Mosca, parata per il giorno della vittoria. Putin: “L’orrore di una guerra globale non si deve ripetere”

Si è tenuta a Mosca la parata per il Giorno della Vittoria in ricordo della fine della Seconda Guerra mondiale.  La parte aerea della parata a Mosca è stata cancellata “per le condizioni meteo”. Lo ha annunciato l’addetto stampa del presidente russo, Dmitri Peskov, citato dalle agenzie russe.

Il presidente russo Vladimir Putin ha aperto con un discorso la celebrazione:  “Compagni ufficiali, sottoufficiali, compagni, generali e ammiragli, mi congratulo con voi per il 77esimo anniversario della grande vittoria.

Anche ora in questi giorni voi combattete per la nostra gente nel Donbass, per la sicurezza della nostra patria. La Russia è sempre stata favorevole alla creazione di un sistema indivisibile per la sicurezza, ma la Nato non ha voluto ascoltarci. L’aggressione nelle nostre terre storiche della Crimea è stata una minaccia ai nostri confini, inammissibile per noi. Il pericolo è cresciuto ogni giorno, il nostro è stato un atto preventivo, una decisione necessaria e assolutamente giusta”. Una delegazione di veterani americani della Seconda guerra mondiale “avrebbe voluto venire a Mosca per partecipare alle celebrazioni per la sconfitta del nazismo, ma è stato loro vietato” di farlo”. “L’orrore di una guerra globale non si deve ripetere” ha detto Putin, sottolineando che con l’attacco all’Ucraina Mosca ha risposto ad “una minaccia diretta vicino ai confini russi”, perché “una attacco era stato preparato, anche alla Crimea”. 

“Solo un pazzo può sperare di ripetere 2194 giorni di guerra” della Seconda guerra mondiale: “colui che sta ripetendo oggi gli orribili crimini del regime di Hitler, seguendo la filosofia dei nazisti e replicando tutto quello che hanno fatto. E’ condannato. Perché è stato maledetto da milioni di antenati quando ha cominciato ad imitare il loro assassino. E allora perderà tutto”. Lo dice il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel video di oltre 5 minuti, girato in occasione del Giorno della Vittoria sul nazismo mentre cammina nel centro di Kiev, senza mai nominare direttamente il presidente russo Vladimir Putin.

Zelensky chiede al G7 che i russi si ritirino “da tutta l’Ucraina” e i leader riaffermano che Putin “non deve vincere” perchè “ha violato l’ordine internazionale basato sulle regole, in particolare la Carta delle nazioni Unite, concepita dopo la Seconda Guerra Mondiale per risparmiare alle successive generazioni la piaga della guerra”. Occidente e Giappone si impegnano a mettere al bando il petrolio russo, sebbene con gradualità, e si preparano ulteriori sanzioni, dal Regno Unito anche nei confronti della Bielorussia. Ieri a Kiev Jill Biden e Justin Trudeau, che promette altri 40 milioni di dollari di aiuti militari.




Ucraina, Nato: “La guerra entra in una fase decisiva”

L’Onu: “Riaprire i porti dell’Ucraina, evitare carestia mondiale”

La guerra in Ucraina sta entrando in una “fase decisiva”, ma la Nato non vede in questo momento una escalation tra Mosca e l’Alleanza Atlantica: lo ha detto il vicesegretario generale della Nato, Mircea Geoana, nel corso di un’intervista ad Al Jazeera.

IL DRAMMA DI AZOVSTAL – Cinquanta tra donne, bambini e anziani sono stati evacuati dall’acciaieria di Azovstal oggi, ma non è stato possibile raccogliere i residenti di Mariupol sulla via del ritorno vicino a Port City a causa della violazione del cessate il fuoco da parte dei russi.

Lo ha detto il vice primo ministro ucraino Iryna Vereschuk citata da Interfax Ukraine.

L’evacuazione continuerà domani, ha aggiunto. “Mi scuso sinceramente con la gente di Mariupol che ha aspettato invano gli autobus di evacuazione oggi. Domani dovremmo essere in grado di farlo. Ci riuniamo vicino a Port City alle 5 dl pomeriggio”, ha affermato.

LA GUERRA E I FRONTI – Le forze armate ucraine stanno allargando la controffensiva nella regione orientale di Kharkiv e potrebbero così allentare la pressione dell’esercito russo su quel quadrante. Non solo: le unità di Kiev hanno ripreso sotto il loro controllo diversi insediamenti a nord e ad est di Kharkiv, riducendo la capacità russa di minacciare il centro regionale. Lo scrivono in un rapporto gli analisti del think-tank militare Usa American Institute for War Studies. “Questa operazione ucraina sta diventando una controffensiva di successo e più ampia, in contrasto con i contrattacchi locali che le forze ucraine hanno condotto durante la guerra per impadronirsi di territori chiave e contrastare le operazioni offensive della Russia”, affermano gli analisti. Inoltre, le forze armate stanno visibilmente riconquistando il territorio lungo un ampio arco intorno a Kharkiv, piuttosto che concentrarsi su un attacco ristretto, indicando la capacità di lanciare operazioni offensive più ampie che non erano ancora state osservate dal 24 febbraio. La prontezza delle forze ucraine a concentrare le forze necessarie per un’operazione offensiva su larga scala – aggiungono – piuttosto che schierare le forze di difesa esistenti nell’Ucraina orientale, dimostra ulteriormente la fiducia dell’esercito ucraino nel respingere le operazioni russe in corso per circondare le forze ucraine nella regione di Severodonetsk. Sebbene sia improbabile che le forze ucraine minaccino direttamente le comunicazioni di terra russe a Izium (poiché si estendono più a est dalle recenti offensive ucraine), le unità di Kiev potrebbero allentare la pressione russa su Kharkiv e forse minacciare un’ulteriore avanzata verso il confine russo.

