Governo, sale lo spread e Di Maio accusa Salvini. Giorgetti: “Dopo il 26 andare avanti è insostenibile”

Lo spread sale a 282 punti. E finisce sulla ribalta della campagna elettorale. Non tanto perché Nicola Zingaretti accusa il governo di alimentare la crisi, tanto che di questo passo “non ci saranno più i soldi per scuola e sanità”. Quanto perché è Luigi Di Maio ad accusare Matteo Salvini di far salire il differenziale, con “sparate irresponsabili” che mettono a rischio l’economia. Il leader della Lega va ripetendo – e lo rivendica – che “è un dovere superare i vincoli europei, non solo il 3% di rapporto deficit Pil ma “infrangere anche il 130-140% di debito”. E il M5s, dopo averlo accusato di alimentare la tensione nelle piazze, gli addossa l’aumento dello spread. Se si litiga così, dopo il 26 per il governo andare avanti “è insostenibile”, scuote la testa Giancarlo Giorgetti. “Ma si può ripartire”, aggiunge prudente. Il leader della Lega mobilita tutte le energie dei suoi per mettere in campo proposte “concrete” per la volata finale verso il voto. Vuole superare il 30%: il M5s vuole impedirglielo o almeno limitare la distanza dalla Lega. Perciò Salvini prova a chiudere Di Maio nel recinto della sinistra con l’accusa di “intelligenza” con il nemico Pd.

Di Maio si ribella: “Sono subdoli, Dio ce ne scampi”. E’ Salvini, affermano dal Movimento, a frequentare gli stessi salotti dei Dem: ha anche abbandonato, nota Di Maio, le felpe per “l’abito buono” della casta. Dai palchi al Parlamento è un attimo. Salvini annuncia sgravi al 100% per le auto aziendali e dei professionisti. La Lega lavora a una flat tax al 5% su tutti gli aumenti di stipendio. Il ministro dell’Interno si prepara ad annunciare una nuova proposta della Lega da realizzare “entro l’anno per tanti italiani in difficoltà”. Tra i leghisti massimo riserbo. Ma emergono i profili di una proposta fiscale che intervenga là dove il reddito di cittadinanza non è arrivato. La famiglia è il nuovo terreno di scontro. Alla vigilia della riunione di Di Maio al ministero con il forum delle famiglie, per elaborare una proposta da coprire con il miliardo risparmiato dal reddito, il ministro leghista Lorenzo Fontana, non invitato al tavolo, presenta alla Camera due emendamenti al decreto crescita proprio sulla famiglia. Le coperture? I soldi risparmiati dal reddito. La prima proposta è aumentare il bonus bebè da 80 a 110 euro per il “ceto medio”, chi guadagna fino a 35mila euro di reddito. E la seconda è una detrazione fiscale al 19% per spese fino a 1800 euro annui per pannolini e latte. “Finalmente proposte concrete”, esulta Salvini, che indica il modello francese. Ma il M5s lo accusa di plagio: “Copia solo”. In effetti è anche una questione di tempi e tempismo, la campagna elettorale. M5s e Lega a stento si parlano e così rallenta tutta l’attività parlamentare. Rischiano di slittare a dopo le europee non solo il decreto crescita ma anche lo sblocca cantieri e il decreto per la sanità calabra (Di Maio accusa la Lega di voler bloccare un emendamento sulle nomine nelle Asl). Per risolvere i dossier più urgenti, il leader M5s invoca un vertice di governo.

Ma dalla Lega fanno sapere che Salvini non sente né Di Maio né Conte da dieci giorni, dall’ultimo Cdm sul caso Siri. “Fa l’offeso: vuole un invito in carta bollata?”, ribatte Di Maio. Giorgetti ammette che se lunedì in Consiglio dei ministri si vuole effettivamente decidere – come chiede la Lega – su Autonomia e decreto sicurezza, prima bisogna parlarsi. Un piccolo spazio ci sarebbe domani, con i due vicepremier nelle stesse ore a Roma. Ma Di Maio per ora chiude: “In Cdm non ci saranno flat tax e autonomia. Il dl sicurezza devo leggerlo”. Il premier Giuseppe Conte però ostenta tranquillità. Per ora in Cdm è in programma il nuovo capo della Guardia Di Finanza: sul resto si vedrà. “Il governo lavora in piena sintonia – afferma il premier – per realizzare progetti strategici, raggiungendo traguardi significativi per il rilancio del Sud”. E’ il Nord che invoca autonomia a sentirsi tradito, ribatte la Lega. “Sono esausto”, ammette Giorgetti. Tutto si ricomporrà, aggiunge. Ma a domanda sul voto a settembre risponde: “Sempre pronti”.




