Salvini a Colico: “Stufo degli attacchi degli alleati. O si lavora di più o la pazienza finisce”

“Sono stufo degli attacchi quotidiani degli alleati di governo. O si parla di meno e si lavora di più o la pazienza finisce”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in un comizio a Colico, in provincia di Lecco. E poi: “Di Battista, Di Maio, Grillo, Toninelli: o tutti fanno il loro lavoro o la pazienza finisce”. 



 “Nelle prossime settimane ci sarà bisogno di coraggio e idee chiare. Non è la stagione delle mezze misure. O le cose le facciamo bene o le mezze misure non ci piacciono – ha concluso -, e lo dico non alle opposizioni, sono stufo di attacchi di quelli che dovrebbero essere alleati”. “M5S ha pessima componente di sinistra” “I 5 stelle hanno una pessima componente di sinistra al loro interno. A furia di non fare niente il Paese è fermo, ma io voglio un Paese dove le opere pubbliche ripartano a manetta e non a rilento. Su questo i nodi verranno al pettine”, ha aggiunto Salvini che attacca ancora: “Di Battista? Per quanto mi riguarda conta zero”. “La Lega c’è ed è compatta e vuole fare cose per il Paese, se altri sono divisi e hanno difficoltà, perdono pezzi è un problema”, ha poi affermato Salvini a proposito delle prossime votazioni in Aula. “Vedremo come vanno le votazioni su decreto Sicurezza e Tav – aggiunge – se un pezzo di maggioranza vota per bloccare un’opera importante come la Tav è un problema perché noi siamo al governo per fare. Vediamo domani sul decreto Sicurezza se c’è una maggioranza o no, poi c’è in ballo la riforma della giustizia che vogliamo coraggiosa. E la riforma fiscale altrettanto coraggiosa. Se ci sono i sì si va avanti”.  “Nemici autonomia politici ladri del Sud” “I nemici dell’autonomia sono alcuni politici ladri e incapaci del Sud, che da 50 anni derubano il Paese. Con l’autonomia gli incapaci vanno a casa”, ha aggiunto il ministro dell’Interno. “Riforma giustizia M5s è poca roba” “La bozza di riforma della giustizia preasenta dai Cinque Stelle è poca roba. In un Paese serio c’è la certezza della pena, non sconti di pena e attenuanti. Ti becchi 10 anni in galera per 10 anni ci stai”. E dove “davvero esiste la presunzione di innocenza fino a prova definitiva contraria”.  “Commissario Ue, due nomi a Conte” “Abbiamo fatto le nostre proposte al presidente del Consiglio che sta seguendo la trattativa. I nomi ce li ha lui. Sono due nomi”, ha poi detto Salvini circa il commissario Ue.  “Giornalisti di sinistra più ci attaccano più ci danno forza”  “Più ci attaccano più ci danno forza. Lunga vita ai giornalisti di sinistra ma anche al segretario del Partito democratico che oggi mi ha dato del buffone”, ha quindi sostenuto Salvini. “Immigrazione, obiettivo è che non arrivi nessuno a rompere”  “L’obiettivo è che qui non venga a rompere le p.. più nessuno senza permesso”, ha concluso Salvini, parlando di immigrazione.




Governo, tensione alle stelle. Salvini avverte: “Voglio un governo che faccia le cose altrimenti la parola va agli italiani”

‘Abbiamo fatto un sacco di cose in un anno, e l’obiettivo della prossima manovra è far pagare meno tasse… Io la voglia ce l’ho, ma se mi dovessi accorgere che i litigi sono quotidiani…Mi stufo io ma anche gli italiani. Voglio un governo che faccia le cose altrimenti la parola va agli italiani’. Così Matteo Salvini a SkyTg24. Resta alta la tensione nel governo dopo lo scontro in Consiglio dei ministri sulla giustizia in particolare sul processo penale e il nodo della prescrizione. “La Lega non vota una non riforma, vuota e inutile – si legge in una nota della Lega -. Siamo al lavoro per una reale riduzione dei tempi della giustizia, per un manager nei tribunali affinché diventino realmente efficienti, perché ci sia certezza della pena: colpevoli in galera e innocenti liberi. Sanzioni certe per magistrati che sbagliano o allungano i tempi, no a sconti di pena per i criminali e un impegno per la separazione delle carriere e anche del Csm per garantire giustizia efficiente, equa e imparziale. I cittadini non possono essere ostaggi di processi infiniti”.

Tensione anche sul nome del commissario Ue che sarà proposto dall’Italia. Salvini, proporrò a Conte un politico della Lega. E Attilio Fontana: basta ‘cordoni’, Von Der Leyen parli con la Lega. Si litiga anche sui lavori sbloccati dal Cipe.

“Così come ribadito più volte, in virtù del risultato alle europee, spetta alla Lega fare il nome del commissario che andrà in Europa a rappresentare l’Italia. Per quanto ci riguarda ci teniamo a precisare che dovrà essere un profilo politico e non tecnico. Aspettiamo di conoscere il nome”. Lo dichiarano fonti del M5S.

Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in conferenza stampa dal Papeete beach di Milano Marittima: “Qualora venisse meno, ad altri e non a noi, la voglia di sbloccare ed efficientare anche i tempi della giustizia, che oggi sono fuori dal mondo…”, non starò al governo perché “o una riforma della giustizia è importante, vera, pesante, significativa che dimezza davvero i tempi del processo penale, o non siamo al mondo e al governo per fare le cose a metà”.
Il governo metterà la fiducia sul decreto sicurezza al Senato? “Non lo so, spero di sì però”, ha risposto Salvini aggiungendo: “Il decreto sarà approvato” la prossima settimana.
“O la prossima manovra ha un pesante taglio di tasse o andiamo avanti con gli zero virgola, non serve all’Italia. E non potrà mai avere il sostegno della Lega”, ha detto ancora Salvini.
“Cosa c’entra Berlusconi?” Sulle intercettazioni “vi pare normale che finisca sui giornali un pettegolezzo sull’amante – ha detto Matteo Salvini a SkyTg24 -? Chi vuole il gossip compra i giornali di gossip. I pettegolezzi da spiaggia devono restare chiusi in un armadio altrimenti diteci che siamo in uno stato di polizia e chiunque è titolato ad ascoltare chiunque”. “Noi la buona volontà” per un’intesa sulla riforma della Giustizia “ce la mettiamo ma se Bonafede inizia a tirare in ballo Berlusconi,il passato e il futuro…”.
Parlando della Alan Kurdi, Salvini ha detto: “Governo tedesco avvisato mezzo salvato, ong avvisata mezza salvata: se entrano in acque italiane prenderemo possesso di quella imbarcazione. Stiamo giocando a rubamazzo? Basta, mi sono rotto le palle. Le navi saranno requisite e saliremo a bordo”.
E in mattinata erano arrivate le parole, in una diretta Facebook, del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede: “La separazione delle carriere dei magistrati e la riforma delle intercettazioni sono i due punti forti della politica sulla giustizia di Silvio Berlusconi. Dico alla Lega che sono aperto a tutte le proposte, ma non stanno governando con Silvio Berlusconi. Se lo mettessero in testa”.
“Quando arrivano no a prescindere e si pescano argomenti qua e là che nulla hanno a che fare con la riduzione dei tempi dei processi, mi viene il dubbio che l’obiettivo sia far saltare la riforma della prescrizione che entrerà in vigore a gennaio – ha detto ancora Bonafede -. Mi auguro che non sia questo perché è inaccettabile fare giochini sulla carne viva dei diritti delle persone. Ho scritto la Spazzacorrotti, non permetterò a nessuno di fare giochini per far saltare la legge sulla prescrizione”.




Riforma della Giustizia, sospeso il Consiglio dei Ministri: è ancora scontro M5s – Lega

E’ iniziata ma è subito stata sospesa la riunione del Consiglio dei ministri. A quanto si apprende, il Cdm è iniziato perché c’era la necessità di impugnare alcune leggi regionali con urgenza ed è dunque stata deliberata l’impugnativa per dare mandato all’avvocatura dello Stato. La sospensione sembra invece legata alla necessità di sciogliere i nodi esistenti sulla riforma della giustizia.
Il Consiglio dei ministri, viene precisato, è iniziato ed è stato sospeso per ragioni tecniche: era necessario approvare presto, per la firma del presidente della Repubblica, otto proroghe degli scioglimenti di Consiglio comunali e lo scioglimento di un Comune; sono state impugnate alcune leggi regionali. Sono adesso in corso, aggiungono le stesse fonti, riunioni politiche sulla riforma della Giustizia.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha avuto un colloquio con i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini prima dell’inizio del Consiglio dei ministri. Al centro dell’incontro, la riforma della Giustizia che è oggetto di scontro tra Lega e M5s.
“Sto sentendo troppi no dalla Lega – ha detto in mattinata Luigi Di Maio – mi auguro che arrivi qualche sì”. “E’ sicuramente una proposta che si deve approvare in Consiglio dei ministri e non vedo perché la Lega si debba opporre. Sono anni che si dice che si devono ridurre i tempi dei processi. Ci siamo, approviamola”, dichiara Di Maio.
“Oggi il nostro Alfonso Bonafede porta in Consiglio dei ministri una riforma epocale sulla giustizia – ha scritto su Facebook il vicepremier Di Maio -. Una riforma che sanziona i magistrati che perdono tempo e che riduce drasticamente i tempi dei processi civili e penali rilanciando investimenti e crescita. Basta indagati a vita, chi sbaglia paga e subito. Basta aspettare anni prima di essere risarciti. Basta con le spartizioni di potere al Csm. Mi auguro nessuno pensi di bloccarla, sarebbe un grave danno al Paese”.
Il ministro Bonafede “ci mette pure la buona volontà” – attacca Matteo Salvini – ma la sua “cosiddetta riforma della giustizia è acqua”. Lo dice il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini in diretta Facebook criticando la bozza che andrà in Cdm sottolineando che serve una riforma “vera, imponente, storica e decisiva”. Questo testo, aggiunge, “non è quello che gli italiani si aspettano”. Pronta la replica: ‘Discutiamo in consiglio dei ministri, non su Facebook’.
Al tavolo del Consiglio dei ministri, al quale si rivedranno Conte, Di Maio e Salvini dopo i giorni del grande gelo per il caso Russia, i leghisti dovrebbero mettere a verbale il loro dissenso, già espresso in pubblico a più riprese dal ministro dell’Interno. La riunione preparatoria del Cdm – viene riferito da fonti presenti – si svolge in una tensione politica “palpabile” ma i rappresentanti dei ministeri leghisti non affondano il colpo. Le criticità saranno sollevate nelle sedi politiche. Nel testo mancano due temi spinosi: intercettazioni e la separazione delle carriere invocata dalla Lega. E sugli altri capitoli Bonafede, raccogliendo alcuni rilievi, apre fino all’ultimo a limature.
I nove anni di durata massima dei processi, ad esempio, sono già stati ridotti a sei. Ed è stato anche messo a punto il meccanismo di sorteggio per i membri del Csm, con un meccanismo in due fasi che prevede l’elezione. Ma alla Lega il testo ancora non piace: sarà Salvini a decidere se fare barricate in Cdm o rinviare lo scontro al Parlamento. Ciononostante, Luigi Di Maio non sembra temere l’incidente o l’apertura di una crisi. E sfida l’alleato, a partire dalla flat tax: “Se trovano i trenta miliardi noi la sosteniamo”, dichiara. A chi gli rimprovera i “no” del Movimento, il vicepremier ribatte vantando alcuni “grandi” Sì come il taglio dei parlamentari, che sarà votato a settembre alla Camera: c’è un fronte trasversale che preme per il voto, denuncia, per evitare la sforbiciata. La crisi, replicano dalla Lega, è ostacolata dal fronte di coloro che sarebbero pronti a far nascere un esecutivo tecnico, anche di minoranza, pur di proseguire la legislatura.