Scontri a fuoco con armi leggere sono in atto nei sobborghi della città di Severodonetsk, nel Donbass, tra i separatisti filo-russi dell’Ucraina orientale e unità di Kiev che usano cecchini e droni. Lo riferisce la Bbc. La città, che prima dell’invasione contava una popolazione di 100mila abitanti, sarebbe vicina all’accerchiamento. Vittime civili sono state segnalate sia nella città di Bakhmut, dopo un attacco missilistico su una zona residenziale, sia nel Donetsk.

NUOVO APPELLO DI ZELENSKY – “Chiedo a tutti i nostri cittadini, specie in questi giorni, di non ignorare le sirene antiaeree. Per favore, si tratta della tua vita, della vita dei tuoi figli. Inoltre, attenetevi rigorosamente all’ordine pubblico e alle norme sul coprifuoco nelle città e nelle comunità”. E’ l’appello su Telegram del presidente ucraino Volodymyr Zelensky in vista del 9 maggio, Giorno della Vittoria per la Russia che si teme possa celebrarlo quest’anno con azioni in Ucraina.

UCRAINA SENZA CIBO E ACQUA – Appello del Programma alimentare mondiale (Pam ) per la riapertura dei porti dell’Ucraina per scongiurare l’incombente minaccia di carestia: “i porti nella zona di Odessa, nel sud dell’Ucraina, devono essere riaperti con urgenza per evitare che la crisi globale della fame sfugga al controllo”, si legge sul sito istituzionale del Pam. “I silos di grano dell’Ucraina sono pieni. I porti sul Mar Nero sono bloccati, lasciando milioni di tonnellate di grano intrappolate in silos a terra o su navi che non possono muoversi”. In precedenza la Fao ha affermato che 25 milioni di tonnellate di grano sono bloccati in Ucraina.




“Civitas Romae”, a nord della Capitale un gruppo d’eccellenza nel tutelare il territorio e i suoi fruitori

A differenza di altre realtà di Protezione Civile i volontari operano quasi esclusivamente in aree extra-urbane, luoghi talvolta isolati, dove spesso una impercettibile difficoltà può divenire un grave problema

ROMA – Ormai da tre anni, coloro che frequentano le zone extraurbane a nord di Roma incontrano spesso degli operatori con una caratteristica uniforme blu e gialla: sono i volontari del gruppo romano del Corpo Italiano di San Lazzaro.

Presente in 80 nazioni con oltre 22.000 volontari il Corpo di San Lazzaro (Lazarus Union), riconosciuto dalle Nazioni Unite come ONG e candidato al Nobel per la Pace nel 2017, è sbarcato in Italia nel 2009 dove si è costituito come un’organizzazione federativa con varie specializzazioni nei campi della protezione civile, del sociale e della prevenzione.

Nel Lazio, il gruppo denominato “Civitas Romae” ha abbracciato una tipologia di servizio unica in Italia: la tutela del territorio e dei suoi fruitori, definizione nella quale sono comprese materie come archeologia, ambiente, soccorso, prevenzione e gestione delle emergenze, radio-assistenza.

Oltre al costante monitoraggio della sentieristica nelle province di Roma e Viterbo, da anni il Corpo di San Lazzaro è operativo nel Parco di Veio e sul tracciato della Via Francigena, dal confine toscano di Proceno fino alla Santa Sede, assistendo le migliaia di pellegrini (anche diversamente abili) che ogni anno percorrono gli stupendi scenari offerti da questo storico percorso.

Nel corso degli anni, decine di appassionati di trekking, mountain bike, quad e di altre attività in outdoor si sono avvicinati a questo ente che offre l’opportunità di soddisfare le proprie passioni dilettantistiche immersi nella natura e contemporaneamente aiutare il prossimo ed il territorio che li accoglie; questo compromesso, unito ai numerosi percorsi didattici e formativi, sembra fornire concretezza al detto “unire l’utile al dilettevole”.

Da pochi mesi è stato inoltre varato un nucleo che opererà specificatamente nel tessuto urbano della Capitale, fondato grazie all’iniziativa di giovanissimi studenti e lavoratori che hanno deciso di dedicare parte del loro tempo libero alla cura della propria città in collaborazione con gli enti preposti e le amministrazioni municipali.

Gli operatori del Corpo di San Lazzaro, organizzazione laica che non tiene conto della religione, del gruppo etnico, del sesso o dell’adesione ad altre associazioni, sono tutti volontari mossi dall’amore per la natura e per la storia che, nell’assistere il prossimo, si riconoscono nei cavallereschi principi senza tempo di “tolleranza, umiltà, misericordia e carità”.




Osservatorio Anbi, risorse idriche: è siccità endemica per il nord Italia. Esaurite le ultime speranze di ripresa

Gargano: “Il Piano Laghetti, che prossimamente presenteremo con Coldiretti, è una grande opportunità”

“C’è la seria possibilità che zone del bacino padano restino senz’acqua”: la lapidaria, quanto preoccupante affermazione rilasciata al Macfrut di Rimini  da Meuccio Berselli, Segretario dell’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po, trova immediata conferma nel report settimanale dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, che certifica come le recenti piogge non abbiano sostanzialmente inciso su uno stato di siccità, che pare quest’anno ormai irreversibile per le regioni del Nord Italia.

