Tensione nella Lega, strappo tra Salvini e Giorgetti sul candidato a sindaco di Roma

Matteo Salvini rimarca la linea della Lega e replica a tono al suo vice Giancarlo Giorgetti, tra scintille e distinguo. Così smonta l’endorsement a Carlo Calenda – il candidato sindaco che potrebbe vincere a Roma se intercettasse i voti della destra in uscita, secondo i pronostici del ministro leghista dello Sviluppo economico – e ricorda che è Enrico Michetti il nome scelto dalla coalizione per il Campidoglio.

Lui “ha la competenza per ripartire dalle periferie, e non dai salotti di Calenda”, dice caustico Salvini in tv. Tensione alta pure con i governatori del nord, che sposano la linea prudente del governo sulle nuove aperture e capienze per sport e spettacolo. Più impaziente il segretario, che invoca: “Apriamo tutto” perché “se il green pass ti rende sicuro e puoi andare allo stadio e al teatro, puoi farlo a piena capienza”, è il suo ragionamento. Sotto pressione e accerchiato da più fronti, il ‘capitano’ prova a tenere insieme un partito sempre più in subbuglio, che oscilla tra incredulità e irritazione. A fare da detonatore è stata ieri l’intervista alla Stampa di Giorgetti, ribattezzato da qualche leghista “Giancarlo Fini” per le sue uscite inaspettate. Del resto non ha mai smentito in modo netto quelle parole. Il ‘capitano’ invece le liquida così: “Non ho molto tempo per leggere le interviste”. E chiude anche all’ipotesi di Mario Draghi al Quirinale che Giorgetti ha ‘candidato’ di fatto, e che porterebbe dritti a elezioni anticipate. “Che prima o poi si vada al voto, e io mi sto preparando per essere all’altezza del governo del Paese, lo dice la democrazia”, è la sua premessa. Poi, l’affondo: “A differenza di altri, io non tiro per la giacchetta né Draghi né Mattarella. E’ una mancanza di rispetto nei loro confronti”. La conclusione è che “a febbraio ne riparleremo”, insiste Salvini. Intanto Giorgia Meloni con Salvini condivide il sostegno a Michetti in chiave anti Giorgetti: “Se sapesse qualcosa di Roma, saprebbe che Calenda non arriverà mai al ballottaggio, per cui non capisco il senso”, punzecchia dal salotto di Vespa. Tornando al partito di via Bellerio si consumano ormai prove tecniche di scontro, in attesa della resa dei conti. Potrebbe arrivare con il test delle amministrative di domenica e lunedì, anche se il match maturerà fra due settimane con i ballottaggi. In più c’è da gestire la ‘grana’ di Luca Morisi, l’ex guru della campagna social della Lega indagato per detenzione e cessione di droga. Salvini difende ancora l’amico che “ha sbagliato” e distingue tra chi si droga e chi spaccia. “Per me chi vende droga, vende morte”. Ma rimarca: “Tenere in ballo un discorso politico che non c’entra nulla con la vita di una persona, è un attacco gratuito alla Lega a 5 giorni dal voto”. Intanto il segretario continua a girare come una trottola da nord a sud per il rush finale della campagna elettorale. Ultima tappa sarà venerdì a Catanzaro, per le regionali in Calabria. E nel frattempo prova a parare i colpi che vengono dai vertici delle regioni guidate dal Carroccio. Succede ad esempio con il governatore friulano Massimiliano Fedriga che condivide la decisione del Comitato tecnico scientifico sulle aperture e la definisce “equilibrata”. E sottolinea: “La proposta delle Regioni è stata recepita perfettamente dal Cts anche nelle percentuali che avevamo, con ragionevolezza, suggerito”. Ma Salvini non cede, convinto della necessità di un ritorno alla vita e alla normalità al 100%.




Bracciano, elezioni: Armando Tondinelli tira le somme di 5 anni di mandato [VIDEO]

BRACCIANO (RM) – “Mi rivolgo direttamente a voi, amici e concittadini, perché è con voi che ho iniziato un percorso di valore per far crescere Bracciano. Il mio messaggio è ricco di emozioni e gratitudine ma anche di impegni per il futuro. Tra le certezze c’è quella di aver amministrato con onestà, tagliando i tentacoli della vecchia politica. Desideriamo proseguire questo viaggio insieme! Forza Bracciano!”

Tramite un video, il Sindaco di Bracciano Armando Tondinelli fa un bilancio dell’attività amministrativa portata avanti in questi ultimi cinque anni.