Professioni, Silvestroni (FdI): grande partecipazione alla Tavola Rotonda degli ordini professionali del Lazio

Si è tenuta alla Camera dei Deputati una importante Tavola Rotonda dove hanno partecipato molti Presidenti degli ordini professionali del Lazio.

L’evento, organizzato da Fratelli d’Italia, ha permesso a tutte le categorie professionali di confrontarsi su temi di comune interesse

“Oggi in un clima di ascolto e confronto – ha esordito Roberto Cuccioletta responsabile del Dipartimento  Professioni FDI del Lazio e tra gli organizzatori dell’evento – le più alte istituzioni dei diversi ordini professionali del Lazio hanno posto le basi per un cambiamento che tuteli non solo il professionista di ogni settore, ma anche l’utenza”-

Sento il dovere di ringraziare i presidenti degli ordini professionali regionali intervenuti – ha dichiarato l’On. Marco Silvestroni – per la testimonianza portata al tavolo di lavoro. Ho ascoltato con attenzione le istanze presentate dagli ordini degli avvocati di Roma e di Velletri, dagli ordini degli Ingegneri di Roma, di Latina, di Frosinone e di Velletri, dall’ordine degli Architetti di Roma, dall’ordine degli Pisicologi del Lazio, dall’ordine dei Geologi del Lazio, dall’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Roma, dal Collegio dei Geometri di Roma. Li voglio ricordare tutti perché le loro richieste di aiuto devono essere sostenute in ogni sede. Come sarà mio impegno dare ascolto a tutte le associazioni e federazioni intervenute di ogni categoria professionale. I professionisti chiedono certezza ed equo compenso, minore pressione fiscale, riordino e qualificazione professionale. È un dovere dare ascolto a chi rappresenta più del 10% del PIL della nazione” ha concluso il deputato di Fratelli d’Italia, Marco Silvestroni. 




Tensioni governative: Salvini attacca Toninelli: “Ci sono troppe infrastrutture bloccate dal ministero dei Trasporti”

Resta alta la tensione nella maggioranza con i dossier caldi dell’autonomia e della Tav sul banco e Lega ed M5s che continuano a discutere. “”Non ho incontri in agenda. Per il futuro siamo nelle mani del buon Dio”, dice il vicepremier Matteo Salvini replicando a una domanda durante la conferenza stampa a Firenze.

Il vicepremier, inoltre, torna ad attaccare il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli al centro di una polemica, tra l’altro, per il licenziamento di uno degli esperti dell’analisi costi-benefici sulla Tav.

“Ci sono troppe infrastrutture bloccate dal ministero dei Trasporti. Il Mit deve aiutare la gente a viaggiare e non bloccare porti, aeroporti, ferrovie, tunnel, autostrade. Il vero problema è il blocco di centinaia di opere pubbliche”, ha detto parlando con i giornalisti a Firenze. A chi chiedeva se chiederà un rimpasto di Governo Salvini ha risposto: “Non è questione di rimpasto, se uno fa il ministro ai blocchi stradali, noi siamo al governo per sbloccare le strade, non per bloccarle”.

“Il trambusto intorno al governo è legato”, al taglio dei parlamentari, dice Luigi Di Maio. “Ma ve li immaginate senza poltrona mentre si cercano un lavoro come tutte le persone normali? È quindi chiaro che, chi vuole buttarci giù, è chi vuole restare nella preistoria per tenersi stretto il suo posto a Roma”. “Ma noi non ci arrendiamo. Taglieremo i parlamentari e cambieremo davvero il Paese. Ormai – conclude – manca davvero poco. Meno di due mesi!”.

Intanto il governatore del Veneto Zaia difende il progetto dell’autonomia. “I vantaggi dell’Autonomia – sottolinea – sono l’efficienza e la responsabilità, soprattutto premiare le virtuosità, ma non si creerà un Paese di serie A e di serie B”. “Questa è una brutta manfrina – aggiunge – che non vogliamo più sentire”. La verità, per Zaia, “è che da un lato i cittadini avranno risposte celeri e avranno viste ridotte le catene decisionali. Dall’altro per quanto riguarda i cittadini del Sud finalmente riusciranno a misurare la qualità dei loro amministratori, perchè questa è la verità”. “Oggi già abbiamo un esempio di Autonomia, che è quella della sanità: non c’è l’Autonomia del Veneto, non c’è quella della Lombardia o dell’Emilia Romagna ma nella sanità tutte le regioni hanno un budget e la gestione della sanità – spiega -. Se ci sono ancora regioni che vedono i loro cittadini costretti a fare le valigie per andarsi a curare fuori regione, molto probabilmente il problema non è dell’Autonomia ma della mala gestio da parte di qualcuno”. “Noi abbiamo fatto un progetto serio, validato a livello scientifico: non vogliamo la secessione dei ricchi, non possiamo accettare che si dica che vogliamo creare un Paese di serie A e di serie B, vogliamo solo l’efficienza, la responsabilità e la modernità di questo Paese”. Lo sottolinea il governatore del Veneto Luca Zaia.

Fico, qualsiasi intesa passerà in Parlamento – “L’autonomia regionale non deve dividere il Paese, non deve lasciare il Sud nella condizione economica in cui si trova ma deve essere un’autonomia che dà qualche potere in più alle Regioni. L’Italia è unita, una e indivisibile e bisogna lavorare e coordinarsi insieme. Qualsiasi sia l’intesa, passerà in Parlamento”. Lo ha detto il presidente della Camera Roberto Fico a Napoli commentando le polemiche degli ultimi giorni.




