Anguillara Sabazia, post anti Salvini: De Vito (Lega): “Chiacchiere popolari da bar!”

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – In certi momenti bisognerebbe mettere da parte la politica e collaborare insieme per uscire dai problemi. Ma a volte è inevitabile polemizzare anche per evitare certi colpi di coda inattesi e devastanti. Una pandemia del genere rimarrà nella storia. Il coronavirus ha messo in ginocchio l’Italia e non è certo questo il momento giusto per le schermaglie politiche. Eppure sembrerebbe che ad Anguillara ci sia una situazione di botta e risposta, forse non cercata direttamente.

Daniele De Vito referente della Lega ad Anguillara Sabazia ha inviato una nota alla nostra redazione dove ha inteso replicare a quella che ritiene una “polemica inopportuna” in questo momento.

A cosa si riferisce? Al fatto che lo scorso 4 aprile l’ex capogruppo Pd in consiglio comunale Silvio Bianchini ha pubblicato su un gruppo Facebook di Anguillara una nota congiunta delle sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil Fp dove si critica la Lega per un “emendamento vergogna sugli operatori sanitari” che sostanzialmente scarica sulle spalle degli stessi le responsabilità civili e penali.

Dunque, l’ex capogruppo Pd ha evidenziato quella che è apparsa come una contraddizione: da una parte il senatore Salvini ha invocato maggiori tutele e protezioni per i medici e operatori sanitari impegnati in prima fila per l’emergenza coronavirus ma dall’altra ha presentato un emendamento che li manda al macello “assolvendo i dirigenti”. Fortunatamente, l’emendamento è stato ritirato dalla stessa Lega dopo le proteste dei sindacati della funzione pubblica.

L’emendamento recitava

  • “(Responsabilità datori di lavoro operatori sanitari e sociosanitari) – Le condotte dei datori di lavoro di operatori sanitari e sociosanitari operanti nell’ambito o a causa dell’emergenza Covid-19, nonché le condotte dei soggetti preposti alla gestione della crisi sanitaria derivante dal contagio non determinano, in caso di danni agli stessi operatori o a terzi, responsabilità personale di ordine penale, civile, contabile e da rivalsa, se giustificate dalla necessita’ di garantire, sia pure con mezzi e modalità non sempre conformi agli standard di sicurezza, la continuità dell’assistenza sanitaria indifferibile sia in regime ospedaliero che territoriale e domiciliare.
  • Dei danni accertati in relazione alle condotte di cui al comma 1, compresi quelli derivanti dall’insufficenza o inadeguatezza dei dispositivi di protezione individuale, risponde civilmente il solo ente di appartenenza del soggetto operante ferme restando, in caso di dolo, le responsabilità individuali”.

Nonostante Salvini l’abbia ritirato, quella nota è rimbalzata sui social e per De Vito il fatto che il post non sia stato rimosso è stato visto come un voler girare la penna in una ferita aperta in un momento di grande stanchezza, soprattutto da parte degli operatori sanitari (De Vito è uno di loro) che sono in prima linea tutti i giorni, senza sosta e facendo gli straordinari.

Ecco la nota di Daniele de Vito che pubbichiamo:

“Sig.ri del PD, noto che avete condiviso su una chat un link riguardante le parti sociali. Pure apprezzando lo stesso ad oggi mi continuo a complimentare con la UIL Fpl, Cisl Fp e Ugl per lo svolgimento della situazione emergenziale di Roma e del Lazio a favore di tutte le Aziende Ospedaliere, quale attivista e dipendente presso un Nosocomio di Roma.
Torniamo a noi!
Sono rimasto sbalordito ed inorridito del link!
Vi dichiarate amici del territorio e poi cercate con arroganza di dettare le linee guida. Vi siete sempre dichiarati a favore dei cittadini e del Popolo italiano, ma un’occhiata tra le Vostre fila l’avete data? Ci sono soggetti che voi stessi abiurate oltre a tantissime brave persone che credono nel vostro progetto. Ma ripulirvi la coscienza dichiarate di voler il bene di Anguillara?
Un pò di coerenza per favore!
Condividete un link, senza fare un minimo di autocritica, sembra che abbiate la suprema verità tra le mani. E lo stesso, si basa su chiacchiere popolari da bar!
Soprattutto in un momento di crisi emergenziale ed economica del nostro territorio e della nostra Nazione!
Da dove viene tanta saccenza e superbia!
La politica sia fatta di aggregazione e non di selezione, e in questi tempi dove vi è molta incertezza la Lega cerca di essere anche in questo momento in modo virtuale con i social etc.di essere un punto di riferimento.
Saremo successivamente in mezzo alla gente cercando di dare risposte alla cittadinanza, siano liberi cittadini, commercianti, agricoltori, imprenditori ormai saturi di questa incertezza politica e stufi come questa sia stata gestita.
Successivamente, ripeto, lì ci troverete, fermi e determinati, ma di certo non ci impicceremo nella è della vostra politica, sperando che i “padroni” non ci siano alle vostre spalle!
Siate coerenti con il vostro credo!
Permettemi infine di evidenziare che, la Lega andrà sempre per la propria strada, senza alleanze di comodo, portando avanti le sue idee di coerenza e rettitudine ed, al contempo combattendo gli sprechi ed i profondi mali Italiani.
Daniele De Vito referente LEGA Anguillara Sabazia”




Mes, Salvini: “Prestiti a tasso di usura come quando vai dallo strozzino”

“Speriamo che le nostre denunce e segnalazioni servano perché il Mes concede prestiti a tasso di usura, come quando vai dallo strozzino”. Lo ha detto il leader della Lega e senatore, Matteo Salvini, in collegamento con TeleLombardia. “Dico solo un numero, 140 sono i miliardi dati dalla popolazione italiana fino ad oggi all’Europa, tra quello che ci è tornato indietro a quello che gli italiani hanno pagato ballano 140 miliardi in più. – ha concluso – Noi non vogliamo i soldi dei tedeschi e dei francesi ci basterebbe usare i soldi che gli italiani hanno dato all’Europa in questi anni senza indebitare le future generazioni”. 

