Austria, triplicate le vaccinazioni dopo pugno duro del governo con i no vax

Da oggi in Austria i non vaccinati non possono accedere a ristoranti, parrucchieri, hotel e impianti di risalita

Il salto nel weekend: triplicate le vaccinazioni in Austria. Da oggi entrava in vigore la cosiddetta “regola del 2G”: vaccinato o guarito, per tutti gli altri vita sociale ridotta e multe per i trasgressori.

Da questa mattina infatti chi non ha avuto una dose di vaccino anti covid in Austria non può accedere a ristoranti, movida, parrucchieri, hotel insomma è di fatto in lockdown.

Un giro di vite del governo per contrastare la crescita dei contagi: a preoccupare il numero dei ricoveri in terapia intensiva dove ormai sono occupati 365 sui 659 letti disponibili, più del 50%. Obbligatoria inoltre la mascherina FFP2 in negozi musei e biblioteche. L’esclusione dalla vita sociale dei no vax ha fatto salire il numero delle vaccinazioni, quasi triplicate in soli due giorni.

Multe elevate per chi trasgredisce

I trasgressori rischiano una multa di 500 euro ed i gestori di esercizi addirittura 3.600. Il ministro dell’Interno austriaco, Karl Nehammer, ha annunciato nei prossimi giorni controlli a tappeto: 4.000 agenti di polizia in campo, più ulteriori 800 poliziotti destinati solo alle attività di controllo.

Le eccezioni al provvedimento

Le regole sono state implementate già giovedì 4 Novembre a Vienna ma da oggi sono state estese a tutto il paese, come deciso al termine della riunione tra il governo e i rappresentanti regionali. La regola del “2G” non vale negli ospedali e nelle case di cura, per gli accompagnatori di donne in stato di gravidanza al momento della nascita, per i minori di 12 anni e gli scolari fino a 15 anni (a cui è consentito anche il test anti-genico o molecolare).

Sul posto di lavoro invece vale la regola del “3G” – ovvero vaccinato, guarito o “testato” – questo almeno fino al 14 novembre. I vaccini che non sono stati riconosciuti dall’Ue non saranno ritenuti validi, ma c’è un alleggerimento della misura: chi mostrerà un certificato sul livello degli anticorpi (tramite vaccino o guarigione) potrà presentare già la prima dose con un vaccino consentito come lasciapassare 2G.




Manziana, raccolta rifiuti: da oggi il servizio è a bordo di un mezzo “green”

Da questa mattina il servizio di raccolta porta a porta dei rifiuti subirà una piccola grande modifica: entrerà infatti in servizio il primo mezzo elettrico messo a disposizione dalla Pellicano srl.

“Quello che faremo lunedì è l’ennesimo piccolo grande passo verso un futuro più consapevole ed attento all’ambiente: è infatti la prima volta che a Manziana sarà in funzione un mezzo elettrico per l’espletamento di un servizio pubblico – commenta soddisfatto il Sindaco Bruni – So e sappiamo bene che è solo un inizio, in un certo qual modo anche simbolico, ma sancisce concretamente un cambiamento che direi ormai possa essere ritenuto irriversibile e non mi riferisco solamente alla nostra realtà locale.
Voglio ringraziare di vero cuore la dirigenza della Pellicano srl per questa occasione che ha fornito a tutto il nostro paese: sono infatti convinto che i cambiamenti avvengano in maniera progressiva e che servano tante piccole grandi azioni per mostrare una strada nuova. Il più delle volte è difficile iniziare ma quando poi si imbocca la strada giusta, con meraviglia e stupore, spesso si scopre che quella che si ha davanti è una discesa”.




Covid, 4 ondata: l’Italia regge grazie alle vaccinazioni. Obiettivo accellerare la terza dose e vaccinazione dei bambini

Speranza: “Questa settimana decideremo con gli scienziati di allargare a ulteriori fasce d’età”

Superate in Italia i due milioni di terze dosi somministrate ma serve accelerare con i richiami. In una fase, come sottolinea lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza, “di recrudescenza del virus come quella a cui stiamo assistendo a livello europeo”.

