cambiare le cose, che hanno fatto un vero percorso con noi”. Il candidato premier si è messo in fila insieme ad un gruppo di cittadini e di supporter che gli chiedevano di scattare selfie insieme.
“Sono scaramantico, la situazione è buona ma aspetto i voti veri non quelli finti. Exit poll e sondaggi non ci prendono mai, aspettiamo i voti veri”, ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, arrivando al seggio per esprimere il voto, dove è rimasto in coda al seggio di via Martinetti, a Milano. Quando vota tanta gente è “sempre un bene, più gente vota meglio è”, ha risposto Salvini. Ma “mi sa che qualcuno al ministero ha fatto casino – ha aggiunto rispondendo ai giornalisti -, non ci puoi mettere un’ora a votare”.

Le schede elettorali provenienti dall’estero sono tutte giunte in Italia. E’ quanto conferma il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che passa ora il testimone alla Corte d’Appello di Roma per lo spoglio e lo scrutinio del voto.

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Elezioni Regione Lazio, candidati a confronto tra rifiuti, trasporti e sanità

Domenica 4 marzo è anche il giorno delle tornate elettorali regionali per Lombardia e Lazio. Sarà proprio sul teatro regionale che si cominceranno a figurare le prime coalizioni. Le regioni hanno potestà legislativa come sancisce l’art 117 della nostra costituzione che dopo la riforma del 2001 ha visto la limitazione delle ingerenze statali con il conseguente accrescimento di libertà normativa per le Regioni. Articolo che sottolinea, quindi, l’importanza della carica di governatore.

Mancano ormai due giorni al 4 marzo ed è utile sintetizzare le idee dei candidati laziali su alcuni temi chiave: rifiuti, trasporti e sanità

Si propongono alla presidenza laziale nove alternative: Roberta Lombardi per il M5S, il governatore uscente Nicola Zingaretti che punta alla seconda candidatura (sarebbe la prima rielezione in venti anni), Elisabetta Canitano corre per Potere al Popolo, Jean Leonard Touadì per Civica Popolare della Lorenzin, Stefano Rosati per Riconquistare l’Italia, Mauro Antonini per CasaPound, Giovanni Azzaro con Democrazia Cristiana, Stefano Parisi per il centrodestra e il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi. Secondo quanto emerge dagli ultimi sondaggi Ipsos per il Corriere della Sera, Zingaretti è dato al 33%, insegue Lombardi con il 29% mentre la divisione a destra inficia sulle percentuali: Pirozzi al 12% e Parisi al 22%. La somma delle ultime due percentuali indica che il centrodestra unito avrebbe potuto superare Nicola Zingaretti sostenuto da Pd e LeU.

RIFIUTI- per i quali la regione ha competenze di pianificazione.

Lombardi assicura attraverso dichiarazioni riportate da un quotidiano online che in un mese chiuderà il piano rifiuti e predisporrà lo sviluppo di impianti di compostaggio attuando, come già per Roma, un Piano di prevenzione della produzione dei rifiuti con un sostegno economico ai Comuni per la raccolta. Parisi pensa invece che il sistema degli inceneritori possa risultare una “grande opportunità” per creare energia da attuarsi in concerto alla bonifica di discariche dismesse. Pirozzi punta a favorire il sistema della raccolta differenziata sul territorio (65% quota di legge) al fine di raggiungere l’autosufficienza regionale: ammodernamento di impianti e accordi con la Grande Distribuzione per ridurre gli imballaggi. Zingaretti tra gli obiettivi raggiunti nel quinquennio da governatore annovera la chiusura nel 2013 di Malagrotta, il raddoppio della raccolta differenziata nel triennio 2013-2016. Il blocco degli inceneritori è un punto fondamentale della sua campagna sui rifiuti, con un finanziamento ai Comuni per gli impianti e le isole ecologiche per portare la differenziata al 70%.

