Covid, impennata di casi tra i giovani

Impennata dell’Rt e in rialzo anche l’incidenza, rispettivamente a 0,91 (0,66 la scorsa settimana) e a 19 casi su 100 mila abitanti (dati di ieri contro 11 casi su 100mila 7 giorni fa). Sono questi – secondo quanto si apprende, i dati contenuti nella bozza di monitoraggio settimanale dell’Iss- Ministero della Salute sull’andamento dei contagi ora all’esame della cabina di regia e che saranno presentati oggi.

Nessuna Regione e Provincia Autonoma supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o area medica.

Il tasso di occupazione in terapia intensiva è 2%, con una diminuzione nel numero di persone ricoverate che passa da 187 (06/07/2021) a 157 (13/07/2021).

Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale rimane al 2%. Il numero di persone ricoverate in queste aree passa da 1.271 (06/07/2021) a 1.128 (13/07/2021). Lo rileva, secondo quanto si apprende, la bozza di monitoraggio settimanale dell’Iss- Ministero della Salute sull’andamento dei contagi ora all’esame della cabina di regia.

La circolazione della variante Delta è in aumento in Italia. Questa variante sta portando ad un aumento dei casi in altri paesi con alta copertura vaccinale, pertanto è opportuno realizzare un capillare tracciamento e sequenziamento dei casi ed è necessario raggiungere una elevata copertura vaccinale ed il completamento dei cicli di vaccinazione per prevenire ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus. Lo rileva, secondo quanto si apprende, la bozza di monitoraggio settimanale dell’Iss- Ministero della Salute ora all’esame della cabina di regia. E’ opportuno, si avverte, mantenere elevata l’attenzione.

I contagi da Covid-19 aumentano soprattutto tra i giovani. Lo rileva, secondo quanto si apprende, la bozza di monitoraggio settimanale dell’Iss- Ministero della Salute sull’andamento dei contagi ora all’esame della cabina di regia. La trasmissibilità sui soli casi sintomatici, si spiega, aumenta rispetto alla settimana precedente, sebbene sotto la soglia epidemica, espressione di un aumento della circolazione virale principalmente in soggetti giovani e più frequentemente asintomatici.

L’agenzia europea per le malattie prevede un forte aumento dei casi di Covid, quasi cinque volte di più, entro il 1 agosto rispetto ai livelli della settimana scorsa. In particolare, secondo il rapporto settimanale del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) si registreranno 420 casi di coronavirus ogni 100.000 abitanti, rispetto a poco meno di 90 della scorsa settimana.




Riforma giustizia penale: attenzione anche al civile e al tributario. Parla l’avvocato Lucarella

Lo scorso 8 luglio il Governo ha dato il via libera alle proposte di emendamento del Ministro Cartabia in materia di giustizia penale.

Il Comunicato di Palazzo Chigi (il n. 27 tanto per la precisione) spiega che “Il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità gli emendamenti governativi al disegno di legge recante “delega al Governo per l’efficienza del processo penale e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari pendenti presso le corti d’appello” (A.C. 2435) proposti dal Ministro della giustizia, Marta Cartabia”. 

Anche se diversi sono i punti importanti su cui il Min. Cartabia vorrà attenzionare il Parlamento, i più significativi sono (come riporta d’altronde il sito ufficiale del Ministero della Giustizia nel piano di sintesi pubblicato) quelli che più infuocherebbero, ipotizzando, il dibattito politico: ad esempio la prescrizione, la digitalizzazione, il rinvio a giudizio dell’indagato solo se si prospetta una “ragionevole previsione di condanna”, il meccanismo di discovery degli atti a garanzia dell’indagato e della vittima, ecc.

Abbiamo voluto sentire l’opinione dell’avvocato Angelo Lucarella, vice pres. coord. della Commissione giustizia del Ministero dello Sviluppo Economico, quale attento conoscitore delle dinamiche politico parlamentari e governative.

“Il Ministro Cartabia sta svolgendo, con tutta evidenza, quanto necessario e che il Paese attende da molto tempo.

Gli emendamenti non sono ancora pubblicati sul sito del Governo e, pertanto, non ci può che rifare al documento della Commissione Lattanzi, per un verso, nonché al prospetto di sintesi pubblicato, per altro verso, sul sito ufficiale del Ministero della Giustizia.

Fondamentalmente le proposte dell’ex Presidente della Corte Costituzionale si indirizzano su due direttrici: ammortizzare i ritardi e cambiare il principio del fine processo mai.

Il difficile viene ora, però, perché le proposte del Min. Cartabia incidono molto (in chiave politica) sulla questione della prescrizione: quest’ultima farà i conti con l’improcedibilità dell’azione penale.

Ciò nel mondo giuridico sta a significare, comunque, un sostanziale cambio di rotta rispetto al passato a prescindere da quanto si voglia o non voglia riconoscerlo. Ovviamente, da quanto si legge nel prospetto di sintesi del Ministero, saranno tenuti fuori da tale perimetro i reati soggetti alla pena dell’ergastolo.

Il nocciolo principale della riforma è, tuttavia, proprio sul tema dei tempi di inizio e fine della vicenda giudiziaria.