“Si prospetta una stagione di grande difficoltà idrica, che i Consorzi di bonifica ed irrigazione dovranno gestire con grande professionalità ed in concerto con le esigenze dei territori – conferma Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – Resta la necessità di avviare celermente un piano infrastrutturale, perché resta poco tempo per non pregiudicare l’agricoltura italiana di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici.”

“Il Piano Laghetti, che prossimamente presenteremo con Coldiretti, è una grande opportunità, perché opererà nel senso della compatibilità fra grandi esigenze del Paese: agricola, ambientale ed energetica” anticipa Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.

I provvedimenti per un maggior rilascio d’acqua nei maggiori corpi idrici, hanno sortito l’effetto desiderato, incrementando, però, le portate in maniera troppo esigua: il Po, pur segnando una crescita lungo tutta l’asta, resta assai lontano dalla media mensile ed a Cremona (353,6 metri cubi al secondo) rimane addirittura sotto al minimo storico, registrato a Maggio (mc./sec. 469).

Stesso andamento si registra per i laghi del Nord ad eccezione del Benaco in calo; gli altri registrano livelli in crescita, addirittura repentina per i bacini d’Iseo e di Como, pur rimanendo tutti sotto media.

In Valle d’Aosta tornano a diminuire le portate della Dora Baltea e del torrente Lys, che dimezza la portata dopo il picco della scorsa settimana (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle d’Aosta).

In Piemonte, nonostante tutti i principali corsi d’acqua segnino una crescita rispetto alla settimana passata (Sesia, Stura di Lanzo ed Orco più che raddoppiano la portata), resta una condizione di siccità estrema nella fascia centro-orientale della regione con punte di -80% nelle piogge sui bacini Residuo Tanaro e Residuo Po-Confluenza Tanaro (la media regionale è – 41% nel mese di Aprile).

In Lombardia, il fiume Adda continua a decrescere ed oggi registra una portata inferiore di quasi il 70% rispetto al siccitosissimo 2017; segno positivo, invece, per le riserve di neve: + 63,3% rispetto alla settimana precedente.

In Veneto, dove la Regione ha dichiarato lo stato di crisi idrica, il fiume Adige è oltre 2 metri sotto i livelli del 2021 ed oltre mezzo metro più basso del 2017; si confermano in sofferenza idrica anche gli altri corsi d’acqua che, ad eccezione del Piave, segnano record negativi in confronto alle annualità precedenti (fonte: ARPAV).

In Emilia Romagna torna “rossa” la zona occidentale dei bacini tra i fiumi Parma e Trebbia, così come segnano un grave deficit, le portate dell’Enza (sotto al minimo storico) e della Secchia, scesa in una settimana dal picco di 60 metri cubi al secondo all’attuale portata pari a mc./sec. 2,8 (fonte: ARPAE).

Anche in Toscana, nonostante Arno e Sieve siano finalmente sopra media mensile, si ridimensionano notevolmente i valori di portata dei corsi d’acqua dopo i segnali di ripresa delle settimane scorse (fonte: Centro Funzionale Regione Toscana).

Nelle Marche sono decrescenti i livelli di tutti i fiumi (fatta eccezione per la Nera), pur rimanendo in media con gli anni scorsi (fonte: Protezione Civile Marche)

In Umbria sono dimezzati i volumi trattenuti dalla diga Maroggia (circa 2 milioni di metri cubi sotto la media delle annualità precedenti).

Nel Lazio, i livelli del fiume Tevere sono nella media (fonte: Protezione Civile regionale), mentre resta bassa la portata dell’Aniene così come del Sacco e del Liri, in calo; inferiori all’anno scorso sono i livelli del lago di Bracciano.

Si conferma invece ottima la performance della diga di Penne, in Abruzzo, al massimo della capacità d’invaso (8,80 milioni di metri cubi).

In Campania, dove il fiume Liri-Garigliano è in sofferenza, i livelli idrometrici del Sele appaiono in calo, il Volturno è in fase di assestamento ed il Sarno risulta stabile; inoltre, si segnalano in lieve calo i volumi dei bacini del Cilento. Pertanto, il rischio di siccità non può dirsi ancora rientrato nella Campania settentrionale.

In Basilicata supera i 28 milioni di metri cubi, il differenziale tra i volumi delle odierne disponibilità idriche e quelle dell’anno scorso (fonte: Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale).

Analogo discorso vale per la confinante Puglia, nei cui bacini mancano oltre 12 milioni di metri cubi d’acqua, rispetto al 2021.

Mentre permane una situazione idricamente positiva in Sicilia (fonte: Dipartimento Regionale dell’Autorità di Bacino del Distretto del Bacino Idrografico), in Sardegna è allerta per quasi tutti gli invasi insistenti nella fascia settentrionale dell’Isola, mentre è livello di vigilanza per quelli della zona centro-orientale; buoni dati, invece, si registrano per i bacini della fascia meridionale.




Ddl Zan, il partito Democratico ci riprova. Letta: “Portare a casa una legge entro la fine di questa legislatura”

Il Partito democratico torna alla carica in Senato con il ddl Zan, contro i reati di omotransfobia e discriminazione. “Una battaglia mai abbandonata”, sono le parole del leader dem Enrico Letta che ripresenta lo stesso testo, approvato dalla Camera, ma affossato a palazzo Madama esattamente sei mesi fa.

