Governo, era post “il Bomba” di Firenze: Pd-M5s o Lega-M5s? Un matrimonio s’ha da fare

Da sondaggi pubblicati da un quotidiano, pare che i piddini non siano contrari ad una collaborazione con M5S, nella misura del 59%. Meno disponibili i grillini, al 49%. Sono comunque numeri sui quali si può fondare una seria trattativa, eliminata la pietra d’inciampo, cioè don Matteo Renzi, il ‘padrino’ che ha regnato sul Partito Democratico, a volte con un piglio che nulla aveva di democratico. Il padre padrone del partito di governo non ha badato ad altro che a consolidare la propria posizione politica, calpestando perfino i diritti dei cittadini, travolti da provvedimenti tesi ad ingraziarsi le varie lobby, tra l’altro in odore di contribuzioni alle varie fondazioni renziane.

 

Ricordiamo il fallito referendum sulle trivelle, che l’ex presidente del Consiglio ha boicottato in ogni modo, non adottando un election day che avrebbe fatto risparmiare qualcosa come trecentomila euro alle casse dello Stato, e incitando gli aventi diritto al voto ad andarsene piuttosto al mare.

Ricordiamo il disastroso referendum, voluto da lui e firmato – qualche malelingua dice in maniera posticcia – da una Maria Elena Boschi che da sempre è stata la ‘pupilla’ di Renzi. Anche qui le malelingue ci hanno sguazzato, parlando di incontri ‘didattici’ a due a proposito di argomenti politici, tenuti a Firenze, in via degli Alfani, 8 ultimo piano vista tetti: un dipendente del Comune di Firenze per aver rivelato questa notizia vera o falsa che sia, ha dovuto subire numerose querele.

Ricordiamo le promesse mai mantenute da Renzi e Boschi di lasciare la politica quando il referendum costituzionale non fosse passato.

Ricordiamo la trivellazione entro le dodici miglia, imposta in sordina nonostante fosse stata bocciata a furor di popolo; trivellazione assolutamente improduttiva e dannosa. Ricordiamo le misure a pro delle banche in difficoltà, che hanno bruciato i risparmi di migliaia di persone, mai rimborsati.

Ricordiamo il caso MPS, su cui incombe ancora una morte oggetto di indagini.

Ricordiamo gli ottanta euro di elemosina elettorale, per ottenere i quali è stato necessario negoziare uno sforamento dei conti con l’UE, – quando don Matteo asseriva di aver ‘battuto il pugno’ sul tavolo – a fronte del quale dobbiamo subire sbarchi quotidiani di disperati di tutti i colori di pelle. Ottanta euro – ma poi, perché proprio ‘ottanta’? – prontamente ritirati nella maggior parte dei casi.

Ennesima beffa di un personaggio che già da quando era bambino era – a sentire chi lo chiamava ‘bomba’ – un campione di bugie

Bisogna dire che in politica le bugie rendono, e la storia ce lo insegna. Secondo alcuni sondaggi, gli elettori preferiscono una persona che abbia ‘capacità politica’, cioè la capacità di imbrogliare le carte, piuttosto che una persona onesta, della quale tutti hanno paura, chissà perché. Ad ognuno le sue conclusioni. Così, il gemellaggio PD-M5S pare che sia possibile, si tratta solo di far maturare i tempi. Sull’altra ipotesi – alleanza M5S-Lega – troviamo una notizia: a Laives, un ridente paesino in provincia di Bolzano, come ci riferisce il sindaco leghista Christian Bianchi, già da due anni funziona egregiamente un governo cittadino Lega-M5S-SVP. Decisivo è stato l’accordo su alcuni punti fondamentali, compreso quello sui migranti, presenti in numero di 60, e tutti impiegati variamente nella vita del paese – diciottomila abitanti – di modo che nessuno rimanga inattivo. Determinante per il governo di Laives è stato l’appoggio esterno dato dal M5S. “A Laives non si fanno proclami ed ordinanze farsa” dice il sindaco Bianchi “si opera con coraggio, determinazione e caparbietà per arrivare ad avere risultati.”
Certo, un paese di diciottomila anime ha problemi e andamento diversi da sessanta e passa milioni di persone; una cosa però bisogna sottolineare: nella politica nazionale gli scopi sono diversi, come dimostra l’esperienza Matteo Renzi. In un piccolo centro si opera per il bene della comunità; in quell’altro teatro la mira è quella di acquisire potere personale, come dimostrato. Alla faccia dei cittadini. Terza ed ultima ipotesi da considerare è un Gentiloni-bis. Abbiamo notato che a tutto questo andirivieni è mancata finora la presenza e la parola di re Giorgio. Un Napolitano che ha già in altra occasione espresso la sua preferenza per Paolo Gentiloni, fuor dai denti. Un Gentiloni-bis non sarebbe una soluzione a lungo termine, ma piacerebbe molto alla Merkel e all’UE, oltre che a Napolitano. In questo caso potremmo parlare di governo di scopo, che ci porterà alle urne magari in autunno e dopo aver cambiato la legge elettorale. Staremo a vedere. Nel frattempo le cose maturano, come le nespole, con il tempo e con la paglia. Tornare al voto con il Rosatellum non risolverebbe granchè, tranne che a confermare, a nostro avviso, le posizioni già note, tranne forse qualche piccolo spostamento. Diverso sarebbe cambiare le regole e creare una legge su misura per la situazione che già conosciamo nelle sue grandi linee. Avremmo la partecipazione, probabilmente, di un nuovo partito creato da Renzi, che non vuol mollare l’osso, e metterebbe in campo tutte le risorse del suo Giglio Magico. Un Renzi che non ha capito la lezione, – in realtà la sconfitta del PD è stata quella di un voto contro di lui – e pare che pretenda la guida del Copasir per uno dei suoi: una manovra tentata anni fa, ma che gli andò buca. Una nuova consultazione elettorale costerebbe denaro e tempo. Denaro pubblico, e tempo che non c’è. L’Unione Europea, a cui purtroppo dobbiamo rendere conto, pare, anche per le erbe aromatiche nelle nostre cucine, aspetta una risposta.

