Ndrangheta e politica: si dimette il governatore della Valle d’Aosta

Il presidente della Regione Valle d’Aosta, Antonio Fosson, si dimette. Lo ha annunciato durante una riunione straordinaria di maggioranza a Palazzo regionale.

Le motivazioni sono legate all’avviso di garanzia ricevuto dalla Dda per scambio elettorale politico mafioso in merito ad un’inchiesta sul condizionamento delle Regionali del 2018 in Valle d’Aosta da parte della ‘ndrangheta.

Anche gli assessori Laurent Viérin (turismo e beni culturali) e Stefano Borrello (opere pubbliche) hanno annunciato che si dimetteranno.

Il consigliere Luca Bianchi, invece, lascerà l’incarico di presidente di commissione e di capogruppo dell’Union valdotaine. Tutti e tre sono indagati – assieme a Fosson – per voto di scambio.

“Sottolineo con forza la mia totale estraneità rispetto ai fatti di cui ho avuto lettura negli ultimi giorni sui giornali” ha detto il presidente della Regione Valle d’Aosta Antonio Fosson spiegando le ragioni che lo hanno portato alle dimissioni. “Vi ho chiamato qui – ha aggiunto – per comunicare che, per onorare quel senso di responsabilità politica che ho sempre perseguito ed anche salvaguardare la mia personale dignità, profondamente ferita dalle infamanti ipotesi che vengono formulate, ho deciso di fare un passo indietro e di dare le mie dimissioni dalla carica di presidente della Regione”. “E’ stato per me un grande onore – ha concluso – essere presidente di questa meravigliosa regione per la quale ho lavorato con impegno e onestà”.

Salvini, liberare Regione – “Serve aria nuova e pulita, la Valle D’Aosta merita un futuro diverso e non inquinato. Noi siamo pronti a liberare questa splendida regione da ogni tipo di condizionamento, senza accettare compromessi. Bene le dimissioni di Fosson, venerdì sarò ad Aosta a incontrare i cittadini e a preparare la riscossa delle persone perbene della Valle”. Così il segretario della Lega Matteo Salvini.




Governo, c’è l’accordo sul Meccanismo Europeo di stabilità (Mes)

Al via nell’Aula della Camera le comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte in vista del prossimo Consiglio europeo. “Il Governo italiano intende promuovere, in seno al Consiglio Europeo, una maggiore coesione fra i leader europei. Non è, questo, nella famiglia europea il tempo per dividersi o per lasciarsi dividere”. Lo dice il premier Giuseppe Conte.

“Accordo chiuso nella notte, intorno alle 2.30, sul Mes. Confermata la logica del pacchetto Siamo soddisfatti per la risoluzione di maggioranza che prevede le modifiche richieste dal Movimento”. Lo si apprende da fonti M5S che precisano inoltre che “la logica di pacchetto è stata confermata, ci sarà un nuovo round in parlamento a gennaio, prima del prossimo Eurogruppo”. Le stesse fonti garantiscono che “ci sarà il pieno coinvolgimento del Parlamento prima dei prossimi passi sul Mes. Ogni decisione verrà presa ascoltando le Camere, non firmeremo nulla al buio”.

“Mantenere la logica di pacchetto (MES, BICC, Unione bancaria) alla quale accompagnare ogni tappa mirata ad assicurare l’equilibrio complessivo dei diversi elementi al centro del processo di riforma dell’Unione economica e monetaria, approfondendo i punti critici”: è uno dei principali impegni che si chiedono al governo nel testo definitivo della risoluzione di maggioranza sul Mes che sarà votata dal Parlamento.

Nella risoluzione di maggioranza sul Mes, si chiede di “escludere interventi di carattere restrittivo sulla detenzione di titoli sovrani da parte di banche e istituti finanziari e comunque la ponderazione dei rischi dei titoli di stato attraverso la revisione del loro trattamento prudenziale”, oltre a “escludere qualsiasi meccanismo che implichi una ristrutturazione automatica del debito pubblico”. E’ quanto si legge nel testo definitivo della risoluzione.

La maggioranza impegna il governo a “proporre nelle prossime tappe del negoziato sull’Unione bancaria l’introduzione dello schema di assicurazione comune dei depositi (Edis), di un titolo obbligazionario europeo sicuro (cosiddetto common safe asset – ad esempio eurobond) e di una maggiore ponderazione di rischio delle attività di livello 2 e livello 3 (strumenti maggiormente illiquidi), che sia legata al loro grado di concentrazione sul totale degli attivi del singolo istituto di credito”.




Lega, Durigon nomina Tony Bruognolo responsabile per i Castelli Romani. Prossima tappa le amministrative di Genzano

Continua il radicamento territoriale della Lega con le nomine dei responsabili delle Aree della Provincia di Roma.

Il Coordinatore di Roma e Provincia della Lega On. Claudio Durigon ha nominato oggi i Responsabili di Area del Partito.

Nel nostro territorio, denominato Area Castelli Romani, è stato individuato Tony Bruognolo politico esperto e profondo conoscitore del territorio Castellano. E’ stata certamente premiata la sua militanza e gli importanti risultati conseguiti in termini di consenso per la Lega nei comuni in questione. Tony Bruognolo, pertanto, è da oggi Responsabile della Lega per l’Area Castelli che ricomprende i comuni di Albano Laziale, Ariccia, Artena, Castelgandolfo, Ciampino, Frascati, Genzano, Grottaferrata, Lariano, Marino Montecompatri, Nemi, Rocca di Papa, Rocca Priora, Velletri.
Il nome scelto per coadiuvarlo quale suo responsabile degli enti locali è quello di Giorgio Leopardi consigliere comunale di Ariccia.

