Emergenza siccità, autobotti in alcune città al nord: ANBI chiede attivazione della cabina di regia per il bacino del Po

In Piemonte e Lombardia sono già in azione le autobotti per l’approvvigionamento di acqua

Si fa drammatica la situazione nel bacino padano, “giacimento” del “made in Italy” agroalimentare, ma dove, nella perdurante assenza di piogge, si è ormai alla vigilia di scelte drastiche per garantire una portata del fiume Po, sufficiente ai prelievi ad uso potabile ed a contrastare la risalita del cuneo salino, che sta alterando gli equilibri ambientali nel delta, inaridendo i territori: dalla sorgente alla foce, non solo i flussi in alveo sono largamente al di sotto di quanto registrato in anni recenti, ma a Pontelagoscuro, con 301,6 metri cubi al secondo, si è scesi abbondantemente sotto il precedente minimo storico, fissato a mc./sec. 320.

“In decine di Comuni di Piemonte e Lombardia sono già in azione le autobotti per l’approvvigionamento di acqua perché i serbatoi locali afferiscono a sorgenti che non ci sono più”. Così all’ANSA Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità distrettuale del Fiume Po – Ministero transizione ecologica (AdPo-MiTe), dopo l’allarme già lanciato nei giorni scorsi dall’Osservatorio sulla siccità, che tornerà a riunirsi martedì 21 giugno.

“A fronte di tale emergenza, chiediamo l’immediata attivazione di una cabina di regia, che ricomprenda i principali organi tecnici e politici, per valutare, nel rispetto delle priorità di legge, tutte le possibili soluzioni e conseguenti azioni in materia di rilasci e prelievi idrici in alveo, governando le inevitabili problematiche, che ne seguiranno” dichiara Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).

Attorno al tavolo, coordinato dalla Protezione Civile, dovrebbero sedere, oltre ad ANBI, le 4 Regioni interessate (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto), le Autorità di bacino distrettuale del fiume Po e delle Alpi Orientali, i rappresentanti dei gestori elettrici e dei principali “stakeholders” .

“Le eventuali scelte da assumere – precisa Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – non possono, infatti, ricadere su un unico portatore d’interesse, ma devono essere frutto di scelte responsabilmente assunte in maniera collegiale, nell’assoluta sicurezza che ciascuno faccia la propria parte e che quanto deciso raggiunga gli obbiettivi prefissati. E’ inaccettabile, infatti, penalizzare idricamente l’economia di un territorio senza la ragionevole certezza di un effettivo ristoro utile per aumentare i livelli in alveo.”

Le prossime settimane saranno le più critiche per le colture in campo ed uno stress idrico ne pregiudicherebbe la resa o potrebbe addirittura causare, in alcuni territori, la perdita parziale o totale della produzione; per questo, ANBI richiama la necessità di non limitare le valutazioni a semplici considerazioni idro-meteorologiche, ma di analizzare anche la condizione idrica complessiva dei territori e soprattutto lo stato fenologico delle colture, considerato pure l’obbiettivo strategico di aumentare l’autosufficienza alimentare del Paese.

“Auspichiamo – conclude Vincenzi – che la gravità della situazione e l’evidenza dell’emergenza in atto induca urgentemente ad avviare la necessaria infrastrutturazione del territorio, ad iniziare da nuovi bacini per trattenere le acque di pioggia e contrastare le conseguenze dei cambiamenti climatici, aumentando la resilienza delle comunità.”




Lazio, elezioni comunali: ecco tutti i sindaci eletti

Ecco tutti i sindaci eletti nei vari comuni del Lazio che andavano alle urne.

ROMA (provincia)

Allumiere: eletto Luigi Landi del Fronte civico per Allumiere con il 68,79% dei consensi.
Camerata Nuova: il sindaco è Settimio Liberati, eletto con il 48,09% con la lista Sviluppo e Tradizione. Sei le liste in gara. Il secondo classificato, Filippo Vittori (Camerata si rinnova) ha preso il 46,82%.
Capena: Roberto Barbetti, lista Futuro adesso, è stato eletto sindaco con il 32,46%.
Casape: eletto Giuliano Colagrossi, che ha ottenuto il 54,2% dei voti con la lista Rinascita Casape.
Castel Gandolfo: con il 62,98% il sindaco è Alberto De Angelis della lista Castel Gandolfo Futura.
Castelnuovo di Porto: Riccardo Travaglini, della lista Movimento cittadino Castelnuovo rinasce, è stato eletto soindaco con il 72,95% dei voti.
Ciciliano: Massimiliano Calore, unico candidato in quanto è stata ammessa solo la sua lista (Idee in Comune) è diventato sindaco con il 100% dei voti.
Labico: Danilo Giovannoli (Labico Bene Comune) ha vinto con il 68,23% dei voti
Lanuvio: eletto sindaco Andrea Volpi con la lista Lanuvio per la democrazia: ha preso il 54,27%.
Lariano: eletto Francesco Montecuollo, lista Insieme per Lariano, con il 55,45%.
Manziana: Alessio Telloni ha vinto con la lista Si amo Manziana e con il 67,37% dei consensi.
Mazzano Romano: con il 57,32% delle preferenze è stata eletta sindaca Nicoletta Irato (lista Progetto Mazzano).
Nemi: eletto sindaco Alberto Bertucci, lista Uniti per Nemi, con il 74,22% delle preferenze.
Nerola: con il 51,51% è diventato sindaco Domenico Lelli, della lista Il bene in comune.
Torrita Tiberina: eletta Rita Colafigli, lista Torrita bene comune, con 511 voti (il 100%)

