Libia e migranti: oggi vertice a palazzo Chigi

E’ previsto per questo pomeriggio, intorno alle 17, un vertice sulla Libia presieduto dal premier Giuseppe Conte, e al quale parteciperanno tutti i ministri interessati.

La riunione era stata concordata da tempo sul tema dei migranti, ma visto gli ultimi sviluppi della situazione a Tripoli non potrà non affrontare anche questa questione.

Sale a 50 il numero dei morti a Tripoli

E’ salito ad almeno 50 morti e 138 feriti il bilancio delle vittime in una settimana di combattimenti nei sobborghi di Tripoli, iniziati lo scorso 27 agosto. Lo riferisce il ministero della Sanità libico citato dai media locali. Secondo la missione Onu, sono almeno 19 i civili uccisi, tra i quali donne e bambini. “L’Italia deve essere la protagonista del processo di stabilizzazione del Mediterraneo. Le incursioni di altri che hanno interessi economici non devono prevalere sul bene comune che è la pace. Anche io sono disponibile a correre qualche rischio e a tornare presto in Libia” ha scritto ieri sul suo profilo twitter il ministro dell’Interno Matteo Salvini.




Artena: “Un sindaco allergico al sindacato”

Riceviamo e pubblichiamo da Cgil Federazione Italiana Lavoratori Funzione pubblica Roma sud – Pomezia – Castelli

ARTENA (RM) – “Dobbiamo prendere atto dell’ennesima aggressione dell’Amministrazione del Comune di Artena ai lavoratori e ai loro rappresentanti fuori dalla legge oltre che dalla equidistanza che un rappresentante delle istituzioni dovrebbe avere.

Oltre ad avere ripetutamente ritardato il processo di rielezione delle rappresentanze, venendo meno ai propri doveri contrattuali e alle indicazioni della Commissione di Garanzia, dopo aver disposto delle risorse per allargare gli orari dei lavoratori a Part Time per minare la credibilità di lavoratori e delegati con una distribuzione quantomeno unilaterale se non arbitraria, seminando divisione e discordia, oggi per
soprammercato nega ai lavoratori un luogo dignitoso per la tenuta di un’assemblea violando la legge e suoi obblighi.
Siamo almeno lieti che questa volta la firma sulla lettera di atto tanto scellerato e iniquo sia dello stesso sindaco, che seppure nascondendosi dietro formalismi furbastri, ha mostrato il vero volto di nemico della democrazia e dei lavoratori, almeno di quelli che ritengono la Cosa Pubblica bene comune da difendere dalle occupazioni cacicchiste.
Di questo e di altro, in parole, ma soprattutto in opere e omissioni, questa amministrazione dovrà rispondere nelle sedi giurisdizionali e saremo inflessibili nel difendere il diritto dei lavoratori a riunirsi per discutere delle loro problematiche in modo trasparente e democratico fuori dalla cultura del crumiraggio e del sindacato giallo di comodo a cui qualcuno sembra si sia abituato.

Vogliamo ringraziare pubblicamente il parroco di Artena per aver voluto mettere a disposizione uno spazio per la tenuta dell’assemblea e dargli manifestazione della nostra più sincera gratitudine e riconoscenza.
Ai lavoratori, che anche durante la difficile fase del rinnovo delle rappresentanze, hanno dato dimostrazione di maturità politica, va l’invito a non raccogliere questa ennesima provocazione da parte di una amministrazione che mostra sempre di più la sua incapacità di essere all’altezza del ruolo che ha il dovere di rappresentare.
Non risponderemo ad altre provocazioni e da questo momento lasceremo la parola al giudice e alla legge, su ulteriori atti di intimidazione”.




Pd, l’appello di Zingaretti: “Venite a costruire il nuovo partito”

“E’ evidente che non voglio allearmi con i 5 stelle, li ho sconfitti due volte. Ma voglio parlare con chi ci ha abbandonato, voglio capire perché”. Lo ha detto Nicola Zingaretti, governatore Pd del Lazio e candidato alla segreteria del partito, intervenendo all’incontro di AreaDem a Cortona (Arezzo). “Dobbiamo recuperare il confronto delle idee, basta con la denigrazione delle persone a prescindere dalle idee. Dobbiamo combattere”, ha aggiunto.

Zingaretti ha quindi espresso il suo pensiero per ricostruire il Pd:

“Dobbiamo combattere, altro che subalternità. E’ subalterno chi nella battaglia politica interna usa gli stessi strumenti che critichiamo contro di noi. Dobbiamo ricostruire una nuova agenda con gli italiani, ridando speranza”.

“No al cambio del nome al partito” – Il governatore del Lazio ha chiuso definitivamente anche la discussione sul cambio del nome al partito: “Lungi da me porre un tema sul nome del partito. Io mi candido segretario del Pd, voglio fare il segretario del Pd. Questa è la sfida che stiamo lanciando, il resto sono caricature che puntano a denigrare chi esprime idee. Ci vorrà molto coraggio, molta passione. Dovremo combattere contro le fake-news degli avversari, e dovremo combattere uniti. Perché in gioco c’è la democrazia italiana”.