“Se i reparti ospedalieri tengono non scatteranno misure e sarà un Natale come gli altri prima del Covid. Se invece i ricoveri salgono scatteranno le misure nei territori, in base al sistema dei colori. Non abbiamo mica sospeso la legge che prevede le fasce di rischio. Con il giallo tornano le mascherine all’aperto e al ristorante c’è il limite di 4 a tavola”. Così il  ministro della Salute Roberto Speranza in un colloquio con il Corriere della Sera. “Al momento non abbiamo pianificato nulla, non ci sono norme allo studio – aggiunge –  L’inverno è la stagione più insidiosa perché si sta più al chiuso, quindi il mio invito è alla prudenza totale, a indossare le mascherine e rispettare il distanziamento”. E per chi vuole viaggiare Speranza se la cava con una battuta. “Io sono per le vacanze in Italia”.

“Con i vaccini reggeremo meglio quarta ondata”

Sui rischi possibili di una quarta ondata il ministro rassicura: “La strategia ha funzionato. Vaccini, green pass e mascherine, che non abbiamo tolto mai, ci stanno mettendo in condizioni di reggere meglio la quarta ondata”. Se l’Italia sta meglio rispetto a Germania, Francia, Gran Bretagna lo si deve al “dato meraviglioso di 46 milioni e 716 mila italiani che hanno fatto almeno una dose”, nonché alla scelta del governo di allentare “molto gradualmente” le restrizioni. Speranza ribadisce poi la necessità di continuare a rispettare le regole per resistere in questa fase di rialzo della pandemia: “Al chiuso resta l’obbligo di mascherine, non ho intenzione di toccarlo. E non si tocca l’uso robusto del green pass. I numeri sono dalla nostra parte, il modello adottato sta funzionando. Regole e strategia dunque non cambiano, ma ovviamente valuteremo”.

Terza dose e vaccinazione dei bambini

La priorità del governo è accelerare con la terza dose e avviare subito la vaccinazione dei bambini, sottolinea inoltre il ministro. Quando si parte con la fascia 5/11 anni? “Il mio auspicio è dicembre, non appena l’Ema avrà approvato il vaccino e l’Aifa avrà dato il via libera per l’Italia. Gli scienziati stanno dicendo che la dose di un terzo di Pfizer è efficace e sicura. Lavoreremo con i pediatri per tranquillizzare le famiglie”. Dei 3,2 milioni di bambini di quella fascia, Speranza punta a vaccinarne almeno la metà: “Se tra i 12 e i 19 anni siamo arrivati al 70%, per i più piccoli dobbiamo arrivare almeno al 50%”.

Anche sulla terza dose è il momento di correre. “Sabato abbiamo superato i due milioni e 44 mila booster e segnato il record di 120 mila terze dosi in un giorno, non sono pochissime” osserva Speranza. “Questa settimana decideremo con gli scienziati di allargare a ulteriori fasce d’età. Penso che a sei mesi dalla seconda dose sia opportuno favorire la terza per la platea più larga possibile. Già somministrare la terza dose alla fascia tra 40 e 60 sarebbe un bel risultato. Ci atterremo al parere degli scienziati”.

L’Italia in questo momento gode di un qualche vantaggio rispetto ad altri Paesi e prosegue sulla strategia tracciata, con una campagna vaccinale di “successo”, vicina al 90% di prime dosi, con il Green pass e le misure di prevenzione e sicurezza come mascherine e distanziamento.

“Grazie alle misure e adesso ai vaccini – dice il direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza – abbiamo evitato la grande ondata, quella che avrebbe saturato gli ospedali, li avrebbe congestionati, avrebbe fatto molti morti non solo a causa del Covid direttamente”, intervenuto al Festival della Scienza medica a Bologna.

La variante Delta ha sicuramente complicato le cose in questi mesi di campagna vaccinale con la sua aumentata contagiosità. Da qui la necessità, e lo ribadiscono gli esperti, da Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, al presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, che hanno partecipato al XIX Convegno nazionale di diritto sanitario alla Cattolica a Milano, di continuare a tenere a bada la circolazione del virus.

E l’Italia resta bianca

Le intensive e i ricoveri in area medica, anche se il tasso nazionale sale al 4% e al 5,3% sono lontani dalle soglie critiche del 10 e del 15 per cento di occupazione anche se l’incidenza in 13 Regioni è sopra soglia critica di 50 ogni 100mila abitanti con i valori più alti nella PA di Bolzano con 189 e in Friuli Venezia Giulia con 139,6.