Il ddl sarà depositato a palazzo Madama, prima firma la capogruppo dem Simona Malpezzi. “Nessun ultimatum, nessuna sfida, nessuna bandiera”, scandisce Letta nel corso di una conferenza stampa di presentazione in Senato insieme ai parlamentari Pd, Alessandro Zan, Monica Cirinnà e Simona Malpezzi. L’intenzione, precisa è quella di “riannodare quel filo spezzato”. Si torna dunque in Parlamento e si valuteranno anche eventuali modifiche, assicura, purché non stravolgano l’obiettivo: portare a casa una legge contro i crimini d’odio. Ma bisognerà farlo “entro la fine di questa legislatura, – sottolinea il leader dem – oppure sarebbe una sconfitta”, perché “Il tema dei diritti è nel Dna del Pd”, è “il futuro del partito”. Il Partito democratico intanto organizza agorà digitali per una partecipazione dal basso “dopo questo percorso – spiega Zan – presenteremo proposte da presentare alle forze politiche”.

Una strada in salita, ne sono consapevoli i promotori del testo, che sperano forse di portare dalla loro parte almeno qualcuno tra i gruppi che sei mesi fa hanno sbarrato la strada al provvedimento: Lega, Fdi, Iv e Forza Italia. “E’ stata una pagina brutta del Parlamento” afferma il segretario Letta portando alla memoria, “l’applauso di scherno” che seguì l’affossamento della legge il 27 ottobre scorso in Aula a palazzo Madama. Si è trattato, prova a minimizzare, di “un precipitare della situazione, in molti non si sono resi conto bene di quello che stava accadendo”. Ora il Pd farà affidamento sui “Valorosi rappresentanti della commissione giustizia”, una commissione, che però la stessa Cirinnà definisce “difficile”.

Manca ancora in Italia una legge contro i crimini d’odio, ricordano i parlamentari. “Non ce lo siamo dimenticati come non dimentichiamo le immagini tristi dell’occasione persa al Senato- – ricorda Malpezzi – Il percorso si è fermato tra urla, grida e applausi che hanno fatto giro del mondo. E’ stato fermato, ma non ci siamo fermati noi e il Paese che ha chiesto a gran voce di andare avanti”.

“Finché c’è legislatura c’è speranza, – chiosa infine Zan – una legge contro i crimini d’odio esiste in tutta Europa, tranne n Italia, Ungheria e Polonia. E l’Italia non può diventare l’Ungheria di Orban”.




Covid, contagi e ricoveri in calo: smaltito l’effetto Pasqua che aveva portato a una inversione di tendenza con un lieve rialzo del 3,5%

Sono 47.039 i nuovi contagi da Covid registrati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Martedì erano stati 62.071. Le vittime sono invece 152, rispetto a l’altro ieri una in meno.

Sono 335.275 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 411.047. Il tasso di positività è al 14%, in calo rispetto a l’altro ieri (quando era al 15,1%). Sono 371 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 5 in più rispetto a martedì nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 42. I ricoverati nei reparti ordinari sono 9.614, ovvero 81 in meno rispetto a martedì.

TORNA A SCENDERE LA CURVA DEI RICOVERI
Smaltito l’effetto Pasqua che la settimana scorsa aveva portato a una inversione di tendenza con un lieve rialzo del 3,5%, nella settimana 26 aprile/3 maggio il numero delle ospedalizzazioni si è ridotto del 5,7%. È quanto emerge dalla rilevazione degli ospedali sentinella della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso).

A diminuire nell’ultimo monitoraggio sono stati sia i ricoveri nei reparti ordinari per l’assistenza Covid (-5,7%) sia il numero dei pazienti nelle rianimazioni (-7,5%).

Persiste, afferma Fiaso, una quota consistente, pari al 20%, di pazienti no vax nelle rianimazioni: hanno in media 75 anni e nel 100% dei casi sono affetti da altre patologie. Un dato che desta preoccupazione soprattutto perché, dall’analisi dei casi presenti nelle terapie intensive, emerge come a non godere della protezione vaccinale siano per lo più soggetti anziani e con comorbidità: proprio coloro che, invece, sono più a rischio di conseguenze gravi del Covid.

“Dopo la piccola scossa di assestamento di una settimana fa, dovuta molto prababilmente a un allentamento delle attenzioni durante le festività pasquali, negli ospedali siamo tornati a una fase di sostanziale stabilità con una tendenza al miglioramento – commenta Giovanni Migliore, presidente di Fiaso -. Dal primo maggio sono cadute molte restrizioni, ma occorre continuare ad avere molta prudenza soprattutto se si vive accanto a soggetti fragili. Ormai, infatti, il 100% dei pazienti delle terapie intensive presenta comorbidità rilevanti, questo detta indicazioni molto precise: la necessità di un’adeguata copertura vaccinale per i soggetti fragili, con la giusta tempistica, inclusa la somministrazione della quarta dose e soprattutto il recupero dei non vaccinati con fragilità”. In particolare, conclude Migliore, “osservare come i no vax attualmente presenti in terapia intensiva siano anziani e malati è un segnale preoccupante che spinge le aziende sanitarie e ospedaliere a continuare nell’ultimo miglio della campagna vaccinale per quei soggetti che sono ancora sprovvisti della copertura”.