“Basta divisioni interne” – “Smettiamola – ha precisato – con la divisione tra noi, ridicola, tra chi contrappone il partito del territorio al partito della rete. E’ vero esattamente l’opposto, dobbiamo essere più forti nelle strade e più forti nella rete. Si dice: torniamo nelle periferie. Certo, ma anche questo è il tema: bisogna starci fisicamente e non raccontarle come vorremmo che fossimo. Ci accorgeremmo che i ragazzi passano il tempo con il cellulare in mano e formano la propria coscienza dentro la rete. Voglio un partito che sulla rete sia il migliore e il più organizzato”.

L’appello agli italiani: “Venite a costruire il nuovo partito” – Zingaretti ha quindi lanciato un appello agli italiani: “Il congresso del partito democratico ha un senso se diventa un grande processo popolare, nel quale noi chiamiamo gli italiani a riscrivere un’agenda per il futuro di questo Paese. Nomi e leader sono gli ultimi problemi. Faccio un appello a tutti gli italiani: venite, tornate, iscrivetevi, lo vedo che c’è voglia di combattere. Riapriamo un processo decisionale e di elaborazione, è questo il nuovo Pd che dobbiamo costruire”.




Salvini a Macron: “Presidente ipocrita, riapra i confini”. Intanto la Procura di Agrigento prepara nuove accuse

“Da inizio 2017 ad oggi la Francia del “bravo Macron” ha respinto più di 48.000 immigrati alle frontiere con l’Italia, comprese donne e bambini. Sarebbe questa l’Europa “accogliente e solidale” di cui parlano Macron e i buonisti? Al posto di dare lezioni agli altri, inviterei l’ipocrita presidente francese a riaprire i confini e accogliere le migliaia di rifugiati che aveva promesso di prendere.
L’Italia non è più il campo profughi d’Europa, la pacchia per scafisti e buonisti è finita!” Così sul social Facebook il vice premier e Ministro degli Interni Matteo Salvini 

Nuove accuse per Matteo Salvini

Intanto nuove accuse al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che nell’inchiesta sul caso Diciotti risponde di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio, insieme al suo capogabinetto. Ipotizzati dalla procura di Agrigento, come confermato da fonti giudiziarie, anche i reati di sequestro di persona a scopo di coazione, in quanto secondo i magistrati il titolare del Viminale avrebbe impedito lo sbarco per fare pressione sull’Ue in direzione della ridistribuzione dei migranti; e l’omissione d’atti di ufficio poiché avrebbe ignorato la richiesta della Guardia costiera di un porto sicuro, indicando Catania solo come scalo tecnico.

Il procuratore Luigi Patronaggio sta effettuando ulteriori accertamenti e verifiche anche per quanto riguarda l’identificazione e la tutela dei diritti delle persone offese e per problemi di carattere tecnico-giuridico. L’intenzione è assicurare ai migranti che erano a bordo della ‘Diciotti’ la la piena tutela legale e la possibilità di costituirsi in giudizio contro il ministro dell’Interno.

Domani dovrebbero arrivare gli atti dell’inchiesta alla procura di Palermo. Gli uffici diretti da Francesco Lo Voi avranno 15 giorni per inviare tutto al Tribunale di ministri che avvierà la sua istruttoria decidendo entro 90 giorni (più eventuali sessanta) se archiviare o trasmettere nuovamente le carte al procuratore della Repubblica che dovrà inoltrare l’autorizzazione a procedere al Senato.

 

 




Incontro Orban – Salvini. il vice premier: “Vicini a svolta storica per l’Europa”

E’ durato circa un’ora l’incontro tra Matteo Salvini e Viktor Orban in Prefettura a Milano. “Siamo vicini a una svolta storica per il futuro dell’Europa: oggi comincia un percorso di incontri, ce ne saranno tanti altri”, ha detto il Ministro dell’Interno. “Quando tutti al Parlamento europeo mi attaccavano, Salvini mi difese. Io non dimentico e lo ringrazio”, ha affermato il premier ungherese.

Con Salvini “vorrei fare una conoscenza personale. Lui è il mio eroe”, ha detto il primo ministro ungherese, uscendo dal ristorante in cui ha pranzato a Milano prima dell’incontro ufficiale in prefettura. “È un mio compagno di destino – ha aggiunto – sono molto curioso di conoscere la sua personalità. Sono un grande estimatore e ho alcune esperienze che forse potrei condividere con lui. Ho questa sensazione”, ha concluso Orbàn.

“Ormai – scrive il vicepremier e ministro dell’Interno – la sinistra esiste solo per insultarmi, per difendere Ue dei banchieri e immigrazione senza limiti. P.S. In Ungheria disoccupazione è sotto il 5%, Flat Tax per le imprese è al 9% e per le persone al 15%, immigrazione è sotto controllo e economia cresce del 4%”. Lo scrive il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in vista del suo incontro nel pomeriggio con il presidente ungherese Viktor Orban.