Oltremanica, la Gran Bretagna vede la svolta

Gli inglesi accorciano il periodo del richiamo, da 6 a 5 mesi, per gli over 50, per rendere la campagna vaccinale più spedita e mitigare la progressiva riduzione dell’immunità, e guardano con entusiasmo all’arrivo dell’antivirale in pillola della Merck.

Per la terza dose gli anglosassoni si avviano ai 10 milioni di somministrazioni e registrano una accelerazione della discesa graduale di contagi (30.000 casi, 3.500 meno di ieri, su 900mila tamponi), altri 400.000 vaccini all’attivo, e un calo dei morti (a 155 contro i 193 di ieri e i 214 del giorno prima). Il numero uno della sanità inglese Stephen Powis dice: “Abbiamo retto all’urto”.
Un quadro in cui, anche in Italia si guarda all’antivirale e si attende l’ok da Ema e da Aifa della vaccinazione per la fascia 5-11 anni. Per i vaccini, la loro efficacia “resta elevata” contro decessi e ricoveri, mentre la Delta ne ha diminuito la protezione dall’infezione. Secondo l’Istituto superiore di sanità, efficaci al 91% nel prevenire l’ospedalizzazione, al 95% per il ricovero in terapia intensiva, e al 91% per i decessi, con variante delta prevalente, mentre l’efficacia di prevenzione dall’infezione è al 75% con la variante Delta rispetto all’89% durante la fase epidemica con variante alfa prevalente. È sempre nei non vaccinati la maggiore incidenza dei casi.
Specchio della situazione sono i dati quotidiani con 6.764 i positivi ai test Covid individuati nelle ultime 24 ore, (stesso dato di ieri) con un calo dei decessi, 31 in 24 ore contro i 51 registrati nel bollettino di ieri. In lieve calo i ricoveri gravi, con 392 i pazienti in terapia intensiva, tre in meno rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 23 (ieri 37). I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 3.173, ovvero 49 in più rispetto a ieri.

Gli attualmente positivi al Covid in Italia sono 93.693, 3.337 in più nelle ultime 24 ore. Il tasso di positività è all’1,37%, in leggero aumento rispetto all’1,2% di ieri, mentre sono 491.962 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia contro i 543.414 di ieri.

L’obiettivo dell’Italia, ha quindi sottolineato Rezza, è quello, attraverso il Green pass, di tenere aperte tutte le attività, in cui ci può essere maggiore affollamento, dai ristoranti, ai caffè, dalle palestre agli hotel, “diminuendo il rischio che avvengano e si manifestino focolai all’interno di queste strutture”.




Vaccini, Iss: resta elevata l’efficacia su ricoveri (95%) e decessi (91%)

L’efficacia vaccinale “resta elevata” nel prevenire l’ospedalizzazione (91%), il ricovero in terapia intensiva (95%) o il decesso (91%) per malati Covid con prevalenza della variante Delta.

Diminuisce l’efficacia nel prevenire qualsiasi diagnosi sintomatica o asintomatica nei vaccinati: si passa dall’89% nella fase con variante Alfa prevalente al 75% con Delta. Lo scrive l’Istituto superiore di sanità nella nota sull’andamento settimanale dell’epidemia. 

Negli ultimi 30 giorni in Italia si osserva una maggiore incidenza di casi diagnosticati in persone non vaccinate.

Brusaferro: “Evento da governare insieme, altrimenti non ne usciamo”

Secondo il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, “la pandemia è un evento globale: dobbiamo governarlo a livello delle singole comunità e regioni e dobbiamo governarlo a livello internazionale. Se non governiamo insieme tutti questi elementi non ne usciamo”. “Siamo tra i Paesi che hanno più accettato e fatto proprie una serie di misure”, ha aggiunto.




Covid, quarta ondata. La pandemia dei non vaccinati. Tagliente: “Avanti tutta con vaccini e green pass”

“Con i cattivi comunicatori e con le manifestazioni senza green pass, rischiamo di ripiombare nella catastrofe con morti, sofferenze e chiusure di attività, questa volta senza speranza di ripresa”

Il Prefetto Francesco Tagliente, già Questore di Roma e Firenze, raggiunto telefonicamente nel corso della trasmissione Officina Stampa BAR, condotta dal direttore di questo quotidiano Chiara Rai, trasmessa ieri dove nel corso della lettura dei giornali è stato ospite il sindaco di Monte Porzio Catone Massimo Pulcini, è intervenuto, su quella che di fatto è la quarta ondata che vede contagiati soprattutto coloro che non hanno fatto il vaccino e che in occasione di raduni e assembramenti no vax stanno contribuendo al diffondersi del virus.

