Bufera procure, Lotti si autosospende dal Pd

“Ti
comunico dunque la mia autosospensione dal PD fino a quando questa vicenda non
sarà chiarita. Lo faccio non perché qualche moralista senza morale oggi ha
chiesto un mio passo indietro. No. Lo faccio per il rispetto e l’affetto che
provo verso gli iscritti del PD, cui voglio bene e perché voglio dimostrare
loro di non avere niente da nascondere e nessuna paura di attendere la
verità”. Lo scrive su Facebook Luca
Lotti, in una lettera indirizzata al segretario Nicola Zingaretti.
 

“Ringrazio Luca Lotti per un gesto non scontato che considero di grande responsabilità nei confronti della politica, delle istituzioni e del Pd. Sono consapevole della difficoltà umana di questi giorni, ma ciascuno di noi ha una responsabilità alta nei confronti della comunità di cui facciamo parte e verso il Paese. Penso che questa scelta gli consentirà anche di tutelare al meglio la sua posizione in questa vicenda che, come ha detto lo stesso Lotti, deve essere ancora chiarita”, scrive in una nota il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti.




Civitavecchia e Nettuno vanno al centrodestra. I risultati dei Comuni del Lazio al ballottaggio

A Nettuno ha vinto il centrodestra con l’ingegnere Alessandro Coppola che ha preso il 60,45 per cento; a Civitavecchia l’avvocato Ernesto Tedesco, ex Fratelli d’Italia passato alla Lega ( vicesindaco dal 2001 al 2005), ha incassato il 58 per cento, lasciando a 16 punti di distanza Carlo Tarantino; a Ciampino ulteriore conferma del fronte «salviniano», con Daniela Ballico, Fratelli d’Italia, sindacalista Ugl, che con il suo 54,06% (contro il 45,94 di Giorgio Balzoni) è diventata la prima sindaca nella storia della cittadina sull’Appia.

A Monterotondo, il candidato del centrosinistra Riccardo Varone sopravanzava di poco quello del centrodestra Simone Di Ventura (51,8 contro 48,2)

A Tivoli sia lo schieramento guidato dalla Lega sia quello del Pd hanno invece ceduto il passo al candidato «civico» ed ex sindaco Giuseppe Proietti, vincitore con il 65%;

A Palestrina, lo spoglio è terminato con un’altra vittoria del centrodestra, grazie al 53% di Carlo Moretti, avanti di 6 punti rispetto al 47% dello «zingarettiano» Manuel Magliocchetti.

Viterbo e Frosinone

Verdetti netti anche negli altri tre comuni laziali al voto, due in provincia di Viterbo e uno di Frosinone.

In Ciociaria Cassino ha eletto il candidato del centrosinistra, Enzo Salera, che ha vinto con 58 a 42 un politico d’esperienza come Mario Abbruzzese, l’ex presidente del consiglio regionale del Lazio.

Nella Tuscia infine affermazione di centrodestra sia a Tarquinia, con l’elicotterista Alessandro Giulivi al 58%, sia a Civita Castellana con Franco Caprioli, che forte del suo 70,79% ha stracciato il concorrente Antonio Remo Zezza e si è guadagnato la palma nel neosindaco laziale con la percentuale più alta in questa tornata elettorale.