Roberto Ragone




Elezioni, Nicola Zingaretti: “Pronto a correre alle primarie del Pd”

Mossa del neogovernatore del Lazio Nicola Zingaretti scende in campo per la segreteria Pd dopo le dimissioni di Matteo Renzi. “Io ci sarò”. Nicola Zingaretti, rieletto Presidente della Regione Lazio risponde così a Repubblica a proposito delle primarie del Pd aggiungendo, “Anche alle primarie, non escludo nulla”. Sull’intesa con M5S è netto: “Restiamo all’opposizione”. Il motivo dei 341mila voti presi in più del Pd alle politiche? “Buona amministrazione e rilancio dello spirito dell’Ulivo”. E su Renzi spiega: “Un’esperienza che non possiamo liquidare” e lo invita a spingere “verso la rigenerazione.

 

Lunedì la direzione Pd per decidere il percorso in vista delle consultazioni al Quirinale. “In questo momento la situazione è opposta. Ognuno deve prendere la sua barchetta e andare in soccorso del Pd. Disfatte se vissute con dignità e onore possono essere la premessa per una vittoria futura. #dunkerque”. Lo scrive su Twitter il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda rispondendo a chi gli faceva notare che “una nave senza capitano, soprattutto in questo momento, non può navigare, si rischia ammutinamento generale. Il capitano è importante e deve essere quello giusto”.




Elezioni 2018: Il paradosso politico, specchio di un paese confuso e contradditorio

Solo contro tutti Matteo Renzi non sembra voler mollare e la debacle assoluta del PD, ad una trentina di ore dall’esito catastrofico delle elezioni, appare come una meschina messa in scena che mostra un premier indispettito, piagnucoloso e ostinato proprio come un bimbo che non intende separarsi dal giocattolo rotto destinato alla pattumiera.

Il quadro politico e il senso stesso del PD oltre a non esistere più assume sempre più le fattezze di un buco nero nel cosmo che attira a sè e divora ogni “forma sinistroide” che vive in periferia e che sperava di rappresentare la nuova sinistra di fine ventennio degli anni duemila. La comunicazione di dimissioni di Matteo Renzi, congelata nella sua concreta essenza fino alla formazione del nuovo governo, è la prova di una spregevole mancanza di interesse nel raggiungimento il prima possibile di un governo necessario a tessere le fila per il raggiungimento di un assesto politico che ci renda meno vulnerabili in Europa.

Il Rosatellum creato ad arte per rendere difficile e dilazionate le necessarie alleanze pro-governo ci espongono pericolosamente a possibili altalene nell’economia di Piazza Affari con probabili innalzamenti dello spread rischiando di vanificare tutti quegli sforzi ad oggi compiuti per risollevare l’economia.

Gli occhi di Pietro Grasso, apparsi spenti durante il comunicato stampa di Liberi e Uguali, racconta la triste storia, seppur breve, di un grande uomo che ha creduto davvero d’essere l’artefice di una nuova svolta verso una nuova sinistra in grado di concretizzare la propria essenza ma si è dovuto ricredere e comprendere quanto lungo sia il suo cammino lontano da facili ed immediati successi.

Una sinistra confusa e indecisa che in molti anni ha solcato una ferita che richiede numerosi punti di sutura e che Liberi e Uguali ha pensato di curare con un semplice e frettoloso cerotto

Un altro lembo di una forza di sinistra come Potere al Popolo ha ottenuto un contentino, un “gettone di presenza” che comunque ha premiato la capacità di creare in poco tempo una concezione di sinistra 2.0 determinata e coraggiosa con dei contenuti concreti che dovranno ancora trovare un serio sviluppo aldilà dell’entusiasmo giovanile dei tempi sessantottini. Chi ha vinto è un movimento dai buoni intenti ma che dovrà dimostrare d’essere in grado di saltare con un balzo una “gavetta istituzionale” che ad oggi pone seri dubbi su un possibile successo di risultati e proprio in Sicilia, che si è rivelata quale grande bacino di voti ottenuti, il movimento comincia ad essere sostenuto dall’imprenditoria isolana che plaude alle aperture a destra e sinistra nell’unica occasione d’oro di formare un governo qualora il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ne conferisse l’incarico. Una forza dirompente che ha il suo vertice assoluto nel Comune di Priolo Gargallo nel siracusano dove il consenso pentastellato ha raggiunto la percentuale micidiale del 70% alla luce anche dell’arresto per truffa del sindaco Antonello Rizza di Forza Italia.

Quel che si attende con impazienza sarà il giorno 23 Marzo dove il Presidente Mattarella conferirà l’incarico del nuovo governo e le previsioni parlano anche di una possibile scelta diretta verso la prima coalizione vincente alle ultime elezioni

Il centrodestra rinvigorito da un notevole successo di consensi alle votazioni relative alla scheda per il Senato si trova a dover da subito chiarire una sua leadership necessaria per seppellire dubbi ed incertezze che possono confondere il proprio elettorato, impresa non facile visto che il fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi non sembra voler cedere lo scettro del premier di coalizione. Dal canto suo però va detto che Berlusconi, sempre più affaticato e smemorato, ha condotto una campagna elettorale decisamente più leggera e ridotta per ragioni di età avanzata e per queste ragioni adesso si trova a dover pagarne l’amaro prezzo. I comizi nella piazze non si possono abbandonare e le televisioni, per quanto seguite da un numero enorme di italiani, non potranno mai trasmettere quella sensazione di presenza fra la gente e di partecipazione attiva rispetto ad un freddo teleschermo usato per promettere la luna e una “flat tax” diretta e spedita a favore palese dei più abbienti. Questa campagna elettorale ha scongiurato anche le previsioni e i timori per un largo consenso all’organizzazione presente nelle schede elettorali come Casapound che si era illusa di andare oltre la soglia del 3% ma che non è neanche riuscita ad ottenere un punto percentuale. La rabbia e le accuse del loro leader ai microfoni televisivi della diretta televisiva contro il conduttore Enrico Mentana reo di non aver dato spazio e visibilità sufficiente, dimostra quanto certi atteggiamenti siano immaturi, ridicoli e del tutto inadeguati come possibile forza politica al governo.