L’intervento telefonico del Prefetto Francesco Tagliente



“Stamattina – ieri venerdì 5 novembre 2021 Ndr. – mentre ero in un bar mi arriva una telefonata dalla giornalista Chiara Rai conduttrice del programma Officina Stampa BAR che mi dice più o meno così “Prefetto, i giornali titolano: siamo alla quarta ondata. C’è paura di essere di nuovo chiusi e tanta rabbia nei confronti dei facinorosi no vax. Come ne usciamo?

La risposta immediata è stata “Con i vaccini e il green pass”.  Poi riflettendo sul tema ho aggiunto. “Con i cattivi comunicatori e con le manifestazioni senza green pass, rischiamo di ripiombare nella catastrofe con morti, sofferenze e chiusure di attività, questa volta senza speranza di ripresa.

In tutta l’Europa i contagi sono in continuo aumento con dati incontrovertibili: Il Covid sta riprendendo forza nei Paesi dove è più alta la percentuale della popolazione non vaccinata. Paesi che si ritrovano ora con un aumento spaventoso di morti e sull’orlo di una crisi sanitaria. Il Ministro della Salute tedesco, anticipando nuove restrizioni, ha definito la situazione attuale in Germania “la pandemia dei non vaccinati”.

A Trieste gli contagi sono il triplo della Regione Friuli Venezia Giulia, così pure i tamponi positivi nella stessa Regione, da un giorno all’altro, risultano triplicati. Dai tracciamenti dei contagi sembra emergere che i focolai si concentrano sui partecipanti alle manifestazioni no-vax

Non ritengo giusto che chi si è vaccinato, dimostrando responsabilità, debba subire ulteriori sofferenze e restrizioni a causa di chi non si è vaccinato.

A chi gridando, libertà libertà, sostenendo che una emergenza sanitaria non può giustificare l’aggressione all’ordinamento costituzionale democratico rispondo che, Il diritto alla vita, e quindi alla salute, non accetta contemperamenti o compressioni di sorta.

L’unico diritto primario, definito fondamentale dalla nostra Costituzione (art. 32) è il diritto alla salute e come tale, non può soggiacere ed altri interessi, non può essere sacrificato ad altri valori, pur costituzionalmente rilevanti. Dal bilanciamento dei diritti costituzionali prevale quindi la salute come bene primario in assenza della quale gli altri beni nemmeno esisterebbero.

E ancora, per chi si sembra disinteressarsi della salute degli altri, richiamando l’art 2 della Costituzione, aggiungo che il nostro ordinamento costituzionale tutela la salute, anche come interesse della collettività ed è quindi ammissibile limitare le altre libertà non solo per migliorare o preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri.”




Lucarella: “Tre mosse auspicabili per cambiare la giustizia e il volto del Paese. Ma serve la politica”

La riforma Cartabia ha dovuto fare i conti con quel che rimaneva in piedi della c.d. “Bonafede” e il Governo Draghi si appresta, anche in vista dei primi passi post delega fiscale, ad intensificare gli interventi normativi in ambito giudiziario.

Il comparto giustizia, come risaputo, è anche motore di sviluppo e, traduzione economica vuole, condiziona nel bene o nel male la vita quotidiana, l’andamento del PIL, ecc.

Abbiamo voluto sentire su questo tema l’opinione dell’avvocato Angelo Lucarella, vice pres. coord. della Commissione giustizia del Ministero dello Sviluppo Economico, saggista ed attento conoscitore delle dinamiche politiche.

“Indubbiamente il Min. Cartabia sta facendo il possibile stando a quanto, come ho avuto modo di dire qualche mese addietro, l’Unione Europea ci obbliga a fare dal 2016 in special modo con la direttiva sulla non regressione delle tutele e garanzie per gli imputati.

D’altronde nella relazione della Commissione Lattanzi quest’ultimo passaggio è stato evidenziato. Diciamo che intervenire sulla dinamica della prescrizione era un atto dovuto da parte del Governo Draghi e il Ministro della Giustizia, certamente, non si è sottratta alla chiamata di responsabilità.

