Bimbo si schiaccia la mano a scuola, indagata la sindaca di Crema: primi cittadini in rivolta!

Il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi, ha ricevuto un avviso di garanzia per un incidente accaduto nell’ottobre 2020 nell’asilo comunale della città. Un bimbo si era ferito la mano nel cardine di una porta tagliafuoco, procurandosi lesioni da schiacciamento curabili in tre mesi. “Insieme a Stefania siamo tutti indagati, se lo Stato non cambia regole ci costituiremo parte civile”, ha commentato il presidente dell’Anci, Antonio Decaro.

L’annuncio in consiglio comunale. E’ stato lo stesso primo cittadino della città, in provincia di Cremona, a dare notizia di essere indagata nel corso dell’ultimo consiglio comunale. Al sindaco, in concorso con altri, si contesta di aver omesso l’installazione di dispositivi idonei ad evitare la chiusura automatica. “Non vi nascondo che questo episodio – ha detto Bonaldi ai consiglieri comunali -, fin dal suo accadere è stato per me fonte di grande avvilimento, lenito solo dal felice esito sanitario”.

“Aumentare tutele giuridiche a favore dei sindaci””Oggi – ha sottolineato – è anche tempo di porre l’attenzione su un sistema che, a livello nazionale, necessita di interventi e correttivi, invocati anche da autorevoli opinionisti e studiosi in modo trasversale, che aumentino le tutele giuridiche a favore dei sindaci. Se oggi per trovare candidati disponibili è necessario un lunghissimo percorso di persuasione, è perché servire la propria comunità è diventato troppo rischioso”.

Parlando poi con i giornalisti ha aggiunto: “Così si rischia di fare terra bruciata, si rischia che nessuno voglia fare più il sindaco. I miei colleghi conoscono il problema. Le responsabilità che hanno i sindaci sono obiettivamente sproporzionate ed eccessive, direi anche meglio: non ben circostanziate”. Quanto accaduto, però, non ha cambiato la sua voglia di amministrare la città: “Politicamente parlando e parafrasando il grande Battiato, ‘mi spinge a impegnarmi con ancora più volontà'”.

“Liberare i sindaci da responsabilità non proprie”. Immediato il sostegno trasversale degli altri primi cittadini al sindaco Bonaldi. Per Decaro “è l’ennesima testimonianza di quello che l’Anci e tutti i sindaci Italiani stanno denunciando ormai da tempo. Non è nostra abitudine contestare le attività della magistratura né metterne in discussione le scelte, ma lo Stato deve metterci nelle condizioni di fare il nostro lavoro serenamente. Non chiediamo l’immunità o l’impunità, chiediamo solo di liberare i sindaci da responsabilità non proprie”.

Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Milano, Beppe Sala. “Così non si può andare avanti”, ha detto. “Mi pare che ci sia un largo consenso su questo e mi aspetto che ci sia anche qualche azione decisa da parte dei sindaci”.




M5s addio: Marcello De Vito saluta Virginia e abbraccia Forza Italia

Marcello De Vito lascia il Movimento 5 Stelle e passa a Forza Italia creando un nuovo problema alla maggioranza capitolina dopo l’addio di altri 5 consiglieri contrari alla candidatura della sindaca per il secondo mandato in Campidoglio. A pochi mesi ormai dalle prossime elezioni, l’attuale presidente dell’Assemblea Capitolina, da sempre vicino alla corrente critica nei confronti della Raggi guidata da Roberta Lombardi, prepara la sua ‘vendetta’ politica e, dopo aver annunciato l’addio al Movimento, decide di passare tra le fila del partito di Silvio Berlusconi.

E non è escluso – come ha ammesso lui stesso – che altri delusi pentastellati possano prendere a breve la stessa strada. In questo momento, dunque, il Movimento 5 Stelle occupa appena 24 dei 49 seggi dell’Aula Giulio Cesare (compreso quello della sindaca), cinque in meno rispetto al 2016, quando la Raggi salì in Campidoglio. Una situazione che rischia comunque di complicare la campagna elettorale per il bis a Palazzo Senatorio.