Tony Bruognolo è già al lavoro da mesi per selezionare una classe dirigente leghista che possa candidarsi a ben governare i comuni suddetti e sarà certamente aiutato in tale compito dal giovane consigliere Leopardi che sta facendo certamente molto bene al governo della sua città.

In particolare il Consigliere Leopardi vede riconosciute queste sue capacità proprio con questa nomina prestigiosa che rappresenta il coronamento del suo percorso politico/amministrativo.
Il Responsabile politico dell’Area, Tony Bruognolo, è molto soddisfatto: “Ringrazio l’On Durigon e l’On. Zicchieri – dice Bruognolo – per la fiducia che mi hanno voluto accordare, ringrazio inoltre il nostro Leader Matteo Salvini che ha ricreato un grande entusiasmo nel popolo del centro-destra. Spero che con l’aiuto dei coordinatori comunali e dei tanti amici che si stanno prodigando da tempo nei territori a me affidati si riesca a portare il buon governo leghista anche nei Castelli Romani. Ho fiducia – aggiunge – che il mio amico Giorgio Leopardi riuscirà ad aiutarmi a cogliere il risultato, in particolare nei comuni che andranno presto al voto, a tal proposito ho voluto affidargli la selezione della classe dirigente che dovremo schierare a Genzano nella prossima primavera”.




L’italia che affonda e il governo mai nato mentre le piazze si riempiono di “sardine”, “gretine”, “racketiane” e altre “divinità…”

In autunno inoltrato, mentre impietose “si aprono le cateratte del cielo”, crollano i ponti ed i viadotti, tracimano i fiumi, a Taranto agonizza la ex Ilva e a Fiumicino gli aerei spengono i motori. I “Fridays for future” non tranquillizzano le centinaia di operai e le loro famiglie che scivolano inesorabilmente in fondo alla povertà più nera. Le città si affollano di entusiasti dei Black Fridays ansiosi di acquistare qualsiasi cosa, non importa cosa, qualcosa da mostrare alla vicina e se si dovesse avere la fortuna di essere intercettati da qualche cronista tv mentre si esce dalla boutique, sarebbe una gioia piena ed immensa.

Le piazze si riempiono di “sardine”, di gretine, di racketiane e altre “divinità” in cerca di gloria e notorietà, di popolarità e rinomanza. Poco importa che il rapporto Ocse certifica che gli studenti italiani peggiorano ancora in lettura, leggono ma non capiscono e già negli anni scorsi non erano proprio dei fenomeni. In compenso, però, conoscono tutte le cause dei cambiamenti climatici e i danni sull’ambiente e sanno parlare d’ecologia perché, per loro fortuna, sono stati adeguatamente istruiti dalla mancata premio nobel Greta Thunberg.

Le commesse saltano i riposi in vista dei saldi di fine anno e le officine si affrettano a consegnare gli ultimi ordinativi prima della chiusura natalizia. Gli studenti preparano gli zaini pronti per la settimana bianca pagata dai genitori e dappertutto nell’aria già si respira l’atmosfera natalizia.

Solo l’emisfero politico non trova pace. Da Montecitorio arrivano brutti presagi, tuona e si addensano nuvole foriere di tempesta. Ad un tratto il cielo si oscura, un lampo e poi un gran boato. Il peggio che si temeva da mesi sta sfuggendo di mano ai duellanti.

Materiale esplosivo che incautamente maneggiano con incuria! Il botto si è sentito da tutta la penisola e l’eco del suo rimbombo ha oltrepassato il mare e le frontiere. Gli occhi di tutta l’Europa si sono puntati su Roma, mentre a noi indigeni, ancora mezzi storditi dal fracasso, non c’è stato concesso di riprendere fiato. Al tuonare fragoroso è seguito il fetore che si è propagato per tutto il paese e come un fiume in piena ha pervaso tutta la carta stampata ed i salotti-bene-televisivi. Le fogne straripando, fuoriuscendo hanno invaso tutte le città.

E’ stato l’inizio di un giorno infelice per tutta l’Italia. Nessuno può dirsi indenne , qualcosa ha scricchiolato. Per intorpidire gli scenari, già opachi per conto proprio, è scoppiato il caso Renzi e la Fondazione Open. La Giustizia non fa mancare mai la sua “presenza”.

Guai ai vinti! Ormai il Paese si trova nell’occhio del ciclone. I mestieranti della politica, facendo lo struscio lungo il “transatlantico” intruppandosi l’un l’altro come uccelli impazziti in gabbia saltano da un’asticella all’altra. La parola d’ordine è “salvare il fondo schiena”.

Il giorno dopo, in piazza, al bar, nei vari talk show e nelle trasmissioni di approfondimento non si è parlato d’altro che di Mes, di prescrizioni e di elezioni anticipate. Tutti si danno da fare. L’Italia è diventata un suq, il Black Friday del deputato d’annata.

Che pena! Che vergogna! Ma che brutta fine hai fatto o Belpaese!

Oggi il cittadino medio si sente smarrito, deluso e sfiduciato. Sono mesi che viene sottoposto ad assistere alle scene più meschine recitate sul proscenio di una politica nazional-popolare. In questo momento i partiti stanno tutti recitando la solita parte.