Diminuiscono del 7,7% i ricoveri pediatrici

Diminuisce il numero dei pazienti pediatrici Covid ricoverati. Nella rilevazione del 3 maggio nei quattro ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria degli ospedali aderenti alla rete sentinella Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) si osserva infatti una riduzione del 7,7%.I neonati tra 0 e 6 mesi rappresentano il 15% dei ricoverati: nel 33% dei casi sono figli di genitori non vaccinati. I bambini fino a 4 anni sono ancora la maggioranza dei ricoverati ovvero il 50% dei pazienti. 




Ucraina, Zelensky rivuole la Crimea: nessun progresso nei colloqui con Mosca

L’obiettivo dell’Ucraina è ripristinare la sua integrità territoriale, inclusa la Crimea: così Zelensky, che oggi interviene al Parlamento dell’Albania. Kiev non è pronta per negoziati seri, ha detto Putin a Macron

“Non vediamo alcun progresso nei colloqui con l’Ucraina”: lo ha detto, secondo quanto riporta la Tass, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov e il Cremlino ha reso noto che non c’è alcun accordo su un eventuale incontro tra Papa Francesco e il presidente russo Vladimir Putin. Lo rende noto il Cremlino.

Veicoli Nato che entrassero in Ucraina per consegnare armi alle forze di Kiev saranno considerati “bersagli militari legittimi” da parte dei russi. 
Lo ha detto oggi il ministro della Difesa di Mosca, Serghei Shoigu, dopo che la Russia ha detto di avere bombardato ieri sera sei scali ferroviari in Ucraina da cui transitavano armi occidentali. Lo riferisce la Tass. 

Nella regione di Kiev, altri 20 corpi sono stati trovati nei villaggi liberati dall’occupazione dell’esercito russo: sale così a 1.235 il numero dei cadaveri di civili recuperati, che ieri erano 1.202. Lo ha riferito il capo della polizia della zona di Kiev, Andrey Nebitov, citato da Unian. “Solo ieri sono stati trovati altri 20 corpi senza vita. La maggior parte delle persone era di Borodyanka e dei villaggi vicini, e di insediamenti di Vyshhorod”, ha affermato, “la maggior parte di loro è morta a causa del fuoco di armi leggere. Possiamo parlare di crimini su larga scala commessi dall’esercito russo nella regione di Kiev”.

“Continueremo a fare di tutto per far uscire la nostra gente da Mariupol e Azovstal, sia civili che militari. È difficile, ma abbiamo bisogno di tutti coloro che sono lì. Non c’è stato un solo giorno in cui non ci siamo occupati di loro, in cui non abbiamo cercato di risolvere la questione”. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelnsky in un video messaggio citato da Interfax Ukraine. “Siamo riusciti a risolvere la questione del cessate il fuoco per quasi tre giorni, in modo che il corridoio umanitario funzionasse. Ora le truppe russe non rispettano gli accordi. Continuano gli attacchi massicci ad Azovstal”, ha aggiunto.

“La prossima settimana si celebra la Giornata dell’Europa, il 72mo compleanno della nostra Unione. Questa Giornata dell’Europa sarà tutta dedicata all’Unione del futuro: su come la rendiamo più forte, più resistente, più vicina ai suoi cittadini. Ma non possiamo dare da soli la risposta a tutte queste domande. Il futuro dell’Unione Europea è scritto anche in Ucraina”. Lo ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen all’Eurocamera. “Proponiamo un divieto del petrolio russo, un divieto totale d’importazione di tutto il petrolio russo, via mare e via oleodotto, greggio e raffinato”.  “Ci assicureremo di eliminare gradualmente il petrolio russo in modo ordinato, in modo da permettere a noi e ai nostri partner di assicurare vie di approvvigionamento alternative e di ridurre al minimo l’impatto sui mercati globali. Questo è il motivo per cui elimineremo gradualmente il greggio russo entro sei mesi e i prodotti raffinati entro la fine dell’anno”, ha aggiunto.  “Quando i leader si sono incontrati a Versailles, hanno concordato di eliminare gradualmente la nostra dipendenza dall’energia russa. Nell’ultimo pacchetto di sanzioni, abbiamo iniziato con il carbone. Ora stiamo affrontando la nostra dipendenza dal petrolio russo. Cerchiamo di essere chiari: non sarà facile. Alcuni Stati membri sono fortemente dipendenti dal petrolio russo. Ma dobbiamo semplicemente farlo”, ha detto.

Nella giornata di ieri l’esercito russo ha lanciato 34 attacchi missilistici contro le città della regione di Lugansk provocando almeno due morti e due feriti tra i civili. Lo rende noto il capo dell’amministrazione militare regionale ucraina di Lugansk, Sergiy Gaidai, su Telegram citato da Ukrinform. “I russi non stanno solo distruggendo Popasna, ma la stanno rimuovendo dalla mappa. Due persone sono morte – una donna di Lysychansk e un uomo di Popasna”, ha scritto. A Lysychansk, il Centro per le malattie infettive pericolose e una scuola sono andati a fuoco. L’unica scuola di Sirotyn è stata distrutta.

L’obiettivo dell’Ucraina è ripristinare la sua integrità territoriale, inclusa la Crimea: così Zelensky, che oggi interviene al Parlamento dell’Albania. Kiev non è pronta per negoziati seri, ha detto Putin a Macron. Mosca ha commesso molti crimini di guerra in Ucraina, secondo Biden. “Se non ci opponiamo ai dittatori continueranno ad arrivare”, afferma il presidente Usa. Draghi ribadisce l’impegno dell’Italia per una soluzione diplomatica al conflitto. Oggi riceve il premier giapponese Kishida, che andrà anche dal Papa.