Il quadro politico delle elezioni 2018 italiane assume i connotati di una matassa difficile da sbrogliare dove troppi contendenti si dichiarano i veri vincenti della partita e nel paradosso più totale la sinistra con Zingaretti si riprende la Regione Lazio andando a complicare maggiormente il districato percorso verso un equilibrio che difficilmente avrà la sua attuazione in poco tempo. Gli italiani hanno comunque deciso che è meglio una nuova forza politica giovane inesperta ma di buone intenzioni che vecchi spettri a destra e sinistra dal sapore “riciclato” e riproposto ancora una volta.
Paolino Canzoneri




Saltamartini: “Lega è il primo partito anche nel Lazio”

LAZIO – “Matteo Salvini ha compiuto un’impresa straordinaria. La Lega è il primo partito del centrodestra in tutta Italia. E primeggia anche nel Lazio. Per il voto alla Camera oltre 400mila laziali hanno barrato il simbolo Lega-Salvini premier. Nella circoscrizione Lazio 1 abbiamo ottenuto quasi il 12 per cento dei consensi, in quella Lazio 2 il 16,5%. Al Senato, invece, raggiungiamo quasi il 14% di media. Con questi numeri siamo riusciti a eleggere 7 deputati e 4 senatori, risultando così tra le regioni più rappresentate in Parlamento all’interno della Lega”. E’ quanto dichiara la deputata della Lega, Barbara Saltamartini.

“Uno scenario impensabile fino a poco tempo fa. Ed invece in tre anni e mezzo, da quando sono stata il primo parlamentare non eletto nelle liste della Lega ad aderire al progetto di Matteo Salvini, con l’impegno di tanti militanti siamo riusciti in questa impresa. Siamo il primo partito del centrodestra in tanti quartieri di Roma, in tanti comuni della provincia e del litorale romano e di tutto il Lazio.
Primo partito a Civitavecchia, Fiumicino, Pomezia, Marino, Formello, Bracciano, Trevignano e poi nei collegi di Viterbo, Rieti, Latina. Per finire al collegio di Guidonia Montecelio – prosegue Saltamartini – dove ero candidata all’uninominale: proprio a Guidonia il 15 per cento degli elettori ha dato fiducia alla Lega e a Salvini. Una crescita in un anno di circa il 150 per cento se si considera che alle amministrative 2017 la Lega ottenne il 6,6. Ma anche negli altri 48 comuni del collegio, punte percentuali molto alte: a Vallepietra il 20%, a San Gregorio da Sassola il 22,5, Marcellina il 20,3, ad Agosta il 21,7, a Cave il 18,8 per cento. Cresciamo in ogni Comune, siamo consapevoli delle nostre potenzialità e della forza delle nostre idee. E questo anche in prospettiva dei prossimi appuntamenti elettorali amministrativi, dai quali non si potrà più prescindere dalla Lega. Mi riferisco ad esempio a Tivoli, dove si voterà a breve per il nuovo sindaco, la Lega ha ottenuto il 15 per cento risultando il primo partito. Così come già detto per Fiumicino e Pomezia, che andranno al voto tra qualche mese. In alcuni centri cresciamo anche con punte del 600 per cento, come avvenuto a Carveteri passando dal 3 per cento dell’anno scorso, al 18% di domenica. Anche alle regionali, per la prima volta la Lega porterà alla Pisana propri consiglieri. Grazie a tutti, ai militanti, ai sostenitori, ai candidati e soprattutto grazie agli oltre 5milioni di italiani che hanno dato fiducia al progetto di Matteo Salvini e della Lega. Da qui – conclude Saltamartini – si parte per ridare certezza di un futuro migliore ai nostri figli e all’Italia”.



L’Italia in stallo, la ruota della fortuna e i capriccetti del piccolo rottamatore

Quella che ieri impropriamente è stata definita conferenza stampa, da parte dello sconfitto don Matteo, ha lasciato perplessi tutti. Ma soprattutto anche i suoi stessi compagni di partito. Scorretta poi la definizione di ‘dimissioni’ a fronte di una sconfitta sonora, ma ancor più annunciata e leggibile da chiunque avesse un po’ più di buonsenso e il polso della Nazione e del suo Popolo. Ma tant’è, quando si naviga tenendo lo sguardo soltanto in alto, e il mento alla Mussolini, vivendo in un mondo parallelo e avulso dalla realtà popolare, non ci si può accorgere di ciò che ti passa sotto i piedi. Scorretto, dicevamo, il comportamento di Matteo Renzi riguardo alle sue presunte dimissioni – oppure è ormai abituato a procrastinare qualsiasi cosa, come ci ha insegnato per i provvedimenti di governo – che gli permetteranno di continuare a comandare su di un partito che lui stesso ha distrutto e ridotto al 18%. Che poi, se vogliamo, il 40% tanto favoleggiato ottenuto alle europee, si è rivelato per quel che è stato: soltanto uno scarso 20%, come abbiamo già scritto in altre occasioni, ottenuto su di una percentuale di votanti inferiore al 50%; per cui i conti si fanno presto. Insomma, Matteo si è offeso, ed ha avuto, a parere di chi scrive, una reazione puerile.

In pratica come se avesse detto: Non mi avete votato, adesso il governo fatelo voi. Della Nazione me ne frego, come me ne sono fregato in questi cinque anni. Dimostrando una volta in più, se ce ne fosse stato bisogno, il carattere di una persona presuntuosa ed egocentrica, e che non ha mai avuto il senso dello Stato – come si dice di chi ha ben lavorato per l’Italia – ma soltanto quello della sua lobby privata, il Giglio Magico – come lo hanno definito – e quello delle sue fondazioni, atte a ricever denaro da donatori il più delle volte anonimi.