Trattativa Stato-Mafia: la mafia coincide con il potere. Illuso chi vuole combatterla

Le leggi dello Stato sono una flebile voce. Non hanno la forza per far vivere lo stato di diritto

Uomini massacrati da colpi di mitra, uccisi senza pietà, con metodi orrendi, di natura barbarica, da altri uomini assetati di potere è lo scenario a cui siamo stati posti di fronte quando la mafia si è messa all’opera per eliminare chi ad essa ha dato fastidio per essere diverso e, pertanto, ostacolo.

Certo chi uccideva era la manovalanza assoldata da quella che era la mafia di qualche anno fa

La mafia era il potere occulto di chi, in deroga alle leggi dello Stato, si arricchiva, accumulando patrimoni economici davvero inestimabili, mediante affari di natura illecita. “Operava da sola tale organizzazione oppure vi era chi la sosteneva come suo braccio oscuro?” è stata ed è la domanda che molti si sono posti ed ancora si pongono. Ed ancora se la pongono coloro che amano la Giustizia e la trasparenza e la parte sana della Magistratura che intende rappresentare e difendere lo stato di diritto.

I cittadini onesti guardano con perplessità e si interpellano

Molti dubbi affliggono coloro che amano la verità e detestano il malaffare e la violenza ad esso connessa. Essi attendono chiarezza e non retorica! Ci chiediamo in molti cosa si intende, o meglio debba intendersi, attualmente, con il termine “mafia”, tenendo presente l’evoluzione storico-sociale ed economica del mondo contemporaneo. Tante le forme di violenza che permeano il tessuto economico e sociale. E’ meglio dire troppe le frane morali che rendono fragile il tessuto della nostra società.

Molti adoperano la violenza, il sotterfugio, l’omertà degli altri per affermarsi

Non è, forse, anche questa una modalità di agire mafiosa? Ciò avviene nel mondo del lavoro che diviene teatro di soprusi e misfatti che ledono la dignità della persona. Ciò avviene nel contesto sociale attraverso lo spaccio della droga e la prostituzione. Ciò avviene anche in quei luoghi della comunicazione che tacciono le violenze, pur non condividendole, in quanto vi sono poteri che potrebbero scagliarsi loro addosso. La cosiddetta “raccomandazione” per accedere a livelli di carriera riservati a pochi, o anche solo per entrare nel mondo del lavoro, è, forse, esente da una mentalità che ricorre al sotterfugio e non alla trasparenza?

Noi siamo convinti che dove vi è sotterfugio, lì è certo che vi sia una mentalità simile a quella mafiosa. Per tale motivo affermiamo che la mafia sia un modo di vivere la vita e che, per tale motivo, la mentalità mafiosa agisce nelle relazioni individuali, nelle famiglie, nelle scuole, nei gruppi di qualsiasi natura essi siano. La mentalità mafiosa si constata dappertutto. Essa si esprime mediante organizzazioni criminali in quanto vive nell’animo umano. Difficile combatterla. Certo è quasi impossibile. Fino a quando essa vivrà indisturbata? Sicuramente fino a quando non vivrà la forza delle leggi, la loro inviolabilità.

Far leva sulla cultura della legalità non sempre è l’arma vincente

E’ vincente rendere perentorie le leggi dello Stato. Il diritto annacquato crea solo delinquenza ed uno Stato debole, in quanto prevalgono i meccanismi della violenza e non quelli della legge, che, unica, può rendere le persone uguali in quanto ad essi è garantito l’accesso al mondo del lavoro perché il lavoro diventa un diritto e non un privilegio di cui godranno i garantiti dalle varie mafie. Ed è vero che le mafie si esprimono attraverso infinite forme e nei molteplici contesti della vita.

D’altra parte, le mafie si sono emancipate in quanto hanno fatto propria la cultura scolastica più elevata ed il loro operato spesso assume una natura “manageriale”, da non essere facilmente riconoscibile.

Il sottobosco si tramanda, in tal modo, di generazione in generazione!

Ciò è possibile perché le leggi dello Stato sono una flebile voce e non hanno la forza di dettare le regole che fanno vivere lo stato di diritto, in cui potrà vivere la democrazia e la possibilità di affermazione di ognuno a seconda dei talenti di cui è portatore.