“Per quanto riguarda il governo spero che siano solo parole quelle che parlano di nuove tasse dopo il virus, della Covid tax, o della tassa sui risparmi, Leu parla di tassa sulla casa. Penso che l’ultima cosa di cui gli italiani abbiano bisogno sono nuove tasse”, ha aggiunto Salvini. 

Approda intanto in Vigilanza Rai lo scontro sulle parole di Conte in tv contro il leader leghista e Giorgia Meloni: le opposizioni annunciano battaglia.  Palazzo Chigi: “mai chiesto le reti unificate”, il premier “ha smentito fake news che rischiavano di danneggiare il Paese”.

“Faremo il possibile per far riaprire in sicurezza chi può il prima possibile perché stare chiusi altre settimane e mesi porterà al disastro economico”, ha affermato ancora, “leggo tutti fermi a casa fino a maggio, non è più sopportabile a lungo dal mio punto di vista”, ha concluso.




Attacco di Conte a opposizioni sulla tv di stato: convocata per martedì la Commissione di Vigilanza Rai in videoconferenza

“A seguito della richiesta di convocazione urgente della Commissione di Vigilanza da parte dei capigruppo dell’opposizione, che chiedono il ripristino dell’equilibrio informativo dopo le dichiarazioni di ieri sera del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ho fissato una riunione informale in videoconferenza dei componenti dell’Ufficio di Presidenza, estesa a tutti i commissari, per la giornata di martedì”. Lo sottolinea il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Alberto Barachini. “Nel frattempo – aggiunge -, ho inviato una lettera ai vertici del Servizio Pubblico chiedendo che sia garantito quanto prima un proporzionato diritto di replica ai leader dell’opposizione citati nelle dichiarazioni del Premier”.

Il leader della Lega Matteo Salvini ha sentito il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al quale ha espresso, fa sapere la Lega, “rammarico e indignazione” per un premier che ha usato la diretta tivù non per informare e rassicurare gli Italiani, ma per insultare le opposizioni (che sono netta maggioranza nel Paese) arrivando perfino a mentire, se non a minacciare. Come si fa ad avere un dialogo con chi si comporta così? Roba da regime sudamericano. Dal governo – conclude la Lega – ci aspettiamo risposte, non polemiche o insulti. Salvini ha tra l’altro espresso grande preoccupazione per la situazione economica delle famiglie e delle imprese italiane, che dopo oltre un mese dalla chiusura non hanno ancora ricevuto un euro di aiuto dal governo e dall’Europa, ribadendo infine la contrarietà della Lega a qualsiasi utilizzo del MES sotto ogni forma. Lo riferiscono fonti della Lega.

LETTERA DI LEGA, FI E FDI

“Convocare la Commissione di Vigilanza oggi stesso per discutere delle gravi dichiarazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte”. A chiederlo in una lettera inviata al presidente Barachini i capigruppo in Vigilanza dei partiti di Centrodestra, Daniela Santanchè (FdI), Giorgio Mulè (FI), e Paolo Tiramani (Lega).

Sotto accusa, si legge in una nota, “l’attacco frontale senza precedenti nella storia repubblicana del presidente del Consiglio nei confronti dei leader delle opposizioni Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che ha trasformato la conferenza stampa in vero e proprio comizio politico”. Il tutto “sulla principale rete del servizio pubblico, in orario di massimo ascolto, dove peraltro l’Italia intera si aspettava di ricevere comunicazioni sui provvedimenti inerenti al COVID-19”.




Ciak si gira. Silenzio e buio in paese: Conte decreta

Il silenzio regna ovunque e per le strade non c’è più nessuno. E’ ritornato il coprifuoco. Aleggia il fantasma del medioevo. Le caratteristiche ci sono tutte ed il banditore che diffonde le notizie non manca.

Udite, udite, Conte annuncia un altro decreto e poi un altro e poi un altro ancora. Il Viminale raccoglie la sfida e si cimenta nell’emissioni di autocertificazioni, una dopo l’altra, mettendo a dura prova la pazienza e la sopportazione del cittadino. Udite, udite, i bambini possono uscire con un genitore, forse si, forse no, magari dopo, chissà!

Il coprifuoco è fra di noi

Un anziano signore, ultraottantenne, raccontava a suo nipote: “Il mio bisnonno, ai suoi tempi, svolgeva un strano compito comunale. Dopo il passaggio del banditore che girava per le strade del paese, al calar del sole, urlando “sono le sette e tutto va bene”, passava il mio bisnonno, accendendo i fanali stradali, che allora erano alimentati a gas. A quell’ora il paese si svuotava e tutti si ritiravano. Le porte si chiudevano e le finestre pure. Fuori rimaneva qualche cane randagio ed i soliti gatti con il loro miagolare pietoso”. Gli anziani di una certa età ricordano l’ultima guerra mondiale e anche allora, in certi momenti, era vietato lasciare penetrare la luce da fuori le abitazioni. Dopo il tramonto era d’obbligo il coprifuoco. Nascondiamoci che il nemico ci osserva, si diceva allora.
Oggi non c’è il coprifuoco dei tempi del bisnonno, non c’è il coprifuoco dell’ultima guerra mondiale. Oggi c’è il coprifuoco del presidente Conte con l’arma del decreto contro il coronavirus.