Sulla stessa linea uno dei suoi fedelissimi, Emanuele Fiano, stamattina in TV: “Adesso il governo fatelo voi.” ha proferito con uno sguardo da cane bastonato. Come se la colpa di una situazione di stallo fosse di chi non ha votato PD. È evidente che una classe politica come quella definita impropriamente ‘partito di governo’ ha mal governato, in tutti i sensi, e questi sono i risultati. È evidente che ormai anche l’uomo della strada non crede più alle favole di Renzi e dei suoi accoliti. È evidentissimo che, dopo il quarto governo non eletto, gli Italiani ne avessero piene le scatole di doversi ingoiare tutto ciò che diceva la classe dirigente. È evidente che quelli bollati come ‘populisti’, ‘sovranisti’, ‘fascisti’, sono sbottati, preferendo proprio chi del populismo e del sovranismo ha fatto la propria legittima bandiera. Ad onta di chi ha sempre favorito, piuttosto che il nostro stivale, a cui ha causato danni irreparabili, i diktat di una Unione Europea che sta stretta ai cittadini esattamente nella stessa proporzione del voto del 5 marzo. È chiaro ed evidente che ora lo stato maggiore europeo trema e la paura è che anche l’Italia voglia scivolare via dall’Europa, visti anche i programmi per cui la Lega è stata votata. Grazie a Dio, non vedremo più Macron-Merkel-Gentiloni passeggiare sorridendo come i tre porcellini: ma non si può mai dire.

Intanto, tornando a Renzi, il suo comportamento bizzoso e stizzoso dimostra una discutibile maturità politica e che non è – e non è mai stato – adatto alla guida di una Nazione, per la quale servono almeno saggezza, tolleranza, intelligenza.

Tutte cose che lui con tutta probabilità non conosce, e che ormai alla sua età è difficile che possa apprendere. Tutte le sue bugie, le sue promesse non mantenute, le sue furbate da quattro soldi, i suoi magheggi per proteggere gli inquisiti per bancarotta fraudolenta e i loro parenti; tutte le manovre a favore delle banche e a danno dei risparmiatori, i porti italiani a disposizione per lo sbarco dei migranti in cambio dello sforamento che gli consentisse di elargire 80 euro di elemosina a chi c’è cascato – prontamente ripresi in seguito – il Popolo finalmente sovrano gliele ha fatte pagare in un colpo solo. Era da prevedere, quando tu privi la gente del suo diritto primario in democrazia, quello di andare a votare, e fai e disfi senza dar conto a nessuno, imponendo, in più, quattro governi non eletti e non graditi.

Ma stai sereno, Matteo, chi semina vento, dice il proverbio, raccoglie tempesta

Un comportamento responsabile sarebbe stato quello di mettersi a disposizione del Paese, per raggiungere una stabilità di governo. La gente apprezza certe cose, e certamente lo avrebbe premiato in appresso. Fare i capricci perché ti hanno tolto di bocca il lecca lecca, quello no: quello sa tanto di bambino capriccioso e viziato.

Roberto Ragone




Elezioni 2018: ecco i seggi assegnati e tutti gli eletti nei collegi uninominali maggioritari

Il conteggio ufficiale dei seggi della Camera assegnati con il metodo proporzionale ha permesso di assegnare 607 seggi sui 630 disponibili. La quota più consistente va al Movimento 5 Stelle, primo partito grazie al 32,66% delle preferenze che valgono 133 deputati. Sommandoli agli 88 conquistati con il meccanismo uninominale, i pentastellati a Montecitorio raggiunge quota 221. A seguire, c’è la squadra del Pd, che in base al 18,7% dei voti raccoglie 86 seggi del proporzionale.

Tra i “ripescati” ci sono anche i ministri Minniti e Franceschini e il presidente del partito Matteo Orfini sconfitti nelle sfide dei collegi uninominali. Nella coalizione di centrosinistra anche due seggi per Svp, nessuno invece dalla ripartizione proporzionale per +Europa, Civica popolare e Insieme. Il conteggio totale del centrosinistra, che ha portato a casa anche 24 collegi uninominali, si ferma a quota 112 deputati.

Nel centrodestra il 17,37% della Lega vale 73 posti, alcuni dei quali anche al Sud: uno in Calabria, uno in Basilicata, due ciascuno in Campania, Puglia e Sicilia.  Forza Italia, con il 14,01 si aggiudica 59 seggi, mentre 19 vanno a Fdi (4,35%). Sommandoli ai 109 seggi conquistati nell’uninominale, il centrodestra conta 260 deputati.

Gli ultimi 14 seggi finora assegnati col porporzionale finiscono invece a Leu, che non ha vittorie nell’uninominale ma recupera in questo modo tra gli altri Laura Boldrini e Pier Luigi Bersani, battuti nelle sfide secche dei collegi. Tra gli altri eletti nei listini, anche i ministri Orlando e Martina – che non erano stati schierati nell’uninominale – oltre a Lucia Annibali, Fratoianni, Crosetto, Paita, Giorgetti, Pollastrini, Valentini, Gelmini, Fiano, Manlio Di Stefano, Brambilla, Alfredo Bazoli, Guerini, Bitonci, Zan, Fedriga, Rosato, Serracchiani, Pini, Giulia Sarti, Sgarbi, Fassino, Paola De Micheli, Rizzo Nervo, Cantone, Biancofiore, Bergamini, Bonafede, Speranza, Borghi, Baldelli, Morani, Saltamartini, Polverini, Giacomoni, Calabria, Rampelli, Ruocco, Baroni, Daga, Angelucci, Anzaldi, Fassina, Campana, Rotondi, Pezzopane, Sibilia, Del Basso De Caro, Cirielli, Carfagna, Migliore, Paolo Siani, Elio Vito, Francesco Boccia, Enza Bruno Bossio, Santelli, Stumpo, Daniela Cardinale,Prestigiacomo, Epifani, Giulia Grillo.

