Mutamenti climatici, l’Osservatorio ANBI lancia l’allarme siccità in Italia centrale

“Emilia Romagna deserto d’Italia”

Nella speranza che le attese piogge diano sollievo ad agricoltura ed ambiente, è sorprendente il dato, che l’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche segnala per  l’area orientale dell’Emilia Romagna:  sul ferrarese, da Gennaio sono caduti solo 18 millimetri di pioggia, addirittura 4 millimetri in meno di quanto registrato sull’oasi africana di Merzouga (mm.22) nello stesso periodo! Pare inarrestabile il trend dell’area estense verso la siccità estrema: in 16 mesi, dal 1 Gennaio 2021, si sono registrati mm.437,5 di pioggia  mentre, per rimanere in Italia ed in soli 12 mesi,  sono piovuti mm.1285 a Crotone, senza considerare i mm.761,6 caduti ad Agrigento in soli 6 mesi (dal 1Ottobre ad oggi). Altrettanto preoccupante è l’andamento registrato sul ravennate dove, in 16 mesi, sono caduti mm. 437,5 di pioggia; in Marocco, in 12 mesi, piovono però 700 millimetri a Tangeri e 510 millimetri a Rabat! Di questa straordinaria condizione di sofferenza idrica sono conseguenza fiumi emiliano-romagnoli ai minimi storici con il Trebbia, che addirittura segna -92% sulla media!

Eccezionalmente negativa è anche la condizione del manto nevoso in Lombardia, stimato del 18,9% inferiore al minimo storico! Nella stessa regione, il fiume Adda è ai livelli più bassi da 50 anni in conseguenza delle scarse portate erogate dal lago di Como, il cui riempimento è ridotto al 4,7% ed è ormai pericolosamente vicino al minimo storico del 1958.

Analogamente continuano a calare i livelli di tutti i laghi del Nord Italia (anche il Garda è sceso sotto media), la cui condizione è aggravata dallo scarso manto nevoso, presente anche in quota: a Courmayeur, nella Val d’Aosta dimenticata dalle piogge, la neve al suolo è inferiore del 72% alla media mensile e la Dora Baltea ha portata dimezzata rispetto allo scorso anno (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle d’Aosta).

I livelli del fiume Po continuano repentinamente a calare (la portata è mediamente al 30% della media storica mensile) ed al rilevamento di Piacenza si toccano record negativi sempre nuovi e flussi che mai, nemmeno nelle  estati più siccitose, erano state così scarsi.

Se i corsi d’acqua piemontesi permangono in marcato deficit idrico (soprattutto, il Tanaro), non va meglio a NordEst, dove tutti i fiumi registrano portate al minimo dal 2017 (fonte: ARPA Veneto).

“Di fronte ad una crescente aridità, cui solo piogge continue e diffuse potranno dare risposta quest’anno, si accentua la crisi del sistema idraulico per un’emergenza climatica sempre più marcata e che sta disegnando una nuova Italia dell’acqua – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – Senza acqua non c’è vita e per questo non solo va risparmiata, ma va trattenuta quando arriva per essere utilizzata nei momenti di bisogno;da qui le nostre proposte per nuovi bacini, perlopiù medio-piccoli, dei laghetti, in aree collinari e di pianura.” 

Scendendo lungo la Penisola,  è la portata dell’Arno (mc./sec. 11,20 contro una media pari a mc./sec. 104,94!) a ben rappresentare il quadro largamente deficitario delle portate dei fiumi in Toscana, dove a Marzo si registra  mezzo millimetro di pioggia contro una media di mm. 66 (-95%)! 

Peggiora la situazione anche nelle Marche, dove torna ad affacciarsi lo spettro della siccità dopo un 2021 in emergenza idrica: calano sia le portate dei fiumi che i volumi d’acqua trattenuti negli invasi (circa mezzo milione di metri cubi in meno).

Nel Lazio permane da molti mesi una situazione di sofferenza idrica per i fiumi del bacino del Liri e, in alcune zone, il deficit  è superiore a quello del siccitoso  2017, con piogge inferiori dal 20 al 50% rispetto alle medie.

Anche in Campania la situazione inizia a destare qualche preoccupazione per una  fase di siccità primaverile con i livelli idrometrici dei fiumi Sele, Volturno a Garigliano in calo fin dalle sorgenti, mentre sono in ripresa i livelli dei bacini nel Cilento.

