Nuovo Parlamento italiano, il più giovane della storia repubblicana

Spinti dal tedio dei 50 giorni di pantano governativo, abbiamo analizzato i profili dei neo-eletti che si divideranno tra Camera e Senato. Frugando i dati dell’analisi dell’osservatorio civico OpenPolis emerge che il nuovo Parlamento presenta l’età media più bassa affermandosi come il più giovane della storia repubblicana. Per il Senato l’età media si attesta ai 52 anni, mentre alla Camera si registra ai 44. Ciò è dovuto soprattutto all’ingresso del Movimento Cinque Stelle che si distanzia di una media di 6 anni dal partito più longevo di Liberi e Uguali.

La XVIII legislatura ha segnato un’impennata delle quote rosa

In entrambi i rami del Parlamento. Cambiamento profondo se si considera il 17.2% di presenza femminile nel 2006-2008 contro il 34.6% odierno.

Dato curioso è rappresentato dai Parlamentari al primo incarico politico, ossia coloro i quali non hanno mai assunto cariche a livello locale, né nazionale e tanto meno europeo

Nella frangia di Montecitorio i vergini sono il 35% mentre a Palazzo Madama decresce al 30,16%. M5S detiene il record del 65% di esordienti onorevoli.

Elemento ormai pleonastico in Italia è il numero di indagati e non

146 gli indagati, condannati e prescritti nelle liste di voto del 4 marzo. Nel periodo pre-elettorale, il primato di questa tanto agognata lista se lo aggiudica il centrodestra con 36 candidati nei collegi uninominale da aggiungersi ai 59 del proporzionale. Record conservato intatto al 23 marzo, giorno dell’insediamento parlamentare. Nel nome del pregiudicato e incandidabile Berlusconi sono circa il 17% ad essere coinvolti in procedimenti penali o ad essere oggetto di sentenze avverse in primo o secondo grado. Agli antipodi, nessun indagato o condannato tra le fila di Luigi Di Maio sottratti una decina tra massoni e furbetti No Rimborso. Al mezzo, solo parzialmente intaccati LeU. Per quanto spetta invece al Giglio Magico, bastino due nomi fra tutti: Piero De Luca e Micaele Campana famosa non per le sue strategie di Welfare ma per gli svariati vuoti di memoria plastificati in dozzine di “non ricordo” al processo Mafia Capitale.

Requisito non indispensabile ma sicuramente indicativo dello stato di professionalità dei nostri governanti è il titolo accademico

Il M5S, capitanato dal un non laureato, vanta due professori di economia ( Mastruzzo, Fioramonri e Tridico) tra il 25% di onorevoli con titolo superiore alla laurea. La percentuale scende al 15% per LeU, 12% per il Centrosinistra e 8% per il Centrodestra. Ma a sedersi sugli scranni legislativi anche molti non laureati. Un quarto tra Pd e LeU e solo il 18% per i pentastellati. Il Parlamento presenta delle zone di innovazione che a fatica avanzano per occupare il posto della ben sedimentata gerontocrazia. I baluardi annosi e stagionati, per non dire antiquati, sono la senatrice Emma Bonino alla nona legislatura da instancabile radicale e il deputato (ultra DC, UDC, Centro Cristiano Democratico, Centristi per l’Europa, PD), Pier Ferdinando Casini alla sua decima legislatura. Rincorrono Elio Vito (FI) all’ottava, Piero Fassino (PD) alla sesta e con loro numerosi latori di decennale esperienza.

Gianpaolo Plini




Verso il Governo Frankenstein: ok M5s la parola ora al direttivo Pd

Partiti i nuovi incontri con le forze politiche del Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico. Incontro con le delegazioni del Partito Democratico e del MoVimento 5 Stelle in seguito al mandato esplorativo conferito dal Capo dello Stato.

Il presidente della Camera Fico ha incontrato al Quirinale Mattarella per riferire l’esito delle consultazioni con Pd e M5S: l’esito del mandato si conclude in modo positivo, ha detto alla stampa.

 

I Dem con Maurizio Martina hanno sottolineato i passi in avanti di M5s, ma anche le diversità rispetto ai pentastellati e fatto sapere che sarà la direzione del Pd a decidere la linea da tenere rispetto al confronto avviato. Luigi Di Maio, dal canto suo, è tornato a chiudere con la Lega. “Accordo col Pd o si torna al voto”, ha detto.