Il riflesso politico è tutto da decifrarsi ancora anche se, oggettivamente, la linea dell’esecutivo Draghi è nettamente diversa da quella del passato in cui si è partorita, un pò sbrigativamente, la riforma Bonafede (legge approvata in circa sei mesi rispetto all’insediamento del Governo Conte del giugno 2018).

Ma la vera sfida sarà non trascurare il fatto che oltre alla riforma penale ci sono quella civile e tributaria da farsi: ormai indifferibili. Nel civile i tempi biblici e la disorganizzazione cronica, da una parte; dall’altra parte, invece, accade che nel tributario si assiste alla nomina di Pm che diventano giudicanti aggiungendosi a questa assurdità degli novanta (in cui fu fatta la riforma) un’incapacità sistemica volta a professionalizzare al massimo il corpo decidente benché sia risaputo l’altissimo livello di complessità della materia.

Cittadini e contribuenti che servizio e garanzie di giustizia ricevono (anche costituzionalmente parlando)? Come percepiscono il tutto?

Un fatto è certo: il Parlamento non può sprecare questa occasione soprattutto per il PNRR e tenuto conto che ci si gioca la credibilità del sistema Paese difronte alla rinnovata fiducia europea”.




Castelli Romani, tre new entry per Fratelli d’Italia

A Nemi il partito della Meloni si trova ora sia in maggioranza che in opposizione con Libanori, Palazzi, Pazienza e Tersigni

Si rafforza ulteriormente la compagine di Fratelli d’Italia, che nel pomeriggio di ieri, nella sala del gruppo parlamentare di FdI presso la Camera dei deputati, ha ufficializzato l’adesione di nuovi esponenti politici ed amministratori del territorio: si tratta di Francesco Tafuro, Andrea Bizzarri, Stefano Tersigni ed Anita Luciano, che vanno così a rafforzare il partito di Giorgia Meloni, all’interno del quale sono orgogliosamente confluiti.

Ad accoglierli sono stati il capogruppo alla Camera dei Deputati, l’on. Francesco Lollobrigida, il deputato Marco Silvestroni e il consigliere regionale Giancarlo Righini. “Esprimiamo vivo apprezzamento e grande soddisfazione per l’adesione a Fratelli d’Italia di un gruppo nutrito di amministratori locali, persone dalla comprovata abilità amministrativa e dalla grande esperienza, che rappresenteranno sicuramente un valore aggiunto per il partito”, dichiarano congiuntamente gli onorevoli Lollobrigida, Silvestroni e Righini.

“Per Francesco Tafuro e Andrea Bizzarri è un ritorno a casa, visto che sono stati a lungo dei militanti. Una menzione particolare per l’avvocato Andrea Bizzarri, che torna finalmente a casa, essendo già cresciuto nel nostro movimento giovanile, dove si è politicamente formato. Proprio lui è stato peraltro tra coloro che più ha lavorato per trovare questa sintesi all’interno di FdI, e siamo certi che insieme a tutti gli altri sapranno dimostrare appieno le proprie qualità e capacità, contribuendo ad ulteriori successi politici ed amministrativi all’interno del nostro partito”.

“Fratelli d’Italia – hanno aggiunto Lollobrigida, Silvestroni e Righini – ha dimostrato in questi anni la sua inclusività, nonché la capacità di saper attrarre persone che arrivavano da esperienze diverse dalla nostra e si sono riconosciuti nei nostri valori e principi. In provincia di Roma il nostro disegno inclusivo si arricchisce quindi di amministratori e professionisti competenti e capaci.

E se FdI cresce è proprio grazie a Giorgia Meloni e ad una classe dirigente migliore di tutti gli altri”. Orgoglio e soddisfazione da parte delle new-entry nel partito di Giorgia Meloni, che si sono detti tutti felici di essere confluiti nella famiglia di Fratelli d’Italia, a partire da Andrea Bizzarri, per il quale si starebbe delineando un incarico di partito, che lo vedrebbe presiedere un importante dipartimento provinciale di FdI.”Ringrazio gli amici ed onorevoli Giorgia Meloni, Francesco Lollobrigida, Marco Silvestroni e Giancarlo Righini per la fiducia nei miei confronti e per l’opportunità concessami”, ha dichiarato Bizzarri. “Per me l’ingresso in Fratelli d’Italia rappresenta un ritorno in “famiglia”, visto che nel 1997 ho iniziato a muovere i primi passi all’interno del movimento giovanile di Azione Giovani, diventando poi presidente della sezione di Velletri e ricoprendo successivamente anche incarichi provinciali. Mi metterò sin da subito al servizio del partito – ha aggiunto Bizzarri -, per cercare di riportare la politica tra la gente e per la gente e di aggregare quante più persone possibile al progetto politico proposto da FdI. Un ringraziamento speciale, infine, ma non per ultimo, va al nostro gruppo di lavoro, grazie al quale mi trovo a concretizzare questo passaggio. Avanti tutta!”

Parole di vivo ringraziamento, per i quadri del partito, anche da parte di Francesco Tafuro, amministratore nel Comune di Ciampino: “Vorrei ringraziare gli on.li Giorgia Meloni e Francesco Lollobrigida per averci accolti in questa grande famiglia e gli amici on.li Marco Silvestroni e Giancarlo Righini per averci accompagnato nei primi passi di questa avventura. Siamo contenti e determinati, perché vogliamo contribuire a tutti i successi e gli impegni, anche gravosi, che aspettano il partito, a livello comunale, regionale e nazionale. Con umiltà – ha concluso Tafuro – metteremo a disposizione le nostre competenze e la nostra passione”.