L’annuncio di De Vito, che riporta Forza Italia in Assemblea dopo l’addio di Davide Bordoni (oggi alla Lega), ha lasciato perplessi non solo parte della base grillina ma anche membri dello stesso partito di Berlusconi. “Provo autentico ribrezzo per la scelta, di cui nulla sapevo fino a stanotte, e da cui mi dissocio, di imbarcare in Forza Italia un grillino dei peggiori – tuona il deputato Andrea Ruggieri -, personaggio pessimo non perché indagato ma perché candidato contro Forza Italia a suon di video in cui ci dava dei ladri e dei mafiosi”. Non in poche occasioni, infatti, gli azzurri sono finiti nel mirino delle invettive politiche pentastellate. “In questi mesi ho avuto modo di conoscere Tajani, Gasparri, Barelli e tutti gli altri dirigenti romani del partito – taglia corto De Vito all’ANSA -. Ruggieri non lo conosco ma lo rispetto”. Attivista della prim’ora, candidato sindaco nel 2013 e mister preferenze nel 2016, Marcello De Vito ha lasciato il Movimento lo scorso 24 maggio, denunciando le “capriole ideologiche” del M5S. Un rapporto che si era andato deteriorando con gli anni, soprattutto dopo l’inchiesta sullo stadio della Roma (che lo vede ancora imputato) che sfociò nel suo arresto, prima in carcere, poi ai domiciliari e infine in libertà su decisione della Cassazione. “La mia scelta – spiega però – prescinde dalle vicende giudiziarie. Il comportamento di M5S e dei suoi principali esponenti lo definisco inqualificabile ma non ha influito sulla mia scelta”.

“Dallo scorso gennaio – racconta ancora – ho avuto modo di confrontarmi con Maurizio Gasparri su molte questioni e ne è nato un ottimo rapporto. Avrei potuto smettere di far politica o mettere a disposizione l’esperienza acquisita in questi anni nel Consiglio comunale ed in maniera naturale mi sono rivolto all’area politica che aveva sempre rappresentato le mie idee e la mia cultura prima di entrare nel M5S”. Da oggi, dunque, sarà consigliere comunale di Forza Italia ma non lascerà il posto di presidente. “Credo di svolgere egregiamente il mio ruolo, nel rispetto del regolamento. Ovviamente se l’Aula chiedesse una votazione, la calendarizzerei e ne rispetterei l’esito”, sottolinea De Vito che esclude poi la sua candidatura a candidato sindaco del centrodestra. “Fi ha Gasparri – conclude – e spero sia lui a correre per il Campidoglio”.




Sostegni bis: risorse a Centri per l’impiego e Patronati. Arenare (SINLAI): ”Un’altra beffa ai danni del popolo Italiano”

Il Decreto Sostegni bis contiene un pacchetto di misure e disposizioni in materia di lavoro e politiche sociali. In particolare, vengono stanziate nuove risorse ai Centri per l’impiego per favorire le assunzioni e ai Patronati per sostenere l’assistenza amministrativa rivolta ai cittadini. Altre disposizioni riguardano l’assetto dirigenziale dell’ANPAL (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro).

Con il Sostegni bis verranno concessi finanziamenti ai Centri per l’impiego come risorse per far fronte all’aumento del personale per una cifra che ammonterebbe a 50 milioni di euro. I Patronati, invece, riceveranno 50 milioni di euro al fine di incentivare i servizi di assistenza diretta in materia di lavoro e previdenza.

Sul tema interviene Valerio Arenare, responsabile nazionale del Sindacato Sinlai:

Valerio Arenare

”Tra le cose assurde, che questo governo ha fatto, questa forse è la più ridicola. Stanziare 70 miliardi per delle strutture che si sono rilevate inutili e mal gestite visto che non sono riuscite, in 3 anni quasi, a trovare lavori per i percettori dei redditi di cittadinanza e che non hanno altre funzioni, considerato che il 90% avviene tramite agenzie interinali. Inoltre, già percepiscono l’assegno di collocazione concesso ai percettori di RDC per essere aiutati a trovare lavoro, di fatto poi usato per finanziare agenzie interinali, oltre proprio ai centri per l’impiego. Per quanto riguarda il finanziamento ai Patronati, definire la cosa assurda è anche poco. I Patronati sono enti di assistenza sociale che appartengono ai principali sindacati Italiani ed alle associazioni datoriali di categoria. I principali Patronati appartengono a CGIL, CISL, UIL, UGL, COLDIRETTI, CONFINDUSTRIA, ACLI, ovvero a tutte quelle strutture che possono rispondere ai requisiti per avere l’autorizzazione dall’INPS. I requisiti per avere un patronato sono il possesso di almeno il 50% delle sedi provinciali coperte da sedi fisiche e da dipendenti e almeno 50.000 tesserati attivi, pertanto, come è facile capire, possono possedere un patronato solo Sindacati e associazioni di grandi disponibilità economiche; e sono escluse le piccole sigle autonome. Pertanto, daremo soldi a chi ha già strutture economiche di grandi dimensioni, senza contare che i Patronati, che dovrebbero essere gratuiti per la quasi totalità delle pratiche, non muovono un dito se prima il cliente non sottoscrive tessere che spesso superano le 50 euro. In assoluto questa è la cosa più ridicola, vergognosa ed inutile, nonché dannosa per la nostra economia, che questo Governo potesse fare, nonché la peggior beffa per il popolo Italiano, che, a causa dell’emergenza sanitaria, sta soffrendo una profonda crisi economica. Invece di dare 70 milioni ai centri per l’impiego e 50 milioni ai già ricchi Sindacati ed associazioni di categoria, si poteva trovare un modo per sostenere le partite iva, gli autonomi, i lavoratori e soprattutto i disoccupati Italiani che in questo periodo di profonda incertezza vedono sempre meno roseo il proprio futuro.”




Vaccinare il mondo entro fine 2022: l’appello di Boris Johnson ai colleghi del G7

Completare la corsa alle vaccinazioni anti Covid in tutti i Paesi del mondo “entro la fine” del 2022. E’ l’impegno che il premier britannico Boris Johnson chiede ai colleghi capi di Stato e di governo del G7 di condividere con lui a una settimana dal vertice che egli stesso ospiterà – sotto la presidenza di turno del Regno Unito – in Cornovaglia, nell’estremo sud-ovest dell’Inghilterra.

L’obiettivo – spiega – è assicurare che una “terribile pandemia” come quella sperimentata in questi mesi dall’umanità non si ripeta “mai più” e al contempo offrire una guida per la ricostruzione post Covid ispirata “ai valori” della democrazia.

“La settimana prossima – sottolinea Boris Johnson in un intervento diffuso stasera da Downing Street – i leader delle più grandi democrazie del mondo si riuniranno in un momento storico per i nostri Paesi e per il pianeta”.

“Il mondo – prosegue – ci guarda e ci chiede di essere all’altezza della maggiore sfida del dopo guerra: sconfiggere il Covid e guidare una ripresa globale ispirata ai nostri valori condivisi”. “Vaccinare il mondo entro la fine dell’anno prossimo – rimarca ancora il primo ministro britannico – sarebbe il più grandioso exploit nella storia delle medicina. E io faccio appello ai miei colleghi leader del G7 a unirsi a noi (verso tale obiettivo) per mettere fine a questa terribile pandemia, impegnandoci a far sì che una devastazione come quella scatenata dal coronavirus non accada mai più”.




Un Paese di delinquenti, salvo qualche eccezione per fortuna

L’amministrazione della giustizia è il metro di valutazione del grado di civiltà di una comunità

Di frequente si scrive Italia, paese di pazzi! Anche questa è apparenza e non sostanza, i pazzi infatti sono degli ingenui, senza malizia, innocui;  la definizione pertinente è: Paese di delinquenti, vale a dire di ladri e di corrotti e di incapaci: questa, con dispiacere, è la regola che si legge in giro, salvo qualche eccezione per fortuna.

L’amministrazione della giustizia è il metro di valutazione del grado di civiltà di una comunità. Quanto si registra ultimamente nei vertici del Consiglio Superiore della Magistratura a proposito di corruzione, manovre distorsive, sul carrierismo dei vari magistrati, gli arbitrari milionari, i  privilegi inauditi, allora si comprende perché anche la più banale delle cause debba durare oltre tredici anni nella, di nuovo, generale indifferenza, anche dei sommi capi del losco sistema.