La fila indiana, di passata memoria

Il presidente Conte decreta e dei fantasmi del passato riemergono in ogni luogo. Qualcuno ancora ricorda la fila indiana che si faceva alle fermate dell’autobus. Nessuno osava oltrepassare e fare il furbo. Tutti rispettosi seguivano la fila per salire sul bus. Oggi la scena si ripete davanti alla filiale della banca, davanti al bar-tabacchi, davanti all’ufficio postale e davanti ai supermercati. Conte decreta ed il cittadino si mette in fila. Al fedele è stato risparmiato il sacrificio di fare la fila davanti alla chiesa, sbarrando le porte con tanto di avviso: “Inutile bussare, qui non vi aprirà nessuno”.

Il presidente Giuseppe Conte agli italiani: Sereni, sereni!

Dallo scoppio del primo caso di Covid-19 il presidente non ha mai smesso di infondere fiducia al Paese. Il 21 febbraio scorso assicurava: “La situazione è sotto controllo”. Oggi non è certo intenzione con questo articolo ribadire che l’Italia sta piangendo circa 13.955 morti per il Covid-19 e che i malati, a oggi sono 80.572 . E’ giusto, quando si chiede di non fare polemica in questo tragico momento. E per questo tralasciamo di parlare dei 69 medici morti mentre in prima linea combattevano questa battaglia. Non diciamo niente sui 10 mila sanitari contagiati. Nessuna polemica sul dramma delle mascherine. Non si deve parlare della vergogna che, in situazioni di grande difficoltà, nonostante la gravissima carenza, il materiale sanitario sta venendo bloccato alle dogane e chi di dovere non muove un dito per sbloccare la situazione. Niente polemiche, tutto rimandato a dopo crisi.

Quella brace che cova sotto la cenere coronavirus

Sempre il presidente Conte, lo scorso 26 febbraio dalla postazione della Protezione Civile ritornava a tranquillizzare il paese: ‘Niente polemiche, è l’ora dell’unità’. Ci stiamo adoperando con grande impegno, avvalendoci dei migliori esperti, per gestire questa emergenza nel modo più efficace”. Niente polemica, va bene, ma qualche domanda si può fare? Nell’era dell’avanzata tecnologia web, quando da un remoto paesino dell’Aspromonte, oggi ci si può mettere visibilmente in contatto con un congiunto risedente nella parte più remota del globo. Considerato ciò, come si poteva negare e continuare a negare ad un anziano moribondo, di salutare e vedere per l’ultima volta i suoi cari? A che serve il progresso se non risponde alle più elementari aspettative dell’uomo?

Domani, crisi alle spalle, qualcuno dovrà rispondere

Un altro quesito che lascia tanti dubbi e perplessità riguardo quelle salme sequestrate ai congiunti aventi diritto. A questi ultimi è stato negato di dare una degna sepoltura ai loro cari ed avere una lapide dove domani sarebbero potuti andare a posare un fiore e dire una preghiera. Dei loro cari non hanno lasciato che polvere. Chi li ha mai autorizzati ad incenerire quelle salme? Qualcuno ha chiesto l’autorizzazione dei parenti aventi diritto? Quanta brace cova sotto la cenere del Covid-19! Quanti atti illiberali! Quanti pubblici ministeri già affilano le pratiche per avviare indagini, denunce, avvisi di garanzia! Quanti “eroi” stanno rischiando di finire domani dietro le sbarre!

Ai posteri l’ardua sentenza

C’è troppa euforia. Ci sono troppi galli che cantano. Troppe divergenze. Mille virologi, immunologi, esperti, analisti dei dati statistici, matematici e mille proposte, mille soluzioni. Dice un vecchio saggio: quando si ha fretta è il momento di andare piano. Si sta correndo troppo e non tutto il Paese ce la fa a tenere il passo. Niente polemiche. Conte decreta, la CEI si accoda e i cittadini eseguono. Sarà un bene, sarà unmale? Ai posteri l’ardua sentenza.




Albano Laziale, il centrodestra sul rilancio dell’economia: “Sindaco, basta isolarsi. Serve piano condiviso!”

La emergenza coronavirus impone misure di contenimento della epidemia e misure di governo dell’emergenza e organizzare la resilienza della comunità di Albano, per questo motivo i consiglieri comunali della Lega, di Fratelli d’Italia, di Forza Italia e di Area Democratica, Matteo Mauro Orciuoli, Massimo Ferrarini, Romeo Giorgi, Pina Guglielmino, Federica Nobilio, Edmondo Segrella e Marco Silvestroni, hanno chiesto che il Sindaco non continui a muoversi in autonomia ma sappia raccogliere tutte le forze vive della Città di Albano.

