Consiglio Ue: nessun accordo sui migranti

Meloni, Polonia e Ungheria? “Non sono delusa mai da chi difende i propri interessi nazionali”

“Ho tentato di mediare fino all’ultimo” con Polonia e Ungheria. “Ora continueremo a lavorare” con questi due Paesi. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al termine del Consiglio Ue.

Polonia e Ungheria? “Non sono delusa mai da chi difende i propri interessi nazionali. La loro posizione non riguarda la dimensione esterna che è la priorità italiana ed è l’unione modo per affrontare la migrazione mettendo d’accordo tutti”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un punto stampa dopo il vertice Ue.“La questione che pongono polacchi e ungheresi non è peregrina, sono probabilmente i due paesi che si stanno occupando più di profughi ucraini, lo fanno con risorse Ue che non sono sufficienti”, ha spiegato Meloni confermando che mercoledì sarà a Varsavia. “Continuerà a lavorare” per una mediazione con i 25 “ma più difficile”, ha detto.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha tentato una mediazione con Polonia e Ungheria sul tema dei migranti su mandato del presidente Ue Michel ma il tentativo non è andato a buon fine. 

“Non ho riserve nei confronti della mia amica Giorgia e sono soddisfatto del ruolo che ha svolto perché ha sempre cercato di trovare un compromesso” ma “abbiamo convenuto sul fatto di non essere d’accordo” sul tema dell’immigrazione: “lo siamo su tutto il resto”. Lo ha detto il premier polacco, Mateusz Morawiecki, al termine del vertice Ue, rispondendo a una domanda sulla mediazione della premier Meloni sul capitolo immigrazione. “Le auguro buona fortuna con questo patto. Non credo – ha aggiunto – sia la soluzione perché non affronta il problema alla radice, ma non commento le prerogative e le valutazioni del governo italiano”. “Il presidente francese Emmanuel Macron, che ho visto questa mattina, ha dovuto lasciare il vertice in anticipo per affrontare i disordini, le auto in fiamme, i vetri rotti, la criminalità: sono queste le immagini che vorremmo vedere in Polonia?“. Lo ha detto il premier polacco, Mateusz Morawiecki, al termine del vertice Ue. “Se non affrontiamo le cause dell’immigrazione clandestina alla radice – ha aggiunto – non facciamo altro che generare ulteriori ondate di migranti, come accade in Francia o in Svezia”. “Gli europei – ha concluso – dovrebbero essere padroni a casa loro”.

“Il ruolo dell’Italia è da protagonista in questo Consiglio europeo. Sono soddisfatta del lavoro fatto”. “Se l’Ue offre una scelta alle popolazioni che tentano di lasciare l’Africa si cambia l’approccio”.Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al termine del Consiglio europeo . “L’Africa non e’ un continente povero, ha molte risorse,è un grandissimo produttore di energia, soprattutto pulita, noi abbiamo un problema di approvvigionamento e l’Italia puo’ essere la porta di questi investimenti”, ha proseguito sottolineando che “su questo c’è un consenso unanime”.

Al vertice di Bruxelles si è parlato anche di Pnrr e  fondi di coesione, “Si è discusso di come affrontare il tema della competitività, chiedendo pari condizioni per i Paesi che hanno minor spazio fiscale, vale a dire la flessibilità dell’uso dei fondi esistenti. Oggi nelle proposte della Commissione questo elemento + presente e per l’Italia tra Pnrr e fondi di Coesione vuol dire 300 miliardi di euro che possono essere meglio spesi”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al termine del Consiglio Ue dicendo si “molto soddisfatta” del vertice.

Intanto Emmanuel Macron lascerà a breve il Consiglio europeo per fare rientro a Parigi, dove alle 13 presiederà una nuova riunione dell’unità di crisi interministeriale convocata dopo la terza notte di violenze in Francia a seguito della morte del diciassettenne Nahel, ucciso a Nanterre da un poliziotto. Il presidente è stato “pienamente informato degli eventi”, ha fatto sapere uno dei consiglieri di Macron a margine dei lavori del vertice Ue. Secondo quanto riferito dalla delegazione francese, al tavolo dei leader la posizione di Parigi sarà rappresentata per il resto della giornata di lavori dal cancelliere tedesco Olaf Scholz.

“Era in corso una guerra sull’immigrazione”. Così il premier ungherese Viktor Orbán ha riassunto in un’intervista a Kossuth Radio la lunga notte al Consiglio europeo, segnata dal veto di Budapest e Varsavia sul capitolo delle conclusioni dedicate alla migrazione. “Non una rivolta, ma una lotta per la libertà”, ha detto Orbán, ricordando le conclusioni dei vertici passati secondo cui le decisioni in materia sarebbero state prese con il consenso degli Stati. Nonostante ciò, ha osservato, la proposta sulle quote obbligatorie di migranti è stata approvata dai ministri dell’Interno Ue con quello che Orbán ha definito un “colpo di mano”.

Polonia e Ungheria fanno blocco al Consiglio Europeo. Il terreno di scontro è il capitolo migranti. Varsavia e Budapest vedono come fumo negli occhi il nuovo Patto approvato a maggioranza qualificata dal Consiglio Affari Interni in Lussemburgo dopo un negoziato fiume. Perché, sostengono, il tema è troppo delicato e compete ai leader. Che però decidono all’unanimità. Un ingorgo, insomma, che porterebbe allo stallo l’intesa sulla solidarietà obbligatoria raggiunta a inizio giugno. “Sarà una lunga notte!”, scrive su Twitter Balázs Orbán, direttore politico del premier ungherese Viktor Orban. E così si avvita tutto, ritardando la pubblicazione della conclusioni sull’Ucraina e sulla difesa europea. “Bruxelles spinge per un testo pro-immigrazione, mentre il duo polacco-ungherese combatte e resiste insieme: una grande battaglia è in corso al Consiglio Europeo sul Patto sulla migrazione”, continua Balázs.