Si ricorda quanto è esploso sui giornali tre o quattro anni fa a proposito di quel consigliere di Stato che da ben dieci anni educava e istruiva le future giudicesse imponendo minigonne, tacchi a spillo e mutande rosse? Dove sono ora queste giudicesse così ben educate? Al contrario si osservino certe facce di magistrati a livello apicale, soprattutto quella del maggior responsabile che in questi giorni ci passano sotto gli occhi alla televisione o nei giornali: ci si chiede sulla scorta di quale principio di efficienza operativa e di rispetto degli utenti si possano destinare a giudici persone con una tal faccia e sembiante, da far accapponare la pelle già a prima vista? Tale contesto primitivo e grottesco ricorda quel direttore delle poste tutto afflato lirico e cuore grande che destinò allo sportello pubblico un impiegato monco, con un solo braccio, a sbrigare raccomandate e vaglia postali e pacchi e francobolli, ecc… Con una sola mano! 

Ed ecco qualche episodio, verificato

Il giudice, ammesso che sia un giudice e non un avvocato che è stato fatto diventare giudice, sentenzia di abbattere un manufatto abusivo e illegittimo. Un altro giudice, nel grado successivo, dopo quattordici anni!!!, sentenzia: non è abusivo, quindi  ricostruire! Si è mai sentito qualcosa del genere? Un giudice scrive: abbattere, un altro: ricostruire! Chi paga? La regola e la giustizia, quella vera,  anche quella del buon senso, esige e vuole che  sia chi ha sbagliato a dover pagare cioè il giudice, uno dei due: invece nel paese dei delinquenti è la vittima a pagare! E nemmeno l’abusivista diventato innocente, nemmeno  il giudice impappone! A  chi ci si rivolge? Nessuno ascolta, letteralmente: se vuoi farti ascoltare, sei obbligato  ad alimentare il tristo apparato cioè affrontare  un altro grado di giudizio, rivolgersi a un avvocato, sborsare soldi, vivere nelle angustie e aspettare una bella quantità di altri anni, per forse avere soddisfazione. Oppure protestare pubblicamente, pure se hai ottantanni, con striscioni e cartelloni magari davanti al Quirinale dove risiede il numero uno della Giustizia. Oppure, oppure…

Ancora: il giudice sbaglia a leggere un atto notarile col risultato di stravolgere un andamento comunitario durato secoli in pace;  in più, erroneamente o per altre ragioni, sentenzia che tizio, pur se ben individuato e documentato negli atti, non fa parte dei due venditori di un determinato cespite! oppure, altra sentenza, che un bene strutturale che è stato proprietà comune per secoli, ora di punto in bianco, per motivazioni assolutamente personali del giudice o della giudicessa e non giudiziarie o tecniche, diventa privato: in questi casi di palesi e manifesti errori materiali o di sviste   -salvo altre ipotesi- che nulla hanno a che fare con il Diritto e tanto meno con la Giustizia, per quale ragione la vittima deve passare ad altri gradi di giudizio, spendendo soldi, vivendo nell’ansia e aspettare dopo 14 anni, chissà quanti altri anni ancora, visto il losco andazzo? Non è più logico e doveroso, se non lo fa il giudice interessato, che siano i suoi superiori ad intervenire e correggere gli errori? Dove è scritto che un giudice è infallibile come un Papa anche quando sbaglia vistosamente e che occorre un altro Papa per correggere  gli errori materiali, sempre ammesso che siano errori e non invece altro di altra origine?

L’ambiguo sistema, invece, vuole che si continui ad alimentare il giuoco, a beneficio di certi giudici e degli avvocati e a danno delle vittime e della comunità dei cittadini che, tra l’altro, deve mantenere lautamente l’indegno apparato. E’ doloroso vivere da parte dei cittadini in che modo il solo pilastro e garanzia di generale equità possa essere lordato così facilmente da certi personaggi immessi nel sistema e rimanervi.    