VITERBO

Barbarano Romano: Rinaldo Marchesi eletto sindaco con il 66,72% dei voti. Si è presentato con la lista Barbarano Unito.
Capodimonte: eletto Mario Fanelli con il 44,62%, lista Capodimonte rinasce.
Capranica: Pietro Nocchi (lista Senza Frontiere) ha sconfitto gli avversari con il 74,73% dei consensi.
Castel Sant’Elia: Vincenzo Girolami, di Cambiamo insieme, eletto con il 73,75% dei voti.
Latera: Francesco Di Biagi (Insieme per Latera) eletto con il 95,91 per cento delle preferenze.
Montalto di Castro: con il 32,79% eletta Emanuela Socciarelli, lista Idee in comune.
Ronciglione: Mario Mengoni eletto sindaco con la lista Insieme partecipiano. ha preso il 63,43% dei consensi.

RIETI

Antrodoco: con il 63,2% è stato eletto Alberto Guerrieri con la lista Antrodoco futuro insieme.
Casaprota: Cosimo Mastrorocco eletto sindaco con Progetto Futuro Condiviso. Ha ottenuto 285 voti, l’83,33%.
Cittaducale: con l’80,45% dei consensi è stato eletto sindaco Leonardo Ranalli, a capo della lista Svolta comune
Nespolo: Luigino Cavallari di Futuro e Tradizione è eletto sindaco del Comune di Nespolo con il 55,63% di voti.
Pescorocchiano: eletta Ilaria Gatti della coalizione «Slancio sul futuro con il 58,28% dei voti.
Salisano: eletta Gisella Petrocchi con il 53,43% dei voti.

FROSINONE

Campoli Appennino: eletta sindaca Pancrazia Di Benedetto (lista Vivere Campoli) con il 65,47% dei voti, cioè 711 voti.
Castelnuovo Parano: Oreste De Bellis, lista Impegno per Castelnuovo la ginestra è stato eletto con il 92,39 per cento.
Picinisco: eletto con l’82,26% delle preferenze Marco Scappati, lista Progetto Picinisco.
Pofi: Angelo Mattoccia, lista Siamo Pofi, è sindaco con il 60,59% dei consensi.
San Biagio Saracinisco: Antonio Iaconelli, con il 52,07% dei voti, ha battuto i candidati sindaco di altre cinque liste.
San Giovanni Incarico: Paolo Fallone è stato eletto con il 67,09% dei voti. Guidava la lista Con te per San Giovanni Incarico.

LATINA (provincia)

Cori: eletto Mauro De Lillis con il 78,97% dei consensi.
Ponza: eletto sindaco Francesco Ambrosino con la lista Cambiamo il vento: ha ottenuto il 55,23% dei voti (1.093) contro Pompeo Porzio di Crescere insieme (44,77% pari a 886 voti).
San Felice: eletta Monia Di Cosimo, della lista Circeo Futura, con il 61,84% delle preferenze.
Santi Cosma e Damiano: Franco Taddeo eletto con il 56,8% con la lista Alleanza per Santi Cosma e Damiano continuiamo insieme.
Ventotene: eletto sindaco Carmine Caputo, a capo della lista Insieme per Ventotene: è stato scelto dal 55,02% degli isolani.
San Felice Circeo: eletta Monia Cosimo della lista Circeo Futura , con il 61,84% dei voti.




Elezioni comunali, rapporto shock dell’Antimafia: 18 candidati impresentabili

Sono 18 i candidati alle elezioni amministrative di domenica ritenuti “impresentabili” dalla Commissione Antimafia, secondo il codice di autoregolamentazione dei partiti e la legge Severino.

Un elenco ultimato a poche ore dal silenzio elettorale, frutto dello scrutino della Commissione, con l’aiuto della Direzione nazionale antimafia, di procure e tribunali.

