Covid-19, individuata una possibile terapia antivirale (I3C) che inibisce alcuni enzimi utili al virus per passare dalle cellule malate ai tessuti

Il composto I3C ha dimostrato di essere in grado di bloccare, in vitro, l’uscita e la replicazione del virus Sars-Cov 2 dalle cellule malate. Si tratta di un composto naturale, ben tollerato nell’uomo, conosciuto come Indolo-3-Carbinolo (I3C) e quindi utilizzabile come antivirale, da solo oppure in combinazione con altre terapie.

“Necessita ora di essere ulteriormente studiato nell’ambito di una sperimentazione clinica per confermare la sua reale efficacia nel trattamento del COVID-19.

E’ importante farlo – afferma il prof. Carlo Tomino, farmacologo, responsabile del Centro del Farmaco dell’IRCCS San Raffaele Roma che ha partecipato al lavoro scientifico, frutto di una collaborazione internazionale, pubblicato oggi dalla prestigiosa rivista Cell Death and Disease (Nature) – perchè può rappresentare una nuova arma nella lotta a questa pandemia insieme alla campagna vaccinale e considerate le varianti identificate e attese. Peraltro, essendo già utilizzato per altri trattamenti, qualora si dimostrasse del tutto la sua efficacia, l’I3C potrebbe essere approvato rapidamente”.

Il prof. Carlo Tomino, farmacologo, responsabile del Centro del Farmaco dell’IRCCS San Raffaele Roma

Il gruppo di lavoro ha identificato una classe di enzimi (E3-ubiquitin ligasi) necessaria al virus SARS-CoV-2 per uscire dalle cellule infette e diffondersi in tutti i tessuti corporei. E’ risultato che i livelli di questi enzimi sono elevati a livello polmonare in pazienti positivi al virus.

Il team di ricerca ha dunque dimostrato anche che la loro attività può essere inibita dal composto naturale I3C.

Lo studio consente una maggiore comprensione dei meccanismi molecolari che regolano il ciclo di vita della SARS-CoV-2 aprendo la strada all’identificazione delle relazioni ospite-patogeno necessarie per l’identificazione e lo sviluppo di nuovi farmaci in grado di interferire con la replicazione virale, bloccando la trasmissione. E’ stato coordinato dai professori Giuseppe Novelli (Tor Vergata Roma, Italia – Reno, NV, USA) e Pier Paolo Pandolfi (Renown Institute for Cancer, Reno, NV, USA – Università di Torino, Italia), in collaborazione con l’Ospedale Bambino Gesù (Roma), l’Istituto Spallanzani (Roma), l’IRCCS San Raffaele Roma e varie istituzioni statunitensi (Harvard, Yale, Rockefeller, NIH, Mount Sinai, Boston Univ, HistoWiz NY, Virna West Roxbury), canadesi (Toronto) e francesi (INSERM Parigi, Hôpital Avicenne).




Pd, Camera: iniziata assemblea deputati con segretario Letta

E’ iniziata alla Camera l’Assemblea dei deputati con il segretario Enrico Letta. Si tratta del primo incontro fra i deputati e il neo segretario che, nei giorni scorsi, ha chiesto che venga scelta una capogruppo donna. Prima dell’inizio dell’assemblea, Letta ha avuto, a quanto si apprende, un colloquio col capogruppo, Graziano Delrio.

 “L’arrivo di Draghi dentro il Consiglio europeo, con tutta la stima che ho e che abbiamo per Giuseppe Conte che vedrò domani, è un segnale di un’Italia che può giocare lì un ruolo chiave”. Lo ha detto Enrico Letta in assemblea Pd alla Camera.  “Qualunque scelta farete sulla donna da eleggere sarà per me la migliore perché il rispetto dell’autonomia del gruppo è per me fondamentale”, ha aggiunto Letta.