Covid: 600 mila vaccinazioni in un giorno. Figliuolo: “Italia seconda in Ue”

E’ stata raggiunta quota 600 mila vaccinazioni venerdì in Italia: il dato è stato fornito dal governo e nel corso della giornata subirà un’ulteriore stabilizzazione. E’ la prima volta che si raggiunge un numero così alto di dosi inoculate: sono state per l’esattezza 598.510, di cui 444.639 prime dosi che hanno riguardato 24.331.702 persone, mentre sono 12.737.533 le persone che hanno completato il ciclo. Figliuolo: “Italia seconda in Ue”




Ddl Zan, le opinioni: Movimento Nazionale e Volt Italia a confronto

Una proposta di legge che assiste a tante polemiche tra sostenitori e detrattori

Confronto sulla proposta di legge conosciuta come ddl Zan contro l’omotransfobia tra Giustino D’Uva portavoce del Movimento Nazionale contrario alla legge e Luca Maria Lo Muzio Lezza Regional Lead Volt Italia che invece sostiene il Ddl.

Una proposta che dopo l’approvazione alla Camera si trova ora in Senato.

Un Ddl che sta dividendo l’opinione pubblica soprattutto per quello che viene definito come pericolo alla libertà di opinione.






Abruzzo, Liguria, Umbria e Veneto andranno in zona bianca. Brusaferro: “Il trend di decrescita continua a confermarsi”.

Da lunedì 7 giugno Abruzzo, Liguria, Umbria e Veneto passeranno in zona bianca. Il ministro della Salute Roberto Speranza firmerà in giornata una nuova Ordinanza sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di regia. Prosegue intanto il calo dell’indice di contagio Rt, sceso a 0,68 dello 0,72 della settimana scorsa.

“La curva sta decrescendo a livello europeo e il dato italiano mostra anche una decrescita e il numero di caso è in diminuzione. L’incidenza è di 32 casi su 100mila abitanti e tutte le regioni sono sotto il valore di 50 casi su 100mila abitanti”.

Lo ha detto il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, alla conferenza stampa al ministero della Salute sull’analisi dei dati del monitoraggio settimanale della Cabina di Regia. Il trend di decrescita “continua a confermarsi”.




Tumori e fattore ereditarietà, con l’esame del DNA si può fare prevenzione. Marina Baldi: ecco come funziona

La prevenzione da malattie che possono essere identificate con largo anticipo grazie all’esame del nostro Dna. Una delle ultime conquiste nel campo della biologia molecolare che vede in prima linea la dottoressa Marina Baldi direttore sanitario di Eurofins Genoma Group Roma, la più grande realtà in questo campo a livello europeo.

Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 03/06/2021

Esistono famiglie in cui la malattia tumorale è più frequente rispetto al resto della popolazione.  Alcuni tipi di cancro infatti infatti hanno un origine ereditaria cioè sono causati dalla presenza di una mutazione che viene tramandata di generazione in generazione aumentando il rischio delle persone che la possiedono di sviluppare un certo tipo di tumore. Grazie allo studio delle famiglie a rischio alcune di queste mutazioni sono state identificate e si conosce il gene coinvolto e anche il tipo di mutazione ovvero l’alterazione della sequenza del DNA.

La possibilità di distinguere, prima dell’insorgenza della malattia, trattiene la famiglia a rischio a una sequenza normale e chi è portatore della mutazione è importante perché chi non ha la mutazione possiede lo stesso rischio del resto della popolazione mentre chi la possiede ha un rischio molto maggiore di sviluppare la malattia

Officina Stampa del 03/06/2021 – la dr.ssa Marina Baldi spiega le tecniche di prevenzione che si possono attuare con l’esame del DNA

L’identificazione dei portatori della mutazione viene fatta attraverso un test genetico che generalmente a partire da un prelievo di sangue consente di isolare il DNA e di analizzarlo

Nel caso in cui la mutazione presente nella famiglia sia già nota si sequenzia solo la regione del gene coinvolto per accertare la presenza o meno della mutazione

Il risultato del test è positivo se viene trovata la mutazione e le persone che la possiedono potranno entrare a far parte di in un preciso programma di sorveglianza sanitaria per diagnosticare precocemente l’eventuale insorgenza della malattia

Il risultato è invece negativo quando il sequenziamento non rivela la presenza della mutazione cercata, in questo caso il rischio di sviluppare il tumore è simile a quello della popolazione in generale.

