Covid, nel Regno Unito la prima vittima della variante Omicron

Arriva la prima vittima di Omicron. Il premier britannico Boris Johnson ha annunciato infatti che almeno un paziente affetto dalla nuova variante è deceduto nel Regno Unito. Lo riferisce la Press Association.

Johnson lo ha detto ai giornalisti mentre era in visita a un centro di vaccinazione a Paddington, nell’ovest di Londra.

Il premier britannico ha sottolineato che l’idea che Omicron sia una variante meno pericolosa è da “mettere da parte” e che serve “riconoscere semplicemente il ritmo con cui accelera attraverso la popolazione”. “Quindi la cosa migliore che possiamo fare è vaccinarci con le dosi di richiamo”, ha concluso.

Circa il 40% dei nuovi contagi di Covid registrati a Londra è causato dalla variante Omicron, ha detto il ministro della Sanità britannico, Sajid Javid, preoccupato dall’aumento esponenziale dei casi, che tendono a raddoppiare nel giro di due-tre giorni. Con questi ritmi la Omicron è destinata a superare in tempi rapidi la Delta, diventando così dominante.

Anche il premier Boris Johnson, parlando ai giornalisti in un centro di vaccinazione a Londra, ha sottolineato l’allarmante impennata di casi e affermato che si prevede nella capitale britannica e in altre zone del Regno Unito che i contagi da Omicron siano destinati a superare quelli alimentati dalla variante Delta. “Entro domani sarà la maggioranza dei casi e sta aumentando sempre di più”, ha detto il primo ministro, secondo cui è sempre più evidente, come già aveva dichiarato il ministro alla Sanità, l’elevatissima trasmissibilità di questa nuova mutazione del virus. Per il premier inoltre, è molto alto il rischio che la diffusione della variante possa raggiungere numeri tali da riempire gli ospedali di ricoverati in cifra assoluta anche con una percentuale relativamente limitata di casi sintomatici.

E anche la Cina ha indetificato il suo primo caso di variante Omicron di Covid-19 a Tianjin, a 150 chilometri a est di Pechino, dopo aver effettuato il sequenziamento del genoma. Lo riferiscono i media cinesi che citano il Centro per la prevenzione e il controllo dell’epidemia di Tianjin.




Covid, sono 6 milioni gli italiani non vaccinati

  Sono oltre 6 milioni gli italiani che non hanno alcuna copertura contro il Covid. E’ quanto emerge dal report del governo sui vaccini, aggiornato a questa mattina, in base al quale ad oggi ci sono 6.103.160 persone che non hanno fatto la prima dose.In termini assoluti, il numero più alto di non vaccinati è tra i 40-49 anni (1.289.003) e in quella 50-59 anni (1.097.620); in percentuale è invece tra i 12-19enni che c’è la fetta più ampia: il 20,90%, che corrisponde a 967.264 persone su una platea di 4.627.514. “Siamo ancora in una fase non facile, questa nuova ondata di Covid sta toccando molto significativamente l’Europa e anche in Italia c’è una oggettiva crescita dei nuovi contagi, anche se siamo ancora uno dei Paesi con un quadro epidemiologico migliore, e ciò grazie alla campagna di vaccinazione che è la leva primaria.Dobbiamo avere fiducia nella scienza”.

Lo ha detto il ministro della salute, Roberto Speranza, intervenendo all’Assemblea nazionale della Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa (Cna), ricordando che ieri è stata superata la soglia dei 100 milioni di dosi somministrate.”Stamani è stato superato l’88% di persone over 12 vaccinate con la prima dose e l’85% che ha completato il ciclo vaccinale, e crescono negli ultimi giorni le prime dosi: dobbiamo insistere convincendo anche gli incerti e chiamando le persone per le terze dosi, per le quali abbiamo superato i 10 milioni di richiami fatti”, ha aggiunto  Speranza, rilevando che  “è il primo punto su cui investire; poi c’è una seconda leva: le misure precauzionali e le mascherine. Se insistiamo su vaccini e comportamento possiamo provare a gestire questa ondata molto seria e consistente”.    




Covid, Omicron battuta da tre dosi di Pfizer

La variante Omicron del Sars-CoV-2 è stata neutralizzata da 3 dosi di vaccino.