“Se si riescono a fare le cose, bene. Altrimenti si torna al voto. Io pero chiedo uno sforzo al Pd”, ha detto Di Maio al termine del colloquio della delegazione M5s con Fico. “Capisco – ha detto ancora – chi nel M5s dice ‘mai col Pd’ e chi dal Pd dice ‘mai col M5s’ ma qui non si tratta di andare insieme, non si tratta di negare le profonde differenze o le divergenze, nel passato o nel presente, si tratta di cominciare a ragionare in un’ottica che non è di schieramento”. “Non so – ha detto ancora – come andrà, ce la metteremo tutta: spero si possa scrivere un contratto all’altezza delle aspettative degli italiani e poi i nostri iscritti valuteranno”, così come “con i loro tempi che rispettiamo gli organi” del Pd faranno le loro valutazioni. Infine, un attacco a Berlusconi: “Bisogna mettere mano – ha detto il Cav – a questo continuo conflitto di interesse che c’è in Italia. Penso ad esempio al fatto che Berlusconi usando le sue tv continua a mandare velate minacce a Salvini”.

Di Maio evoca discontinuità. Renziani irritati – “Non ci si può fossilizzare sull’idea di difendere per partito preso tutto quello che hanno fatto i governi in questi anni: dal voto del 4 marzo sono emerse delle richieste chiare sui problemi del precariato, sugli insegnanti che devono fare mille chilometri per andare a lavorare, sulle grandi opere inutili”. Luigi Di Maio pronuncia queste parole nel suo intervento al termine dell’incontro con il presidente della Camera Roberto Fico. E nel Pd la frase non passa inosservata e viene presa come una richiesta di discontinuità irritando più di un dirigente renziano. Un altro passaggio poco apprezzato è quello in cui Di Maio fa un distinguo tra i Dem: “Chiedo uno sforzo al Pd – afferma il capo del M5s – non si può chiedere al Movimento 5 stelle di negare le battaglie storiche…ho visto alcune dichiarazioni in questi giorni” di esponenti del Pd, “e non mi riferisco alla linea espressa dal segretario Martina, che apprezziamo”.

IL PD – Il Pd riconosce il “passo” di M5s di chiudere il confronto con la Lega, ma “al tempo stesso non nascondiamo le differenze tra noi, è giusto dirlo per serietà e responsabilità”. “Ci interessa – ha detto Martina – dare una mano a questo Paese in una fase delicata della storia istituzionale e politica. Se siamo arrivati fino a qui è perché altri hanno fallito, per 50 giorni assistito a diversi tentativi che non hanno prodotto un esito utile. Questo lavoro lo facciamo con spirito di servizio e nel solco degli indirizzi dati dal Presidente Mattarella”.

“Abbiamo deciso di convocare la direzione nazionale Pd il 3 maggio prossimo per decidere se e come accedere a questo confronto da comunità collettiva. Insieme discutiamo e poi insieme lavoriamo”.




Matera, Montescaglioso aderisce al “Decoro delle Bandiere” dell’ Ancri: interviste ai protagonisti di una iniziativa di alto valore morale

MATERA – La Buona notizia. Montescaglioso aderisce al progetto “Decoro delle Bandiere” dell’ANCRI. L’orgoglio della Città nel comunicato del Sindaco Vincenzo Zito: “Con particolare orgoglio e gioia la nostra Città, dopo aver partecipato al progetto Decoro della Bandiera, è stata selezionata dall’Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica Italiana (ANCRI) per la consegna di un nuovo Tricolore, simbolo dell’Unità nazionale e della Repubblica, da issare presso la Residenza Municipale. L’iniziativa, a cui l’Amministrazione ha partecipato su idea dell’Assessore Francesca Fortunato e suggerita dal Presidente Regionale dell’ANCRI Cav. Donato Leone, si colloca tra le varie attività previste dall’ANCRI in occasione del 70° anniversario della promulgazione della Costituzione. Montescaglioso, con questo progetto, ha inteso contribuire a mantenere alta l’attenzione sui Valori ed i Simboli della Repubblica richiamati dalla nostra Carta Costituzionale. La Cerimonia di Consegna, dunque, è prevista venerdì 27 aprile 2018 alle ore 12.00 presso la Sala del Capitolo dell’Abbazia di San Michele Arcangelo alla presenza del Sindaco Vincenzo Zito, della Giunta e del Consiglio Comunale, del Prefetto di Matera Antonella Bellomo, del Questore Paolo Sirna, del Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri Samuele Sighinolfi, di altre autorità religiose e militari, della Dirigente Scolastica Antonia Salerno e di alcune classi dell’Istituto Comprensivo Palazzo – Salinari. La delegazione dell’ANCRI sarà rappresentata, invece, dal Presidente Tommaso Bove e dal Prefetto Delegato ai Rapporti Istituzionali Francesco Tagliente” Lo scrive in un comunicato il Sindaco di Montescaglioso Vincenzo Zito.