Quello che ci si augura e si chiede ai politici è di smetterla di litigare per dimostrare ai cittadini chi di loro ha davvero più amore per la patria.
Corrado Alvaro in “Gente in Aspromonte” agli onorevoli che stanno dando il pessimo di se stessi insegna : “I calabresi mettono il loro patriottismo nelle cose più semplici, come la bontà dei loro frutti e dei loro vini. Amore disperato del loro paese, di cui riconoscono la vita cruda, che hanno fuggito, ma che in loro è rimasta allo stato di ricordo e di leggenda dell’infanzia.”

L’artista digital, Ivan Venerucci nella sua semplicità ha sintetizzato tutto ciò che il cittadino possa chiedere dal suo rappresentante e cioè “Comprensione, fratellanza, solidarietà ed un sano e doveroso amor di patria: è di questo che l’Italia ha bisogno.” Sono qualità semplici e naturali , eppure il cittadino si sente il dovere di ricordarli a chi spetta essere di essi garante.

Niente da meravigliarsi, siamo nell’era del virtuale. “Per me si va nella città dolente, per me si va nell’eterno dolore, per me si va tra la perduta gente”. Possibile che Dante avesse in mente Montecitorio quando ha scritto l’Inferno? Domani è un altro giorno. Incrociamo le dita e facciamo gli scongiuri sperando che il Paese superi anche questa ennesima crisi esistenziale.




Eurogruppo, Gualtieri blocca tutto e Salvini scende in piazza per il “Ferma tutti”

Durante la stesura delle conclusioni, l’Italia ha bloccato il negoziato per qualche tempo. “Abbiamo impedito di concludere finché tutti i punti che ritenevamo essenziali fossero stati definiti”, ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri al termine dell’Eurogruppo. In particolare sulle clausole di azione collettiva “ho detto con chiarezza che non avrei acconsentito di chiudere finché non si sarebbero esplicitate le condizioni” che poneva l’Italia, e “c’è stato un negoziato intenso”.

“Io sono fiducioso che su questa base sia possibile raggiungere un consenso nella maggioranza perché complessivamente è una situazione migliore di quella di partenza”. Gualtieri ha poi definito “demagogia priva di fondamento la campagna di Salvini e della destra”.

“E’ stata una giornata lunga ma positiva, è stato definito un accordo di principio che dovrà essere finalizzato in linea con le procedure nazionali quindi non è finalizzato stasera”. Tre gli obiettivi raggiunti: “la possibilità di una subaggregazione dei titoli” (nell’ambito delle clausole Cacs, ndr), le ipotesi di “condizionalità sul backstop” e “l’eliminazione dalla roadmap a riferimenti al trattamento prudenziale dei titoli sovrani”.

Il “Ministro Gualtieri ha tenuto fede all’ accordo, non ha dato luce verde al Mes. Ora risoluzione di maggioranza in Parlamento, noi non firmiamo finché non conosceremo le altre riforme nel dettaglio. Ci vorranno mesi per capire se il pacchetto va a favore dell’Italia”. Lo afferma in una nota il sottosegretario M5s agli Affari europei Laura Agea , incaricata da Luigi Di Maio di mettere a punto la risoluzione.

“Ma sono pericolosi sovversivi anche i banchieri? Noi sabato e domenica saremo in piazza prima di tutto per spiegare e poi per chiedere agli italiani di darci il mandato per andare in parlamento a dire ‘Fermi tutti'”. Così Matteo Salvini, a Sky tg24 Start, alle critiche contro di lui del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri sul Mes. “Rinvio? Ricordo che il 2020 inizia a gennaio e finisce a dicembre, chissà magari entra in vigore dopo le elezioni in Emilia Romagna… Cambiamenti? maddai cambieranno qualche avverbio, qualche aggettivo al massimo…”.