Il vero problema sarà nella prossima legislatura perché, al netto di questi primi interventi di restyling, c’è da capire quale visione di Paese si voglia mettere a disposizione degli italiani.

Sarei dell’idea che almeno su tre fronti si possa ulteriormente intervenire, ma servirà una politica coesa, consapevole delle sfide e, soprattutto, pronta a confrontarsi con alla base un pensiero di nuova prossimità al cittadino considerando gli inediti assetti che si creeranno a seguito del taglio dei parlamentari.

Al di là di ciò che si sente ormai da mesi (se non anni), come ad esempio la separazione delle carriere, tempi della giustizia, ecc., penso a tre cose:

– costituzionalizzazione della giustizia tributaria e, al contempo, migliorare i Principi di Giusto processo con integrazioni specifiche;

– rivisitazione dell’obbligatorietà dell’azione penale legandola ad una riserva di legge (escludendo reati medi e di grave entità);

– strutturazione, presso la Corte Costituzionale, di una sorta di ufficio delle pregiudiziali e delle incostituzionalità a cui i cittadini possano ricorrere direttamente (ovviamente ciò implica, evitando la genesi di fatto di un soggetto in sé pletorico, un ridisegno del numero e/o delle funzioni sul fronte del già costituzionalmente previsto atteso che buona parte dell’ingolfamento contenzioso, oggi in mano ai giudici delle leggi, riguarda i famosi conflitti di competenza tra Stato e Regioni attesa la riforma del Titolo quinto di vent’anni fa). 

Ma senza investire sulla formazione e sulle carriere sin dal momento universitario (anche se sono convinto si possa addirittura intervenire prima e cioè sulle scuole), non si può sperare molto.

Occorrono almeno 20 anni per portare a frutto la complessa opera di ridisegnamento di un sistema come quello giudiziario italiano.

Tuttavia, a monte ci deve essere la buona volontà perché non si può pensare solo ad ingolfare la magistratura di leggi. Ecco, questo è un altro elemento da considerare. Occorre snellire il quadro normativo il più possibile e miglioralo dove c’è bisogno. Ci si può ancora fossilizzare sul concetto che il cittadino possa avere a che fare con migliaia di norme, regolamenti, ecc. per fare qualcosa? Così si rischia che non la faccia più o, peggio il contrario, che cada per forza di cose in situazioni non legittime o lecite. E questa è anche una questione che interferisce con il realismo lavorativo e, di riflesso, sul Pil.

La giustizia è un tema sul quale non si può più temporeggiare. Ne va della credibilità del Paese anche difronte alle sfide del PNRR”.




Covid, calano i nuovi vaccinati e aumentano i casi

Ancora 2,7 milioni di over 50 non vaccinati 

Aumentano ancora i nuovi casi di Covid-19 in Italia (+16,6%) ed i ricoveri (+14,9%) e s’inverte la tendenza delle terapie intensive (+12,9%). Lo rileva il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe che evidenzia, nella settimana 27 ottobre – 2 novembre, rispetto alla precedente, un ulteriore aumento dei nuovi casi settimanali: da 25.585 a 29.841.

Casi in aumento, ma ricoveri sotto le soglie di allarme

L’aumento si riflette anche sugli ospedali: aumentano i ricoveri in area medica (+388) e in terapia intensiva (+44). Sono stabili i decessi (257 rispetto ai 249 della settimana precedente). A livello nazionale il tasso di occupazione rimane comunque molto basso (5% in area medica e 4% in intensiva).

Nessuna Regione, rileva il monitoraggio Gimbe, supera le soglie del 15% per l’occupazione dei reparti di area medica e del 10% per l’area critica di terapia intensiva. In aumento i casi attualmente positivi (84.447 vs 75.046), le persone in isolamento domiciliare (81.070 vs 72.101), i ricoveri con sintomi (2.992 vs 2.604) e le terapie intensive (385 vs 341). 