Infine, in Basilicata, per la prima volta dall’autunno, si registra una flessione nel riempimento degli invasi (-500.000 metri cubi) a testimonianza di un’avviata stagione irrigua; crescono ancora, invece, i volumi d’acqua, trattenuti negli invasi pugliesi e cresciuti di 6 milioni e mezzo di metri cubi in 7 giorni.

“La situazione apulo-lucana – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – evidenzia l’importanza della riserva idrica garantita dagli invasi in regioni che, seppur confinanti, stanno vivendo differenze contingenze meteo: in carenza di piogge sono i bacini a fornire l’acqua necessaria alle prime colture dell’anno.”




Iperattività nei bambini con autismo: c’è una molecola in grado di controllare i bambini

Si chiama palmitoiletanolamide (PEA), è una molecola di natura lipidica con un importante ruolo nel controllo dei fenomeni infiammatori che si è dimostrata efficace e sicura per migliorare gli effetti sui sintomi di irritabilità e iperattività nei bambini con autismo.

“La sua efficacia è stata dimostrata grazie allo studio pubblicato su Journal of Psychiatry Research – afferma Luca Steardo, Docente presso il Dipartimento Fisiologia e Farmacologia “Vittorio Erspamer” Università La Sapienza di Roma che in vista della Giornata Mondiale per la Consapevolezza sull’Autismo fa il punto sulla ricerca – L’importanza di tali risultati deriva anche dalla osservazione della assoluta mancanza di eventi avversi e effetti collaterali da parte del composto. In uno scenario di assoluta assenza di farmaci capaci di prevenire la comparsa e antagonizzare la progressione della patologia autistica, la possibilità di poter utilizzare la palmitoiletanolamide in forma ultramicronizzata, composto oggi presente anche in una formulazione pediatrica, le cui propietà antineuroinfiammatorie e antineurodegenerative sono dimostrate da robuste e consistenti evidenze sperimentali e cliniche, dischiude nuovi orizzonti per la terapia di una patologia di notevole gravità che richiede interventi sicuri, precoci e mirati”.

Lo studio

I risultati dello studio pubblicato su Journal of Psychiatry Research che ha preso in esame 70 pazienti pediatrici, di età compresa fra i 4 e 12 anni, con diagnosi di Autismo, sono molto incoraggianti; 62 pazienti hanno portato a termine il trattamento (31 per gruppo).

Al termine del trattamento la combinazione di PEA e risperidone ha mostrato un effetto superiore rispetto al regime terapeutico con risperidone e placebo, per quanto riguarda i sintomi di irritabilità e iperattività, in modo statisticamente significativo.L’effetto del trattamento combinato sull’iperattività era già visibile dopo sole 5 settimane di trattamentoUn miglioramento è stato rilevato a fine studio, anche per quanto riguarda linguaggio, a favore del regime terapeutico contenente PEA. Non sono stati osservati eventi avversi seri nei due gruppi.

“Per quanto i disordini dello spettro autistico trovino una sicura origine multifattoriale fino ad oggi non si è stato in grado di delineare con assoluta precisione i meccanismi molecolari e cellulari responsabili di tale patologia. Tuttavia negli ultimi 10 anni evidenze fornite sia dalla ricerca preclinica che da quella clinica hanno identificato nella neuroinfiammazione un fattore coinvolto in maniera importantenella comparsa e nella progressionedella malattia. Da ciò ne deriva che una più completa comprensione del ruolo della neuroinfiammazione nella patogenesi dell’autismo sia di preminente importanza per laidentificazioni della strategia terapeutica per una condizione patologica che ad oggi manca di interventi efficaci”, aggiunge il Professor Steardo.

“Una persistente condizione di neuroinfiammazione – afferma l’esperto – provoca uno scompaginamento dell’architettura e alterazioni funzionali in aree critiche del cervello con sequele molto gravi quando tutto ciò avviene nei periodi dello sviluppo.

In questo contesto è facile comprendere come la ricerca abbia sempre tentato di identificare molecole capaci di antagonizzare la neuroinfiammazione e di restituire allo stesso tempo le cellule gliali alloro compito di supporto omeostatico edi custodi della integrità e della corretta funzionalità sinaptica delle reti funzionali. Questo è il motivo per cui non si utilizzano i classici antinfiammatori, agentiche si sono mostrati privi di tali capacità “.