In occasione dei 70 anni dalla firma della Costituzione della Repubblica Italiana l’ANCRI (Associazione Nazionale insigniti al Merito della Repubblica) ha lanciato il “Progetto decoro della Bandiera”. Un progetto finalizzato a contribuire a garantire il decoro del Tricolore, primo simbolo ufficiale identificativo della Repubblica soprattutto con la concreta azione di individuare gli Enti pubblici che non siano nelle condizioni economiche di poter sostituire il Tricolore esposto qualora versi in degrado.

Con questa nuova iniziativa l’Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica ha inteso contribuire a mantenere alta l’attenzione sui Valori e i Simboli della Repubblica richiamati nella nostra Carta Costituzionale. L’ANCRI si è dichiarata pronta a valutare «espresse richieste ricevute da parte di organismi pubblici che non sono nelle condizioni di provvedere in proprio all’acquisto delle bandiere strappate o lacerate».

In questo caso, «previa delibera del Direttivo Nazionale e compatibilmente con le risorse economiche disponibili, l’ANCRI provvederà all’acquisto e alla fornitura del materiale necessario alla messa in decoro, con modalità da concordare». Il presidente dell’ANCRI Tommaso Bove e il prefetto Francesco Tagliente, Delegato nazionale ai rapporti istituzionali dell’Associazione, hanno avviato anche un monitoraggio degli edifici pubblici che presentano criticità in tema di decoro del Tricolore.

La notizia di questo progetto è stata accolta con grande favore anche da istituzioni, Amministrazioni Enti ed Associazioni che hanno a cuore il nostro Tricolore. Tra gli Amministratori interessati al progetto c’è anche il Sindaco Vincenzo Zito, che ha chiesto all’ANCRI la possibilità di sostituire il Tricolore del Comune di Montescaglioso, in provincia di Matera.

Ci fa piacere documentare queste sensibilità verso il nostro Tricolore e per questo abbiamo ritenuto di raggiungere il presidente dell’Ancri Tommaso Bove e il prefetto Francesco Tagliente, per saperne di più sul progetto e sulla iniziativa congiunta al Comune di Montescaglioso.

 

Presidente Bove, come nasce l’evento di Montescaglioso?

Nel dare attuazione al nostro Progetto “Decoro delle Bandiere”, il segretario della sezione di Matera, Cav. Antonio Montalbano, ci ha trasmesso una nota del Sindaco di Montescaglioso (MT) con la quale chiede all’ANCRI la possibilità di destinare un Tricolore al Comune di Montescaglioso, non avendo la disponibilità di fondi per sostituire quello lacero esposto al Comune. Ritenendo particolarmente interessante la questione ho condiviso con i componenti della segreteria di presidenza di occuparcene e ho chiesto al nostro delegato ai rapporti istituzionali, prefetto Francesco Tagliente di concordare con il sindaco le procedure per la consegna delle due bandiere, Italiana ed europea aggiungendo che sarebbe stato bello organizzare per venerdì la cerimonia di consegna della Bandiera poiché l’Ufficio di Presidenza si trasferisce in blocco a Cosenza per il Raduno Nazionale biennale dell’Associazione.

 

La consegna di una Bandiera, per quello che rappresenta per tutti noi, è un momento importante che merita la massima partecipazione possibile. Presidente se lo sarebbe aspettato che il progetto “Decoro delle Bandiere” dell’Ancri, avrebbe avuto tanto consenso sul territorio?

Certo. L’Ancri presenta un progetto solo dopo averlo condiviso con le strutture territoriali anche sul piano della operatività.

 

Prefetto Tagliente, lei è un uomo delle istituzioni, come vede questa iniziativa del sindaco di Montescaglioso?

