Accordo sul gas: Draghi e Di Maio firmano in Algeria

“Domani mattina sarò con il presidente Draghi in Algeria per firmare un accordo sul gas che ci permetterà di fronteggiare gli eventuali ricatti russi sul gas.

Purtroppo siamo in ritardo come Paese, dovevamo diversificare molto prima ma abbiamo tanti partner e amici nel mondo”. E’ quanto ha affermato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, rispondendo ai cronisti a Maddaloni (Caserta), dove ha fatto visita al Villaggio dei Ragazzi, storica istituzione scolastica, dove ha premiato la Croce Rossa. “Nell’ultimo mese e mezzo sono stato in Algeria, Qatar, Congo, Angola, Mozambico, Azerbijan: tutti questi Paesi si sono detti disponibili ad aumentare le forniture all’Italia” ha aggiunto.




Castel Gandolfo, Anbi: “Cambiamenti climatici e cattiva gestione idraulica condannano il lago dei Papi”

Gargano: “Necessario un nuovo modello di sviluppo, che valorizzi acque e territorio”

CASTEL GANDOLFO (RM) – “Il progressivo abbassamento del lago Albano di Castel Gandolfo, le cui acque rimpinguano la sottostante falda fiaccata dai cambiamenti climatici e dagli eccessivi prelievi, è la dimostrazione della necessità di un nuovo modello di sviluppo, che valorizzi acque e territorio, bloccando l’eccessivo ed ingiustificato consumo di suolo, nonché la presenza di milioni di pozzi, spesso abusivi, figli di una cultura ormai insostenibile”: a ricordare il caso, non unico in Italia, è Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI, intervenuto ad un convegno promosso dalla Fondazione Univerde.

“Le drammatiche contingenze pandemica e bellica, nonché gli obbiettivi della transizione ecologica, dimostrano che è tempo di una grande coalizione sociale per scelte di futuro, che abbiano al centro la disponibilità delle risorse idriche, indispensabili anche per l’autosufficienza alimentare ed energetica. Il cosiddetto Piano Laghetti ANBI-Coldiretti, cioè 10.000 invasi medio-piccoli entro il 2030, va in questa direzione, rendendo disponibili maggiori risorse idriche per usi potabili ed agricoli, nonché per la produzione di energia rinnovabile – aggiunge Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI – I Consorzi di bonifica sono centrali in questa sfida per ottimizzare l’utilizzo delle risorse idriche ed aumentare la produzione agricola. Attraverso l’innovazione ed il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci vogliamo assumere nuove responsabilità verso le giovani generazioni.”

“Stiamo vivendo una fase di cambiamento epocale e c’è bisogno di un grande piano infrastrutturale per governarlo: grazie ad 1 miliardo e 480 milioni del P.N.R.R, il nostro impegno è realizzare 129 progetti entro il 2026” conclude il DG di ANBI.




Fine Vita, si può scegliere in oltre 200 piazze d’Italia dall’8 al 10 aprile

F.Gallo e M.Cappato (Ass.Luca Coscioni): “Bisogna calendarizzare subito la legge”

L’Associazione Luca Coscioni nelle piazze italiane dall’8 al 10 aprile per chiedere miglioramenti all’attuale testo, che se approvato al Senato, potrebbe costringere molti italiani al ricorso ai tribunali per vedere riconosciuto il proprio diritto al suicidio assistito 

7 aprile 2022 – Dopo l’evento organizzato ieri al Senato, l’Associazione Luca Coscioni sarà presente in oltre 200 piazze italiane tra l’8 e il 10 aprile per coinvolgere i cittadini nell’appello al Parlamento: calendarizzare immediatamente la discussione sul testo di legge sul suicidio assistito e migliorare l’attuale versione, eliminando ogni discriminazione tra malati. 