“Particolare attenzione negli ultimi anni è stata attratta dalla palmitoiletanolamide ultramicronizzata, molecola che ha mostrato di possedere la abilità di modulare l’attività della glia, riducendo la neuroinfiammazione e di favorirne la ripresa funzionale nelle loro molteplici attività fisiologiche. L’utilizzo di tale composto ha dimostrato efficacia terapeutica sia nei modelli animali di malattia sia nei soggetti affettida disturbo dello spettro autistico in studi clinici rigorosi, randomizzati e condotti in condizione di doppia cecità, quale per esempiolo studio pubblicato su Journal of Psychiatry Research”, conclude il Prof Steardo.




Rivelazione di un funzionario americano: “Non dicono la verità a Putin sulla guerra”

Un funzionario americano riferisce che il presidente russo è male informato dai suoi sull’andamento del conflitto.

Il conflitto in Ucraina dopo l’invasione russa ormai più di un mese fa prosegue senza soste, mentre da Mosca arriva un commento che frena i possibili entusiasmi dopo il nuovo round di colloqui negoziali di ieri in Turchia.

Intanto c’è attesa per il colloquio previsto nel pomeriggio tra il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il presidente russo Vladimir Putin, mentre è in corso – secondo quanto riferisce la casa Bianca –  un colloquio telefonico tra il presidente americano Joe Biden e il leader ucraino Volodymyr Zelensky 

Russia e Cina hanno condannato le sanzioni unilaterali decise da Usa, Ue e alleati contro Mosca per la sua aggressione militare all’Ucraina, definendole “illegali e controproducenti”: lo riferisce una nota del ministero degli Esteri russo diffusa dopo il bilaterale tra i capi delle rispettive diplomazie, Serghei Lavrov e Wang Yi tenuto a Tunxi, nella provincia di Anhui, dove la Cina ospita una due giorni di incontri dedicati all’Afghanistan.

“Le parti – si legge – hanno notato la natura controproducente delle sanzioni unilaterali illegali imposte alla Russia dagli Stati Uniti e dai suoi satelliti”.




Industria, cresce il settore energetico. Sale la produzione

A gennaio si stima che il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, aumenti del 2,3% in termini congiunturali, con un andamento positivo sia sul mercato interno (+2,7%) sia estero (+1,3%).

Corretto per gli effetti di calendario, il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 16,9%, con incrementi del 19,1% sul mercato interno e del 12,9% su quello estero (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 19 di gennaio 2021).

Lo comunica l’Istat, sottolineando che su base mensile torna ad aumentare, dopo la flessione del mese precedente, raggiungendo il valore massimo dall’inizio della serie storica (gennaio 2000).

A spingere è soprattutto il settore energia: il fatturato del comparto, che include l’industria estrattiva di petrolio e gas e l’industria della raffinazione, è cresciuto del 49,6%. 

In particolare, per quanto riguarda gli indici corretti per gli effetti di calendario riferiti ai raggruppamenti principali di industrie, si registrano rispetto a gennaio 2021 incrementi molto marcati per l’energia (+49,6%) e i beni intermedi (+27,1%), più contenuti per i beni di consumo (+8,7%) e i beni strumentali (+4,8%). Rispetto a dicembre 2021, sempre con riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, gli indici destagionalizzati del fatturato segnano un aumento per tutti i principali settori: i beni strumentali (+3,8%), l’energia (+2,9%), i beni intermedi (+2,7%) e i beni di consumo (+0,1%).

A febbraio 2022 i prezzi alla produzione dell’industria aumentano dello 0,4% su base mensile e del 32,8% su base annua. Lo comunica l’Istat. I prezzi alla produzione delle costruzioni per “Edifici residenziali e non residenziali” crescono dello 0,4% su base mensile e del 6,8% su base annua; mentre i prezzi di “Strade e Ferrovie” aumentano dello 0,2% in termini congiunturali e del 5,7% in termini tendenziali.




Colloqui delegazioni russa e ucraina: primi spiragli di pace

La Russia ha iniziato il ritiro delle truppe da Kiev

Si chiude la prima giornata di colloqui tra le delegazioni russa e ucraina a Istanbul. Non è ancora chiaro se si andrà avanti anche domani, ma intanto qualcosa si muove visto che Mosca ora evoca la possibilità di un trattato di pace.

La Russia dice di aver ricevuto proposte scritte da Kiev che garantirebbero la sua neutralità e denuclearizzazione. Mentre gli ucraini spiegano che non entreranno nella Nato ma in Europa si. Lo status di Crimea e Donbass sarà oggetto di trattative ad hoc, dice il capo negoziatore ucraino Podolyak. Kiev propone trattative separate sulla Crimea e il porto di Sebastopoli “che dovranno concludersi entro 15 anni”.