TRASPORTI- con l’odissea quotidiana dei pendolari e il caos di Roma Termini

Lombardi, coadiuvata da Mobility Manager regionale, propone un forte miglioramento del servizio ferroviario, la razionalizzazione dell’azienda Cotral, un piano di manutenzione per le strade con un adeguamento della Pontina per collegare Roma e Latina. In ultimo la riduzione del traffico stradale promuovendo il telelavoro.
Parisi presenta un programma basato sulla rivalutazione del sistema stradale: completamento dell’autostrada Roma-Latina in congiunzione alla Roma-Civitavecchia con un miglioramento delle strade statali. Per quanto concerne i treni, il candidato del centrodestra vede ad una bigliettazione integrata e la riattivazione di linee dismesse rifacendosi a ditte private.
Pirozzi pensa al collegamento nel territorio tra Comuni garantendo regolarità e migliori trasporti.
Zingaretti prevede il sostegno al trasporto pubblico capitolino con un investimento di 240 milioni con la riabilitazione delle stazioni. Per la viabilità stradale suggerisce un’opera antisismica da attuare sulla Roma-Aquila (un miliardo di euro). Il problema Cotral sarebbe risolto con l’arrivo di 400 nuovi mezzi da aggiungere ai già funzionanti 300, per i quali si ravvisano però problemi per i sistemi di aiuto per i portatori di handicap.

SANITA’- il commissariamento della sanità laziale causa il disastroso debito che dovrebbe terminare nel 2018 con ancora molte problematiche

come abbiamo testimoniato da L’Osservatore d’Italia le assunzioni nel reparto sanitario sono quasi inesistenti, creando problemi di gestione e soprattutto di efficienza negli ospedali o ambulatori. Senza dimenticare il commissariamento della sanità laziale causa il disastroso debito che dovrebbe terminare nel 2018 con ancora molte problematiche. Lombardi gestirebbe il caos sanitario puntando alla riduzione dei tempi di soccorso creando una cronicità e un’assistenza anche domiciliare con il conseguente abbattimento delle attese. Promette anche nuove assunzioni. Parisi vede nei privati e nella tecnologia gli strumenti per la creazione di ospedali di comunità. Pirozzi mette il paziente al centro del suo programma per la sanità dove fa da perno la logica di sistema con il fondamentale ruolo giocato dalla decentralizzazione. Quest’ultima già chiosata a Ciampino dove il sindaco di Amatrice ha proposto tre organismi indipendenti per coadiuvare il governatore nella scelta del direttore generale. Zingaretti promette 5mila nuove assunzioni, apertura Case della salute e l’abbattimento liste di attesa.

Gianpaolo Plini




Elezioni 2018, Barbara Saltamartini (Lega Salvini): “Bisogna essere capaci di amministrare, non basta essere onesti!”

Pienone per la Lega di Salvini all’hotel Duca D’Este di Bagni di Tivoli in provincia di Roma in occasione di un incontro con il vicesegretario federale Giancarlo Giorgetti a fianco della deputata Barbara Saltamartini, candidata alla Camera di tutto il centrodestra nel collegio uninominale. Giorgietti è un fiume in piena, non vuole essere definito economista perché “i professori” hanno affossato l’Italia mentre il suo obiettivo è liberarla e risollevare l’economia del Paese cominciando dal ristabilire bene i ruoli con l’Europa che non deve imporre prodotti stranieri agli italiani, non deve dettare legge e mettere in ginocchio le imprese. Parola di un politico nominato dal Quirinale il 30 marzo 2013 membro del gruppo di lavoro per le proposte programmatiche in materia economica e sociale, segretario nazionale della Lega Lombarda dal 2002 al 2012, capogruppo per la Lega Nord alla Camera dei Deputati per la XVII legislatura. Uno che di conti e di stoffa ne ha da vendere: è stato anche dal 2001 al 2006 presidente della Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione. Inoltre, durante il Governo Berlusconi II e Sottosegretario alle infrastrutture e ai trasporti.

IL VICE SEGRETARIO FEDERALE DELLA LEGA GIANCARLO GIORGETTI INTERVISTATO DA CHIARA RAI

Se una persona così mette la faccia per Saltamartini significa che la Lega candida pezzi da novanta

Quello di Bagni di Tivoli è stato un incontro con i professionisti, imprenditori e rappresentanti delle piccole medie imprese che vedono nella candidatura di Barbara Saltamartini un’ancora di salvezza per potersi risollevare dalla crisi. Realtà che rappresentano una ricchezza per il territorio e per l’economia locale che per la candidata deputata Barbara Saltamartini si possono tutelare e valorizzare soltanto abbassando le tasse e semplificando la burocrazia. Saltamartini ha visitato il Centro agroalimentare Roma, una realtà di persone e uomini che hanno bisogno di risollevarsi. La Saltamartini fa politica da 25 anni, sa stare in mezzo alla gente e raccoglierne le istanze per poi impegnarsi a risolverle. Appare cosciente del momento di crisi che attraversa l’Italia e della necessità di risollevarsi cercando di rimettere prima di tutti gli italiani al centro: cercando di alleggerire il peso dovuto alle tasse e ripristinare quel “decoro” che in assoluto manca sotto il profilo di tutti i servizi primari che oggi difettano: dalla viabilità alla sicurezza passando per i trasporti e una pianificazione che punti al benessere, sviluppo e crescita di una grande comunità oggi allo sbando.