Marino, i comunisti e le soluzioni inascoltate sui rifiuti

Marino. Discarica Falcognana: No ai rifiuti di Roma. Ma non
prendiamoci in giro: nessuno, né M5S, né PD, né Destre muovono un
dito per stoppare rifiuti speciali pericolosi che arrivano ogni giorno!
“Noi comunisti – dichiara Mauro Avello, della segreteria del PCI di Marino e portavoce di “Essere Marino” la coalizione di sinistra in costruzione nella città del vino – ricordiamo bene tutto il moto spontaneo, poi raggirato dalla destra palozziana e non solo, che alzò il muro del NO contro la scelta di far giungere in discarica a Falcognana i rifiuti di Roma. Fu un bene? Certo non far catapultare tonnellate di immondizia su una porzione di territorio, formalmente del Comune di Roma, ma a pochissimi chilometri da S. Maria delle Mole e Frattocchie, come da Castel di Leva/Porta medaglia (Roma), ha evitato comunque le controindicazioni che ben conosciamo, per altri versi, per il sito di Roncigliano ad Albano.”. Quindi, il dirigente comunista continua ad illustrare gli approfondimenti
del tema fatto nelle riunioni del PCI marinese: “Tuttavia, oltre la pochezza politico-amministrativa che allora (destra, PD e M5S) fu messa in campo, tanto che oggi si torna ad agitare la bandiera “dell’emergenza”, nessuno prese in considerazione due nostre indicazioni. Che sono ancora lì, e
valide ancora oggi. La prima: a chi agitava la piazza intimando il “pericolo” della puzza che sarebbe giunta fino alle case… Per carità i male odori sono sempre fastidiosi, noi indicammo che la pericolosità, comunque non risiedeva nei cattivi odori o in inquinamenti a venire dell’immondizia.
Infatti, sostenevamo, come oggi, che la pericolosità vera viene dalla Falcognana attuale: che è discarica funzionante di rifiuti speciali e pericolosi. Alcuni, addirittura, classificati come secretati”.
Quindi sull’allarme e l’emergenza punta il dito: “Allora, chiediamo, a tutte le anime belle, a tutti i consiglieri regionali che fanno passerella, ai parlamentari che si incatenano per due minuti: lo promuovete un atto amministrativo per sospendere, e successivamente bonificare, il sito
Falcognana, circa i conferimenti di rifiuti speciali e pericolosi? La seconda indicazione: a chi pensa che l’alternanza nell’amministrare i Comuni, la Provincia/Città Metropolitana, la Regione, sia una sorta di dazio per dire no dall’opposizione e si quando si governa circa i temi “sempre emergenziali” dell’immondizia, noi comunisti opponiamo – ora come allora – la richiesta di una sessione di confronto vero, fatto nelle istituzioni e con i cittadini protagonisti in assemblee territoriali (senza fasulli coinvolgimenti istantanei coi clic di mouse davanti a computer anonimi), dove offrire conoscenze sul ciclo dei rifiuti che, partendo dalla scelta certa, ideologica diremmo, della differenziazione e del riuso, porti a fare a meno del sotterramento dell’ultimo scarto.”. “Per questo – conclude Mauro Avello – intanto che in modo emozionale e barbaro, si galleggia sulla
spuma d’onda contro la busta di immondizia, qualcuno sensato, magari con responsabilità istituzionale e di governo, può evitarci nuovi qualunquismi ammantati da destra o da falsa sinistra per aiutare tutta la comunità a crescere, fare cultura sul tema e risolvere davvero? Il Partito
Comunista Italiano di Marino è ampiamente disponibile a questo. Ricordate: la Falcognana è pericolosa oggi, non se arriverà ulteriore immondizia!




Genzano, amministrative 2020: il Pd presenta Carlo Zoccolotti

Si è tenuta sabato l’Assemblea Pubblica del Partito Democratico di Genzano di Roma che ha lanciato ufficialmente la candidatura a Sindaco di Carlo Zoccolotti, dopo la decisione unanime del direttivo cittadino, alla presenza del Segretario Regionale del Partito, Sen. Bruno Astorre e del Segretario Provinciale Rocco Maugliani, che hanno ribadito con forza il supporto di tutto il Partito al percorso tracciato dal gruppo dirigente locale.

Un’assemblea partecipata dove assieme a tanti giovani ed esponenti del mondo associativo della città, hanno presenziato anche esponenti di diverse forze politiche di centro sinistra.

Chiaro il messaggio del Partito Democratico di Genzano con il proprio Segretario Carlo Valle nella relazione introduttiva: per battere la destra è necessaria una proposta politica coraggiosa e innovativa, che sappia far tesoro degli errori del passato, coniugando la forte domanda di rinnovamento che viene dalla città alle migliori esperienze della tradizione di governo di centro-sinistra.

Per il ruolo e la responsabilità che competono al Partito Democratico, la candidatura di Carlo Zoccolotti, giovane figura di spicco del partito e del tessuto imprenditoriale e associativo, rappresenta il profilo ideale per vincere la sfida delle amministrative. Una sfida che deve vedere il centro-sinistra unito nella costruzione di un programma di rilancio per Genzano e non sulla sommatoria di vecchie formule o ambizioni personali.

Un percorso che vedrà nei prossimi giorni il candidato a Sindaco e il gruppo dirigente lavorare per far convergere sulla proposta una coalizione più ampia possibile, mettendo al centro il futuro di Genzano.

Un messaggio chiaro, nelle parole di tutti gli intervenuti per “l’apertura di una nuova stagione, – hanno detto – che sappia ovviare ai disastri della passata amministrazione Cinque Stelle, agli errori perseguiti dall’attuale gestione commissariale e contrastare una destra sempre più orientata a riproporre idee, slogan e politiche di tempi bui, alimentando solo rabbia e paura.”




Grottaferrata, nuova pianificazione urbanistica e nuclei abusivi: Consiglio prima di Natale. Ma Bosso presenta una diffida

Il Consiglio comunale di Grottaferrata si è espresso con il voto unanime dei presenti alla seduta dello scorso venerdì 29 novembre 2019 sull’ultimo punto all’ordine del giorno che sottoponeva all’aula la presa d’atto delle risultanze dello studio propedeutico alla perimetrazione dei nuclei sorti spontaneamente ai sensi della Legge Regionale 27/80 e in esse l’insussistenza delle condizioni per la perimetrazione.
Alla discussione ha preso parte anche il consigliere M5S, Piero Famiglietti uscito poi dall’aula al momento della votazione.
Assenti il consigliere Franzoso (Pd) e il consigliere Mari che sulla questione della Legge 28 avevano espresso dubbi sulla non perimetrazione di eventuali nuclei abusivi.
Assenti anche consiglieri comunali Pavani e Garavini (Il Faro), sostenitori di una linea opposta a quella della maggioranza che – a loro giudizio – avrebbe dovuto prevedere la perimetrazione di aree in zone agricole includendo le cubature (legittime e non legittime) prima di
ogni altro ragionamento in materia di urbanistica con il rischio concreto di un ulteriore aumento del cemento sul nostro territorio per di più in assenza di una idea generale di nuova pianificazione, necessità altresì sempre – sin dai tempi della campagna elettorale – ritenuta non eludibile e ora urgente dal sindaco Luciano Andreotti.
Con la delibera di Consiglio comunale assunta, si potrà ora procedere a definire il percorso partecipativo di una nuova pianificazione per la nostra città, così come richiesto dalle disposizioni regionali.
Opzione che vede oggi convinti sostenitrici non solo le (vere) forze di maggioranza: Andreotti Sindaco, Con Voi e Prima Grottaferrata ma anche i rappresentanti delle forze (responsabili) di opposizione: Città al Governo e Grottaferrata – Una Alleanza Cittadina.