“Ringrazio di cuore Graziano. Per come sta gestendo questo passaggio dimostra che siamo un grande partito”. Lo ha detto Enrico Letta in assemblea Pd alla Camera ringraziando Graziano Delrio. “Il mio ringraziamento a Graziano non è formale, ma sostanziale. Un dirigente politico si comporta così nel bene della comunità. Siamo qui perché abbiamo una responsabilità, verso il partito e il paese. Voglio parlare il linguaggio della verità. Troverete in me un interlocutore aperto a tutti ma chiedo solo trasparenza e correttezza nei comportamenti. Datemi la possibilità di dimostrarlo. C’è un popolo, non siamo o siamo stati parlamentari per diritto divino, ma perché abbiamo un popolo dietro che ci chiede di andare avanti seri e determinati. Di essere all’altezza”, ha affermato, aggiungendo che da Delrio arriva un “esempio di dignità e attaccamento alla nostra comunità”.

“Io sono il primo a farmi da parte. Decideremo insieme modi e tempi”. E’ uno dei passaggi, secondo quanto si apprende, dell’intervento del capogruppo Pd alla Camera, Graziano Delrio, all’assemblea del gruppo con il segretario Enrico Letta. “Letta ha lanciato alcune sfide al Pd – ha aggiunto – Ci ha chiesto di sostenere la sfida della parità di genere. Io sono d’accordo. Dobbiamo aiutare il Segretario nel suo lavoro”.

“Ho sempre avuto attenzione per le donne, io ho 5 figlie femmine, mentre Letta ha tre figli maschi”. Con una battuta, il capogruppo del Pd ha sottolineato la sua attenzione alle questioni di genere, durante l’assemblea dei deputati. Delrio ha ripercorso il lavoro del gruppo durante il governo Conte, la crisi e ora con Draghi.




Incontro a tutto campo tra Draghi e Letta

Il premier Mario Draghi ha incontrato stamattina, a quanto si apprende da fonti del Nazareno, il segretario del Pd Enrico Letta. Un colloquio previsto da tempo, spiegano le stesse fonti, che è durato circa un’ora ed è definito “molto cordiale e positivo” anche perchè i rapporti tra il premier e l’ex premier sono consolidati.

L’incontro, spiegano dal Nazareno, ha spaziato a 360 gradi su temi di merito, come l’Europa, i vaccini e le politiche economiche di rilancio e di metodo, come il tema del raccordo tra governo e i partiti che lo sostengono.

Il Pd di Letta: subito due donne capogruppo, stop personalismi – “Son sicuro che i gruppi sceglieranno, su una base di una selezione, donne di qualità. C’è una questione Pd, ma è una questione Paese. C’è una quantità di donne straordinarie e bravissime, nel Pd , nelle amministrazioni locali, ma sono sempre un passo indietro, perché il sistema è organizzato con dinamiche di rapporti di forza per cui le donne sono un passo indietro. Nell’anno di pandemia le donne sono la parte che si è indebolita”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, in streaming su Repubblica.

“Un partito che ha l’ambizione di essere per il Paese il partito guida del futuro, che sta al centro, non può avere una piccola minoranza di giovani che lo votano, vuol dire che non ha futuro, per questo motivo ho messo al centro della mia riflessione questo tema”. “Il voto a 16 anni – ha spiegato – obbliga i ragazzi a porsi il problema, a sentirsi protagonisti, dai loro un fortissimo messaggio che la politica si interessa di loro”. Quello dello ius soli “penso che sia sempre stato uno dei punti forti della nostra identità e del nostro impegno”.

“In Italia c’è un pessimismo cosmico che dice che non torneremo più all’Italia del boom economico e che possiamo solo fermare il declino. Io credo che non sia così. Nella mia relazione di domenica ho voluto fare un passaggio usando la parola prossimità: vorrei che diventassimo il partito della prossimità. Credo che in un tempo in cui i centri si restringono e la rete delle province diventa più forte, possiamo essere ottimisti sul futuro”.