Ciampino ha un sindaco donna: eletta Daniela Ballico

Daniela Ballico è il nuovo sindaco di Ciampino con il 54,12 per cento rispetto al 45,88. La sindacalista ha espugnato la storica roccaforte di centrosinistra: “Il mio ringraziamento – ha detto Ballico – prima di tutto, va a tutti i cittadini di Ciampino, sia quelli che hanno deciso di votarmi, sia gli altri, con la promessa di voler essere il miglior Sindaco possibile per tutti quanti indistintamente, mettendo da parte le divisioni e le tensioni che chiaramente ogni campagna elettorale porta con sé. Voglio ringraziare il mio partito, Fratelli d’Italia, per aver creduto in me ed avermi dato l’opportunità di concorrere e di ottenere questo importante risultato. Ringrazio tutti i partiti e le liste della mia coalizione assieme a tutti i candidati che ne hanno fatto parte, tutti i miei collaboratori e tutti coloro che hanno sempre creduto in me e nella mia idea di cambiamento, è grazie alla loro passione, alla dedizione e al duro lavoro svolto ogni giorno che questo sogno è diventato realtà. Questo è l’inizio di un nuovo percorso, una nuova pagina di storia di Ciampino che per la prima volta dopo ventiquattro anni si troverà un’amministrazione rinnovata. Voglio dimostrare a tutti che questa è stata la scelta giusta, intraprendendo un percorso di apertura, di dialogo e di freschezza che rilanci Ciampino facendola diventare una città e una comunità alla quale ogni cittadino possa dirsi orgoglioso di appartenere”. Ballico è la prima donna sindaco nella recente storia politica di Ciampino che ha inizio con l’istituzione del Comune nel  1974 a seguito del distacco da Marino. Un esito sorprendente sia perché Ballico è partita in lieve svantaggio con un 33,12 per cento al primo turno  rispetto al giornalista Giorgio Balzoni candidato col centrosinistra sopra di due punti. L’affluenza è stata bassa al secondo turno il 47,53 per cento di elettori  rispetto al 65,32 del primo. Balzoni ha commentato la sconfitta con una esclamazione: “Questa è la democrazia”.




Europa e Italia: un bailamme di sovranisti e collaborazionisti

Il 25 marzo 1957, in una giornata di pioggia , in
Campidoglio a Roma , nella sala degli Orazi e Curiazi , si
riunirono la Francia, la Germania, l’Italia, il Belgio,
l’Olanda ed il Lussemburgo.

In quel’ occasione, furono firmati i trattati costitutivi della CEE e dell’EUROTOM. Fu allora che nacque il sogno di un’Europa unita.

Il 26 maggio 2019, sessantadue anni dopo, in un’altra
giornata grigia, nebbiosa, fosca e confusa, quel sogno
europeo, oramai già da tempo logorato, è stato fortemente
lacerato. Gli schieramenti di destra e sinistra non fanno
più presa sull’elettorato.

Sessant’anni di sovranità europea sugli Stati nazionali hanno esacerbato le anime dei cittadini mentre l’apparato oppure tutto ciò che
comunemente si riconosce nell’establishment, rimane
tenacemente a fianco dell’organizzazione europea,
arrivando al punto di definire i delusi come sovranisti,
non rendendosi conto che con tale loro comportamento
si auto emarginano e recintano come collaborazionisti
del vecchio apparato.

Le firme note della grande stampa, i volti ricorrenti delle
schermate quotidiane, i salottieri habitué, gli opinionistiche la sanno lunga su tutto ma non ne azzeccano una, tutti questi signori e non solo, tutti si sono svegliati lunedì 27 maggio con visi tesi e sguardi spenti.

Che impressione guardare i vari Lilly, i Loris, i Giannini, i Lucia e
i Bassetti vari, Gualtieri e non solo, con i visi tirati e
senza quell’aria di “tu non sai chi siamo noi”, atteggiamento che sciorinavano in lungo e in largo fino al 25 maggio.

Oggi gli è venuto a mancare il terreno sotto i piedi ma non arretrano. Costoro non si affidano alla Madonnina, per loro basta e avanza santa provvidenza di Bruxelles. In loro ausilio viene l’Europa. L’arrivo di una
lettera della Commissione Ue chiedendo chiarimenti all’Italia sul debito pubblico.

Eureka! Esultano i collaborazionisti 2.0 . Quelli del
fronte sovranista italiano ancora sono sotto scacco! Per
l’Italia non c’è scampo. Si riaprono le danze e scendono
tutti in pista. Tutto il mondo sta a guardare lo spettacolo
mentre stampa, televisioni e voci alto locate attaccano e
denigrano a non ti dico quanto e i finanziatori esteri
guardano, osservano e giudicano.

A questo punto viene in mente l’ultima parte della
“Stampa e Regime” su Radio Radicale del 25 maggio –
Mario Sechi, chiudendo il suo turno di staffetta alla
lettura dei giornali, quel giorno ha letto una notizia ed ha fatto un’importantissima riflessione che, ahi noi, da tanti è
stata snobbata.
L’Italia è un paese esportatore e da anni vanta dei record
nel commercio estero. Se ritorniamo di pochi anni
indietro troviamo che già dal 2013 , per prodotti esportati
l’Italia è stata il terzo paese del mondo battendo la
Germania, Spagna e Francia fermandosi solamente
dietro la Cina e gli Stati Uniti.