“Il 30 luglio ufficializzerò il mio passaggio in Fratelli d’Italia all’interno della seduta di Consiglio comunale”, ha dichiarato la consigliera di Ariccia, Anita Luciano, che ha ringraziato il partito per la fiducia accordatale.

Più che soddisfatto anche il consigliere comunale di Nemi, Stefano Tersigni: “Ringrazio il partito tutto per aver permesso quello che per me è un ritorno a casa.” Tersigni, infatti, nel 2017 aveva lasciato il partito della Meloni per aderire a quello di Salvini. E a Nemi a rappresentare FdI rimase il vicesindaco Edy Palazzi, l’attuale assessore comunale Pietro Pazienza oltre al Consigliere comunale e Metropolitano Giovanni Libanori detto Nanni. Ora, nel paese delle fragole, si avranno dunque tre esponenti di Fratelli d’Italia: uno all’opposizione (Tersigni) e tre in maggioranza col governo Bertucci (Libanori, Palazzi e Pazienza). Sarà curioso vedere come si interfacceranno i due amministratori. “Il mio impegno quotidiano da consigliere comunale sarà sotto la bandiera di Fratelli d’Italia – ha aggiunto e concluso Tersigni -, e la cosa non può che rendermi orgoglioso ed onorato”.




Roma, Matteo Renzi e il manager Lucio Presta indagati per finanziamento illecito ai partiti

Matteo Renzi e il manager Lucio Presta sono indagati dalla procura di Roma per finanziamento illecito ai partiti. La vicenda riguarda il documentario su Firenze, “Firenze secondo me”, che Renzi, con la casa di produzione Arcobaleno 3 della famiglia Presta (l’amministratore è Niccolò, figlio di Lucio, anche lui indagato), ha realizzato. E andato in onda su Discovery Channel con scarsissimi risultati di pubblico: il 2 per cento. Per i Presta non era stato un buon affare, visto che Discovery aveva pagato appena 20mila euro. Per Renzi sì che aveva intascato 454 mila euro per il documentario. Ora la procura di Roma e gli uomini del nucleo di Polizia valutaria della Guardia di finanza ipotizzano che, dietro il cachet per quel documentario, ci sia in realtà altro: un finanziamento illecito al Renzi politico, appunto, essendo la cifra troppo alta. E una serie di reati fiscali contestati ai Presta per “prestazioni mai effettuate”: in questa maniera, infatti, avrebbero frodato l’Iva. Nei giorni scorsi i finanzieri hanno effettuato una perquisizione a casa dei due Presta, nella società Arcobaleno sequestrando alcuni documenti che potrebbero essere utili alle indagini.

L’indagine è partita da una segnalazione della Uif, l’Antiriciclaggio di Bankitalia, del dicembre del 2019. Parte di quel denaro, secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, sarebbe servito a Renzi per ripagare il prestito di 700mila euro che aveva ricevuto dalla singora Anna Picchioni, vedova dell’imprenditore Egiziano Maestrelli, per comprare la villa di Firenze (1 milione e 350mila euro per 285 metri quadrati) dove oggi l’ex premier vive. Renzi ha sempre rivendicato la regolarità dell’operazione spiegando che il prestito era stato ripagato grazie ai guadagni extra: gli introiti da conferenziere. E la realizzazione del documentario, appunto. Secondo la Finanza, però, la cifra ricevuta da Presta è assolutamente fuorimercato. Ed è spiegabile appunto soltanto come un finanziamento dell’imprenditore all’attuale leader di Italia Viva. Per questo a Presta vengono anche contestati i reati fiscali.

E in una diretta facebook Matteo Renzi ha replicato: “Questo avviso di garanzia non so in cosa possa sostanziarsi. Tutte le mie attività sono lecite e legittime. Quando arriveranno gli atti, e non i tweet dei giornalisti, potremo confrontarci. Non ho nulla da nascondere, buon lavoro ai magistrati”. E ancora: “Qualcuno forse pensa che possa fermarmi di fronte a questo, che io possa perdere il buonumore e innervosirmi. Ma chi mi conosce sa che io vado controcorrente, non ho paura di andare contro tutto e tutti anche per cambiare un governo. Figuriamoci se possono farmi paura con un avviso di garanzia. Ci sono casualità che si ripetono. L’altra volta, quando presentai il mio libro, furono arrestati mio padre e mia madre. Stavolta si sono limitati ad un avviso di garanzia. Verrebbe da ridere di fronte a tutto questo ma non c’è niente da ridere. Quindi vado avanti con più decisione di prima”.