Un sindaco che mette in cima alla scala dei valori della sua comunità la dignità del Tricolore, ad ogni costo, è un amministratore che merita tutto il rispetto istituzionale e sociale. La Bandiera Italiana e con essa l’inno di Mameli, sono il simbolo dell’unità e rappresentano l’orgoglio di essere italiani. Ogni ufficio pubblico ha l’obbligo di procedere ad un’attenta verifica sui vessilli esposti, avendo cura di controllare sia la corretta esposizione nel rispetto delle regole protocollari, sia che gli stessi non si presentino logori, scoloriti, strappati, sporchi o male avvolti intorno all’asta. Eventuali Bandiere in stato di degrado vanno sostituite. La crisi economico-finanziaria che stiamo vivendo non deve vederci rassegnati. Non deve far venir meno il dovere del Rispetto del simbolo del nostro Paese e dell’unità nazionale. Tutti gli italiani si devono riconoscere nel Tricolore e rispettarlo. L’iniziativa del sindaco Vincenzo Zito merita il massimo rispetto istituzionale e sociale, un modello da prendere d’esempio.




Albano Laziale, assoluzione processo Albafor: “Sempre avuto fiducia in Mattei. Complimenti per il suo nuovo incarico in Asl RM6”

ALBANO LAZIALE (RM) – “Una notizia lungamente attesa ma che non giunge affatto inaspettata – così l’On. Marco Silvestroni deputato di Fdi ha commentato la sentenza pronunciata dal Tribunale di Velletri che ha concluso il processo Albafor con una piena assoluzione in favore di Marco Mattei “per non aver commesso il fatto”.

Ho sempre avuto fiducia – continua Silvestroni – che l’operato della magistratura avrebbe prima o dopo messo una pietra tombale su questa sgradevole vicenda restituendo dignità non solo all’amico Mattei ma a tutta la città di Albano da lui rappresentata per 10 anni.

Colgo anche l’occasione per rivolgere a Mattei i miei complimenti ed un grande augurio di buon lavoro per la nomina arrivata proprio in questi giorni a Direttore del Dipartimento del territorio della Asl Rm6: un incarico strategico e di grande rilevanza per il nostro territorio”




Verso Governo M5s-Pd. Di Maio: “Con la Lega abbiamo chiuso”

“Tramonta del tutto l’idea di un governo di centrodestra, e dopo 50 giorni l’idea di un progetto con la Lega si chiude qui. Salvini si è condannato all’irrilevanza”. Queste le parole di Luigi Di Maio subito dopo l’incontro con il presidente della Camera, Roberto Fico. Il leader pentastellato ha spiegato che di avere “apprezzato le parole di Martina”, reggente del Partito Democratico. E se anche questo tentativo dovesse fallire, “noi chiederemo che si torni al voto”.

“Sono passati circa 50 giorni in cui abbiamo provato in tutti modi e tutte le forme a firmare un contratto di governo per il cambiamento del Paese con Salvini e la Lega ma loro hanno deciso di condannarsi all’irrilevanza per rispetto dei loro alleati e del loro alleato invece di andare al governo nel rispetto degli italiani”. “Abbiamo apprezzato le parole del segretario del Pd Martina – prosegue Di Maio – sono parole che vanno in direzione dell’ apertura. Abbiamo detto al presidente Fico che manteniamo la linea delle elezioni, di insistenza sui temi per il cambiamento del paese e abbiamo detto che non rinunciamo ai nostri valori e alle nostre battaglie politiche”. “M5s e Lega, M5s e Pd e qualsiasi partito sono e resteranno alternativi e questo patto deve essere segno di rispetto dei nostri elettori e degli elettori dei partiti. Ma nessuna forza politica può fare da sola, nessuno può dare un governo a questo Paese da solo. Per questo abbiamo ribadito la disponibilità” a un confronto con il Pd. “Se fallisce questo percorso per noi si deve tornare al voto non sosterremo nessun altro governo, tecnico, di scopo o del presidente”, ha concluso Di Maio.




Genzano, il MoVimento Cinque Stelle replica a Pozzana: “Dichiarazioni scomposte e rancorose”

Il MoVimento Cinque Stelle di Genzano replica a Pozzana. “Apprendiamo che l’assessore nonché vice sindaco Pozzana ha rassegnato le sue dimissioni. Possiamo anche capire l’amarezza malcelata delle dichiarazioni scomposte e rancorose di chi è stato portato a lasciare un ruolo probabilmente frainteso come “prestigioso” ma non capiamo il senso delle polemiche.

Ricordiamo in trasparenza ai nostri concittadini che il ruolo al quale era stato chiamato Piero Pozzana era unicamente tecnico, in quanto mai attivista e in nessun modo legato politicamente al Movimento 5 Stelle.