LA DEPUTATA BARBARA SALTAMARTINI (LEGA SALVINI), CANDIDATA ALLA CAMERA DI TUTTO IL CENTRODESTRA NEL COLLEGIO UNINOMINALE INTERVISTATA DA CHIARA RAI

Saltamartini e Giorgetti hannno fatto emergere come sia davvero possibile ristabilire la vicinanza e la fiducia tra la politica e i cittadini che devono tornare a sentirsi partecipi

“Ho scelto di fare una campagna elettorale tra la gene – ha detto Saltamartini – quel contatto umano e personale necessario per ripartire”. Saltamartini ha parlato della criticità dei trasporti e viabilità ferroviaria di Guidonia dove “è assurdo che in tutti questi anni non si sia realizzato il raddoppio e le strade sono colabrodo, non c’è decoro”.

E poi ancora sulla necessità di riportare lavoro qualificato in Italia: “Mandiamo via eccellenze, i cosiddetti cervelli in fuga – aggiunge Saltamartini- e facciamo entrare gente che non ha preparazione e delinque. Non parliamo della sicurezza poi, con tantissimi anziani che hanno paura a girare anche la mattina”.

Poi un distinguo importante fatto dalla candidata alla camera tra la Lega e i Cinque stelle: “C’è una grande differenza, bisogna essere capaci di amministrare, non basta essere onesti! Ovunque governino i Cinque Stelle c’è l’immobilismo mentre noi abbiamo bisogno di far ripartire l’Italia e di mettere al primo posto le esigenze degli italiani, prima la certezza di un futuro migliore ai nostri figli”




Elezioni, Pd e Imam: “nel segreto dell’urna, Allah ti vede”

A dirlo oggi, può sembrare una battuta di spirito, ma all’inizio degli anni ’50 venivano affissi manifesti, sponsorizzati dal Vaticano, che minacciavano di scomunica chiunque avesse votato PCI, o esortato altri a farlo. La scomunica – della quale Milingo, che ne aveva ricevuta una, disse che ‘non valeva la carta su cui era stata scritta’, ma che ha sempre molto impressionato il cattolico domenicale medio – è stata uno strumento potente di sanzione spirituale quando il Papa esercitava anche un potere temporale che poteva abbattere re e governi, e può darsi che, nel 1950 o giù di lì, molti non l’abbiano ben compresa. In realtà, ci si chiede come faccia il sacerdote a sapere se chi si presenta a lui per ricevere l’ostia fosse iscritto alla Massoneria, o avesse, nel tempo, esortato a votare PCI. Oggi alla scomunica non crede , forse, più nessuno, visto lo scadimento spirituale di una Chiesa Cattolica che bada più a valori molto terreni. Ma negli ani ’50, nel primo dopoguerra, questo faceva ancora effetto. Di questa storia, riportata in chiave satirica, ci ha testimoniato Giovannino Guareschi, in uno dei suoi racconti, trasformati in film, con protagonisti Don Camillo e Peppone, sindaco di Brescello. Bisogna prima di tutto dire che all’epoca la contesa politica si muoveva fra un Vaticano, portatore di certi valori spirituali di fede e religione, e un PCI che ancora dipendeva dagli atei sovietici; i quali cercavano di acquisire potere politico anche con una lotta religiosa. Famosa la frase diffusa da don Camillo/Fernandel tramite un altoparlante montato sul campanile della chiesa. “Nel segreto dell’urna, Dio ti vede, Stalin no.” berciava il buon prete a tutta la popolazione radunata in piazza per ascoltare il comizio del compagno Peppone/ Gino Cervi.