Un’altra informazione importante che dà il Sole 24 Ore è che parlando sempre del commercio estero italiano, tra il 2010 e il 2014 è
cresciuto di 61 miliardi toccando la cifra di 398 miliardi di euro. La bilancia commerciale per quello stesso periodo ha visto un avanzo di 73 miliardi. La bilancia per i manufatti ha visto un progressivo aumento, passando da
38 a 99 miliardi di euro con l’estero.

Nel 2017 l’Italia ha battuto un altro record nel settore turismo. Secondo dati Bankitalia il 2017 ha avuto 6% di presenze in più del 2016. Questo settore dell’economia, secondo il ministro Centinaio,incide per il 12% sul Pil ma
ha un potenziale del 20%. Infine, secondo dati agenzia Reuters del 15.02.2018 “Nel 2017 il surplus della bilancia commerciale italiana , seppure leggermente ridotto alla luce di un aumento più consistente delle importazioni rispetto all’export, restando comunque il terzo saldo
positivo più alto all’interno dell’Unione europea”.

Questo trend positivo nel surplus della bilancia commerciale non si ferma agli anni 2017 e nonostante la crisi dei dazi tra USA/Cina, a marzo di quest’anno il surplus è salito a 4,63 miliardi di euro in aumento ai 3,24
miliardi di euro del mese precedente. Risultati contro ogni
e qualsiasi previsione degli analisti.

A questo punto il buon osservatore Sechi si ferma, beve un sorso d’acqua e poi riflette: dopo questi bei risultati dell’Italia, come mai che i finanziatori esteri non li tengono in considerazione? Acutissima l’osservazione.
Dopo, Sechi, un po’ a mezza bocca mormora : anche noi giornalisti dobbiamo fare un mea culpa!
Completiamo noi, Sechi permettendo, quello che lui forse
voleva dire ma ha preferito non fare. Si dice che la pubblicità sia l’anima del commercio e si dice pure, che chi grida di più abbia ragione. Apriamo una piccola parentesi.

In Italia chi è che grida di più? Chi è che ha la possibilità di fare sentire la voce oltre i confini? Chi è che si accanisce su ogni cattiva notizia, che, l’analizza, la dibatte, la disseziona, la smembra per poi darla in pasto al
pubblico ignaro?

A questo punto ci si domanda: Che parte hanno i mass media in questa crisi? Che influenza hanno sulla società e come ed in quale misura possono influenzare i mercati esteri? Forse è questo che intendeva Sechi con “ anche noi giornalisti dobbiamo fare mea culpa”? Ma se così fosse a fare “un mea culpa” dovrebbero essere tutti quelli che nei vari talk show, pur di mostrarsi bravi e più realisti del re, inneggiano ai meriti di tutti denigrando
sempre e comunque il “fu Belpaese”.

Oramai non si capisce più chi sono i sovranisti e chi sono i collaborazionisti e chi capisce qualcosa in questo bailamme è bravo!

Emanuel Galea




Ballottaggi domenicali, la sfida è tra centrodestra e centrosinistra

Sono 136 i comuni interessati ai ballottaggi di domenica 9 giugno, per le elezioni amministrative che si sono svolte il 26 maggio scorso.
Di questi, sono 124 i comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, dei quali 15 capoluogo, e 12 quelli con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti.

Due i capoluogo di Regione al ballottaggio: Potenza e Campobasso; 13 quelli di provincia al ballottaggio: Avellino, Ferrara, Forlì, Reggio nell’Emilia, Cremona, Ascoli Piceno, Biella, Verbania, Vercelli, Foggia, Livorno, Prato, Rovigo. Gli elettori interessati dai ballottaggi, nei 136 comuni al voto, sono 3.648.485, su una popolazione di 4.406.443, per un totale di 4.431 sezioni elettorali.