Ai tavoli si raccoglieranno le firme sulle proposte di modifica al testo di legge elaborate dall’Associazione Luca Coscioni, che riguardano in particolare: 

·    L’eliminazione della presenza contestuale di sofferenze fisiche e psicologiche, che discriminerebbe i malati con “solo” sofferenze fisiche o “solo” psicologiche come previsto dalla sentenza 242 della Corte costituzionale, sempre comunque afferenti ad una condizione di malattia irreversibile diagnosticata

·     l’eliminazione del requisito di dipendenza da trattamenti di sostegno vitale per poter accedere al suicidio assistito, che di fatto escluderebbe per esempio pazienti oncologici o affetti da malattie neurodegenerative

·   l’estensione della possibilità di accedere al suicidio assistito anche alle persone malate che non sono in grado, a causa della propria patologia, di autosomministrarsi il farmaco letale

“Bisogna calendarizzare subito la legge al Senato, altrimenti, con la bocciatura del referendum, la legislatura rischia di concludersi nel totale immobilismo dei partiti e del Parlamento su questa vera e propria urgenza sociale. La versione attuale del testo approvato alla Camera dei Deputati non è sufficiente per conquistare una legge che non discrimini tra le persone malate e che rispetti ciò che chiedevamo con il milione e duecentomila firme raccolte la scorsa estate con il Referendum Eutanasia Legale”, hanno dichiarato Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente Segretario Nazionale e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, “Per proporre miglioramenti è fondamentale che il Senato riprenda la discussione il prima possibile affinché si riesca ad arrivare ad un’approvazione definitiva della legge prima della fine della legislatura.




Bracciano, al Teatro del Lago un evento per le donne che soffrono di endometriosi

Michela Califano, consigliera regionale, prima firmataria della legge: “In estate dovrebbe concludersi l’iter di approvazione della legge regionale”

BRACCIANO (RM) – Ci sarà un “salotto di confronto” con la consigliera regionale On. Michela Califano, testimonianze di donne che soffrono di endometriosi e poi un quartetto live che dedicherà alle donne un repertorio di musica italiana.

Si tinge idealmente di “giallo” il comune di Bracciano, l’incantevole borgo che si affaccia sull’omonimo lago, ricco di storia con una comunità che tesse buoni valori e aspira al benessere dei suoi abitanti. È in questo contesto che il Comune di Bracciano patrocina e ospita venerdì 8 aprile alle ore 19 nel Teatro del Lago “Delia Scala”, un evento dedicato all’Endometriosi.

A fare gli onori di casa il sindaco Marco Crocicchi e l’assessora alle Politiche Culturali e Istruzione Emanuela Viarengo. Sarà un momento di confronto dedicato alle donne, promosso dalla Regione Lazio e organizzato dall’Associazione Sinfonia dal titolo “Endometraggio”, perché si pone quasi come un “corto” dal vivo che presenta una patologia che colpisce moltissime donne, fin da molto giovani, non appena ha inizio il loro periodo di fertilità.

Ci sarà un “salotto di confronto” per conoscere la patologia e poi un  quartetto live che proporrà un repertorio di alcune tra le più belle canzoni italiane che parlano di donne.
“Il Comune di Bracciano sceglie la strada della prevenzione – dichiara l’assessora alle Politiche culturali all’istruzione Viarengo – e lo fa accogliendo un evento che servirà a far conoscere la patologia, capire come orientarsi e anche ad omaggiare tutte le donne della buona musica e belle canzoni a loro dedicate”. 

La manifestazione vedrà la partecipazione straordinaria del Consigliere regionale del Lazio On. Michela Califano, prima firmataria della proposta di legge sull’Endometriosi 4.0: “È assolutamente necessario – dichiara l’on. Michela Califano – far sapere alle donne che soffrono di endometriosi che non sono da sole. Noi istituzioni abbiamo il dovere di accompagnarle in un percorso di cura e assistenza cercando di alleviare quanto più possibile il loro disagio che può e deve risolversi nel migliore dei modi. Fare prevenzione e parlare di Endometriosi è fondamentale e la proposta di legge Endometriosi 4.0, che ci auguriamo venga approvata in estate, è lo strumento concreto che ci permetterà di colmare un grande vuoto e una grande mancanza nei confronti delle tantissime donne che soffrono di questa patologia”.




Covid, circolazione del virus ancora alta. Speranza: “Il governo adotterà le misure sulla base dell’andamento dell’epidemia”

“In questo momento la circolazione del virus nel nostro Paese è ancora alta e la fine dello stato di emergenza non significa certo la fine della pandemia”. Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza alla Camera.