Ora pare che la storia si ripeta con gli imam, portatori assoluti della parola di Allah nelle loro moschee, e ai quali nessuno si sogna di disobbedire, pena una fatwa, condanna a morte. “Nel segreto dell’urna, Allah ti vede”. Come riferiscono i media, infatti, pare che dopo numerosi incontri ad alto livello, riservati a pochi ma potenti – spiritualmente – personaggi, capaci di orientare le coscienze islamiche, con esponenti DEM, tutti gli imam, durante il venerdì di preghiera, esortino i fedeli a votare PD, il partito che ha loro promesso, oltre che una maggiore considerazione e disponibilità a proposito dei luoghi di culto, nientemeno che lo Ius Soli, cioè la possibilità di avere in dono la cittadinanza italiana con la massima facilità. Argomento molto caro alla Boldrini, che, se fosse per lei, probabilmente l’Italia sarebbe un immenso campo profughi.

Così Renzi, Gentiloni, Napolitano & Co, si troveranno nel carniere i voti di circa due milioni di musulmani presenti sul territorio

Di contro, ai seguaci di Allah non andrebbe certo che al governo ci fosse un Salvini, che mette prima di tutti gli Italiani, stirpe ormai negletta e tartassata. Dopo gli extracomunitari e i cinesi, inviati ai gazebo per un voto alle primarie del PD, dunque, Renzi può sfruttare anche il voto di chi vorrebbe tutti i cristiani decapitati, e che questo fa, nella realtà, nei paesi a maggioranza musulmana. Chi avesse il desiderio di rendersi conto della situazione, può andare a consultare il sito www.porteaperte.org, che tratta ogni settimana di vari casi di persecuzione religiosa nei confronti dei credenti cristiani e dei missionari. Oggi, ad esempio, nell’India di quel Narendra Modi che ha tenuto in ostaggio per anni due nostri fucilieri di Marina perfettamente innocenti, solo per sfruttarli a livello politico, si sta sviluppando un processo di ‘induizzazione’ tale, per cui ai nostri correligionari viene impedito di esercitare il culto cristiano, oltre a varie persecuzioni violente – per esempio sequestrare e distruggere Bibbie, o peggio – per i quali reati nessuno è perseguito, anzi, incoraggiato. Non altrettanto accade in Italia, dove esiste una effettiva e larga libertà di culto, anche a favore di chi i nostri valori cristiani disprezza e combatte. Fa specie pensare che un partito politico che governa l’Italia da tempo – con risultati più che opinabili, nonostante l’orientamento dei giornali – possa ‘vendere’ una parte della nostra nazione a stranieri nemici, che non sognano altro che l’islamizzazione dell’intero Occidente, soltanto per un pugno di voti ed una facile acquisizione del potere.

Roberto Ragone




Nemi, Corrieri e Cortuso: “Trasparenza e Partecipazione, queste sconosciute”

NEMI (RM) – È tempo di Bilanci. Bilanci di previsione, per l’esattezza: quello per cui la scorsa settimana i Consiglieri Carlo Cortuso e Patrizia Corrieri sono stati costretti a chiedere il rinvio della discussione ad altra seduta, ovvero nei tempi e nelle modalità previsti dalla legge.

Tale iniziativa si è resa necessaria in quanto la relazione del Revisore dei conti, obbligatoria per legge, non era stata allegata agli atti e non poneva i Consiglieri nelle condizioni di predisporre emendamenti allo schema di bilancio, privandoli di fatto del diritto e dovere di fare emergere gli aspetti critici delle politiche pubbliche programmate dalla maggioranza.

“La realtà che viviamo oggi ai tempi dell’amministrazione Bertucci – dicono i consiglieri – è diametralmente opposta ai valori fondanti di Ricomincio da Nemi, per i quali riteniamo fondamentale il coinvolgimento dei cittadini nella vista amministrativa del paese.

Uno strumento di coesione, propedeutico e di supporto al Bilancio Preventivo è quello che nel nostro programma abbiamo chiamato BILANCIO PARTECIPATIVO, ovvero un confronto aperto tra Amministrazione e cittadini volto alla definizione di scelte condivise, che faccia emergere quali sono le priorità assegnate dalla comunità verso i suoi stessi bisogni e che si trasforma in una pratica efficace per la gestione delle risorse.

Tramite questo processo di partecipazione, che si concretizza attraverso incontri e assemblee programmate con i cittadini, ciascuno può esprimere le sue necessità, definendo quali siano le più urgenti o rilevanti.