Sono 9 i comuni che vanno al voto per motivi diversi dalla scadenza naturale. Nei capoluoghi, i Cinque Stelle si ritrovano al ballottaggio solo a Campobasso ma sono in più realtà l’ago della bilancia che determinerà la vittoria di uno o dell’altro candidato negli altri 14 ballottaggi principali di domenica prossima anche se indicazioni ufficiali di voto non ce ne sono.
Le sfide, vedranno contrapposti, per la stragrande maggioranza dei casi, candidati del centrosinistra o del centrodestra. Al primo turno delle comunali che si sono svolte quindici giorni fa, nell’election day insieme alle Europee e alle Regionali in Piemonte, il centrosinistra ha confermato la guida di Firenze e Bari tra i capoluoghi di Regione, Bergamo, Modena, Pesaro e Lecce tra quelli di Provincia; il centrodestra ha confermato invece Perugia e Vibo Valentia ed è riuscito a strappare al centrosinistra la guida di Pescara e Pavia.

Nella tornata di domenica prossima le sfide più significative appaiono quella di LIVORNO, dove il centrosinistra, con il giornalista Luca Salvetti, che al primo turno ha preso il 34,2% dei consensi, tenta di riprendere la guida della città che cinque anni fa gli fu scippata, dopo quasi 70 anni ininterrotti di potere, dai pantastellati, con Filippo Nogarin che non si è ricandidato alla guida della città e ha corso per le Europee ma non è stato eletto. Salvetti dovrà vedersela con Andrea Romiti, ispettore di polizia che al primo turno si è fermato al 26,6%.

Altra corsa interessante è quella che attende la “rossa” FERRARA dove la sinistra, con Aldo Modonesi, assessore della giunta uscente, è costretta ad inseguire il leghista Alan Fabbri, che al primo turno, con il 48,4% dei consensi, ha sfiorato la vittoria.

Ad ASCOLI PICENO, guidata per 10 anni dal sindaco uscente Guido Castelli (centrodestra), la sfida rimane tutta interna al centrodestra con Marco Fioravanti, candidato da Fdi, Lega e da otto liste Civiche di centrodestra e Piero Celani (Fi e da altre sei liste civiche di area centrodestra).
A CAMPOBASSO, la gara è tra Maria Domenica D’Alessandro (Lega) che ha sfiorato il 40% al primo turno e il candidato M5S Roberto Garavina, che la distanzia notevolmente. Importante sarà capire come voterà qui l’elettorato di centrosinistra.

Il 9 giugno il centrosinistra, infine, si riprenderà AVELLINO dove la sfida è tutta interna a questo schieramento e dove due settimane fa sono andati al ballottaggio due suoi esponenti: Luca Cipriano candidato dal Pd che si è fermato al 32,5% e Gianluca Festa (28,6) espressione di alcune liste civiche di centrosinistra. Ad Avellino, guidata prima di quest’ultima tornata elettorale dal sindaco M5S Vincenzo Ciampi, la giunta è caduta nel novembre 2018, dopo appena cinque mesi dall’insediamento.




Conte: nessun taglio a quota 100 e reddito di cittadinanza

Il taglio a Quota 100 e reddito di cittadinanza “non è assolutamente all’ordine del giorno. Lavoriamo con il Mef perché si prefigurano dei risparmi di spesa” visto che alcune somme erano state “un po’ sovradimensionate”. Lo afferma il premier Giuseppe Conte in un punto stampa da Hanoi.
“Noi abbiamo in via prudenziale abbiamo accantonato delle somme che ragionevolmente con il monitoraggio in corso si stanno rivelando un po’ sovradimensionate ma il risparmio di spesa è diverso dal tagliare le misure. Le misure restano intatte e verranno applicate integralmente”, sottolinea.

Sulla probabilità che il Consiglio dei ministri non si faccia venerdì “non c’è stato un rinvio, semplicemente non era stata fissata una data, perché non siamo riusciti a conciliare una data questa settimana. Ragionevolmente sarà la settimana prossima”, spiega il premier.

“Il settore delle costruzioni è fortemente critico ma è da anni che si trascina questa condizione. Noi come governo stiamo cercando di favorire maggiori aggregazioni,non spetta a me perché sono soluzioni di mercato però posso dire – come massima autorità di governo io vengo e aggiornato – che si prefigurano sicuramente delle soluzioni di aggregazione che dovrebbero cercare di sopperire alle criticità del settore delle costruzioni”. Lo afferma il premier Conte rispondendo ad una domanda sulle crisi aziendali.




Di Maio supera la prova Rousseau e si riconferma capo del M5S

Luigi Di Maio è stato confermato capo politico del M5S con l’80% delle preferenze. A dire sì alla conferma sono stati 44.849 votanti. In 11.278 hanno invece votato contro.