Lega, russiopoli: Savoini non risponde ai Pm

E’ terminato ed ha avuto breve durata l’interrogatorio di Gianluca Savoini, il leghista presidente dell’associazione LombardiaRussia indagato per corruzione internazionale nell’inchiesta su presunti fondi russi alla Lega attraverso una compravendita di petrolio a prezzo scontato. Savoini ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti ai pm di Milano.

“Io conosco brave persone. Fino a prova contraria, almeno che non si dimostri che qualcuno ha fatto qualcosa fuori posto io ho fiducia nelle persone. Se c’è uno stato di diritto liberale e democratico si è innocenti a meno che non si venga dimostrati colpevoli”: così Matteo Salvini a “Quarta Repubblica”, in onda questa sera, rispondendo a chi gli chiedeva se non dubitasse di aver dato troppa fiducia a persone, come Savoini e D’Amico.

Questa mattina c’è stato un lungo vertice tra pm nell’ufficio del procuratore aggiunto di Milano Fabio De Pasquale per fare il punto sull’inchiesta per corruzione internazionale sulla presunta compravendita di petrolio per far arrivare fondi russi alla Lega. L’indagine è nata dall’audio di un incontro all’hotel Metropol di Mosca.
Savoini, assieme ad altri due italiani e a tre russi, era presente all’hotel di Mosca per la presunta trattativa per far arrivare 65 milioni di dollari al Carroccio.
“Perchè no?”. Così il premier Giuseppe Conte, fuori da Palazzo Chigi, risponde ai cronisti se ritenga che il vicepremier Matteo Salvini debba riferire alle camere sulla vicenda dei rubli alla Lega. “Noi crediamo nella trasparenza nei confronti dei cittadini in ogni sede, in tutte le occasioni, in primis in Parlamento, le sedi giuste per onorare questa linea guida”.

“Non abbiamo chiesto, né visto né preso un euro di finanziamento dall’estero. Mi occupo di vita reale e non di spionaggio. Punto. Mi sono stufato di ripeterlo”. Lo ha detto Salvini rispondendo ad una domanda sulla vicenda dei fondi russi. “Non intendo più parlare di soldi che non ho mai visto né chiesto”, ha risposto ad un’altra domanda sulla stessa questione. “Non commento le non notizie. Chi puntava su questo per metterci in difficoltà sono smentiti dai sondaggi, anche oggi”.

Nessun contatto finora tra il presidente del Consiglio e il ministro dell’Interno. A quanto spiegano diverse fonti di governo, tra il premier e il leader della Lega non ci sarebbero stati contatti diretti nel fine settimana e neanche stamane. Conte questa mattina, rispondendo a una domanda dei cronisti, ha spiegato di aver provveduto comunque ad informare Salvini, “anche” attraverso la portavoce del ministro, della dichiarazione ufficiale di precisazione sull’invito di Savoini al forum Italia-Russia.

“Da qualche giorno non si sta parlando di Ong. Lo show dell’immigrazione dove tutti recitano la loro parte costringendo gli africani al ruolo di comparsa, per qualche ora si è fermato. Oltretutto Salvini il bugiardo è impegnato a mentire (la sua difesa sul caso Russia-Savoini è ridicola). Fino a quando il diritto ad emigrare verrà considerato più importante del diritto a non emigrare l’impero mediatico-finanziario-liberista trionferà. E morirà l’Africa”. Lo scrive Di Battista in un post su Fb in cui cita anche il caso dei fondi russi alla Lega.

Il M5S ha pronta la proposta di legge per istituire la commissione di inchiesta sui finanziamenti a tutti i partiti che, secondo quanto previsto dal contratto, sarà sottoposta dal nostro capogruppo alla Camera alla firma del capogruppo della Lega. Lo annunciano fonti M5s.

“Sì, mi sono sentito con il collega Molinari della Lega. Domani mattina ci incontreremo per vedere insieme il testo della pdl che istituisce la commissione d’inchiesta sui finanziamenti ai partiti. Questa commissione è un importante passo verso una doverosa trasparenza che la politica deve avere nei confronti dei cittadini”. Lo dice Francesco D’Uva, capogruppo M5S alla Camera, contattato dall’ANSA.

Oggi alle 19 la presidente del Senato Elisabetta Casellati incontrerà il segretario del Pd Nicola Zingaretti ed il capogruppo Andrea Marcucci. È quanto si apprende da fonti del Pd. I dem anche ieri hanno chiesto con insistenza la presenza in Aula del ministro Salvini sul caso dei fondi in Russia. Inoltre a Palazzo Madama, sottolineano, persiste il problema di tre interrogazioni sulla Lega, bloccate dalla presidente del Senato.




Attacco al governo, la farsa della Sea Watch 3 orchestrata contro Salvini

Che Salvini sia inviso all’Europa, alle sinistre – o presunte tali – , alla Francia e alla Germania, oltre che alle forze oscure che finora non hanno fatto altro che organizzare, da Ciampi e Prodi in poi, con l’avvento dell’euro, la nostra catastrofe (ricordiamo il governo tecnico di Monti e la sua distruttiva politica di austerity), che Salvini sia odiato e minacciato di morte quotidianamente dai soliti imbecilli, dicevamo, è noto a tutti coloro che, almeno con un orecchio, seguono la politica italiana, magari al di là dell’informazione ufficiale, quella dei soliti telegiornali.

Che la sortita della nave taxi raccogli-profughi fosse una trappola per Matteo, lo si era capito fin da subito

Perché al timone di quella barchetta battente in maniera evidentemente abusiva bandiera olandese, dato che la sua paternità da parte dell’Olanda è stata molto comodamente negata, c’era un personaggio sconosciuto ai più, ma che già era stata coinvolta in possesso e uso di cocaina – a quanto riferiscono alcune voci – e fin qui scagli la prima pietra chi è scevro da questo peccato, dati i tempi.