Dobbiamo smantellare i network criminali dei trafficanti di essere umani, che sfruttano la sofferenza, e sviluppare metodi legali di ingresso nell’Ue: abbiamo bisogno di un nuovo approccio comprensivo con i Paesi partner e questo passa dallo sviluppo delle energie rinnovabili, che spesso abbondano, le competenze e l’innovazione, nonché un processo chiaro sulle talent partnership”. Lo ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.

“E’ importante che le trattative” tra i Paesi Ue sul Patto sull’asilo e la migrazione “siano concluse rapidamente prima delle Europee”. Lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz in conferenza stampa al termine del Consiglio europeo. La prima intesa raggiunta all’inizio di giugno da parte dei ministri “è stata un successo molto importante”, dimostra che anche su questioni difficili e controverse è possibile cooperare”, ma ci sono “compromessi che dobbiamo accettare”, ha evidenziato.




Governo, ratifica Mes: presentata sospensiva

“I gruppi di maggioranza hanno presentato la sospensiva per non procedere all’esame del ddl (di ratifica del Mes ndr) per un periodo di 4 mesi”, ha annunciato in Aula alla Camera Andrea Di Giuseppe (Fdi), intervenendo nella discussione generale sul ddl di ratifica del Mes. “La sospensiva presentata dalla maggioranza sarà votata prima dell’esame articoli del provvedimento che è rinviato alla prossima seduta”.

Lo afferma il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, al termine della discussione generale sulla ratifica del Mes. “Il Mes è un tema che non mi viene posto; forse non c’è la stessa attenzione che c’è nel dibattito italiano”, ha detto la premier Giorgia Meloni.

“Il MES, nella sua configurazione attuale, rimane, quindi, un’organizzazione intergovernativa, dunque non rientrante negli organismi dell’Unione europea e, per questo, non soggetto al controllo democratico del Parlamento europeo né a quello tecnico della Commissione europea, e questa componente privatistica può generare conflitti con la gestione pubblica della politica economica”.

E’ il passaggio centrale del testo della questione sospensiva del ddl di ratifica del Mes, presentata dalla maggioranza alla Camera che l’Ansa ha visionato. Il testo è firmato dai quattro capigruppo (Foti, Molinari, Barelli e Lupi).

“Sul Mes si discute in Parlamento perché le opposizioni hanno legittimamente il diritto di portare gli argomenti che vogliono. Noi abbiamo sempre detto che eravamo contrari. Quand’anche c’era una ragione per creare il Meccanismo europeo di stabilità in un momento di turbolenza finanziaria, eravamo preoccupati di questa spoliazione di sovranità. Il Mes va riaggiornato alle mutate condizioni socio-economiche, va rivisto il Patto di stabilità dell’Ue, va rivisto il sistema della governance finanziaria. A chi dice “voi volete usare il Mes per ricattare”, questo è un discorso che fanno i ricattatori. Noi non siamo ricattatori. Pensiamo che sia giusto che tutto il tema finanziario vada approcciato in maniera comune”, ha detto il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli a margine di Fenix, festa di Gioventù Nazionale

“Meloni, nel pallone sul MES, incapace di decidere, chiede alla Camera una sospensione della discussione di quattro mesi. Una cosa né carne né pesce: non è un No coraggioso, è solo un rinvio non si capisce per cosa. L’indecisione al potere. Così Meloni fa uscire l’Italia dai paesi guida della Ue e danneggia il paese”. Lo afferma il deputato di +Europa, Benedetto Della Vedova

    “Se continuano così più che un pacchetto stiamo prendendo un pacco. Meloni sta sbagliando approccio perché anziché preoccuparsi del futuro dell’Europa tiene la bandierina ideologica di dire: io ho sempre detto no al Mes. Tanto è solo questione di tempo. Prima o poi dovrà dir di sì. E anche in quel caso sarà l’ennesima contraddizione”, afferma Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ad Agorà su Rai Tre. 

“Avete formalmente affidato le linee e le scelte di indirizzo politico europeo all’opposizione. Abbiamo presentato al posto vostro una proposta di legge di autorizzazione alla ratifica dell’accordo di riforma che migliora le difese per imprese e cittadini. Dovete solo votare il testo di legge oggi in discussione. Invece state buttando da mesi la palla in Tribuna, con argomenti incomprensibili e spesso surreali. Da ultimo, abbiamo sentito rievocare formule particolari per dilatare ulteriormente i tempi come la ‘logica di pacchetto’, che certo non ci spaventa. Ci preoccupa, invece, la ‘logica del pacco’ che l’Italia potrebbe ricevere a livello europeo. Non ci rafforza, infatti, questo tira e molla nelle trattative sulla nuova governance europea, non ci rafforza nei negoziati per la revisione del Pnrr. Ci rende al contrario molto più deboli e poco affidabili. State mettendo a serio rischio la credibilità del nostro Paese che è l’unico ancora a non aver concluso l’iter di revisione del Mes già avviato e condiviso da tutti gli altri Stati dell’Unione europea. Togliamo all’Italia questo stigma”. Così il capogruppo del Pd in commissione Politiche europee alla Camera, Piero De Luca,