Nessuno dei consiglieri di maggioranza ha mai chiesto all’assessore dimissionario di qualificarsi come organo di riferimento politico, mentre fin dai primi giorni del suo mandato, abbiamo chiesto puntualmente di relazionare la situazione economica reale dell’ente (una risibile relazione ci è arrivata invece in nettissimo ritardo qualche settimana fa e per di più copiata in buona parte da quella di un altro comune), di ascoltare e attuare legalmente la linea politica dettata dalla maggioranza nel rispetto dei cittadini che nel giugno 2016 ci hanno votato e nel rispetto della utile e doverosa comunicazione tra organi di governo che invece è sempre mancata.

La riprova sta nella stessa comunicazione fatta prima ai giornali che ai consiglieri di maggioranza che non fa altro che confermare quanto gli stessi consiglieri avevano ben chiaro sulle metodologie care a Pozzana.

La scelta di un assessore tecnico è basata sulla necessità di portare a compimento le strategie programmatiche proprie del nostro programma, indirizzate più e più volte ma sempre rimaste inascoltate.

Vogliamo ricordare che il ruolo di assessore è prettamente esecutivo delle linee politiche portate dalla maggioranza, suo è l’onere di finalizzare e concretizzare coordinando e indirizzando l’operato di dirigenti e dipendenti.

Se si fallisce, se ci si rivela inadatti a tal punto, il Movimento 5 Stelle trova naturale e doveroso chiedere un cambio di tendenza visto che nulla lega la parte politica all’assessore tecnico, non a caso siamo soliti definire queste figure “assessori a progetto”. Se non si è capaci di interpretare il progetto si cambiano gli attori affinché il programma non venga tradito.

Cosa intende Pozzana con “strategie di lavandaia”? Forse la sua incapacità di ascolto delle istanze dei cittadini che passava attraverso i consiglieri o le tattiche che adottava per evitare di affrontare con coraggio il confronto con le parti politiche (opposizione compresa)?

Ricordiamo a Pozzana che la maggioranza ha sostenuto sempre e comunque, tutte le proposte portate in consiglio comunale e che quando abbiamo fermato alcune sue iniziative prossime all’inverosimile lo abbiamo fatto per rispetto dei cittadini e della nostra dignità personale. Dovevamo forse assecondarlo quando voleva abolire il servizio scuolabus? Dove era il nostro ex assessore quando chiedevamo in maniera estenuante di attenzionare i parcheggi o le entrate delle farmacie?  Una piccola parte di esempi tutti dimostrabili. Sia onesto soprattutto con se stesso, quante volte ha fatto spallucce di fronte alle nostre richieste di progettualità per il risanamento a lungo termine delle casse del paese?

Un bilancio politico per essere attuato deve essere innanzitutto capito. Ma tant’è, la capacità di visione non è per tutti, buona fortuna dott. Pozzana”.

I Consiglieri del Movimento 5 Stelle di Genzano

Cristina Bernardi

Alessandro Scoppoletti

Dario D’Amico

Marco Fermanti

Maurilio Silvestri

Claudio Mariani

Silvia Bongianni

Luigi Nasoni

Elena Mercuri




Genzano, Pozzana si dimette da assessore al Bilancio: ecco la lettera di dimissioni

Ecco la lettera di dimissioni protocollata dal Dottor Piero Pozzana che ha lavorato nella giunta di Daniele Lorenzon e che oggi ha formalizzato le sue dimissioni.