L’Amministrazione, preso atto delle proposte e analizzando le risorse finanziarie inserite, può decidere come indirizzare o variare tali risorse da un progetto ad un altro. Di questa pratica ne siamo così convinti – concludono Cortuso e Corrieri – da aver previsto l’Assessorato alla Partecipazione e Trasparenza per coordinare e gestire questi processi. Ben al di sotto delle buone pratiche di democrazia e partecipazione dunque è l’approccio dell’Amministrazione Bertucci, ma Ricomincio da Nemi vigila e lavora affinché ai cittadini sia garantito almeno il rispetto essenziale delle regole”.




M5S, Di Maio scopre le carte: ecco i ministri

Pasquale Tridico, economista e docente all’università di Roma tre, al Lavoro; Alessandra Pesce, ex dirigente del ministero dell’Agricoltura e capo della segreteria tecnica con il vice ministro Andrea Olivero all’Agricoltura e Giuseppe Conte, professore di diritto privato, alla ‘Pubblica amministrazione, deburocratizzazione e meritocrazia’. Sono i nuovi nomi di ministri indicati dal leader M5s Luigi Di Maio, secondo l’anticipazione di alcuni siti giornalistici, confermati da fonti parlamentari. Stamattina, a quanto apprende l’ANSA, il candidato premier M5S Luigi Di Maio ha riunito per la prima volta la squadra dei ministri da proporre al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Al centro di questa sorta di “consiglio dei ministri” pentastellato i programmi e gli obiettivi del potenziale governo del Movimento. L’incontro, tra l’altro, è servito anche ai candidati ministri per conoscersi. “Con questa squadra possiamo cambiare davvero il Paese”, ha spiegato uno dei partecipanti all’incontro secondo quanto riferito da fonti pentastellate. Di Maio è atterrato in mattinata da Palermo, dopo il comizio di ieri sera, e fino al primo pomeriggio è rimasto alla Camera dei deputati.

Gentiloni, surreale governo ombra M5s “La posta in gioco di queste elezioni di domenica è paragonabile a una scelta di campo, dirimente: a guardare la campagna elettorale non sembra. Siamo in questo festival surreale di proposte miracolose. Per la prima volta c’è un governo ombra che si presenta prima delle elezioni. Di solito perdi le elezioni e presenti un governo ombra, qui invece lo fanno prima delle elezioni”. Lo dice Paolo Gentiloni nel suo intervento al cinema Adriano di Roma.

Di Maio, Fioramonti ministro Sviluppo economico – “Allo Sviluppo economico una eccellenza italiana di grande competenza come il professore di Economia politica all’Università sudafricana di Pretoria Lorenzo Fioramonti”. Lo annuncia il leader del M5s, Luigi Di Maio, in una intervista al Corriere della Sera, che sull’ipotesi governo di scopo precisa: “Nel nostro contratto saranno indicate le cose da realizzare per il Paese e i tempi entro cui farle”. Per quanto riguarda i temi su cui proporre un accordo, di Maio spiega che sono quelli “su cui a parole tutti dicono di volersi impegnare: ridurre le tasse, tagliare gli sprechi, dare soldi alle famiglie, alzare la pensione minima, ridurre fortemente la disoccupazione giovanile”. “Mi risulta – dice poi Di Maio sulla presentazione al Colle nei giorni scorsi della lista dei ministri – che al Quirinale non vi è stata alcuna irritazione. La mia scelta di comunicare la nostra proposta di squadra di governo è stata un atto di cortesia dettata proprio dalla consapevolezza e dal massimo rispetto delle prerogative del presidente”. “Grillo non è mai stato assente – rimarca quindi -, ha ripreso i suoi spettacoli e la sua attività ma ci siamo sentiti spesso e venerdì sarà con noi a Piazza del Popolo”. Infine, alla domanda se il Movimento non abbia fatto troppi errori nella composizione delle liste, di Maio risponde: “Intanto diciamo che si tratta di meno dell’1% di casi. Nella maggior parte si è trattato di persone che ci avevano omesso informazioni del loro passato che sono trascurabili per gli altri partiti ma non per noi che abbiamo un codice etico ferreo. Un codice di cui io sono fiero perché garantisce ai cittadini la massima trasparenza sui nostri eletti”.