“Abbiamo una Meloni aggressiva e arrogante in casa in preda al panico su tutti i dossier europei e su tutti i dossier che contano all’estero, a partire dal Mes, a partire dal Pnrr, a partire da tutte le questioni che in questo momento sono strategiche per l’Italia. Se sei indecisa a tutto e non sai che pesci prendere, a quel punto lì non esprimi una strategia, gli amici ti tradiscono, i paesi fondatori non ti seguono e ti ritrovi condannata all’irrilevanza e all’ininfluenza. Il governo non ha una linea, non c’è una linea Giorgetti o una linea Meloni, c’è la linea di chi non sa che pesci prendere e di fronte a un dossier così importante, di fronte a tutta l’Europa che sta premendo, cercano di prendere e guadagnare tempo. Arroganti, aggressivi in casa in parlamento, una cosa indecente vedere un presidente del consiglio che attacca un semplice cittadino, un professore universitario che non ha neppure la tessera di un partito, se la prende a reti unificate contro di lui scaricando tutta l’aggressività e utilizzando il suo ruolo e poi invece in Europa che cosa fai? Sei in preda al panico e non rispondi. Accordo sulla seta con la Cina, avete capito se lo rinnova o no? Non ha saputo dir nulla. Pnrr di 33 miliardi non ne abbiamo spesi quasi nessuno, le briciole, e non ci danno neanche fra un po’ la prossima rata. Il Mes rinviato, indecisi su tutto”. Lo ha detto Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle intervenendo in Aula.

Sulla questione Mes “non siamo più a tre anni fa, di conseguenza la condizione attuale è quella che bisogna ridiscutere tutti i nuovi equilibri nel Patto di Stabilità, e questo significa rivedere la famosa questione del 3%, le modalità di conteggio degli investimenti e rispetto a questi elementi automaticamente scattano quelle che possono essere le regole di utilizzo del Mes, è una discussione che va fatta tutta assieme”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto, a margine di Fenix, la festa di Gioventù Nazionale, interpellato a proposito della proposta di




Incontro strategico tra Meloni Macron: Ue, Nato e Ucraina i temi da affrontare

La premier Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron si incontreranno domani pomeriggio all’Eliseo.

Lo rende noto la stessa presidenza francese.

La presidente del Consiglio sarà domani a Parigi per promuovere la candidatura di Roma all’Expo 2030. 

Le “relazioni bilaterali che uniscono la Francia e l’Italia, in particolare, l’attuazione del Trattato del Quirinale” ma anche “questioni europee” e comune sostegno all’Ucraina: questi i temi sul tavolo, secondo quanto si legge in una nota diffusa dalla presidenza francese. L’Eliseo aggiunge che l’incontro sarà preceduto da una dichiarazione alla stampa. La riunione, prosegue il servizio stampa di Macron, servirà anche a “preparare il vertice della Nato di Vilnius, l’11 e il 12 luglio”. “I loro scambi – conclude l’Eliseo – saranno l’occasione di ribadire il loro sostegno comune all’Ucraina sulle questioni militare, umanitaria, economica, diplomatica e giudiziaria”.




Confartigianato Roma, Diego Righini: “Al governo manca organizzazione del sistema produttivo per Pnrr e altri fondi”

“Lo dico dallo scorso gennaio al Governo di Giorgia Meloni: riorganizziamo la capacità produttiva delle imprese italiane. Bisogna aprire un vero tavolo di lavoro con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, Invitalia per le imprese, Mediocredito e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy”. E’ quanto afferma Diego Righini, presidente della Federazione della PMI Confartigianato Città Metropolitana di Roma.
“Come evidenziato dalla Corte dei conti è un argomento prioritario”, prosegue Righini, “Non produciamo più. La fiducia delle imprese nell’investire in capitale, mezzi e personale manca per una questione di carenza organizzativa del sistema del piano industriale e del credito, il problema iniziale é come sfruttare il fondo del PNRR, ma poi ci sarà quello dei fondi di coesione 2021-2027 e i fondi RePowerUe”.
Il presidente della Federazione della PMI Confartigianato Città Metropolitana di Roma ricorda alcuni dati, emersi dal Rapporto 2023 sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti. “A fine 2022 i 24,5 miliardi di spesa sostenuta dalle Amministrazioni centrali titolari di misure del PNRR testimoniavano un avanzamento del 12,8%”, prosegue Righini, “Considerando anche il progresso dei primi mesi di quest’anno, il tasso di sale al 13,4%. Se le prime 3 missioni (digitalizzazione, transizione energetica e infrastrutture), “evidenziano progressi più ampi, tutti superiori al 16%”, le missioni 4 e 5 (legate all’istruzione e all’inclusione) presentano tassi di avanzamento vicini al 5%, mentre la 6 in tema di salute non raggiunge la soglia dell’1%”.



Amministrative, en plein per il centrodestra

Schlein riconosce la sconfitta netta

Il centrodestra trionfa ai ballottaggi: torna a vincere in Toscana, strappa Ancona, città governata da oltre 30 anni da amministrazioni di centrosinistra, e si afferma anche a Brindisi.

Bene anche in Sicilia, dove vince a Catania, va al ballottaggio a Siracusa, mentre a Ragusa vince un civico.

Il Pd conquista solo Vicenza e tiene Trapani, tanto che la leader Elly Schlein riconosce la sconfitta netta. I 5 stelle riflettono e a caldo non spendono parole per commentare il risultato.