Calano nuovi vaccinati,-39,6% in una settimana

 L’ultima settimana ha visto inoltre scendere ancora i nuovi vaccinati (-39,6%). Le somministrazioni complessive (1.066.374) sono calate del 5,1%, con una media mobile a 7 giorni di 134.604 dosi/die. Per quanto riguarda i nuovi vaccinati, dopo aver sfiorato quota 440mila nella settimana 11-17 ottobre, il loro numero nelle ultime due settimane, sottolinea Gimbe, è crollato prima a 239mila (-45,7%) e poi poco sopra 144mila (-39,6%). I nuovi vaccinati scendono a circa 20mila al giorno.

Al 3 novembre, secondo il monitoraggio Gimbe, il 78,7% della popolazione (46.656.290 di persone) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+130.795 rispetto alla settimana precedente) e il 75,7% (n. 44.864.608) ha completato il ciclo vaccinale (+357.441). Dei 144.258 nuovi vaccinati nella settimana 25-31 ottobre il 76,2% appartengono a fasce anagrafiche che includono persone in età lavorativa.

Ancora 2,7 milioni di over 50 non vaccinati 

Rispetto alle persone ancora da vaccinare preoccupano in particolare, rileva la Fondazione, gli oltre 2,7 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione e gli oltre 1,3 milioni nella fascia 12-19 che riducono la sicurezza nelle scuole.




Cambiamenti climatici, emissioni globali Co2 tornano a livelli record

Le emissioni di gas e carbone altamente inquinante aumenteranno quest’anno di più di quanto non siano diminuite nel 2020 a causa dei lockdown per il Covid

Secondo un nuovo rapporto del Global Carbon Project le emissioni globali di carbonio stanno tornando al livello record visto prima della pandemia di coronavirus. Le emissioni hanno raggiunto i livelli più alti di sempre nel 2019, con i lockdown avevano subito una riduzione del 5,4% ma, si sottolinea nel rapporto, la combustione di combustibili fossili è aumentata più rapidamente del previsto nel 2021.

Le emissioni di diossido di carbonio causate soprattutto dall’uso di combustibili fossili dovrebbero rimbalzare nel 2021 ai livelli pre-Covid, con la quota della Cina in crescita a quasi un terzo del totale. 

Inoltre, sottolinea lo studio, le emissioni di gas e carbone altamente inquinante aumenteranno quest’anno di più di quanto non siano diminuite nel 2020 a causa del rallentamento economico causato dalla pandemia di coronavirus. “Questo rapporto fa i conti con la realtà – ha commentato la co-autrice Corrine Le Querre, docente di scienza del cambiamento climatico all’Universita’ dell’East Anglia, nel Regno Unito -. “Esso mostra cosa sta succedendo nel mondo reale mentre siamo qui a Glasgow a parlare di come affrontare il cambiamento climatico”.




Covid, Costa: “Il virus sta circolando molto più rapidamente nei giovani non vaccinati e si rischiano nuove varianti”

Terza dose: “Ragionevole entro l’anno per insegnanti e over 50”

“Le indicazioni ci dicono che è ragionevole pensare che già entro fine anno ci possa essere un ampliamento della platea, pensiamo ai 50enni, ad alcune categorie come gli insegnanti”. È quanto ha spiegato il sottosegretario alla salute Andrea Costa durante la trasmissione ‘Restart 264’ su Cusano Italia Tv riferendosi alle indicazioni future sulla terza dose.

Quella sulla terza dose di vaccino anti-Covid “è una scelta che la politica fa sulla base di indicazioni scientifiche. L’Aifa”, l’Agenzia Italiana del Farmaco, “ci ha detto di procedere oggi con la terza dose per i fragili e gli over 60 e così stiamo facendo. Invito i cittadini che sono compresi in queste categorie a procedere con la vaccinazione”. “Faccio un appello ai genitori a vaccinare i ragazzi over 12, perché i dati – ha concluso – ci dicono che il virus sta circolando molto più rapidamente nei giovani non vaccinati e si rischiano nuove varianti”. 

Ma dice intervistato anche a ‘Radio anch’io’ su Radio1 “serve essere chiari con i cittadini, mi auguro che non diventi un tema di dibattito politico. C’è bisogno di uniformità nel paese, seguiamo le indicazioni della comunità scientifica”

Oggi dall’Aifa dovrebbero arrivare indicazioni precise sul vaccino J&J: “in merito al richiamo da fare con un vaccino Pfizer o Moderna a 6 mesi dalla prima dose. E per quanto riguarda le scuole l’obiettivo primario del governo è garantire tutto l’anno in presenza limitando al massimo la didattica a distanza e le nuove regole che saranno approvate in settimana scatteranno con 3 positivi in aula”. 