“Come sempre – ha aggiunto – il Governo adatterà le proprie misure e valutazioni all’andamento del quadro epidemiologico che – ha concluso – continuiamo ad osservare e monitorare con il massimo dell’attenzione”.

“La Cts dell’Aifa proprio ieri ha cominciato a lavorare nella direzione di consentire attraverso i medici di medicina generale un accesso più diretto agli antivirali. Gli antivirali sono importanti”, ha dichiarato il ministro Speranza . “Gli antivirali – ha aggiunto – non sostituiscono i vaccini che restano lo strumento decisivo nella lotta al Covid”. Molnupiravir e Paxlovid sono farmaci in utilizzo in Italia da febbario e al 30 marzo, del Paxlovid ne sono stati somministrati 5.171 trattamenti, +31% nella settimana 17- 23 marzo. Se siamo in una fase diversa e’ grazie alla scienza con vaccini e farmaci sicuri”.

“I numeri della campagna vaccinale in Italia sono tra i migliori del mondo: oltre il 91% ha fatto la prima dose, quasi il 90% la seconda e circa 39 milioni di persone hanno fatto il booster”, ha detto il ministro della salute Roberto Speranza. La nuova fase si basa soprattutto su questi numeri che sono stati favoriti dall’uso significativo del green pass e da tutte le norme in materia di obbligo vaccinale”.

“Abbiamo confermato la vigenza dell’obbligo e sanzione della sospensione dal lavoro per tutto il personale sanitario e non sanitario che lavora in strutture sanitarie e sociosanitarie. La ratio della norma è da ricondursi alla necessità di tutelare il più possibile i luoghi a cui hanno accesso persone fragili: questo è vero per gli ospedali e per gli studi ambulatoriali come in modo particolare per le Rsa dove è ancora molto opportuno tenere il massimo livello di attenzione”. ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza.




Lago di Bracciano: i problemi dei pescatori rischiano di implodere in guerre intestine

“È controproducente litigare tra di noi e puntare il dito su questioni che non risolvono i nostri problemi. A prescindere dalle nostre categorie, sia pescatori sportivi che professionali, siamo da anni inascoltati dalle istituzioni, la pesca professionale è senza adeguati sostegni economici, l’incubatore ittico praticamente non funziona e non esiste un piano organico e complessivo di rilancio per la pesca in ogni suo aspetto”. I pescatori del comitato regionale pesca sportiva Bracciano – Martignano, nati nel 2016, replicano ai colleghi professionisti che vivono di pesca e che hanno criticato il provvedimento che starebbe per varare la Regione di consentire la pesca a traino con “tirlindana” anche tramite barca a motore elettrico e non più solo a remi. Non sarebbero questi i problemi: “Capiamo la rabbia di chi vive di pesca – dice il presidente del comitato Claudio Pierdomenico – ma farci la guerra non risolverà il problema. Chiediamo con urgenza l’apertura di un tavolo interistituzionale e politico affinché la Regione inizi ad ascoltare le nostre esigenze. Qualcuno ha giocato a fare dividi et timpera, sta a noi non cadere nella sua rete”. Non un “botta e risposta” dunque quello che sembra voler andare in scena tra pescatori o almeno da quella parte di sportivi che cercano una soluzione per il territorio. Ad accendere i pescatori che vivono di pesca una notizia che circola ancora per le vie ufficiose: la Regione sarebbe in procinto di pubblicare un provvedimento che autorizzerebbe i pescatori sportivi a muoversi a motore nel lago. Questa pratica diverso tempo fa proprio per tutelare il lago dall’inquinamento. Ora, la pesca sportiva è sempre più diffusa e per praticarla, occorre, tra l’altro, il tesserino segna pesci della regione Lazio.