Giornata contro le mafie: solo con un giornalismo che parla al cuore umano è possibile sconfiggere la mafia

Noi giornalisti abbiamo l’obbligo morale di combattere contro le ingiustizie attraverso la diffusione della cultura della giustizia

di Biagio Maimone 

Per la stragrande maggioranza delle persone la mafia è  un’associazione a delinquere. Tuttavia, la parola “mafia” rimanda a molteplici significati, che definiscono l’agire umano per quanto attiene agli aspetti più deteriori che lo connotano, quali la violenza, l’esclusione, il malaffare, il crimine, per permettere il monopolio del potere di alcune persone,  in ogni ambito della vita umana.  Si riscontra l’esistenza di una mentalità mafiosa, molto diffusa e radicata, non violenta dal punto di vista fisico, che rappresenta la mentalità del potere che, spesso, anche se non sempre, determina l’identità degli ambiti principali dell’esistenza umana e, fra questi, quello economico, seguito, subito dopo, da  quello politico.  
Si verifica, per tale motivo, che la società civile è permeata da lobby di potere che decidono quali debbano essere i soggetti che la governano.  Molti interessi economici scaturiscono da tale modo di dominare la realtà, nei  campi più svariati.  

Quando si parla di raccomandazione, termine molto in uso, si parla di uno dei modi più comuni mediante 0cui si esprime la mentalità mafiosa.  

Non si può non riconoscere che la mafia vive, innanzitutto, nel cuore umano, altrimenti non si esprimerebbe nella realtà. Essa è alimentata dall’ignoranza, dal  pregiudizio, dalla stupidità e da quel falso e deleterio concetto di potere. C’è da chiedersi se un mondo migliore è possibile? Senz’altro: impegnandosi per l’affermazione della democrazia .  

La mafia, difatti, in quanto alimentata dalla violenza, espressa materialmente oppure moralmente, è l’antidemocrazia per eccellenza. La democrazia è foriera di pace sociale e di amore sociale, nonché di crescita e sviluppo armonioso della società. Si può, mediante la diffusione di una cultura parallela, che affermi la democrazia, creare un’alternativa di governo della realtà. Questo dipende,  non vi è dubbio, dalla lealtà di quanti a tale impegno si accingono.  

Bisogna tenere in considerazione che la concezione mafiosa della vita, ossia la ghettizzazione della realtà,  non ne ha determinato l’espressione delle sue reali potenzialità, tenendola ferma nel regresso.  
Da tale mentalità è proliferata la povertà, di cui, attualmente, si raccolgono i risultati deleteri.   Tuttavia, il terzo millennio, che può definirsi l’epoca della verità, con l’acuirsi della povertà nelle sue forme più  estreme, ha posto in luce una necessità impellente, quella di  lottare per  l’inclusione, pena il decadimento definitivo ed irreparabile nell’indigenza,  facendo esprimere le diversità, ossia ogni essere umano in ogni contesto. L’impegno è di carattere morale e culturale.   

Autentiche frane si sono aperte nel tessuto socio-economico di ogni Stato ed altre si apriranno, che fanno emergere che non è questa forma di potere, ossia quello mafioso, quello capace di reggere la crescita ed il benessere dei popoli.  

E’ qui che emerge una verità storica, che la storia la fanno gli uomini, tutti gli uomini, soprattutto quelli che amano il proprio universo e chi lo abita, ossia l’essere umano. Noi che ci occupiamo di comunicazione  dobbiamo accogliere l’appello che tanta miseria economica ed insieme morale rivolge alle nostre coscienze.  

Dobbiamo, perciò, veicolare nuovi contenuti che pongono al centro il valore sacro di ogni individuo, che insieme agli altri individui, dà vita alla democrazia,  unica forma di potere che può governare la realtà e farla crescere, perché fondata sull’amore per il prossimo, sul valore della dignità umana e perché  sa discernere l’economia che si dirige verso l’altruismo da quella impoverente che si fonda sull’egoismo, ossia sul potere di pochi, accecati dall’odio e dall’amore per il  potere fine a se stesso.  

Noi dobbiamo porre in luce quanto importante e costruttivo sia il potere della verità.  E’ un compito educativo e, nel contempo, morale.  Riscatteremo dal degrado il concetto di Stato, di Nazione, il concetto di lavoro, il concetto di cultura, il concetto di politica.