“L’obbligo vaccinale per alcune categorie non è un tabù e siamo pronti a prenderlo in considerazione. Ora affrontiamo queste settimane, vediamo quali saranno i dati delle vaccinazioni, dopo ci auguriamo che vi sia un senso di responsabilità che prevalga”.

E sulla possibile reintroduzione dell’obbligo di mascherina all’aperto “ad oggi questa non è un’ipotesi sul tavolo del ministero. Confido che questo possa essere un natale diverso da quello dello scorso anno. Molte scelte dipenderanno da quanti non vaccinati decideranno di vaccinarsi”. “Ciò che ci protegge è il vaccino e non il tampone – ha poi proseguito il sottosegretario costa intervenuto a Radio anch’io – non è corretto che chi si è vaccinato debba sopportare misure restrittive a causa di una minoranza che non si è vaccinata. Le scelte non saranno molte: o proseguire con le misure restrittive imponendole anche a chi si è vaccinato, o introdurre delle distinzioni, o introdurre degli obblighi vaccinali per alcune categorie come alcune fasce d’età over 50 e over 60 dove ci sono molti concittadini che non si sono vaccinati e alcune categorie a stretto contatto con il pubblico”. 

“L’obiettivo è quello di raggiungere il 90% dei vaccinati, a quel punto credo che si possa aprire una fase nuova e rivedere anche le misure restrittive, come l’utilizzo del green pass”. “Credo che quella del 90% sia una quota che ci permetterebbe una gestione endemica della pandemia. Ormai c’è la consapevolezza che non possiamo più parlare di immunità di gregge, perchè anche un vaccinato può contrarre il virus, ma lo contrae in maniera molto più lieve. L’obiettivo del governo è fare in modo che nessun cittadino muoia più di Covid e che nessuno finisca più in terapia intensiva. L’obiettivo del 90% crea queste condizioni. Mancano circa 2 milioni di cittadini – ha aggiunto – per raggiungere questo obiettivo, spero maturi in loro la consapevolezza che grazie alla loro vaccinazione non solo mettono al riparo la propria vita, ma permettono anche al paese di proseguire nel percorso di ritorno alla normalità e di ripresa economica”. 




Israele, richiami vaccinali: crollano le infezioni da Covid

Dopo mesi di preoccupazione per una risalita dei contagi dopo la prima fase della campagna vaccinale. Israele tira un sospiro di sollievo.

Le infezioni Covid si sono ridotte in seguito al massiccio intervento di richiami vaccinali. E’ stato quindi possibile riaprire le frontiere e i turisti hanno ripreso ad atterrare all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv.

Per i viaggiatori permane però l’obbligo di fare un tampone prima della partenza e un altro all’arrivo.




Covid, Vaia: “Casi in aumento ma senza allarme”

Speranza: “I numeri crescono, il Green pass serve ancora”

Sì alla corsia preferenziale per la terza dose anche a docenti e personale scolastico – rispettando i sei mesi di distanza dalla seconda – perché anche loro lavorano in ambienti a rischio, dice il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, intervistato dal Corriere. Il rialzo dei casi previsto, e le manifestazioni No vax non hanno giovato,riflette. Spiega che gli under 20 assorbono il 23% dei nuovi contagi: ‘E oltre a prendere il virus lo portano a casa’. Prematuro parlare di alleggerire o addirittura abolire il Green pass, ma ‘vivremo un Natale libero’. Imminente la decisione sulla seconda dose per chi ha fatto il monodose J&J: “Mi risulta che gli organismi tecnici siano orientati a prevedere un richiamo con un vaccino a mRNA, molto probabilmente almeno dopo due mesi dall’unica iniezione. Siamo nei tempi visto che queste persone si sono immunizzate tra aprile e maggio” ha ricordato il sottosegretario.