Contestualmente – episodio che riteniamo gravissimo, al pari di un autentico vulnus democratico – il Consiglio comunale della nostra città è stato fatto oggetto di una diffida in merito alla quale il capogruppo di Con Voi, Marco Bosso ha ravvisato e informato l’assemblea in merito alla possibilità di ricorrere in sede penale ai danni dei promotori, appellandosi all’articolo 340 del Codice Penale che sanziona chi cagiona una interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico.
A tal proposito si è fatto rilevare in aula che il non deliberare l’atto, come preteso dalla diffida, sarebbe andato contro la sentenza del Tar del Lazio che ordina all’Amministrazione comunale di determinarsi in merito alla Legge Regionale n. 28/80 e successive modificazioni e integrazioni.
In tal senso i capigruppo di maggioranza auspicano che la presidente del Consiglio comunale agisca a tutela esclusiva dell’assemblea.
Nello specifico, in materia di scelte urbanistiche – anche relativamente alla questione delle costruzioni abusive – la maggioranza qualificata del Consiglio comunale è intenzionata con chiarezza ad arrivare – in tutti i casi nei quali sarà possibile – a una definizione urbanistica ordinata e compatibile della vicenda nel pacchetto di scelte che contribuiranno alla nuova pianificazione del territorio grottaferratese.
Interloquendo, peraltro, con alcuni cittadini interessati, si è inoltre constatato che esiste una disinformazione e poca reale conoscenza delle risoluzioni al fenomeno dell’abusivismo.
Si invitano, dunque, tutti i cittadini soprattutto coloro che hanno edificato abusivamente dopo il 1994 a informarsi adeguatamente sia in termini tecnici che giuridici al fine di comprendere compiutamente la loro personale situazione.
Il sindaco e i capogruppo della maggioranza possono sin d’ora comunicare l’avvio della discussione sugli indirizzi e le linee guida a partire dal prossimo Consiglio comunale che si riunirà prima delle festività di fine anno.




Il Meccanismo Europeo di Stabilità mette in crisi il Governo: cenetta a Palazzo Chigi

Luigi Di Maio non era mai stato così chiaro e l’escalation sulla riforma del Mes, il meccanismo europeo di stabilità, ha ormai raggiunto livelli di guardia per la solidità dell’esecutivo. Il capo dei 5 Stelle, in un vertice convocato nel pomeriggio di domenica a Palazzo Chigi, lancerà la sua road map, che prevede come tappa principale il rinvio del Mes alla prossima primavera.

La discussione tra i ministri delle Finanze nell’Eurogruppo, che si riuniscono il 4 dicembre, sarebbe ancora aperta, anche se in questi in giorni, durante la limatura dei testi, non è stata sollevata dall’Italia alcun tipo di obiezione. In particolare, come ha scritto ieri l’Agi, la discussione è ancora aperta sull’opportunità di introdurre un annesso sulla sostenibilità del debito e le Cacs in caso di ristrutturazione del debito. Se la bozza non ha subito modifiche significative rispetto all’accordo di giugno, alcuni Paesi, come la Germania, avrebbero avanzato ragioni costituzionali per rafforzare le disposizioni sulle clausole Cacs, che nella bozza di giugno venivano richiamate nel preambolo. Un altro gruppo di Stati membri, invece, vorrebbe escludere dal trattato l’annesso su sostenibilità del debito e clausole Cacs. Non è impossibile, dunque, che si decida un rinvio, anche se nessuno vuole riaprire i negoziati sui punti fondamentali. Bisognerà vedere la linea prevalente durante il Consiglio del 12 e 13 dicembre e se l’Italia deciderà di isolarsi sino alla possibilità, clamorosa, di porre un veto.

Un vertice all’ora di cena. Tra le otto e le nove, trapela, anche se i partiti di maggioranza convocati a Palazzo Chigi per sciogliere i nodi sul MES non danno dettagli sull’orario della reunion. L’incontro si tiene alla vigilia delle comunicazioni del premier alle Camere, alle 13 a Montecitorio e alle 15,30 al Senato, dopo le ennesime fibrillazioni nel governo tra Luigi Di Maio che pretende modifiche alla riforma del fonda Salva Stati ed il premier Giuseppe Conte ed il Pd, che oggi all’unisono hanno invocato lo stop alle ostilità per evitare che il Paese perda “credibilità”.