“Oggi è stato raggiunto il più significativo progresso nei negoziati” per il ministro degli Esteri turco Cavusoglu. “I Paesi garanti dovranno fornirci forze armate, armi e cieli chiusi”, dice Arakhamia, negoziatore ucraino. Rimane tuttavia “un lungo cammino” da fare per arrivare a un accordo di pace accettabile sia per la Russia sia per l’Ucraina, ha detto il capo della delegazione russa alle trattative, Vladimir Medinsky, citato dalla Tass. Mosca, ha aggiunto, “ha fatto passi da gigante verso la pace, e si aspetta un progresso reciproco dall’Ucraina”.

Le proposte scritte di Kiev per un accordo con Mosca implicano che la Russia non ha obiezioni all’aspirazione dell’Ucraina di entrare nell’Unione europea: lo ha detto il negoziatore russo Vladimir Medinsky al termine dei negoziati a Istanbul, come riporta la Tass. “Le proposte di Kiev implicano che da parte sua, la Federazione Russa non ha obiezioni al desiderio dell’Ucraina di entrare nell’Unione Europea”, ha dichiarato Medinsky.

Nell’agenda dei negoziati c’è “il riconoscimento delle attuali realtà territoriali” dell’Ucraina, afferma la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, citata dalla Interfax, riferendosi implicitamente alla Crimea e al Donbass.

“Continueremo i nostri negoziati con la Russia ma coinvolgeremo anche i Paesi garanti”. Lo ha affermato il delegato ucraino Mikhaylo Podolyak. La Turchia fa parte degli 8 Stati garanti che ha designato Kiev.

LA GUERRA SUL CAMPO – La Russia sta iniziando a ritirare le sue forze dalle vicinanze di Kiev. Lo riporta Cnn citando due funzionari Usa che vedono nella mossa un grande cambio di strategia. Secondo gli Stati Uniti, i movimenti già osservati non sono un aggiustamento di breve termine, ma una mossa di lungo termine.

Un’operazione umanitaria a Mariupol in questa fase non è possibile, ha comunicato l’Eliseo, dopo un colloquio tra Macron e Putin. Il presidente russo ha assicurato a Macron che “rifletterà” sulla proposta di un’evacuazione di cui il presidente francese si è fatto portavoce e che è presentata da Francia, Turchia e Grecia. Putin “darà poi una risposta” a Macron, ha concluso l’Eliseo. I “nazionalisti” ucraini devono deporre le armi a Mariupol, ha detto Putin.

Il comandante delle truppe cecene a Mariupol, Ruslan Geremeyev, vicino al leader ceceno Kadyrov e presunto organizzatore dell’assassinio del politico russo Boris Nemtsov, è stato gravemente ferito nella città assediata dai russi. E’ quanto riporta su Telegram la brigata Azov, secondo quanto riferisce Ukrinform. “A Mariupol, dopo un assalto senza successo a una casa vuota incendiata, Ruslan Geremeyev è stato gravemente ferito”, si legge nel post.

LO SCETTICISMO DEGLI STATI UNITI – “Non leggo niente nelle parole della Russia, aspetto di vedere le azioni”, ha detto il presidente americano Joe Biden a proposito delle dichiarazioni di ‘de-escalation’ da parte di Mosca. “Oggi ho parlato con quattro leader europei e siamo d’accordo nel vedere quello che la Russia ha da offrire, nel frattempo continuiamo con le forti sanzioni e gli aiuti militari all’Ucraina affinché si possa difendere”, ha sottolineato.

Biden sarebbe stato al telefono per circa un’ora con i leader europei sulla questione Ucraina. Intanto, il Consiglio Atlantico è convocato a Bruxelles per il 6 e 7 aprile proprio per discutere degli sviluppi della guerra e alla riunione è previsto che ci siano anche i 30 ministri degli Esteri dei Paesi Nato. A presiedere l’incontro sarà il segretario generale Jens Stoltenberg, il cui mandato è stato rinnovato fino al 30 settembre del 2023.




Ancona, l’ANCRI celebra la “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera”

Si è conclusa con successo la serata organizzata al Teatro Cortesi di Sirolo da Cinzia Nicolini, presidente della sezione di Ancona dall’Associazione Nazionale Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, per premiare il lavoro silente e costante di coloro che prestano servizio nelle pubbliche assistenze.