Governo, Salvini: “Troppa sintonia Pd – M5s”

Lega e M5s di nuovo ai ferri corti. E a tener banco oggi è il dialogo con l’opposizione, con Fi da una parte e Pd dall’altra. “Io – dice Salvini a Verona – per 11 mesi ho mantenuto la parola con gli italiani e con i 5 Stelle.

Inizio a notare troppi accoppiamenti fra PD e 5 Stelle, troppa sintonia”. “No alla flat tax, no ad Autonomia, no al nuovo decreto sicurezza. E magari riapriamo i porti – ha aggiunto – . Mi spieghi qualcuno se vuole andare d’accordo con il PD o con gli italiani e la Lega rispettando il patto”.
“M5S spostato a sinistra? Se la sinistra è il Pd, per carità…Dio ce ne scampi. Non c’è un capo politico che abbia attaccato il Pd come me, il Pd è ancora quello dei renziani con Zingaretti davanti, non voglio averci nulla a che fare”, dice Di maio interpellato da Matrix in proposito. “Da quando c’è stato il caso Siri la Lega l’ha presa sul personale. Sto chiedendo un vertice di governo (per sciogliere i nodi in sospeso, ndr) e vedo un po’ di irritazione”, dice ancora.

E su una delle questioni che tiene banco, il gesto del cardinale Konrad Krajweski che ha riattaccato la corrente ad uno stabile occupato a Roma Di Maio precisa: “Un cardinale non è un politico, rappresenta il Vaticano. Ha agito secondo i suoi principi. Per me la legalità deve valere per tutti, non voglio scatenare il caso su questo episodio e poi ci teniamo gli immobili occupati da CasaPound e centri sociali. Tutti gli immobili occupati vanno sgomberati”. Lo ha detto il vicepremier M5S Luigi Di Maio a Matrix su Canale 5 che andrà in onda stasera.

Ma tant’è. Un nuovo altolà arriva da Di Maio dopo l’appello a non soffiare sul fuoco nelle piazze. Con Salvini – dice in una intervista a Repubblica – “non si tratta di litigare. Semplicemente, sono una persona moderata: quando l’asticella si sposta troppo come accadde a Verona, dove c’era gente che andava dicendo che la donna deve stare a casa a pulire, o quando vedo sui social il ministro dell’Interno che imbraccia un fucile, allora dico la mia”.

Di Maio, che definisce l’ultradestra “un pericolo”, invita la Lega a “tornare su posizioni più moderate” e a “smetterla con fucili, armi e carri armati”. Il governo, dice, “deve continuare. Quattro anni per mantenere quello che abbiamo promesso”. In merito allo striscione anti-Salvini rimosso e ai casi simili degli ultimi giorni, “non è nel mio stile. C’è un po’ di nervosismo, bisogna abbassare i toni, evitare di soffiare sul fuoco”, evidenzia Di Maio. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo assicura di non temere le urne: “L’unica paura che ho è che l’esasperazione di certi toni possa aumentare il livello di tensione sociale.




Sicilia, M5s fa il pieno: guadagnano Caltanissetta e Castelvetrano. Lega a mani vuote

Sorride M5s che ora cercherà di monetizzare per le europee del 26 maggio, mentre resta a mani vuote la Lega che perde la doppia sfida, seppure di misura, con i suoi candidati e non riesce a fare lo sgambetto nell’isola agli ‘alleati’ grillini. L’esito dei ballottaggi in Sicilia, dove si è votato in cinque comuni, fa segnare l’en plein dei 5stelle, che vincono in due città emblematiche, dopo avere perso Bagheria e Gela conquistate cinque anni fa: Caltanissetta, ancora stravolta dallo scandalo del cosiddetto ‘sistema Montante’, l’ex presidente di Sicindustria condannato due giorni fa a 14 anni di carcere e che proprio dalla città nissena aveva scalato i piani alti del potere; e Castelvetrano, la cittadina del superlatitante Matteo Messina Denaro, chiamata al voto dopo due anni di commissariamento per infiltrazioni mafiose.