La pesca tradizionale nelle acque del lago ha origini antichissime: basti pensare alle genti del neolitico, che già ottomila anni fa al villaggio che ora si chiama della Marmotta ben integravano le necessità alimentari con i proventi della pesca, e man mano, fino al tempo della civiltà romana, che prediligeva il pesce d’acqua dolce, in particolare quello del lago di Bracciano, preferendolo spesso a quello di mare o di fiume.
La Cooperativa Pescatori Lago di Bracciano presieduta da Michele Scuderoni considera gli sportvi quasi come degli ospiti poco desiderati: “Ci opponiamo in modo ntto e deciso a ipotesi del genere – dice Michele Scuderoni – autorizzare gli spirtivi all’uso del motore elettrico sarebbe un atto grave. Sappiamo che spesso i pescatori sportivi pescano le cosiddette matricine, quali ad esempio lucci in fase riproduttiva, andando a depauperare il già ridotto stock ittico del lago di Bracciano”. Tra le conseguenze del grave abbassamento del lago di Bracciano nel 2017, spiegano i professionisti, c’è infatti una riduzione della pescosità del lago: “Da anni – dicono – aspettiamo che vengano effettuate delle semine di avannotti, semine ad oggi sempre promesse ma non ancora effettuate. E’ giunto il tempo che sia dato il giusto sostegno ad una categoria professionale come la nostra, piuttosto che favorire pescatori amatoriali”.

A quanto pare i pescatori che vivono del mestiere che spesso viene tramandato di generazione in generazione si sentono trascurati dalle istituzioni che dovrebbero riconoscerne il valore e potenziale e quindi promuovere il settore e l’attività. Nel lago di Bracciano convivono tante specie di pesci, dal Luccio, al Persico Reale, la Scardola, la Rovella, la Tinca, la Carpa, l’Anguilla, il Lattarino, il Cefalo, il Coregone, il Persico Sole, la Gambusia




Sos crisi energetica: allevamenti italiani a rischio

Sos di Coldiretti Lazio per migliaia di allevamenti italiani. Solo nel Lazio rischia di chiudere una stalla su quattro solo a causa della crisi energetica e per la guerra in Ucraina. A questo ora si aggiungono le nuove scelte della Commissione europea, che compromettono la capacità di approvvigionamento nazionale del Paese, già deficitario per carne e latte. E’ quanto afferma la Coldiretti Lazio in riferimento alle anticipazioni sulla proposta della Commissione UE per la revisione della Direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali (IED), per la prevenzione e riduzione dell’inquinamento attesa per martedì 5 aprile. Le bozze attuali allargano una serie di pesanti oneri burocratici ad un maggior numero di aziende zootecniche e aggiungono all’ambito di applicazione il settore delle produzioni bovine, che prima era escluso. “E’ una scelta inaccettabile – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – che rischia di condannare alla chiusura tantissimi allevamenti con un nuovo carico di burocrazia che fa aumentare i costi del sistema zootecnico”. Il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini ha già sollecitato personalmente i Commissari Wojciechowski e Gentiloni, oltre ai parlamentari europei italiani delle commissioni ambiente, industria ed agricoltura, per modificare una decisione che rappresenta un attacco al sistema allevatoriale europeo. “In un momento in cui è sempre più evidente la necessità di puntare sulla sicurezza alimentare e sull’autosufficienza – aggiunge Granieri – a Bruxelles si rischiano di fare scelte che aprono la strada alla “carne sintetica”. La carne italiana nasce da un sistema di allevamento, che per sicurezza, sostenibilità e qualità non ha eguali al mondo, consolidato anche grazie a iniziative di valorizzazione messe in campo dagli allevatoricon l’adozione di forme di alimentazione controllata, disciplinari di allevamento restrittivi, sistemi di rintracciabilità elettronica e forme di vendita diretta della carne. Le nuove scelte Ue rischiano di aprire le porte alle importazioni di carne da paesi terzi, che spesso garantiscono minori standard di sicurezza alimentare e maggiori impatti ambientali di quelli europei”. E poi l’appello: “Difendere la carne Made in Italy – conclude Granieri – significa anche sostenere un sistema fatto di animali, di prati per il foraggio e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado spesso da intere generazioni, anche in aree difficili”. L’Italia dipende già dall’estero per il 16% del latte consumato, il 49% della carne bovina e il 38% di quella di maiale secondo l’analisi del Centro Studi Divulga.




