Anguillara Sabazia, i perché “scomodi” rivolti all’opposizione

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Finalmente si spengono le luci, si attutisce il frastuono, si smaltiscono le abbuffate di rito del capodanno e si ritorna, a mente lucida, a ragionare.

Si usa ormai da tempo fare il resoconto, ad ogni chiusura d’anno

Oggi si è scelto di porre quattro domande, probabilmente imbarazzanti, ai gruppi di opposizione del Comune di Anguillara Sabazia. Ce lo ha insegnato, bontà sua, anche il presidente della Camera Roberto Fico, ammonendoci che l’opposizione deve ed è giusto che faccia l’opposizione. Quanta saggezza! Il compito istituzionale dell’opposizione richiama a vigilare, criticare e collaborare , il tutto per il bene della collettività.

Ad Anguillara Sabazia, a memoria d’uomo, nessuna amministrazione è mai sfuggita ad aspra critica e dura opposizione.

Così l’amministrazione Minnucci, come quella Pizzorno o Pizzigallo e parimenti l’interim di Paolessi, sono state giustamente criticate per le buche, l’illuminazione, l’acqua, per il decoro urbano, per l’Albo Pretorio, per bandi e per delibere varie e non solo. Tutto si è svolto sempre democraticamente, criticando opere ed operato e mai, naturalmente, ledendo onore e suscettibilità delle persone. Anche questa volta, c’è un’opposizione dura contro l’attuale amministrazione Anselmo, dove si critica e si attacca per le solite buche, le solite interruzioni dell’erogazione dell’acqua, l’ormai fatto endemico di questa città e cioè l’improvvisa e “maledetta” interruzione della corrente elettrica nei momenti più critici della giornata. Vi è stato anche un momento quando si sentiva un’accesa discussione intorno ai piani integrati. Altre discussioni hanno riguardato i fondi gestiti dal Comune capofila Bracciano, fondi per il sociale. In questi casi la critica è stata forte ed il dibattito molto acceso. In tutto questo c’è stato anche dell’altro. In questi casi l’opposizione non ha fatto altro che la propria parte, quella che le compete istituzionalmente.

Ciò detto, dunque, cos’è che non torna, che non convince con l’opposizione? Le perplessità sono tante.

Resta quantomeno strano e apparentemente inspiegabile come un’opposizione così rumorosa, così coesa e variopinta, non riesca a compiere il suo dovere fino in fondo, ossia indagare, controllare e rendere i perché delle cose ai cittadini. Cavalcare campagne stanche e logore come la cementificazione selvaggia, l’acqua con l’arsenico, l’abbandono del centro storico e altri temi ormai ben familiari alle passate amministrazioni non rendono credibili gli sforzi di questa opposizione che sta faticando ad emergere. Sono tentativi che ricordano tanto la rituale promessa di Bianchini che ogni anno, all’approssimarsi dell’estate annunciava solennemente l’apertura della piscina olimpionica comunale. Somigliano alle assicurazioni dell’On. Minnucci che a mezzo di volantini annunciava l’arrivo dei fondi di tre milioni che avrebbero risolto finalmente il problema dell’attraversamento del passaggio a livello mettendo fine ai tanti disagi della cittadinanza.

Ma non c’è solamente la piscina che “giace” fino a che questa opposizione, per scelta oppure per vocazione continua a darsi pace.

C’è nell’elenco dei lavori dormienti il progetto del secondo tratto di via Anguillarese. Il 4 Marzo 2012, durante l’iniziativa Mercato della Terra, c/o l’ex Consorzio Agrario, fu allestito uno stand informativo sui lavori relativi alla via Anguillarese e l’allora Assessore ai Lavori Pubblici Antonio Di Gioia, illustrava tutto il progetto. Peccato che l’assessore successivamente dovette lasciare l’incarico istituzionale. Per quella giunta, fino a che è durato, è stato un valore aggiunto.

Chiusa parentesi, ci si continua a chiedere perché non si sente parlare, da parte di questa opposizione, riguardo il secondo tratto di via Anguillarese che prevedeva, fra l’altro, una seconda rotatoria all’incrocio con via Pizzo Morronto, altezza Conad?

Forse i politici scesi in piazza lo scorso sabato non sono al corrente di cosa contemplava quel progetto del 2012 “Lavori per la messa in sicurezza della via Anguillarese”. Il progetto prometteva: un sistema innovativo di monitoraggio (dal costo di 120mila euro) prevedendo cinque stazioni di rilevamento del traffico veicolare, distribuiti su più strade del paese, e un apparato di rilevamento degli incidenti. Il sindaco di allora, l’avvocato Francesco Pizzorno, nulla lasciava al caso e nel dare la notizia specificava la durata complessiva dei lavori in sette mesi, l’importo complessivo dell’opera, informava il sindaco, doveva essere di euro un milione e 164 mila di cui 559 mila da fondi regionali, 335 mila della Provincia e 241 mila del Comune.

Si chiede quindi all’attuale opposizione, perché tace e nulla si rileva su questi lavori promessi, finanziati e disattesi?

Ma come usava dire il compianto presentatore Corrado, non finisce qui.