Una vittoria celebrata su Facebook in nottata, quando lo spoglio era a metà ma dall’esito scontato, dal vice premier Luigi Di Maio: “Abbiamo vinto con il nostro candidato Roberto Gambino”, quando ci danno per morti noi ci siamo sempre”.

E nel pomeriggio Di Maio a Caltanissetta per festeggiare, assieme al padrone di casa Giancarlo Cancelleri, la vittoria di Gambino, che ha ottenuto il 58,85%, staccando il rivale Michele Giarratana, del centrodestra, che si è fermato al 41,15%. Una festa doppia perché con Di Maio, a Caltanissetta, ci sarà pure Enzo Alfano, eletto nuovo sindaco a Castelvetrano: il grillino al ballottaggio ha totalizzato il 64,67% dei voti, quasi il doppio dell’avversario civico Calogero Martire (35,33%). A bocca asciutta la Lega, che si deve accontentare del solo comune di Motta Sant’Anastasia, appena 12mila abitanti conquistato al primo turno: i suoi candidati Giuseppe Spata e Giorgio Randazzo perdono i duelli a Gela (Caltanissetta) e a Mazara del Vallo (Trapani) nonostante le piazze riempite da Salvini durante il suo tour elettorale: qui vincono Salvatore Quinci (52,41%) del centrosinistra, ma sostenuto anche da liste civiche e moderati, e Lucio Greco (52,45%), appoggiato da Forza Italia e liste civiche. A Monreale, invece, vince Alberto Arcidiacono, sostenuto da liste civiche e da DiventeràBellissima, il movimento del governatore Nello Musumeci: col 55,73% ha sconfitto l’uscente Piero Capizzi (44,27%). Bassa l’affluenza nei cinque comuni, pari al 43,60%, con un calo del 15,37% rispetto al primo turno. Ai seggi si sono recati 98.783 elettori sui 226.546 aventi diritto. Il crollo maggiore a Gela, dove ha votato il 40,49% degli elettori rispetto al 58,41% del primo turno.




Guidonia, Europee: domenica incontro con Rampelli, Colosimo e Ghera

Domenica 12 Maggio alle ore 18.00 sulla Terrazza Lanciani in Guidonia Centro, Viale Roma 1, il partito di Fratelli d’Italia incontrerà i Cittadini.

All’evento per contribuire al voto europeo a favore di Meloni e Ghera, presenzieranno l’On. Fabio Rampelli, Vice Presidente della Camera, l’On. Chiara Colosimo consigliere presso la Regione Lazio e lo stesso candidato Fabrizio Ghera già capogruppo di FdI alla Regione, moderatore il consigliere comunale Giovanna Ammaturo. Guidonia Montecelio seconda città d’Italia non capoluogo di provincia ben rappresenta il campione nazionale con i centomila residenti, la vastità del territorio e l’interazione con la Capitale gli aneliti e le speranza di tutti gli elettori a partecipare alle imminenti europee il 26 maggio. Sarà una occasione unica per considerare le idee, i programmi e i progetti di FdI dettati insieme a Giorgia Meloni e Fabrizio Ghera: la difesa della Patria, dell’Ambiente, del Made in Italy e combattere fattivamente la sleale concorrenza che svilisce i nostri migliori prodotti e toglie lavoro agli imprenditori, artigiani e lavoratori in Italia. Giù la mani dalle case mettendo i cittadini italiani prima nell’accesso ai servizi sociali. La difesa dei confini europei è necessario quanto il lavoro e le opportunità di saperlo creare manifesta anche l’incapacità di chi si è seduto fino ad
oggi su quei scranni ma nulla o quasi ha determinato nel concreto. Occorre una maggiore sicurezza ed uno shock fiscale favorendo il taglio delle tasse e della burocrazia. Questa la sfida che FdI lancia all’Europa: si alle aliquote fiscali per imprenditori e lavoratori identiche a quelle d’oltre Alpi. FdI vuole difendere la Patria intesa come Turismo, Agricoltura, Know – How, Imprese, Arte, Cultura e Artigianato. Si ad una Europa che non voglia trasferire in
Italia la disoccupazione africana ed il degrado che si aggiunge al nostro in cui non c’è nulla di evangelico. Su questi temi Ghera, Rampelli e Colosimo si vorranno confrontare con i Guidoniani: concretezza e realismo per difendere la nostra cultura , la nostra identità e fare in modo che ogni Stato sia sovrano con il suo Popolo e non alla mercè di pochi Paesi che hanno saputo egemonizzare il continente e che tendono a marginalizzare a nostro esclusivo svantaggio.