 

Ecco tutti gli eletti nei collegi uninominali maggioritari

 

  • MOVIMENTO 5 STELLE
    TRIPODI ELISA
  • Centrodestra
    SQUERI LUCA
  • Centrodestra
    FANTUZ MARICA
  • Movimento 5 Stelle
    DI SARNO GIANFRANCO
  • Centrodestra
    BARELLI PAOLO
  • Centrodestra
    BATTILOCCHIO ALESSANDRO
  • Movimento 5 Stelle
    GRILLO GIULIA
  • Centrodestra
    CRISTINA MIRELLA
  • Centrodestra
    BUTTI ALESSIO
  • Centrodestra
    DARA ANDREA
  • Centrodestra
    MULE’ GIORGIO
  • Centrodestra
    CATTANEO ALESSANDRO
  • Centrosinistra
    PLANGGER ALBRECHT
  • Movimento 5 Stelle
    RIZZONE MARCO
  • Movimento 5 Stelle
    CUBEDDU SEBASTIANO
  • Centrodestra
    ANDREUZZA GIORGIA
  • Centrodestra
    ROTELLI MAURO
  • Movimento 5 Stelle
    FEDERICO ANTONIO
  • Centrodestra
    PORCHIETTO CLAUDIA
  • Movimento 5 Stelle
    GIULIANO CARLA
  • Movimento 5 Stelle
    GRIPPA CARMELA
  • Centrodestra
    BAGNASCO ROBERTO
  • Movimento 5 Stelle
    DEL GROSSO DANIELE
  • Movimento 5 Stelle
    TRAVERSI ROBERTO
  • Movimento 5 Stelle
    TASSO ANTONIO
  • Centrodestra
    CARETTA MARIA CRISTINA
  • Centrodestra
    APREA VALENTINA
  • Movimento 5 Stelle
    BELLA MARCO
  • Centrodestra
    COLLA JARI
  • Centrodestra
    BARATTO RAFFAELE
  • Movimento 5 Stelle
    GIARRIZZO ANDREA
  • Movimento 5 Stelle
    FONTANA ILARIA
  • Movimento 5 Stelle
    TERZONI PATRIZIA
  • Centrodestra
    D’ETTORE FELICE MAURIZIO
  • Centrosinistra
    GIORGIS ANDREA
  • Centrodestra
    BENIGNI STEFANO
  • Centrodestra
    TIRAMANI PAOLO
  • Centrodestra
    RACCHELLA GERMANO
  • Centrodestra
    COSTA ENRICO
  • Centrosinistra
    MOR MATTIA
  • Centrosinistra
    BENAMATI GIANLUCA
  • Centrodestra
    IEZZI IGOR GIANCARLO
  • Movimento 5 Stelle
    SURIANO SIMONA
  • Centrosinistra
    INCERTI ANTONELLA
  • Movimento 5 Stelle
    ORRICO ANNA LAURA
  • Movimento 5 Stelle
    DIENI FEDERICA
  • Centrodestra
    BADOLE MIRCO
  • Centrodestra
    VERSACE GIUSEPPINA
  • Centrosinistra
    LOTTI LUCA
  • Centrodestra
    MUSELLA GRAZIANO
  • Movimento 5 Stelle
    MISITI CARMELO MASSIMO
  • Centrodestra
    CORTELAZZO PIERGIORGIO
  • Centrodestra
    ROSSO ROBERTO
  • Centrodestra
    PAROLO UGO
  • Movimento 5 Stelle
    VILLAROSA ALESSIO MATTIA
  • Centrodestra
    LAZZARINI ARIANNA
  • Centrodestra
    MARTINO ANTONIO
  • Centrodestra
    SAVINO SANDRA
  • Centrodestra
    CAVANDOLI LAURA
  • Movimento 5 Stelle
    TESTAMENTO ROSA ALBA
  • Movimento 5 Stelle
    PENNA LEONARDO SALVATORE DETTO ALDO
  • Centrodestra
    BELOTTI DANIELE
  • Centrodestra
    FERRAIOLI MARZIA
  • Movimento 5 Stelle
    RUGGIERO FRANCESCA ANNA
  • Centrosinistra
    DI GIORGI ROSA MARIA
  • Centrodestra
    FOTI TOMMASO
  • Movimento 5 Stelle
    SAPIA FRANCESCO
  • Movimento 5 Stelle
    FICARA PAOLO
  • Centrodestra
    CANNIZZARO FRANCESCO
  • Centrodestra
    PATASSINI TULLIO
  • Movimento 5 Stelle
    MARAIA GENEROSO
  • Centrodestra
    BRUNETTA RENATO
  • Centrodestra
    BIANCHI MATTEO LUIGI
  • Centrodestra
    RUFFINO DANIELA
  • Centrosinistra
    GEBHARD RENATE
  • Centrodestra
    ZIELLO EDOARDO
  • Movimento 5 Stelle
    D’ARRANDO CELESTE
  • Centrosinistra
    DELRIO GRAZIANO
  • Movimento 5 Stelle
    LOREFICE MARIALUCIA
  • Centrodestra
    MARCHETTI RICCARDO AUGUSTO
  • Centrodestra
    SORTE ALESSANDRO
  • Movimento 5 Stelle
    BRUNO RAFFAELE
  • Centrodestra
    BERGAMINI DEBORAH
  • Movimento 5 Stelle
    CATALDI ROBERTO
  • Centrodestra
    GELMINI MARIASTELLA
  • Centrosinistra
    DI MAIO MARCO
  • Centrodestra
    RAFFAELLI ELENA
  • Movimento 5 Stelle
    VILLANI VIRGINIA
  • Centrodestra
    LOLINI MARIO
  • Centrodestra
    BORDONALI SIMONA
  • Centrodestra
    GUSMEROLI ALBERTO LUIGI
  • Centrosinistra
    SOVERINI SERSE
  • Movimento 5 Stelle
    SPADAFORA VINCENZO
  • Movimento 5 Stelle
    NITTI MICHELE
  • Movimento 5 Stelle
    SARLI DORIANA
  • Centrodestra
    TOMASI MAURA
  • Movimento 5 Stelle
    MICILLO SALVATORE
  • Centrosinistra
    GIACHETTI ROBERTO
  • Centrosinistra
    ROMANO ANDREA
  • Centrodestra
    FOGLIANI KETTY
  • Centrosinistra
    PAGANI ALBERTO
  • Centrodestra
    FIORINI BENEDETTA
  • Centrodestra
    FOSCOLO SARA
  • Centrodestra
    BRAMBILLA MICHELA VITTORIA
  • Centrodestra
    GAGLIARDI MANUELA
  • Movimento 5 Stelle
    GALIZIA FRANCESCA
  • Movimento 5 Stelle
    DEL MONACO ANTONIO