Alle ore 12 del 7 maggio 2011, in via della Mainella, località Pantane, l’allora governatrice della Regione Lazio, Renata Polverini interveniva all’inaugurazione del cantiere per la realizzazione della strada che avrebbe dovuto collegare Anguillara Sabazia con Cesano e che doveva essere intitolata al Beato Giovanni Paolo II. Almeno questo è quanto dichiarava l’allora sindaco f.f. Stefano Paolessi.

Chi, dell’opposizione sta al momento monitorando questi lavori, oltre naturalmente a contare le buche e le pozzanghere? A prescindere dall’interrogazione di Palozzi di FI – viabilità Regione Lazio, non si rintracciano eclatanti proteste da parte dell’opposizione al riguardo.

L’opposizione e l’apertura del museo del Neolitico

Gli amanti della Cultura, con la “C” maiuscola, ormai non sperano più che l’opposizione possa erigersi a favore dell’apertura del museo del neolitico. Inutile cercare di destarli dal sonno. Guardano ma non vedono. Sentono ma non ascoltano.

L’ampliamento del cimitero comunale

Come è stato riportato su questo stesso giornale il 23 febbraio 2018, la Giunta Anselmo aveva approvato un progetto di ampliamento cimiteriale nel 2017. Il progetto contemplava, oltre l’ampliamento, la realizzazione su due piani di 768 nuovi loculi con l’adiacente sistemazione dell’area parcheggio per 75 posti auto. Il tutto per un costo complessivo di 1.431.000,00 euro. Era allora una situazione di emergenza. La stessa sindaca Anselmo, sul suo profilo fb, il 10 agosto 2017, annunciava l’inizio lavori, assicurando la pronta disponibilità del finanziamento.
Con delibera di Giunta n. 82 del 7 giugno 2017, giustificando l’atto a “grave carenza di loculi liberi”, giustificazione, da noi su questo giornale largamente contestata, la Giunta Anselmo procedeva a requisire i loculi a privati cittadini. La decisione della Giunta Anselmo doveva essere provvisoria in attesa della realizzazione del progetto per l’ampliamento del cimitero. A oggi il progetto giace nel cassetto in un ufficio al Comune e la delibera di requisizione, dopo l’intervento di questo giornale, è stata revocata e sostituita da una nuova.

Intanto l’opposizione guarda e tace. Ha le bocche cucite e non parla, non protesta, non s’indigna.

Va benissimo che l’opposizione si occupi delle buche, del tasso di arsenico nell’acqua, del cronico abbandono del centro storico. Non va bene però e mai si riuscirà a comprenderne il silenzio, il vuoto, il chiudere l’occhio su una piscina abbandonata, ridotta a pascolo per le pecore; fare finta di non accorgersi di un museo del neolitico chiuso con un reperto di 8000 anni, nonostante quello che ci vuole fare credere l’assessora Normando, tesoro archeologico giacente nel più completo abbandono; voltare le spalle alla strada Anguillara-Cesano persa nella nebbia delle cose non fatte; tappare le orecchie per non sentire le critiche che parlano della seconda tratta di via Anguillarese , la seconda rotatoria e tutto l’impianto di sicurezza stradale compreso.

Questo giornale ha dedicato più di un articolo, cercando di sensibilizzare chi di dovere su questa specifica tematica e qui in calce si riportano alcuni articoli per chi li volesse verificare. Ciò nonostante non si riesce a strappare il velo di oscurità, a fare uscire dalla nebbia dell’ignoto, da schiarire l’alone che avvolgono queste opere pubbliche, costate fior di milioni, iniziate e mai completate. I protagonisti che le videro nascere sono vivi e vegeti, tutti nell’opposizione, eppure, non guardano, non ascoltano, non parlano.
E’ tutta gente che ha perso la memoria? Ci si augura che il cittadino la memoria ancora la conservi viva.

Emanuel Galea




Roma, bilancio Ama. Rachele Mussolini (Con Giorgia): “Tempo scaduto. Dovere governo e’ tutelare cittadini, non Raggi”

ROMA – Il collegio sindacale dell’Ama ha ‘bocciato’ il bilancio 2017 dell’azienda, che attende l’approvazione da parte dell’assemblea dei soci (il Campidoglio) dando un parere negativo.

Il bilancio era passato una prima volta in Cda a fine marzo 2018, poi era stato riapprovato dallo stesso cda a dicembre con una nota integrativa.

Ora è arrivato lo stop del collegio sindacale ma dai vertici dell’azienda si fa notare che “il collegio dei revisori aveva solo pochi mesi fa approvato il bilancio dell’azienda, che nella sostanza è identico.

Dunque il nuovo parere è giudicato “quantomeno singolare”. Ama sottolinea che “la società di revisione Ernst & Young, che è la società di valutazione tecnica, ha promosso i conti dell’azienda sia prima sia dopo l’ultima integrazione” al bilancio “da parte del Cda. Questa è la cosa più importante.