E proprio mentre si compievano le ultime verifiche a Roma, da Palermo arrivava la notizia dell’arresto di un altro candidato, Francesco Lombardo di Fratelli d’Italia. Sarebbe stato comunque “presentabilissimo”, ha sottolineato il presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra. Sono invece quattro le candidature a Palermo nella “black list”, tre per il centrodestra e uno del Pd, Totò Lentini, Giuseppe Milazzo, Francesco La Mantia, e Giuseppe Lupo. Molti sono in altri capoluoghi, e non solo al Sud: anche a Piacenza, Verona e Gorizia. A Frosinone è stato identificato come impresentabile anche un candidato sindaco, Mauro Vicano, di una lista civica.

Un dato sottolineato da Morra: “Chi ha fatto le liste poteva essere più prudente”. Alcune situazione emerse “sono imbarazzanti”. Estorsioni, riciclaggio, corruzione, concussione sono alcuni dei reati contestati ai candidati impresentabili, il cui numero è esattamente il doppio rispetto alla precedente tornata elettorale lo scorso autunno, ma sono molti di più anche candidati vagliati 19.782 (erano stati 12mila la volta scorsa) in 57 consigli comunali, 4 capoluoghi di regione (Genova, L’Aquila, Catanzaro e Palermo) e 22 capoluoghi di provincia in 14 regioni. “Le cose avvenute a Palermo rattristano”, ha detto Morra, rilevando tra l’altro che i due candidati Lombardo e Polizzi, sarebbero stati “presentabilissimi” perché lo scrutinio della Commissione si basa su “criteri giuridici”. “I partiti che avevano votato all’unanimità la possibilità di sottoporre preventivamente alla Commissione Antimafia le loro liste, al fine di ripulirle da eventuali impresentabili, hanno deciso all’unanimità di non avvalersi questo strumento – ha ammonito Morra -. E adesso sono gli elettori quelli che dovranno selezionare, distinguere ed eventualmente censurare”. Dopo l’arresto di Lombardo, il candidato sindaco a Palermo per il centrodestra Roberto Lagalla chiede ai partiti “le dimissioni di quanti, eventualmente eletti, risulti avere legami con Cosa nostra. Se ciò non avverrà sarò io a rassegnare le dimissioni”




Palermo, scambio elettorale politico – mafioso: arrestato candidato Fdi e il boss di Brancaccio

La polizia ha arrestato con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso il candidato al Consiglio comunale di Palermo di Fratelli d’Italia, Francesco Lombardo, e il mafioso Vincenzo Vella, boss di Brancaccio, già condannato tre volte per associazione mafiosa.

L’aspirante consigliere comunale, il 28 maggio, avrebbe incontrato il mafioso e gli avrebbe chiesto il sostegno alle elezioni di domenica prossima.

L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido. Due giorni fa per lo stesso reato erano finiti in cella un candidato al consiglio comunale di Forza Italia e un costruttore mafioso.

Lombardo è ex consigliere comunale di Villabate. Nelle elezioni di domenica si era candidato al Consiglio comunale di Palermo. Vella ha scontato due condanne definitive per associazione mafiosa. Recentemente era stato condannato a 20 anni, ma la corte d’appello un anno fa aveva annullato la sentenza per un vizio di forma: per questo era stato scarcerato ed era libero. Anche in questo caso, come è accaduto per il consigliere di Forza Italia arrestato mercoledì, decisiva è stata una intercettazione ambientale. I due si sarebbero incontrati il 28 maggio scorso e nel corso dell’incontro il politico avrebbe chiesto l’appoggio elettorale al boss.

“Sul caso Lombardo Fratelli d’Italia ha già dato mandato ai propri legali di costituirsi come persona offesa dal reato riservandosi di costituirsi parte civile qualora l’ufficio della Procura eserciti l’azione penale. Chiunque si avvicini a Fratelli d’Italia deve sapere che la criminalità organizzata è il nostro primo nemico”. Lo comunica in una nota Fratelli d’Italia.




Guidonia Montecelio, elezioni. Nicodemi: O Zarro o il solito minestrone scaduto e rimbustato

GUIDONIA MONTECELIO (RM) – “Non ci resta che Zarro”. Prego? “È lui, Claudio Zarro, l’unico candidato Sindaco spendibile, nel desertico panorama politico di Guidonia Montecelio, gli altri sono un minestrone scaduto e rimbustato con nuove etichette”. Cioè? “Sono sempre i soliti, basta, hanno già governato la Città e i risultati sono stati pessimi. Ora fanno a gara a chi la spara più grossa, il duo PD-M5S promette un fiume di soldi dalla Regione Lazio. Perché non farlo prima? Usano toni da opposizione, invece hanno amministrato il Comune fino a ieri. Chi vogliono prendere in giro?” È così David Nicodemi, candidato al Consiglio Comunale con Una Nuova Storia, diretto e sanguigno, provocatore e irriverente, battagliero e cordiale. Da prendere o lasciare. Ambiente, sociale e trasporti i suoi argomenti.