Oggi sono previste nuove operazioni di evacuazione da Mariupol verso Zaporizhzhia. Ieri sono arrivate 156 persone dalla città assediata, secondo Zelensky. E i russi lanciano l’assalto finale all’Azovstal. Visita del leader separatista Pushilin, primo funzionario filorusso ad andare a Mariupol. Sei stazioni ferroviarie sono state colpite ieri sera in bombardamenti russi nell’Ucraina centrale e occidentale. Esplosioni anche a Leopoli. La Bielorussia ha lanciato oggi esercitazioni militari lampo.

L’Ue stringe sul sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina. Von der Leyen presenterà stamani alla plenaria del Parlamento europeo la proposta della Commissione su un embargo al petrolio da completare in un periodo tra i 6 e gli 8 mesi. Ma restano le riserve, con Slovacchia e Ungheria che chiedono l’esenzione. Governo italiano al lavoro sul piano per essere autonomi dal gas russo entro la seconda metà del 2024.




Papa Francesco vuole incontrare Putin

“A Kiev per ora non vado. Io prima devo andare a Mosca”

“Ho chiesto al cardinale Parolin, dopo venti giorni di guerra, di fare arrivare a Putin il messaggio che io ero disposto ad andare a Mosca. Certo, era necessario che il leader del Cremlino concedesse qualche finestrina. Non abbiamo ancora avuto risposta e stiamo ancora insistendo, anche se temo che Putin non possa e voglia fare questo incontro in questo momento. Ma tanta brutalità come si fa a non fermarla?”.

Lo dice papa Francesco, intervistato dal direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana. “A Kiev per ora non vado”, aggiunge – spiega -. Io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin”.

Intanto fanno ancora discutere le parole del ministro degli Esteri Lavrov a Mediaset, un “comizio”, lo ha definito il premier Draghi che ha parlato di concetti “aberranti”. “Il mondo deve opporsi a questa retorica vile e pericolosa e sostenere i nostri partner ucraini di fronte al feroce assalto del Cremlino”, ha scritto su Twitter il segretario di Stato americano Antony Blinken, ripostando un tweet del ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid che condannava le frasi antisemite di quello russo Serghei Lavrov. La Russia ha “dimenticato tutte le lezioni della Seconda guerra mondiale”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo ultimo video-discorso, dopo i commenti del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov secondo il quale Adolf Hitler aveva “sangue ebreo” e “i più ardenti antisemiti sono di solito ebrei”. “Una tale spinta antisemita da parte del suo ministro – afferma Zelensky, ripreso dai media internazionali – mostra che la Russia ha dimenticato tutte le lezioni della Seconda guerra mondiale. O forse non hanno mai studiato quelle lezioni. C’è un grande scandalo in Israele riguardo alle parole” di Lavrov, “tuttavia nessuno sente obiezioni o scuse da Mosca: c’è silenzio. Come si potrebbe dire questo – si chiede il leader ucraino – alla vigilia dell’anniversario della vittoria sul nazismo? Queste parole significano che il massimo diplomatico russo sta incolpando il popolo ebreo per i crimini nazisti”.




Roma, Polizia Locale. Sulpl: “Vigili disarmati. Gualtieri intervenga presto su un corpo allo sbando”

ROMA – È notizia di ieri, emersa in commissione Statuto Roma Capitale, come le strutture mediche della polizia di stato, e dell’ospedale militare del Celio, si siano rifiutate di prestarsi alla verifica triennale dei requisiti psicofisici degli appartenenti al Corpo di Polizia cittadino, il tutto a ridosso della scadenza per oltre 700 agenti, che rischiano ora di vedersi ritirata l’arma di ordinanza. Sul preoccupante episodio, che rischia di veder fortemente limitare l’efficienza e l’esistenza stessa, di taluni particolari i servizi di Polizia Urbana, è intervenuto il CSE-SULPL, (Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale) che in un’ accorata nota del Segretario Romano Aggiunto Marco Milani, chiede l’immediato intervento del Sindaco Gualtieri, per “riprendere in fretta le redini di un Corpo che appare da tempo allo sbando”.

“Il pericolo di disarmo del Corpo di Polizia Locale, – commentano dal sindacato – dovuto ad un regolamento sulle armi che, unico tra le forze di polizia prevede come i caschi bianchi romani devano sottoporsi a ripetute visite mediche periodiche, costituisce una vera sciagura per le casse comunali ed un concreto pericolo di paralisi delle attività del Corpo con gravissime conseguenze per la sicurezza cittadina. Ricordiamo come ai sensi del Decreto Ministeriale 145/87, che disciplina il regolamento sulle armi, agli agenti di Polizia Locale che rivestono la qualifica di agenti di Pubblica Sicurezza, i servizi esterni e notturni, sono preclusi qualora essi siano sprovvisti del previsto armamento. Non riusciamo nemmeno ad immaginare le nefaste conseguenze per la sicurezza cittadina qualora gli agenti dovessero ritirarsi dal presidio del territorio a partire dalle 700 unità i cui requisiti appaiono in scadenza. Non riuscendo a capire come sia possibile arrivare a ridosso di situazioni del genere, anche a causa di un regolamento sbagliato che, unico tra le forze di polizia, prevede la periodicità di costosi controlli, chiediamo al Sindaco Gualtieri di affrettarsi a riprendere in mano le redini di un Corpo, ormai evidentemente allo sbando. Non sarà demandando tali accertamenti alle ASL con i loro elefantiaci tempi di prenotazione degli esami specialistici, che si riuscirá ad evitare il rischio paralisi, bensì con un riordino da troppo tempo atteso, del Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale, che veda finalmente il pure previsto, recepimento delle normative regionali in materia, del riordino delle carriere, dell’istituzione della categoria dei sottufficiali, al pari di tutti gli altri comuni del Lazio e sopratutto la valorizzazione delle professionalità interne in luogo di estemporanee figure che,sebbene accolte come risolutrici di annosi problemi appaiono non andare oltre la mediocre gestione dello status Quo”. Concludono dal sindacato