Infatti, come previsto dalle norme, il collegio sindacale effettua un controllo sintetico mentre la verifica della rispondenza dei dati contabili spetta all’ incaricato della revisione legale”

Rachele Mussolini: “Al peggio non c’è mai fine”

«Con 600 tonnellate di spazzatura costantemente presenti su strada, una raccolta differenziata che fa acqua da tutte le parti, l’assenza di impianti adeguati, la chiusura del Tmb di via Salaria e i continui roghi tossici pensavamo di aver toccato il fondo. E invece no. A confermarci che al peggio non c’è mai fine è arrivata ieri la bocciatura del bilancio di Ama dovuta alle carenze organizzative nei sistemi di controllo interno, alla mancata trasparenza su questioni fondamentali del bilancio, alla scarsa prudenza nella valutazione dei crediti e dell’effetto delle controversie legali in corso. L’ennesima tegola che si abbatte sulla testa dei romani, i quali già da settimane convivono con lo spettro dell’emergenza ambientale e sanitaria. Il tempo a disposizione di questa giunta, che procede per proclami ma è incapace di governare la città, è scaduto: Ama va commissariata al più presto. E a farlo deve essere il Governo. Mi aspetto, perciò, che si individui in tempi rapidi un Commissario straordinario a cui affidare l’arduo compito di riportare Roma alla normalità. Luigi Di Maio e i suoi alleati la smettano di tutelare la Sindaca Raggi, difendendola a spada tratta, e pensino, almeno una volta, alla cittadinanza, costretta ancora a pagare per l’inadeguatezza di chi governa».

Così Rachele Mussolini, consigliere comunale della lista civica Con Giorgia e Vice Presidente della Commissione Controllo, Garanzia e Trasparenza di Roma Capitale.




Decreto sicurezza, Salvini: “Non mollo di un millimetro!”

“Io non mollo. Se c’è qualche sindaco che non è d’accordo si dimetta. Orlando e De Magistris dimettetevi”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini in diretta Facebook che, rivolgendosi anche al sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha aggiunto: “Non applicate il decreto sicurezza? Fate i sindaci e fate il vostro lavoro”. “Se c’è una legge approvata dal Parlamento, dal governo e firmata dal Presidente della Repubblica, si rispetta. E’ troppo facile applaudire Mattarella quando fa il discorso in televisione a fine anno e due giorni dopo sbattersene”, ha aggiunto.

“E’ la prova che Salvini non ha capito niente e che viviamo in mondi diversi. Io sto agendo da sindaco”. Così il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, replica al vice premier Matteo Salvini che lo ha invitato a dimettersi se è in disaccordo con il decreto sicurezza.

“Sono inaccettabili le posizioni degli Amministratori locali che hanno pubblicamente dichiarato che non intendono applicare una legge dello Stato. Il nostro ordinamento giuridico non attribuisce ai Sindaci il potere di operare un sindacato di costituzionalità delle leggi: disapplicare una legge che non piace equivale a violarla, con tutte le conseguenti responsabilità”. E’quanto sottolineano fonti di Palazzo Chigi. “Se l’Anci desidera un incontro per segnalare eventuali difficoltà applicative collegate alla legge sull’immigrazione e sulla sicurezza, ben venga la richiesta di un incontro con il Governo, al quale anche il Presidente del Consiglio è disposto a partecipare insieme al Ministro dell’Interno”. E’ quanto fanno sapere fonti di Palazzo Chigi

“Ministro Salvini, ci ascolti e riveda il decreto sicurezza, così non va!”. È l’appello del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che sulla sua pagina Facebook ha spiegato come da settimane “noi sindaci avevamo richiesto, anche attraverso l’Anci, di ascoltare la nostra opinione su alcuni punti critici” ed è necessario “valutare impatto sociale ed economico” del provvedimento.

L’Anpi si schiera con i sindaci che “hanno deciso di sospendere l’attuazione di quelle parti della legge sicurezza e immigrazione inerenti l’attività dei Comuni”. Così la presidente Carla Nespolo. “La coraggiosa decisione di Orlando e di altri Sindaci di non dare attuazione a tale articolo apre anche sul terreno istituzionale quel percorso di resistenza civile che da tempo Anpi aveva auspicato non contro questo Governo in quanto tale, ma contro i provvedimenti che negassero i fondamentali diritti costituzionali ribaditi dalla Dichiarazione universale dei diritti umani”.

“Col Pd caos e clandestini, con la Lega ordine e rispetto. Certi sindaci rimpiangono i bei tempi andati sull’immigrazione, ma anche per loro è finita la pacchia!”. Così in precedenza Salvini su twitter tornando a parlare del fronte che si è aperto con alcuni sindaci, in testa Leoluca Orlando, primo cittadino di Palermo, sull’applicazione delle norme del decreto sicurezza.

“Solo campagna elettorale da parte di sindaci che si devono sentire un po’ di sinistra facendo un po’ di rumore. Ma se vuoi sentirti di sinistra metti mano ai diritti sociali di questo Paese, quelli che la sinistra ha distrutto in questi anni. Pensate come stanno messi male”. Lo ha detto il vice premier Luigi Di Maio sul blocco del Dl sicurezza da parte di alcuni sindaci.

“Ho disposto la sospensione del Decreto e ho dato incarico all’ufficio legale di adire il giudice. Io vado dal magistrato perché non posso andare alla Corte Costituzionale per violazione dei diritti umani e per violazione di articoli specifici della Costituzione. Occorre sollevare la questione incidentalmente in un giudizio”. Lo ha dichiarato a Sky TG24 il sindaco di Palermo Leoluca Orlando commentando la sua decisione di sospendere alcune misure del Decreto Sicurezza a Palermo.