Laghi Albano, Nemi e Fiume Incastro. Ricci, presidente Anbi: “Soddisfazione per adesione alManifesto di Intenti per il Contratto di Falda”

I Contratti di Fiume, nelle loro diverse declinazioni, sono un moderno strumento di gestione partecipata, che permette alle comunità di riprendersi il futuro del territorio, in cui vivono, permettendo, altresì, anche di ricercare, nell’interesse comune, il superamento di rigide contrapposizioni”: Così Anbi Lazio che, per voce della Presidente, Sonia Ricci, alla vigilia della giornata mondiale dell’acqua (22 marzo) saluta con soddisfazione l’adesione al Manifesto di Intenti per il Contratto di Falda e di Lago per Albano e Nemi e per il Fiume Incastro, da parte del Consorzio di Bonifica Litorale Nord di Roma del presidente Niccolò Sacchetti. Le nuove opportunità per sviluppo locale e sostenibile, quali parchi agricoli e fluviali, devono vedere i nostri Consorzi di Bonifica del Lazio attenti e partecipi per poter governare anche questi processi – ha aggiunto Ricci – portando il proprio contributo.

Bene ha fatto, quindi, l’amico Sacchetti, che auspico possa essere imitato anche negli altri territori, appena se ne presenterà l’occasione. “Il corso d’acqua è una componente del territorio con molte sfaccettature. La concertazione fra tutti i portatori d’interesse, come previsto dai Contratti di Fiume, permette di accelerare i tempi decisionali, cui deve collegarsi anche un adeguato snellimento delle procedure burocratiche. In questo modo – ha aggiunto il direttore di Anbi Lazio Andrea Renna – si risponde alle legittime aspettative delle comunità sia in termini di sostenibilità delle scelte che di resilienza ai cambiamenti climatici. ANBI Lazio quindi sostiene questo nuovo modello di gestione in una logica di bacino idrografico ed è impegnata affinché diventi prassi diffusa sul territorio nel rapporto con le Istituzioni ed i territori”.




Giornata mondiale dell’acqua, Anbi fa il punto: mancano 5 miliardi di metri cubi d’acqua rispetto a quanto previsto 50 anni fa

All’orizzonte c’è il rischio del deflusso ecologico (cosiddetto)

“In Italia non dobbiamo compiere il miracolo di trasformare il deserto in una terra florida, bensì dobbiamo utilizzare al meglio i talenti affidatici con un territorio straordinario, che va altresì difeso dalla minaccia dell’aridità”: è in questa, evocativa immagine che Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e della Acque Irrigue (ANBI), indica, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, la strategia idrica, che l’Italia dovrebbe seguire.

I “talenti” sono dati da un andamento pluviometrico che, nonostante l’estremizzazione degli eventi atmosferici, vede cadere annualmente sull’Italia 1000 millimetri di pioggia (quasi mm. 2.000 in alcune zone del Friuli Venezia Giulia e della Liguria e solo mm. 300 su aree della Puglia), pari ad un volume complessivo di circa 300 miliardi di metri cubi, oltre la metà dei quali, però, vengono restituiti in atmosfera attraverso l’evapotraspirazione; si calcola, quindi, che il patrimonio idrico potenzialmente a disposizione sia di circa 110 miliardi di metri cubi, di cui solo 53 miliardi realmente utilizzabili.

“Di questa ricchezza riusciamo, però, a trattenere solo 5,8 miliardi, cioè circa l’11%. Il talento, che dobbiamo sviluppare è aumentare tale percentuale” precisa il Presidente di ANBI.

Al proposito, ANBI ha indicato fin dal 2017, unitamente all’allora Struttura di Missione #italiasicura, una strategia fatta di 2.000 invasi medio-piccoli da realizzare in 20 anni grazie ad un investimento di circa 2.000 miliardi di euro; contestualmente sono stati presentati i primi 218 progetti, interessanti 17 regioni (il maggior numero, 73, in Veneto, ma è la Calabria, la regione ad abbisognare di maggiori investimenti: 527 milioni di euro).

A Settembre 2020, nella prospettiva del Recovery Plan, ANBI ha presentato un Piano per l’Efficientamento della Rete Idraulica del Paese, comprendente, innanzitutto, la manutenzione straordinaria di 90 bacini, in buona parte interriti.