IL CONSIGLIERE di FRATELLI D’ITALIA

Giovanna Ammaturo




Roma, «La Piazza tra le scuole di Via Puglie»: tutto pronto per l’assemblea pubblica nel I municipio

Appuntamento martedì 7 Maggio alle ore 11 nell’Aula Magna dell’IC Regina Elena

Grande attesa per l’incontro pubblico dal titolo “L’isola che non c’è”. Un appuntamento di confronto che verterà sul tema della pedonalizzazione di via Puglie, uno spazio che potrebbe essere restituito alla collettività e che oggi è occupato soltanto dalle auto.

L’appuntamento è per martedì 7 Maggio alle ore 11,00 nell’Aula Magna dell’IC Regina Elena

«La Piazza tra le scuole di Via Puglie» è a cura del Municipio Roma I Centro & DiAP, Direttore Tecnico Municipio Roma I Centro: Arch. Chiara Cecilia Cuccaro, Coordinatori : DiAP – Sapienza di Roma – Arch. Fabrizio Toppetti, Municipio Roma I Centro – Ing. Valentina Veninata, Progettisti: Arch. Paes. Eleonora Tomassini – Federico di Cosmo

Programma:

Saluti di Benvenuto del Dirigente Scolastico – Prof.ssa Rossella Sonnino

Apertura dei lavori della Presidente I Municipio – Sabrina Alfonsi

Assessore alla Città in Movimento – Linda Meleo

Assessore alle Politiche per la Mobilità I Municipio – Anna Vincenzoni

Assessore alla Scuola e Bilancio I Municipio – Giovanni Figà Talamanca




Bracciano, importante appuntamento domenica con Fabrizio Ghera (Fdi): “Riporterò la lingua italiana in Europa”

Importante appuntamento politico a Bracciano questa domenica 5 maggio alle ore 18 per l’inaugurazione del comitato elettorale di Fratelli d’Italia
per Fabrizio Ghera, capogruppo Fdi alla Regione Lazio e candidato alle elezioni europee nel Collegio Italia-Centro.

Il comitato elettorale si trova in via Traversini, 11 a Bracciano. Saranno presenti anche la consigliera regionale Chiara Colosimo, il sindaco di Bracciano Armando Tondinelli, il Vicesindaco Luca Testini, L’Assessore Roberta Alimenti, la consigliera Natascia Carboni e Marco Teodori assessore dell’università agraria.

Ghera di recente ha palesato degli intenti che hanno trovato condivisione e apprezzamento.

Il candidato alle europee ha detto di voler riportare l’italiano agli italiani in Europa “per valorizzare la nostra lingua, recuperare, promuovere e difendere la nostra identità linguistica, garantendo in modo capillare che i documenti europei oltre che in inglese e francese siano disponibili sempre anche in italiano”.

Una promessa che, ha racconta il consigliere regionale Fdi, candidato alle Europee, è pensata per valorizzare il made in Italy culturale italiano ed infrangere le barriere garantendo l’accesso alle informazioni Ue a tutti, conoscitori e non delle lingue straniere.

Con queste parole Ghera, dopo anni di impegno politico attivo, radicato sul territorio laziale e romano, intende contraddistinguersi ancora come “cinghia di collegamento tra società civile ed istituzioni”: “Appartengo alla destra romana unica forza storicamente presente e fortemente radicata nella Capitale e nel Lazio – afferma con orgoglio il capogruppo Fdi in Regione – Dalle zone più emarginate, come la Collatina, bruciata tra i roghi tossici” nonostante i proclami leghisti che “promettendo ruspe si presentarono in quei quartieri, ma poi non fecero gli interventi promessi”. 