  • Centrosinistra
    BOSCHI MARIA ELENA
  • Centrodestra
    MILANATO LORENA
  • Movimento 5 Stelle
    MARZANA MARIA
  • Movimento 5 Stelle
    CABRAS PINO
  • Movimento 5 Stelle
    MARINO BERNARDO NOTO NARDO
  • Centrodestra
    FUGATTI MAURIZIO
  • Movimento 5 Stelle
    IANARO ANGELA
  • Centrodestra
    PEDRAZZINI CLAUDIO
  • Centrodestra
    VOLPI RAFFAELE
  • Movimento 5 Stelle
    DEL RE EMANUELA CLAUDIA
  • Centrodestra
    TARANTINO LEONARDO
  • Centrosinistra
    TABACCI BRUNO
  • Centrodestra
    LUCCHINI ELENA
  • Movimento 5 Stelle
    ZENNARO ANTONIO
  • Movimento 5 Stelle
    D’UVA FRANCESCO
  • Movimento 5 Stelle
    PAXIA MARIA LAURA DETTA LAURA
  • Centrodestra
    MOLINARI RICCARDO
  • Centrodestra
    INVERNIZZI CRISTIAN
  • Movimento 5 Stelle
    MENGA ROSA
  • Centrodestra
    SILVESTRONI MARCO
  • Centrodestra
    TOMBOLATO GIOVANNI BATTISTA
  • Centrodestra
    ZANOTELLI GIULIA
  • Movimento 5 Stelle
    EMILIOZZI MIRELLA
  • Centrodestra
    MOSCHIONI DANIELE
  • Movimento 5 Stelle
    D’IPPOLITO GIUSEPPE DETTO PINO
  • Centrodestra
    DELLA FRERA GUIDO
  • Movimento 5 Stelle
    MURA ANDREA
  • Movimento 5 Stelle
    GUBITOSA MICHELE
  • Centrosinistra
    LORENZIN BEATRICE
  • Centrodestra
    FRASSINETTI PAOLA
  • Centrodestra
    SILLI GIORGIO
  • Centrodestra
    ZUCCONI RICCARDO
  • Centrodestra
    CARRARA MAURIZIO
  • Centrodestra
    PATERNOSTER PAOLO
  • Movimento 5 Stelle
    FICO ROBERTO
  • Centrodestra
    CATTOI VANESSA
  • Centrosinistra
    LEPRI STEFANO
  • Movimento 5 Stelle
    LATTANZIO PAOLO
  • Movimento 5 Stelle
    CHIAZZESE GIUSEPPE DETTO MONGIOVI’
  • Movimento 5 Stelle
    APRILE NADIA
  • Centrodestra
    COLUCCI ALESSANDRO DETTO ALE
  • Centrodestra
    CESTARI EMANUELE
  • Centrodestra
    RAVETTO LAURA
  • Centrodestra
    CALABRIA ANNAGRAZIA
  • Movimento 5 Stelle
    SODANO MICHELE
  • Movimento 5 Stelle
    CAIATA SALVATORE
  • Movimento 5 Stelle
    MARTINCIGLIO VITA
  • Centrosinistra
    CRITELLI FRANCESCO
  • Movimento 5 Stelle
    GRIMALDI NICOLA
  • Movimento 5 Stelle
    NAPPI SILVANA
  • Centrosinistra
    CENNI SUSANNA
  • Movimento 5 Stelle
    ALEMANNO MARIA SOAVE
  • Centrodestra
    COMAROLI SILVANA ANDREINA
  • Centrodestra
    STEFANI ALBERTO
  • Centrodestra
    BENDINELLI DAVIDE
  • Centrodestra
    GAVA VANNIA
  • Movimento 5 Stelle
    GALLO LUIGI
  • Centrosinistra
    QUARTAPELLE PROCOPIO LIA
  • Movimento 5 Stelle
    CADEDDU LUCIANO
  • Centrodestra
    ZICCHIERI FRANCESCO
  • Movimento 5 Stelle
    ALAIMO ROBERTA
  • Centrodestra
    BENVENUTO ALESSANDRO MANUEL
  • Centrodestra
    GASTALDI FLAVIO
  • Centrodestra
    GIACOMETTO CARLUCCIO DETTO CARLO
  • Centrodestra
    FERRO WANDA
  • Movimento 5 Stelle
    AIELLO PIERA
  • Centrosinistra
    TOCCAFONDI GABRIELE
  • Centrodestra
    ZANELLA FEDERICA
  • Centrodestra
    LUPI MAURIZIO ENZO
  • Movimento 5 Stelle
    CASA VITTORIA
  • Movimento 5 Stelle
    ROSPI GIANLUCA
  • Movimento 5 Stelle
    D’AMBROSIO GIUSEPPE
  • Movimento 5 Stelle
    BARBUTO ELISABETTA MARIA
  • Centrodestra
    COMENCINI VITO
  • Centrodestra
    CRIPPA ANDREA
  • Movimento 5 Stelle
    CATTOI MAURIZIO
  • Movimento 5 Stelle
    VITIELLO CATELLO
  • Centrodestra
    BISA INGRID
  • Centrodestra
    ZANETTIN PIERANTONIO
  • Movimento 5 Stelle
    PROVENZA NICOLA
  • Centrodestra
    VIETINA SIMONA
  • Centrodestra
    GIACOMETTI ANTONIETTA
  • Movimento 5 Stelle
    DE GIORGI ROSALBA
  • Centrodestra
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  • Centrodestra
    MONTARULI AUGUSTA
  • Centrodestra
    TONDO RENZO
  • Movimento 5 Stelle
    CASO ANDREA
  • Centrodestra
    PRISCO EMANUELE
  • Movimento 5 Stelle
    COLLETTI ANDREA
  • Movimento 5 Stelle
    CECCONI ANDREA
  • Movimento 5 Stelle
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  • Centrodestra
    GIACCONE ANDREA
  • Movimento 5 Stelle
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  • Movimento 5 Stelle
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    PIGNATONE DEDALO COSIMO GAETANO DETTO DEDALO PIGNATONE
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  • Centrodestra
    FORMENTINI PAOLO
  • Movimento 5 Stelle
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  • Centrodestra
    PETTARIN GUIDO GERMANO
  • Movimento 5 Stelle
    LAPIA MARA
  • Centrodestra
    GARAVAGLIA MASSIMO