“La riconferma del mio ruolo – ha detto su Facebook, Di Maio – è solo il primo passo per avviare una profonda organizzazione del M5S, per renderlo più vicino ai cittadini per rimarcare la nostra identità. Tra qualche settimana conoscerete la nuova struttura organizzativa che per me deve prevedere compiti ben precisi in capo a persone individuate dal M5S, deleghe su economia, territori, liste civiche, imprese, lavoro, ambiente, sanità, la tanto discussa comunicazione. Non perderò tempo, domani avrete già novità sul rinnovo di alcuni ruoli e procedure interne”.
“Vi ringrazio tutti e vi voglio bene! – ha aggiunto -. Ringrazio chi mi ha confermato la fiducia, chi si è astenuto e chi ha votato contro. Non mi monto la testa, questo è il momento dell’umiltà. Sono sicuro che insieme ripartiremo più forti di prima. Per il MoVimento 5 Stelle e per il Governo italiano che sosteniamo”.

“Con 56.127 preferenze espresse, la nostra piattaforma online ha fatto registrare il record assoluto. Quella odierna è stata non solo la votazione con maggior partecipazione dell’intera storia di Rousseau, ma anche quella più partecipata di sempre a livello mondiale in fatto di democrazia digitale”: scrive il blog delle Stelle in merito alla conferma di Luigi Di Maio. Quando fu eletto la prima volta, durante la kermesse di Rimini del 2017, a votare sulla Piattaforma Rousseau furono 37.442 iscritti.

Per l’altro vicepremier, Salvini, “è stato riconfermato Di Maio, va bene, almeno c’è qualcuno che comanda. Ora Mi aspetto dai cinquestelle un atteggiamento costruttivo”. “Con Di Maio ho lavorato bene per nove mesi, è persona seria, leale, almeno non è un signor no di professione come qualcun altro. Spero abbia ancora il controllo della maggioranza alla Camera e al Senato per approvare delle leggi, si vedrà nelle prossime settimane”. “Se da parte dei cinquestelle mi renderò conto che non c’è questa volontà ognuno trarrà le sue conseguenze. Io confido che ci sia”, ha affermato il leader della Lega. E su Alessandro Di Battista: “Di Battista? Che prenda il motorino e si giri il mondo in motorino…”, ha detto il vicepremier Salvini rispondendo a una domanda sull’ex deputato M5S, considerato un ‘mister no’ dal leader leghista.




Europee, la Lega fa il pieno: svuotati i Cinque Stelle. Pd in rimonta

La Lega di Salvini è il primo partito in Italia con oltre il 34 percento. Il Partito Democratico si conferma secondo partito con quasi il 23% superando il M5s che crolla intorno al 17 percento. Fi tiene e Fratelli d’Italia supera la soglia del 4% attestandosi al 6,45 percento . ‘Spera’ +Europa con il 3,09% non supera la soglia di sbarramento dei quattro punti percentuali.

Salvini: “Siamo il primo partito in Italia”

“Chiedo un’accelerazione sul programma di governo. A livello nazionale non cambia nulla”, ha detto il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini a Milano. “Siamo il primo partito in Italia, adesso si cambia in Europa”, ha detto il leader della Lega.

“Una sola parola: GRAZIE Italia!”, aveva commentato dopo i primi exit poll postando anche una sua foto con un cartello scritto a penna dove si legge “1/o partito in Italia, grazie”. “Visti i risultati mi sembra abbastanza chiaro” che sarà la Lega, nel governo, a indicare il nome del futuro commissario europeo, ha affermato il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari, durante una diretta di Porta a Porta.

Soddisfatta Giorgia Meloni leader di Fratelli d’Italia che vede crescere il proprio partito del 50% rispetto le politiche

“Molto soddisfatti per l’esito elettorale, la scelta della lista unitaria è stata vincente. Il bipolarismo è tornato a essere centrato sulla presenza del Pd”, ha detto il segretario Pd Nicola Zingaretti.

“Restiamo comunque ago della bilancia in questo governo. Da qui in avanti più attenzione ai territori”, ha detto il vicepremier e leader M5S Luigi Di Maio. “Siamo stati penalizzati dall’astensione, soprattutto al Sud, ma ora testa bassa e lavorare”.