A Milano migliaia in piazza per dire no all’incontro

La Milano a favore dell’accoglienza e dell’integrazione si è riunita in piazza San Babila per la manifestazione di protesta ‘Europa senza muri’, organizzata dalle stesse realtà che hanno promosso la grande tavolata per l’integrazione che si è tenuta in città lo scorso giugno. Al corteo hanno aderito anche partiti politici, come il Pd, LeU e Possibile, Anpi, sindacati a partire dalla Cgil, centri sociali, collettivi studenteschi, oltre ai Sentinelli di Milano, che sono fra gli organizzatori. La piazza è presidiata dalle forze dell’ordine e l’accesso a corso Monforte, dove si trova la sede della prefettura, è bloccato da camionette della Polizia e da agenti in tenuta anti sommossa. In piazza ci sono anche i ragazzi della ‘St Ambroeus Fc’, la prima squadra composta da rifugiati iscritta alla Figc, che metterà in scena un allenamento per opporsi alla riapertura dell’ex Cie di via Corelli.

Centri sociali imbrattano Consolato Ungheria – Vernice rossa come il sangue dei tanti migranti che hanno perso la vita in mare davanti al Consolato Generale Ungherese di Milano, in zona Missori. È l’azione di alcuni manifestanti e militanti dei centri sociali in segno di protesta per l’incontro tra Salvini e Orbàn, che portano avanti “una politica fascista”. I manifestanti hanno anche appeso uno striscione che recita: “I vostri confini uccidono Salvini e Orbàn complici di razzismo e paura” e ancora “La nostra Europa non ha confini, refugees welcome”.




Caso Diciotti: non si può inquisire un ministro che sta facendo il bene dell’Italia

Molto, e anche a sproposito, si parla da alcuni giorni della vicenda Diciotti, quella nave su cui, secondo il magistrato di Agrigento, sarebbero stati sequestrati e indebitamente arrestati, 137 migranti e 40 uomini d’equipaggio.

Poco si parla del comandante della nave Diciotti Massimo Kothmeier, comandante della Guardia Costiera

Quel comandante che è andato in acque maltesi a recuperare i naufraghi e a portarli in acque italiane. Dal suo profilo Facebook emerge una intenzione molto chiara, raffigurata da un barcone colmo di disperati sostenuto da due grandi mani che lo sollevano al di sopra delle acque, come tanti Mosè. Non si vuole accusare nessuno. Ma certamente questa procedura, a chi volesse pensar male, può sembrare per lo meno bizzarra. Raccogliere migranti in mare, forzando la mano per portarli in un ‘porto sicuro’, che certamente è l’Italia, vuol dire, a giudizio dei soliti complottisti, fare il gioco delle sinistre.

Tutti sapevano che questa operazione sarebbe stata una provocazione a carico del ministro Salvini

Come in effetti si è realizzato. E tutte le parti politiche, che si fregiano del nome di ‘sinistra’ – indebitamente, perché neanche loro sanno più cosa sono – si sono affrettate a soffiare sul fuoco, convocando organizzazioni ‘umanitarie’ e simili sottobordo alla nave, finalmente ormeggiata a Catania, per forzare la mano al ministro dell’Interno. Al punto che oggi Salvini insieme al suo capo di Gabinetto, risulta indagato per sequestro di persona, abuso d’ufficio, arresto illegale.

Siamo in Italia, e un’indagine, strombazzata sui giornali a nove colonne, è già una condanna

Salvo poi, a indagini concluse, pubblicare un trafiletto di smentita in quarta pagina. In questo, purtroppo, i media e la TV hanno una grossa responsabilità, come più volte abbiamo denunciato. Ci stupiscono alcuni aspetti di ciò che è capitato in questi giorni, come, ad esempio, l’intervento ad horas della CONSOB nel momento in cui Salvini e Di Maio hanno dichiarato, corroborati dal Presidente Conte, che ad Autostrade sarebbe stata revocata la concessione, facendo precipitare il titolo in borsa. Si temeva evidentemente una operazione poco trasparente di insider trading. Stessa cosa non è stata fatta nei recenti accadimenti relativi a banche tristemente note, come Antonveneta ed Etruria o Montepaschi, destinatario del quarto mutuo di Renzi per l’acquisto di una megavilla. Mutui attualmente tutti in essere. Nei quali frangenti i risparmiatori di una vita hanno perso qualsiasi speranza di una vecchiaia meritatamente serena. E qualcuno ha anche troncato i suoi giorni volontariamente.

Questo denota una volontà politica che ancora ‘fa carte’, quella del governo Renzi

Suscita anche curiosità il fatto che la magistratura – per carità, assolutamente imparziale! – si sia mossa nei confronti di Salvini con grande strepito di quotidiani e TV, piuttosto che nei confronti della famiglia di Matteo Renzi, ex Presidente del Consiglio e padre padrone di un partito distrutto, il PD, che vanamente Martina & C. stanno cercando di rianimare. Un’indagine forse sottovoce, nei confronti della famiglia di Matteo Renzi, che pare, secondo alcuni giornali, che abbia beneficiato, nelle sue aziende, di denaro che Conticini, genero di don Matteo, avrebbe sottratto ai fondi Unicef, quella stessa organizzazione che, insieme ad altre, è sotto la nave a protestare per l’indebita prigionia degli africani. Pare che si tratti di 6 milioni e 600.mila dollari, cifra del tutto rispettabile.
Ma, si sa, in Italia la magistratura è fatta a scale, c’è chi scende e c’è chi sale. E quindi, nell’incrocio, i pareri possono discordare. Fatta salva sempre l’indipendenza dell’Organismo. Come sempre, si attribuisce al tutto, ciò che invece dipende dal singolo.