Abbiamo rivolto alcune domande a Nicodemi:

Siamo agli sgoccioli, il 12 giugno si vota, paura del verdetto?   
“No. La campagna elettorale e l’attività giornalistica ti permettono di stringere nuove amicizie e conoscere da vicino le realtà del territorio. Auguro soltanto che il nostro progetto civico abbia la forza che si merita, se resterò fuori, pazienza, continuerò a lavorare a testa bassa”.

I cittadini sono stanchi…            
“Ne sono consapevole, però decidere di non votare è la soluzione peggiore. La politica è fatta dalle persone e siamo noi a scegliere e a distinguere tra chi vede il Comune come un’opportunità per combinare qualcosa e chi come un marchettificio o un gettonificio. Dipende tutto da noi, le elezioni sono lo strumento democratico per rivoluzionare le cose. Usiamolo”.

Il solito fustigatore, non cambi mai…    
“Sono furioso, evito le parolacce, Guidonia Montecelio è una stupenda Città, soleggiata, circondata dal verde, con un borgo affascinante e un parco regionale meraviglioso, potrebbe trarre vantaggi economici e lavoro dal turismo, valorizzando le ricchezze del territorio. È diventata, al contrario, l’ombra di sé stessa, inaridita, disorganica, soffocata dal traffico veicolare, senza alcuna prospettiva per i giovani e con uno stato sociale disintegrato. Vive all’ombra della maledetta discarica e nell’incubo di una nuova infornata di monezza da Roma”.

L’assessora all’ambiente della Capitale ha escluso di conferire a Guidonia l’immondizia di Roma…              
“Difficile credere alle sue parole, allo stato attuale Roma, a causa della pessima gestione rifiuti degli ultimi 5 anni, non possiede gli strumenti per trattare e gestire nel proprio territorio circa 2.700 tonnellate di indifferenziato prodotto ogni giorno: non possiede una discarica per stoccarli, dopo la chiusura di Malagrotta, e il solo TMB di Rocca Cencia è al collasso. Una chiara dimostrazione l’apertura della discarica di Albano Laziale, l’autorizzazione di quella di Magliano Romano e la continuità nell’esercizio di quella di Viterbo. Prima che il Commissariamento dei rifiuti romani dia i suoi poco auspicabili frutti, come stabilire davvero l’autosufficienza, nel rispetto del Piano Rifiuti Regionale, preoccupa il fatto che possano essere i territori delle province, Guidonia Montecelio per prima, a dover sopportare di nuovo il carico ambientale e sanitario. Serve in Comune una forza che si opponga a tale scenario e all’incredibile trasversalismo politico che, implicitamente, lo sostiene”.  

Saresti un Consigliere di lotta? 
“Certamente, lo sai, detesto ogni forma di ingiustizia e di sopraffazione, detesto chi maltratta gli anziani, i bambini, le donne e gli animali, e chi esercita il potere a danno degli altri, della collettività, dei più deboli. Chi ha gli strumenti deve impegnarli, secondo me, per dare voce a chi non ce l’ha. Nel mio piccolo lo faccio, sempre, è la mia filosofia. Sarei il Consigliere del Popolo perché vengo dal Popolo: il mio impegno politico e passione per la scrittura nascono tra i lotti popolari di Tor Bella Monaca. È stata una grande scuola di vita, ha forgiato il mio carattere, insegnato a leggere tra le righe e a essere un uomo di poche parole”.

Ti sei candidato per questo?     
“Circa 2 anni fa, dopo il sit-in di protesta contro il TMB dell’Inviolata, Claudio Zarro e io abbiamo avuto l’intuizione di costituire il Comitato Spontaneo, anche grazie al supporto di Marco Cacciatore, esponente di Europa Verde e Presidente della commissione Rifiuti della Regione. La mia candidatura è la naturale prosecuzione di questa esperienza di lotta. Ieri come oggi c’è da affrontare una seria situazione ambientale e sanitaria. In un distretto già fortemente compromesso, si intende attivare, appunto, il TMB e si autorizza un impianto di biogestione alle spalle di Villalba, quando c’è ancora da bonificare la megadiscarica. In più il cementificio ha chiesto di bruciare il combustibile solido secondario (CSS). Siamo circondati”.

Ne sai qualcosa
“Sono vissuto per vent’anni a Rocca Cencia, a un tiro di scoppio da Guidonia Montecelio, in un fazzoletto che ospita sia il TMB sia la discarica di Castelverde, anche questa da bonificare. Nel biennio 2014 e 2016 il cancro si è portato via mia sorella, mia madre e sterminato 6 cani. Ogni volta che chiamavo il veterinario, per le iniezioni terminali, si metteva le mani nei capelli. A Guidonia Montecelio, abito a Colle Fiorito con la mia compagna, 2 gatti e 1 cane, intendono ripetere lo stesso disgraziato schema, discarica e TMB. Lo trovo assurdo e inquietante”.