La premier Meloni: “Complimenti ai sindaci, il centrodestra ha confermato sua forza. Ora stabilità e crescita, avanti con il programma di riforme”.

Alla fine, tenendo conto dei risultati di quindici giorni fa e del voto siciliano, la maggioranza esulta forte di uno squillante 10 a 4, storia a parte il caso di Terni dove vince un candidato autonomo seppur conservatore. C’è stato un ulteriore calo dell’affluenza, ma i dati sembrano smentire il tabù secondo cui il doppio turno aiuterebbe i candidati del centrosinistra. Un voto che conferma una lunghissima luna di miele tra l’esecutivo e il Paese: un’onda lunga che resta forte ben otto mesi dopo la vittoria delle politiche.

Dati locali che però, inevitabilmente, rafforzano l’attività del governo e mettono in difficoltà le opposizioni, consolate solo dalla conquista di Vicenza. Numeri che, inoltre, rilanciano con forza l’unità del centrodestra in vista del prossimo appuntamento elettorale, le europee del giugno 2024 e specularmente segnano una brutta battuta d’arresto per la nuova leadership democratica, al battesimo delle urne. 

Affluenza in calo alle ore 15 per i ballottaggi in 7 capoluoghi e 34 comuni: il dato è 49,64% (1.595 sezioni su 1.595), in calo rispetto al primo turno (58,39%). Lo comunica il sito del Viminale. In Sardegna, dove si vota al primo turno per 171 comuni, l’affluenza alle ore 15 (53 sezioni su 171) è del 66,62% (68,69% alle precedenti comunali). 

“Non c’è che dire: un ottimo Effetto Schlein”. Lo scrive su Twitter il leader della Lega, Matteo Salvini, commentando le comunali. “Straordinari risultati per la Lega e il centrodestra in tutta Italia, con storiche vittorie ad Ancona – unico capoluogo regionale al voto, da sempre amministrato dalla sinistra – e Brindisi, trionfo in Toscana con le riconquista di Massa, Pisa e Siena, in attesa dei risultati del primo turno in Sicilia nei quali siamo molto fiduciosi”. “Il centrodestra e Forza Italia stravincono le elezioni amministrative. Il nostro movimento si conferma centrale nel quadro politico italiano, da Nord a Sud. Quanta soddisfazione per il nostro Daniele Silvetti che dopo 30 anni strappa Ancona alla sinistra”. Lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani.

“Abbiamo ottenuto buoni risultati e qualche vittoria che potrebbe definirsi storica come ad Ancona a conferma del fatto che non esistono più le roccaforti”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un videomessaggio dopo i risultati delle amministrative in cui “vince il centrodestra”. “Il centrodestra vince queste elezioni amministrative e conferma il suo consenso tra gli italiani, il suo radicamento, la sua forza”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni dopo commentando l’esito della tornata di elezioni amministrative. “Voglio ringraziare tutti i cittadini che hanno scelto di accordare fiducia al centrodestra premiato il nostro buongoverno, le nostre proposte e la nostra concretezza”.

É una sconfitta netta. Il vento a favore delle destre è ancora forte e c’è ancora. Ringraziamo tutti quelli che si sono spesi, i nostri candidati, in queste elezioni. Sapevano che sarebbe stata difficile, ci vuole tempo per costruire un centrosinistra vincente. Il fatto che il Pd sia il primo partito nel voto di lista non è una consolazione”. Lo ha dichiarato la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein al termine della segreteria nazionale del partito convocata dopo i risultati delle elezioni Amministrative. “È evidente che da soli non si vince. C’è da ricostruire un campo alternativo, che credibilmente contenda alla destra la vittoria. Ma la responsabilità di costruire questo campo non riguarda solo il Pd. Nei capoluoghi è andata male è andata meglio nei comuni medi”. Lo ha dichiarato la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein al termine della segreteria nazionale del partito convocata dopo i risultati delle elezioni Amministrative.

SICILIA – Alle elezioni comunali di Catania il candidato del centrodestra Enrico Trantino è al 67% delle preferenze, secondo i primi dati delle proiezioni. Seconda piazza, con il 23%, per il candidato del centrosinistra Maurizio Caserta. A Ragusa il sindaco uscente Giuseppe Cassì – candidato di cinque liste civiche – è stato riconfermato al primo turno. A Siracusa si va verso il ballottaggio tra Ferdinando Messina e Francesco Italia.. A Trapani il sindaco uscente Giacomo Tranchida, di centrosinistra con l’appoggio di numerose liste civiche, rischia di essere eletto al primo turno senza andare al ballottaggio. Al momento Tranchida ha il 44.2% delle preferenze rispetto al candidato del centrodestra Maurizio Miceli fermo al 34.8%. In Sicilia per essere eletti al primo turno è sufficiente superare il quorum del 40%.

VICENZA– Il candidato del centrosinistra Giacomo Possamai ha vinto il ballottaggio per il Comune di Vicenza, con il 50,5% delle preferenze. Sconfitto il sindaco uscente del centrodestra, Francesco Rucco, che ha ottenuto il 49,5. I dati, riferiti a tutte le 111 sezioni, sono stati diffusi nella sede del comitato Possamai con applausi e grida. “E’ stata una battaglia all’ultimo voto – ha commentato Rucco – e faremo un’opposizione responsabile”.

BRINDISI – E’ Giuseppe Marchionna il nuovo sindaco di Brindisi. Il candidato del centrodestra si è imposto al ballottaggio con circa il 54% dei voti, battendo quindi Roberto Fusco, candidato del Pd e M5S. L’alleanza giallo-rossa non è riuscita a riconfermare il governo di centrosinistra nel capoluogo pugliese.