L’appello al Sindaco è volto a coinvolgere tutta la comunità politica, la comunità imprenditoriale, le associazioni di categoria e del volontariato, perché tutti sono chiamati a fare la loro parte ad offrire il loro contributo di idee a sentirsi impegnate su una azione comune.
“Non è il momento di isolarsi, – dichiara Matteo Mauro Orciuoli, capogruppo della Lega – non è il momento di uomini soli al comando, è il momento di coinvolgere tutta la comunità e, con questa, governare l’emergenza, pianificare il futuro e soprattutto la ripartenza. Per questo motivo occorre coinvolgere il Consiglio Comunale nel rispetto delle misure di sicurezza, bisogna attivare tutte le altre forze attive della città per avere un grande movimento di resistenza e di rinascita. Insieme ai consiglieri di opposizione, sentiti i segretari della Lega, di Fratelli d’Italia, di Forza Italia, di Area Democratica e della lista civica La Città, abbiamo presentato oggi una richiesta di convocazione del Consiglio Comunale, da trasmettere in diretta streaming, per discutere insieme le misure di contenimento dell’epidemia, i piani e le iniziative di rilancio delle attività economiche ed imprenditoriali per la ripresa della vita civile e sociale della nostra Città. In particolare chiediamo che venga esaminata e valutata la proposta di annullare integralmente, per l’annualità 2020, il pagamento della TOSAP, ICP e TARI per tutte le attività commerciali, produttive e di ristorazione cogliendo l’occasione per inserire all’ordine del giorno la discussione sulle misure più opportune per il sostegno delle attività produttive, commerciali e professionali cittadine




Il sindaco di Bergamo a confronto con i media internazionali

Si è svolta martedì 24 una conferenza
stampa con il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, che, dal suo ufficio, ha
interloquito, rispondendo cortesemente e pacatamente, alle domande rivoltegli
da numerosi corrispondenti dei media esteri in Italia, soci dell’Associazione
della Stampa Estera, ASEI, sul triste primato bergamasco nell’epidemia in
corso.

La sede ASEI è chiusa per il periodo
attuale, e quindi è stato utilizzato un sistema streaming che ha visto la
partecipazione di una novantina di corrispondenti da tutto il mondo.

Come è risaputo, purtroppo Bergamo, città con
provincia, è la più pesantemente colpita dalla pandemia in corso in tutta
Italia, e nel mondo. La città, con tutta la provincia, ha circa un milione e
centomila abitanti (la città 120mila) ma sta pagando un tributo alquanto
pesante in termini di malati e vittime del Covid-19: dei circa 30mila
contagiati in tutta la regione, Bergamo e provincia ne ha dovuti subire circa 6728
con circa 1176 deceduti. E la curva discendente non sembra ancora voler
procedere come tutti desiderano. Sul numero dei morti causati da Covid, sulla
base di una ricognizione fatta telefonicamente anche con altri sindaci della
provincia, si è constatato un rapporto di circa 1 su 4 per Covid, rispetto allo
stesso periodo dell’anno precedente.

Il sindaco Gori, nel giorno del suo 60°
compleanno, ha risposto con tutta la sua disponibilità alla raffica di domande online
dei giornalisti.

In particolare, taluni interrogativi
riguardavano i motivi dell’accanimento del virus in quella zona,e in Lombardia:
Gori ha ricordato, tra ipotesi già citate, la elevata densità della
popolazione, circa 10 milioni di abitanti, la mobilità accentuata, che porta
molti a viaggiare all’estero specie per affari ma anche diporto, la densità ed
operosità industriale ed economica, e forse, anche la partita Atalanta-Valencia con 40mila
persone euforiche e ravvicinate…Ma era il 19 febbraio e non facilmente
prevedibile quel che sarebbe successo dopo.

Al quesito su quanti stranieri risultino contagiati nella
zona, il sindaco ha risposto di avere notizia di non incisiva contagiosità e
che si sta analizzando il dato, incerto, su una possibile, maggiore resistenza
al contagio da parte di persone di colore; alcuni medici stanno facendo
ricerche anche nei centri d’accoglienza dei richiedenti asilo, ove il contagio
risulterebbe minimo.

Il sindaco ha sottolineato la situazione a
due facce della città, quella sanitaria e quella dell’ambiente ordinato e
deserto, con famiglie chiuse in casa, rispettose delle disposizioni vigenti,
con forte comprensione della responsabilità individuale. Resta critico il
fronte sanitario, anche se, per fortuna, che Bergamo è stata sempre ai primi
posti in Italia per la qualità dei suoi servizi sanitari.

Ha molto colpito gli osservatori ed il
pubblico internazionali la difficoltà di gestire le persone decedute, dato il
numero dei feretri e la saturazione delle strutture cimiteriali, per cui, ha
detto il sindaco, si fa fronte a questo alto numero di decessi trasportando le
salme in altre strutture ed altre città, con la collaborazione dell’esercito.
Gori ha chiarito che La cremazione
è una pratica consigliata (quindi non obbligatoria) dal medico necroscopo, un
medico incaricato dalla ATS locale (quindi l’azienda per la tutela della salute
locale di Regione Lombardia, che ha la competenza della sanità sul territorio)
per certificare il decesso di una persona. Si lascia alle famiglie la
possibilità di decidere se inumare o cremare (e successivamente tumulare) il
proprio caro. Si consente inoltre, a un contingentato numero di persone (10)
che devono anche seguire le disposizioni vigenti (distanza, protezione, ecc) di
assistere al momento della sepoltura o della tumulazione. Viene inviata una
lettera a tutti i cittadini di Bergamo che hanno perso un loro caro, spiegando
dove sarà cremato e garantendo tutti la cura e il decoro possibili. Su immigrati
deceduti o positivi, vittime straniere, le salme non possono essere trasferite
nei paesi di origine oggi, allo stato attuale.

A chi chiedeva perché non fosse stata
istituita una zona rossa in val Seriana, Gori ha ricordati come il governo avesse
preferito istituire una zona arancione, comprensiva della Lombardia, dato il
carattere molto urbanizzato ed industriale della zona, e quindi obiettivamente difficile
da realizzare.

Gori ha detto che ritardare nel prendere
le misure ora in vigore in Italia, può essere un errore, e l’unico modo è il
blocco, al quale in Italia si è arrivati per gradi ma che è consigliabile ad
altri Stati, e che lo facciano senza esitazioni.