Una storia dolorosa, colpa dell’inquinamento?
“Secondo lo studio della biologa Paola Michelozzi, Direttore dell’Unità di epidemiologia ambientale del Servizio sanitario del Lazio, vicino al TMB di Rocca Cencia le aspettative di vita dalla nascita sono di 3 anni inferiori rispetto a chi nasce e vive nel centro di Roma. C’è un alto rischio di ammalarsi di cancro, tra l’11 e il 21% in più, neanche gli animali si salvano. Un’altra ricerca, sempre dell’Unità di epidemiologia, certifica come nelle zone entro i 5 chilometri da una discarica del Lazio, Inviolata compresa, si registri un aumento del 34% del cancro ai polmoni, mentre il rischio di ricovero in ospedale per malattie respiratorie sale del 5%. I più colpiti sono ovviamente i bambini. La mia storia non è la prima né l’ultima, il collega de La7 Massimiliano Andreetta fece un ampio ed esaustivo servizio, prendendo spunto dalle nostre inchieste giornaliste. Quando la raccontai al sit-in di protesta i partecipanti, numerosi, rimasero allibiti. Molti di loro, alla fine, confidarono di avere parenti o amici con problemi oncologici, cardiovascolari, all’apparato respiratorio o alla tiroide. L’inquinamento non conosce confini comunali. Si muore di cancro!”

Cosa faresti come prima cosa?
“Riaprirei la conferenza dei servizi relativa all’inquinamento della falda acquifera, che l’amministrazione PD-M5S ha chiuso frettolosamente e irresponsabilmente nel maggio 2021, altra fesseria, senza aspettare gli esiti dell’indagine effettuata da ARPA LAZIO su 19 piezometri ubicati intorno alla discarica dell’Inviolata, 11 dei quali costruiti lo scorso anno. Dai risultati, resi noti all’inizio di giugno, è emerso che la perimetrazione dell’inquinamento non solo persiste ma si è aggravata, coinvolgendo l’area del TMB e avvicinandosi sempre più a Santa Lucia di Fonte Nuova. Sono stati riscontrati spesso valori sopra la norma, soltanto il pozzo all’ingresso del TMB supera di 70 volte i limiti di legge. Una tragedia annunciata, imbarazza il silenzio degli altri candidati, come se la difesa dell’ambiente e della salute pubblica fosse, non so, un capriccio, un aspetto secondario, un concetto astratto. Sono talmente sicuri di sé al punto da ignorare gli appelli dei cittadini e delle realtà associative”.

Una possibile soluzione?           
“I TMB, gli impianti di biodigestione e i termivalorizzatori sono soluzioni superate dalle norme, il Pacchetto Economia Circolare dell’Unione Europea del 2018 chiede la conversione a recupero di materia per evitare di produrre combustibile, la dismissione dell’incenerimento. Bisogna affidarsi alle tecnologie innovative e sostenibili, sfruttando le risorse messe a disposizione dalla Comunità Europea, senza gravare sulle casse del Comune e dei Cittadini. Tecnologie già adottate in Italia, che permettono di chiudere il ciclo dei rifiuti in modo sostenibile e consentono al Comune di abbattere sia TARI, ai cittadini come alle imprese, sia di ridurre i costi del trasporto e conferimento”.

Per te il confronto è importante.           
“Sempre. Un buon amministratore pubblico non deve mai perdere il contatto con il territorio, i cittadini, i comitati e le associazioni. È fondamentale sapersi rapportare e, come dico in ogni occasione, fare squadra, da soli non si va da nessuna parte. Sul tema ambientale ci sono persone serie e competenti, per esempio, Francesca Chimenti, consigliera di Tivoli eletta proprio con Una Nuova Storia, Donatella Ibba, già assessora all’ambiente e candidata civica a Fonte Nuova, Bernardino Lanciani, Ezio Curti e Romina Polverini che, come me, hanno deciso di rimettersi in gioco. È una tematica annosa quella dell’ambiente, riguarda anche la difesa del suolo, dalle scelte urbanistiche scriteriate, e il recupero ambientale dell’intero bacino delle Acqua Albule, tra Villalba e Villanova, siti in cui l’estrazione è dismessa o in fase di esaurimento”.

Sei anche un esperto di trasporti pubblici, o sbaglio?   
“Così dicono. Fino a marzo sono stato nello staff del Gabinetto del Sindaco Gualtieri, in qualità di consulente della comunicazione con particolare riferimento ai trasporti pubblici. Incarico durato 3 mesi”.

E perché?          
“Perché non sono un uomo di apparato, anzi sono indigesto a molti del PD e M5S. Alla prima occasione me l’hanno fatta pagare e costretto alle dimissioni. Sono stato sacrificato con un pretesto assurdo e risibile per chi fa il nostro mestiere, ne riparleremo, c’è tempo, in 9 mesi può accadere di tutto. La verità è che lì dentro sono spariti i principi della Sinistra”.