L’Italia punta al rilancio e Draghi soffia sulle vele: c’è l’ok di Ecofin, entro agosto primi fondi

Sempre più vicini i fondi del Recovery fund: 191,5 i miliardi di euro nei prossimi cinque anni e tra due-tre settimane i primi 25 miliardi in un unico versamento

Dopo la vittoria calcistica l’Italia festeggia un altro successo, sebbene annunciato ormai da tempo. Il piano di rilancio e resilienza del governo Draghi ha avuto anche l’ultimo via libera dall’Ecofin e il Paese si prepara ad accogliere la pioggia di fondi senza precedenti del Recovery fund. Sono 191,5 i miliardi di euro che arriveranno nei prossimi cinque anni, e subito, cioè tra due-tre settimane, nella casse del Tesoro planeranno i primi 25 miliardi in un unico versamento. Se il via libera dei ministri dell’economia europei era scontato, non lo era l’assenza di discussioni nel merito dei piani, tutti approvati senza nessun commento da parte dei presenti.

“Vorrei cominciare questo Consiglio dei ministri con una buona notizia. Il Consiglio dell’Economia e delle Finanze dell’Unione Europea ha approvato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dell’Italia, insieme a quello di altri 11 Paesi. Questo via libera arriva dopo quello della Commissione Europea, che ci era stato comunicato dalla Presidente von der Leyen durante la sua visita a Roma di qualche settimana fa. L’Italia riceverà a breve circa 25 miliardi di euro, il 13% delle risorse totali destinate al nostro Paese. Questa decisione deve essere motivo di orgoglio per l’Italia”, così il premier Mario Draghi all’inizio del Cdm. Il Recovery plan “è il risultato della stretta collaborazione che c’è stata all’interno del Governo e tra i ministeri. È stato approvato a larga maggioranza in Parlamento, e dopo il pieno coinvolgimento degli enti territoriali e delle parti sociali – ha detto Draghi in Cdm -. Ma deve essere anche uno stimolo a spendere bene i soldi che ci arriveranno, e a approvare in tempi rapidi le riforme che abbiamo concordato con la Commissione Europea. Questi sono infatti i presupposti necessari per ricevere tutti i 191,5 miliardi, in prestiti e sussidi. E per continuare a mostrarci un Paese credibile e affidabile”. Spendere bene i fondi del Recovery plan e approvare in tempi rapidi le riforme sono i presupposti “per continuare a mostrarci un Paese credibile e affidabile. Un ruolo che, grazie al vostro lavoro, ci viene riconosciuto ogni giorno di più”, ha detto il presidente del Consiglio, a quanto viene riferito, aprendo il Consiglio dei ministri.

“#ItaliaDomani si parte! Con il via libera dell’Ecofin a breve arriveranno i primi fondi per l’attuazione del nostro Pnrr. Siamo pronti a costruire un’Italia più verde, innovativa e inclusiva. L’Italia di domani”, così sul profilo Twitter di Palazzo Chigi, dove compare un video con una grafica tricolore che compone la scritta Italia domani, il titolo dato dal governo italiano al Piano nazionale di ripresa e resilienza.

ItaliaDomani si parte!

Con il via libera dell’Ecofin a breve arriveranno i primi fondi per l’attuazione del nostro #Pnrr.
Siamo pronti a costruire un’Italia più verde, innovativa e inclusiva. L’Italia di domani pic.twitter.com/2RR5nwwXX1

— Palazzo_Chigi (@Palazzo_Chigi) July 13, 2021

Le previsioni economiche della Ue sull’Italia “ci hanno smentito in meglio”, ma comunque si tratta “di un rimbalzo rispetto ai 9 punti persi l’anno scorso, quindi dobbiamo tenerne conto, ce ne restano altri 4 da recuperare. Nel terzo trimestre dell’anno prossimo torneremo ai livelli di crescita pre-crisi”, ha detto il ministro dell’economia Daniele Franco al termine dell’Ecofin. “Ci aspettiamo il versamento nelle prossime settimane, luglio o prima parte di agosto”, e verrà fatto “in un’unica soluzione. Ci aspettiamo 25 miliardi tra qualche settimana”, ha aggiunto.

La vittoria della nazionale di calcio agli europei, dei Maneskin all’Eurovision e il secondo posto di Berrettini a Wilbledon “sono segni di dinamismo e creatività del Paese che dovrebbero estendersi alla sfera economica”. “Per un Paese come il nostro che ha avuto per anni un problema di dinamismo e difficoltà di innovazione, creatività, e carenza di fiducia, queste notizie che non hanno a che fare strettamente con l’economia possono dare fiducia nel Paese e del Paese”, ha aggiunto.

I ministri dell’economia e delle finanze dei 27 Stati membri hanno dato intanto il via libera ai Pnrr di dodici Paesi. Oltre a quello dell’Italia l’ok è arrivato per quelli di Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo, Slovacchia e Spagna. “Tutti i 12 Stati membri hanno chiesto un prefinanziamento dai fondi loro assegnati. Le decisioni adottate oggi dal Consiglio costituiscono l’ultima tappa prima che gli Stati possano concludere convenzioni di sovvenzione e accordi di prestito con la Commissione e iniziare a ricevere fondi per attuare i rispettivi piani nazionali”, scrivono i ministri nel comunicato finale.




Covid e Green pass: destra e sinistra stellata discutono sul “metodo Macron”

Sileri: “Subito come i francesi”

Fare subito come ha fatto la Francia, applicando ‘sul serio’ il Green pass, niente quarantena per chi ha ricevuto due dosi, rivedere i parametri nel giro di una o due settimane. La proposta arriva dal sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, intervistato dal Messaggero.