“La loro capacità – afferma Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – è ridotta del 10,7% a causa della presenza di oltre 72 milioni di metri cubi di sedime, depositati sul fondo: 46 bacini sono al Sud, 36 al Centro, 9 al Nord.”

Oltre a ciò, il Piano ANBI prevede il completamento di 16 bacini (capacità complessiva: mc. 96.015.080; investimento: quasi 452 milioni di euro) e la realizzazione di 23 nuovi invasi (capacità complessiva: mc. 264.493.800; investimento: circa 1 miliardo e 231 milioni di euro).
“Sono tutti progetti definitivi ed esecutivi, cioè in avanzato iter burocratico e quindi capaci di rispettare il cronoprogramma indicato dall’Unione Europea, garantendo quasi 10.000 posti di lavoro. Per questo – insiste il DG di ANBI– ribadiamo la richiesta di inserimento nel Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza.”

E’ utile ricordare che, ancora nel 1971(!), la Conferenza Nazionale delle Acque aveva indicato in almeno 17 miliardi di metri cubi, la necessità di invaso necessaria a soddisfare le esigenze del Paese al 1980(!); oggi, secondo i dati del Comitato Italiano Grandi Dighe, tale capacità ammonta a 13,7 miliardi di metri cubi, di cui però è autorizzato l’uso di solo 11,9 miliardi, un volume ben lontano da quanto previsto 50 anni fa!

Risulta evidente, secondo l’ANBI, l’urgente necessità di incrementare sensibilmente le capacità di invaso per sopperire alle esigenze idriche in un quadro condizionato dalla crisi climatica, dove ormai piove in maniera sempre più “tropicale” ( grandi volumi in autunno-inverno, poco in primavera-estate) con ripetuti fenomeni alluvionali in tutte le regioni (negli anni recenti, lo Stato spende mediamente 3 miliardi e mezzo all’anno per riparare i danni) e stagioni siccitose anche in aree, dove nel passato tali fenomeni erano molto rari (la situazione è già oggi critica in Sicilia e condizioni di sofferenza idrica si stanno ripetendo sulla fascia adriatica dell’Appennino).

Ad innervare d’acqua il territorio italiano è una rete di circa 200.000 chilometri di corsi d’acqua (circa 5 volte la circonferenza della Terra), bisognosa di manutenzione straordinaria di fronte all’estremizzazione degli eventi atmosferici. I Consorzi di bonifica ed irrigazione hanno pronti 729 progetti cantierabili (ricompresi nel Piano ANBI per l’Efficientamento della Rete Idraulica del Paese: 241 al Nord, 266 al Centro, 222 al Sud), capaci di garantire quasi 12.000 posti di lavoro con un investimento di circa 2 miliardi e 365 milioni di euro.

“Nella Giornata Mondiale dell’Acqua – conclude Gargano – è infine opportuno segnalare con forza che la fondamentale funzione del reticolo idraulico minore, rischia ora di essere pregiudicata dall’applicazione meccanica dei parametri comunitari del Deflusso Ecologico, evoluzione del Minimo Deflusso Vitale, già in essere nel nostro Paese. L’obbiettivo di garantire le condizioni di vivibilità dei corsi d’acqua è prioritario ma, come sempre, deve essere declinato in base alle realtà locali. E’ evidente che le fluenze dei grandi fiumi continentali sono assai diverse da quelle dei corsi d’acqua italiani, dove anche il Po è ormai caratterizzato da un andamento torrentizio con forti escursioni di portata.”

“I corpi idrici vanno rispettati, ma il pericolo di un’interpretazione rigida dei parametri – comunica preoccupato il Presidente di ANBI, Vincenzi – è di non avere più a disposizione l’acqua sufficiente a garantire un territorio riconosciuto nel mondo e di cui sono parte integrante i fontanili, le marcite, i prati stabili, la policromia dei panorami; l’uso delle risorse idriche è determinante anche per mantenere l’equilibrio ambientale. E’ una battaglia, che stiamo conducendo attraverso Irrigants d’Europe e sulla quale, proprio in questa giornata, chiediamo l’impegno dell’intero Paese.”