Tivoli, elezioni: il MoVimento Cinque Stelle presenta la lista

Appuntamento alle ore 18:00 presso le Scuderie Estensi di Tivoli

Mancano pochissime ore alla presentazione ufficiale della lista di candidati che correranno alle prossime elezioni comunali di Tivoli per il Movimento 5 Stelle con Rosa Saltarelli Sindaco.

Appuntamento venerdì 3 maggio alle ore 18:00 presso le Scuderie Estensi di Tivoli. In allegato la locandina dell’evento con il parterre di ospiti previsti.

La dottoressa Saltarelli è nata a Latina nel 1968, dal 2007 lavora all’Ospedale San Giovanni Evangelista.

La donna sfiderà gli altri candidati Giuseppe Proietti (liste civiche), Giovanni Mantovani (centrosinistra) e Vincenzo Tropiano (Lega).




Simona Bonafè a Genzano, attacco diretto a Salvini: “Visto raramente a Strasburgo!”

“Noi abbiamo lavorato, non come il nostro vicepremier Matteo
Salvini che èstato nove anni in Europa di cui cinque durante il mio mandato e
io vi assicuro che l’ho visto soltanto quando si votava a Strasburgo perché lì si
prende il voto di presenza ma credetemi l’ho visto raramente”. Un attacco
frontale senza troppi giri di parole lanciato da Simona Bonafè, eurodeputato
candidata per il Pd alle europee nelle Regioni Toscana, Marche, Umbria e Lazio,
 al vicepremier Matteo Salvini ieri,
durante un partecipatissimo incontro elettorale nel circolo del Pd di Genzano
di Roma alla presenza di tutti i maggiori esponenti del partito nel territorio.
 

Motivata e con i piedi per terra, l’eurodeputata non ha
inteso fare alcun sconto all’attuale governo gialloverde: “Noi l’Europa in
parte l’abbiamo cambiata – ha proseguito – soprattutto sui temi della politica
economica, sull’immigrazione. I più assidui sostenitori delle politiche di
austerity sono gli amici di Salvini come l’Austria”. Altra indubbia stoccata a
Salvini.

Bonafè si è presentata puntuale a Genzano e ha fatto molti complimenti per il circolo del Pd che si affaccia sulla piazza Tommaso Frasconi.

Indossava gli stessi vestiti che il quotidiano Libero ha definito “da censura” ma che invece sono tutt’altro: una camicetta nera trasparente il giusto e un pantalone marrone. Elegante senza dubbio ma allo stesso semplice. Non costruita e affatto artificiale.

Senza eccessivo trucco ma determinata e capace di far capire quale è il suo ruolo in Europa e dove intende andare:  “Il 26 maggio è un appuntamento molto importante –ha detto ancora – perché andiamo a decidere se l’Europa continuerà ad esistere o meno e credetemi non è terrorismo psicologico ma è sempre più chiaro che chi dice di voler cambiare l’Europa vuole solo andare via. Stiamo vedendo come stanno cambiando l’Italia al governo”.

“Purtroppo – ha proseguito – da paese fondatore di Europa
siamo diventati Laboratorio dei sovranisti. 
È lì che c’è uno spazio per il Partito Democratico perché siamo portatori
sani dell’Europeismo e abbiamo una direzione che va verso gli Stati Uniti d’Europa,
una visione nostra ma è quella,non c’è dubbio”.

 L’Idea di Bonafè è
quella dell’economia circolare. Economia Circolare significa per l’eurodeputata
ottimizzare i processi produttivi in ogni loro fase attraverso l’innovazione e
la ricerca continua, per avere un uso il più efficiente possibile delle risorse
e minimizzare la produzione dei rifiuti. In un’Economia Circolare un prodotto è
pensato sin dal design e dalla scelta del materiale, per durare, essere
riparato e riciclato.