“No. Ogni volta, a ogni passaggio un po’ delicato, si ragiona sempre del rischio del Governo. Questo Governo andrà avanti”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se le polemiche relative al fondo salva Stati possano mettere a rischio la tenuta del governo. Il governo “andrà avanti – ha ribadito Conte – per un motivo semplice: perché il Paese ha tante urgenze, ha tanti problemi anche strutturali da risolvere”.

“Noi – ha aggiunto Conte – offriamo delle risposte concrete. Lo abbiamo già dimostrato e lo stiamo dimostrando con questa manovra, finanziaria ed economica. E ancor di più lo dimostreremo appena l’avremo approvata con un piano di riforme strutturali e con un cronoprogramma serrato, molto impegnativo, al quale lavoreremo con tutte le nostre forze dalla mattina alla sera”. “Noi – ha concluso – offriamo un progetto politico, un futuro sostenibile e credibile a questo Paese. È per questo che non andremo a casa”.

“Dovete avere un po’ di pazienza, lunedì passerò in Parlamento e metteremo tutti i tasselli al loro posto e inizieremo a spazzare via tutte le fesserie che sono state dette, ne ho ascoltate tante. Sono molto paziente ma il momento in cui dovremo spazzare via le chiacchiere che sono state fatte, sarà lunedì”, ha detto il premier rispondendo ai giornalisti che gli hanno fatto notare che Di Maio ha detto che l’Italia non può firmare al buio.

“Lunedì non ci sarà nessuna battaglia, è una informativa doverosa al Parlamento da parte del presidente del Consiglio che ogni volta che è stato chiamato, ogni volta che ha avuto e avrà la possibilità di informare, dialogare con i membri del parlamento lo fa”, ha affermato Conte in merito all’informativa di lunedì al Senato sul Mes.




Pomezia, la Giunta approva la manovra del welfare: giù le tariffe di assistenza domiciliare, mensa e asili nido

Il Sindaco: “Varato un primo pacchetto di misure che conferma il nostro impegno per il benessere della collettività”

A partire dal 2020 una consistente riduzione delle tariffe dei servizi di assistenza domiciliare, refezione scolastica e asilo nido. Lo prevede la manovra del welfare approvata dalla Giunta comunale di Pomezia.

Nel dettaglio, da settembre 2020:

  • Riduzione del 15% sulla tariffa degli asili nido comunali per tutti gli utenti.
  • Riduzione della tariffa della mensa con pagamento mensile/trimestrale/annuale con sconti, dal 3% al 5%, legati al pagamento anticipato.
  • Esenzione totale dal terzo figlio in poi per il servizio mensa.

Da gennaio 2020, riduzione del 20% sulle tariffe per l’assistenza domiciliare che si attesteranno dal minimo di 1€/ora fino al massimo di 8€/ora.

Invariate le tariffe per l’ingresso al Museo Archeologico Lavinium, l’utilizzo dei locali adibiti a celebrazioni di matrimoni e delle aule dei locali presso il Complesso Selva dei Pini. Per il Museo Città di Pomezia – Laboratorio del Novecento è previsto il costo del biglietto in via promozionale a 1 euro fino al 31 gennaio.

“Con queste misure vogliamo venire incontro alle esigenze dei cittadini e delle famiglie – ha spiegato l’Assessore Miriam Delvecchio – adeguando al ribasso le tariffe di alcuni servizi a domanda individuale. Diminuiscono i costi di fruizione ma garantiamo uno standard qualitativo di alto livello per i servizi erogati”.

“Un investimento importante frutto dello studio e delle simulazioni di questi mesi nel trovare le coperture finanziarie destinate ai servizi socio-assistenziali – ha commentato l’Assessore Stefano Ielmini –. Sosteniamo così il sistema del welfare creando una prospettiva chiara che guarda al futuro delle nostre famiglie e dei cittadini più bisognosi”.

“Siamo riusciti a costruire una manovra che realizza alcuni punti importanti del nostro programma di governo – ha aggiunto il Sindaco Adriano Zuccalà –. Un primo pacchetto di misure che conferma il nostro impegno per il benessere della collettività, con un’attenzione particolare alle realtà più in difficoltà come i nuclei familiari numerosi o chi usufruisce dell’assistenza domiciliare”.




Le PdSardine per tentare di crescere nei consensi

Già, le ‘Sardine’,
questo movimento pseudo goliardico voluto e incentivato da un PD mascherato,
che sull’argomento non si pronuncia, e che riscuote il favore del presidente
del Consiglio Conte che ‘li vuole incontrare’, giusto per tenere aperte tutte
le porte e cautelarsi: se non puoi combatterli, allèati con loro per
controllarli. Possono sempre venir buoni per combattere l’odiato nemico, il
perfido Salvini.

Le Sardine si
esprimono con il ‘flash-mob’, questo comportamento molto giovane che viene da
oltreoceano, e che consiste nel radunarsi improvvisamente tutti in un luogo,
per manifestare per qualsiasi motivo, in genere ‘contro’.