La campagna vaccinale: in Italia 89.851.272 somministrazioni

Sono 89.851.272 le dosi di vaccino somministrate in Italia, il 90% del totale di quelle consegnate, pari finora a 99.784.121 (nel dettaglio 71.161.190 Pfizer/BioNTech, 15.233.385 Moderna, 11.543.541 Vaxzevria-AstraZeneca e 1.846.005 Janssen). E’ quanto si legge nel report del commissario straordinario per l’emergenza sanitaria aggiornato alle 6.14 di oggi. Le persone che hanno ricevuto la terza dose addizionale sono 263.358, il 30% della popolazione potenzialmente oggetto di dose addizionale, mentre sono 1.316.568 (il 44,05% della popolazione) quelle oggetto di dose booster. Le persone che hanno avuto almeno una dose sono, invece, 46.630.490, l’86,34% della popolazione over 12 mentre quelle che hanno completato il ciclo vaccinale sono 44.779.642, l’82,91% della popolazione over 12.

Vaia: “Casi in aumento ma senza allarme”

“L’aumento dei casi era prevedibile ma non c’è da allarmarsi: sta arrivando la stagione fredda, che favorisce la  circolazione dei virus e la gente non usa più le mascherine”, dice il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia che, in una  intervista al Corriere della Sera lancia un appello: ”Bisogna  incrementare le vaccinazioni e renderle obbligatorie per chi è a  contatto con il pubblico”. ”Quello che bisogna fare oggi – rileva  Vaia – è spingere su due fasce di popolazione: soggetti fragili e anziani, ma anche su tutti i non vaccinati e gli immunizzati con una  sola dose, che purtroppo sono tanti. Il governo deve compiere  un’azione coraggiosa per prosciugare questo bacino e ampliare  l’obbligo vaccinale a chiunque ricopre funzioni a contatto con il  pubblico. E anche porre fine alla concezione del tampone come atto  strategico per ottenere il green pass: il test è una fotografia del  momento, non di ieri e non di domani. E non può surrogare il vaccino  che, lo ripeto ancora, si è dimostrato un’arma efficace. È arrivato il momento di infliggere il colpo del ko al Covid”. Sulla eventualità di vaccinare i bambini Vaia ribadisce che ”il mio non è scetticismo, il  mio è realismo. Non vedo la necessità di proteggere una fascia  anagrafica che non incide sulla curva epidemiologica. In Vaia: ”Serve l’obbligo vaccinale per chi lavora a contatto col pubblico”.

Speranza: “I numeri crescono, il Green pass serve ancora”

“Governo pronto ad un nuovo stato di emergenza se ce ne sarà la necessità e con la curva dei contagi in risalita il Green Pass “è fondamentale”. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, interviene dopo che da giorni si registra una ripresa del contagio da Covid: siamo passati in percentuale da un’incidenza di 30 casi per 100 mila persone a oltre 50 e anche l’Rt, l’indice di trasmissibilità, è passato da0,8 a poco sopra l’1. Una fase che comunque non stupisce gli esperti, dal momento che, come è noto, con la stagione invernale i virus a diffusione area hanno la possibilità di propagarsi dipiù.  Anche il monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità certifica che  cresce l’incidenza dei casi di Covid in tutta Italia, con alcune regioni più esposte come il Friuli Venezia Giulia che ha visto in una settimana raddoppiare il valore, ma nell’ultima settimana aumenta l’incidenza anche in tutte le fasce d’età e in particolare sotto i 12 anni, cioè nella parte della popolazione che ancora non può essere vaccinata: in totale il 24% dei casi è stato diagnosticato sotto i 20 anni.   Dunque davanti ai dati in risalita Speranza non esclude nè una proroga dello stato di emergenza nè dello stesso Green pass che-ricorda- “ci consente di tenere aperti tutti i luoghi della socializzazione, della cultura, i ristoranti, le scuole e le università: in un quadro epidemiologico diverso, faremo naturalmente tutte le valutazioni necessarie”.    In realtà prorogare l’attuale stato di emergenza è tecnicamente impossibile se non limitatamente fino al 31 gennaio del 2022: il governo tuttavia, se lo riterrà opportuno, potrà procedere per via parlamentare a emanare un provvedimento che preveda un nuovo stato di emergenza al quale sono ovviamente legati anche i protocolli riguardanti per esempio lo smartworking,  il rientro dei lavoratori nei rispettivi posti di lavoro e la cassa integrazione. Anche il Green pass, che ha spinto i vaccini, scadrà il 31 dicembre, come lo stato di emergenza, ma il governo potrebbe ragionare sul futuro della certificazione con un decreto a parte che ne proroghi gli effetti fino, ad esempio, all’estate.