“Con la presente formalizzo le mie dimissioni dalla carica di assessore e vice Sindaco del Comune di Genzano di Roma a far data da oggi.
Dopo una attenta e sofferta riflessione sono costretto a prendere atto della impossibilità di proseguire a svolgere il lavoro di amministratore secondo i miei ideali, i miei propositi e le finalità
per le quali ero stato coinvolto.
Sconto un clima di diffidenza e parzialità che non fanno parte della mia etica costruita duramente nei ventotto anni di carriera professionale durante i quali ho scelto di perseguire costantemente e con sacrificio un percorso di libertà e autonomia intellettuale che non può essere donata da terzi o a terzi donata.
Ogni assessore dovrebbe essere inteso come una risorsa strategica e non come un peso da sopportare.
Visto il momento delicatissimo che stiamo vivendo, per le ragioni che tutti conosciamo, ritengo che il ruolo di un assessore al bilancio debba essere innanzi tutto quello avere i conti del Comune a
norma di legge, conti trovati in condizioni che rendono impossibile qualunque programmazione e, solo successivamente tramite un lavoro di squadra, quello della suddivisione dei compiti, della
condivisione degli obiettivi e delle strategie, della programmazione che dovrebbe essere fatta da tutti gli elementi all’unisono assumendosi ognuno per il proprio campo le proprie responsabilità
senza puntare il dito verso altri alla minima occasione.
È doveroso innescare dei meccanismi di stretta collaborazione con i dirigenti accompagnata da un puntuale e rigoroso controllo del risultato, da valutare giorno dopo giorno, affinché ciascuno dia il meglio di sé e venga gratificato o, al contrario, penalizzato in funzione dei risultati ottenuti. In questo Comune la collaborazione e la programmazione sono state praticamente impossibili per il continuo variare del dirigente di riferimento, cambiato per ben sei volte nel corso di questi miei mesi di incarico.
Nonostante la mancanza di sintonia con parte dei Consiglieri si sia manifestata sin dall’inizio del mandato, per senso di responsabilità nei confronti della Città, per senso del dovere anche nei
confronti dei cittadini, e per etica, ho ritenuto opportuno continuare faticosamente a fare il mio lavoro fino ad oggi: portare a conclusione il bilancio consuntivo 2017, operazione questa che ha
richiesto una grande dedizione del personale oltre al mio grande impegno personale e professionale, considerata la grave situazione finanziaria trovata.
Ho sperato che l’approvazione della procedura di salvaguardia degli equilibri di bilancio e successivamente il bilancio di previsione 2018/2020 potessero rappresentare un momento di verità
e conoscenza, anche dal punto di vista politico, e che la doverosa azione concreta di risanamento finanziario potesse indurre i Consiglieri ad un atteggiamento di maggiore consapevolezza e
responsabilizzazione per il bene del paese. Ad oggi devo prendere atto che queste mie personali aspettative sono state totalmente deluse.
Vengo accusato di non essere un referente politico del movimento e questo è vero perché non sono stato eletto, ma sono stato scelto come tecnico e come tale ho portato avanti il mio lavoro fattivamente e tramite proposte per le quali ad oggi, a settimane di distanza, non ho ricevuto alcun indirizzo politico.

Per questi motivi è più che mai necessario e doveroso che io mi dimetta. Ho fatto presente alla maggioranza qualche tempo fa che sarei stato disposto a fare un passo indietro qualora non ci fosse
stata la necessaria fiducia per proseguire ed oggi, io, mantengo la mia parola perché credo che la coerenza con sé stessi sia l’unico modo per portare avanti la propria esistenza ed essere da esempio anche per coloro che, all’interno del gruppo, non hanno lo stesso coraggio e utilizzano le parole come monito senza darne un seguito mostrando cosi solamente i propri limiti. La testimonianza più efficace e più autentica è quella di non contraddire, con il comportamento e con la vita, quanto si predica con la parola e quanto si insegna agli altri! All’inizio del mio mandato ho trovato un bilancio consuntivo 2016 che chiudeva il conto economico con un disavanzo di euro 7.734.069,67 mentre oggi, il consuntivo 2017 chiude con un avanzo positivo di euro .474.732,45, mentre il risultato di amministrazione passa dai 8.644.390,60 ai 12.315.955,42 e la parte disponibile va da 129.332,11 a 2.108.678,04. I risultati raggiunti in così poco tempo sono davanti agli occhi di tutti e sono frutto di decisioni coraggiose e sicuramente non popolari dovute a scelte consapevoli e conseguenza di un duro lavoro. Posso solo che essere soddisfatto di quanto realizzato fino ad ora nonostante ci sia qualche voce contraria, figlia sicuramente della poca conoscenza della materia o di semplici valutazioni soggettive che possono essere considerate alla stregua di chiacchiere da lavandaie o dell’effetto Dunning-Kruger. C’è ancora tanto lavoro da fare, ma la strada da intraprendere è stata segnata. Sono onorato di aver avuto la possibilità di aver servito il mio paese e di aver reso indietro alla collettività un mio seppur piccolo contributo; ringrazio coloro che mi hanno supportato e che mi sono stati vicini, specie nei momenti difficili legati alla definizione ed approvazione della procedura di salvaguardia e successivamente per il bilancio di previsione.
Sono convinto che chi verrà chiamato a sostituirmi saprà soddisfare al meglio le richieste e le necessità della cittadinanza grazie alle competenze e all’esperienza politica che necessariamente
dovrà avere per migliorare quanto trovato. A questa figura va il mio più grande augurio. Colgo l’occasione per augurare inoltre ai miei colleghi di Giunta e a tutti i consiglieri e soprattutto a tutti i
dipendenti dell’amministrazione un buono e proficuo lavoro per il bene della nostra città”

Dott. Piero Pozzana

 




Genzano, Lorenzon cambia assessori. Pozzana si è dimesso

GENZANO (RM) – Il sindaco Daniele Lorenzon, alla vigilia dei due anni di mandato, ha scelto un cambio di passo della sua squadra di governo per mettere in atto quella fase due di cui Genzano necessita.