L’altra accusa di cui si sussurra è l’uso di carte di credito rubate

Per cui nel passato la brava emula di Robin Hood aveva già avuto a che fare con la giustizia. A trentadue anni, invece di cercare di formare una famiglia – il che sarebbe giusto e anche morale – questo personaggio, in odore di Soros – le cui fondazioni pare che finanzino le varie ONG per il soccorso in mare – si mette al timone di una barca che poco può raccogliere in termini di naufraghi, ma tant’è, la sua stazza la rende sufficiente a raccogliere una cinquantina di giovanottoni straripanti di ormoni e palestrati, a quel che si evince dalle foto scattate sul ponte: un mucchio, un monticello di persone di colore stravaccate sul ponte, che ci sono presentate come ‘stremate’, forse dal troppo riposo, visto che l’autorità italiana che governa i porti si è preoccupata di mandare a bordo medici, di sbarcare chi fosse in stato di vera necessità di cure, e di caricare sulla piccola nave viveri, acqua e quant’altro – medicinali – fosse stato necessario. Non sono quindi stati abbandonati, i ‘naufraghi’ di plastica, al loro destino, ma curati come e meglio che se fossero stati a terra.

Pura fantasia, non dimostrabile, il fatto che la Rackete temesse il suicidio di alcuni

Aspettiamo che Carola Rackete, con il corpo ricoperto da numerosi e invasivi tatuaggi e la sua capigliatura ‘rasta’ – che sinceramente a noi solleva sempre qualche dubbio sulla sua pulizia e odore – venga proposta per il Nobel per la pace: possibile. Ma lo scopo dell’operazione era quello di forzare il blocco dei porti italiani tanto sbandierato dal nostro ministro dell’interno. Anche se poi i ‘barchini’ sono arrivati ugualmente a Lampedusa, in sordina, e i relativi occupanti sono stati prelevati dalla GdF e avviati ad un centro di identificazione, quella identificazione che, evidentemente, non fa comodo agli occupanti della Sea Watch. Mentre altri profughi siriani richiedenti asilo – nel loro pieno diritto di ottenerlo – selezionati all’origine, scendevano nei nostri aeroporti con voli charter organizzati dalla Comunità di S. Egidio, di concerto con le Chiese Evangeliche italiane; gli uomini avviati ad una occupazione che consenta loro di mantenersi, e i bambini avviati all’istruzione scolastica. Tutto il contrario, insomma, di quello che si ottiene con l’immigrazione selvaggia e incontrollata che tanti problemi causa ogni giorno all’Italia e alle nostre Forze dell’Ordine; un mondo opaco nel quale ci può essere di tutto, come in effetti c’è, dal terrorismo islamico ai rapinatori, stupratori e violenti in genere.

Non che tutti siano così, intendiamoci, ma una mela marcia rovina tutto il cesto

Sarebbe quindi opportuno che i cosiddetti migranti – termine coniato ad hoc per evitare quello più appropriato di ‘clandestini’, visto che ancora una legge sull’immigrazione, di cui nessuno mostra più di ricordarsi, esiste – venissero accolti dall’Europa, e non solo dall’Italia, in maniera razionale, come quella adottata dalla politica dei voli charter. Combattere a monte la mafia dei disperati, a cui si fa credere ogni favola, pur di accaparrarsene la presenza e il denaro, sarebbe condurre un’azione di guerra con forze speciali, ma nessuno mostra di aver voglia di intraprenderla. Sarebbe molto facile individuare i centri di propaganda della ‘migrazione’ e i loro capi, e distruggerne l’organizzazione, ma forse si andrebbero a pestare i piedi ad altre convenienze.

Pare che i ‘medici dal Sahara’ siano disponibili ad intervenire per l’espianto di organi – 15.000 dollari per un rene – su aspiranti profughi ancora vivi. Tanti soldi per un commercio ignobile già praticato anche da noi, vittima Pamela Mastropietro, diciott’anni, a Macerata, smembrata dai mafiosi nigeriani ancora viva, e i cui resti, mancanti di alcuni organi, gettati in due valigie sul greto di un fiume.

Tornando alla Sea Watch, un quotidiano italiano ha riportato la notizia di conversazioni fra esponenti della nostra sinistra ancora a terra e Carola Rackete, la quale esortava i nostri politici a rimandare la loro presenza sulla nave, e ad essere disponibili al loro intervento ‘umanitario’ quando lei lo avesse richiesto. L’opposizione al servizio della Rackete ci dice quanto sia disperata questa sinistra nei confronti di un governo che, pur contrastato con tutti i mezzi a loro disposizione, continua a fare andare dritta la barca dell’Italia. Sono di ieri i risultati dell’Istat, che dicono che è diminuita la disoccupazione, particolarmente quella giovanile, e che il nostro spread, nei confronti dei bund tedeschi, crea un interesse sui titoli decennali, inferiore al 2%, ciò che non accadeva da molti anni. Per rispondere a tutti gli ingenui – mica tanto – che continuano a scrivere sugli striscioni stradali che ‘Salvare la gente non è reato’, rispondiamo che siamo assolutamente d’accordo con loro: è un obbligo di legge, oltreché morale, salvare chi si trovi in difficoltà, ancorchè creata ad arte, e non solo in mare. È reato, invece, operare uno sbarco espressamente proibito, contravvenire alle leggi dello Stato italiano, rappresentato nella fattispecie dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini, forzando il blocco nelle acque di Lampedusa, spalleggiata da ‘onorevoli’ membri della sinistra di opposizione, praticamente ‘cespugli’ parlamentari senza nessuna voce in capitolo per l’inconsistenza dei loro partiti, tranne – e questo è ancora più grave – il PD, ex partito di governo.