AstraZeneca: somministrato il vaccino a Figliuolo e Curcio

Si sono vaccinati al drive through della Difesa alla Cecchignola, a Roma, il Commissario straordinario per l’emergenza Covid, Francesco Figliuolo, e il Capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. A entrambi, che hanno atteso in fila assieme ad altri cittadini e militari seguendo i regolari protocolli per la somministrazione, è stata inoculata la dose di Astrazeneca in una delle tende allestite nella struttura.

Non mi sono ancora prenotato ma farò Astrazeneca, ha affermato Mario Draghi in conferenza stampa.

Disdette ferme al 5-10%, qualche timore ma soprattutto la consapevolezza diffusa che solo vaccinandosi si potrà finalmente tornare a vivere. Gli italiani hanno accolto favorevolmente il nuovo via libera dell’Ema e dell’Aifa ad Astrazeneca e si sono presentati negli hub e nei luoghi dove dopo 4 giorni di stop è ripresa la somministrazione del farmaco dell’azienda anglo svedese. Dal drive trought allestito dalla Difesa al parco Trenno di Milano alla Nuvola di Fuksas a Roma, le prenotazioni sono state dunque rispettate e solo una piccola parte, stando a quanto comunicato dai diversi centri vaccinali, ha rinunciato a presentarsi. Evidentemente più degli allarmi hanno pesato le valutazioni degli esperti, con l’Aifa che ha ribadito come “i benefici del vaccino AstraZeneca superano ampiamente i rischi”.

I quattro giorni di stop hanno fatto saltare circa 200mila somministrazioni in tutta Italia; una cifra che secondo il governo dovrebbe essere recuperata in un paio di settimane, ampliando gli orari per le vaccinazioni. Sono le regioni – alcune delle quali riprenderanno nelle prossime ore o addirittura lunedì – a decidere se inserire chi era prenotato tra il 16 e il 18 marzo tra coloro che sono in lista nelle successive due settimane o se scalare in avanti di quattro giorni tutte le prenotazioni. Quel che è certo è che chi viene riconvocato e non si presenta all’appuntamento, scalerà in fondo alla fila e sarà vaccinato per ultimo. Lo ha ribadito il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli.

Sciolto il nodo di Astrazeneca, ora il governo punta a far decollare davvero la campagna e a centrare l’obiettivo fissato per aprile, 500mila dosi al giorno, più del doppio di quanto veniva somministrato prima dello stop. “La campagna può ora entrare nel vivo – conferma il direttore della prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza – anche perché ad aprile un quarto vaccino si renderà disponibile”. Il vaccino è il monodose Johnson & Johnson, che nel secondo trimestre dovrebbe consegnare all’Italia 7, 3 milioni di dosi e che potrebbe essere distribuito nelle farmacie, come ha anticipato l’assessore Alessio D’Amato per il Lazio.

Nelle prossime ore, inoltre, partiranno nella cittadella militare della Cecchignola, a Roma, le vaccinazioni dei fragili per andare a regime da martedì. 




Covid, il rischio resta alto in 10 regioni. Moderato per 11

Si continua ad osservare un livello generale di rischio alto: dieci Regioni (stesso numero della settimana precedente) hanno un livello di rischio alto. Le altre 11 Regioni/PPAA hanno una classificazione di rischio moderato (di cui sette ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane).

Sedici Regioni/PPAA hanno un Rt puntuale maggiore di uno. Tra queste, una Regione (Campania) ha un Rt con il limite inferiore maggiore di 1,5 compatibile con uno scenario di tipo 4, e due (Piemonte e FVG) hanno un Rt con il limite inferiore maggiore di 1,25, compatibile con uno scenario di tipo 3. Dodici Regioni hanno un Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni/PPAA hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno.

Tutte le Regioni/PPAA, tranne sei, hanno riportato allerte di resilienza. Due di queste (Campania e Veneto) riportano molteplici segnali di allerte di resilienza.