Lo riferiscono Pfizer-BionTech dopo test effettuati in laboratorio, moltiplica fino a 25 volte gli anticorpi. Secondo quanto riporta l’Agenzia Bloomberg la terza dose di vaccino garantisce un livello di protezione simile a quello osservato dopo due dosi contro il virus originale e le varianti finora conosciute.

Intanto è guarito il paziente zero. “Dopo venti giorni di quarantena resta la sensazione di aver superato una prova molto dura e senza le conseguenze gravi che hanno subito altre persone.

E ciò grazie al vaccino, che ci ha fatto stare tranquilli”. Così il manager Eni di Caserta risultato a fine novembre il primo positivo in Italia alla nuova variante sudafricana denominata Omicron; con lui erano risultati positivi ad Omicron anche i due figli, la moglie, la madre, la suocera e una badante. Tutti sono sempre stati in buone condizioni di salute e oggi si sono negativizzati (tranne la suocera); già domani troveranno in piattaforma il certificato di guarigione dal Covid e potranno uscire. “Da domani potrò tornare a viaggiare – aggiunge il manager – ma in questi venti giorni, oltre all’angoscia e alla spada di Damocle rappresentata dai continui tamponi cui venivamo sottoposti, abbiamo potuto ritrovare la bellezza di stare tutti insieme come non accadeva da tempo. Per chi è abituato a viaggiare, stare venti giorni a casa non è facile, ti genera un senso di oppressione; ma c’è anche un lato positivo, vedere i miei figli quanto erano felici di avermi tutto il giorno in casa; loro sono stati bene, anche perché alla Dad ormai sono abituati. E comunque, ripeto, senza vaccino non saremmo stati mai tranquilli. Per cui spero che anche chi è restio vada a vaccinarsi” conclude il professionista.Nella piattaforma ICoGen “13 casi confermati in Italia di variante Omicron del Sars-CoV-2: 7 del cluster in Campania; 3 in Veneto; 1 rispettivamente in Piemonte, Sardegna e Bolzano. Del totale dei 13 casi, 12 sono importati o contatti di importati. Per uno (in Veneto) sono in corso indagini. In corso anche il sequenziamento di altri 4 sospetti”. Lo riferisce l’Istituto superiore di sanità.”Sono stati rilevati dall’Istituto Spallanzani tre casi di variante Omicron ed è stata immediatamente avviata l’indagine epidemiologica”. Lo annuncia l’assessore reginale alla Sanità Alessio D’Amato. “Si tratta di due donne, una proveniente dal Sudafrica con un volo dell’Ethiopian Airlines e diretta in provincia di Macerata. La seconda proveniente dalla Francia (Parigi) e residente nel Lazio. Il terzo è un uomo, un militare della Nigeria in missione e di rientro nel proprio Paese. I tre casi – aggiunge – stanno tutti bene e sono in isolamento”.”La variante di Omicron per ora è stata segnalata in 57 paesi e prevediamo che il numero continuerà a crescere. Alcune caratteristiche di Omicron, tra cui la sua diffusione globale e il gran numero di mutazioni, suggeriscono che potrebbe avere un impatto importante sul corso della pandemia”. Lo detto il capo dell’Oms Tedros Ghebreyesus nel briefing sul Covid da Ginevra. 




Polesine e Delta Padano: sos affondamento. L’Anbi: “Necessario anticipare le emergenze”