Roghi tossici e flambus. Rachele Mussolini (lista civica “Con Giorgia”): “A Roma la musica non cambia”

ROMA – “Nonostante il nuovo anno la musica non cambia e non cambierà almeno fino a quando la Sindaca e la sua Giunta resteranno a governare la nostra città. A darne ulteriore conferma due episodi di questa mattina: il rogo doloso di cumuli di rifiuti, avvenuto nei pressi del campo nomadi di via Candoni, e l’ennesimo autobus andato a fuoco in città, il primo del nuovo anno. Per fortuna grazie alla prontezza del conducente, che si è accorto del fumo, ha fatto scendere i presenti e dato l’allarme, nessuno è rimasto ferito o intossicato, ma chissà cosa sarebbe potuto accadere altrimenti.

I disagi e le emergenze che i romani continuano a vivere anche in questi primi giorni del 2019 sono, insomma, gli stessi del 2018. E la lista è decisamente lunga: il trasporto pubblico che funziona a singhiozzo; le buche che, divenute vere e proprie voragini, fanno ormai parte del paesaggio cittadino; i roghi tossici, che continuano ad alzarsi dai campi rom e stanno trasformando la nostra città in una nuova terra dei fuochi; l’immondizia che, disseminata ovunque, sta portando la città verso un’emergenza sanitaria impressionante; il degrado più totale presente, dal centro alla periferia, in ogni angolo di Roma.
E non mi venissero a dire che è colpa del Natale se i marciapiedi sono letteralmente sommersi da cumuli di spazzatura di ogni genere. L’emergenza rifiuti, infatti, è presente in città ormai da diverse settimane anche se in questi ultimi giorni è divenuta più evidente. Cosa dire, poi, del flop rappresentato dalla raccolta differenziata che, non solo non decolla, ma crolla paurosamente? Pessimo anche il fronte sicurezza: scippi e borseggi sono all’ordine del giorno e proiettano un’immagine pessima della Capitale anche all’estero. I soli responsabili di questo disastro sono la Sindaca e i suoi fedelissimi, che con la gestione fallimentare hanno ridotto Roma a una discarica a cielo aperto”.

Così Rachele Mussolini, consigliere comunale della lista civica Con Giorgia e Vice Presidente della Commissione Controllo, Garanzia e Trasparenza di Roma Capitale.




Decreto sicurezza, scontro Salvini – Orlando: l’Anci sollecita un tavolo di confronto chiedendo ascolto al Governo

“Col Pd caos e clandestini, con la Lega ordine e rispetto. Certi sindaci rimpiangono i bei tempi andati sull’immigrazione, ma anche per loro è finita la pacchia!”. Così su twitter il ministro dell’Interno Matteo Salvini torna stamani sul fronte che si è aperto con alcuni sindaci, in testa Leoluca Orlando, primo cittadino di Palermo, sull’applicazione delle norme del decreto sicurezza.

“Solo campagna elettorale da parte di sindaci che si devono sentire un po’ di sinistra facendo un po’ di rumore. Ma se vuoi sentirti di sinistra metti mano ai diritti sociali di questo Paese, quelli che la sinistra ha distrutto in questi anni. Pensate come stanno messi male”. Lo ha detto il vice premier Luigi Di Maio sul blocco del Dl sicurezza da parte di alcuni sindaci.

“Ho disposto la sospensione del Decreto e ho dato incarico all’ufficio legale di adire il giudice. Io vado dal magistrato perché non posso andare alla Corte Costituzionale per violazione dei diritti umani e per violazione di articoli specifici della Costituzione. Occorre sollevare la questione incidentalmente in un giudizio”. Lo ha dichiarato a Sky TG24 il sindaco di Palermo Leoluca Orlando commentando la sua decisione di sospendere alcune misure del Decreto Sicurezza a Palermo.