E ci fermiamo qui. intanto, a riprova della sua capacità, Matteo Salvini ha risolto il problema della destinazione degli sventurati

Alcuni andranno in Albania, nazione che pur non facendo parte dell’UE – o forse proprio per quello – ha accettato di accollarsi una ventina di persone. Altri, un centinaio, saranno ospitati dalla CEI, dato che i vescovi hanno aperto le porte. L’Irlanda è l’altro paese che si è fatto carico dell’accoglienza. Su tutto questo campeggia grande quanto una casa l’esito negativo della riunione della Commissione Europea dei 250 sherpa – una volta erano quelli che guidavano gli alpinisti sull’Himalaia, è ancora così? – e del suo ennesimo fallimento. A spese dell’Italia. Dalla quale però aspettano versamenti miliardari, molto superiori a quelli che ci elargiscono annualmente. Ci chiediamo a che serva l’Europa, se poi in un caso come questo non funziona, nonostante fosse stato dichiarato, non molto tempo fa, che ‘chi sbarca in Italia sbarca in Europa’. Invece ognuno ha fatto come la chiocciola ritirandosi nel suo proprio guscio. Ma sul tema di ‘A che (non) serve l’Europa’ rimandiamo il lettore ad altra occasione, visto che sarebbe troppo lungo e inadeguato spiegarlo qui. Concludendo, vogliamo soltanto dire che i soliti buonisti ‘di sinistra’ – ormai Biancaneve è più reale di loro – hanno avuto dall’attracco della Diciotti, e dal suo comandante un assist di cui hanno approfittato in lungo e in largo. Tutto è lecito in amore e in guerra, recita un detto. Anche in politica, aggiungiamo noi, nonostante una volta in politica si accogliessero solo persone integerrime. Oggi non è più così.

La politica è intrecciata con interessi economici

I giornali scrivono quello che gli inserzionisti vogliono – è di dominio pubblico la notizia che Il Sole 24 Ore, Il Corriere e un grosso editore con i suoi giornali, incassino 60 milioni di euro all’anno di pubblicità da Autostrade – e quindi anche l’informazione va vista con un filtro solare. Indagare Salvini, che ha finalmente risolto il problema delle presenze indesiderate e incontrollate sul nostro territorio; e invece non investigare su chi favorisce l’immigrazione clandestina, reato palese e riconosciuto, sa tanto di parzialità.

In due giorni abbiamo avuto notizia di tre stupri compiuti da extracomunitari di colore, uno di una bambina di quindici anni

Secondo la legge, il senegalese riconosciuto e arrestato non può più essere espulso, dato che è sposato ad una italiana e padre di una bambina. Questo nonostante sia recidivo, già condannato per droga e altri reati, e abbia già avuto un decreto di espulsione, di quelli che si piegano e si mettono in tasca: non si sa mai, in caso di bisogno possono essere utili. Come la ‘carta bianca’ di Totò in un famoso film. Sono azioni compiute da chi è abituato a comportarsi così al suo paese. Solo che al suo paese lo mettono in galera, ciò che qui è molto meno certo. Anzi. E poi abbiamo la testimonianza di Carmen Di Genio, avvocato donna, membro del Comitato Pari Opportunità della Corte d’Appello di Salerno, che ha dichiarato tempo fa che chi arriva dall’Africa non può sapere che non si violentano le ragazze sulla spiaggia, e bisogna informarlo. Con tatto e gentilezza, per carità, altrimenti potrebbe riceverne un danno psicologico, e vedere conculcata la sua propria volontà e libertà d’agire. Non possiamo che ringraziare chi vuol liberare l’Italia dalla possibilità che certa gente continui ad invaderci, per l’80% dei casi senza averne diritto.
La Convenzione di Ginevra è chiara. Ed è chiaro anche il dovere degli altri paesi europei, puntualmente disatteso. L’Italia non deve diventare un immenso campo profughi, a tutto scapito di chi ci è nato e non ha alternative: forse solo quella di mettersi su di un barcone e cercare fortuna in Marocco, o in Tunisia. Al contrario, insomma. Non si può inquisire un ministro che sta facendo il bene dell’Italia, finalmente: si rischia di essere giudicati in malafede e magari collusi con certi poteri forti che non volevano e non vogliono questo governo, e che stanno cercando di tutto per farlo cadere. Qualcuno accusa Salvini e chi lo sostiene, di razzismo: non è così. L’Italia è patria di tanti stranieri che sono qui da anni e che contribuiscono al buon andamento della nazione, e benvenuti sono tutti coloro che verranno per lavorare onestamente e costruirsi un futuro, per sé e per la propria famiglia.