E’ necessario continuare a mantenere “rigorose misure di mitigazione nazionali”, alla luce dell’ “elevata incidenza, l’aumento della trasmissibilità e il forte sovraccarico dei servizi ospedalieri”. Lo afferma l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) nella bozza del monitoraggio settimanale. Oltre alle misure a livello nazionale, sono necessari ” puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione”.

L’aumento dei casi dovuti alle varianti del virus SarsCoV2 impone la riduzione delle interazioni fisiche e della mobilità e di evitare in genere tutti i contatti non necessari fuori dalla propria abitazione. Lo rileva l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) nel monitoraggio settimanale. “Alla luce del sostenuto aumento della prevalenza di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità”, l’Iss invita a “mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e della mobilità.

Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale è arrivato alla soglia critica (40%) con un forte aumento nel numero di persone ricoverate in queste aree: da 22.393 (09/03/2021) a 26.098 (16/03/2021). Lo evidenzia la bozza di monitoraggio in merito al tasso di occupazione dei reparti ospedalieri.

Resta fermo a 1,16, lo stesso valore della scorsa settimana, l’Rt nazionale. E’ quando sarebbe indicato, secondo quanto si apprende nel monitoraggio settimane Iss-Ministero Salute. Nel periodo 24 febbraio – 09 marzo 2021, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,16 (range 1,02 – 1,26), conferma una nota dell’Iss, “sempre sopra uno in tutto il range”.




Rapporto Woelki su abusi sessuali nell’Arcidiocesi di Colonia: 314 vittime e 202 responsabili

E’ bufera nella Chiesa tedesca dopo la presentazione dell’indagine indipendente sulla gestione degli abusi sessuali nell’Arcidiocesi di Colonia, commissionata dall’arcivescovo, cardinale Rainer Maria Woelki, e illustrata in una conferenza stampa dagli esperti di diritto penale prof. Bjorn Gercke e Kerstin Stirner.

Il rapporto copre il periodo dal 1975 al 2018 ed esamina in dettaglio 236 fascicoli con l’obiettivo di identificare eventuali carenze e violazioni della legge, nonché i responsabili.

E i risultati sono impietosi: sono infatti 202 i responsabili e 314 le vittime degli abusi sessuali avvenuti in passato nell’arcidiocesi, tra le maggiori della Germania. Per il 63%, i responsabili sono appartenenti al clero. “Mi vergogno profondamente”, ha detto in conferenza stampa il card. Woelki, condannando “l’occultamento” dei fatti avvenuto in passato. “Le azioni devono avere conseguenze anche per gli appartenenti al clero”, ha detto. 

E nella diocesi – e non solo – è subito terremoto: Woelki ha immediatamente esonerato il vescovo ausiliare Dominikus Schwaderlapp, ex vicario generale, e il funzionario Günter Assenmacher, responsabile delle questioni del tribunale ecclesiastico. “Chiedo a Papa Francesco il suo giudizio”, ha dichiarato Schwaderlapp offrendo al Pontefice la rinuncia all’incarico, perché “non posso essere giudice della mia stessa causa”. Il vescovo ausiliare ha aggiunto di vergognarsi “di aver prestato troppa poca attenzione a quello che sentono le persone, a quello di cui hanno bisogno e a come la Chiesa deve comportarsi con loro”.

Come ulteriore risultanza, l’attuale arcivescovo di Amburgo, mons. Stefan Hesse, che era stato a sua volta vicario generale a Colonia, avrebbe “violato i suoi doveri”, e anch’egli ha subito offerto al Papa le dimissioni, chiedendo la rimozione dal proprio incarico con effetto immediato. Stando ai periti, invece, il cardinale Woelki non è responsabile di omissioni.




18 marzo 2020, una pagina nera della storia d’Italia: in memoria di un bacio negato

Il 18 marzo 2020 resterà scolpito nella memoria come la giornata di inumana follia, un flash mob da balconi e terrazze con gente euforica che ballava e cantava “Canta, canta un motivo, canta perché sei vivo”, per esorcizzare la paura, dicevano loro.

A pochi chilometri, nel nord Italia, invece tanti piangevano per la perdita dei loro cari e quei canti, senza dubbio, non lenivano minimamente il dolore di queste persone.