‘Pensiamo alle discoteche – esemplifica -, se concedessimo ai locali di aprire per i clienti con il Green pass, avremmo la corsa di chi ha tra i 18 e i 40 anni a vaccinarsi’. Perché ‘il Green pass oggi è un mezzo per non tornare indietro quando i contagi saranno più elevati’. I parametri: ‘Dovremo aumentare l’importanza del tasso di riempimento degli ospedali’.

L’Italia tentata dal green pass alla francese. Dopo Macron – che ha annunciato l’obbligo del certificato verde per accedere a ristoranti e trasporti incassando in poche ore un milione di prenotazioni sui vaccini – parte il pressing da parte di alcune Regioni, categorie e forze politiche. In tanti stanno dando seguito al parere del Commissario per l’Emergenza, Francesco Figliuolo, per il quale il sistema del green pass potrebbe dare una spinta agli indecisi del vaccino, anche se andrebbe comunque fornita l’alternativa del tampone per rispettare gli equilibri costituzionali. Vicini a questa linea sono diversi parlamentari del Pd e alcuni governatori, mentre la leader dell’opposizione, Giorgia Meloni, parla di “follia anticostituzionale” e di “idea raggelante”. E’ la stessa posizione di Salvini, che commenta: “non scherziamo”. Anche le categorie sono divise: Fipe-Confcommercio paventa pesanti penalizzazioni per i ristoratori ma per Federalberghi sarebbe un provvedimento “sacrosanto”.

Nel Partito democratico sta prendendo piede una linea favorevole all’obbligo del Green pass per gli eventi pubblici, sul modello francese, confermano in serata fonti del Nazareno.

Gli argomenti si intrecciano con una valutazione complessiva che il Governo farà su altre misure in scadenza, come lo stato di emergenza che terminerebbe a fine luglio ma potrebbe subire una proroga. Nonostante il dibattito e varie ipotesi, non si attendono decisioni nelle prossime ore, ma verranno fatte valutazioni a giorni – non si può escludere un incontro con il Cts nelle prossime ore – ed è difficile che una decisione possa essere presa prima del prossimo monitoraggio di venerdì, alla luce dei dati su vaccini e contagi. Che potrebbe riservare sorprese. “Già fra 4 o 5 giorni, se osserveremo dei picchi nelle città dove ci sono stati comportamenti a rischio, vedremo se con i festeggiamenti per la vittoria agli Europei abbiamo rischiato troppo”, spiega Sergio Abrignani, membro del Cts, mentre in Sardegna la variante Delta fa segnare una preoccupante diffusione soprattutto tra i giovani.

“I parametri per le Regioni devono cambiare. Ma se non cambieranno, un modo per evitare chiusure – a fronte del rischio di un aumento dell’indice dei contagi – potrebbe essere il green pass. Io cambierei i parametri dando un peso maggiore a ospedalizzazione e vaccinazioni”, ha detto in serata il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, alla presentazione a Roma del libro “Ci abbiamo messo la faccia” di Giovanni Lamberti.

Sul tema del pass restano di sicuro una serie di nodi da sciogliere, come quello della costituzionalità, appunto, oltre ai problemi di privacy che ne scaturirebbero e che poi andrebbero presi in esame dal Garante.




Covid, salgono i positivi. Si ipotizza utilizzo del green pass per vari tipi di eventi per convincere gli irriducibili del vaccino

“Siamo attrezzati per la terza dose, ma credo che sia più un richiamo. Non si sa ancora della reale necessità, ma noi siamo attrezzati. Abbiamo aderito attraverso l’Ue per prenderne grossi quantitativi e avere anche una scorta. Per quella fase dovremo uscire dalla logica degli hub: utilizzare al massimo le capacità dei medici di base, pediatri e farmacisti. Si dovrà andare in una logica strutturale. Noi siamo organizzati per poter fare il richiamo a tutta la popolazione”. Lo ha detto il Commissario Emergenza Covid, Francesco Figliuolo a Tg2 Post, precisando: “in questo momento stiamo viaggiando quasi esclusivamente con vaccini mRna”.

“Siamo a 58 milioni di inoculazioni con 24 milioni e 200mila cittadini completamente vaccinati, siamo intorno al 45%:un dato importante ma non basta. Dobbiamo intercettare i cosiddetti indecisi. Insieme alle regioni stiamo mettendo a punto una serie di iniziative: pensiamo alle ‘notti magiche’, a open day e open night, ma ci deve essere anche maggior coinvolgimento dei medici di base, pediatri e farmacisti, affinché rassicurino i rinunciatari. Il raggiungimento di questo numero di incerti è fondamentale per raggiungere l’immunità di gregge”, ha affermato Figliuolo. Per convincere gli ultimi irriducibili del vaccino, “quella di utilizzare il green pass per vari tipi di eventi, così come in Francia, potrebbe essere una soluzione per una spinta. Poi per chi non l’avrà c’è anche il tampone, bisogna comunque rispettare la Costituzione”. Lo ha detto il Commissario per l’Emergenza Covid commentando la decisione in Francia di utilizzare il green pass anche per ristoranti e trasporti.