Leoluca Orlando guida fronda contro decreto Salvini

Se non è una fronda poco ci manca, dalla sua parte si sono già schierati i sindaci di Napoli, Firenze, Parma e l’amministrazione di Milano, mentre l’Anci sollecita un tavolo di confronto chiedendo ascolto al Governo: a guidarla è Leoluca Orlando. Con la decisione di ‘sospendere’ nel suo comune, Palermo, gli effetti del decreto sicurezza ordinando ai dirigenti dell’anagrafe di continuare a iscrivere nel registro dei residenti i migranti con regolare permesso di soggiorno, apre un duro scontro con il ministro degli Interni Matteo Salvini, ‘padre’ del provvedimento. Che a caldo reagisce su Fb: “Con tutti i problemi che ci sono a Palermo, il sindaco sinistro pensa a fare ‘disobbedienza’ sugli immigrati”. Per poi aggiungere quando la polemica monta: “Orlando vuoi disobbedire? Disobbedisci, non vi mando l’esercito”. Rivolgendosi poi a “questi sindaci di sinistra” ricorda che il decreto sicurezza, “una legge di buon senso e civiltà, è stato approvato da governo e Parlamento, e firmato dal presidente della Repubblica”. “Prima dobbiamo pensare ai milioni di italiani poveri e disoccupati, difendendoli dai troppi reati commessi da immigrati clandestini”, avverte, “poi salveremo anche il resto del mondo”. E chiosa: “i sindaci ne risponderanno legalmente”. Il ministro per la Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, twitta: “Le leggi, piacciano o meno, vanno applicate. Non può esistere il ‘fai da te’: questo elementare principio non può essere ignorato”. Ma Orlando va dritto per la sua strada. “Il nostro non è un atto di disobbedienza civile né di obiezione di coscienza, ma la semplice applicazione dei diritti costituzionali che sono garantiti a tutti coloro che vivono nel nostro paese”. E incalza: “Siamo di fronte ad un problema non solo ideologico ma giuridico, non si possono togliere diritti a cittadini che sono in regola con la legge, solo per spacciare per ‘sicurezza’ un intervento che puzza molto di ‘razziale'” ed “è disumano, perché eliminando la protezione umanitaria trasforma il legale in illegale”. Dice il sindaco di Firenze Dario Nardella: “Non possiamo permetterci di assistere a questo scempio umanitario”. Per il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, “il decreto sicurezza lascia aperto un vulnus rispetto a stranieri e richiedenti asilo che non riescono a fare le cose più basilari” ma “bisogna capire qual è il percorso”. Netto il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris: “Noi continueremo a concedere la residenza e non c’è bisogno di un ordine del sindaco o di una delibera perché in questa amministrazione c’è il valore condiviso di interpretare le leggi in maniera costituzionalmente orientata”. Di diverso avviso il sindaco di Ascoli, Guido Castelli, che apre una spaccatura anche all’interno dell’Anci: “Il decreto sicurezza, in materia di immigrazione, contiene norme condivisibili e ampiamente attese da moltissimi sindaci italiani”. Sta con Orlando invece il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: “Capisco la sua fatica per porre rimedio a norme confuse scritte solo per l’ossessione di fare propaganda e che spesso producono caos, più diffidenza e insicurezza per tutti”. E il segretario del Pd in Sicilia, Davide Faraone, invita i segretari provinciali dem e gli amministratori locali nell’isola ad applicare anche nei loro comuni il “modello Orlando”. “È evidente, a questo punto, l’esigenza di istituire un tavolo di confronto in sede ministeriale per definire le modalità di attuazione e i necessari correttivi a una norma che così com’è non tutela i diritti delle persone”, dice il presidente dell’Anci, Antonio Decaro. Persino un vecchio “nemico” politico di Orlando sposa la causa. “Proporrò al Parlamento siciliano una giornata di dibattito sull’argomento”, annuncia il presidente dell’Assemblea siciliana e commissario di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè. Di parere contrario all’iniziativa avviata dal sindaco di Palermo tanti altri primi cittadini. Tra questi il leghista Alessandro Canelli di Novara: “forse hanno nostalgia dell’epoca dell’immigrazione senza controlli, ma con la loro scelta arrecano un danno anche ai loro stessi cittadini”. “Relativamente al metodo – spiega il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza – sono convinto che il decreto sicurezza va a mettere ordine in quel far west creato dalla sinistra”. “Il Comune di Udine – gli fa eco il collega Pietro Fontanini – garantirà piena applicazione al Decreto Sicurezza varato dal Governo e approvato dal Parlamento”. Infine la presa di posizione del primo cittadino di Verona Federico Sboarina, secondo il quale si tratta “della solita strumentalizzazione dei sindaci di sinistra, che ancora una volta dimostrano di essere molto lontani da ciò che i cittadini chiedono”.




Manovra, Forza Italia in Aula con le pettorine blu: “Basta tasse”. Prosegue il voto sulla fiducia. Domenica intensa!

Il presidente della Camera Roberto Fico ha sospeso la seduta per 5 minuti dopo che i deputati di Forza Italia hanno indossato delle pettorine azzurre con scritte come ‘Giù le mani dal no profit’ e ‘Basta tasse’. Fico ha chiesto ai commessi di intervenire e poi ha sospesa la seduta. I deputati azzurri con ancora indosso le pettorine sono poi stati accompagnati fuori dall’Aula dai commessi.

Alle 17 hanno avuto inizio le dichiarazioni di voto sulla fiducia che il governo ha posto sulla Manovra. La chiama sulla fiducia è iniziata alle 18.30. I capigruppo di Montecitorio hanno deciso che dopo il voto sulla fiducia l’Aula continuerà a votare fino alle 24 per esaminare i 244 ordini del giorno presentati sul testo.  La seduta riprenderà poi dalle 9 di domani. 