Un’azione orchestrata per colpire Salvini nella sua azione più rappresentativa, cioè quella della diminuzione degli sbarchi selvaggi, – e dei morti in mare – con l’intento di screditarlo agli occhi del mondo, mandando avanti una Carola qualsiasi, che non ha niente da perdere, e che, anzi, ricopre esattamente il ruolo di martire dell’iniquità. L’attacco sferrato a Salvini è rivolto a tutta la nazione, e alla sua credibilità internazionale, se il fatto non sarà sanzionato con la massima severità. Rifiutare l’obbedienza ad una motovedetta della GdF – apparato militare – e cercare di schiacciarla contro il molo, mettendo a rischio la vita stessa degli occupanti (nessuno dice la la motovedetta avrebbe potuto affondare, nonostante la lentezza dell’operazione) sono fatti gravissimi, che mettono in luce la nostra ridotta capacità di reazione.

Mentre i soliti idoti criticano il comportamente della GdF, che non avrebbe dovuto cercare di evitare l’attracco. Fantastico! In altri paesi la Sea Watch 3, nelle stesse circostanze, nell’avvicinamento alle coste lampedusane sarebbe stata oggetto di colpi di arma da fuoco, davanti alla prua, per avvertimento. Oggi la propaganda fa perno soltanto sul fatto umanitario, ma quello era già stato ampiamente soddisfatto dal nostri interventi a bordo della nave. Quello che si voleva evitare era lo sbarco, l’ennesimo, in Italia, vista l’inanità di un’Europa che pretende di comandare anche a proposito dei nostri prodotti tipici e sulla misura delle vongole, e che poi si volta dall’altra parte quando dovrebbe manifestare più coesione. Ma già, lo sbarco, complici tutti, doveva avvenire in Italia, per mostrare a Salvini che il più forte non era lui, anche andando contro la legge di uno Stato democratico, come l’Italia si picca di essere.

Ricordiamoci che un’azione del genere, ripetiamo, non è contro un ministro, ma contro l’intero popolo italiano, visto che questo governo è stato eletto democraticamente, e che finora, nonostante il berciare dei componenti il Consiglio europeo e la relativa commissione – i quali mostrano di avere più simpatia per l’opposizione che per il governo – ha fatto e continua a fare il bene della nostra nazione. Robin Hood lottava contro lo sceriffo di Nottingham e contro l’usurpatore del trono di Riccardo Cuor di Leone, ma quella era una giusta protesta contro una tirannia iniqua. Invitiamo tutti coloro che ritengono che il nostro regime sia una tale tirannia, a mettersi su di un barcone e farsi abbandonare nel Mediterraneo: prima o poi qualche Robin Hood in gonnella li verrà a raccogliere. Purchè glielo dica Soros.




Caos M5s-Lega, Conte e Tria prendono tempo con Ue

Intanto bisogna “salvare” il 2020: tenere al riparo la prossima manovra da altri pesantissimi impegni. O il governo rischia di saltare. E’ questa la missione di Giuseppe Conte e Giovanni Tria, nella trattativa con l’Unione europea per evitare la procedura d’infrazione per debito eccessivo. Si punta tutto sulla politica, nelle ore finali. La correzione dei conti per il 2019 è pronta: il deficit scenderà, anche grazie a entrate maggiori del previsto, al 2,1% o al 2% del Pil. Ma all’ultimo il premier decide di rinviare a lunedì il Consiglio dei ministri che dovrebbe registrare il miglioramento nella legge di assestamento di bilancio. Tenterà, a margine del G20 in Giappone e poi domenica nel Consiglio europeo straordinario in cui tratterà sulle nomine, di ottenere che l’Ue conceda di discutere i conti 2020 in autunno. La Commissione attende senza pregiudizi, hanno fatto sapere da Bruxelles, aprendo anche alla possibilità di un rinvio della resa dei conti all’autunno. Ma certamente non al buio e aspetta che Roma mostri carte convincenti. Nel governo, intanto, c’è un clima quasi preelettorale.
Salvini: ‘Se continuano i no traggo conseguenze’ – “Nel M5S c’è fibrillazione, Di Battista, Casaleggio e Grillo vanno e vengono, ma Di Maio è persona seria e quel che abbiamo scritto nel contratto lo faremo. Vado oltre la mia convenienza personale e della Lega e vado avanti, ma se nelle prossime settimane si va avanti a furia di no, ne trarrei le conseguenze”. Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini a Porta a Porta, parlando delle prospettive della maggioranza e del governo. La vicenda Sea Watch arriva a coprire malumori e scambi di accuse pesantissimi. Ma i vertici notturni di martedì hanno lasciato scorie. Matteo Salvini viene descritto spazientito, irritato per lo stallo. Luigi Di Maio deciso a non cedere su un dossier come Autostrade, per frenare lo sfaldamento del Movimento. Il countdown verso possibili elezioni anticipate a settembre ha ripreso a correre: ai governatori del Nord sulle barricate per il nuovo stop all’Autonomia, membri del governo leghisti da Roma rispondono di pazientare ancora poco, due settimane e si capirà tutto. Non passa inosservato, a chi teme il voto, un colloquio in transatlantico alla Camera tra Giancarlo Giorgetti e il siciliano Nello Musumeci. Il Quirinale osserva tenendo al centro delle proprie preoccupazioni l’esistenza in vita di un governo che in autunno possa fare la legge di Bilancio 2020. E senza maggioranze alternative, in caso di crisi, non resterebbe che il voto.
Via libera al “decreto lirica” – Il provvedimento prevede, tra l’altro, misure che riguardano il personale delle fondazioni lirico-sinfoniche. Il decreto destina 19,4 milioni di euro provenienti dal Gioco del Lotto alla tutela del patrimonio culturale e sblocca 15 milioni di euro stanziati dalla Legge di stabilità 2019 per supportare le attività del Mibac. Prevede anche norme su cinema e audiovisivi. Spunta nel decreto “lirica” anche una norma per autorizzare la nomina di un commissario per gli Europei di calcio del 2020, che si svolgeranno in diverse città del continente, tra cui Roma. La norma era stata già proposta e poi stralciata dal decreto crescita. Questa sera è stata riproposta dalla Lega in Consiglio dei ministri, perché venga inserita nel decreto che contiene norme per la lirica e i beni culturali. Il commissario, chiamato a tutelare il patrimonio culturale della città metropolitana di Roma, dovrebbe essere nominato da Roma Capitale. Ma la norma potrebbe non entrare nella versione finale del decreto, per incompatibilità di materia. Il Cdm, su proposta del ministro Di Maio, ha deliberato l’esercizio dei poteri speciali, nella forma dell’imposizione di specifiche prescrizioni, in relazione all’operazione notificata da Fastweb e consistente nell’accordo tra la stessa e Samsung Electronics per la progettazione, fornitura, configurazione e manutenzione di apparati software relativi alle componenti radio e core network necessari alla realizzazione della rete 5G Fixed Wireless Access nelle città pilota di Bolzano e Biella. Lo si legge nel comunicato del Cdm.
Dossier aperti – Restano sul tavolo autonomia, Tav, Autostrade, Alitalia e l’ex Ilva. Mettere in fila i dossier, dà l’immagine dell’impasse. Le intese regionali slittano – un vertice è previsto mercoledì prossimo – in attesa di capire che ruolo dare al Parlamento. L’alta velocità va avanti, in attesa della mossa del premier Conte che dirà il Sì (o, meno probabilmente, il No) definitivo. I Cinque stelle insistono sulla revoca della concessione ad Autostrade ma – avvertono dalla Lega – così si tirerebbe a fondo anche l’opzione Atlantia per Alitalia, l’unica ad oggi davvero realistica per salvare la compagnia di bandiera: i tempi sono stretti, non più di due settimane, ma i leghisti confidano che il ministero dell’Economia, che dovrebbe firmare la revoca, si metta di traverso. C’è l’ex Ilva, con la minaccia di Arcelor Mittal di andar via il 6 settembre, quando decadrà l’immunità che la Lega avrebbe voluto mantenere e allargare e che il M5s ha bloccato.