Due sono stati i focolai in Lombardia:
Codogno e Val Seriana, Alzano, ove polmoniti sono state diagnosticate non come
Covid e quindi si è perso tempo. Gori pensa che la scintilla sia sta quanto
successo nell’ospedale di Alzano ove si è concentrato il focolaio. Sulla
possibilità che altri malati possano essere curati all’estero, dopo quelli
ricoverati a Lipsia, Gori ha informato che il numero attuale dei curati fuori
provincia è d circa 400 sia in Italia che all’estero, e per questo ringraziava.

Sulla situazione dei medici: il sistema
ospedaliero locale è buono ma si può fare meglio nella medicina del territorio,a
domicilio, perché potrebbe essere troppo tardi quando i sintomatici arrivano in
ospedale. Ma 140 medici si sono ammalati perché non adeguatamente protetti, su
600 medici, e ciò ha provocato problemi. Ora stanno arrivando i rinforzi e in
poco tempo il presidio sul territorio sarà rafforzato. Ma servono ancora vari specialisti,
e si attende l’arrivo in Lombardia anche di medici dall’estero.

Sulla soluzione proposta di fare il test del
tampone a tutta la popolazione, poteva esser fatto forse all’inizio, ma ora non
è più fattibile, nel senso che i buoi sono fuggiti dalla stalla mentre invece sarebbe
più utile ora il test di uscita dall’infezione. Gori ha detto di ritenere che
non ci siano persone anziane lasciate sole in  casa o senza che lo si sappia: i medici di
famiglia sono al corrente dei loro assistiti ma gli anziani sono più
vulnerabili e magari alcuni deceduti senza poterli ricoverare. Non sono persone
cui sia stato fatto il test e sfuggono al conteggio statistico.

Sulla durata dell’emergenza, il sindaco ha
risposto di nutrire speranza che le misure adottate aiutino il rallentamento o
miglioramento epidemico, ma i tempi non sono prevedibili. Il blocco attuale
arriva al 3 aprile, ma si vedrà man mano. Sarebbe utile avere una certezza
della uscita della condizione di malattia, la guarigione. Bisogna mantenere
forte la protezione nei soggetti più vulnerabili, e mortalità e gravità sono
diverse a seconda della anzianità e patologie pregresse.

Sui 14 aerei russi,con aiuti, è stato
chiesto se vi sia una destinazione anche per Bergamo. Gori ha detto che dovrebbe
arrivare un centinaio di persone con aiuti vari e materiali, ma non è certo a
chi siano destinati gli aiuti. Bergamo, come tutta l’Italia, si è trovata
impreparata a questa situazione,e la difesa è stata costruita man mano con
l’aggravarsi dell’emergenza. Obiettivamente, col senno di poi, forse tutta
l’Europa doveva prepararsi meglio, secondo Gori, citando i governi inglese e americano
un po’ tentennanti.

Se si  potevano chiudere più attività produttive,
Gori ha affermato che si tratta  di una
decisione difficile ed ultimo gradino del blocco delle attività non essenziali
e che anche i sindaci interessati sono stati ascoltati dal governo; concorda
con le eccezioni previste e il numero delle industrie coinvolte può anche
essere maggiore. È complesso valutare esattamente ciò che essenziale e ciò che
non lo è, ritenendo che Il governo abbia agito con equilibrio e che sui territori
ci sarà anche la valutazione dei prefetti. Sulla situazione nelle fabbriche: il
75-80% dell’attività produttiva è ferma e nei luoghi attivi vigono protocolli
tra sindacati e proprietà. Misure rispettate e lavorarti protetti, e situazioni
critiche da bloccare, se non ci siano elementi certi di rischiosità.

A chi gli chiedeva se ritenesse che il
rincorrersi di disposizioni regionali e normative nazionali possa creare difficoltà
gestionali o confusione operativa, Gori ha risposto che si può creare una certa
confusione che però è sopportabile, anche per esser stata l’Italia una zona di
frontiera e il coordinamento a volte ha qualche sfasatura ma in Lombardia il
sistema sanitario è solido e può affrontare le sfasature, restando la volontà
di mantenere coesa la collaborazione e le polemiche si dissolvono presto.

Gori ha sottolineato come, per lottare
contro la pandemia, ritiene necessario: rafforzare i i presidi territoriali di
cura, e che a Bergamo un ospedale da campo in allestimento e pronto tra qualche
giorno, perdurando la necessità di disporre di specialisti, respiratori,
dispositivi adeguati di protezione, ventilatori, potenziando la medicina del territorio,
con cure domiciliari pre ospedaliere.

Concludendo il confronto, il sindaco ha
detto, con un tocco di leggerezza, che, con riferimento al suo compleanno,lo avrebbe
trascorso con una serata in famiglia, ma che, non sentendosi di festeggiare,
sarebbe ancora rimasto nel suo 59° anno…

https://srv1.selftv.video/video/stampaestera/14968

https://www.comune.bergamo.it/




Covid-19, emergenza economica: tra affitti, mutui, tasse, tassarelle e gabelle varie Salvini ricorda i “dimenticati” da questo governo

Guardiamo
al futuro e raccogliamo l’appello Come stiamo facendo da giorni e da settimane
con proposte concrete per rispetto a chi è in questo momento è a casa e ha
problemi immediati i problemi di chi è a casa sono di questo fine settimana Quindi
al di là delle dichiarazioni di intenti delle dotte citazioni storiche
umanistiche