Con questa iniziativa si concludono le celebrazioni della “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera” programmate a Roma e nelle varie sezioni territoriali dall’Associazione Nazionale Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
All’evento marchigiano dal titolo “CustodiAmo la Costituzione” sono intervenuti il Prefetto di Ancona Darco Pellos, il Questore Cesare Capocasa tutte le istituzioni militari e civili, nonché tantissimi appartenenti alle varie Croci della provincia di Ancona con i loro presidente regionali Andrea Galvagno per la Croce Rossa Italiana e Andrea Sbaffo presidente regionale dell’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze. Presenti anche il presidente nazionale dell’ANCRI, Tommaso Bove e il delegato nazionale ai rapporti istituzionali dell’ANCRI, Prefetto Francesco Tagliente.
La serata condotta dal giornalista anconetano Maurizio Socci e dalla stessa Cinzia Nicolini – gia Capo di Gabinetto del Questore di Ancona -ha preso in via con l’Inno di Mameli eseguito con violino dal maestro Marco Santini che a seguire ha emozionato il pubblico con l’Ave Maria di Schubert. A fare gli onori di casa il sindaco di Sirolo Filippo Moschella. A seguire sono intervenuti il presidente nazionale dell’ANCRI, Tommaso Bove e il Prefetto di Ancona Darco Pellos. Due sono stati i momenti tra i più toccanti: la consegna delle copie della Costituzione ai due presidenti delle croci per tutte le associazioni della nostra provincia, e la brillante lezione spettacolo del prof. D’Andrea sull’Inno degli Italiani.
La serata è stata conclusa dal Prefetto Francesco Tagliente che nel corso del suo intervento ha chiamato sul Palco il Prefetto Pellos al quale il presidente Tommaso Bove ha donato una copia del Volume di Michele D’Andrea socio onorario dell’ANCRI “Vestire gli onori”
“Nell’ambito delle celebrazioni della “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”, – ha detto il presidente Bove nel suo indirizzo di saluto – tutte le strutture territoriali ANCRI in Italia e all’estero, sono state protagoniste o coinvolte nell’organizzazione di manifestazioni dirette a promuovere i Valori legati all’identità nazionale, con particolare riferimento a quelli incarnati dai Simboli della Repubblica, per contribuire a promuoverne la conoscenza storica e la portata ideale” Proseguendo il suo intervento il presidente Bove ha rivolto un pensiero commosso a tutte le vittime di questa guerra disumana con il vivo ringraziamento, da parte di tutta la famiglia dell’ANCRI alla Protezione Civile Nazionale e territoriale, ai Presidenti delle Regioni, ai Prefetti, ai Sindaci, ai Questori, alle Forze di Polizia, alle Forze Armate ed a tutto il mondo del Volontariato – rappresentato in Sala dalla Croce Rossa Italiana e dall’Anpas.- fino alle singole famiglie che in questo momento si stanno prodigando per accogliere e ridurre le sofferenze del popolo ucraino.
Il professore Michele D’Andrea ha entusiasmato la platea svelando, con immagini, foto d’epoca e musiche, i segreti dell’Inno di Mameli, i suoi difetti, i pregi, le radici, i retroscena, ma anche le “magagne” – sorprendenti – di altri inni nazionali. Non è mancato, un certo senso critico per come viene spesso interpretato l’Inno di Mameli” icome il “po,po,po” che abbiamo ascoltato in occasione della chiusura dei Giochi Paralimpici Invernali 2022 di Pechino.

Michele d’Andrea è uno storico, araldista, esperto della materia onorifica e cerimoniale, studioso della musica risorgimentale, autore dello stendardo presidenziale, dello stemma dell’Arma dei Carabinieri e delle revisioni degli stemmi della Marina e dell’Esercito. Per ultimo ha disegnato i nuovi distintivi di qualifica della Polizia di Stato.
“Ogni volta che ascolto una lezione spettacolo di Michele D’Andrea sull’inno di Mameli – ha detto il prefetto Francesco Tagliente – mi emoziono e mi pongo nuovi interrogativi. Da anni stiamo lottando per impedire che il Canto degli italiani si trasformi in canzonetta da tifosi da stadio tipo come il “popopo, popopo, ” che abbiamo dovuto ascoltare a ripetizione negli ultimi tempi. Tagliente ha anche aggiunto che negli ultimi giorni ha interessato con garbo istituzionale informalmente alcuni vertici sportivi con la speranza di una maggiore attenzione al tema.
I lavori si sono conclusi con un omaggio del presidente dell’ANCRI Tommaso Bove al Prefetto Darco Pellos al quale è stato donato una copia del volume “Vestire gli Onori”, la prima guida illustrata che spiega come indossare correttamente le decorazioni cavalleresche e le medaglie sulle tenute civili, sugli abiti ecclesiastici e sulle uniformi delle Forze Armate, della Guardia di Finanza, delle Forze di Polizia a ordinamento civile, dei Vigili del Fuoco, dei Corpi militari della Croce Rossa e dell’ACISMOM, delle Associazioni Combattentistiche. Agile, completo e di facile consultazione, il manuale distribuisce in 144 pagine l’analisi di 37 fra tenute civili e uniformi e ben 450 splendide immagini vettoriali a colori che assicurano una precisione e una leggibilità straordinarie.