Centrodestra, Salvini ad Arcore da Berlusconi

Matteo Salvini varca i cancelli di Arcore da vincitore e soprattutto da nuovo leader in pectore del centrodestra. Quasi un passaggio di consegne con Silvio Berlusconi che tramite una nota (è l’unico leader a non fare una conferenza stampa) fa sapere di aver fatto i suoi complimenti al segretario della Lega ma soprattutto, come Salvini e Giorgia Meloni, auspica che “al centrodestra venga conferito il mandato” per formare il governo.

Certo, il risultato di Forza Italia non è assolutamente soddisfacente ma il Cavaliere ci tiene a ricordare al resto della coalizione che comunque il suo partito “resta determinante per la vittoria”. Insomma ad Arcore il clima non è dei migliori perchè oltre a dover digerire il sorpasso dei leghisti, l’ex premier si trova a dover già pagare un primo conto salato per il tonfo del suo partito che si concretizza nel ko in borsa per le aziende di famiglia.

Mediaset ha registrato un -5,53% mentre la Mondadori ha perso il 4,56%. Un risultato che ha fatto correre l’ex capo del governo e la sua famiglia ai ripari. La situazione è stata affrontata nel consueto pranzo del lunedì con i figli ed i vertici aziendali e tutti avrebbero convenuto che Forza Italia non può non spendersi per dar vita ad un esecutivo anche se a trazione leghista. Ecco perchè i pontieri azzurri sarebbero già al lavoro per tastare il terreno in vista dell’elezione dei presidenti dei due rami del Parlamento, banco di prova per vedere se sia possibile una maggioranza. Le voci che circolano sono le più varie, anche perchè colmare il gap numerico che serve per arrivare ad avere una maggioranza autonoma non è cosa facile da raggiungere. Quello che è certo è che ad Arcore avrebbero tirato un sospiro di sollievo di fronte alla scelta di Matteo Renzi di lasciare la guida del partito solo dopo aver gestito la fase di insediamento delle Camere e di formazione del governo: Se non ci fosse stato lui sarebbe stato matematico un esecutivo Pd-M5s, è il ragionamento.




Nicola Zingaretti si conferma governatore del Lazio e Attilio Fontana stravince in Lombardia

LAZIO – Nel tracollo nazionale del centrosinistra un fortino resiste ed è la Regione Lazio: Nicola Zingaretti, alla guida di un’ampia coalizione che comprende anche LeU, vince e fa il bis, primo governatore nel Lazio ad essere rieletto. Nella Waterloo del Pd Zingaretti tiene e strappa una vittoria sudata, partita in discesa ma finita in salita, con una Roberta Lombardi insidiosa e uno Stefano Parisi in rimonta che tenta fino all’ultimo di erodere il bottino di voti del governatore.

LOMBARDIA – In Lombardia continua il dominio incontrastato del centrodestra, che governa la Regione dal 1994 e si prepara a farlo per altri cinque anni con Attilio Fontana, l’ex sindaco di Varese, che ha vinto, a scrutinio ancora da terminare, con oltre il 53% dei voti. Il risultato (nettamente superiore rispetto al 42,8% registrato cinque anni fa da Roberto Maroni) conferma il buon momento del centrodestra e in particolare della Lega, che con il 33% sorpassa e doppia i voti di Forza Italia. A questo punto si capovolgono quindi nella coalizione i rapporti di forza, anche in vista della composizione della giunta, con un ruolo preponderante del Carroccio.




Lazio, schede scrutinate: è testa a testa tra Zingaretti e Parisi

LAZIO – Scrutini nel Lazio dove a 3.298 sezioni su 5.285 Nicola Zingaretti si attesta al il 34,39% seguito da Stefano Parisi che ha rimontato con il 30,06%. Distante Roberta Lombardi con il 26,89%. Sergio Pirozzi è al momento al 4,58%

 

Stefano Parisi, tenta la scalata alla presidenza del Lazio dopo aver perso la poltrona di sindaco di Milano contro Beppe Sala. Sessantadue anni, formazione socialista, negli anni Settanta è stato vicesegretario del Nucleo universitario socialista di Roma. I primi passi nel mondo del lavoro li ha mossi nell’ufficio studi della Cgil. Nel 1984 è stato a capo della segreteria tecnica del ministero del lavoro, nel 1988 alla vicepresidenza del Consiglio (Governo De Mita) e poi alla Farnesina con Gianni De Michelis. Nel 1992 diventa capo del dipartimento per gli affari economici della presidenza del Consiglio dei ministri, due anni più tardi viene scelto come segretario generale del ministero delle poste e telecomunicazioni. Nel 1994 entra nel collegio sindacale della Rai; due anni dopo è capo del dipartimento per l’informazione e l’editoria della presidenza del consiglio. Poi il trasferimento a Milano per lavorare come city manager del primo cittadino Gabriele Albertini. Seguono, dal 2000, gli incarichi come direttore generale di Confindustria, ad di Fastweb e poi di Chili Tv, società che si occupa della diffusione di film in streaming. Alle regionali è sostenuto dalle liste di Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Noi con l’Italia, Energie per l’Italia.