ANCONA – Dopo oltre 30 anni di amministrazioni di centrosinistra, Ancona sarà invece guidata dal centrodestra con Daniele Silvetti che si è aggiudicato il ballottaggio con l’assessora uscente della giunta dem, Ida Simonella. Silvetti, 50 anni da compiere, avvocato, presidente del Parco del Conero, si è imposto con il 51,73% dei voti su Simonella (48,27%), staccandola di circa 1.400 voti.

SIENA – E’ Nicoletta Fabio il sindaco di Siena, la prima donna alla guida di Palazzo Pubblico: la candidata del centrodestra ha ottenuto il 52,16 % dei voti, dato riportato dal sito del Comune a scrutinio concluso, mentre la sfidante del centrosinistra Anna Ferretti il 47,84%. Fabio ha corso sostenuta da 5 liste: Fdi, Forza Italia, Lega, Nicoletta Fabio Sindaco, Movimento Civico Senese. La città del Palio era stata strappata alla guida del centrosinistra nel 2018, con l’elezione dell’avvocato Luigi De Mossi.

TERNI – Stefano Bandecchi è ufficialmente il nuovo sindaco di Terni. A riportarlo è il dato definitivo su Eligendo il portale del ministero dell’Interno. Quando è terminato lo scrutinio ha infatti ottenuto il 54,62 per cento dei voti. L’attuale presidente della Ternana e patron dell’Unicusano ha superato al ballottaggio la coalizione di centrodestra con il candidato sindaco Orlando Masselli, che si è fermato al 45,38 per cento dei voti. Bandecchi ha così ribaltato il risultato del primo turno quando aveva ottenuto il 28,14 dei voti contro il 35,81 del suo avversario.

MASSA – Francesco Persiani (Lega, Fi, civiche) a tre sezioni da scrutinare, vede la propria riconferma a sindaco di Massa (Massa Carrara) con un parziale del 54,60% contro il 45,40% dell’avversario di centrosinistra Enzo Romolo Ricci. “Sono contento per il risultato delle urne, ringrazio la città che ha riconosciuto il nostro buongoverno e quanto fatto negli ultimi cinque anni – ha detto Persiani a voto ormai acquisito -. Il mio impegno è quello di proseguire con lo stesso entusiasmo con cui ho lavorato in questi anni e, se possibile, in misura maggiore. Sono orgoglioso di rappresentare il centrodestra a Massa, ringrazio tutti gli elettori che mi hanno dato fiducia”.

PISA – Michele Conti resta sindaco di Pisa con il 52,33% dei voti ottenuti al ballottaggio contro il candidato del centrosinistra e M5s, il presidente delle Acli locali Paolo Martinelli, rimasto al 47,67%. Conti ha corso venendo sostenuto dal centrodestra unito (Lega, Fdi, Fi, Udc più liste civiche tra cui quella da lui direttamente rappresentata). Pd e centrosinistra ancora ko in Toscana ai ballottaggi a Siena, Pisa e Massa, perduti per la seconda volta di fila a favore di candidati del centrodestra. A scrutini ultimati, nei tre capoluoghi al voto hanno prevalso, rispettivamente, Nicoletta Fabio, Michele Conti e Francesco Persiani. Per Fabio è la prima volta da sindaco, per gli altri due sono conferme. Il centrosinistra prevale solo a Pescia (Pistoia) con Riccardo Franchi. Altre sconfitte Dem a Pietrasanta (Lucca), dove è confermato Alberto Stefano Giovannetti (Fi-Lega), e a Campi (Firenze), dove ha prevalso Andrea Tagliaferri, candidato di Sinistra e M5s.




RAI, “Che tempo che fa”: Fazio ringrazia. Littizzetto, Serra e Damilano su tv e politica

Serra: “La Rai è dello stato non dei partiti”

Lunghissimo applauso in apertura ”dell’ultima puntata per questa stagione di Che tempo che fa”, con Fabio Fazio già emozionato che in principio tace ma si parla molto di Rai e politica.

Michele Serra inizia l’ultima serata del programma che trasloca su la Nove dall’autunno tracciando la sua personale ”storia politica della Rai”.

Poi verso la fine, dopo l’intensa intervista ad Anthony Hopkins che ”volevo intervistare da sempre” e la letterina alla Rai di Luciana Littizzetto, alle spalle di Fabio Fazio compare una grande foto ”di tutti quelli che lavorano qui”.

Il conduttore fa così il suo saluto e ringraziamento d’addio nell’ultima puntata di Che tempo che fa, prima di introdurre Marco Mengoni. ”Ringrazio tutti i colleghi della Rai, de L’Officina, il trucco il parrucco, tutti. Vorrei anche dire grazie a quelli che in questi giorni si sono fatti sentire”, dice un Fazio commosso che esprime un ringraziamento particolare ”a Rosanna Pastore e Silvia Calandrelli che hanno cercato in questi mesi fino all’ultimo una soluzione, cercando segnali da Marte che non sono arrivati”. Ed aggiunge: ”la Rai è la tv di tutti e anche la mia e non posso che volerle enormemente bene. In questi giorni, esattamente 40 anni facevo il mio provino da imitatore e incredibilmente mi hanno preso”. ”A quel provino c’era Bruno Voglino da cui tutto è iniziato e a lui voglio indirizzare l’ultimo grazie. Andai a fare l’imitatore a Pronto Raffaella la sigla si chiamava Fatalità e io mi sentivo lì proprio per fatalità. Il grazie più grande poi lo voglio indirizzare al pubblico. Sono stati 40 anni bellissimi”, conclude Fazio.