Italia, pronto un piano di difesa da attacco nucleare

L’indicazione di contromisure specifiche per limitare gli effetti di un eventuale attacco, che ricalcano quelle che si applicano in caso di incidente nucleare.

E’ il Piano Nazionale di difesa civile – che contiene le strategie di prevenzione e le pianificazioni mirate al soccorso, anche all’interno di scenari complessi – a definire le minacce, ad individuare i possibili scenari e a stabilire le misure da adottare in caso di attacco nucleare. Il Piano rappresenta la direttiva generale per la stesura dei Piani predisposti da amministrazioni pubbliche e private erogatrici di servizi essenziali, nonché di quelli provinciali messi a punto dai prefetti.

Le pianificazioni sono sottoposte, per testarne la funzionalità operativa, a esercitazioni periodiche e l’ultimo aggiornamento risalirebbe a gennaio 2021. L’articolo 14 del decreto Legislativo 300 del luglio del 1999 attribuisce la competenza al Ministero dell’Interno e alle prefetture, che la esercitano attraverso il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile e ad assicurare il coordinamento con le amministrazioni dello Stato è la Commissione Interministeriale Tecnica della Difesa Civile (Citdc).

In relazione alle minacce prese in considerazione, la prima distinzione da fare riguarda le tipologie di scenario e il numero di persone che potrebbero essere coinvolte: si va da un attacco terroristico con sostanze chimiche, batteriologiche, radiologiche o nucleari fino ad uno scenario di guerra che prevede, appunto, un attacco con una bomba atomica. In particolare, gli scenari che caratterizzano il rischio N (attacco nucleare) e R (attacco radiologico) vanno dall’esposizione ad una sorgente radioattiva – ad esempio il rilascio della sostanza radioattiva in un luogo affollato come un vagone della metropolitana, uno stadio o un centro commerciale, all’utilizzo di una cosiddetta “bomba sporca” (una sorgente radioattiva connessa ad un esplosivo di tipo classico), fino allo scenario peggiore caratterizzato dall’utilizzo di bombe atomiche, anche di piccole dimensioni, che sommano all’effetto delle radiazioni ionizzanti quello delle sovrapressioni a seguito dell’esplosione nonché quello del calore quale effetto della combustione. Questi ultimi eventi potrebbero interessare un elevato numero di persone.

Per ogni scenario previsto c’è una pianificazione a livello provinciale con l’indicazione dei siti sensibili o anche delle cosiddette “infrastrutture critiche” che devono essere monitorati (depositi di scorie, basi militari e obiettivi civili, quali ospedali, che potrebbero diventare oggetto di attacco). E’ prevista non solo l’individuazione ma anche la referenziazione cartografica dei punti sensibili, la segnalazione delle strade di cui assicurare la percorribilità , l’individuazione delle zone per eventuali tendopoli e strutture di soccorso mobili. La pianificazione locale contiene anche l’elenco dei depositi di materiale utile alla gestione dell’evento (depositi di medicinali, di carburanti e di alimentari).

Ma quali possono essere le contromisure da adottare per garantire la sicurezza della popolazione in caso di attacco? Sono in sostanza le stesse previste dai piani in caso di emergenze radiologiche e nucleari: l’utilizzo dello iodio stabile, per fare in modo che lo iodio radioattivo non si fissi alla tiroide, e il riparo al chiuso, cioè l’obbligo di rimanere dentro casa con porte e finestre chiuse in modo da non respirare aria contaminata. Se invece i valori di radioattività sono troppo alti è previsto l’allontanamento della popolazione con protocolli ben definiti. A queste si aggiungono delle misure cautelative che potrebbero essere adottate anche nel caso in cui la bomba dovesse esplodere in territori vicini all’Italia: la misurazione dei livelli di radiazione nell’aria, nell’acqua e anche negli alimenti, per stabilire il livello di contaminazione e definire gli interventi, come ad esempio il divieto di acquisto e vendita di determinati prodotti. 