“L’Italia è maestra nel dimenticare gli eventi”: a sottolinearlo è Francesco Vincenzi, Presidente
dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) in occasione dell’evento organizzato a Rovigo dai locali Consorzi di bonifica per commemorare la disastrosa alluvione del 1951 in Polesine, un territorio che continua ad esistere solo grazie ad una sapiente opera quotidiana di gestione idraulica, coadiuvata da oltre 200 impianti idrovori.
L’ “affondamento” del Polesine e del Delta Padano, dovuto agli emungimenti metaniferi tra il 1938 ed il 1964, continua ad avere ripercussioni sull’economia e la vita sociale dell’area; tant’è che rilievi effettuati dall’Università di Padova hanno evidenziato un ulteriore abbassamento di 50 centimetri nel periodo 1983- 2008 nelle zone interne del Delta del Po. La congiuntura internazionale sta ora aggravando il già pesante onere economico, dovuto alla sola energia elettrica, utilizzata dai Consorzi di bonifica per “mantenere questi territori all’asciutto” e che sta velocemente raggiungendo costi insostenibili, richiedendo urgenti interventi di sostegno da parte delle autorità politiche.
“La lezione del Polesine, conseguenza di un errato modello di sviluppo oggi improponibile, insegna che è necessario anticipare le emergenze, accentuate in tempi recenti dalla crisi climatica, che evidenzia l’inadeguatezza di una rete idraulica nazionale, il cui 70% ha oltre 30 anni di vita – prosegue il Presidente di ANBI – Eppure l’Italia riesce a spendere solo il 45% dei finanziamenti comunitari, destinati al Paese.
Occorre guardare già oltre il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, individuando ulteriori risorse e sfruttando la grande capacità progettuale dei Consorzi di bonifica, determinante affinchè la prossima Legge Finanziaria comprenda anche un nuovo Piano Invasi, fondamentale per dotare il Paese di maggiori disponibilità idriche, coniugandole alle esigenze di salvaguardia idrogeologica. Ma non basta – conclude Vincenzi – Bisogna finanziare nuove strutture irrigue con il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, contribuendo a colmare il gap infrastrutturale fra Nord e Sud dell’Italia. In questo quadro i Consorzi di bonifica ed irrigazione sono gli unici enti in grado di gestire l’intera filiera realizzativa: dalla progettazione
alla rendicontazione delle opere”.




Super green pass, prime multe a Roma: “Mi sarei vaccinato a giorni”

Un nuovo record di Green pass scaricati, esattamente 1.310.001 tra quelli ‘base’ e ‘rafforzati’, è stato registrato nelle ultime 24 ore.

Le misure sul certificato verde ‘rafforzato’ (ottenibile solo con vaccinazione o avvenuta guarigione) entrano in vigore da oggi fino al 15 gennaio.

A spingere i download sono soprattutto le vaccinazioni: in particolare, secondo quanto emerge dai dati del sito del governo, sono stati 968.069 i Green pass scaricati ieri per avvenuta vaccinazione, 336.563 quelli per l’effettuazione di un tampone e 5.369 per guarigione dal Covid.

Primo multato nella Capitale durante i controlli del Green pass per i passeggeri di bus e metro. A sanzionare l’uomo gli agenti della polizia locale alla fermata dei bus di piazzale Flaminio. L’uomo era appena sceso dall’autobus quando gli agenti gli hanno chiesto di esibire il certificato verde. “Non ce l’ho perché volevo vaccinarmi nei prossimi giorni” si è giustificato il 50enne romeno. Per lui è scattata una sanzione di 400 euro.

Nel giorno in cui entra in vigore l’obbligo di Green Pass per accedere sui mezzi pubblici, a Milano i controlli non sono solo su metropolitana, bus e tram, ma anche nelle stazioni dei treni. A Porta Garibaldi, questa mattina, una pattuglia di 8 agenti assistenza e sicurezza, sei di Fs e due di Trenord, controllavano che i passeggeri fossero in regola. Controlli anche sul passante ferroviario, sempre a Porta Garibaldi, con alcuni agenti a presidiare l’ingresso del sotterraneo. A Napoli verifiche nella linea 2 della Metropolitana di Napoli (gestita dalle Ferrovie dello Stato) e, nella stazione di Piazza Garibaldi, sulle linee della Circumvesuviana. Lunghe code si sono registrate ai tornelli della linea 1 della Metropolitana, gestita dalla Azienda napoletana mobilità dove al momento per l’accesso non è stato ancora richiesto agli utenti di mostrare oltre al biglietto anche il green pass. Treni affollati come sempre nelle ore di punta anche lungo la tratta della metropolitana che va dalla stazione di Piscinola a piazza Garibaldi.Anche nello Stretto di Messina da stamani non si viaggia senza Green pass, tutti i viaggiatori tra Messina e Villa San Giovanni per passare da una sponda all’altra, dovranno essere muniti della certificazione verde. Già dalla prima corsa alle 6.40 decine di persone sono in fila e, oltre ad acquistare il biglietto, devono mostrare il Green pass agli addetti della Caronte & Tourist al molo San Francesco. Molti viaggiatori hanno accolto bene la novità. Giovanni, che viaggia con moglie e due figli ed era venuto per una breve vacanza in Sicilia, commenta: “Il provvedimento lo trovo giusto, noi siamo tutti vaccinati in famiglia e visto l’aumento dei contagi c’era la necessità di più controlli”. Dello stesso avviso Claudio e Francesco, studenti pendolari: “Siamo felici di questa decisione almeno si viaggia più tranquilli, non era normale che solo qui non ci fossero controlli”. Tutti i passeggeri vengono controllati all’imbarcadero dei privati come a quello delle Ferrovie. Qualcuno non sapeva della novità e arrabbiato afferma: “Ora andrò a farmi il tampone. Ma da domani mi faccio il vaccino non è possibile farsi un tampone al giorno, ormai è come ci fosse l’obbligo vaccinale”.