Giustizia a orologeria, da Agrigento a Roma (Santa Croce) passando per Padova: la morale on demand

Quante volte si è sentito parlare di giustizia ad
orologeria!  Ogni volta si è voluto
sottintendere la manipolazione politica dell’avviso di garanzia. Questi giorni,
a parere di chi scrive, è la morale che sta subendo l’uso on demand.

Non sfugge un certo parallelismo tra l’audace ed
irresponsabile iniziativa dell’elemosiniere del Papa Cardinale Krajewski e
l’insubordinazione del procuratore di Agrigento , dottore Patronaggio. Sia
l’uno che l’altro hanno trasgredito la legge, commettendo un illecito e tutti e
due giustificano la loro disobbedienza sostenendo di avere agito essendo mossi
da scopi umanitari, magari uno si appoggia a una morale laica e l’altro a una
morale religiosa.

Oramai è conosciutissima l’exploit del cardinale
elemosiniere che domenica 12 maggio, irrompendo nel palazzo a Santa Croce a
Roma, occupato da abusivi, allora al buio perché morosi per non avere pagato le
bollette dell’Acea ammontanti ad euro 319 mila, rompe i sigilli, sblocca il
contatore e ridona la luce ai morosi.

Simile bravata l’ha compiuta il procuratore
Patronaggio, stesso funzionario che incriminò Salvini per sequestro di persona
nell’affaire  “Diciotto”. Questa volta
il  procuratore ha fatto salire la
guardia di finanza a bordo della Sea Watch, la nave con 47 clandestini,
apparentemente un’operazione per eseguire il sequestro preventivo però oramai
non è più un mistero, per Patronaggio questo è solo un modo per fare sbarcare i
clandestini, cosa che ha fatto poi regolarmente. Il procuratore non l’ha detto,
ma si sa, ha agito perché mosso da un senso di pietà verso quella gente sofferente
che fugge da fame, guerra, pestilenze e siccità, e lo vogliamo dire,
abbandonati dalle istituzioni internazionali.

Ben altre storie succedono a Padova e sembra che nessuno si commuova, nessuno si muove da sensi di pietà

A Padova, sembra, non ci sia alcuna morale che tenga. E’ successo lo scorso mese di gennaio. Una povera vecchietta con il minimo della pensione avendo fame, la 75enne non ha resistito alla tentazione e entrando in un supermercato di Padova,  ha cercato, molto ingenuamente, di svignarsela senza pagare, portando via una scatoletta di formaggio spalmabile ed una bottiglia d’olio. E’ stata trattenuta per due ore in una stanza al freddo e denunciata. Ora rischia di essere processata.

Sempre a Padova, già nel marzo del 2018 era successo  un fatto simile. Un poveretto in preda alla
disperazione avendo rubato dal supermercato Prix di Ponte di Brenta delle
scatolette di tonno. I gestori del negozio avevano allertato la polizia che era
intervenuta immediatamente.

Volendo, si possono raccontare tanti piccoli
fatterelli come quelli della vecchietta e del poverello.

L’anziana 75enne di Padova, avendo fame , per avere commesso
l’illecito,non ha trovato alcuna misericordia e ora  rischia di essere processata.  Per il poverello, anch’esso avendo commesso l’illecito
fu chiamata la polizia senza alcuna pietà. 

Per i clandestini abusivi si è fatto avanti
l’elemosiniere del Papa, pur commettendo un illecito, lo vogliono perdonare
perché si dice abbia agito in ragione di carità cristiana.

Il procuratore Patronaggio avendo commesso anche lui  un illecito , vuole giustificare la sua
insubordinazione adducendola a fini umanitari.

Tre casi e tre morali diverse

La gente chiede chiarezza perché ha sempre creduto che la morale è verità, la morale è giusta, la morale è ordine. La morale è un concetto troppo nobile ed alto , andrebbe trattata con cura e tenuta al di sopra a fazioni politiche.. Ciò gioverebbe alla società civile, a quella religiosa e a tutta la classe politica.