 

Zingaretti ha trainato il Lazio fuori dal commissariamento della sanità. Nel 2013 ha vinto le regionali con il 40% dei voti, 10 punti in più del rivale di centrodestra, Francesco Storace. La sua carriera è tutta nel Pd e prima nel Pci: dalla sinistra giovanile, di cui è stato segretario, alla presidenza della provincia di Roma passando per l’Europarlamento. Un pedigree di sinistra. A lui hanno detto sì anche i fuoriusciti di Liberi e Uguali che non hanno gradito la candidatura di Gori in Lombardia.

 

Roberta Lombardi, 44 anni, deputata candidata con il Movimento 5 Stelle. È stata la prima capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera e dopo stata dirigente di punta per il Lazio. Qui si è scontrata più volte con la Raggi, che però ha sostenuto quando la sindaca ha accusato la Regione di non aver aggiornato il suo piano rifiuti. Madre di due figli, laurea in giurisprudenza e corso in Sviluppo manageriale alla Luiss Management. Prima della politica occupazioni diverse, ultimo il lavoro in un’azienda di arredamento d’interni

 

Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice e fondatore della lista di destra Sergio Pirozzi presidente. Si è distinto per come ha saputo gestire l’emergenza del terremoto che ha colpito duramente il centro Italia. Si dice dalla parte delle persone e ha candidato in lista tanti personaggi traino di sentimenti popolari

 

 

 

 




Lombardia: è fatta per Fontana. Lazio: avanti Zingaretti rincorso dalla Lombardi

Attilio Fontana ha praticamente vinto in Lombardia rispetto a Giorgio Gori.

LAZIO – Alle regionali le proiezioni per la presidenza del Lazio danno Nicola Zingaretti (centrosinistra) con il 33,5%, Roberta Lombardi (M5s) al 29,0%, Stefano Parisi (centrodestra) al 29,6% e Sergio Pirozzi (lista civica) al %4,0. 

LOMBARDIA – Il candidato di centrodestra Attilio Fontana al 44,01%, il suo avversario di centrosinistra Giorgio Gori al 32,6%. Sono questi i risultati della prima proiezione di Opinio Italia per la Rai. Dario Violi (M5S) si attesta al 18,0% mentre Onorio Rosati di LeU al 2,7%.




Renzi si dimette da segretario del Pd. tensioni politiche. Di Maio esulta e Berlusconi tace. Salvini prende quanto il Pd

Quando mancano circa cinquemila sezioni da scrutinare alla Camera e poco meno al Senato, è ormai chiaro come gli elettori italiani abbiano scritto la “pagina bianca”di cui parlava Sergio Mattarella nel suo discorso di fine anno. Di Maio e Salvini indiscussi vincitori, il Pd malamente sconfitto (con crescenti rumors di un Renzi sulla via delle dimissioni), un Berlusconi silente (con Forza Italia che copre il disappunto per il sorpasso della Lega inneggiando alla vittoria della coalizione di centrodestra), un modestissimo risultato per Leu, nessuna maggioranza di governo.

Il leader del Pd, Matteo Renzi, ha deciso di dimettersi 

“E’ una bella giornata, nonostante la pioggia”: queste le parole di Luigi Di Maio mentre poco dopo le 10 usciva dalla sua abitazione a Roma. “E’ un dato storico ed è stata un’emozione indescrivibile”, ha aggiunto salendo sull’auto bianca venuta a prenderlo.

“La squadra con cui ragionare e governare è quella di centrodestra”. Lo afferma Matteo Salvini commentando dal quartier generale della Lega, in via Bellerio a Milano, i risultati delle elezioni politiche. “Sono uno che mantiene la parola data – aggiunge – e l’impegno preso riguarda la coalizione di centrodestra, che ha vinto e che può governare”.

In attesa che la parola passi al Colle, oggi a parlare saranno i big. Grillo si precipita a Roma per condividere con Di Maio il trionfo direttamente nella capitale; Salvini è invece atteso alle 11 a via Bellerio per una conferenza stampa dove sarà importante soppesare ogni singola parola per capire se sterzerà verso l’M5S dopo aver reclamato la leadership del centrodestra. Sempre dal fronte del centrodestra, si dovrà attendere questo pomeriggio (alle 15) la lettura del voto di Giorgia Meloni.

E in pomeriggio anche Renzi parlerà al Nazareno, per un’analisi della cocente sconfitta che avvia un inevitabile redde rationem nel Pd dal quale, non è escluso, potrebbe uscirne dimissionario.

Sfide collegi: Gentiloni ok, fuori Minniti-Pinotti. Stop a De Vicenti. Padoan spunta Siena. Bene Boschi, Lotti, Madia

Stando agli ultimi dati ufficiali per la Camera (quando appunto mancano circa 5 mila sezioni da scrutinare su 61.401) i 5 Stelle toccano il 32%, Salvini arriva ad un punto percentuale dai dem (19% il Pd, 18% la Lega), Forza Italia è al 13,9% e Fdi al 4,3% (con un 36,2% che fa del centrodestra la coalizione vincente ma lontana dalla maggioranza di governo), Leu è al 3,3% e la Bonino al 2,6%, ad un passo dalla soglia dell’autonomia del 3%. Dati che sostanzialmente si replicano al Senato, dove devono essere scrutinate ancora 5 mila sezioni su 61.401