Inflazione, Cgia di Mestre lancia l’allarme: rischio usura per le famiglie italiane indebitate per oltre 22mila euro

L’inflazione alle stelle, tra post Covid e guerra in Ucraina, mette sotto pressione le famiglie italiane che, denuncia la Cgia di Mestre, sono sempre più indebitate. Al 31 dicembre 2021 il debito delle famiglie italiane ammontava complessivamente a 574,8 miliardi di euro (+21,9 miliardi rispetto a un anno prima). L’importo medio per nucleo famigliare era di 22.237 euro; se confrontato con il dato di 12 mesi prima, la variazione è stata positiva e pari a 851 euro. A preoccupare l’Ufficio studi della Cgia, comunque, non è tanto ciò che si è in grado di misurare, ma quello che non si riesce nemmeno a intravedere, come, ad esempio, il rischio usura.

Situazione critica ma non drammatica

Ancorché lo stock dei debiti sia in aumento e gli effetti negativi del caro vita e del caro bollette siano esplosi solo dopo l’inizio di quest’anno, la situazione è critica, ma non drammatica. E’ probabile che l’incremento sia in parte riconducibile alla forte ripresa economica avvenuta l’anno scorso. Va altresì segnalato che le aree provinciali più indebitate sono anche quelle che presentano i livelli di reddito più elevati. Sicuramente in queste realtà tra gli indebitati ci sono anche nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli. Tuttavia, le forti esposizioni bancarie di questi territori potrebbero essere legati ai significativi investimenti avvenuti negli anni scorsi nel settore immobiliare che, ovviamente, sono riconducibili a famiglie benestanti.
Altra cosa, invece, è interpretare i dati del Mezzogiorno; benché in termini assoluti la situazione sia meno critica che nel resto del Paese, il peso dell’indebitamento delle famiglie più povere è sicuramente maggiore che altrove. Va altresì ricordato che la maggiore incidenza del debito sul reddito si registra nelle famiglie economicamente più deboli, ovvero in quelle a rischio povertà ed esclusione sociale. I dati dell’Istat ci dicono, inoltre, che le crisi che si sono succedute dal 2008 in poi hanno aumentato il numero dei nuclei familiari in difficoltà economica, visto che gli effetti di questi choc economici hanno aumentato il divario tra poveri e ricchi.

Bollette: gli autonomi stanno pagando i rincari due volte

L’aumento esponenziale dei prezzi, il caro carburante e quello delle bollette energetiche potrebbero peggiorare notevolmente la situazione economica di tantissime famiglie italiane. Segnaliamo, in particolar modo, che molti artigiani, piccoli commercianti e partite Iva stanno pagando due volte lo straordinario aumento registrato in questi ultimi 6 mesi dalle bollette di luce e gas. La prima come utenti domestici e la seconda come piccoli imprenditori per riscaldare e illuminare le proprie botteghe e negozi. Una situazione che per molte attività sta diventando impossibile da sostenere.

Usura: a rischio artigiani, commercianti e partite iva

 – Con le sole denunce effettuate all’Autorità giudiziaria non è possibile dimensionare l’usura. Questo fenomeno è molto “carsico”; chi finisce nella rete di questi criminali spesso ha paura di denunciare i suoi aguzzini perché teme per l’incolumità propria e dei suoi familiari. E con la crisi economica ormai nuovamente alle porte, anche le forze dell’ordine denunciano da tempo molti segnali di avvicinamento delle organizzazioni criminali al mondo dell’imprenditoria. In particolar modo di quella composta da artigiani, negozianti e partite Iva.

Lavoratori autonomi che si indebitano per poche migliaia di euro, ma nel giro di qualche mese si trovano nell’impossibilità di restituire questi soldi, perché nel frattempo gli interessi hanno raggiunto livelli spaventosi. Sono queste, secondo l’Ufficio studi della Cgia, le realtà più a rischio. Questo dimostra che lo Stato deve intervenire con massicce dosi di liquidità, altrimenti molte imprese cadranno prigioniere di questi fuorilegge. Non solo, ma è necessario incentivare il ricorso al “Fondo per la prevenzione” dell’usura. Uno strumento, quest’ultimo, presente da decenni, ma poco utilizzato, anche perché sconosciuto ai più e, conseguentemente, con scarse risorse economiche a disposizione.