Covid, forte aumento dei casi legati alla sub variante BA2 di Omicron. Oms: Ue ha revocato misure troppo brutalmente, anche Italia

Speranza: “Il dato delle vaccinazioni è molto incoraggiante”

Sono 76.260 i nuovi contagi da Covid nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute.  Ieri erano stati 96.365.

Le vittime sono invece 153 (ieri erano state 197).

Sono 1.226.890 le persone attualmente positive al Covid, con un aumento di 26.283 nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. In totale sono 14.070.450 gli italiani contagiati dall’inizio della pandemia, mentre i morti salgono a 158.254. I dimessi e i guariti sono 12.685.306, con un incremento di 51.922 rispetto a ieri.

Sono 513.744 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 641.896. Il tasso di positività è al 14,8%, in lieve calo rispetto al 15,01% di ieri. Sono invece 466 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 11 in più rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 55. I ricoverati nei reparti ordinari sono 8.939, ovvero 30 in meno rispetto a ieri.

“Io ho sempre detto che la pandemia non è finita, ma oggi abbiamo strumenti per gestirla in maniera diversa. In particolare il dato delle vaccinazioni è molto incoraggiante”.

Lo dice il ministro della Salute Roberto Speranza a margine di un incontro presso l’azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma. “Non dobbiamo abbassare la guardia, dobbiamo continuare ad avere un’attenzione in particolare all’utilizzo delle mascherine al chiuso e poi continuare a fare le terze dosi”. Importante anche fare la 4/a dose – ha concluso – ora per gli immunodepressi, vedremo se anche a fasce d’età più avanzate’.

Oms, Ue ha revocato misure troppo brutalmente, anche Italia – Diversi Paesi europei, inclusa l’Italia, hanno revocato troppo “brutalmente” le loro misure anti Covid e si trovano adesso di fronte ad un forte aumento dei casi legati alla sub variante BA2 di Omicron: lo ha detto oggi il direttore regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Hans Kluge. Durante una conferenza stampa tenuta in Moldavia, Kluge si è detto “vigile” sull’attuale situazione epidemica nel continente, pur affermando di rimanere “ottimista”. Oltre all’Italia il funzionario ha citato la Germania, la Francia e il Regno Unito.




Frascati, il Comune sceglie la prevenzione e si tinge di giallo con “Endometraggio”: l’evento dedicato alle donne per parlare di endometriosi

La manifestazione vedrà la partecipazione straordinaria del Consigliere regionale del Lazio On. Michela Califano, prima firmataria della proposta di legge sull’Endometriosi 4.0 

FRASCATI (RM) – Si tinge idealmente di “giallo” la Sala degli Specchi del Comune di Frascati, città dei Castelli Romani alle porte di Roma, un centro nevralgico in continuo sviluppo, polo della scienza e del Made in Italy con un’ottima produzione di vino che proviene da un territorio ricco di storia con una comunità che tesse buoni  valori e aspira al benessere dei suoi abitanti.

 È in questo contesto che il Comune di Frascati ospita questo venerdì 25 marzo 2022 alle ore 17:30 nella Sala degli Specchi del palazzo comunale, un evento dedicato all’Endometriosi. Un momento di confronto dedicato alle donne,  promosso dalla Regione Lazio e organizzato dall’Associazione Sinfonia dal titolo “Endometraggio” , perché si pone quasi come un “corto” dal vivo che presenta una patologia che colpisce moltissime donne, fin da molto giovani, non appena ha inizio il loro periodo di fertilità.   

“Il Comune di Frascati sceglie la via della prevenzione – dichiarano la sindaca Francesca Sbardella e la consigliera con delega alle Pari Opportunità Paola Gizzi– e lo fa accogliendo una manifestazione che servirà a far conoscere la patologia, capire come orientarsi e anche ad omaggiare tutte le donne della buona musica a loro dedicata”. 

L’evento vedrà la partecipazione straordinaria del Consigliere regionale del Lazio On. Michela Califano, prima firmataria della proposta di legge sull’Endometriosi 4.0 e del Professor Fiorenzo De Cicco Nardone, ginecologo chirurgo, esperto nella patologia. 