Covid, ecco come cambia il green pass

Chi è vaccinato o è guarito dal Covid negli ultimi 6 mesi resterà libero di andare al ristorante, al cinema, allo stadio.

Non sarà necessario scaricare nuovamente il Green pass rafforzato: il Qr code resterà infatti lo stesso, anche se durerà non più 12 ma 9 mesi, e verrà aggiornata la App ‘Verifica C19’ per i controlli.

Da lunedì si ridurranno, invece, gli spazi per gli oltre 6 milioni di italiani non vaccinati: scatta la nuova stretta e anche per prendere i mezzi pubblici sarà necessario avere almeno il Green pass “base”, che si ottiene con il solo tampone. Con il test negativo si potrà continuare ad andare a lavoro, in palestra, pernottare in albergo e poco altro. Non ci si potrà sedere al tavolo al bar, andare al ristorante al chiuso o a teatro. Il mancato rispetto delle regole comporta una multa da 400 a mille euro. Di seguito le principali novità.    

COME CAMBIA IL GREEN PASS – L’obbligo di Green pass fino al 15 gennaio 2022 viene esteso a ulteriori settori: alberghi; spogliatoi per l’attività sportiva; servizi di trasporto ferroviario regionale e interregionale; servizi di trasporto pubblico locale. E dal 6 dicembre arriva il Green pass rafforzato: vale solo per coloro che sono o vaccinati o guariti e serve per accedere ad attività che altrimenti sarebbero oggetto di restrizioni in zona gialla ma deve essere utilizzato a partire dalla zona bianca per spettacoli, eventi sportivi, ristorazione al chiuso, feste e discoteche, eventi pubblici. Per matrimoni, battesimi e comunioni basta il pass base mentre per feste di compleanno e di laurea servirà quello rafforzato. In caso di passaggio in zona arancione, le restrizioni e le limitazioni non scattano, ma alle attività possono accedere i soli detentori del Green pass rafforzato. Tranne che all’aperto: per pranzare fuori al ristorante anche in zona arancione non servirà alcun pass.    

CONTROLLI RAFFORZATI – E’ previsto anche il rafforzamento del sistema dei controlli, con dispositivo messo a punto a livello locale dai prefetti, sentiti i Comitato provinciale ordine e sicurezza. Una circolare del Viminale ha tracciato la cornice. I controlli sui mezzi pubblici devono essere attuati in modo tale da garantire la fluidità del servizio e da “scongiurare” possibili “assembramenti ed eventuali ricadute di ordine pubblico” e andranno potenziati anche nelle zone della movida.    In generale, la polizia municipale e la Guardia di Finanza svolgeranno le verifiche nei ristoranti e negli esercizi pubblici mentre quelle su autobus e metropolitane sono affidate in modo prioritario a polizia e carabinieri, supportati dai vigili urbani e dal personale delle aziende di trasporto, e saranno a campione e nelle maggior parte dei casi verranno effettuate alle stazioni e alle fermate.    MASCHERINE – In zona bianca la mascherina non è obbligatoria all’aperto, anche se diversi sindaci sono intervenuti con proprie ordinanze, prevedendole in tutto il centro storico o nelle zone dello shopping. La mascherina va indossata, sempre, in tutti i luoghi chiusi diversi dalla propria abitazione, compresi i mezzi di trasporto pubblico (aerei, treni, autobus) e in tutte le situazioni in cui non possa essere garantito il distanziamento interpersonale o siano possibili assembramenti.    E’ invece obbligatoria all’aperto e al chiuso in zona gialla, arancione e rossa.    TAMPONI E CERTIFICATO – Ai fini del Green pass sono confermate sia le tipologie che la durata dei test. Il Certificato resta valido in caso di un tampone molecolare negativo effettuato nelle 72 ore antecedenti o rapido nelle 48 ore precedenti.    