Ucraina, missili sull’acciaieria Azovstal: all’interno ancora 200 civili e 20 bambini

Scoppiato un incendio visibile da tutta la città

Nuovo attacco russo allo stabilimento Azovstal di Mariupol dove è scoppiato un incendio visibile da tutta la città.

Lo ha reso noto il vice comandante del reggimento Azov, Svyatoslav Palamar ‘Kalyna’ su Telegram secondo quanto riporta l’Ukrainska Pravda.

“I difensori ucraini del reggimento Azov sono vivi, ma vengono bombardati”, ha precisato. Un centinaio i civili che ieri hanno lasciato la città. Secondo Kiev all’interno dell’acciaieria Azovstal ci sono ancora 200 civili e 20 bambini

“Morti e feriti” sono segnalati a Odessa dopo un bombardamento missilistico russo. Lo riferisce il capo dell’amministrazione militare regionale, Maxim Marchenko, citato dall’agenzia Unian. Secondo le prime notizie, sarebbe morto anche un ragazzo di 13 anni. Secondo Interfax Ucraina sarebbe stato colpito un edificio religioso.

“Nell’oblast di Kiev, in particolare nei territori liberati, abbiamo documentato finora 1.202 corpi senza vita di civili innocenti uccisi dai russi”, ha detto in un briefing il capo della polizia regionale di Kiev, Maksym Ocheretianyi.

Tutti i capi di Stato dei Paesi che forniscono armi all’Ucraina devono essere consegnati alla giustizia come criminali di guerra: lo ha scritto oggi sul suo canale Telegram il presidente della Duma, la camera bassa del Parlamento russo, Vyacheslav Volodin. Secondo l’intelligence britannica più di un quarto delle unità russe dedicate all’invasione probabilmente adesso “non sono idonee al combattimento”. Intanto nel campo diplomatico, la Turchia ha fatto sapere che l’azione militare della Russia crea difficoltà a portare avanti il negoziato tra Mosca e Kiev.

“L’Italia è in prima fila tra chi promuove sanzioni anti-russe: per noi è stata una sorpresa”, ha detto ieri sera Lavrov intervistato a ‘Zona Bianca’ su Rete 4. Mosca non punta a “rovesciare Zelensky” ma che “dall’Ucraina non vengano più minacce per la Russia”, ha detto Lavrov tornando ad accusare Kiev di servirsi di forze “neonaziste”. Infine, “Che il presidente Volodymyr Zelensky sia ebreo non ha alcuni significato. Secondo me anche Hitler aveva origini ebraiche“, ha sottolineato Lavrov. Le parole del ministro russo hanno provocato l’ira di Israele che ha convocato l’ambasciatore russo a Tel Aviv.

Udite esplosioni a Odessa e Kherson. Sono otto i civili uccisi ieri in bombardamenti russi nelle regioni di Kharkiv e Donetsk. Nella notte colpita la città russa di Belgorod, non lontano dal confine con l’Ucraina. 

‘DUE MESI DI BUIO E PAURA’
E’ iniziata l’evacuazione dei residenti da Mariupol. Lo fa sapere il consigliere del sindaco della città portuale Petro Andryushchenko su Radio Svoboda, secondo quanto riporta l’Ukrainska Pravda. “Secondo le nostre informazioni, gli autobus sono partiti da Mariupol. Previo accordo, gli autobus raccoglieranno le persone nei villaggi di Mangush e Berdyansk”, spiega. “È consentito anche unirsi alla colonna con mezzi propri. Ci auguriamo che migliaia dei nostri residenti di Mariupol che sono rimasti bloccati sulla strada da Mariupol a Zaporizhzhia arrivino a destinazione stasera o domani mattina”.
“Non ci posso credere. Due mesi di buio”. Natalia Usmanova sorride e si porta le mani sul volto. Lei è tra i circa 100 civili che ieri sono stati evacuati dall’acciaieria Azovstal di Mariupol e la sua testimonianza viene raccontata in un video della Bbc. “Non abbiamo più visto la luce del sole, avevamo paura”, prosegue la donna, che ha parlato ai reporter nel villaggio di Benzimenne, nell’Ucraina orientale sotto il controllo russo. “Quando siamo saliti sul bus (per l’evacuazione) ho detto a mio marito: non dovremo più andare al bagno con una torcia elettrica?”, racconta Natalia emozionata e incredula: “E non dover usare un sacchetto o un cestino come bagno e una torcia”. “Siamo andati lì (alla Azovstal) per una nostra libera scelta, come i lavoratori della fabbrica, per salvarci”, spiega ancora la donna, capelli raccolti, piumino giallo e due grandi borse nelle mani, mentre nel video scorrono le immagini dell’evacuazione del ministero della Difesa russo. “Quando abbiamo capito che stavano arrivando sempre più vicino a noi e siamo diventati sempre più spaventati, abbiamo cercato di andarcene. Sapevamo dei corridoi umanitari e delle evacuazioni. Ma non ci siamo riusciti”, prosegue la donna. “E quando sono iniziati i bombardamenti ho pensato che il mio cuore si sarebbe fermato e non sarei sopravvissuta. I bombardamenti erano così forti e iniziavano a colpire vicino a noi”, ricorda.