Attualmente è così ed è per questo che si assiste alla crescita delle disparità

Le disparità sono nocive: lo dimostra la pandemia e l’ecosistema ammalato.
E’ l’alba, anche se solo l’alba, di un nuovo giorno che prelude ad una meta insperata: la creazione ineludibile di nuove forme di vita democratica senza di cui l’umanità è destinata alla sua estinzione. La necessità storica dell’uguaglianza è lo scenario che si prospetta davanti agli occhi dell’uomo contemporaneo, per l’affermazione della quale esso dovrà adoperarsi senza titubanza alcuna ed allora, certamente, le mafie cesseranno di vivere.

di Biagio Maimone




Mario Draghi all’assemblea di Confindustria: “Il Governo non ha intenzione di aumentare le tasse”

“La crescita che abbiamo davanti è un rimbalzo, legato alla forte caduta del prodotto interno lordo registrata l’anno scorso. Nel 2020, l’economia italiana si è contratta dell’8,9%, una delle recessioni più profonde d’Europa. Era dunque inevitabile che alla riapertura si accompagnasse una forte accelerazione dell’attività. La sfida per il Governo – e per tutto il sistema produttivo e le parti sociali – è fare in modo che questa ripresa sia duratura e sostenibile.” Lo dice, all’assemblea di Confindustria, il premier auspicando un “patto economico, produttivo, sociale del Paese”. “Ci sono tantissime cose di cui discutiamo continuamente che possono essere materia di questo patto – ha rilevato -. La definisco una prospettiva economica condivisa. Bisogna mettersi seduti tutti insieme”

Il presidente del Consiglio ha anche tenuto a precisare che il governo non intende aumentare le tasse. “Voglio riaffermare, penso sia importante, -che il governo da parte sua non ha intenzione di aumentare le tasse. In questo momento i soldi si danno e non si prendono”.  

“Le previsioni del governo che presenteremo a giorni stimano una crescita intorno al 6% quest’anno, a fronte del 4,5% ipotizzato in primavera”, ha detto  Draghi. 

“Per assicurare la sostenibilità della ripresa dobbiamo prima di tutto impedire che ci siano altre significative ondate di contagio – ha aggiunto il premier – Il governo sta agendo con la massima determinazione per evitare nuove chiusure. Voglio quindi ringraziare ancora una volta gli italiani per la convinzione con cui hanno aderito alla campagna vaccinale, e le imprese per l’impegno dimostrato nel cooperare alla sua organizzazione”.

“Dobbiamo evitare i rischi congiunturali che si nascondono dietro questo momento positivo, preservare buone relazioni industriali, perché assicurino equità e pace sociale e accelerare con il nostro programma di riforme e investimenti, per migliorare il tasso di crescita di lungo periodo dell’economia italiana”, ha sottolineato Draghi  

“A oggi, oltre 41 milioni di italiani hanno completato il ciclo vaccinale, quasi il 77% della popolazione con più di 12 anni – ha detto ancora -. E siamo vicini a raggiungere e poi superare l’obiettivo che c’eravamo posti, ovvero immunizzare entro fine settembrel’80% della popolazione vaccinabile”.

 ll “green pass” – per il presidente del Consiglio, è uno strumento di libertà e sicurezza, per difendere i cittadini e i lavoratori e tenere aperte le scuole e le attività economiche. Voglio ringraziare Confindustria che ha da subito lavorato insieme al governo e ai sindacati per trovare un accordo sull’estensione del “green pass” ai luoghi di lavoro”

“Se riusciremo a tenere sotto controllo la curva del contagio, potremo allentare ulteriormente le restrizioni che sono ancora in vigore – ad esempio nei luoghi di lavoro, nei cinema, nei teatri, negli stadi e negli altri spazi di sport e cultura”

“Nel mese di ottobre – ha annunciato Draghi -, intendiamo approvare un provvedimento che dia impulso alla concorrenza. A voi imprese chiedo di appoggiarlo con convinzione. Il rafforzamento dell’economia passa attraverso l’apertura dei mercati e non la difesa delle rendite”.   

“Niente è più facile che nel momento in cui il quadro complessivo cambia ha sottolineato -, le relazioni industriali vadano particolarmente sotto pressione e invece bisogna essere capaci di tenerle. Le parole di Bonomi suggeriscono che si possa iniziare a pensare a un patto economico, produttivo, sociale del Paese. Ci sono tantissime cose di cui discutiamo continuamente che possono essere materia di questo patto. La definisco una prospettiva economica condivisa. Bisogna mettersi seduti tutti insieme”. 

“Le buone relazioni industriali sono il pilastro della unità produttiva – ha continuato -. Questa mia frase viene da apparente somiglianza tra oggi e il dopoguerra come ricordava Bonomi prima, c’è stata una catastrofe, come allora, c’è una forte ripresa, come allora, con tassi che abbiamo visto solo in quegli anni”, ha affermato Draghi.