Non è per razzismo che la nave Diciotti è stata bloccata, ma per metter fine all’abuso creato da Matteo Renzi quando ha convogliato da noi tutti gli sbarchi

Altra soluzione non esiste, se non quella di operare un blocco navale, come in effetti si sarebbe potuto fare. E che sarebbe stato molto più efficace, anche se meno umanitario. Si sta creando, invece – anzi s’è già creato, per una diffusa e becera ideologia perbenista – un razzismo al contrario, verso gli Italiani. Tutti coloro che definiscono Salvini e i suoi sostenitori ‘sovranisti, populisti, fascisti’ sono razzisti al contrario. Senza voler entrare nel merito dell’appellativo ‘fascista’, che evoca un periodo ormai affidato alla storia, oggi i termini populista e sovranista sono usati al pari di insulti, esattamente come quelli che alcuni imbecilli rivolgono ai migranti incontrati per strada. Stiamo attenti a non diventare nemici di noi stessi e della nostra nazione, della nostra storia, delle nostre tradizioni che a tutti i costi, nonostante la globalizzazione e l’Europa, vogliamo conservare quale manifestazione della nostra identità nazionale. Della nostra Patria: anche se ad alcuni questo termine risulterà desueto o sconosciuto, o inopportuno. A margine sottolineiamo un intervento del ministro Savona, che avrebbe già pronto il famoso ‘piano B’ per l’Italexit: “Attenzione, faranno con Salvini e questo governo come hanno fatto con Berlusconi.”

Roberto Ragone




Caso Diciotti e denuncia Salvini. Il senso di umanità sgretolato sotto il peso di un razzismo dilagante e di interessi propagandistici

Assume i contorni di una classica “spocchia” da padrone quella che contraddistingue il nostro ministro degli Interni Matteo Salvini sin dai primi giorni di questa scellerata alleanza forzata e imbarazzante tra frange politiche dal passato reciproco bellicoso e polemico a mai finire.

Salvini personalmente crede di aver assunto il ruolo di capo assoluto di un governo monarchico dove il ruolo e il peso del presidente del Consiglio Giuseppe Conte dista anni luce da suoi predecessori e dove il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Luigi Di Maio fatica a trattenere il suo imbarazzo memore dell’aver trascorso la sua professione da politico pentastellato quando quotidianamente ne diceva e scriveva di tutti i colori contro Lega e “accozzaglie lombardo-padane”. Di base vige un fraintendimento e un vistoso cambio di marcia dove le promesse del programma di governo hanno lasciato posto ad una lotta serrata contro l’ipocrita Europa che dimostra, come se ce ne fosse ancora bisogno, quanto poca Unione fra gli stati membri effettivamente esista nella realtà. La strafottenza a condividere l’impegno storico dell’accoglienza e distribuzione degli immigrati, tragedia umanitaria di questo secolo, mette a nudo l’ipocrisia degli Stati membri poco disposti a sostenere sacrifici che l’Italia oramai da troppo tempo compie e che oramai è giunta ad un collasso strutturale.

La mano dura del governo italiano appare ignorata forse per un processo giunto in un punto di non ritorno e Matteo Salvini, pur avendo ragione sull’intollerabile “volta spalle” di molti dei paesi dell’Unione, risponde sempre in modo confuso e facilmente dissentibile a chi lo accusa di razzismo e di un comportamento disumano e intollerabile contro poveri disgraziati in fuga da un abominio incontrollato che troneggia nelle loro calde terre.

Forse vittima egli stesso di una esagerata campagna catastrofista su invasioni di massa degli immigrati come se fosse la discesa dei barbari dal nord con saccheggi stupri, assassini e interi villaggi a fuoco; creduto da quella popolazione italiana di medio bassa cultura convinta sul serio che i nostri soldi vengano “dispersi e sperperati” nell’accoglienza di quella povera gente mentre invece, come è risaputo, sono per lo più fondi europei stanziati per far fronte proprio a questo problema.

Una classica campagna del terrore che ancora una volta fà breccia nelle menti degli italiani particolarmente sensibili a quel tipo di politica che parla direttamente alle pance come fece il suo “amico” Berlusconi anni fa. Un insegnamento da un “maestro ineccepibile” reso efficace da una dilagante ignoranza degli italiani sempre più lontani dalle buone e sane abitudini come leggere quotidiani cartacei e web per sviluppare autonomamente un parere stimolato da diverse visioni e letture dell’attualità per sfuggire alle dilaganti fake news che tendono solo a confondere ed allontanare dalla realtà dei fatti.

La denuncia della procura di Agrigento nei confronti di Matteo Salvini e il capo di gabinetto rei d’aver negato a 137 immigranti stanchi e malati la discesa dalla nave Diciotti della Guardia Costiera per cinque interminabili giorni suona come una esagerazione oggettiva che va oltre la politica e oltre la necessità del pugno duro diretto al resto d’Europa.

Esiste una etica e una visione dell’uomo che oltrepassa ogni ragione politica. Esiste un limite alle ragioni delle parti, alla burocrazia, alla falsa e ipocrita unione europea basata sulla prostrazione al dio denaro. Esiste l’essere umano prima di tutto. Muri e confini dimostrano bassezze culturali ed una incapacità di sentirsi parte dell’immenso universo. Trascorrere la nostra breve esistenza a guardia di una propria zolla di terra è solo parte di una involuzione sociale.

Sembra si sia persa quell’umanità che travalica ogni ragione politica e appare evidente come certi interessi, politici messi in atto ad hoc per suscitare facili consensi, siano diventati elemento di forza rappresentativa di uno stato come l’Italia che per storia, cultura e umanità non ha niente da spartire con focolai di becero razzismo e gratuita propagande dal gusto acre di menzogne alla ricerca di sfrenati consensi.