In altre parole, con l’Economia Circolare, i rifiuti si
trasformano da “un problema da risolvere” a “un’opportunità da sfruttare”, per
generare nuove risorse produttive e soprattutto una crescita sostenibile con
nuovi posti di lavoro e aumento del pil: “Non siamo quelli che consegneremo
alle future generazioni le macerie delll’Europa – ha concluso Bonafè che all’europarlamento
fa parte dei parte del gruppo dei Socialisti & Democratici – perciò è
importante che siamo tutti consapevoli di questi importanti progetti. Se non
volete votare me votate comunque Partito Democratico,mi raccomando”. E una
risata e applauso della platea ha concluso l’incontro.




No SalvaRoma, Conte su tutte le furie e Salvini soddisfatto

Dopo circa quattro ore termina uno dei Consigli dei ministri più tesi della storia giallo-verde. La riunione, alla fine, vede il vicepremier Matteo Salvini ottenere quanto aveva annunciato prima del Cdm alle telecamere: lo stralcio di gran parte della norma Salva Roma dal decreto crescita, in particolare dei commi 2,3,4,5 e 6. Ma le scorie della riunione non finiscono qui. Il M5S perde in Cdm ma annuncia battaglia in sede di conversione di legge del decreto e avverte il leader della Lega che non farà sconti sulla vicenda Siri.

La mossa del leader della Lega di annunciare lo stralcio del Salva Roma ai cronisti davanti Palazzo Chigi prima del Cdm fa andare su tutte le furie il premier Giuseppe Conte. “Non siamo tuoi passacarte”, avrebbe detto il capo del governo a Salvini invitandolo ad avere rispetto per l’organo collegiale di governo.

Ad alzare la tensione della riunione è anche il caso Armando Siri

Il M5S pone la questione al centro delle battute iniziali del Cdm, mantenendo il punto sulla necessità che il sottosegretario leghista si dimetta. I toni si alzano attorno al tavolo di governo dove, alle 20, si presentano i ministri leghisti al gran completo mentre tra i M5S sono presenti solo Alberto Bonisoli, Elisabetta Trenta e Barbara Lezzi. Luigi Di Maio arriva alle 21, dopo aver registrato “diMartedì” e aver visto, dagli studi di La7, il suo alleato annunciare vittoria sulla norma Salva Raggi fuori dalla sede di governo. “La Lega è soddisfatta, i debiti della Raggi non saranno pagati da tutti gli italiani ma restano in carico al sindaco”, esulta Salvini a fine serata. “La norma è stata approvata a metà, con i commi 1 e 7. E’ un punto di partenza, sul resto decideranno le Camere”, replicano fonti di governo M5S. Mentre, dal Campidoglio, la reazione allo stralcio della norma è secca. Se la norma alla fine non passasse Lega avrebbe fatto un dispetto a tutti i romani, sarebbe stato lo sfogo della sindaca Virginia Raggi ai suoi.

Passa, apparentemente senza problemi, la norma sui rimborsi ai risparmiatori truffati delle banche. E il tetto dell’indennizzo diretto, tra la soddisfazione del M5S, aumenta da 100mila a 200mila.




Decreto “SalvaRoma”, c’è chi dice no e chi dice si: la nuova telenovelas Lega e M5s

Il vicepremier Matteo Salvini è arrivato poco dopo le 19 a Palazzo Chigi per il Consiglio dei ministri. Alla riunione, che deve ancora iniziare, ci sono tutti i ministri della Lega ma sono diverse le assenze tra i 5 Stelle, a cominciare da Luigi Di Maio.

Sono almeno tre, a quanto si apprende da fonti di governo M5S, i ministri del M5S presenti al Consiglio dei ministri sul decreto crescita. Si tratta del ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli, della ministra della Difesa Elisabetta Trenta e della ministra per il Sud Barbara Lezzi. Tutti presenti, invece, i ministri leghisti, come sottolineato sin dall’inizio da fonti del partito di Salvini. Presente anche il sottosegretario Giancarlo Giorgetti.

‘Salva Roma fuori da dl crescita. Provvedimento ad hoc per tutti i comuni’. Lo afferma Matteo Salvini parlando con i cronisti davanti Palazzo Chigi.

“Nessuna crisi di governo, l’Italia ha bisogno di un governo per 4 anni”, sottolinea Salvini. “Il mio rapporto è con il M5S è buono, non ho tempo e voglia per litigare con nessuno”, aggiunge.
“Sì”. Replica così il Salvini a chi gli chiede se il sottosegretario Armando Siri resterà al suo posto. E a chi gli chiede se ha parlato del caso con il titolare del Mit Danilo Toninelli, Salvini replica: “Toninelli non c’è”.