Oggi, 18 marzo 2021, ricorre il primo anniversario di una pagina nera scolpita con dolore nella storia italiana. Una pagina che racconta di quel triste mercoledì dello scorso anno con il sole che tramontava alle 18.20 da un cielo plumbeo. In via Borgo Palazzi, a Bergamo, sostavano settanta camion militari, in fila, parcheggiati lungo il marciapiede. Per la strada non si vedeva un’anima ed il silenzio regnava sovrano. Lentamente scendeva l’oscurità e i fari dei camion illuminavano il vuoto che circondava il funebre convoglio.

Funebre e macabro era quel convoglio perché ogni camion parcheggiato custodiva a bordo la salma di un “caro” sconosciuto. Di “tanti cari e tanti ignoti” erano i settanta feretri che sostavano in via Borgo Palazzi. Vista desolante! Settanta feretri in solitudine che aspettavano il via per proseguire verso altrettante destinazioni ignote, portando “il carico” fuori dalla Regione. Finalmente il segnale arrivava ed il corteo funebre con le settanta salme procedeva lentamente verso la destinazione, un cimitero fuori dalla Regione per poi consegnare “il carico” ai forni crematori.

I camion dell’esercito attraversavano il cuore di una città deserta con le bare dei morti per l’epidemia avendo come unico accompagno la scorta dei carabinieri. Nessuna bandiera a mezz’asta, nessun rullio di tamburo, nessun suono di tromba, e quello che è più triste e doloroso, nessuna presenza di un parente, una persona cara a rendere l’ultimo saluto.

I congiunti degli occupanti degli ignoti feretri hanno dovuto rassegnarsi ad assistere da casa allo spettacolo macabro. A loro è stato negato il diritto a poter conoscere la destinazione del loro caro. A loro è stato inibito il diritto di dare degna sepoltura per avere almeno il conforto a poter restituire sulla tomba amata il bacio negato in punto di morte. Non si sa quanti dei congiunti siano stati informati che il loro caro sarebbe stato cremato anziché tumulato.

Dopo quanto riportato da Il Messaggero del 19 aprile 2020, che ha svelato lo scandalo al cimitero di Prima Porta – “Al posto delle ceneri solo terra e sassi”, con quale animo possono rimanere tranquilli i congiunti di quei settanta feretri di via Borgo Palazzi?

Settanta salme, settanta anonimi, rimangono stampati nella memoria nazionale come una macchia nera, come desolante rimarrà il triste ricordo di quell’euforia impietosa dei tanti affacciati dalle finestre, in balconi e terrazze ballando e cantando in un giorno di lutto nazionale.

Passerà alla storia come il fattaccio di via Borgo Palazzi. Il tempo guarisce tutte le ferite ma la memoria di quei settanta e prima ancora di tanti altri, gridano giustizia e si spera, vinta l’epidemia, che qualche Magistrato vorrà riprendere la storia per rendere giustizia ai tanti orfani di abbracci ed ultimi baci d’addio rubati.




Roma, elezioni: Gualtieri pronto a candidarsi a sindaco con il Pd. Strappo con Calenda

Roberto Gualtieri è disponibile a candidarsi per il Pd come sindaco di Roma. Lo si apprende da fonti del Partito Democratico. Al momento i vertici romani del Pd avrebbero acquisito la sua disponibilità a correre per il Campidoglio. Ora l’ultima parola spetta al neo segretario Enrico Letta.

“Mi sono candidato il 12 ottobre. Ho ritenuto di avvertire l’allora segretario Zingaretti per cercare di tenere unito il centrosinistra. Per la stessa ragione abbiamo partecipato a un tavolo di coalizione sparito nel nulla. In questo lungo periodo ho lavorato sul programma. Abbiamo incontrato 500 associazioni di cittadini e analizzato i problemi di Roma quartiere per quartiere. Ora apprendiamo dai giornali, altro che tavoli e dialoghi, dell’imminente candidatura di Gualtieri. Appare evidente la scelta di rompere. Ci confronteremo alle elezioni”. Lo dice il leader di Azione, Carlo Calenda.