Fioramonti, a Mise approccio nuovo a sviluppo sostenibile – “Accetto con orgoglio la candidatura a Ministro dello Sviluppo Economico resa pubblica da Luigi Di Maio oggi. Sono cosciente della grande responsabilità che pertiene all’incarico e dell’importanza di un approccio nuovo allo sviluppo sostenibile per il Paese. Finalmente la possibilità di mettere in pratica ricerche che conduco da oltre un decennio. #loradelriscatto”. Lo afferma, in un post su facebook, Lorenzo Fioramonti, indicato dal candidato premier M5S Luigi Di Maio come “ministro ombra” allo Sviluppo Economico.

F.Boccia, Fioramonti? Qualità di vita in Bilancio grazie Pd – “Lorenzo Fioramonti? Bravo, ma teorizza cose che abbiamo già introdotto nella legge di Bilancio. Qualcuno nel M5S gli dica che hanno già votato la nostra proposta. Se sono in buona fede ci aiutino ad andare avanti”. Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera e capolista a Montecitorio nel collegio plurinominale del Salento, a margine di una visita all’area industriale di Lecce. “Inserire il Bes nel Bilancio dello Stato – continua – è stata una vera innovazione culturale, che nasce con il lavoro straordinario svolto dall’Istat con Enrico Giovannini prima e con Giorgio Alleva poi. Con il passaggio a 12 indicatori dal prossimo Def si entrerà a regime, anche perché faranno ingresso parametri chiave come quello sulle disuguaglianze, sul consumo di suolo o sulla dispersione scolastica. Non è stato semplice vincere le resistenze dei ‘cultori del Pil’, ma possiamo dire di esserci riusciti con i fatti”.




Più Europa, la Bonino e l’asino digiunante

Intervistato da Bianca Berlinguer sulla campagna elettorale in corso, il 92enne Andrea Camilleri, inventore del celebre Commissario Montalbano, e non solo, non ha esitato a dichiarare che secondo lui, la presente campagna elettorale è la peggiore che ricorda di tutta la sua lunga vita. Anche lo scrittore si rammarica che questa campagna elettorale risulta piena di promesse irrealizzabili con tante comparse buone sole ad urlare “venghino, venghino” Tante promesse che non potranno mai realizzarsi! Come non condividere il giudizio dello scrittore?

Per le piazze e nei salotti dei vari talk show non si assiste altro che a dei monologhi, che ricordano quelli degli straccivendoli che urlano invitando le casalinghe: “venghino o donne, ammirate quanta bella roba, ci siamo impazziti, tutto a prezzo di costo, venghino o belle signore”.

La politica deve essere una cosa seria e la campagna elettorale deve rappresentare un felice evento in cui un paese si ritrova. Un momento importantissimo in quanto si decide il destino del Paese. Conoscere per deliberare, scriveva Luigi Enaudi nel suo “Prediche Inutili” ma in questa campagna elettorale il “conoscere” non è dato. Per gli italiani del 2018 quanto scritto da Enaudi si è ridotto a sola teoria perché nella pratica il momento della campagna elettorale è diventato una vera farsa, un momento grottesco. In piazza si presenta il politico che, anziché illustrare il suo programma elettorale, fa più la parte del prestigiatore che in mezzo all’arena del Circo, fa del suo meglio, per divertire i convocati. In ogni piazza mediatica o quella reale, arriva il circo di turno e le comparse sono tutte divertenti. In giro regna una strana sensazione, anziché fare rabbia, questa volta fanno pena e mentre si sproloquiano a ruota libera, alla gente tornano in mente tanti racconti divertenti, quando in tempi lontani, ci si incontrava sul muretto nelle fresche serate d’estate a raccontare le storielle. La crisi, nonostante le rassicurazioni che piovono dall’alto, demorde ancora e miete vittime tra i 18 milioni e mezzo di famiglie che ogni giorno devono ingaggiare una strenua lotta per la sopravvivenza.

La lista “Più Europa” di Emma Bonino, al peggio non c’è mai fine?