Nel caso in cui in una famiglia a rischio non venga individuata la mutazione saranno sequenziati più geni con l’obiettivo di trovare quello mutato e il tipo di mutazione e il risultato del test sarà positivo qualora venga identificata una mutazione in uno dei geni analizzati. In questo caso il paziente viene indirizzato verso precisi protocolli di sorveglianza sanitaria e di prevenzione e ai familiari che lo desiderano viene offerta la possibilità di fare il test.

Il risultato del test è negativo quando nessuna mutazione associata a un rischio maggiore venga invece rilevata.  

Esiste anche un risultato incerto quando si identificano delle mutazioni di cui ancora non si conosce l’effetto sullo sviluppo della malattia. In questi casi la presenza di una storia familiare di predisposizione al cancro indirizza il paziente e i familiari comunque verso una precisa sorveglianza.

Vista la complessità nell’interpretazione di questi dati e le implicazioni di tipo etico per il paziente e i propri familiari legate al conoscere la predisposizione, i test genetici sono gestiti solo in ambito ospedaliero e sono preceduti e seguiti da una consulenza genetica.

La scoperta di geni che quando sono mutati rendono le persone più suscettibili a sviluppare un tumore ha consentito di sviluppare test  per riuscire a individuare i portatori della mutazione prima che sviluppino la malattia. 




M5s, l’ex ministro Elisabetta Trenta lascia: “Questa non è più la casa della trasparenza”

“Lascio i 5 Stelle, più precisamente questo Movimento. Lascio con tanto dolore ma senza il rimpianto di non averci creduto e di non averci provato fino all’ultimo. Questa non è più la casa della trasparenza, della democrazia dal basso, della partecipazione e della coerenza con valori che sono e resteranno comunque miei. Lascio perché il coraggio di andare contro, quando è necessario, è stato messo in secondo piano dai personalismi, perché i troppi compromessi e le retromarce sono la negazione dei sogni di chi ha creduto in noi”. Così su Facebook l’ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta.



“Caro Luigi – aggiunge poi Trenta rivolgendosi a Di Maio – ti sarò sempre riconoscente per avermi voluto come Ministro della Difesa, dandomi una grande e unica opportunità. Mi sono sentita orgogliosamente parte della tua squadra. Dovevamo e volevamo cambiare il Paese e invece, tra troppe paure, è cambiato il Movimento. Da parte mia, e lo sai bene, non ho mai ceduto sui nostri valori imprescindibili anche quando alcuni si sono messi contro di me cercando di infamarmi. Agli Stati Generali era stata promessa una svolta, una grande riflessione partecipata per ripartire e invece, per non ammettere che la base è altrove, tutto è finito velocemente in un cassetto”.

“Lascio ma non lascio la politica, scendo qui, proprio per ricominciare! Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguita, che mi hanno difesa, che mi hanno chiesto di occuparmi di loro e che hanno creduto in me. Io ci sarò sempre per tutti, non importa il partito e sarò sempre pronta a lavorare con chi crede nei valori di un’Italia giovane, dinamica e innovatrice, giusta, forte, pienamente inserita nel contesto europeo, Nato e internazionale, ponte di dialogo con il Mediterraneo e con l’Africa, terra di poeti, artisti, eroi, santi, navigatori, e inventori, luogo di bellezza dove ogni cittadino del mondo amerebbe vivere, studiare e lavorare! E da qualsiasi parte andrò, porterò con me i valori che mi hanno fatto aderire al Movimento e che oggi, mi costringono a lasciarlo per realizzarli. Oggi c’è bisogno di competenza, serietà e cuore e io non smetterò di metterli a disposizione del sogno di rendere il nostro Paese e il nostro mondo un posto migliore per i nostri figli”, conclude Trenta.