“È assolutamente necessario – dichiara Michela Califano – far sapere alle donne che soffrono di endometriosi che non sono da sole. Noi istituzioni abbiamo il dovere di accompagnarle in un percorso di cura e assistenza cercando di alleviare quanto più possibile il loro disagio che può e deve risolversi nel migliore dei modi. Fare prevenzione e parlare di Endometriosi è fondamentale e la proposta di legge Endometriosi 4.0, che ci auguriamo venga approvata in estate, è lo strumento concreto che ci permetterà di colmare un grande vuoto e una grande mancanza nei confronti delle tantissime donne che soffrono di questa patologia”.   

Nella seconda parte dell’evento ci sarà una suggestiva performance live denominata “Pop in rosa”, a cura di un quartetto guidato dalla cantante romana Sara Provitali. La formazione, Sara Provitali alla voce, Tony Rose al piano, Alessandro De Vita alla chitarra e Fabio Sipone alla batteria omaggerà le donne con un repertorio tutto pop dedicato al mondo femminile.




Castelli Romani, il Parco regionale alla scoperta della “Ballerina Bianca”

La Ballerina bianca, nome scientifico: “Motacilla alba”, è un piccolo uccello bianco e nero dalla forma esile ed elegante, che non è difficile avvistare, soprattutto nel periodo invernale, nei nostri giardini, sui balconi e davanzali delle finestre. È caratterizzata da una lunga coda che alza e abbassa ritmicamente al suolo, non solo mentre cammina ma anche da ferma, movimento che la rende facilmente riconoscibile. É tra gli uccelli che meglio tollerano la presenza umana.

Dell’ordine dei passeriformi, è una specie tipicamente stanziale. Piuttosto esile nell’aspetto, ha una grande capacità di adattamento resistendo ai climi più disparati, dalle temperature rigide della Siberia a quelle roventi dell’Arabia Saudita. Lunga circa 20 centimetri, tra maschi e femmine non ci sono differenze accentuate, il bianco della fronte e degli occhi dipinge una specie di mascherina, mentre testa, nuca, gola e petto sono neri. Il dorso e il groppone sono grigio chiaro, le ali e la coda presentano delle striature bianche e nere.

Nel Parco dei Castelli Romani si trova spesso sulle rive dei laghi, ai Pantani della Doganella, nei pressi degli specchi d’acqua dove va a caccia, in quanto si nutre prevalentemente di piccoli invertebrati: insetti, ragni e piccoli molluschi.

La riproduzione inizia in primavera, il nido viene accuratamente nascosto in anfratti naturali e artificiali: scarpate, argini, fori nei muri o nei tronchi, ma anche al suolo. La femmina depone cinque o sei uova, che si schiudono dopo circa 12-14 giorni di cova e i pulcini vengono poi accuditi nel nido da entrambi i genitori per due settimane.




L’ANCRI celebra la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia

“Con la legge 18 marzo 2021, n. 35, la Repubblica ha riconosciuto il giorno 18 marzo di ciascun anno quale Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus, al fine di conservare e rinnovare la memoria di tutte le persone decedute a causa di tale epidemia.
Al fine di celebrare la Giornata nazionale, lo Stato, le regioni, le province e i comuni possono promuovere, nell’ambito della loro autonomia e delle rispettive competenze, anche in coordinamento con le associazioni interessate, iniziative specifiche, manifestazioni pubbliche, cerimonie, incontri e momenti comuni di ricordo, volti a commemorare la memoria di coloro che sono deceduti a causa dell’epidemia di coronavirus, favorendo in particolare le attività e le iniziative rivolte alle giovani generazioni.
L’ANCRI celebra questa giornata simbolica ricordando le immagini dei camion militari che il 18 marzo di due anni fa uscivano da Bergamo trasportando le bare delle vittime del Covid. Lo celebra riflettendo sul dramma vissuto in questi due anni tra quarantena, isolamento, tampone e mascherina. Lo celebra continuando a ringraziare ricercatori, medici, infermieri, personale sanitario, pubblici amministratori, donne e uomini della Protezione civile, militari e forze dell’ordine, volontari che ci hanno consentito di affrontare una sfida senza precedenti per proteggere i più deboli.
La mia famiglia celebra questa giornata simbolica anche ricordando la madre di mia moglie Adriana Micantonio, portata via dal Covid l’8 gennaio dello scorso anno, nel pieno delle sue energie fisiche e mentali, purtroppo senza un nostro abbraccio”. Lo scrive Prefetto Francesco Tagliente sulla pagina FB