Sono 888 i positivi al test individuati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 1.391. Sono invece 13 le vittime in un giorno, mentre ieri erano state 7. I casi in Italia dall’inizio dell’epidemia sono 4.272.163, i morti 127.788. I dimessi ed i guariti sono invece 4.103.949, con un incremento di 1.529 rispetto a ieri. Le persone in isolamento domiciliare: sono 39.119 (-667). In Italia gli attualmente positivi al Covid: sono 40.426, calo di 655 unità nelle ultime 24 ore. Sono 73.571 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 143.332. 

Il tasso di positività è dello 1,21%, in aumento rispetto allo 0,97% di ieri

Sono 158 i pazienti in terapia intensiva per il Covid in Italia: tre in meno nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri, secondo i dati del ministero della Salute, sono 4 (ieri erano stati 6). Ma i ricoverati con sintomi nei reparti ordinari, seppure di poco, tornano a salire: sono 1.149, in aumento di 15 unità rispetto a ieri.

Speranza, caroselli? Norme ci sono, vanno rispettate – “Io chiedo sempre la massima attenzione, ci sono delle norme chiare, queste norme vanno rispettate, la mascherina è obbligatoria al chiuso, all’aperto quando ci sono rischi di assembramenti e di non poter mantenere la distanza, la mascherina va mantenuta. Io chiedo a tutti di fare ogni sforzo per rispettare questa impostazione”. Lo dice il ministro della Salute, Roberto Speranza, a margine di una visita al Gemelli, rispondendo alla domanda se preoccupano caroselli e assembramenti dei festeggiamenti per la vittoria italiana agli Europei. 

“Com’è noto settimanalmente noi monitoriamo tutti i dati, ci aspettavamo una risalita, questa risalita è in corso con numeri più bassi del passato, come abbiamo sempre fatto ci affideremo alla nostra squadra di tecnici che continueranno a fare questo lavoro di verifica, vediamo passo dopo passo come le cose vanno avanti, quello che è certo è che la vera arma per chiudere questa stagione è la campagna di vaccinazione, dobbiamo insistere sulla vaccinazione”, risponde Speranza alla domanda se potrebbero essere allo studio nuove misure restrittive dopo l’aumento dell’Rt e della diffusione delle varianti. 

“Sono tutte valutazioni in corso ma intanto voglio dire che in questo momento ci sono 26 milioni di italiani che hanno scaricato il green pass, è un dato straordinario”, sottolinea Speranza, rispondendo a una domanda sui problemi sorti con il green pass, dal momento che si ritiene che la somministrazione di una sola dose di vaccino copra solo al 30 per cento dalla variante Delta. 

“Siamo ancora dentro una epidemia terribile che ci vede ancora combattere con armi nuove e piu efficaci ma siamo ancora dentro questa epidemia e guai ad abbassare la, guardia. Nelle ultime settimane tocchiamo con mano elementi di significativa ripresa del contagio dovuto alla variante Delta.

Siamo però in una fase diversa perche abbiamo l’arma dei vaccini, la piu importnate, e oggi abbiamo superato in Italia 58 milioni di dosi somministrate e dobbiamo continuare con questo ritmo”. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo al ‘W20 Women Rome Summit’

Il vaccino, ha aggiunto Speranza,, “deve però essere accessibile a tutti e in tutti i Paesi”. Infatti, ha concluso Speranza, “il virus o lo si batte tutti insieme o continueremo ad avere nuove varianti”. 

“Credo che la battaglia di fondo che anima il senso del W20 Women sia una battaglia ancora da vincere in ogni parte del mondo – ha aggiunto il ministro – e anche nel nostro Paese facciamo i conti quotidianamente con residui di una cultura di un tempo che vorremmo metterci alle spalle”.

“Dentro questa crisi drammatica della pandemia le persone in tutto il mondo hanno capito fino in fondo che i servizi sanitari nazionali sono davvero la cosa più importante che abbiamo e dobbiamo difenderli con ogni energia: per troppo tempo le tabelle dei nostri uffici di bilancio hanno deciso quanto diritto alla salute poteva essere tutelato. Io penso – ha sottolineato Speranza – che sia arrivato il momento ovunque di rovesciare questo schema: non sono le tabelle a decidere ma è il diritto alla salute, inalienabile, a decidere cosa c’è scritto nelle tabelle di bilancio”.

“Marche insieme all’Abruzzo, alla Sicilia e alla Campania sono sotto osservazione? Ho fatto fare uno studio: la media nazionale sull’incidenza è di circa 13 su 100mila, noi abbiamo poco sopra i 15 su 100mila”. Così il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli a margine del saluto agli atleti marchigiani in partenza per le Olimpiadi e Paralimpiadi di Tokyo. “Significa – spiega – che abbiamo una media che incide di pochissimi elementi ma con un numero di tamponi importantissimo per i controlli sui focolai…”. Ricordando i dati dei nove positivi in 24ore e delle nove persone attualmente ricoverate nelle Marche, rispetto ai mille di qualche mese fa, Acquaroli ha ribadito la consueta necessità di prudenza e di rispetto delle norme anti-Covid, rimarcando però che i numeri “ci danno la possibilità di vivere, non dico in tranquillità, in pandemia non bisogna stare mai tranquilli, ma sicuramente una situazione sotto controllo. Chi vuol venire nelle Marche – ha aggiunto – non è esposto a un rischio se non quello che si vive ovunque in questo momento di pandemia”. Alcuni presidenti di Regione premono affinché vi sia una considerazione maggiore dei ricoveri in rapporto ai posti disponibili rispetto al numero dei contagi. “Questo sicuramente ha un senso – ha risposto il presidente – ma non voglio entrare nella discussione politica per evadere una situazione: resto molto prudente, occorre raccontare le cose per quelle che sono e non dipingere cose che potrebbero essere male interpretate dal grande pubblico. Se si parla di una ‘Regione sotto osservazione’ si può pensare che in quella regione ci sia una situazione di pericolo particolare, i numeri non raccontano questo…”.