“La mia Giunta, fatta di esperti tecnici, era stata scelta per portare avanti un obiettivo preciso: quello del risanamento – ha spiegato il sindaco Lorenzon -. Lo scorso anno siamo stati costretti a fare molti tagli per mette i conti in ordine. Ora che abbiamo approvato il bilancio di previsione per il prossimo triennio possiamo finalmente cambiare passo e mettere in pratica i progetti del nostro programma di governo.

Ringrazio i miei assessori per l’impegno, la dedizione e il lavoro svolti. La mia squadra non è fatta di persone attaccate ad una poltrona, ma di progetti da portare avanti con un unico, nobile fine: il benessere della collettività. Questi quasi due anni di mandato mi hanno convinto che è necessario aprire a nuove risorse ridistribuendo le competenze per sviluppare azioni di programmazione e progettazione finalizzate al raggiungimento di obiettivi chiari, definiti temporalmente e di interesse per la città. La mia maggioranza è unita e coesa e continuerà ad operare da interfaccia tra il territorio e l’Ente”.

In attesa del cambio di Giunta – che avverrà nelle prossime settimane – l’assessore Piero Pozzana ha preferito presentare le dimissioni per incompatibilità ambientale tornando così a dedicarsi a tempo pieno alla sua attività professionale.

“A Piero mi lega un rapporto di stima e fiducia reciproci – ha aggiunto il primo cittadino -. Lo ringrazio per il lavoro svolto in questi mesi nonostante le oggettive difficoltà, anche di bilancio, che spesso lo hanno portato a divergenze di vedute con parte della maggioranza”.




Governo, dopo Casellati il mandato a Fico: obiettivo accordo M5s-Pd

Alle 17,00 di ieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito all’onorevole Roberto Fico, presidente della Camera dei deputati, il mandato esplorativo per la creazione di un governo con il Partito Democratico. Nell’accettare, il presidente Fico ha dichiarato che prioritari nei suoi sondaggi saranno i programmi.

Quindi un mandato non ampio, come ci si aspettava, ma mirato.

Un mandato a breve scadenza, come è stato anche per la Casellati. Impossibile, nonostante la buona volontà di Salvini, si è rivelato l’accordo che sarebbe logicamente emerso dai risultati elettorali, cioè un governo CDX- M5S. o, al limite, Lega-M5S, impossibile per lo sbarramento di Berlusconi, che ha rifiutato un appoggio esterno di Forza Italia al governo, ma anche per l’impossibilità di Salvini di abbandonare i compagni della Lega in seno alla coalizione.

Già da ieri il presidente Fico ha iniziato le consultazioni

Dieci punti sono fondamentalmente quelli proposti da Di Maio per un accordo ‘alla tedesca’. Bisogna vedere ora la reazione dei Dem di fronte a questa occasione che probabilmente era nelle loro previsioni. Il percorso di Fico non sarà però così agevole. Non tutti, infatti, nel PD, sono d’accordo ad una alleanza con un partito che fino a ieri li ha messi alla berlina, arrivando a dire che avevano ‘le mani sporche di sangue’. Certamente contrari saranno i renziani, che hanno in Senato la loro roccaforte: infatti in Senato i numeri di una maggioranza parlamentare sarebbero risicati. A questa alleanza parteciperebbe, con tutta probabilità, anche Grasso con LEU, il che darebbe qualche numero in più per l’accordo. In caso di fallimento anche di Fico, l’alternativa sarebbe un governo tecnico, il ‘governo del presidente’, certamente auspicato da chi invoca ordini dall’alto dell’UE. Oppure un governo di tregua, con la partecipazione di tutte le forze politiche: una soluzione a scadenza breve, adottata per cambiare, se non altro, la legge elettorale.

Strada in salita, quindi, anche per Fico

Il punto cruciale sarà la discussione sui 10 punti da mettere in atto secondo il calendario di Di Maio, punti che nel tempo hanno subito una modifica rispetto a quelli presentati in programma elettorale. Nessuna influenza, come qualcuno si aspettava, hanno avuto le elezioni in Molise, dove la coalizione di Centrodestra ha rafforzato le sue posizioni, risultando la più votata. M5S al 38% hanno in sostanza confermato le proprie posizioni, mentre non c’è stato l’atteso sfondamento della Lega in seno al CDX.