“Mi è venuto spontaneamente di chiedermi come mai dopo gli anni ’60 si sono interrotti i tassi di crescita e, come mi disse un amico, il giocattolo si è rotto. Le mutazioni del quadro internazionale, Bretton Woods, il prezzo del petrolio, due guerre, la grande inflazione, hanno cambiato il quadro internazionale, ma anche in questo quadro così difficile alcuni Paesi hanno affrontato gli anni ’70 con successo e una caratteristica che separa gli altri Paesi dall’Italia è il sistema delle relazioni industriali che lì sono state buone, mentre da noi col finire degli anni ’60 si è assistito alla totale distruzione delle relazioni industriali. Perciò insisto su questo, perché niente è più facile che nel momento in cui il quadro cambia, le relazioni vadano particolarmente sotto pressione e invece bisogna essere capaci di tenerle”. 

Confindustria si augura che il premier Mario Draghi “continui a lungo nella sua attuale esperienza” e avverte: prosegua “senza che i partiti attentino alla coesione del Governo pensando alle prossime amministrative con veti e manovre in vista della scelta da fare per il Quirinale”. Il presidente Carlo Bonomi dedica ampio spazio della sua relazione all’assemblea annuale degli industriali alla figura di Draghi, uno degli “uomini della necessita”, diverso dagli “uomini della provvidenza” come chi ha dato vita a “un regime ventennale di oppressione” e dagli “uomini del possibile”, quelli del “calcio alla lattina”, del “rinvio eterno”. Le riforme bisogna farle adesso. Basta rinvii, basta giochetti, basta veti. Davvero basta”, avverte il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, esprimendo la “preoccupazione” per il cronoprogramma per le rforme legate al Pnrr che “rischia di slittare”. Per gli industriali “è una strada profondamente sbagliata quella del gioco a risiko delle bandierine del consenso effimero”. Confindustria “si opporrà a tutti coloro che vorranno intralciare il precesso delle riforme”; ” A chi flirta con i no vax invece di pensare alla sicurezza di cittadini e lavoratori, come a chi pensa che questo Governo è a tempo”.




A Roma riunita una piccola Europa

Si è svolto, al palazzo del Quirinale in Roma, il 16° incontro dei Capi di Stato del “Gruppo Arraiolos”

Il Gruppo “Uniti per l’Europa” o “Gruppo Arraiolos” – che riunisce i Capi di Stato di Italia, Bulgaria, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Croazia, Lettonia, Ungheria, Malta, Austria, Polonia, Portogallo, Slovenia e Finlandia – prende il nome da una citatdina dell’entroterra portoghese dove, il 18 ottobre 2003, i Capi di Stato di Finlandia, Germania, Lettonia, Polonia, Portogallo e Ungheria si sono incontrati informalmente, su invito dell’allora Presidente portoghese Jorge Sampaio, per discutere attuali complesse questioni europee.

L’eterogeneità di uno schema che riunisce Paesi estremamente diversi per dimensione, situazione economica e localizzazione geografica è stata così ben accolta che, negli anni, il gruppo si è progressivamente ampliato fino alle dimensioni attuali. L’Italia partecipa agli incontri dal 2006, quando sono stati organizzati a Dresda, e ha accolto i Capi di Stato del Gruppo Arraiolos a Napoli nel giugno 2009.

Le due sessioni di lavoro, una la mattina e l’altra nel pomeriggio, hanno avuto come temi: “Unione Europea sulla via dell’autonomia strategica: responsabilità e opportunità” e “Il contributo dell’Unione Europea al multilateralismo nel mondo post-pandemia”. Al termine dei lavori i Presidenti hanno rilasciato dichiarazioni alla stampa. Hanno preso parte alla riunione i Capi di Stato di Italia, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Croazia, Lettonia, Ungheria, Malta, Austria, Polonia, Portogallo, Slovenia e Finlandia.

Mattarella: l’Europa è al bivio

Molto apprezzato l’intervento del presidente Mattarella per il quale “Ci troviamo a un punto di svolta molto importante per l’Unione europea, un punto nel quale, a mio avviso, senza remore e senza temi intoccabili, dobbiamo prima di tutto impegnarci per completare tanti cantieri aperti nella nostra integrazione. La nuova fase ha bisogno di basi molto solide: lo dobbiamo alle nuove generazioni di europei. Come la pandemia ci ha dimostrato, nella drammatica tristezza del suo sopravvenire, le sfide di questi anni ci chiamano ad alzare il nostro livello di ambizione. Il Next Generation è il nostro orizzonte, la nostra strategia per il futuro. E il percorso per realizzarlo è l’autonomia strategica dell’Unione. Sul fronte della politica estera di difesa, la recente vicenda in Afghanistan sprona e dimostra ulteriormente quanto sia ineludibile compiere un passo avanti per costruire una credibilità maggiore dell’Unione in termini di sicurezza; una credibilità ovviamente complementare con la Nato e tesa al rafforzamento della cornice del reciproco sostegno e rispetto tra gli Stati. Di fronte a carenze e omissioni, vi sono tanti commentatori, tanti opinionisti e esponenti della società civile che si chiedono spesso dove sia l’Europa e come intenda muoversi. Sono interrogativi che chiedono una maggiore presenza dell’Europa. Il nostro impegno deve essere, allora, colmare questo divario tra le attese e la risposta che l’Unione europea è capace di dare per costruire un futuro nel quale l’Unione sia protagonista e possa parlare autorevolmente, con un’identità precisa. Credo che questo serva, fortemente, alla causa della pace internazionale e alla tutela degli interessi dei popoli dell’Unione europea”.