Finale europei, paura per nuovi contagi. Lamorgese: “Seguite le regole”

Aree dei tifosi nelle piazze sorvegliate dalle forze dell’ordine, richiami alla responsabilità e – in città d’arte come Roma – monumenti transennati. Il Paese si prepara a sostenere la Nazionale nella finalissima contro l’Inghilterra tra rigide misure anti-assembramento, ‘fan zone’ e qualche dietro front sui maxischermi nei luoghi pubblici delle città.

L’obiettivo dichiarato da giorni è quello di scongiurare bombe epidemiologiche dovute a eccessi di entusiasmo collettivo. L’ultimo appello – in tv – è arrivato dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, per la quale siamo nell’ultima fase della pandemia ed “è necessario che l’Italia riparta, riparta davvero, ma questo dipende anche dai nostri comportamenti soggettivi”.

Il messaggio del numero uno del Viminale a quegli italiani alle prese con cori e bandiere nelle prossime ore è di “seguire le regole della mascherina e dei distanziamenti perché siamo quasi fuori da questa crisi difficile ma ancora non ne siamo usciti completamente”. A Roma, abbandonato il progetto di portare 16mila supporter della Nazionale all’Olimpico per la proiezione del match, i controlli si concentreranno in particolare su un’area appositamente dedicata in piazza del Popolo, che avrà una capienza massima di 2.500 persone pronte ad assistere alla finale di Wembley da un mega monitor: gli ingressi saranno contingentati e potranno accedere solo i tifosi che hanno prenotato. Per evitare assembramenti ci sarà un servizio di incanalamento ad ampio raggio e le stesse misure saranno applicate in occasione dell’allestimento del maxischermo ai Fori imperiali mentre sarà interdetta al traffico la zona attorno al Circo Massimo, anche in vista di eventuali caroselli. Anche per questo alcuni monumenti in centro nella Capitale . come in zona Campo de’ Fiori, piazza di Spagna e Fontana di Trevi – saranno transennati. A Roma è anche previsto il divieto di vendita di bevande in vetro dalle 7 per 24 ore. Sotto la lente le piazze del centro storico dove potrebbero riversarsi i tifosi.

Il ministro della salute Roberto Speranza non nasconde la sua preoccupazione per il rischio di nuovi contagi: “Sarà una giornata straordinaria per lo sport italiano. Terminano gli europei di calcio ed il torneo di Wimbledon con gli azzurri grandi protagonisti. È una bella gioia dopo mesi terribili. Anche in questi momenti di orgoglio nazionale non dimentichiamo mai che la nostra ‘partita’ per sconfiggere il Covid non è ancora vinta. Sosteniamo i nostri campioni con responsabilità, ricordando le regole del distanziamento e utilizzando correttamente le mascherine”.




Covid, aumenta la circolazione della variante Delta in Italia

Rt nazionale sale a 0.66 rispetto allo 0.63 della settimana scorsa

La circolazione della variante Delta è in aumento in Italia e oltre al tracciamento dei casi e al completamento dei cicli vaccinali e’ necessario rispettare le misure necessarie per evitare un aumento della circolazione virale. Lo si legge nella bozza di Monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute sull’andamento dei contagi da coronavirus in Italia, ora all’esame della cabina di Regia.



Sono 6 le Regioni e due le province autonome classificate a rischio moderato e 13 a rischio basso secondo la bozza di monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute.

Quelle a rischio moderato sono: Abruzzo, Campania, Marche, Veneto, Sardegna e Sicilia con le due province di Trento e Bolzano. Nessuna supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o area medica. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è 2%: i ricoverati passano da 240 (29/06/2021) a 187 (06/07/2021). L’occupazione in aree mediche scende ulteriormente (2%) e i ricoverati passano da 1.676 (29/06/2021) a 1.271 (06/07/2021).

Risale, anche se di poco, il valore dell’Rt nazionale a 0.66 rispetto allo 0.63 della settimana scorsa e dell’incidenza dei casi di Covid in Italia che arriva ad 11 ogni 100 mila abitanti, rispetto ai 9 casi di 7 giorni fa. Sono, secondo quanto si apprende, i dati contenuti nella bozza di monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute sull’andamento dei contagi da coronavirus in Italia, ora all’esame della cabina di regia, che saranno presentati oggi.