Regali di Natale: “Spese frenate dalla paura della pandemia”

Quest’anno per i regali di Natale si spenderanno in termini pro capite 158 euro rispetto ai 164 euro dello scorso anno, -8% rispetto al 2019 e oltre il 36% in meno rispetto al 2009, nel complesso 6,9 miliardi rispetto ai 7,4 miliardi dello scorso anno, con l’inflazione e i rincari delle bollette che rischiano di ridurre ulteriormente la quota di tredicesima destinata a queste spese.

E’ quanto emerge da un’analisi di Confcommercio.

In totale “per il mese di dicembre si stima un valore di circa 110 miliardi di euro di spese per consumi (inclusi affitti, utenze, servizi), valore inferiore di circa 10 miliardi a quanto speso nel 2019”, spiega Confcommercio.

Nel mese la spesa media per famiglia si attesta a 1.645 euro, lo 0,5% in più rispetto all’anno scorso, ma ancora molto al di sotto rispetto al 2019 (-7,5%), aggiunge Confcommercio, sottolineando che crescono le tredicesime complessive destinate ai consumi:32,6 miliardi nel 2021 contro i 29,7 miliardi nel 2020.    “La crescita dei consumi a Natale rischia di essere fenata dai timori per la pandemia, dall’inflazione e dai costi dei consumi obbligati. Per rilanciare la fiducia occorre accelerare il previsto taglio delle tasse, a cominciare da Irpef e oneri contributivi a carico delle imprese”. Così il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. 




Roma, l’ospedale Israelitico premiato per l’attenzione alla salute delle donne

Il nosocomio ebraico ha ricevuto dalla Fondazione Onda – Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, 2 Bollini Rosa per la promozione della medicina di genere e gli innovativi servizi ospedalieri dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali malattie femminili

ROMA – L’Ospedale Israelitico di Roma ha ricevuto oggi dalla Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, 2 Bollini Rosa sulla base di una scala da uno a tre, per il biennio 2022-2023. I Bollini Rosa sono il riconoscimento che Fondazione Onda, da tempo impegnata sul fronte della promozione della medicina di genere, attribuisce dal 2007 agli ospedali attenti alla salute femminile e che si distinguono per l’offerta di servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali malattie delle donne.

L’Advisory Board, presieduto da Walter Ricciardi, Professore di Igiene e Sanità Pubblica, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, ha validato i bollini conseguiti dagli ospedali a seguito del calcolo del punteggio totale ottenuto nella candidatura, tenendo in considerazione anche gli elementi qualitativi di particolare rilevanza non valutati tramite il questionario.

Tre i criteri di valutazione tenuti in considerazione, la presenza di: specialità cliniche che trattano problematiche di salute tipicamente femminili e trasversali ai due generi che necessitano di percorsi differenziati, tipologia e appropriatezza dei percorsi diagnostico-terapeutici e servizi clinico-assistenziali in ottica multidisciplinare gender-oriented, l’offerta di servizi relativi all’accoglienza delle utenti alla degenza della donna a supporto dei percorsi diagnostico-terapeutici (volontari, mediazione culturale e assistenza sociale) e infine il livello di preparazione dell’ospedale per la gestione di vittime di violenza fisica e verbale .

“Il conferimento per il biennio 2022-2023 dei Bollini Rosa all’Ospedale Israelitico di Roma, già premiato nel 2019, testimonia ancora una volta – ha dichiarato il Direttore Sanitario dell’Ospedale Israelitico, Dott.ssa Gabriella Ergasti – l’attenzione e la cura del nostro network ospedaliero per la promozione e la sensibilizzazione della salute della donna. E’ per noi oggi motivo di grande orgoglio confermarci un Ospedale al fianco delle donne e ricevere per il secondo biennio consecutivo un premio così prestigioso e rappresentativo. Un motivo in più per fornire risposte sempre più confacenti alle donne, dalla prevenzione, alla diagnosi fino alla terapia”.