Oms approva vaccino cinese Biotech Sinovac: 51% nell’impedire il contagio e 100% nel prevenire i sintomi gravi e il ricovero

Il vaccino della cinese Biotech Sinovac guadagna l’approvazione d’emergenza dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), che lo omologa come “sicuro, efficace” e conforme agli standard internazionali anche nel processo di produzione. Il comitato indipendente di esperti vaccinali che fornisce i pareri all’agenzia Onu fa sapere che il vaccino – il secondo di produzione cinese approvato dopo il Sinopharm, sdoganato il 7 maggio – è utile per sopperire all’emergenza e somministrabile in due dosi distanziate di quattro settimane alle persone di 18 anni e più.

Il Sinovac, ha stabilito l’Oms, ha un’efficacia solo del 51% nell’impedire il contagio, ma del 100% nel prevenire i sintomi gravi e il ricovero, secondo i dati della sperimentazione, che tuttavia appare lacunosa nei dati sull’incidenza della copertura nelle persone di 60 anni e oltre. Fra i vantaggi accertati, dice ancora l’agenzia Onu, la facile stoccabilità, che rende il preparato Sinovac adatto all’impiego negli Stati meno ricchi. Ed è infatti già utilizzato in 22 Paesi, frutto della “diplomazia dei vaccini” di Pechino. Fra questi, Turchia, Brasile, Messico, Cile, Thailandia e Tunisia. Il via libera dell’Oms permette infatti al Sinovac di essere utilizzato nel programma Covax, che s’incarica di vaccinare i Paesi a basso reddito, altrimenti esclusi da ogni profilassi.

Il ministro della Salute Roberto Speranza. “Possiamo ancora accelerare – continua – la nostra campagna per superare questa stagione così difficile.

Altri 2,5 milioni di dosi di vaccini anti covid, oltre ai 3,5 milioni di Pfizer già in distribuzione, sono in arrivo questa settimana in Italia. Secondo quanto si apprende, oggi dovrebbero essere consegnate all’hub della Difesa a Pratica di Mare circa 370mila dosi di Johnson & Johnson, domani oltre 1,7 milioni di Astrazeneca e venerdì quasi 400mila dosi di Moderna.  

Sono arrivate a quota 40 milioni (39.958.409 secondo il sito ufficiale del Governo) le dosi di vaccino distribuite alla regioni in tutta Italia. I dati aggiornati a questa mattina dicono che sono state somministrate finora 35.435.853 dosi pari all’88,7% del totale distribuito, con 12.294.543 persone (pari al 22,66% della popolazione over 12) che hanno completato il ciclo vaccinale. A questi vanno aggiunti circa altri 11 milioni di italiani che hanno già ricevuto la prima dose.

Continuano a ritmo serrato le vaccinazioni nel Lazio. Oggi è stato il primo giorno dell’open week over 18 Astrazeneca festa della repubblica, destinato a chi ha più di 18 anni. I posti a disposizione sono tutti esauriti e saranno implementati per le giornate di sabato 5 e domenica 6 giugno, sempre con ticket virtuale sulla app ufirst. I ticket verranno staccati a partire da domani giovedì 3 giugno. Per quanto riguarda le vaccinazioni dei maturandi, “grande partecipazione dei ragazzi. Domani giornata finale”, spiega l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato.

La Sardegna si prepara all’immunizzazione di massa di tutta la popolazione over 16. Da venerdì 4 giugno la platea dei soggetti vaccinabili nell’Isola si amplia con l’inclusione dei cittadini nella fascia d’età 16-39 anni: a partire dalle 12, tramite la piattaforma di Poste Italiane, saranno abilitati a prenotare la somministrazione delle dosi negli hub e nei centri vaccinali del territorio regionale. Una scelta, quella di partire dal 4 giugno, dettata dall’esigenza di avere maggiori certezze in relazione alle scorte disponibili.

Al via anche in Sicilia, da domani, le prenotazioni per le vaccinazioni antiCovid per chi ha tra 16 e 39 anni. L’estensione della somministrazione del siero al nuovo target (che comprende oltre un milione e trecentomila persone) è stata autorizzata nell’ambito della campagna nazionale di immunizzazione. Verranno utilizzati i vaccini Pfizer e Moderna e, su base volontaria, anche Vaxzevria e Janssen (monodose).