Significativa la battuta del presidente austriaco che ha detto, ringraziandolo, che “Mattarella costituisce per me un modello, anche se lui non lo sa”.

Per la Finlandia, necessario rafforzare i denominatori comuni

Anche il Presidente della Repubblica finlandese Sauli Niinistö ha partecipato alla riunione del Gruppo Arraiolos dei Presidenti Europei il 15 settembre 2021 a Roma., avendo anche un incontro bilaterale con Mattarella il giorno seguente. Nel suo discorso, Niinistö ha affrontato il ruolo globale dell’UE. Secondo il Presidente, il rischio per l’Europa è quello di passare da soggetto a oggetto nell’accelerata competizione delle superpotenze. La bussola strategica, che l’Ue sta attualmente preparando per definire le linee guida della sua cooperazione in materia di sicurezza e difesa, è un buon strumento, ma “deve anche essere sulla mappa”. Il Presidente ha osservato che tutti conoscono il paradosso per cui trovare soluzioni globali comuni diventa più difficile man mano che i problemi e le sfide comuni diventano più urgenti. Per superare questo paradosso sono necessari denominatori comuni. Secondo il Presidente, la Finlandia intende utilizzare il 50° anniversario della riunione della CSCE, Conferenza sulla Sicurezza e Cooperazione Europea per rivitalizzare lo ‘Spirito di Helsinki’ nel 1975 in tutto il mondo. “La conferenza originale di Helsinki si è distinta proprio per questo spirito: la volontà di dialogare tra avversari e concorrenti, costruire fiducia e cercare denominatori comuni, anche piccoli all’inizio”.

Nell’incontro bilaterale con Mattarella, sono stati approfonditi gli argomenti discussi nelle sessioni plenarie e nel confro0nto è stata riscontrata sintonia sull’estensione della sovranità a livello europeo. Tra Roma ed Helsinki c’è stata poi una comune adesione al piano di investimenti europeo su digitale e transizione ecologica.

La prossima riunione del Gruppo sarà ospitata a Malta l’anno prossimo.




Itaca20.21, Sammarco – Cangemi: “Numeri importanti. Il confronto su temi centrali sono benzina per dibattito”

“Arrivata alla sua quarta edizione, e già con l’idea di lavorare per quella del prossimo anno, Itaca20.21 si chiude con dei numeri importanti, che significano come il  confronto su idee e temi sentiti da tutti, cittadini in primis, sia premiante. Una fondamentale benzina per il dibattito e la crescita anche delle istituzioni.
Tre giorni di lavori, oltre 10 temi trattati con più di 60 relatori, 2000 iscrizioni ricevute, uno spazio dedicato al confronto sui libri con autori, moderatori di elevatissimo profilo: questi i tratti salienti dell’edizione 2021 di quello che abbiamo ribattezzato Viaggio tra le Idee. Un impegno che non si arresta, e che sulle tracce di Ulisse riprende i valori che si trovano nello scritto omerico: rispetto dell’amicizia, delle proprie origini, dedizione e abnegazione verso il proprio Paese. Principi radicati nel tempo, che oggi con orgoglio continuiamo a portare avanti”

E’ quanto dichiarano Gianni Sammarco, presidente dell’associazione Itaca2.0, organizzatrice dell’omonima kermesse che si è svolta a Formello, e il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, Giuseppe Emanuele Cangemi.




Sermoneta, si dimette l’assessore Minossi: “Sarò candidato a Cisterna”

Gabriele Menossi ieri mattina ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica di assessore all’urbanistica del Comune di Sermoneta.
«Ho aderito a “Coraggio Italia” ormai da tempo e il partito mi ha chiesto un impegno personale alle prossime elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre, per contribuire alla crescita del movimento politico sul territorio» spiega Menossi: «sarò candidato al consiglio comunale di Cisterna e pertanto ho deciso, non senza sofferenza, di lasciare la giunta di Sermoneta. Ringrazio il sindaco Giuseppina Giovannoli per la fiducia che mi ha accordato, conferendomi la delega esterna all’urbanistica, incarico che ho portato avanti con passione in questi due anni; ringrazio tutti i colleghi di maggioranza per il lavoro di squadra che abbiamo svolto insieme dal 2019, e naturalmente gli uffici comunali: sono stati due anni intensi di lavoro ma ricchi di soddisfazioni e sono orgoglioso di aver dato il mio contributo fattivo all’amministrazione di Sermoneta».
«Quello di Gabriele Menossi è stato un valore aggiunto per questa amministrazione – aggiunge il sindaco Giovannoli – e, seppur con rammarico per la decisione presa, nel ringraziarlo del lavoro svolto per la nostra comunità gli auguro buona fortuna per il suo futuro».
La delega all’urbanistica resta per ora nelle mani del sindaco Giovannoli.