Un palese dirottamento delle promesse in campagna elettorale dove il problema dell’immigrazione non primeggiava tra i problemi interni come occupazione, aumento dell’Iva, Flat Tax, reddito di cittadinanza, meno tasse etc. Un dirottamento messo a nudo e aggravato dalla solita spocchia e arroganza nelle risposte di Matteo Salvini, figlie di una mancanza di serietà, rispetto e senso delle istituzioni.

Gli atti dell’inchiesta saranno trasmessi alla competente procura di Palermo ed una volta esaminati, li invierà al tribunale per i ministri della stessa città. Archiviazione o prosecuzione dell’inchiesta sembra proprio che si sia presa una direzione dove la magistratura appare come istituzione da combattere e delegittimare. Si cammina all’indietro senza però voltare il capo a guardare i passi. Questo governo non sembra destinato a terminare il suo corso, (cosa molto probabile), il movimento 5 stelle pagherà cara la sua incresciosa perdita di spessore politico avendo scelto di assecondare una politica fatta di toni arroganti e azioni del tutto contrarie ad anni di “vaffa” contro ogni forma di prevaricazione. Non sembra questa l’Italia migliore, non è questa l’Italia del futuro. Stiamo correndo verso una involuzione dal sapore medievale dove il senso di umanità si sgretola sotto il peso di un razzismo dilagante.

Paolino Canzoneri




Frascati, polemiche su mancata festa dell’Unità: interviene il Sindaco

FRASCATI (RM) – Ecco la versione dell’amministrazione comunale in merito alla Festa dell’Unità a Frascati. In una nota, il Sindaco Roberto Mastrosanti ha precisato e chiarito alcuni passaggi che avrebbero potuto creare confusione e malintesi non solo negli iscritti ma anche da parte di tutti i frascatani. Ecco la nota: “Non ci sono mai stati dubbi da parte dell’Amministrazione comunale di Frascati nell’autorizzare lo svolgimento della festa dell’Unita. Oggi come ieri se solo si rammentasse che lo scorso anno il Sindaco – hanno fatto sapere dall’amministrazione Comunale – per garantire il regolare svolgimento della festa, non esitò a convocare la Commissione Pubblico spettacolo a poche ore dall’apertura dell’iniziativa, per sanare la carenza di autorizzazioni relativa agli allestimenti in corso di realizzazione.

Non più tardi della mattinata di ieri lo stesso Sindaco – prosegue la nota –  accolti telefonicamente i dubbi di alcuni iscritti, ha confermato al Segretario della sezione di Frascati l’inesistenza di ostacoli all’autorizzazione, rallentata solo dalla pausa ferragostana. Tanto si doveva per precisazione, che sarebbe stata resa tranquillamente anche direttamente a chi, interpretando la mancata attuale formalizzazione dell’autorizzazione come una volontà di diniego, avesse richiesto un chiarimento invece di preannunciare un annullamento della festa.

Precisato quanto sopra l’amministrazione si rimette alla volontà degli organizzatori di confermare comunque o meno la realizzazione dell’evento, confermando la volontà del Sindaco stesso a parteciparvi, se invitato naturalmente”.




Migranti, fondi all’Europa: i particolari dell’accordo sfumato

È scontro tra Italia ed Europa sulla questione migranti. A Bruxelles il vertice tecnico dei 12 stati membri convocato dalla Commissione europea ha prodotto un nulla di fatto: nessun accordo è stato trovato sulla ripartizione dei 150 migranti presenti a bordo della nave Diciotti ferma al porto di Catania da 4 giorni. E secondo quanto trapelato, nel corso della riunione a porte chiuse, si sarebbe parlato di un'”Italia isolata” anche perché “i ricatti del governo hanno peggiorato il clima”. E lo scontro si sposta sulla quota di fondi che l’Italia paga alla Ue. “Non siamo più disposti a dare i 20 miliardi che pretendono”, tuona il vicepremier Luigi Di Maio.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte affida a Facebook la posizione del governo: “L’Italia ne trarrà le conseguenze – avverte – e, d’ora in poi, si farà carico di eliminare questa discrasia” che c’è “tra parole e fatti, che trascolora in ipocrisia perseguendo un quadro coerente e determinato d’azione per tutte le questioni che sarà chiamata ad affrontare in Europa”.

L’Italia, dunque, ne trarrà le conseguenze. Come? Secondo quanto si apprende, il governo esclude l’ipotesi di ‘Italexit’ – come detto dallo stesso Luigi Di Maio stamattina – anche se l’orientamento è di mettersi di traverso e fare la voce grossa su tutti i temi che saranno affrontati in sede europea.

L’irritazione del presidente del Consiglio nasce dal fatto che a Bruxelles gli sherpa abbiano rifiutato di sottoscrivere una bozza di dichiarazione che era stata preparata dalla Commissione per una gestione comune degli sbarchi e della ripartizione dei migranti e dare così seguito alle conclusioni del Consiglio europeo di giugno. “L’Italia è costretta a prendere atto che l’Europa oggi ha perso una buona occasione – denuncia il premier Conte – in materia di immigrazione non è riuscita a battere un colpo in direzione dei principi di solidarietà e di responsabilità che pure vengono costantemente declamati quali valori fondamentali dell’ordinamento europeo” e anzi, punta il dito, “da parte di alcuni Stati è stato proposto un passo indietro, suggerendo una sorta di regolamento di Dublino ‘mascherato’, che avrebbe individuato l’Italia come paese di approdo sicuro, con disponibilità degli altri Stati a partecipare alla redistribuzione dei soli aventi diritto all’asilo, che notoriamente sono una percentuale minima dei migranti che arrivano per mare”.