La puntata si era aperta con Michele Serra e la sua personale ”storia politica della Rai”. Si chiede Serra di che partito fossero ”Topo Gigio, il Quartetto Cetra, Tognazzi e Vianello erano uno di sinistra e uno di destra? E per avvicinarsi ai giorni nostri di che partito sono Amadeus, Fiorello, Mara Venier, Vespa lo ha messo Cavour quindi è della destra storica?”, per il giornalista ”è un discorso cretino, perchè è difficile spiegare con la politica una storia che solo in parte lo è. Il lavoro delle persone per fortuna è più forte, nessuno si è mai chiesto in passato se Topo Gigio fosse di destra o di sinistra ma ora invece tutti si chiederebbero a che partito apparterrebbe”. ‘

‘E’ giunto il tempo di una riflessione – conclude Serra – la Rai è dello stato non dei partiti, l’atmosfera rimarrà tossica ora ed è grave perchè ci lavora anche tanta gente per bene”. Si parla di Rai anche con Marco Damilano. ”Andiamo in onda con Il cavallo e la torre fino al 23 giugno, i nuovi dirigenti si sono appena insediati, aspetto di incontrarli” dice. ”In tutto questo gioco delle figurine sulla Rai – ha aggiunto – una cosa che si è dimenticata è il pubblico, che paga il canone ed ha il diritto di vedere delle figure…lo dico a Fabio Fazio poi…” si interrompe Damilano e scatta l’applauso del pubblico. Per il giornalista ”il servizio pubblico ha in questo senso un dovere in più”, e spiega che ”i nuovi dirigenti hanno una responsabilità in più perchè devono difendere la Rai dalla politica che cerca di togliere il canone che è una risorsa fondamentale e devono anche difendere l’autonomia e la professionalità di chi lavora in Rai. Ci metto anche la mia”. Poi Luciana Littizzetto arriva nello studio dell’ultima puntata di Che tempo che fa con il carrello montacarichi pronta per il trasloco ”a mezzanotte scatta lo sfratto definitivo”, dice e punta alla poltrona ”questa dobbiamo portarla via qua ci sono stati culi illustri, dovevamo farla firmare”. E ipotizza ”a chi lasciare i mobili”: i pesci ad Antonella Clerici il tavolo così grande ”mettiamolo su Ebay o giusto a Putin”. ”Stasera puoi fare quello che vuoi” dice Fazio. ”Eppur la Nove”, mette tra le sue consuete citazioni poi non rinuncia ad una ”letterina alla Rai, regina del tubo catodico”. ”È finita non abbiano superato la crisi del settimo governo. Peccato andare via ora. Ho iniziato qui la mia carriera quando Don Matteo era in seminario, Montalbano aveva i cappelli e Vespa aveva solo due nei”. Poi con gli occhi velati parla di ”anni proprio belli, di allegria, di grandi ascolti, di ospiti importanti. Ogni tanto pestavamo un merdone e ci hai spostato di qua e di la’ ma abbiamo resistito grazie agli spettatori e grazie al nostro impegno e non grazie ad altro, lo dico a muso duro”. Inno alla Rai ancora di Luciana Littizzetto prima del trasloco sul Nove dalla prossima stagione: ”Ti voglio bene Rai perchè non sei la parte politica che ti controlla. Sei gli artisti”, che elenca a lungo. E conclude sperando in un ritorno alla Rai chissà: ”spero ci ritroveremo in un’Italia diversa dove chi fa il ministro non abbia paura di chi fa il saltimbanco e ricordati che la Rai è di tutti. Tua affezionatissima Luciana. ps. Bello ciao”, conclude in riferimento al tweet del ministro Matteo Salvini. Rose rosse per lei e per Filippa Lagerback da un commosso Fabio Fazio.




Anagni, Daniele Natalia si riconferma sindaco

Daniele Natalia si riconferma sindaco di Anagni, battendo il candidato a sindaco Alessandro Cardinali su quasi tutte le sezioni.

“Una vittoria schiacciante che conferma in maniera decisa il volere dei cittadini” commenta Gianluca Quadrini, Presidente del Consiglio Provinciale di Frosinone e Capogruppo di Forza Italia in Provincia, che si complimenta con il sindaco.

“ Le mie più vive congratulazioni al sindaco Daniele Natalia. Ancora una volta il centro-destra ha dimostrato che uniti si vince ma sopratutto si ha la forza per affrontare le sfide e raggiungere gli obiettivi. In qualità di Capogruppo di Forza Italia in Provincia sono sicuro che il collega Daniela Natalia continuerà a governare la città di Anagni con gli stessi valori e gli stessi principi della sua precedente amministrazione, migliorando e portando a termine quei progetti che renderanno Anagni ancora più vivibile.” Così in una nota il Presidente del Gruppo Provinciale, Gianluca Quadrini.




Velletri, Ascanio Cascella è il nuovo sindaco

Ascanio Cascella è il nuovo Sindaco di Velletri. Il nuovo primo cittadino è sostenuto da una coalizione di centrodestra composta da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Difendere Velletri ha battuto al ballottaggio l’avversario politico Orlando Pocci sostenuto da una coalizione di centrosinistra (PD, Noi domani, Verdi/Sinistra e Velletri Beni Comuni, Energia per Velletri, Movimento 5 Stelle, ViviamoVelletri).