“La
gente vuole capire se la cassa integrazione gli arriva questo mese o se gli
arriva fra due mesi perché le bollette non aspettano. I mutui non aspettano,
gli affitti non aspettano” Così il leader della Lega Matteo Salvini durante la
seduta in Senato di questa mattina. “La Svizzera – ha proseguito Salvini – sta
affrontando l’emergenza economica, alle porte, con un foglio non con 13 decreti
300 divieti e 600 pagine da studiare che neanche un consulente del lavoro
riesci a capire. La confederazione elvetica manda ai suoi imprenditori un
foglio perché garantisce adesso esattamente soldi liquidi in banca il 10% del
fatturato dell’anno scorso con un tetto fino a 500omila euro e lo farà per 5
anni con un foglio da compilare adesso. Questo è il modello che dobbiamo
seguire”.

https://www.facebook.com/salviniofficial/videos/553536808623242/
L’intervento integrale di Matteo Salvini

Il
leader della Lega ha poi riproposto l’appello a lavorare insieme

“Lavoriamo
insieme. Se ci vuole spettatori allora ce lo dica, noi continuiamo a fare
proposte però vorremmo anche che queste proposte fossero ascoltate, perché nei
decreti, capisco fretta e furia e le dirette di mezzanotte, ci sono degli
evidenti errori sugli affitti”.

Gli
emendamenti che la Lega il centrodestra portano avanti ci arrivano dai
commercianti, dagli artigiani, dalle partite IVA dimenticate. In Italia ci sono
5 milioni di lavoratori autonomi, 5 milioni di commercianti e imprenditori, 14
milioni di lavoratori del settore privato che non hanno la certezza sui tempi. Ci
saranno i soldi per la cassa integrazione per tutti? Non si sa quali sono i
tempi di erogazione, non si sa se i mutui vengono effettivamente sospesi,
qualcuno del governo ha provato a chiamare una banca per vedere l’odissea che
sta dietro la norma decreto?

Non
c’è nulla per l’affitto dei privati e io ringrazio la Regione Lombardia che
c’ha messo 30 milioni di euro per aiutare gli inquilini delle Case Popolari che
evidentemente stanno a casa da un mese e non hanno i quattrini per pagare
l’affitto.

L’agricoltura
la pesca stanno soffrendo in maniera pesantissima e non hanno certezze. Noi
chiediamo è troppo chiedere la sospensione degli adempimenti almeno per tutto
il 2020. Io lo dico agli amici del PD: avete messo nel decreto la sospensione
dei pagamenti fino al 31 maggio. Ma qualcuno pensa seriamente che il primo
giugno milioni di lavoratori e imprenditori italiani possano tornare a pagare
le tasse? Diamo certezze a questo paese, non miracoli, certezze.




Covid-19, l’Italia chiude le frontiere: C’è chi lo aveva chiesto due mesi fa!

Frontiere italiane chiuse. Questo quanto entrato in vigore con l’ultima versione del decreto legge – pubblicato in Gazzetta Ufficiale – sulle restrizioni per il coronavirus.

Nel testo si prevedono “limitazioni o divieto di allontanamento e di ingresso nei territori comunali, provinciali o regionali, nonché rispetto al territorio nazionale”. Rispetto al testo approvato in Cdm compare l’accezione delle limitazioni e quindi non solo il divieto, ma la misura si estende anche ai confini nazionali.

Così dopo quasi due mesi, eravamo agli albori della pandemia in Italia, da quando il leader della Lega si appellava al governo per chiedere di “controllare, controllare e controllare” anche chiudendo i confini nazionali ricevendo indietro accuse di allarmismo, sciacallismo e di fascioleghismo oggi il governo Conte, in piena emergenza sanitaria ed economica, finalmente si è deciso -meglio tardi che mai direbbe qualcuno – a chiudere le frontiere.

Probabilmente se due mesi fa si fossero messe in campo le restrizioni ei controlli tanto invocati dalla Lega oggi non ci troveremmo nelle condizioni emergenziali in cui ci troviamo.

“Quando c’è di mezzo la salute – diceva Salvini in uno dei tanti video messaggi postati sui social- soprattutto di fronte a un virus così letale ed aggressivo è meglio un controllo in più che un controllo in meno, è meglio una precauzione in più che una precauzione in meno”.

Parole rimaste inascoltate per quasi due mesi e che ora risuonano come macigni sulle coscienze di coloro che non hanno saputo tutelare la salute degli italiani.

Videomessaggio di Matteo Salvini agli albori del coronavirus in Italia



Coronavirus, quali sono i numeri social della politica?

di Antonio Fioroni

In questo periodo di emergenza l’attenzione
nei confronti dell’azione politica è sicuramente molto alta, la lente
d’ingrandimento è puntata sulle mosse dei vari personaggi politici che sono
chiamati a porre in atto azioni e proposte per fronteggiare una pandemia senza
precedenti. Chi si sta comportando meglio agli occhi dell’opinione pubblica?

Il leader politico che negli ultimi 28 giorni
ha registrato una maggiore visibilità è senza ombra di dubbio il Premier
Giuseppe Conte, con una crescita generale del suo profilo Facebook del 18%.
Trend positivo confermato anche dagli ultimi sondaggi che vedono il suo
gradimento generale salire al 71% e il numero dei suoi seguaci supera il muro
dei 2 milioni.

Il Ministro della Salute Roberto Speranza
registra una crescita del 3.9% ma con un numeri ancora molto bassi rispetto
agli altri big.