“Dalla Diciotti non sbarca nessuno”

Anche dal Viminale filtra la stessa posizione dura e intransigente: “Dalla Diciotti non sbarca nessuno. Su questo fronte il governo è compatto” sottolineano fonti del Ministero dell’Interno secondo cui l’esito del vertice europeo è l'”ennesima dimostrazione che l’Europa non esiste”.

Ma sul tavolo c’è un’altra questione: la minaccia ventilata ieri e ribadita oggi dal vicepremier Di Maio di bloccare i pagamenti del nostro paese all’Ue in mancanza di collaborazione nella ridistribuzione dei migranti che si trovano a bordo della nave Diciotti. E anche se il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, sottolinea che “pagare i contributi all’Ue è un dovere legale dei membri”, il ministro del Lavoro e dello sviluppo economico insiste: “Oggi l’Unione Europea ha deciso di voltare le spalle all’Italia ancora una volta. A questo punto l’Italia deve prendersi in maniera unilaterale una riparazione. Non abbiamo più intenzione di farci mettere i piedi in testa”.

Per questo, prosegue, “l’Unione Europea non vuole ottemperare ai principi concordarti nell’ultimo consiglio europeo? Noi siamo pronti a tagliare i fondi che diamo all’Unione Europea. Vogliono 20 miliardi dei cittadini italiani? Dimostrino di meritarseli e si prendano carico di un problema che non possiamo piu’ affrontare da soli. I confini dell’Italia sono i confini dell’Europa. Agli italiani non chiederemo un centesimo di piu’. Lo dico da capo politico del Movimento 5 Stelle, visto che la UE non rispetta i patti e non adempie ai suoi doveri, noi come forza politica non siamo più disposti a dargli i 20 miliardi all’anno che pretendono”.

Concorda Matteo Salvini: “Io penso che i soldi pagati da italiani e immigrati regolari in tasse devono finire agli italiani. Possiamo diminuire il contributo in quota parte sulla base di quello che l’Europa fa o non fa penalizzando l’Italia. Mi sembra un dovere ridiscutere queste spese condominiali”.

Il monito di Oettinger​

If Italy would refuse to pay its contribution to the #EUbudget, it would be the first time in the history of the EU. This would result in late payment interests. And a breach of Treaty obligations leading to possible further heavy sanctions. #cooperation-not-threats

— Günther H. Oettinger (@GOettingerEU) 24 agosto 2018

“Se l’Italia si rifiuta di pagare il suo contributo al bilancio europeo, sarebbe la prima volta nella storia dell’Ue. Questo comporterebbe interessi per i ritardi nei pagamenti, e una violazione degli obblighi del Trattato che porterebbe a possibili ulteriori forti sanzioni”, sottolinea su Twitter il commissario europeo al bilancio, Guenther Oettinger, aggiungendo l’hashtag #cooperazione-non-minacce.

Il Pd all’attacco: “Se Conte non è in grado di governare, vada a casa”

Intanto, sul fronte dell’opposizione il Pd con il segretario Maurizio Martina sollecita Conte a riferire al più presto in Parlamento e a dimettersi se incapace nel gestire l’emergenza: “Conte deve gestire la situazione se ne è capace o vada a casa perché stiamo affrontando una situazione incredibile, mai vista. Con una evidente incapacità del governo a gestirla. Se non sono in grado di governare vadano a casa per il bene degli italiani”. Quindi, conclude, “con la Ue che ci volta le spalle, è una Italia sempre piu’ isolata. Conte venga a riferire in Parlamento perché siamo oltre la soglia di guardia”.




Contratto di Governo: buono l’inizio, ora si attende la legge di stabilità

È dal 1 giugno scorso, giorno dell’insediamento a Palazzo Chigi, che il nuovo governo a matrice gialloverde, se non ha ancora potuto risolvere le questioni principali che figurano nel “contratto”, ha quantomeno ordinato le carte programmatiche della prossima legislatura. Mentre vengono rimandate a settembre alcune pratiche fondamentali tra cui la nomina del presidente della tv pubblica, dopo il caso Foa. Ma il momento che decreterà la stabilità del governo è la manovra economica d’autunno. Se l’inamovibile Tria deciderà di assentire alle richieste dei vice premier Di Maio e Salvini, entrerà inevitabilmente in rotta di collisione con l’establishment europeo: le agenzie di rating americane, prima fra tutte Moody’s, hanno iniziato a far agitare i mercati dei titoli italiani.