Punto d’eccellenza del programma “+Europa” è : “Bloccare la spesa pubblica per cinque anni, il debito scenderà sotto al 110%” Si ritorna a Luigi Enaudi: “conoscere per deliberare”.
La signora Bonino chiede dall’elettorato carta bianca, comprare a scatola chiusa, chiede di essere ben rappresentata in Parlamento e, parola di Più Europa, bloccherebbe la spesa pubblica per cinque anni, ed asserisce lei, salverebbe l’Italia. La Bonino forse ignora che agli elettori deve qualche spiegazione sul come avverrebbe il processo, la gente vuole conoscere per deliberare.
Si sa che della spesa pubblica uno Stato non può fare a meno. L’istruzione, la sanità, la manutenzione delleviabilità, strade urbane e non, semafori e polizia, la manutenzione del patrimonio artistico e archeologico sono tutte voci di spesa correnti che difficilmente si può fare a meno di ignorare a meno che non si intenda votarsi al decadimento completo. Poi con la spesa pubblica lo Stato deve fare fronte alla piaga della criminalità, la sicurezza, il dissesto idrogeologico e l’inquinamento, anche questi fattori importanti nella vita di un Paese.Con la spesa pubblica lo Stato ha il compito di attenuare le disuguaglianze, fare investimenti per incentivare l’occupazione, e questo non è cosa da poco. Non bisogna essere laureati all’università di Harvard o altre prestigiose, per capire che bloccando la spesa pubblica si incepperebbe tutto il meccanismo dello Stato. Tutt’altra cosa invece, parlare di una seria e vera spending review, abolizione dei privilegi, degli sprechi, delle ruberie, degli enti inutili e di tutti i favoritismi. Che cosa vuole fare la Bonino, fermare la spesa anche per gli interessi sul debito pubblico? Questo significherebbe solamente dichiarare fallimento. Gli italiani, alla fine della dieta quinquennale griffata “ Più Europa”, come si ridurrebbero?

Alla lista Più Europa si suggerisce la lettura del racconto dell’asino digiunante:

Si racconta di un tale che aveva provato ad insegnare al proprio asino a non mangiare. Diceva di esserci riuscito ma che, purtroppo, proprio quando aveva imparato bene, l’asino era morto.
Le idee rivoluzionarie non sono sempre intelligenti. Ci sono stati dei casi che hanno causato il declino di un Paese.

Emanuel Galea




Guidonia, Saltamartini (Lega): “Città è discarica a cielo aperto, incapacità M5S”

GUIDONIA (RM) – “Guidonia Montecelio come una discarica a cielo aperto. Così l’ha ridotta la giunta M5S. Girando oggi tra i mercati della città, durante il mio tour elettorale, tanti cittadini mi hanno raccontato indignati, facendomi vedere video e immagini, di intere piazzole adibite alla raccolta del vetro ridotte a un vero scempio. Io stessa ho potuto appurare personalmente questa vergogna”. Lo dichiara la deputata Barbara Saltamartini, candidata alla Camera per il centrodestra nel collegio uninominale di Guidonia Montecelio.

“Sembra che l’assessore competente si sia dimenticata di rinnovare il contratto con la ditta incaricata per lo smaltimento del vetro e se ne sia accorta solo dopo due settimane. Sembra una barzelletta, ma purtroppo non lo è. Sciatteria, incompetenza e incapacità. A pagarne il prezzo sono soltanto i cittadini. Ma quale credibilità e affidabilità possono avere queste persone? Nel frattempo – prosegue Saltamartini – ieri a Roma un altro Municipio a guida grillina è crollato. Questa è l’ennesima conferma che chi non sa amministrare le città non può pensare di governare il Paese. Il centrodestra e la Lega, nelle città, nelle regioni e alla guida dell’Esecutivo nazionale sono sempre stati garanzia ed esempio di buon governo. Il 4 marzo non ci sono alternative”.




Ardea, una casa per Filippo e Rosa: Simone Carabella ancora una volta in pole position con la solidarietà

ARDEA (RM) – Un prefabbricato in legno per Filippo e Rosa, la coppia di anziani di Ardea costretti, fino ad oggi, a vivere in una baracca. A darne la buona notizia è Simone Carabella, candidato consigliere regionale con FDI. Carabella aveva fatto visita alla coppia di anziani la scorsa settimana dove constatava la gravosa situazione che perdurava “nell’indifferenza più totale”.

Appresa la notizia una ditta di Velletri -Roberto Trulli – contattava quindi Carabella mostrando solidarietà e collaborazione. Così oggi il candidato e la sua squadra sono tornati sul posto e stavolta, per consegnare alla coppia le chiavi della loro nuova casa, un prefabbricato in legno che rappresenta un primo passo verso una vita più dignitosa.
“Si è messa in moto la macchina del cuore degli italiani – ha detto emozionato Carabella in diretta da Ardea – ancora una volta a perdere sono state le Istituzioni. Noi abbiamo dato prova di come le soluzioni si riescono a trovare anche solo attivando una rete di sostegno tra i cittadini.