Sport, Cangemi (Lega): “Raggi inadeguata, priva città di impianti per volley e basket”

“La mancanza di infrastrutture sportive adatte ad accogliere partite di volley e basket di serie A a Roma è una vergogna clamorosa. Virginia Raggi, non solo non è stata all’altezza di governare la Capitale, ma ha anche dimostrato la sua inadeguatezza amministrativa anche all’interno di un comparto fondamentale come le eccellenze sportive romane. Ne abbiamo avuto un assaggio con il rifiuto delle Olimpiadi, una conferma con l’incapacità di gestire gli stadi di calcio e ne abbiamo avuto ulteriore certezza anche con pallavolo e pallacanestro. Eppure, questi sport fanno segnare importanti risultati per la Capitale. Gran risultato, non c’è che dire. Per fortuna, questa parentesi infausta per la città si sta per chiudere”

E’ quanto dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e consigliere Lega, Giuseppe Emanuele Cangemi




Governo, maggioranza agitata tra caso Durigon e ius soli

Una platea sempre più vasta – oltre ai politici si sono aggiunti l’Anpi e il sindaco di Stazzema – chiede le dimissioni dal Governo del sottosegretario all’Economia Claudio Durigon che vorrebbe intitolare il parco di Latina dedicato a Falcone e Borsellino al fratello di Mussolini. Dal M5S, a Leu, al Pd il coro è unanime: deve dimettersi.

Ma se la maggioranza è compatta nel chiedere le dimissioni dell’esponente leghista, si divide sullo ius soli. Il Pd lo chiede a gran voce, mentre i 5S con Paola Taverna dice che “ora ci sono altre priorità”. E il leader della Lega, Matteo Salvini a Zona Bianca, su Rete 4: “A ottobre facciamo un tavolo sul lavoro e sulle pensioni: non perdiamo tempo con tavoli sullo ius soli che non interessano nessuno, ma solo Letta per motivi elettorali”. 

Il futuro politico di Claudio Durigon e lo scontro perenne sullo ius soli agitano la maggioranza in questi giorni di pausa dei lavori parlamentari. Anche nelle ultime ore si fa più forte la pressione dell’asse “giallorosso” formato da Pd-M5s e Leu sul sottosegretario leghista perchè dimetta il suo mandato al governo. Di contro, il suo partito tiene il punto: finora nessuna dichiarazione ufficiale ma ambienti vicini al segretario federale fanno sapere che a loro giudizio si tratta di una polemica strumentale e che quindi la fiducia nei suoi confronti è immutata. Silenzio che però viene aspramente criticato dalla sinistra. “In questi ultimi giorni – accusa il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni – Matteo Salvini ha parlato di tutto e di più: dallo Ius soli ai migranti e al reddito di cittadinanza, di Marcinelle, Siena e pure di Fiorentina-Milan. Solo su una questione rimane afono o disinteressato: il suo sottosegretario Durigon che dovrebbe togliere il disturbo al più presto dal governo Draghi”. Contro la Lega, duro anche il Pd: “Salvini batta un colpo ed eviti questo silenzio terribile”, scrive su Facebook il dem Piero De Luca. Aver riproposto una vecchia idea del centrodestra pontino, cioè di cancellare l’intitolazione del Parco di Latina a Falcone e Borsellino per reintitolarlo ad Arnaldo Mussolini, provoca sconcerto anche al di là della normale dialettica politica. E in tanti chiedono che il premier Mario Draghi assuma l’iniziativa. “Inneggiare al fascismo – attacca Fabio Vallon, presidente del comitato provinciale Anpi-Vzpi Trieste – è incompatibile con qualsiasi ruolo governativo. Se Durigon non ha neppur quel minimo sussulto morale necessario per presentare le proprie dimissioni volontariamente, che il presidente del consiglio dei ministri Draghi applichi le proprie prerogative e revochi immediatamente le deleghe a siffatto figuro”.