Facci capire, se fossi rimasto in Campidoglio, ti avremmo visto sostenere il centrosinistra?              
“Le vicende personali sono irrilevanti di fronte all’interesse pubblico. Detto questo, mai avrei sostenuto il candidato PD-M5S. È stata un’Amministrazione miope, inconsistente, lontana, che ha deciso di non decidere. Lo sanno anche loro, altrimenti avrebbero cercato la conferma del Sindaco uscente anziché rimpiazzarlo con un altro. La vera Sinistra, con una forte componente ecologista, è rappresentata da noi de Una Nuova Storia, di cui sono fiero di essere il capolista. Condivido le parole del nostro responsabile d’aria Luca Brocchi: Guidonia Montecelio ha bisogno di una Sinistra che non la tradisca, impegnata con costanza nel rilancio sociale del territorio, vicina al lavoro e ai lavoratori, che abbia un’idea seria di mobilità, che si spenda in politiche abitative concrete, ma soprattutto attenta all’ambiente e fedele all’antifascismo. Il nostro è un piano di rilancio, serio, concreto, con al centro i cittadini”.

Tornando ai trasporti, c’è molta Atac in questa competizione elettorale, alcuni nomi dovrebbero esserti familiari…
“C’è tanta Atac, guarda, per farti capire, ti dico solo che non è stato un caso che nel 2011 lasciai la delega ai trasporti: scriverò un libro sugli ultimi 12 anni dell’Azienda capitolina. Comunque, in un ipotetico gioco della torre, non butterei di sotto gli autoferrotranvieri. E l’amico Claudio è un autoferrotranviere. Mi fermo qui”.

Da presidente dell’Associazione TrasportiAmo, che ne pensi dei trasporti di Guidonia Montecelio?     
“Un disastro. Ci sono frazioni isolate, tipo Marco Simone, Colleverde e Pichini, tanto per fare degli esempi. Il trasporto collettivo rappresenta l’ossatura di una Città: incentiva il lavoro e il commercio; favorisce il turismo e le relazioni sociali, culturali ed economiche; migliora la qualità della vita; permette la riduzione del traffico veicolare e le emissioni di CO2; annienta le distanze. Se da un lato è necessario il decentramento amministrativo, dall’altra serve un piano di ristrutturazione e potenziamento della rete dei trasporti locali, che dev’essere capillare e disegnata anche in funzione delle uscite/entrate delle scuole e delle partenze/arrivi dei treni. Va inoltre inserita la tariffa nel sistema regionale Metrebus, come suggerito dal CESMOT, e avviata la sostituzione dei mezzi a gasolio con quelli elettrici, adatti per le strade strette, come la via Garibaldi a Villanova. Occorre poi interloquire con Cotral e Trenitalia per potenziare le corse nei giorni festivi e ripristinare il servizio di Scuolabus. La Ryder Cup 2023 come il raddoppio della tratta ferroviaria fino a Guidonia, rappresentano una grande opportunità e sfida per Guidonia Montecelio, usiamole per creare una rete di trasporto veramente integrata con la Ferrovia, la mobilità dolce e la micromobilità. Poi…”

Poi?
“Altro aspetto fondamentale sono i TAXI e NCC per dare alla Città un servizio moderno e efficiente, che soddisfi i requisiti di qualità all’utenza. Altra cosa, la messa in sicurezza delle strade, capitolo importantissimo: rifacimento del manto, ripristino della segnaletica orizzontale e verticale, illuminazione e l’installazione dei dossi nonché degli autovelox laddove necessari”.  

A proposito di raddoppio della ferrovia, tempi di consegna?    
“Nel 2023 almeno stando al cronoprogramma presentato dal Gruppo lo scorso marzo, in concomitanza dell’inizio del Ryder Cup. Ho avuto modo di parlarne con Andrea Ricci, Presidente dell’Osservatorio Regionale sui Trasporti, e Amedeo Trolese, responsabile dei trasporti di Legambiente Lazio. Saranno realizzate due nuove fermate, Tivoli Terme e Guidonia Collefiorito, che prenderanno il posto delle attuali. Seppur non condivida l’idea di abbandonare il vecchio tracciato ferroviario, per ovvie ragioni strategiche, occorre però pensare di realizzare un asse di collegamento ciclabile con la nuova fermata”.

Finito?
“Macché. È opportuno utilizzare il Superbonus 110% per la ristrutturazione delle case ERP di proprietà del Comune e chiedere all’ATER provincia di fare altrettanto con i suoi alloggi. E, poi, ho messo a punto un piano, condiviso con le associazioni, per la tutela e difesa degli animali d’affezione e della fauna selvatica, principi fondamentali sanciti dalla legge”.