Europee, Tajani: “La signorina Meloni si informi meglio”

ALBANO LAZIALE (RM) – Successo di presenze domenica pomeriggio per l’arrivo di Antonio Tajani ad Albano Laziale. I consiglieri comunali Romeo Giorgi, Pina Guglielmino con la collaborazione di Marco De Carolis, Federico Pompili, Gabriele Petricone, e Mario Baccini hanno organizzato un incontro pubblico presso l’Auditorium dei Castelli Romani a Cecchina (popoloso quartiere di Albano Laziale) dedicato al Presidente della Commissione Europea e numero due di Forza Italia Antonio Tajani che si candida al Parlamento Europeo con un bagaglio di esperienza che inizia nel lontano 1994.

L’intervento integrale dell’on. Antonio Tajani

Presente anche il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio Giuseppe Cangemi il quale si è complimentato con Pierluigi Fortini per la recente nomina a commissario di Forza Italia ad Albano Laziale: “Una persona – ha detto – che con la sua esperienza sul territorio darà ancora nuovo impulso ad un partito fortemente radicato ai Castelli Romani”.

L’on. Giuseppe Cangemi intervistato da Chiara Rai
Il neo commissario di Forza Italia ad Albano Laziale Pierluigi Fortini intervistato da Chiara Rai

“Noi abbiamo aggregato in questa campagna elettorale attorno al simbolo di Forza Italia tutte le forze che si riconoscono nel popolarismo europeo”. Tajani ha parlato di “una grande maggioranza silenziosa” che rappresentava l’elettorato dei grandi partiti che hanno sempre garantito la democrazia in Italia e che oggi non vuole votare Lega o partito Democratico.

Secondo il presidente del Parlamento europeo esiste quindi una grande maggioranza di italiani che hanno dato indicazioni precise riguardo un governo di centrodestra che guidi il paese.

Un governo chiamato a risolvere i grandi problemi del paese

“Questo governo non è in grado di risolvere e dare risposte ai problemi degli italiani” ha detto Tajani, evidenziando il dato oggettivo dell’incompatibilità tra le due forze governative – M5s e Lega – che la pensano in maniera completamente diversa e non c’è giorno che litighino su ogni argomento”.

Il presidente ha quindi snocciolato quelli che sono i grandi temi irrisolti che affliggono le famiglie italiane

La disoccupazione giovanile in primis, che vede tanti neo laureati costretti a cercare un lavoro all’estero o in alternativa restare a carico dei genitori, per la quale occorre mettere in atto una strategia per garantire a questi giovani “un percorso di vita che non può essere certo il reddito di cittadinanza” ha puntualizzato Tajani ricordando che ad oggi 130mila persone lo hanno rifiutato mandando in tilt il cervello dell’Inps.

Il problema del lavoro, dunque, al centro delle linee programmatiche di Forza Italia che “può essere risolto soltanto aiutando le imprese”. E la ricetta di Forza Italia è quella di abbassare le tasse – Tajani ha spiegato che si potrebbero utilizzare i 6 o 7 miliardi di euro che oggi lo Stato destina al reddito di cittadinanza da impiegare invece per pagare parte dei contributi dovuti dalle imprese per i lavoratori occupati. Una ricetta che contribuirebbe a sgravare il carico contributivo a carico delle aziende incentivando quindi la richiesta occupazionale. Il presidente ha fatto riferimento ad una quota del 50 percento dei contributi dovuti a carico dello Stato e per i primi 5 anni dall’assunzione del lavoratore.

Una ricetta, quest’ultima, che ricorda quella attuata con la legge 78 del 2014 meglio conosciuta come Jobs Act che durante il governo Renzi aveva assistito ad un’impennata dei contratti a tempo indeterminato con relativa diminuzione di quelli a tempo determinato per poi frenare al termine degli incentivi. E il dato che ne esce fuori è sempre lo stesso: occorre diminuire il carico fiscale e contributivo che pesa sul costo del lavoro e che ancora oggi rappresenta un ostacolo insormontabile ad assumere per la maggior parte delle imprese italiane.

Tajani ha anche parlato di garanzie da parte dello Stato alle banche al fine di concedere finanziamenti ai giovani, fino a 50mila euro, per iniziare nuove attività.