Zingaretti, via i renziani dalla nuova segreteria del Pd

Nicola Zingaretti ha nominato la nuova segreteria del Pd: coordinatore sarà Andrea Martella, vicesegretari Andrea Orlando (vicario) e Paola De Micheli; Marco Miccoli sarà il capo della segreteria politica del segretario.

Gli altri incarichi vanno a Enzo Amendola (Esteri e Cooperazione internazionale), Chiara Braga (Agenda 2030/Sostenibilità), Pietro Bussolati (Imprese e professioni), Andrea Giorgis (Riforme istituzionali), Maria Luisa Gnecchi (Welfare), Roberto Morassut (Infrastrutture Aree urbane e periferie), Nicola Oddati (Mezzogiorno), Roberta Pinotti (Politiche della sicurezza), Giuseppe Provenzano (Politica del Lavoro), Marina Sereni (Enti Locali/Autonomie), Camilla Sgambato (Scuola), Stefano Vaccari (Organizzazione), Antonella Vincenti (Pubblica amministrazione), Rita Visini (Terzo settore/Associazionismo). Partecipano alla segreteria per funzione: Paolo Gentiloni, Presidente del Pd; Gianni Cuperlo, Fondazione Nazionale, oltre a Orlando e De Micheli. Inoltre la responsabile donne del Pd, che verrà eletta dalla Conferenza Nazionale delle donne; i Capigruppo di Camera e Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci; il tesoriere Luigi Zanda; il Rappresentante dei Giovani Democratici.

E’ istituito il Dipartimento Economia e Sviluppo diretto da Antonio Misiani. Nei prossimi giorni verranno affidati gli incarichi dei nuovi Responsabili dei Dipartimenti. Si avvia inoltre la costituzione di “Forum Aperti” alla partecipazione di personalità e rappresentanti del mondo dell’associazionismo, del volontariato, delle imprese, delle forze sindacali e degli amministratori, delle professioni. Coordinatore: Marco Furfaro. I primi tre Forum saranno presieduti e coordinati da Giorgio Gori (Forum Amministratori Centrosinistra); Alessandra Bailo Modesti (Forum Sostenibilità Ambientale e sviluppo); Elisabetta Nigris (Forum Conoscenza). E’ stato affidato l’incarico di responsabile dell’ufficio stampa del Partito Democratico a Luigi Telesca.

“La segreteria del Pd resa nota da Zingaretti non assomiglia al partito del noi. Vedo un’unica matrice identitaria in un partito che è nato per valorizzare i riformismi. È una scelta che non condivido”: così su Twitter il capogruppo dei senatori Pd Andrea Marcucci.




Torino, avviso di garanzia per la sindaca Appendino: sospetto concorso in peculato

TORINO – La sindaca di Torino Chiara Appendino ha ricevuto un avviso di garanzia con riferimento alle indagini per la consulenza affidata dalla Fondazione per il Libro al suo ex capo ufficio stampa Luca Pasquaretta, indagato per peculato. Lo ha reso noto, in serata, la stessa sindaca sul suo profilo Facebook.- “Quando,- scrive Appendino – alcuni mesi prima dello svolgimento del Salone del Libro, circolò sui giornali questa ipotesi, risposi in aula a un’interpellanza dichiarando che non era assolutamente intenzione dell’amministrazione procedere in tal senso. Nonostante questa posizione, quella consulenza venne comunque affidata dalla Fondazione”. Appendino aggiunge che “secondo la ricostruzione dei pm, questa consulenza non fu poi svolta dall’interessato e, per questo, viene ipotizzato il peculato. Nel mio caso si ipotizza il ‘concorso’ nello stesso reato poiché, secondo i Pm, la consulenza sarebbe stata affidata e pagata, cito testualmente, con il mio ‘accordo’. Sono tranquilla”, dice, spiegherà tutto




Politica italiana, gonfia di chat e pregna di shit

Duemila e quattrocento anni circa, già prima che si affacciassero sulle reti tv i vari politologi, opinion leader ed analisti vari di politica, molto autorevolmente, Aristotele dedicò un’opera in otto libri, fornendo un’analisi dell’organizzazione e dell’amministrazione della cosa pubblica.