“Quando si parla di crescita è importante esserci”. Lo stralcio del “salva Roma” dal decreto “l’ho concordato con chi c’era”. Lo afferma il vicepremier Salvini parlando con i cronisti e facendo riferimento alle diverse assenze registrate tra i membri del governo M5S in Consiglio dei ministri.

Nel decreto crescita è stata inserita la norma che permette la partenza del fondo di indennizzo per i rimborsi dei risparmiatori coinvolti nei crack bancari. Lo ha annunciato il vicepremier, Matteo Salvini, parlando davanti a Palazzo Chigi. “So che sono in corso altre interlocuzioni a Roma e a Bruxelles” per allargare ulteriormente la platea, ma c’é “urgenza di rimborsare da subito” chi è più in difficoltà, ha aggiunto.

Ma fonti di governo del M5s smentiscono.”Non è stato discusso il decreto crescita” in Cdm, “dunque non si è potuto stralciare nulla, meno che meno il salva Roma”




L’Africa non è il Klondike e l’Europa non è la terra promessa

L’Europa non è la terra promessa, non è il paese “buono e spazioso, il paese dove scorre latte e miele” come quello promesso agli Israeliti liberati dall’Egitto, descritto in Esodo 3:8. D’altro canto, nell’Africa, ahinoi, già dall’inizio del XV° secolo si annunciava l’alba precorritrice di una corsa al saccheggio di risorse umane e naturali, un facsimile della corsa all’oro del Klondike che ebbe inizio nel 1896 attirando gente di tutto il mondo, perché al contrario di quello che si possa credere, l’Africa non è povera altrimenti non si capisce perché dovrebbe interessare tanto alle multinazionali.

Sarebbe interessante allora capire perché tanti giovani africani lasciano la loro terra, rischiando tutto, attraversando il deserto, sfidando torture e affrontando le perfide onde del mediterraneo per giungere in Europa.
Molti di loro sono più che consapevoli che il loro faticoso viaggio sarà interrotto in Libia e lì, il loro sogno s’infrangerà incontrando la spietata disumanità degli scafisti e dei trafficanti di uomini . L’attuale conflitto in atto in Libia aggrava la già precaria situazione dei migliaia di migranti .
Perché in Italia, in particolare, si vuole convincere tutti della povertà del continente africano e si investe di anatemi e si scomunica chiunque osi mettere in dubbio questo “dogma”. Qui invece questo dogma si contesta e si cerca di illustrare un’altra verità di quella che si vuole fare veicolare.
.Fondi, finanziamenti, sussidi e aiuti a pioggia dall’Europa all’Africa
Il 16 gennaio 2019 la Commissione europea ha adottato il budget annuale umanitario di 1.6 miliardi di euro per il 2019, il cosiddetto “budget iniziale”. Questo è il budget più alto finora adottato dall’Ue per crisi umanitarie.

In un articolo di Galli della Loggia sul Corriere , il 28.6.2018 si leggeva che l’UE versa 14 miliardi di euro in media ogni anno. A questi, continua il politologo, vanno contati i fondi che si versano alla Libia e alla Turchia per contrastare l’immigrazione. Ancora da conteggiare i fiumi di versamenti che l’Africa beneficia anche in parte dei 51,5 miliardi di euro del Fondo Europeo di sviluppo (FES), fondo istituito nel 1957 nel Trattato di Roma, che l’Unione europea ha messo a disposizione per il periodo 2014-2020. Se poi si considerano le contribuzioni e le donazioni varie da parte del volontariato ed a questi si sommano le spese che l’Italia e altri paesi Ue sostengono per il mantenimento degli immigrati già sul territorio, si avrà infine un costo globale, anche se molto approssimativo, di quello che implica la voce “immigrazione”.

Da tutte queste elargizioni, quante effettivamente arrivano agli africani in crisi?