E’ una corsa contro il tempo condita da risse e liti, il via libera alla legge di bilancio. Entro il 31 dicembre, per evitare di arrivare a esercizio provvisorio di bilancio, il testo deve essere sulla scrivania di Sergio Mattarella per la firma, che il capo dello Stato potrebbe accompagnare – si ragiona in ambienti parlamentari – con una lettera diretta al governo con alcuni rilievi. Le opposizioni protestano perché la versione finale della manovra “non è stata esaminata né votata” dalle due Camere: “Si mortifica il Parlamento”, denuncia il Pd che ha fatto ricorso alla Consulta e il 9 gennaio avrà una prima risposta. Ma il governo, testa bassa, punta al risultato: incassare il voto finale sulla manovra entro domenica 30. “Non volevamo deliberatamente comprimere i tempi ma si è creata una situazione non ideale: confidiamo che non si ripeta più”, promette Giuseppe Conte. Ma mentre il premier tiene la conferenza stampa di fine anno, nell’Aula di Montecitorio lo scontro tra maggioranza e opposizioni trascende. Si fa fisico. Il presidente della Camera Roberto Fico diventa per ore bersaglio degli attacchi. E il sottosegretario Massimo Garavaglia viene colpito alla testa da un faldone della manovra lanciato da Emanuele Fiano, deputato Pd e uomo “simbolo” della giornata per la foto che lo ritrae placcato dai commessi mentre con Luigi Marattin ed Enrico Borghi litiga con i leghisti. Nel pomeriggio, all’ennesimo litigio condito da insulti e parolacce, Fico sbotta: “Evitiamo di dare questo spettacolo”. La rissa scatta quando il leghista Nicola Molteni fa segno ai Dem di tacere: Marattin scatta. Volano fogli. Fatuzzo srotola una bandiera del partito dei pensionati: gliela portano via e lui ne estrae un’altra. Il ministro Riccardo Fraccaro pone la fiducia e le opposizioni fischiano e urlano. Fico, che presidia tutto il giorno l’Aula, fatica a tenere la calma. La minoranza denuncia la “mortificazione del Parlamento”, la “violazione della Costituzione”. I Dem, che oggi saranno in piazza, presentano ricorso per conflitto d’attribuzione: sulla ammissibilità la Corte Costituzionale si pronuncerà il 9 gennaio. Non era mai successo che una manovra venisse approvata a scatola chiusa, denuncia Ettore Rosato, che rimarca l’imbarazzo di Fico. E il presidente non nega: “Non è mio compito parlare del governo ma rispetto al lavoro del Parlamento, per me non è un modo giusto di procedere, non c’è dubbio”, dichiara. E manifesta così un disappunto che è del presidente del Senato Elisabetta Casellati ma che anche il presidente Mattarella potrebbe esprimere nel suo discorso di fine anno o, appunto, in una lettera rivolta al governo al momento della firma della manovra. Ora però, spiega Fico, c’è da evitare l’esercizio provvisorio perché il 31 dicembre incombe. A sera, il governo – presente in Aula Giovanni Tria, assenti i vicepremier – pone la fiducia sul testo. Sarà votata sabato sera ma poi ci sono altri 250 voti su ordini del giorno: non si finirà prima di domenica. La minoranza non fa sconti. In Aula ci saranno i sindacati, che annunciano mobilitazioni. E non finisce qui. Leu, con Federico Fornaro e Loredana De Petris, si appella a Mattarella. Emma Bonino, con +Europa, annuncia “varie iniziative a gennaio” contro questa “deriva senza precedenti”. I ritardi sono dovuti alla trattativa con l’Europa, non si poteva fare altrimenti: ripetono il premier e i suoi ministri. La legge di bilancio, assicura Conte, non è stata scritta a Bruxelles: al centro, ci sono reddito di cittadinanza e quota 100 sulle pensioni. Ma è proprio sulle misure di bandiera che si aprirà a gennaio un secondo tempo già carico di tensioni per il governo. Luigi Di Maio e Matteo Salvini vorrebbero varare un unico decreto, alla metà di gennaio. Ma i decreti alla fine potrebbero essere due. Il reddito di cittadinanza resta il nodo: ci sono bozze, ma ancora tanti aspetti da definire su tempi e modalità. E così ci prova Conte a tranquillizzare: annuncia i primi assegni “ad aprile” e difende la misura e Di Maio, che “è stato crocifisso”.




Manovra, Silvestroni (FdI): “Che fine ha fatto la flat tax?”

“Avremmo voluto votarla questa legge di bilancio perché insieme a Giorgia Meloni il 4 marzo scorso noi abbiamo votato anche Matteo Salvini. Ma non possiamo perché nella manovra non c’è nulla del programma di centrodestra che come coalizione avevamo condiviso e che la maggioranza degli italiani ha votato.

Che fine ha fatto la flat tax? Che fine hanno fatto il sostegno alle imprese, al lavoro, alle famiglie?

Aumenta la pressione fiscale, diminuiscono gli investimenti. La pace fiscale si blocca ad una soglia ridicola e l’IVA aumenta. L’Europa ordina e l’Italia ancora una volta batte i tacchi.

Nessun cambiamento, anzi la brutta copia delle scellerate politiche del PD. E il rischio che si prenda una strada senza ritorno per il nostro paese è davvero alto. Ancora una volta agli interessi del popolo si sono preferiti quelli della finanza. Se i gialloverdi dormiranno sonni tranquilli dopo questo ennesimo inganno gli italiani invece non dormiranno bene per niente. Per questo noi di Fratelli d’Italia diciamo NO ad un provvedimento che riteniamo irricevibile”

Lo ha dichiarato il deputato di Fratelli d’Italia, Marco Silvestroni nel suo intervento in Aula durante la discussione sul maxiemendamento.




Manovra, la protesta dei pensionati: “Peggio della Fornero”

I sindacati dei pensionati scendono in piazza davanti alle Prefetture contro “l’ennesima vessazione, inflitta dalla Manovra di bilancio per il 2019 che colpisce ancora una volta le pensioni medio-basse. In 3 anni i pensionati vedranno sottrarsi 2,5 miliardi di euro dalle proprie tasche”.

Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil hanno chiesto ai prefetti di essere ricevuti

Con le misure previste “si compie un nuovo passo indietro rispetto alla volontà espressa dal precedente esecutivo di modificare in legge di bilancio il sistema di indicizzazione delle pensioni con cui dall’1 gennaio 2019 sarebbe stato ripristinato un meccanismo di rivalutazione in grado di tutelare il potere d’acquisto. Il governo ha deciso per fare cassa di modificare il sistema di calcolo della rivalutazione peggiorandolo anche rispetto alla legge Fornero”.