Vaccini anti Covid: Pfizer e BioNTech pronte con terza dose

La sperimentazione mostra che la terza dose aumenta il livello degli anticorpi da 5 a 10 volte

Pfizer e BioNTech hanno annunciato che nelle prossime settimane chiederanno alle autorità regolatorie, tra cui la Fda in Usa e l’Ema nella Ue, l’autorizzazione per la terza dose del vaccino anti Covid.

La mossa arriva dopo i dati iniziali “incoraggianti” di un sperimentazione clinica, i quali hanno mostrato che una terza iniezione aumenta il livello degli anticorpi da 5 a 10 volte contro il ceppo originario e la variante Beta rispetto alle prime due dosi.

Le case farmaceutiche prevedono di pubblicare presto altri dati definitivi.




Scuole, cresce la preoccupazione per la riapertura. Figliuolo: “Convincere 215mila insegnanti e operatori scolastici che mancano a vaccinarsi”

“Siamo un po’ indietro, ma abbiamo spinto molto su 70-80enni, ora dobbiamo spingere sui cinquantenni, soprattutto convincere i 215 mila insegnanti e operatori scolastici che mancano a vaccinarsi per tornare a scuola in sicurezza”. Lo ha detto il commissario all’emergenza Covid Francesco Figliuolo in una dichiarazione alla stampa durante la visita a Roma all’hub vaccinale di Acea, azienda di acqua ed elettricità della capitale.

Chiederemo una precisazione al Cts che ha dato un parere sul ritorno a scuola senza considerare le vaccinazioni: dato che le vaccinazioni stanno andando avanti noi chiederemo che formuli anche questa ipotesi”.

Così il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi a margine dell’European Summer Camp a Roma rispondendo ai giornalisti sul rientro a scuola il prossimo anno scolastico, a partire da settembre.

In Italia – dove gli over 12 vaccinati totalmente sono quasi il 39%, percentuale che aumenta con l’età – si continua intanto a discutere ormai da settimane di una presunta carenza di vaccini a luglio, addotta dalle Regioni per giustificare rinvii e riduzioni degli appuntamenti, e così Figliuolo dovrebbe incontrare alcuni presidenti oggi, secondo quanto trapela. La mancanza di fiale è stata sempre smentita con forza dal generale, che ha riconfermato gli obiettivi della campagna: immunità di gregge a settembre.

“Oggi supereremo i 54 milioni di dosi somministrate – ha anticipato ieri il ministro della Salute Roberto Speranza -, la pandemia non é finita, i numeri ci segnalano anche da altre parti del mondo che nonostante una vaccinazione significativa i contagi ci possono essere soprattutto a causa di varianti come la Delta”. Speranza torna sull’obbligo di vaccinazione per i sanitari da far rispettare, ma il problema principale restano i 2,5 milioni circa di over 60 da raggiungere, non si sa quanti dei quali rifiutino tout court di essere immunizzati (tra i 60 e i 69 anni poco più della metà ). Al quale si aggiunge quello degli adolescenti tra i 12 e i 16 anni da immunizzare per una ripresa delle lezioni a settembre diversa da quella dell’anno scorso.

I numeri parlano di oltre 34,8 milioni vaccinati con almeno una dose in Italia, oltre il 54,8% della popolazione. Percentuale che sale fino all’88,8% tra gli ultrasettantenni. I vaccinati completi sono quasi 21 milioni, come detto quasi il 39% degli italiani sopra i 12 anni. In questo quadro, con Delta che morde in Gran Bretagna almeno per numero di contagi e conquista spazio anche in Italia, alcuni governatori tornano a parlare di carenza delle dosi. Dall’Emilia Romagna Stefano Bonaccini premette che Figliuolo e la struttura commissariale “stanno facendo un lavoro straordinario”, ma che riguardo alla fornitura di vaccini “lui stesso in un’intervista ammette che c’è un po’ di taglio, e questo costringerà a qualche rinvio per qualcuno che doveva ricevere la prima dose. “Ci auguriamo che tutto possa essere compensato, come lo stesso generale dice – conclude il governatore Pd -, e lavoriamo, invece che polemizzare, per fare tutti insieme un grande lavoro come l’Italia sta facendo”.

In un intervista il generale ha ribadito che le Regioni hanno dosi per fare ancora 500 mila iniezioni al giorno, tra 15 milioni di Pfizer e Moderna, più il residuo del mese precedente e le seconde dosi AstraZeneca per gli over 60.

Cresce intanto la preoccupazione per la riapertura delle scuole tra circa due mesi

Dalla Toscana il presidente della Regione Eugenio Giani annuncia che “le vaccinazioni dei bambini dai 12 ai 15 anni partiranno dopo Ferragosto”. “Quando avremo la garanzia che tutto ciò che è stato prenotato potrà essere rispettato ripartiranno le agende – aggiunge -. E per avere questa conferma dobbiamo avere dati un po’ più certi dei vaccini che ci manderanno a luglio e ad agosto. La riunione in cui prenderemo una decisione è giovedì”. 

Dal Veneto, invece, Luca Zaia torna sull’unico settore ancora chiuso. “E’ vergognoso che si lascino chiuse attività come le discoteche e che si legittimino le piazze piene, con musica e assembramenti da far schifo, dove nessuno ha nulla da dire – dice il governatore leghista -. In un paese civile non si può accettare questo”. Secondo Zaia è necessario “stabilire regole che siano uguali per tutti”.