Il volto rassicurante del governo populista

Nel quadro di questi due mesi di governo Giuseppe Conte, outsider della politica, si ritrova ad essere il volto rassicurante del governo populista. Caldo di un consenso popolare elevato e costante, in un primo momento, si è tenuto a debita distanza dalla scena pubblica per “studiare”. I suoi primi interventi figurano con i parenti stranieri: G7 in Canada, incontri a Bruxelles, vertici Nato e dialogo con Trump di cui condivide la volontà di far rientrare la Russia nel gruppo degli Otto. Nelle ultime ore, a seguito della tempesta sullo sbarco della Diciotti, utilizza toni duri con la Commissione Europea alla quale, appena a giugno, aveva strappato l’assunto che “chi sbarca in Italia, sbarca in Europa”. Sembra non bastare. Alcuni, forse a buon titolo, vorrebbero che il nuovo premier usasse il pugno duro almeno con le intemperanze verbali e non del leader leghista. Ieri sera Conte si trovava alla commemorazione in memoria del terremoto del 24 agosto 2016 ad Arquata del Tronto. Proprio la visita ai terremotati di Amatrice, come gesto simbolico, aveva segnato la sua prima uscita pubblica.

Luigi Di Maio e il dicastero più scomodo

Ma dopo l’abolizione dell’articolo 18 e di tutte quelle iniziative renziane contro la stabilizzazione del lavoro, Luigi Di Maio è, sicuramente, a capo del dicastero più scomodo e per certi versi impegnativo: molti i precari e disoccupati che confidano in questo nuovo Ministero dello Sviluppo Economico e del Lavoro. Tra un attraversamento da via Veneto a via Molise, Di Maio ha elaborato il primo decreto del nuovo governo, il Decreto Dignità che intacca il Jobs Act e si presenta come un provvedimento di sinistra che in Italia mancava da anni. Secondo lo stesso ministro è l’inizio di una più organica revisione delle norme che regolano il lavoro. Comunque i risultati, se arriveranno, si vedranno tra qualche mese. Sicuramente Di Maio ha giocato male la mossa mediatica degli ottantamila disoccupati e il susseguente scontro con Tito Boeri dell’Inps. Soffre la veemenza del gemello verde, come dimostra anche l’ultima dichiarazione di ritirare la previsione di 20 miliardi da consegnare all’Unione Europea qualora non si arrivasse ad una soluzione sugli sbarchi. Grimaldello delle popolarità in Puglia è il dossier Ilva. Il suo ex Calenda si stava muovendo senza riscuotere eccessivi entusiasmi. Ora, invece, si è passati alla revisione della gara dall’Anac e dall’Avvocatura di Stato, cui responsi ufficiali saranno noti il 7 settembe, e il miglioramento del piano ambientale da parte di Mittal.

Matteo Salvini, l’uomo mediaticamente più forte del governo

Nello stesso Sud imperversa lo scontro sui migranti che viene gestito dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, uomo mediaticamente più forte del governo anche se contribuisce in maniera ossessiva all’imbarbarimento del dibattito politico. Un merito è quello di aver alzato la voce per quanto riguarda la gestione delle politiche migratorie, anche se in Europa manda poi Conte e Milanesi. Le statistiche sull’immigrazione ripropongono i successi del suo predecessore Minniti, ma registrano più morti in mare. Lo stesso Salvini propone di tagliare i fondi per l’accoglienza, un provvedimento che trova molti sostenitori, soprattutto al Nord dove i suoi elettori attendono con ansia il Decreto Sicurezza che arriverà solo a settembre. Rimanendo sul tema dell’immigrazione, il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, se ne sta occupando nei sui cavilli più tecnici. Al fianco del premier Conte, ha ottenuto il riconoscimento della responsabilità condivisa sui migranti a fine giugno e il ricollocamento pratico di 450 migranti.

Danilo Toninelli e le infrastrutture

Mentre totalmente oscurato da Matteo Salvini, il ministro delle Infrastrutture Toninelli, cede sul famoso caso della chiusura dei porti alle Ong promossa dal vertice degli Interni e sui toni utilizzati per i migranti sulla Vos Thalassa. Per quanto riguarda le grandi opere, care al Pd, Fi, ma anche alla Lega, come la Tav si è iniziato lo studio dei costi e dei benefici. Toninelli si è mosso con fermezza per arrivare all’interruzione della fusione Anas-Fs e nella gestione del disastro del ponte Morandi di Genova: stamane ha rimosso Ferrazza, presidente dell’organo tecnico che deve indagare sul crollo e che aveva firmato una relazione che parlava dell’usura dei tiranti.

Il governo gialloverde si regge però sulla Legge di Stabilità del prossimo autunno, di cui saranno protagonisti Milanesi e il ministro dell’economia Tria. Quest’ultimo molto vicino al partito di Mattarella e all’Eurozona dovrà decidere se assicurare tutte le manovre economiche che permetteranno di trasformare il contratto di governo in realtà legislativa.

Gianpaolo Plini




Di Maio avverte l’Ue:  ci aiuti con i migranti o blocchiamo i contributi dell’Italia all’Europa

“Se domani, dalla riunione della Commissione europea, non esce nulla sulla Diciotti e la redistribuzione dei migranti, allora io e il Movimento 5 stelle non saremo più disposti a dare all’Unione europea 20 miliardi ogni anno”. Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio, precisando di parlare come capo politico del Movimento. “Ce ne prendiamo una parte”, ha aggiunto il vicepremier in un video postato su Facebook, “e non siamo disposti, se non ci aiutano, a votare una legge di bilancio che prevede il finanziamento di 20 miliardi all’Unione europea”.