ANBI100, dal Tempio di Adriano partite le iniziative per i cento anni dalla nascita della bonifica in Italia

100 anni della nascita della bonifica in Italia. Questo il leitmotiv della cerimonia che si è tenuta lo scorso lunedì a Roma presso il Tempio di Adriano dove, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, l’Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue ha avviato il programma di iniziative “ANBI 100”, che accompagneranno il centenario della moderna Bonifica, quando a San Donà di Piave, in provincia di Venezia, dal 23 al 25 marzo 1922 si riunirono esperti e studiosi da tutta Italia, nonché autorevoli esponenti politici come don Luigi Sturzo e Silvio Trentin, per precisare  i nuovi obiettivi di un’attività caratterizzante la storia della Penisola fin dagli Etruschi.



Durante l’evento è stato presentato il volume “La grande storia d’Italia raccontata dall’acqua” scritto a 6 mani dal direttore generale dell’Anbi Massimo Gargano insieme a Elisabetta Novello ed Erasmo d’Angelis.

“C’è uno straordinario, quanto drammatico obiettivo comune tra il primo dopoguerra e l’attuale contingenza internazionale” ha detto Gargano ricordando come l’autosufficienza alimentare del nostro Paese allora come oggi, vede protagonista la gestione delle acque irrigue, operata dai Consorzi di bonifica.

“Attraverso ricerca ed innovazione – ha detto il Presidente Anbi Francesco Vincenzi – dobbiamo dare risposte concrete alle esigenze del Pianeta di oggi e domani. E’ una responsabilità, che abbiamo verso le giovani generazioni.”

Una celebrazione quella dell’ANBI che non si è fermata solo alla ritualità. Infatti è stato lanciato il Progetto Terrevolute 2022 che, coinvolgendo, in 4 tavoli tecnici, esperti di 13 università italiane, oltre alle rappresentanze di Istituzioni e società civile, sta provvedendo a definire le nuove linee guida operative ed istituzionali della Bonifica, ad iniziare dagli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Unione Europea.




Covid, tasso di positività cala al 14,4%. Brusaferro: “La curva epidemica si è appiattita”

In Italia ci sono 74.350 nuovi casi di coronavirus a fronte di 514.823 tamponi processati (mentre il giorno prima l’incremento era stato di 73.195 contagi con 486.813 test).

 Nelle ultime 24 ore sono stati registrati altri 154 decessi (contro i 159 di giovedì). Il tasso di positività si attesta al 14,4%, in calo rispetto al 15% del giorno precedente. In terapia intensiva ci sono 476 pazienti (+8) mentre nei reparti ordinari i ricoveri salgono a 9.981 (+83). I guariti sono 82.443.

I dati

 I ricoverati con sintomi, secondo il bollettino quotidiano del ministero della Salute, sono 9.981. Gli ingressi del giorno in terapia intensiva sono 47. In isolamento domiciliare ci sono 1.261.030 persone mentre gli attualmente positivi nel nostro Paese 1.271.487. I casi totali, dall’inizio dell’emergenza, salgono a 14.719.394. 

Brusaferro: “Curva epidemica appiattita”  

“Nell’ultimo periodo la curva epidemica si è appiattita, un dato confermato dall’incidenza in lieve calo. Lo scenario europeo conferma il trend, anche se in alcuni Paesi c’è ancora una crescita, in altri si iniziano a vedere delle decrescite”. Lo dice Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di Sanità. “Nelle fasce di età più giovani c’è un decremento dei nuovi casi, mentre in quelle più avanzate c’è ancora un lieve incremento”, afferma.

“Epidemia in evoluzione”

 L’epidemia di Covid, comunque, “è in evoluzione: la trasmissibilità continua a essere al di sopra della soglia epidemica ma si osserva una stabilizzazione dell’incidenza, e c’è un aumento dei ricoveri in area medica e terapia intensiva. Si raccomanda dunque di continuare a rispettare rigorosamente le misure comportamentali”, ha aggiunto Brusaferro.