Rocca di Papa, Massimiliano Calcagni è il nuovo sindaco: risultato storico per il centrodestra

Massimiliano Calcagni è il nuovo sindaco di Rocca di Papa. Il nuovo primo cittadino, sostenuto dalla coalizione composta da Fdi, Fi, Lega e da una lista civica, ha battuto al ballottaggio, con un vantaggio di circa 700 voti, l’avversario del centrosinistra Francesco De Santis.

E con Calcagni la destra e il centrodestra di Rocca di Papa segnano il risultato storico, dal dopoguerra fino ad oggi, con un proprio esponente alla guida della città.




Emilia Romagna, decreto maltempo: stanziati oltre due miliardi

Si è concluso il Consiglio dei ministri chiamato a varare il decreto legge maltempo.

“Vorrei raccontare i provvedimenti licenziati, che offrono prime importanti risposte ai territori colpiti dall’alluvione in Emilia Romagna” ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al tavolo con il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini e le parti sociali della regione.

“È un decreto legge con i primi interventi urgenti, molto corposo, ci sono molte misure”, ha aggiunto.

“Il decreto legge prevede la sospensione dei termini relativi ai versamenti tributari e contributivi fino 31 agosto. Sul tema delle utenze è stata deliberata la sospensione da parte di Arera. Per quanto riguarda i mutui, non c’è bisogno di una norma. Su questo fa fede il protocollo d’intesa con Abi sulla sospensione dei mutui in caso di eventi calamitosi” ha detto Meloni.

“Per la scuola c’è un fondo da 20 milioni di euro per la continuità didattica, e la facoltà al ministro dell’Istruzione, con ordinanza, a lavorare con una certa flessibilità all’adempimento degli esami di maturità con gli istituti coinvolti” ed è prevista “la cassa integrazione in deroga per tutti i dipendenti fino a 90 giorni, una misura coperta fino a 580 milioni di euro. E c’è anche una una tantum fino a 3mila euro per i lavoratori autonomi costretti a interrompere l’attività, con copertura fino a 300 milioni di euro”.

“Complessivamente questo primo provvedimento prevede uno stanziamento di oltre 2 miliardi di euro per le zone colpite dall’alluvione – ha sottolineato la premier – . Credo sia giusto ringraziare tuti i ministri”. “Nella situazione attuale in cui si trova l’Italia, trovare 2 miliardi di euro in qualche giorno non è una cosa facile. Va dato atto a tutto il governo di essersi dedicato all’emergenza con il massimo della concentrazione, disponibilità e operatività possibile”.

“Il ministero degli Affari esteri ha previsto un contributo a fondo perduto per le imprese esportatrici danneggiate dall’alluvione a valere sul fondo Simest (supporta la crescita delle imprese italiane nel mondo – ndr) con una copertura di ulteriori 300 milioni di euro. C’è poi la creazione di una quota riservata di 400 milioni di euro” che riguarda tassi agevolati a fondo perduto” ha precisato Meloni sottolineando che “ci sarà fase di ricostruzione, sulla quale ancora non siamo ancora in grado di quantificare complessivamente le necessità e i danni, ma insomma in passato interventi di emergenza da 2 miliardi di euro non so se si erano visti”.

“Il ministro della Cultura Sangiuliano prevede l’aumento temporaneo di un euro dei biglietti di ingresso ai musei, utilizzando i proventi di questa misura per ripristinare i beni culturali interessati” ha fatto sapere Meloni durante l’incontro.

L’intervento di Bonaccini
“Ringrazio il Cdm per velocità e lo sforzo”, ha detto il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini parlando con Giorgia Meloni dopo il consiglio dei ministri. “Nella velocità e nell’efficacia nel dare una risposta a cittadini e imprese ci sarà la possibilità di essere capiti. C’è chi ha perso tutto o quasi”. “Grazie alla premier per essere venuta nella nostra terra ferita e così ai ministri e ai sottosegretari. Abbiamo portato il sistema delle imprese, i professionisti e i sindacati. È un modo di lavorare che abbiamo già sperimentato e che è stato utilissimo per affrontare l’emergenza e la ricostruzione. C’è chi ha perso tutto e chi quasi tutto”. “Solo i danni alle strade sono di un miliardo”, ha aggiunto.

“Giovedì verrà la presidente Von der Leyen” nei paesi alluvionati, ha aggiunto Bonaccini, aggiungendo che “servirà poi un decreto per la ricostruzione. Per il terremoto con 12 miliardi di euro di danni abbiamo ricostruito quasi tutto. Abbiamo bisogno di norme di semplificazione per una capacità di intervento adeguata ad una ricostruzione che sia fatta bene, nel pieno rispetto della legalità ma anche rapida, per far ripartire una regione prima per export procapite. Sono miliardi di euro di danni: Ci sono 300 frane attive, sono venuti giù interi boschi, c’è il tema dei fiumi e c’è il tema delle strade e delle infrastrutture”.




Chiara Colosimo è la nuova presidente della Commissione Antimafia

Chiara Colosimo è stata eletta nuovo presidente della Commissione Antimafia.

I parlamentari dell’opposizione sono usciti dall’aula prima del voto, in segno di protesta dopo che il centrodestra ha deciso di sostenere la propria candidata sulla quale Pd, M5s e avs avevano espresso la loro contarietà.