Bollette gas e luce, possibile stangata dal 1 gennaio

Senza interventi del governo, al 1 gennaio le bollette del gas aumenteranno del 50%, quelle dell’eletticità almeno del 17%, ma forse del 25%. E’ la previsione che ha fatto con l’ANSA Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia.

“Le tariffe del gas sono decise ogni trimestre dall’Arera, sulla base dei prezzi internazionali – spiega Tabarelli -.

Ma questi, dopo essere rimasti tranquilli per dieci anni, alla metà del 2021 sono impazziti, e oramai sono fuori controllo. Nel trimestre ottobre-dicembre 21, la tariffa Arera è 0,95 euro al metro cubo. Ma dato l’andamento dei mercati internazionali, senza un intervento dello stato per calmierare, nel trimestre gennaio-marzo 22 si arriverà a 1,40 euro”. Stesso discorso per la bolletta elettrica, che dipende direttamente dal prezzo del metano, visto che buona parte della corrente è prodotta da centrali a gas. “A fissare la tariffa è il Gme, gestore dei mercati energetici, sulla base dei prezzi internazionali – spiega ancora Tabarelli -. Al primo ottobre abbiamo avuto un aumento incredibile, del 30%, quando di solito gli aumenti erano sull’1%. Oggi sui mercati spot l’elettricità si paga da 250 euro al megawattora a quasi 300 (in passato ci sembrava tanto quando costava 40-50 euro). Senza un intervento dello stato, al primo gennaio l’aumento della bolletta elettrica sarebbe dal 17 al 25%”. In questa situazione, secondo l’esperto “i due o tre miliardi che saranno stanziati in manovra per calmierare le bollette sono poca cosa”. Le cause del caro gas per Tabarelli sono molteplici: “La prima è che gli stoccaggi sono bassi, perché la Russia consegna meno gas all’Europa. Un po’ perché vuole spingere sul gasdotto North Stream (che aprirà a marzo), un po’ perché ha problemi di trasporto, dato che la sua rete è molto vecchia. Poi c’è stata la ripresa produttiva dopo la pandemia; la Cina ha aumentato la domanda di gas per uscire dal carbone; le compagnie energetiche investono di più sulle rinnovabili e meno sulle fossili, ma la domanda di gas non cala; l’eolico e l’idroelettrico in alcuni paesi hanno ridotto la produzione per motivi di meteo”. Infine, secondo l’esperto “i mercati sono in mano alla speculazione, e i politici non sanno che pesci pigliare”. Tabarelli ricorda che “chi ha fatto contratti di acquisto a lungo termine, oggi paga il gas 35 centesimi a metro cubo”

La stessa preoccupazione per il primo trimestre del 2022 è condivisa da Consumerismo. Gli aumenti andranno ad aggiungersi a quelli già scattati nel 2021 e potrebbero proseguire portando nel corso del nuovo anno la spesa della famiglia “tipo” per le bollette di luce e gas a raggiungere il record di 3.368 euro all’anno, con un incremento di +1.227 euro rispetto alla spesa sostenuta nell’ultimo anno. E’ il calcolo di Consumerismo, secondo cui il governo dovrebbe reperire “almeno 10 miliardi di euro utili a contrastare rincari e speculazioni sui mercati internazionali dell’energia, ed evitare la maxi-stangata che sta per abbattersi sui consumatori”. 




Covid, OMS: nel mondo bassa copertura vaccinale e pochi test sono mix tossico

Omicron sembra più trasmissibile, ma servono più dati

L’Oms avverte tutti i Paesi del mondo che il “mix tossico” di una bassa copertura vaccinale e di poche persone testate potrebbe continuare a generare nuove varianti del Covid.

Lo ha detto il direttore generale dell’Agenzia dell’Onu Tedros Adhanom in una conferenza stampa sulla situazione coronavirus alla luce della scoperta della nuova variante Omicron.