E’, infatti, un
comportamento di protesta, ma solo di quella, senz’altre proposte politiche. Un
comportamento molto giovane, adolescenziale, molto aggregativo – si sa che i
ragazzi in quell’età cercano di fare gruppo, basta solo dar loro un pretesto –
e molto ‘di pancia’, supportato e reso possibile dalla connessione che oggi
permettono i social e gli smartphone. Basta un tweet e si riempie una piazza, e
vigliacco chi arriva ultimo. Una buona alternativa a quelli che una volta erano
pic-nic, gite fuori porta e passeggiate nella natura, magari con canadese e
sacco a pelo. Una iniziativa nata e condotta soltanto contro Salvini e soltanto
per contestare lui, che in molti vorrebbero vedere morto, anche fra gli uomini
di chiesa, grande esempio di democrazia, di libertà e di antifascismo… Pare
infatti che sia stata lanciata una specie di fatwa contro Matteo, da più parti,
quasi che la caccia sia aperta e chi l’ammazza prima vinca un premio, come
testimoniano sia la tentata aggressione subita poco tempo fa, sventata dalla
scorta, sia le numerose minacce ricevute per posta, insieme a cartucce di vario
calibro. Una fatwa lanciata per odio da chi invece accusa di odio proprio il
leader della Lega, mentre l’esercizio quotidiano di odio nei suoi confronti
viene dalla sinistra, ma non solo: non c’è giorno che papa Francesco non parli
di ‘odio e paura’, affiancato dal presidente Mattarella, con le stesse parole,
e l’allusione è chiara, anche da parte di chi, ricoprendo così alte cariche
istituzionali, dovrebbe badare a che qualche mente esaltata raccolga un
messaggio sbagliato. Ma tant’è, come diceva un mio caro amico, molto
importante, Mattarella è come la filosofia, “Con la quale e senza la quale
tutto rimane tale e quale”.

A parte il fatto
che senza di lui dovremmo cercare qualcun altro per tagliare nastri, fare
discorsi, appuntare medaglie, nominare cavalieri e senatori a vita, celebrare
ricorrenze, consegnare onorificenze, deporre corone d’alloro, partecipare a
Giorni della Memoria, e così via.

A memoria, invece,
ricordiamo le grandi adunanze di Beppe Grillo, i suoi ‘vaffa day’, quelli che
tutti abbiamo accolto con un sospiro di sollievo, perché finalmente qualcuno
diceva fuor dai denti ciò che tutti, più o meno, pensavamo. Mandare a quel
paese una classe politica becera e orientata solo verso il proprio ombelico era
assolutamente liberatorio.

Nacque così il
Movimento 5 Stelle, e un po’ tutti lo abbiamo caldeggiato, coccolato,
all’inizio, proprio perché non apparteneva alla Casta… all’inizio.

A proposito di
Beppe Grillo, ricordiamo una frase di Fassino, piuttosto presuntuosa e poco
profetica. Criticando, infatti, la discesa in campo di Beppe e dei ‘grillini’,
ebbe a dire pressappoco: “Fondi pure un partito, partecipi alle elezioni e poi
vediamo cosa sarà capace di fare”. Penso che oggi il buon Fassino, e cattivo
profeta, si mangi le mani, come un po’ noi tutti. Ci appariva simpatico, il
Movimento, ci piacevano i giovani, contrapposti ai soliti parrucconi mangia stipendio
e succhia vitalizi – compresi i cosiddetti ‘senatori a vita’, creati solo come
salvagente per una certa parte politica, ma lautamente retribuiti per le loro
endemiche assenze – che finalmente sarebbero stati spodestati. Oggi non si
capisce bene se i vitalizi siano ancora… vitali, e comunque i senatori a vita
sono sempre lì, e del M5S non sappiamo più come liberarci, come la carta delle
caramelle che ci si attacca alle dita. Oggi 
l’anima del Movimento è profondamente cambiata, e ogni giorno di più
mostra la sua propensione ad una forma di presenzialismo e di estremismo
dittatoriale mascherati da buonismo progressista.  Secondo B. il Movimento ha un comportamento
di estrema sinistra. Certo, oggi nessuno li può tacciare di ingenuità, data
l’operazione che fatto cadere Salvini, troppo scomodo per i loro programmi – ma
soprattutto per la figura di Di Maio, il capo riconosciuto del Movimento. Oggi
Di Maio, con il suo tiepido sorriso e la sua aria di bravo ragazzo con i
capelli a spazzola e il passato da bibitaro allo stadio, è avviato ad essere
l’uomo solo al comando, ciò che la presenza di Salvini gli avrebbe impedito.
Notiamo con soddisfazione che invece Grillo Giuseppe da Genova è tornato a fare
il comico, – che gli viene senz’altro meglio – riconfermando e ungendo di sacro
crisma Giggino a capo del partito, pardon, del Movimento, fino al 2023, data
presunta di conclusione della legislatura, – come se la vita del governo
dipendesse da lui – quando ogni danno possibile sarà stato fatto, e ogni
subalternità verso l’Unione Europea sarà stata blindata, magari in
Costituzione. E al diavolo i ‘due mandati costi quel che costi’.