Facile rispondere alla domanda. Mentre il paese è ricco di risorse, la popolazione ha un livello di povertà assoluto. Lo sfruttamento è generale. Le immense ricchezze del continente sono sempre state oggetto di scambio commerciale con l’esterno e con evidente vantaggio di mercati stranieri.
Il ricavo economico delle svariate risorse del continente, risorse naturali, idriche, forestali, energetiche come petrolio e gas, minerarie come oro, argento,diamanti ,ferro, rame, carbone, bauxite, titanio, uranio e non solo e poi i prodotti per l’esportazione come il caffè, il cotone, il cacao, il tè e le gomme, non coinvolgono la popolazione. Si calcola che il loro livello di povertà sia di un dollaro Usa per giorno.

L’Africa è il paese degli estremi opposti

Nel continente però,ci sono anche territori con livelli di vita al pari di quelli occidentali. Uno di questi è il Sudafrica. Si trovano grandi aziende agricole, grandi strutture industriali, grandi aziende che hanno rilevanza mondiale. A modo esemplificativo si cita la SAB – South African Brewery che con una continua politica di acquisizione in tutto il mondo è attualmente il primo produttore di birra. Controlla fra l’altro la Peroni italiana.
Da non sottovalutare il settore terziario, sia dei servizi che del turismo che dimostra una continua crescita, godendo di risorse naturali accessibili e una buona stabilità in Namibia, Kenya, Egitto, Marocco e Etiopia.
Fiore all’occhiello dell’economia di successo è quella degli stati isolani di Seychelles, Riunione, Mauritius e Capo Verde.

Ritorna la domanda: perché tanta gioventù cerca allora di espatriare?
A questa domanda già in parte è stato risposto. Le cause geografiche e climatiche c’entrano in parte. Le guerre tribali non dovrebbero influenzare,perché ogni paese ha avuto la sua brava guerra, il suo bravo periodo di terrorismo e la gioventù non è espatriata , al contrario sono rimasti per difendere territorio e popolazioni.

Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno; insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita.(Confucio)

E’ un fatto innegabile che la ricostruzione industriale dell’Europa, le nascenti economie asiatiche e persino lo sviluppo industriale americano hanno tutti lucrato di materie prime a basso costo “saccheggiate” dal continente, facendo sì che l’Africa anziché godere di un sviluppo industriale e agricolo che avrebbe dovuto produrre nuovi posti di lavoro, in realtà ha subito un sfruttamento minerario senza alcun beneficio per le popolazioni indigene. Le stesse potenze europee hanno amministrato nuovi territori e c’è chi li amministra tutt’ora, per averne un beneficio economico senza investire nel futuro di quella gente.

Il Papa emerito Benedetto XVI sostiene il diritto di non emigrare:
“Nel contesto socio-politico attuale, però, prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra, ripetendo con il Beato (ora Santo) Giovanni Paolo II che “diritto primario dell’uomo è di vivere nella propria patria: diritto che però diventa effettivo solo se si tengono costantemente sotto controllo i fattori che spingono all’emigrazione”, (Discorso al IV Congresso mondiale delle Migrazioni, 1998)”.

Fermo restando il diritto sacrosanto a non emigrare, cioè il diritto a essere in condizione di rimanere nella propria terra; constatato che le potenzialità del continente sono immense e non aspettano che di essere messe a disposizione delle comunità locali ;visto che l’Europa e non solo, stanziano miliardi di euro come aiuti; visto e considerato che da indagini fatte, di tutti questi miliardi alla popolazione non arrivano che pochi spiccioli; assodato che le multinazionali sono quelle che da sempre hanno lucrato sulle ricche risorse del continente, è arrivato il momento di cambiare politiche. Anziché elargire miliardi e miliardi, consegnandoli in mani a chi finora non ha saputo tradurli in strutture e benessere per gli africani, l’Europa e l’occidente dovrebbero cambiare politica e cioè anziché soldi liquidi inviare ditte, ingegneri, tecnici e quant’altro con progettazioni per avviare strutture, costruire strade, ponti, porti, vie di comunicazione anche fluviali, adoperando il know how europeo, impegnando mano d’opera indigena, pagandola con salari contrattuali normali.

Solo così si potranno evitare a migliaia di emigranti di arenarsi nei campi in Libia, cadere nelle mani dei trafficanti per poi essere usati dai partiti per le campagne elettorali.