Roberto Ragone




Torino, la sindaca Appendino firma l’atto: Niccolò Pietro è figlio di due mamme

TORINO – Il Comune di Torino ha registrato oggi, nell’anagrafe cittadina, il figlio di due mamme nato nel nostro Paese. Si tratta del primo riconoscimento alla nascita di un bimbo di una coppia omogenitoriale. Dopo aver annunciato nei giorni scorsi l’intenzione di dare pari diritti anche “forzando la mano”, questa mattina, infatti, la sindaca Chiara Appendino ha firmato l’atto che riconosce Niccolò Pietro come figlio di Chiara Foglietta, vicecapogruppo del Pd in consiglio comunale, e della compagna Micaela Ghisleni, bioeticista.

Toccante il post e la foto pubblicato da Chiara Forglietta su Facebook: “Niccolò Pietro Foglietta Ghisleni. Oggi non si è solo scritto un atto. Un nome su un foglio. Si è scritta una pagina importante della nostra Storia. Niccolò ora è ufficialmente registrato ed è figlio mio e di Micaela anche per lo Stato italiano. Abbiamo aperto una strada importante per tutte le coppie che si trovano nella nostra stessa situazione, abbiamo dato coraggio a quelle donne che non hanno più intenzione di dichiarare il falso. Molti i grazie che dobbiamo esprimere. Perché siete stati tantissimi a scriverci, a dedicarci qualche parola o gesto di affetto, a infonderci coraggio.
Ma se siamo qui oggi lo dobbiamo a chi ci ha creduto fin da subito, il nostro avvocato Alexander Schuster, al Coordinamento Torino Pride – e nello specifico ad Alessandro Battaglia che è stato fondamentale e da anni si impegna per tutte e tutti noi senza sosta, alla Sindaca Chiara Appendino, che ha avuto coraggio e ci ha messo la faccia, e alla giunta.
Torino, non senza fatica, si dimostra ancora una volta all’altezza della sua storia. Che sia di esempio a tante altre città e altri Sindaci in Italia.
E poi si riempia il vuoto legislativo quanto prima. Un grazie alla mia famiglia e ai miei amici. Un grazie particolare a Roberta Bertero che a mani nude ha smosso montagne insieme a noi. Oggi piangiamo di gioia per la seconda volta da quando sei venuto al mondo. Benvenuto Niccolò”.




Governo, Fico prossimo designato per mandato esplorativo

Partiti in attesa delle mosse del Capo dello Stato che, dopo due giorni di riflessione, dovrebbe sciogliere la riserva e, molto probabilmente, conferire un mandato esplorativo al presidente della Camera Roberto Fico. “Sto facendo di tutto per dare un futuro all’Italia”, garantisce Matteo Salvini. Intanto M5S e Lega confermano la vicinanza anche su temi di merito.

Ma di traverso all’intesa resta Silvio Berlusconi che continua a tacciare come “immaturi e arroganti” gli esponenti Cinque Stelle, ribadendo di fidarsi di Salvini. Sulla carta resta – dunque – lo stallo anche se oggi il calendario della crisi prevede una nuova tappa. Il Presidente della Camera, specularmente a quanto è accaduto con Casellati, potrebbe rivolgersi anche al Pd.

Ma, secondo fonti dem, non basterà a “scongelare” i dem il fatto che, come sembra, a ricevere l’incarico questa volta dovrebbe essere il presidente della Camera, considerato l’esponente M5S più in grado di parlare al centrosinistra. “La pregiudiziale – spiegano fonti di maggioranza – è che Di Maio chiuda il forno con la Lega. Se non dichiara chiuso il confronto con la Lega e tergiversa, anche alla luce dei vari ultimatum già scaduti di Di Maio a Salvini il Pd neanche si siederà al tavolo”. Sedersi al tavolo, chiariscono i dem, non vuol dire automaticamente aprire un dialogo per un governo M5S-Pd ma “provare a confrontarsi e vedere che succede, l’esito non lo sappiamo”. Anzi, i renziani continuano a ritenersi alternativi a M5s ma l’avvio di un confronto, nel quale ognuno pone le sue condizioni, è chiaro che potrebbe aprire scenari nuovi e, chissà, ragionano i dem, mutare gli equilibri interni a M5S