Conte: “Non escludo rimpasto di Governo se condiviso”

Il governo lavorerà per evitare l’aumento dell’Iva nel 2020 e nel 2021. Lo ha spiegato il premier Giuseppe Conte, nel corso della conferenza stampa di fine anno. “Non vorrei che fosse trascurato il fatto – ha detto il presidente del Consiglio – che in pochi mesi abbiamo dovuto recuperare 12,5 miliardi di euro per neutralizzare l’incremento dell’Iva. Continueremo nel 2020 e 2021 con questa modalità”.

“Il deficit non è così spaventoso, garantiremo la crescita” – Parlando del deficit, Conte ha affermato che “i fondamentali del sistema economico italiano sono solidissimi. Certo abbiamo un debito che incute un certo timore, ma è sotto controllo e non così spaventoso, siamo la settima economia del mondo e abbiamo un forte risparmio privato”. Ricordando di aver creato un sistema che ha avviato un poderoso piano di investimenti (“Investitalia”), che prevede 400 milioni per i Comuni da impegnare entro maggio, il premier si è detto sicuro che “la crescita del Paese che sarà robusta”.

“Taglieremo gli sprechi e recupereremo molte risorse” – “Abbiamo avuto poco tempo per intervenire sul taglio agli sprechi. Occorre quindi impiantare una task force che lavori con molta attenzione e discernimento sugli sprechi e potremo recuperare molte risorse finanziarie”, ha proseguito il presidente del Consiglio.

“Non è vero che la Manovra è scritta dall’Ue” – Giuseppe Conte è poi tornato a parlare dei negoziati con Bruxelles per quanto riguarda la Manovra. “Non è affatto vero che la Manovra è stata scritta dai vertici dell’Ue, è stata scritta in Italia. Tutte le volte che mi sono seduto con Bruxelles non ho mai consentito che mettessero in discussione i punti qualificanti della manovra e devo dare atto loro che non hanno mai cercato di valutare nel merito tali punti”.

“Non escludo un rimpasto di governo, se condiviso” – Sull’ipotesi di un rimpasto di governo, il numero uno di Palazzo Chigi ha osservato: “Semmai l’esigenza maturerà in seno a una delle forze politiche e verrà comunicata all’altra. Auspico che sia condivisa e che non destabilizzi l’esperienza di governo”. Conte non ha dunque escluso un rimpasto, precisando che al momento “si tratta di un periodo ipotetico del quarto grado”.

“Meno tasse per i cittadini” – “E’ chiaro che il complesso di misure a cui abbiamo pensato”, dall’aumento della tassazione per i giochi alle banche fino alla web tax per i giganti del web, “possano aver provocato un aumento della pressione fiscale” come evidenziato dall’ufficio parlamentare di bilancio. “Per i cittadini la pressione fiscale l’abbiamo alleggerita – ha assicurato ancora Conte – abbiamo realizzato un’opera redistributiva come deve fare un governo, privilegiando alcune fasce rispetto ad altre”.

“Non siamo il governo delle lobby” – Secondo il presidente del Consiglio, l’esecutivo “sta contribuendo a ridurre quella frattura tra classi politiche e cittadini, non siamo il governo delle lobby e dei comitati d’affari. Io non ricevo esponenti di comitati d’affari, ma persone che hanno incarichi istituzionali e rappresentano interessi ala luce del sole”, dice tra l’altro.

“Decisione sulla Tav prima delle Europee” – “Seguo un metodo molto trasparente per Tap, Terzo Valico e anche per la Tav, questo governo valuta le grandi opere e realizzeràè un piano infrastrutturale poderoso. Il gasdotto Tap lo abbiamo sbloccato dopo una puntigliosa analisi dei procedimenti amministrativi. La Torino-Lione è ancora nell’ambito di una procedura istruttoria. A fine dicembre la commissione dei tecnici consegnerà i risultati dell’istruttoria. Infine andremo sul territorio e prima delle europee il governo comunicherà in modo trasparente la decisione”, ha osservato Conte.

“Esperienza di governo innovativa” – Quella della conferenza di fine anno, ha ribadito il capo dell’esecutivo, “è l’occasione per un primo bilancio di questa esperienza di governo: mi sento di definirla estremamente innovativa, con un significativo mutamento di passo della politica italiana. La Manovra in discussione si pone in continuità con gli impegni assunti. In passato si facevano delle promesse e poi di volta in volta le decisioni. Il nostro modo di operare condizionerà qualsiasi futura esperienza di governo”.

“Prevale giallo o verde? Io amo il giallorosso della Roma” – Prevale il giallo o il verde nel governo M5S-Lega? Dopo aver elogiato l’intesa tra le due forze politiche e i due leader Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il premier ha risposto con ironia: “Io sono giallorosso, sono tifoso della Roma”.




Il senatore De Falco: “L’M5S ha sempre sostenuto con grande determinazione la centralità del Parlamento. E invece il Parlamento è stato scavalcato”

Il ‘ribelle’ M5s Gregorio De Falco spiega la sua astensione al voto sulla manovra e rilancia sui provvedimenti per la legittima difesa e l’autonomia.