Salvini, Durigon bravissimo, nella Lega nessun nostalgico  – “La sinistra chiede le dimissioni di chiunque un giorno sì e un giorno no. Fascismo e comunismo sono stati sconfitti dalla storia e nella Lega non c’è nessun nostalgico. Durigon è bravissimo, è il papà di ‘Quota cento’. Chi è di Latina sa di che vicenda si tratta: il parco era intitolato a Arnaldo Mussolini, non a Benito, e la sinistra poi gli ha cambiato il nome. Durigon aveva chiesto al sindaco di occuparsi di immondizia e non di cambiare i nomi ai parchi. Nessuna nostalgia nel passato. La Lega ha i piedi piantati nel presente e nel futuro”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini a Zona Bianca, su Rete 4.




Roma, giochi per bimbi a piazza Forlanini. Santori/Picone (Lega): “Ennesima figuraccia del M5s”

ROMA – “L’ultima clamorosa ed ennesima figuraccia del Movimento 5 Stelle rimarrà nella storia. La scheda tecnica dei nuovi giochi per bambini installati in piazza Carlo Forlanini parlerebbe chiaro:  la nuova struttura sembrerebbe essere in realtà omologata dagli 8 anni in su e così come installata sarebbe anche manchevole della segnaletica, dunque non potrà essere utilizzata dai tanti bambini della scuola dell’infanzia e di buona parte di quelli della scuola primaria”. Lo dichiarano in una nota Fabrizio Santori, dirigente regionale della Lega e Giovanni Picone,  capogruppo della Lega al Municipio XII.

“Se così fosse, questa attrazione pubblica, installata in una piazza a ridosso di un complesso scolastico tra i più importanti del territorio di Monteverde, dovrà essere smontata per evitare eventuali gravi conseguenze per i tanti bambini sotto gli 8 anni che frequentano l’area”.

“Ricordiamo che da pochi giorni è stata inaugurata dalla Sindaca Raggi la nuova Piazza Carlo Forlanini, un intervento di restyling totale che doveva essere concluso molto tempo fa e invece il M5S ha pensato bene di farlo sotto campagna elettorale. Questa progettualità è stata molto criticata, dalla questione della manutenzione del verde mai affrontata col privato, ad una cancellata facilmente violabile e quindi inutile, per finire ai viali difficilmente percorribili senza che però nessuno tra Municipio e Roma Capitale muovesse un dito per modificare l’opera”.

“A questo si aggiunge la denuncia da parte del Comitato Genitori I.C. Piazza Forlanini che abbiamo il dovere di raccogliere e verificare nel dettaglio, anche perché qualora confermata sarebbe davvero inspiegabile. Un fatto grave che la dice lunga su come il M5S abbia gestito in questi anni l’Amministrazione e gli interventi sul territorio. L’ennesimo esempio di come la mancata concertazione con i cittadini, le associazioni e i comitati di quartiere abbia prodotto sprechi e inefficienze. Andremo a fondo su questa vicenda che ha davvero dell’incredibile”, concludono gli esponenti della Lega.




Francesca De Vito lascia i 5 Stelle: “Troppo silenzio su vicende Tosini, Allumiere e Asl di Latina. Io no complice”

Non voglio risultare complice di tutti i silenzi relativi alla questione Tosini, ex dirigente regionale del settore rifiuti, al concorso di Allumiere o a quello della ASL di Latina e nemmeno voglio essere accostata ai voti favorevoli sul parziale ripristino di una quota dei vitalizi né al favore concesso con la proroga ai gestori delle slot machine, una nostra battaglia da sempre a cui anche alcuni consiglieri di maggioranza hanno votato contro.

Ritengo che nel Lazio migliaia di elettori del M5S siano stati traditi da chi non ha avuto la forza di resistere alle “lusinghe” di Zingaretti ed è entrato in Giunta senza un voto di conferma da parte degli iscritti e malgrado lo stesso Governatore continui quotidianamente ad aggredire verbalmente la Sindaca di Roma Capitale, Virginia Raggi.

Non era certo questo il compito che ci avevano affidato i risultati elettorali quando ci siamo proposti come terza forza politica.

Inoltre non posso accettare questa deriva verticistica che spinge inesorabilmente a scioglierci nel PD, né che si diventi un partito a tutti gli effetti con tanto di megasede, segretari ed eventuale richiesta del 2×1000 solo per pagarne la “struttura”.

Non avrei mai dato soldi al “partito”, come è stato chiesto, ma nei prossimi giorni mi organizzerò per creare all’interno del mio sito www.francescadevito.it una sezione dedicata alle restituzioni con gli importi e le modalità per donarle ai territori, azione anche questa  per tanti passata di moda come quella di non avere più di un incarico contemporaneamente….