E sì…     
“Anche qui, con per tante altre cose, l’Amministrazione uscente ha fatto ben poco per migliorare le condizioni di salute degli animali presenti sul nostro territorio e per ridurre i costi di mantenimento nei canili privati convenzionati, che costano ai cittadini oltre 400.000 euro l’anno. Servono azioni concrete. Gli animali sono innocenti e ingenui come i bambini, fragili come le persone anziane e disabili e, come loro, sono spesso vittime di abusi e maltrattamenti. È importante l’applicazione delle norme nazionali volte a favorire una maggiore collaborazione tra associazioni e Istituzioni; avviare campagne di sterilizzazione, adozione e microchippatura per cani e gatti, istituire un Garante; manutenzione e ampliamento aree cani; costruzione canile comunale e, infine, approvazione del Regolamento comunale, che, tra l’altro, respinga il contenimento cruento della fauna selvatica e qualsiasi attività circense e/o itinerante che preveda la presenza di animali al seguito. Contesto, nella maniera più assoluta, il protocollo riguardo l’uccisione dei cinghiali: i piani di abbattimento per contenere qualsiasi popolazione animale, adottati negli anni dalla politica, sono stati sempre un fallimento e hanno costituito un danno all’ambiente; queste pratiche scriteriate, devono essere sostituite con reali metodi ecologici e con criteri scientifici”.

Se fossi eletto, avresti un’agenda piena di impegni       
“Certamente, ma sarei pagato dai cittadini per questo. Non c’è da meravigliarsi, la politica è una cosa seria, non tradisco mai la parola data. Questa è soltanto una parte di quello che vorrei fare, l’Amministrazione uscente PD-M5S lascia un’eredità pesante. C’è da ricucire il tessuto sociale, i rapporti con i cittadini e le associazioni, il Comune è il primo anello di congiunzione tra il territorio e l’Istituzione pubblica, la macchina amministrativa, che conosco bene, deve essere in grado di funzionare e di dare risposte. Punto”.

Sei stato chiarissimo, grazie e in bocca al lupo 
“Grazie a voi e viva il lupo”.




Draghi a Parigi: “Sbloccare i porti per evitare catastrofe alimentare”

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è arrivato questa mattina allo Chateau de la Muette, nella sede dell’Ocse a Parigi, per il Consiglio ministeriale presieduto quest’anno dall’Italia.Il segretario generale Mathias Cormann, in apertura, ha ringraziato il presidente del Consiglio.L’accordo sulla tassazione globale al G20 di Roma è “storico”, ha detto Draghi aprendo la riunione ministeriale dell’Ocse. “Lo sforzo per evitare la crisi alimentare deve iniziare dallo sblocco dei porti e della migliaia di cereali che sono lì.

Lo sforzo di mediazione delle Nazioni unite è un notevole passo in avanti, sfortunatamente è l’unico”, ha detto ancora il premier, a proposito della guerra in Ucraina, sottolineando che il blocco del grano sta facendo “aumentare i prezzi causando una catastrofe a livello mondiale”. “Il g7 e la Ue hanno mostrato una notevole unità e solidarietà nel sostenere l’Ucraina e nel mettere pressione sulla Russia per riprendere i negoziati – ha aggiunto -. La Ue da sola ha approvato 6 pacchetti di sanzioni che hanno dato un duro colpo agli oligarchi vicini al Cremlino e a settori chiave dell’economia russa”. “Perché i nostri sforzi siano efficaci devono essere sostenibili nel corso del tempo e coinvolgere le economie emergenti e in via di sviluppo – ha spiegato il premier -. Dobbiamo abbinare la risolutezza mostrata in Ucraina con la stessa determinazione ad aiutare gli stessi cittadini e coloro che si trovano nei paesi più poveri del mondo soprattutto in Africa”. “Il consiglio Ue ha approvato di considerare di imporre un tetto dei prezzi per le importazioni di gas russo: questo potrebbe limitare l’incremento dell’inflazione e ridurre i flussi finanziari verso Mosca”. Draghi ha sottolineato però che “le discussioni sono ancora in corso e la strada da percorrere potrebbe essere lunga”.Contro il caro energia la Ue deve valutare di “replicare” strumenti come Sure “che ci hanno aiutato a riprenderci rapidamente dalla pandemia”, ha spiegato Draghi aprendo la riunione ministeriale dell’Ocse a Parigi. “Uno strumento simile, questa volta mirato all’energia” ha aggiunto Draghi, “potrebbe garantire ai paesi vulnerabili più spazio per aiutare i propri cittadini in un momento di crisi, rafforzerebbe il sostegno popolare al nostro sforzo sanzionatorio congiunto e contribuirebbe a preservare la stabilità finanziaria in tutta l’area dell’euro”.”Questa situazione di emergenza non deve essere una scusa per tradire i nostri obiettivi climatici ma la ragione per raddoppiarli”. “Accelerare la transizione energetica è fondamentale per spostarci verso un modello sostenibile e ridurre la nostra dipendenza dalla Russia. Dobbiamo agevolare l’espansione delle rinnovabili e promuovere ricerca e sviluppo in nuove soluzioni di energia verde e pulita. Questo significa rafforzare la nostra architettura dell’idrogeno e sviluppare reti intelligenti e resilienti”.Al centro della giornata di lavori, il tema del conflitto in Ucraina, che Cormann ha definito “ingiustificabile”, il rallentamento della crescita e l’inflazione in forte aumento.