Covid, dopo due anni termina lo stato di emergenza: ecco cosa cambia dal 1 aprile 2022

Termina oggi, dopo oltre due anni, lo stato di emergenza proclamato dal governo Conte il 31 gennaio 2020 per la pandemia di Covid ma è da domani che entreranno in vigore le nuove norme, che prevedono il venir meno dell’obbligo di green pass in vari luoghi, tra cui negozi, uffici pubblici, bus e metro, dove continuerà però ad essere obbligatoria la mascherina.

Ecco la road map verso la normalità: 

1 APRILE – Dopo oltre due anni l’Italia non sarà più in stato di emergenza Covid, di conseguenza decadono il Comitato tecnico scientifico e la struttura del Commissario straordinario Francesco Figliuolo: al loro posto ci sarà una unità operativa ad hoc, “per il completamento della campagna vaccinale e per l’adozione di altre misure di contrasto alla pandemia”, operativa fino al 31 dicembre.

Tramonta anche il sistema dei colori, ma il monitoraggio proseguirà. Non sarà più necessario avere almeno il Green pass base per entrare negli uffici pubblici, nei negozi, nelle banche, alle poste o dal tabaccaio. Per la ristorazione al chiuso, al banco o al tavolo, servirà il pass base. Stop al certificato anche sui bus e in generale sui mezzi di trasporto pubblico locale, dove proseguirà l’obbligo di indossare le mascherine fino al 30 aprile. Dal primo aprile decade, inoltre, il limite alle capienze nelle strutture e dunque anche negli stadi – dove per accedere sarà richiesto il Green pass base – sarà possibile occupare il 100% dei posti. Chi è entrato in contatto con un caso positivo al Covid, anche se non vaccinato, non dovrà più osservare la quarantena. Resterà infatti in autoisolamento solo chi ha contratto il virus (fino a tampone negativo da eseguire dopo almeno sette giorni, o dieci per i non vacciati), mentre per gli altri vale il regime dell’autosorveglianza per 10 giorni: potranno uscire e andare al lavoro ma indossando la mascherina Ffp2. Cambiano le regole anche a scuola: andranno in Dad solo i positivi, se i contagi in classe sono più di 4, si farà comunque lezione in presenza ma tutti dovranno indossare la mascherina Ffp2 per 10 giorni (normalmente è obbligatoria quella chirurgica). I ragazzi potranno tornare in gita. E i prof non vaccinati potranno andare a scuola, ma non insegnare.

1 MAGGIO – Termina l’obbligo del Green pass quasi ovunque.Fino al 30 aprile per alcune attività come mense, concorsi pubblici e colloqui in carcere, oltre ai trasporti a lunga percorrenza, sarà infatti ancora obbligatorio in versione base. Quello rafforzato resterà in vigore fino al 30 aprile per centri benessere, sale gioco, discoteche, congressi ed eventi sportivi al chiuso. Via anche l’obbligo delle mascherine nei luoghi al chiuso e sui mezzi di trasporto.

15 GIUGNO – Decadono gli obblighi vaccinali per il personale scolastico, militari, agenti di polizia e soccorso pubblico, polizia locale, dipendenti dell’amministrazione penitenziaria e in generale lavoratori all’interno degli istituti penitenziari per adulti e minori, personale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Queste categorie sono già tornate al lavoro dal 25 marzo (giorno dell’entrata in vigore del decreto) con il Green pass base facendo il tampone antigenico ogni due giorni. L’obbligo di vaccino resterà in vigore oltre questa data soltanto per il personale sanitario e Rsa.

30 GIUGNO – E’ il termine fissato per il ritorno in ufficio in presenza nell’ambito privato. Fino a quella data ci sarà la possibilità di ricorrere al cosiddetto ‘lavoro agile’ nel settore privato senza l’accordo individuale tra datore e lavoratore.

31 DICEMBRE – E’ l’ultima scadenza del calendario. Fino ad allora resterà in vigore l’obbligo di vaccino per il personale sanitario e delle Rsa. E le visite da parte di familiari e visitatori alle persone ricoverate all’interno di ospedali e residenze socio assistenziali saranno consentite solo con il Super Green Pass.