Resterò fermamente all’opposizione come gli elettori mi hanno voluta ed il M5S aveva promesso e non aderirò a nessun’altra forza politica fino alla fine del mio mandato, a meno che gli attivisti e i portavoce fuoriusciti non decidano di creare un diverso soggetto politico, sulla base dei nostri principi originari, con la speranza che al più presto anche Davide trovi la forza di rialzarsi da questa meschina offesa che ha ricevuto e decida di combattere contro Golia per riscattare la memoria e il grande proposito di democrazia partecipativa e di intelligenza collettiva che, a questo punto si può dire, era solo di Gianroberto e non anche del comico…per non chiamarlo in altro modo…

In tanti abbiamo curato e coltivato il seme di questo progetto sociale prima che politico, dove eravamo tutti uguali nelle decisioni e nelle scelte, e questo non può e non deve morire.

Mi allontano da un “avvocato del popolo”, oggi anche “presidente” del M5S, che non ha il coraggio e la modestia di ascoltare e confrontarsi prima con il “suo” di popolo e si accontenta di applausi e cortigiani imponendo con ogni mezzo la sua visione del mondo. Visione che farà precipitare il M5S in un abbraccio sempre più mortale col PD fino a distruggere del tutto una forza politica espressione di una parte dell’elettorato che non si riconosceva in nessun altro partito.

Mi allontano dal paradosso di pensare ad un futuro 2050 senza la concretezza di agire per l’oggi e per risolvere in modo “serio” la crisi economica nella quale versano le aziende e le famiglie a seguito della pandemia.

Mi allontano da chi regala la fiducia ad un governo con Draghi, che tutto è tranne “grillino” e ha cancellato molte delle nostre conquiste oltre ad imporre la fiducia ad una riforma che molto tutela tranne la giustizia.

Mi allontano dagli onorevoli nazionali al secondo mandato, che per loro interesse hanno voluto abbandonare una piattaforma comune a tutto il M5S, con la curiosità di vedere come giustificheranno il loro attaccamento alla poltrona quando si tratterà di ricandidarsi e come convinceranno l’elettorato che sono diversi dagli altri, se ormai sono parte di quella “casta” che dovevamo combattere.

Mi allontano dal mio gruppo regionale che, insieme a tanti tifosi, sta già festeggiando il fatto che la “voce critica” sia andata via. Un gruppo dal quale non ho ricevuto altro che offese e umiliazioni oltre allo “scippo” della vicepresidenza alla commissione sviluppo economico per il solo motivo di non essermi piegata alle volontà dell’onorevole Lombardi. Colei che da sempre ha contrastato Virginia Raggi e contemporaneamente strizzato l’occhio al Governatore del Lazio tanto da assentarsi negli ultimi giorni di campagna elettorale e non presenziare agli eventi organizzati dai nostri attivisti e portavoce sui territori. Per comprendere basta guardare dove siede ora.

Pensate che paradosso…ma questo ormai si sopporta….in fondo adesso ci piacciono anche le fritture di pesce di De Luca….

Resto vicina a Virginia alla quale auguro un secondo mandato come Sindaca perché Roma se lo merita.

Resto vicina ai portavoce locali e ai territori dove sono sempre stata e che ho sempre rispettato. Se lo vorranno potranno comunque continuare ad avere in me la loro voce in Regione.

Resto vicina al gruppo di “Parola agli Attivisti” perchè hanno il coraggio e la forza di tenere gli occhi sempre ben aperti.

Detto questo non ho rimpianti, sicuramente tanto rammarico e dispiacere. È stata una splendida avventura durata 10 anni che rifarei in ogni momento, anche conoscendone la fine.

Il M5S ha rappresentato molto per questo Paese ed io sono orgogliosa di averne fatto parte ma sono anche dell’idea che meritasse il futuro indicato con la votazione di febbraio, dopo mesi di confronto e partecipazione, durante gli Stati Generali.

Abbiamo convinto, partendo dalle piazze, 11 milioni di elettori. Abbiamo fermato il Potere a mani nude… solo che poi “qualcuno” ne ha assaggiato il sapore….e ne è rimasto affascinato….

Questa mutazione non mi appartiene. Resto fermamente in opposizione alla giunta regionale e a ciò che il M5S sta diventando con l’idea che il progetto iniziale di autodeterminazione della nostra azione politica, debba continuare ad esistere senza che nessuno si senta in diritto o riceva l’investitura di commissariarlo.

Conte e i governisti hanno tutto il diritto di tenersi il loro partito, ma chi crede ancora nell’idea originale del Movimento ha lo stesso diritto di continuare quel percorso. Io sono coerente al mandato elettorale ricevuto, ognuno farà la propria strada!