Colosimo è stata eletta con 29 voti, quelli della maggioranza. Quattro preferenze sono andate a Dafne Musolino del gruppo Autonomie e c’è stato anche un astenuto. I voti del solo centrodestra sulla carta erano 30 ma uno di loro viene dato per assente. L’elezione è stata salutata da un applauso.

I vicepresidenti della commissione Antimafia sono Mauro D’Attis (Fi) e Federico Cafiero de Raho (M5s). Il primo è stato eletto con 29 voti, il secondo con 13. Ci sono state poi 4 schede bianche e una nulla. 

Dopo l’elezione, Colosimo ha voluto fugare ogni sospetto sulla sua presunta vicinanza con l’ex terrorista dei nar Luigi Ciavardini: “Io non ho amicizie. Ho semplicemente espletato, nelle mie funzioni di consigliere regionale, quello che mi era concesso e che era anche dovuto e cioè incontrare anche persone che sono state o sono detenute. Conosco il presunto Ciavardini, esattamente come lo conoscono moltissimi altri eletti di altre appartenenze politiche, poiché lui è in un’associazione che si occupa, come da articolo 27 della Costituzione, del reinserimento di altri detenuti nel momento in cui hanno scontato le loro pene”. 

“Nella mia vita hanno sempre parlato i fatti e le battaglie che ho condotto sin qui. Con il profondo rispetto che devo ai familiari delle vittime, li invito qui. Questa è casa loro, possono venire qui quando vogliono e indicare loro le priorità”, ha proseguito Colosimo che più volte è stata ospite della trasmissione Officina Stampa condotta dalla giornalista Chiara Rai, commentando l’appello che i familiari delle vittime di mafia e terrorismo rivolsero alle forze politiche a non votare per lei alla presidenza della Bicamerale d’inchiesta. “E’ evidente – ha aggiunto parlando dell’attività della Commissione – che le mafie in questi anni hanno cambiato volto, hanno lasciato gli attentati per diventare più subdole e pericolose perché si infiltrano nella nostra quotidianità”.

“Dobbiamo dare una risposta ai più giovani – ha dichiarato – perché l’arresto di Messina Denaro non è stato solo uno straordinario colpo inferto alla criminalità mafiosa. Ma perchè ci deve ricordare che non siamo a finis terrae, che la criminalità non è ancora sconfitta e il nostro obiettivo deve essere questo perché le giovani generazioni possono ancora fermare le mafie ed è a loro che dobbiamo il nostro impegno e quello della commissione Antimafia”. “Per questo faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità”.

Durissimo il commento del capogruppo del Pd in Commissione, Walter verini: l’elezione di Chiara Colosimo “rappresenta uno schiaffo che la Commissione e questo paese non meritavano. Hanno dimostrato sordità e chiusura, e con questa presidenza la Commissione parte azzoppata e poco legittimata”. La Commissione Antimafia, comunque, c’è “e serve impegno. Le mafie ci sono e sono pericolose – dichiara Verini – penetrano nei gangli della società e sarà nostro compito fare in modo che questa Commissione non sia una occasione persa”. Per quanto riguarda Italia Viva che con la senatrice Raffaella Paita ha accusato il Pd e il M5S di essersi “spartiti i vari ruoli di vicepresidente e segretario” dell’Antimafia, Verini ribatte: “Italia Viva falsifica la realtà delle cose. Noi siamo rientrati in Aula per votare Cafiero De Rhao vicepresidente perché è una garanzia, l’esatto contrario delle spartizioni”.

“Le polemiche di questi giorni sulla presidenza della commissione Antimafia rischiano di compromettere la credibilità e l’autorevolezza di un’istituzione delicata e importante per la nostra democrazia. Riteniamo che vadano ascoltate le preoccupazioni delle associazioni delle vittime della mafia e del terrorismo e di Salvatore Borsellino: sono loro che interpretano al meglio i valori della Giustizia presenti nella nostra società. La commissione Antimafia è un pilastro dell’impegno istituzionale per la legalità, nel rispetto dei principi sanciti dalla Costituzione. Gli atti della commissione sono nella storia del lavoro investigativo contro le mafie. Per il M5s è dunque irrinunciabile che per la presidenza venga indicata una figura che interpreti lo spirito della legge con cui abbiamo istituito la nuova Commissione”, avevano invece affermato i componenti del M5s in Commissione.

Posizione contraria alla nomina di Colosimo era stata espressa anche da Avs: “La maggioranza avrebbe dovuto farsi carico delle preoccupazioni dei familiari delle vittime delle stragi su Chiara Colosimo alla presidenza della commissione parlamentare Antimafia e avanzare una proposta diversa. In queste condizioni è importante che le opposizioni chiedano unitariamente maggiore rispetto istituzionale e per questo anche noi non parteciperemo al voto per eleggere il o la presidente”.

Diversa la posizione del Terzo Polo: “Noi ci siamo distinti perché non si esce dalle aule del Parlamento, men che meno se si tratta dell’Antimafia. Ovviamente non abbiamo votato per Chiara Colosimo, ma per Dafne Musolino che è una bravissima senatrice. Ma abbiamo avuto un atteggiamento rispettoso delle istituzioni. Il M5S e il Pd si sono spartiti come sempre i ruoli e hanno portato a casa un vicepresidente e un segretario”, ha spiegato la parlamentare Raffaella Paita uscendo dalla commissione Antimafia dopo l’elezione del presidente. “Pd e M5S anno raggiunto un accordo tra di loro senza neanche condividere. E anche se Cafiero De Raho è un nome di tutto rispetto, io per i vicepresidenti e i segretari ho votato scheda bianca”, ha aggiunto.