Matteo Salvini ancora in lieve rialzo sul suo
profilo dello 0.26% ma la sua “bestia” può contare su 4.1mln di like
e spazza via tutti sul topic reazioni, commenti e shares dei suoi contenuti.
Ben 13.6mln contro i 3.4mln di Conte e i 2.2mln di Di Maio. Il leader leghista
negli ultimi 28 giorni ha sfornato una media di 14 contenuti giornalieri.

Sembra invece, seppur di poco, calare
l’attenzione nei confronti di Carlo Calenda, che nonostante abbia fatto della
sanità pubblica uno dei suoi temi principali, pare ancora non capace di
sfruttare i suoi contenuti in termini di engagement. Infatti tra i principali
politici nazionali sembra l’unico in lieve calo (-0.0069%) in uno scenario che vede
in salita persino Silvio Berlusconi (0.61%) e Matteo Renzi (0.11%)

A sorpresa il contenuto video più performante
degli ultimi 28 giorni è lo “j’accuse” di Giorgia Meloni a Germania e Francia
del 14 Marzo che conta più di 188 mila like e 162.275 condivisioni. Secondo è
il discorso di Giuseppe Conte dell’11 marzo che si è fermato a quota 137.643
like e 81.354 condivisioni. Ricordiamo però che si tratta solo di numeri social
e che il discorso di Conte è stato trasmesso in diretta TV fornendo così
un’alternativa per la visualizzazione dell’informazione.

Periodo di analisi: 22 febbraio / 23 marzo

La Top Immagine degli ultimi 28 giorni è
firmata Matteo Salvini che si conferma campione di engagment con il suo “Da
quale regione scrivete?”. Contenuto da 70.370 like, 145.513 commenti e 2940
condivisioni.

Questo periodo ha fatto registrare una
crescita generale di apprezzamento nei confronti del Governo e più in generale
del premier Giuseppe Conte. Numeri alla mano il Premier pare aver gestito bene
l’emergenza CoronaVirus agli occhi degli italiani e le misure attuate dal
Governo possono contare un apprezzamento del 94%.

Viene confermato il dominio social di Matteo
Salvini, seguito anche se ancora numericamente distante dalla sua alleata
Giorgia Meloni.

Fatica il PD che vede uno Zingaretti che non
riesce a crescere e nessuno in orbita centro sinistra pare ancora in grado di
sfidare gli altri leader nazionali. La popolarità e il gradimento verso
Giuseppe Conte non si riflette da un punto di vista elettorale in nessuno dei
partiti di maggioranza. Sondaggi alla mano le intenzioni di voto degli italiani
restano praticamente invariate.

Il Movimento 5 Stelle che deve ai social
network un’ampia fetta della sua scalata politica non riesce a sfruttare il
momento per recuperare parte del terreno perso nell’ultimo anno e mezzo.

Attenzione al Presidente dell’Emilia Romagna
Stefano Bonaccini. Il governatore PD conta una crescita 7.6% e un engagement
dei suoi contenuti dell’11% (secondo solo a Matteo Salvini e Giorgia Meloni).
Potrebbe essere lui l’uomo del futuro prossimo in quota DEM?




Regione Lazio, Davide Barillari espulso dal M5s: “Abbiamo perso oltre a milioni di voti anche la coerenza e l’onestà”

Espulsione dal gruppo
consiliare del M5s in Regione Lazio e dall’associazione gruppo Movimento 5
Stelle Lazio XI Legislatura per il consigliere Davide Barillari. Questo uno
degli ordini del giorno convocati per domani alle 21 in modalità teleconferenza
dalla capogruppo e presidente dell’associazione gruppo Movimento 5 Stelle Lazio
XI Legislatura, Roberta Lombardi.

Barillari ha spiegato attraverso
un post su Facebook che “La motivazione ufficiale della mia espulsione è aver
creato un sito internet che “confonde” i cittadini, ma che in realtà contiene
solo atti presentati in Regione e informazioni sull’emergenza coronavirus”.

Un pretesto, secondo
Barillari che a sua volta ha chiesto che all’ordine del giorno come primo punto
ci sia la mozione di sfiducia a Roberta Lombardi. E secondo Barillari la vera
motivazione è quella di dare fastidio al Partito Democratico per non essersi mai
allineato a Zingaretti, svolgendo il ruolo di opposizione senza mai abbassare
la testa. “10 anni di battaglie nel MoVimento 5 Stelle- Ha detto ancora
Davide Barillari – Ci ho messo sempre anima e cuore. Ho lavorato con migliaia
di attivisti, denunciando sempre impicci, ingiustizie e corruzione. Sono stato
il primo candidato presidente che ha sfidato Zingaretti. Ma il M5S ormai è
cambiato, e abbiamo perso oltre a milioni di voti anche la coerenza e l’onestà
che ci caratterizzava. Oggi è il mio ultimo giorno nel M5S e dedico a tutti
voi, che credete in me, ogni attimo di lavoro di oggi. Vi assicuro che non
smetterò mai di combattere”.




Il coronavirus soffia forte come il Ghibli su 40 anni di malamministrazione e cattiva spesa del denaro pubblico

E’ sopraggiunto sull’occidente come il vento forte del deserto, e in
men che non si dica si è sviluppato in una violenta tempesta. Con la violenza
di un autentico Ghibli, procede furioso, stravolgendo vite, costumi, rituali ed
eventi, seminando lutti, lacerazioni, creando disagi e pianti. Accanendosi su
le zone più produttive del Paese, paralizzando la vita lavorativa, inibendo
quella ricreativa e interrompendo qualsiasi attività  sportiva. 

Sembra godere nel vedere grandi città in ginocchio

E’ sopraggiunto dal nord, un paese già stremato, colpito al cuore , in solitudine senza il minimo di fattiva solidarietà da parte dei colleghi della tanta osannata unità europea.