Anche Platone, precedendo i politici di oggi di altrettanti 2400 anni, sognava una città ideale e nella sua Repubblica ne tratteggiava tre classi organizzate su imitazione dell’anima e governate da un gruppo di sovrani filosofi.
Il format politico di Platone lo avvicina più di chiunque altro modello alle necessità attuali, volendo sanare un paese malato.

La Lega di Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, nella Repubblica di Platone si troverebbero a loro agio. A Luigi Di Maio e al suo M5s calzerebbe benissimo la politica di Aristotele, calma e attendista, con una debita autonomia da tutto quello che rappresenta la filosofia.

Si dice che la politica sia l’arte e la scienza del governare

Nel nostro paese, cosa fenomenale, tutti si sentono abilitati, non solo nel dare giudizi ma anche a pontificare sull’arte e sulla scienza della politica. Ne consegue che, specialmente durante gli intrattenimenti televisivi, orchestrati dalle solite mezze buste, anziché di vera politica si assista a tante chat e molto shit.

Chi pensava che i partiti determinassero la politica del paese, deve ricredersi. Nelle ultime europee, di liste di partiti e partitini se ne sono presentati 47. Sarebbe molto interessante, magari lo faremo la prossima volta, analizzare il costo dei rimborsi elettorali. Rimandiamo l’argomento e procediamo con il chat e shit dei messaggi che vanno in onda per non perdere il filo.

Sta davanti agli occhi di tutti la disgregazione del sistema Paese

Si dissolvono i partiti tradizionali e sparisce ideologia, la classica destra e quella sinistra. E’ dissolto il partito democratico e si è ridotto a lumicino il partito glorioso di Berlusconi Forza Italia. Fa molto trendy e chic dichiararsi pro Europa, più Europa. Rispondono gli avversari politici: più Italia, Italia first. Seguono le contrapposizioni: Sovranisti contro quelli pro Ancien Régime.

Nascono a questo punto gli hashtag: #Sovranistabrutto #AncienRégimebello

Scatta l’allarme e parte la Corazzata Potemkin. Dai monitor dei vari Palazzi-Venezia televisivi si leggono dichiarazioni di ostilità e annunci di avversità contro lo iettatore del momento.

Zingaretti non è Aristotele nemmeno Platone e tantomeno Carlo Calenda La Bonino non è Mahatma Ghandi e Matteo Renzi non è Lady Thatcher. Non si immaginerebbe mai la Boldrini come laura, la pianta sacra ad Apollo, dio della poesia e nemmeno si riesce a pensarla come Laura, l’amore inappagato e tormentato, attraverso cui il Petrarca esplorava i suoi conflitti interiori. Ma bando alle divagazioni e parliamo di cose serie.

Nonostante tutto ciò, tutti si sentono autorizzati a pontificare e annunciare agli italiani che la fine del mondo sia vicina.

Chat e tanto shit straripa dalla cloaca maxima di alcuni reti tv, affollate da tecnici, analisti, economisti e politologi, tutti ansiosi di spiegare l’agonia del Belpaese, facendo prognosi e diagnosi, raccomandando terapie, sentendosi tutti dei Carlo Magno, tutti restauratori dell’antico sistema dell’impero romano.

Fuori, lontano dalle reti tv scoppia il bubbone “Giustizia”. Tanto va al lardo il pm di Roma Luca Palamara, scuotendo un gruppo di potere che manipolava le decisioni del CSM, che rischia di lasciare lo zampino, spargendo veleni, sgomento e discredito nelle procure, magistratura e nell’amministrazione della Giustizia in genere.

Non si può dire che il fenomeno Palamara sia un fulmine a ciel sereno

Il cielo già mandava segnali premonitori e nel 1994, oltre ai lampi che serpeggiavano negli ambienti politici, cadevano anche lingue di fuoco, fulminando ed incenerendo più che un politico ed un intero partito.
Nel lontano 29 Aprile 1993, il compianto Bettino Craxi, nel suo ultimo discorso alla Camera, e non a caso, ebbe a dire : “ Come già ho sottolineato, nella realtà politica e partitica si era diffusa e radicata l’esistenza di “clan” e di correnti, entro le quali si erano venute stabilendo solidarietà ed interessi che molto spesso andavano al di là dei legami con l’entità Partito anche se si mantenevano e si muovevano all’interno ed entro le istituzioni”.

Sgretolava il sistema Paese allora e sgretola tutt’ora. Il chat e shit straripa ovunque ed, ahinoi, del clero secolarizzato con le sue uscite improvvide sta disperdendo il gregge. Anziché il Vangelo spesso brandiscono la clava, lasciandosi governare l’anima dalla passione politica anziché da quella autentica evangelica.

Le invettive di Don Aldo, richiamando figure retoriche, memorie nefaste di Adolf Hitler attribuendoli con cattivo gusto a personaggi attuali, oppure quelle del capo della Caritas di Como, augurando ad un “fratello” di essere cacciato dalla società, non rappresentano in alcun modo il sentire cristiano.

Ci si augura che questi personaggi, non solo loro ma tutti quelli come loro in giro per l’Italia, vengano richiamati alle loro responsabilità. Da noi cristiani ci si aspetta un messaggio di pace, d’amore e di misericordia.
La gente protesta contro questa contaminazione di chat e shit nel quotidiano che sta rodendo il tessuto sociale del Belpaese, e pretende che la politica possa ritrovare la capacità ed il coraggio di imporsi sul degrado imperante.

La politica non è ne chat e tanto meno shit. Essa è arte e cultura del legislatore, arte oratoria per i principi del foro; è la scienza di una sacra ed imparziale Giustizia; è saggezza amministrativa per il buon governo della cosa pubblica, PERO’, la politica è anche una cellula tumorale e se non tenuta a bada può sfuggire dal suo alveo naturale, rischiando di diffondere le metastasi nella società. Non è mai troppo tardi, l’importante fermarsi in tempo.