“Il testo” spiega a proposito della manovra “è stato modificato più volte. La senatrice De Petris, di Leu, ha chiesto una dilazione per consentire un minimo di approfondimento. Ma non è stata concessa. E allora mi sono detto: come faccio a votare a ragione veduta un testo di cui conosco poco? Mi sembrava poco serio votare. E c’è un’altra ragione, il Movimento ha sempre sostenuto con grande determinazione la centralità del Parlamento. E invece il Parlamento è stato scavalcato”. Il senatore spiega tutto in una intervista al ‘Corriere della Sera’

Perplessità inoltre sulla proroga di 15 anni alle concessioni demaniali “che porterà sicuramente a una nuova sanzione dell’Europa” e sulle pensioni: “la norma non fa più indicizzare le pensioni a partire da 1.521 euro lorde. Non stiamo parlando di pensioni di benestanti. La mancata indicizzazione non è un non aggiungere: è un togliere”.

Prossimo scoglio la legittima difesa: “Sono d’accordo nel garantire una qualche forma di tutela in più a chi è vittima. Ma non può sparire il riferimento alla proporzionalità tra offesa e difesa”. L’auspicio però è che il governo duri “anche se le tensioni con la Lega sono forti”.

“Prendiamo la riforma delle autonomie” spiega De Falco, “Non va bene perché dobbiamo ricordare che l’Italia è una. Se prevalgono gli egoismi sulla solidarietà siamo di fronte a spinte centrifughe, non coerenti col dettato costituzionale”. Per quanto riguarda infine la sua posizione, “io non mi muovo. La mia bussola è il nostro programma. E la Costituzione. Non servono tifosi ma voci critiche. Non possiamo rinunciare ai nostri principi. Le coscienze si devono risvegliare”.




Dal fisco alle pensioni: tutte le misure della Manovra. Governo pone fiducia al Senato su maxiemendamento

Il testo del maxiemendamento alla legge di bilancio è stato bollinato dalla Ragioneria dello Stato.  

La decisione di porre la fiducia sulla manovra ha già scatenato le critiche delle opposizioni al Senato, ed è stata accolta con proteste anche alla Camera

si allungano i tempi per il varo della manovra alla Camera dopo l’ok del Senato. Secondo quanto si apprende da fonti di Montecitorio, la legge di bilancio sarà all’esame della commissione anche il 27 dicembre per approdare in aula il 28 ed essere varata entro sabato 29.Saldo e stralcio per chi è in difficoltà – Arriva il saldo e stralcio delle cartelle tra 2000 e 2017 per chi è “difficoltà economica” con Isee entro 20 mila euro. Lo si legge nel maxiemendamento, che prevede l’estinzione dei debiti per omessi versamenti di tasse e contributi pagando il 16% con Isee non superiore a 8.500 euro, il 20% con Isee fino a 12.500 euro e 35% con Isee fino a 20mila euro. Il debito può essere pagato senza sanzioni e interessi, in un’unica soluzione, entro il 30 novembre del 2019 oppure in 5 rate con importi diversi rispetto alla prima versione.

Ecco tutte le misure:

Saldo e stralcio delle cartelle tra 2000 e 2017 per chi è difficoltà economica con Isee entro 20 mila euro. Lo si legge nel maxiemendamento, che prevede l’estinzione dei debiti per omessi versamenti di tasse e contributi pagando il 16% con Isee non superiore a 8.500 euro, il 20% con Isee fino a 12.500 euro e 35% con Isee fino a 20mila euro. Il debito può essere pagato senza sanzioni e interessi, in un’unica soluzione, entro il 30 novembre del 2019 oppure in 5 rate con importi diversi rispetto alla prima versione.

Gli sconti per l’acquisto dei seggiolini antiabbandono saranno estesi anche nel 2020 con uno stanziamento di 1 milione di euro, analogo a quello introdotto per il 2019 nel corso dell’iter della manovra alla Camera. Lo prevede il maxiemendamento alla legge di bilancio bollinato dalla Ragioneria generale dello Stato. 

Tassazione ‘modello Portogallo’ per richiamare dall’estero chi è già in pensione e decide di spostare la sua residenza nel Sud Italia. Nel maxiemendamento alla manovra trova posto la flat tax al 7% per i pensionati residenti all’estero da almeno 5 anni che scelgano di venire, o tornare, nei piccoli Paesi sotto i 20mila abitanti di Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise, Puglia. Le entrate sono destinate all’istituzione di poli universitari tecnico scientifici nel Mezzogiorno

Alla Rai 80 milioni in 2 anni. Un contributo di quaranta milioni all’anno nel biennio 2018-2019. Le risorse dovranno servire a rispettare gli obblighi del contratto di servizio, compresa la programmazione digitale.

L’Iva agevolata al 4% per cracker e fette biscottate, si applicherà anche a pane e cracker contenenti destrosio, saccarosio, grassi e oli alimentari industriali ammessi dalla legge, cereali interi o in granella e semi, semi oleosi, erbe aromatiche e spezie di uso comune. Lo prevede una norma inserita nel maxiemendamento alla manovra. Il testo prevede che non si rimborsano imposte già pagate né è consentita alcuna variazione prima dell’entrata in vigore della legge di bilancio fissata per il 1° gennaio 2019.