L’Europa scopre le sue
nudità

E venne l’infausto 21 febbraio ed il nord Italia tremò. Il nemico si è
insidiato dentro casa.

Ieri è stato un altro giorno, dissimile all’oggi e nel domani c’è tutto l’ignoto. Leonardo da Vinci insegna che “L’acqua dista li monti e riempie le valli…” e questo demone distanzia le genti e riempie del vuoto paesi e città.  Questo demone distanzia  gli Stati, le istituzioni internazionali e sta riducendo  in macerie  e dei diritti umani, della libertà democratica e della sicurezza se ne fa beffe.

Un’istituzione costruita su interessi finanziari, lontana dal comune sentire dei cittadini comunitari, unita senza condivisione ne del benessere e tanto meno dei problemi contingenti, sorretta unicamente da un senso di potere, ora si sgretola, s’infrange contro un nemico impalpabile. Il re è nudo e l’Europa pure.

E ’ senza veli e dimostra a tutti il suo segno di impotenza.

Ci sarà una Europa Unita veramente dopo il passaggio del coronavirus?

Dai balconi e dalle terrazze , con il cuore infranto, ridono del duolo che avvelena il cuore

Una scena strappacuore!

A Bergamo, una trentina di camion dell’esercito, in fila, che
trasportano una settantina di bare fuori città, perché  ormai da loro non c’è più posto per poterle
accogliere.

In poche parole la tragedia del momento. Mamme o papà o nonni che muoiono in solitudine senza un abbraccio, una carezza, un sorriso, una parola di conforto da parte di una persona cara. Se ne vanno e come appestati, allontanati e portati chissà dove per essere cremati. Il vento porterà via la loro presenza infetta ma mai, potrà cancellare la loro memoria. Quanto è democratico tutto questo, quanto è liberale?

In altre parti della penisola, altra gente, positiva o meno non si sa,
sporgendosi  dalle finestre, affacciati
sui balconi, cantano a crepa pelle, forse per esorcizzare il virus. Altri
abbracciati escono sulla terrazza e si avvinghiano  in tanghi e valzer. Canti e balli e suoni di
chitarra.

Come spiegare tutto ciò? Peccato che il pianto di coloro rimasti vedovi
oppure orfani,  male s’intona con il
ritmo delle chitarrate e con quella euforia.

Nelle piazze non più
stretti come sardine

Il coronavirus ovunque passa semina rovina e devastazione. Brucia
l’erba sotto i piedi. Circoscrive libertà individuali e comunitarie. Uno dei
movimenti nascenti dell’ultimo anno doveva la sua forza  al raduno in piazza. S’intende parlare delle
“Sardine”, movimento con il suo habitat naturale la “piazza”, il manifestare
insieme, tanto vero è che il suo motto era, e non so se potrebbe ancora essere,
“stretti come sardine”.

Ultimamente anche dei partiti politici avevano deciso di ritornare al
vecchio sistema di fare politica e cioè 
andare in periferia, conoscere e farsi conoscere. Con l’avvento del
coronavirus quanto sarà possibile tutto ciò nel futuro?

Il coronavirus scopre 40 anni di mala amministrazione e cattiva spesa del denaro pubblico

Oggi si scopre che i reparti della terapia intensiva sono sull’orlo del
collasso. Ieri non potevano accorgersi, erano occupati , tutti presi con il
ripristino, si o no dei vitalizi .

Mancano medici ed infermieri. La Camera ed il Senato erano  occupati 
a prevedere un piano di assunzioni fino a
300 risorse tra consiglieri parlamentari, assistenti, segretari e
documentaristi per il periodo 2019 – 2020.

Mancano maschere, igienizzanti, guanti, posti
letto, respiratori e non solo. Solo per il reddito di cittadinanza sono stati
stanziati 12 miliardi. Nulla è stato fatto per il “lavoro di cittadinanza”.
Salvataggio Alitalia, Banca Bari, soldi pubblici spesi per rianimare strutture
cotte.

Il coronavirus passa e punta il dito e la politica responsabile arrossisce dalla  vergogna

La scoperta della sacralità, della sobrietà  e della dignità della S. Messa

Il coronavirus è una brutta nube, bensì anche esso ha la sua cornice
d’argento, prendiamolo come segno di speranza. Nonostante le sue brutture e
danni lascia i suoi insegnamenti a chi li vuole cogliere. Innanzi tutto
rivaluta il senso di umanità e poi il risveglio della gioia delle piccole cose.
Rivaluta valori perduti. Uno di questi è 
l’acquisizione della sacralità e dignità della liturgia Eucaristica,
ossia la S. Messa.  A partecipare a
questa liturgia, sul web, oggi obbligatorio per forza maggiore, il fedele
riscopre i veri valori della S,Messa , preghiere della liturgia senza dover
assistere,agli  intrattenimenti musicali,
fatti di chitarrate, balletti e battiti di mani, tanto divertimento e poco o
nulla vera liturgia Eucaristica.

Una triste opportunità

Non per quanto suddetto si deve essere grati al coronavirus, no e no di
certo. Si sta a casa, tempo a disposizione se ne ha a sufficienza per leggere,
per riflettere, per fare ricerche, discutere, dibattere ecc. Il coronavirus sta
demolendo il superfluo, il non utile, il lusso, il banale. Sta permettendo
appena lo stretto necessario, l’autentico, il vero, l’affetto, l’amore e la
preziosità delle cose originali. Si esce più forti da questo guado se si è
capaci di dimostrare di avere imparato la lezione.

Questa speranza che sia l’augurio per tutti.