Aumento dell’Iva o clausola di salvaguardia

Riguardo l’aumento dell’Iva, a partire dal prossimo anno, Tajani lo ha dato per scontato a meno che il governo non paghi la clausola di salvaguardia, quest’ultima impedisce l’aumento dell’imposta sul Valore Aggiunto, una clausola che costa però 23 miliardi di euro e che porterebbe, secondo Tajani, alla patrimoniale o a rimettere mano alle pensioni, “come già si è iniziato a fare bloccando l’adeguamento delle pensioni”, o mettendo la tassa sulla casa o ancora peggio mettendo tutte e tre le soluzioni. “Bisogna stare in guardia e capire quello che sta accadendo con questo governo – ha evidenziato il numero due di Forza Italia – per questo bisogna mandarli a casa anche attraverso il voto”.

La replica alle recenti dichiarazioni di Giorgia Meloni

“La signorina Meloni ha detto un sacco di cose che non rispondono al vero – ha detto Tajani – non conosce molto le cose che capitano in Europa. Mi ha accusato di essere con la Merkel, con Junker. Neanche sa – Giorgia Meloni Ndr. – che io sono stato eletto con i voti del gruppo del quale fa parte lei”.

Il presidente del Parlamento Europeo ha quindi invitato la leader del partito di Fratelli d’Italia a informarsi meglio su quello che accade in Europa se vuole fare la parlamentare europea in quanto “neanche sa come vota il gruppo al quale lei appartiene”. Tajani ha quindi messo a conoscenza la Meloni di essere stato il fautore dell’alternativa al partito Democratico in Europa. “Ma forse non si informa perché in realtà lei si candida ma non vuole fare il parlamentare europeo. Si candida cercando di raccogliere un po’ di voti per far arrivare il suo piccolo partito oltre la soglia del 4%, candidando gente che si è candidata in 5,6,7 partiti diversi”.




Legnano, tangenti: azzerata giunta leghista. Di Maio: “Emergenza corruzione”

Azzerata la giunta leghista di Legnano: ai domiciliari il sindaco e l’assessore alle opere pubbliche, in carcere l’assessore al bilancio. Gravi le accuse della procura che parla tra l’altro di ‘scarsissimo senso della legalità’.

All’attacco sul tema corruzione il vicepremier M5s, Luigi Di Maio. ‘E’ chiaro ed evidente che c’è un’emergenza corruzione, una Tangentopoli bis, che colpisce tutti i partiti e noi dobbiamo arginare questi fenomeni’. E anche il ministro Bonafede interviene: “Non commento mai le indagini in corso, ho massimo rispetto per l’autonomia della magistratura che deve lavorare in pace ma rilevo – dice il ministro – che in Italia c’è una emergenza corruzione“.

C’è il sindaco di Legnano, Gianbattista Fratus, della Lega, tra gli arrestati nell’operazione su turbata libertà degli incanti e corruzione elettorale dei finanzieri del Comando Provinciale di Milano, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio. A Fratus sono stati concessi gli arresti domiciliari così come all’assessore alle opere pubbliche Chiara Lazzarini

In carcere invece l’assessore al bilancio e vicesindaco del comune di Legnano Maurizio Cozzi. I tre sono indagati a vario titolo per turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e corruzione elettorale.

Gravissime le accuse della procura. “La cosa più allarmante e disarmante – ha detto la procuratrice in conferenza stampa – è che gli indagati tutti hanno scarsissimo senso della legalità e non percepiscono assolutamente la gravità delle loro azioni, quasi fosse un modus operandi che, solo perché diffuso, è legalizzato. Così non è”.

Un incarico presso una partecipata alla figlia di un candidato escluso al primo turno, in cambio dell’appoggio elettorale al ballottaggio, è l’accusa al sindaco di Legnano Gianbattista Fratus, arrestato stamattina insieme a due assessori con l’accusa di corruzione, turbativa d’asta e corruzione elettorale. La promessa, stando all’inchiesta delle fiamme gialle e coordinata dal Pm Nadia Calcaterra, è stata mantenuta con un incarico presso la Aemme Linea Ambiente s.r.l.

La nomina di “soggetti e amici e conoscenti, manovrabili e in futuro riconoscenti” attraverso “spregiudicate manipolazioni di procedure”: è quanto c’è alla base dell’indagine che ha coinvolto il sindaco di Legnano Gianbattista Fratus e due assessori della sua giunta, secondo quanto spiegato dal procuratore aggiunto di Busto Arsizio Giuseppe D’Amico.