Le Sardine:

Chi sono le
Sardine? Certamente oggi sono un movimento costituito, che con un tweet si
raduna nelle piazze, come al suono di una tromba. Il movimento delle Sardine è
dichiaratamente di sinistra, creato a latere del PD. Se vogliamo, una specie di
Fronte della Gioventù Piddino, rapportato ai tempi nostri, favorito dalla
facilità di comunicazione che oggi offrono i social e gli smartphone, e
dall’età pericolosamente bassa. Uno dei motivi per cui qualcuno vorrebbe, oltre
a riconoscere lo Ius Soli agli immigrati – i quali voterebbero in massa per il
partito che così generosamente li ha favoriti contro ogni logica e consuetudine
di altri paesi del mondo – dare il voto ai sedicenni, ritenuti abbastanza
maturi per decidere le sorti di una nazione – salvo poi a ricredersi qualche
anno più avanti, come fatalmente accade – è proprio quello di
ufficializzare  e riconoscere fenomeni
come le Sardine. Le quali, contro ogni logica di buongoverno, non hanno idee
politiche, almeno apparentemente. Loro sono solo ‘contro’, e manifestando soltanto
‘contro’, senza idee politiche dichiarate, non si fa politica. La politica è
fatta di idee, di proposte, di programmi, di gestione della Cosa Pubblica, di
capacità, di cultura, di maturità, di responsabilità, di iniziative ‘a favore’,
e non ‘contro’. Perfino Conte, alla sua riconferma, ha dichiarato che non
avrebbe fatto politica ‘contro’ qualcuno ma ‘per’ qualcun altro. Dichiarazione
poi quotidianamente disattesa dai fatti, ma questo è marginale e proprio nella
logica del personaggio.  Le Sardine nascono
come movimento ‘spontaneo’: ma non c’è nulla di spontaneo nell’organizzare
queste manifestazioni da parte di ragazzi dichiaratamente di sinistra Piddina.
In  realtà, questi adolescenti sono dei
‘trolls’ usciti da Facebook, di appoggio politico ed elettorale al PD, e poco
manca che prendano il posto del M5S, ormai arrivato a posizioni di Casta.
Stiamo attenti alle Sardine. Fare politica ‘contro’ può essere pericoloso. Può
evocare periodi bui della nostra storia. Infatti oggi, momento in cui si
blatera tanto contro il nulla, cioè contro quei ‘fascisti’ che non ci sono più
– a parte pochi nostalgici poco intelligenti portati in prima pagina e trattati
come se fossero un esercito – i più ‘fascisti’ sono proprio quelli che vedono
il fascismo nei loro antagonisti, rendendosi colpevoli di discriminazione e di
posizioni fondamentaliste.

Corrado Augias,
giornalista coccolato dalla sinistra, spesso su Rai 3, dal comportamento
piuttosto supponente e non buono per tutti i palati, ha dichiarato, in una
intervista televisiva, che ‘E’ facile essere di destra, perché l’uomo di destra
dice ‘Il migrante mi fa schifo’, mentre quello di sinistra è uno che ragiona”.
In questa frase infelice c’è tutta la limitata filosofia di una persona che
quando parla pontifica, convinta com’è di essere nel giusto, e che la cultura e
l’intelligenza siano solo da una parte. Queste sono forme di discriminazione e
di razzismo specifico, dettate ambedue da animosità nei confronti di una
persona, o di un gruppo di persone, che non la pensano come lui: insomma, cosa
grave per uno che ha fatto una trasmissione sulla Costituzione,
anticostituzionale. Era Voltaire che diceva che non la pensava come il suo
interlocutore, ma che si sarebbe battuto fino alla morte affinchè egli potesse
esprimere le sue idee. Alla faccia di chi ritiene che le idee – quelle buone –
siano solo da una parte, per una sorta di illuminazione divina. È il grande
equivoco della mai troppo deprecata ‘questione morale’, che attribuisce – come
nei film western – il ruolo dei ‘buoni’ a quelli che hanno terminato la guerra
dalla parte dei vincitori, e il ruolo dei ‘cattivi’ agli altri. Cari amici,
questa è la filosofia delle Sardine, il movimento ‘contro’, creato soltanto per
impedire una regolare competizione democratica, che sia sotto elezioni o no.
Che differenza c’è fra le Sardine che contestano la presenza di Salvini, e i
cortei di Casapound che vogliono contestare i comizi di avversari politici? La
logica ormai acquisita dice che i secondi 
sono fascisti, e che quindi va impedito loro perfino di parlare. Ma le
Sardine non sono diverse, se ci pensate un attimo. Solo, stanno dall’altra
parte, quella dello sceriffo buono, del giustiziere, del castigamatti. Quello i
cui omicidi – nei film western – sono giustificati dal fatto che chi muore è
sempre il cattivo. Oggi una certa parte politica li chiamerebbe ‘giustizieri
fai date’, giudice, giuria e boia insieme. Vogliamo che, anche virtualmente,
questi comportamenti abbiano spazio?

Ormai la propaganda
elettorale non ha soluzioni di continuità, e ogni giorno assistiamo in televisione
alle dichiarazioni di personaggi che dicono cose difficilmente verificabili, ma
che pesano sul nostro bilancio, per dirne una. Qualcuno dice che le tasse sono
state aumentate, e qualcun altro addirittura diminuite. Provate a vedere cosa
vi rimane in tasca a fine mese, facendo sempre le stesse cose, e saprete la
verità. Sempre che, a fine mese, ci possiate arrivare, perchè la pressione
fiscale si può esercitare anche in una forma occulta e strisciante, non
dichiarata. Attenzione alle Sardine. Non facciamoci condizionare nelle nostre
scelte e nelle nostre idee da seimila, più o meno, ragazzini che fanno casino,
cioè appena l’un per cento del nostro Paese. Possono incattivirsi, nella loro
arroganza, e diventare davvero un movimento pericoloso per la nostra
democrazia, posto che mai ne abbiamo avuta una. Ancora più pericolosi questi
piccoli pesci senza un capobranco, perché dichiaratamente non hanno bandiere di
partito. Tranne quelle che occultamente portano in piazza. E si sa che le
piazze amplificano.