“Nel mondo abbiamo un mix tossico di bassa copertura vaccinale e molti pochi test”, che continuerà a generare varianti a meno che non si trovi una soluzione”, ha detto.

Alla domanda se i paesi europei debbano prepararsi per un Natale in lockdown, il direttore esecutivo dell’Agenzia dell’Onu Michael Ryan, ha detto che bisogna “essere pazienti” e aspettare di saperne di più sulla variante Omicron. Nel frattempo, ha sottolineato, i governi in Europa esaminino la loro situazione epidemiologica, introducano misure di controllo, aumentino la sorveglianza e i test e garantiscano che a coloro che sono vulnerabili o a rischio venga offerto il vaccino.

“Non abbiamo tutte le informazioni sulla trasmissibilità” della variante Omicron del Covid – ha detto il capo per le emergenze dell’Oms Maria Van Kerkhove – anche se c’è qualche elemento suggerisce che sia più trasmissibile” precisando che nei “prossimi giorni, non settimane”, si dovrebbero avere più informazioni sulla nuova variante e che c’è comunque la possibilità che Omicron possa diventare “più trasmissibile in futuro”.

Le prime indicazioni su Omicron, ha affermato un funzionario dell’Oms, suggeriscono che la maggior parte dei contagi legati alla nuova variante del Covid sono “lievi”. Inoltre, non ci sono prove che suggeriscano che l’efficacia dei vaccini sia stata ridotta dal nuovo ceppo. Chiarendo comunque su Omicron c’è ancora molto da approfondire.




Dietrofront sulle quarantene a scuola: le regole con cambiano. Dad con 3 positivi

In meno di 24 ore la doppia giravolta sulle quarantene nelle scuole. Intanto oggi l’Aifa si riunisce sulle vaccinazioni per i bambini nell’età tra i 5 e gli 11 anni. “Solitamente – ha detto ieri il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco Giorgio Palù – noi abbiamo sempre approvato quello che approvava l’Ema anche a distanza di poche ore. Direi che l’urgenza stringente in questo caso non c’è, perchè devono arrivare le preparazioni vaccinaliIn tarda serata di lunedì la circolare congiunta Salute-Istruzione che, in ragione dell’aumento dei contagi e delle difficoltà nel tracciamento, sospendeva il programma di “sorveglianza con testing” in vigore da appena tre settimane. Poi nel pomeriggio lo stop, con l’intervento di palazzo Chigi che ha avocato a sé l’operazione dopo un approfondimento con il Cts e con il commissario all’emergenza Francesco Figliuolo, che ha garantito supporto per il tracciamento.Le regole restano quelle in vigore: tutta la classe andrà automaticamente in quarantena solo se ci sono tre positivi. “Non ci sarà alcun ritorno in Dad in caso di presenza di un solo alunno contagiato”, hanno precisato fonti di governo, e parallelamente la struttura del commissario straordinario Francesco Figliuolo “intensificherà le attività di testing nelle scuole, al fine di potenziare il tracciamento”, poiché “garantire la partecipazione in presenza e lo svolgimento delle lezioni a scuola in assoluta sicurezza è una priorità del Governo”.La circolare prendeva atto del peggioramento del quadro dell’epidemia, con “un aumento rapido e generalizzato del numero di nuovi casi di infezione da SARS-CoV-2, anche in età scolare”, con una incidenza settimanale in crescita e pari a 125 per 100.000 abitanti, “valore ben lontano dal quello ottimale di 50 per 100.000, utile per un corretto tracciamento dei casi”.I due ministeri hanno quindi ritenuto “opportuno sospendere, provvisoriamente, il programma di ‘sorveglianza con testing’ e di considerare la quarantena per tutti i soggetti contatto stretto di una classe/gruppo dove si è verificato anche un singolo caso tra gli studenti e/o personale scolastico”. Un cambio di rotta totale, rispetto al protocollo approvato il 3 novembre, a lungo meditato fin dall’inizio dell’anno scolastico, quando la situazione era effettivamente più rassicurante. E infatti il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in mattinata ha subito parlato di “una misura assolutamente prudenziale”, presa perché “vogliamo tenere in assoluta sicurezza la scuola”. Anche se la priorità del ministro “resta la didattica in presenza”.