BERLINO, PRONTI ALL’EMBARGO DEL PETROLIO RUSSO
Con un embargo del petrolio russo “avremmo un problema locale e ovviamente un aumento dei prezzi e forse le catene di approvvigionamento non sarebbero sicure ma non colpirebbe l’economia nazionale nel suo insieme. Quindi, dopo due mesi di lavoro, posso dire che la Germania non è contraria a un embargo petrolifero alla Russia. Ovviamente è un carico pesante da sopportare, ma siamo pronti a farlo”. Lo ha detto il ministro tedesco per gli Affari economici e l’azione climatica Robert Habeck arrivando al consiglio dei ministri dell’Energia a Bruxelles.

‘POLITICI E MEDIA ITALIANI ANDATI OLTRE’ 
“Alcune dichiarazioni di politici e media italiani sono andate oltre le buone norme diplomatiche e giornalistiche”. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, intervistato a Zona Bianca su Rete 4. “L’Italia – ha aggiunto Lavrov – è in prima fila tra coloro che adottano e promuovono le sanzioni anti-russe. Per noi è stata una sorpresa. Eravamo abituati all’idea che l’Italia, grazie alla sua storia, sapesse distinguere il bianco dal nero”. Lavrov ha negato implicitamente che Mosca preveda di dichiarare la fine della guerra in Ucraina in occasione dei festeggiamenti del 9 maggio per la vittoria sui nazisti nella Seconda guerra mondiale. “I nostri militari – ha sottolineato – non pianificano le azioni in base a una data. I ritmi dipendono dalle necessità di minimizzare i rischi per la popolazione civile e per i militari russi”.
I Paesi europei importatori del gas russo, come l’Italia, devono pagarlo in rubli perché “hanno rubato” a Mosca le sue riserve valutarie in dollari e euro depositate presso le banche europee imponendo un congelamento nell’ambito delle sanzioni. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, intervistato a Zona Bianca su Rete 4. “Voi pagherete comunque nella valuta prevista dai contratti – ha aggiunto – ma le forniture verranno considerate pagate quando queste somme saranno state convertite in rubli, che non possono essere rubati. Per gli acquirenti non cambierà nulla, pagheranno stesse somme previste dai contratti”.
“Che il presidente Volodymyr Zelensky sia ebreo non ha alcuni significato. Secondo me anche Hitler aveva origini ebraiche”. Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, intervistato a Zona Bianca su Rete 4, ha risposto così alla domanda se non ritenga paradossale accusare il presidente ucraino di essere a capo di un Paese che, secondo le affermazioni di Mosca, deve essere “denazificato”. Lavrov ha ribadito le accuse a Kiev di servirsi di forze “neonaziste” come il battaglione Azov. “Gente – ha affermato – che ha tatuata sulla pelle la svastica, che legge e approva il Mein Kampf”.

‘FALSE E DELIRANTI’ 
“False, deliranti e pericolose”. Così Dani Dayan, presidente di Yad Vashem, il Museo della Memoria di Gerusalemme, ha definito le affermazioni del ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, che in una intervista a ‘Zona Bianca’ su Mediaset ha detto di ritenere che Hitler “aveva origini ebraiche”. Sono affermazioni – ha aggiunto Dayan, citato dai media – “degne di ogni condanna”.
Il ministero degli Esteri israeliano ha convocato l’ambasciatore russo a Tel Aviv per “chiarimenti” dopo le “gravi” dichiarazioni del ministro Serghei Lavrov su Hitler ed il presidente Volodymir Zelensky. “Le dichiarazioni di Lavrov – ha accusato il ministro Yair Lapid – sono sia imperdonabili ed oltraggiose, sia un terribile errore storico”. “Gli ebrei – ha continuato – non si sono uccisi da soli nella Shoah. Il più basso livello del razzismo contro gli ebrei è accusare gli ebrei stessi di antisemitismo”.




Gas russo, Cingolani a Politico: “Bene pagare in rubli, poi arriva la smentita

Penso che sarebbe bene per qualche mese, almeno, permettere alle aziende di andare avanti e pagare in rubli, mentre comprendiamo il quadro giuridico e le implicazioni”. Così il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani a Politico sui pagamenti del gas dopo il decreto della Russia che prevede per le aziende degli Stati ‘ostili’ l’apertura di un conto in rubli.

“Credo che le compagnie petrolifere e del gas non possano rischiare di pagare e poi essere accusate di aver infranto le sanzioni, ma allo stesso tempo non possono rischiare… di non pagare in rubli”. In contratti lunghi “i costi sarebbero estremamente alti”.

“L’articolo pubblicato da Politico dal titolo “Italy open to paying for Russian gas with rubles” è fuorviante e non corrisponde alla posizione espressa dal ministro Cingolani che non ha mai aperto ad un pagamento in rubli”. E’ quanto afferma il ministero della Transizione Ecologica in una nota nella quale aggiunge che “in attesa che si definisca unitariamente, a livello di Ue, la posizione sui pagamenti, lo schema euro/rubli che prevede che le imprese paghino in euro, al momento non lascia ravvisare una violazione delle sanzioni stabilite il 24 febbraio”.