Covid, da maggio la diffusione in Italia della sottovariante BA.5 passa dallo 0,41 al 13 percento

La sottovariante di Omicron BA.5 ha raggiunto in Italia la diffusione di almeno il 13%, dallo 0,41% rilevato dall’Istituto Superiore di Sanità all’inizio di maggio.

Il nuovo dato è stato calcolato per l’ANSA dai bioinformatici del Ceinge Biotecnologie avanzate, sulla base delle sequenze genetiche depositate dall’Italia nella banca dati internazionale Gisaid, che raccoglie le sequenze del virus Sars-CoV-2 depositate da tutto il mondo.

“Sebbene inficiato da un elevato grado di incertezza a causa del basso numero di sequenze depositate in Gisaid, il dato italiano appare simile a quello osservato a livello globale”, osserva Angelo Boccia, che ha elaborato i dati e che lavora nel gruppo di Bioinformatica del centro, coordinato da Giovanni Paolella.

In generale nel mondo, la diffusione delle sottovarianti BA.5, BA.4 e BA.5.1, è complessivamente di circa il 20%. “In particolare, in Italia, la forma BA.5, prosegue l’esperto – appare in sensibile aumento, arrivando a rappresentare una frazione pari a circa il 13% del totale delle sequenze pubblicate in Gisaid nelle ultime due settimane”.
Attualmente Gisaid include 67 sequenze classificate come BA.5, per la quasi totalità derivanti da Umbria, Lombardia ed Emilia Romagna.

La sottovariante BA.5 è stata recentemente messa sotto osservazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) con BA.4, come accade per le varianti che destano preoccupazione (Voc, Variant of Concern), ossia le varianti del virus SarsCov2 che mostrano segni di un possibile vantaggio di trasmissione rispetto alle altre in circolazione e che hanno nuove mutazioni capaci di facilitare la trasmissione del virus. BA.4 e BA.5, per esempio, condividono con BA.2 l’insieme di mutazioni della proteina Spike, con l’aggiunta di tre mutazioni nella proteina Spike, che il virus utilizza per agganciarsi alle cellule umane, chiamate L452R, S:F486V e Q493.

Secondo un recente rapporto della UK Health Security Agengy già a metà maggio, in diversi paesi, tra cui UK, USA, Sud Africa, Francia e Germania, la velocità di sostituzione di BA.2 da parte di BA.4 e BA.5 era comparabile a quella osservata per BA.1 da parte di BA.2.




Dal 2035 stop alla vendita di auto nuove a benzina, diesel e gpl

La plenaria dell’Europarlamento ha avallato la proposta della Commissione europea di terminare le vendite di auto nuove a benzina e diesel nel 2035.

L’emendamento sostenuto dal Ppe, che prevedeva una riduzione delle emissioni di CO2 del 90% invece che del 100%, non è stato approvato. L’ok dell’emiciclo alla posizione negoziale degli eurodeputati sugli standard di emissioni di CO2 è arrivato con 339 voti a favore, 249 contro e 24 astenuti. 
Approvato l’emendamento bipartisan ‘salva Motor Valley’ firmato da eurodeputati italiani di tutti gli schieramenti per prolungare la deroga alle regole Ue sugli standard di emissione della CO2 di cui già oggi beneficiano i produttori di nicchia.

La plenaria dell’Europarlamento ha dato l’ok al prolungamento dal 2030 fino al 2036 della deroga per i piccoli produttori di auto (da 1000 a 10mila l’anno) e furgoni (da 1000 a 22mila). L’emendamento era stato presentato con il chiaro obiettivo di salvaguardare la produzione di supercar nella motor valley dell’Emilia-Romagna 

“Sono 70.000 i posti di lavoro a rischio nell’industria automotive, legata alla produzione di componenti che non serviranno per l’elettrico”. E’ il nuovo allarme lanciato dal direttore dell’Anfia Gianmarco Giorda dopo il via libera dell’Europarlamento allo stop alle vendite di auto nuove a benzina e diesel nel 2035. “L’elettrico a oggi non è in grado di compensare la perdita di posti di lavoro, non basta costruire colonnine di ricarica o altri componenti. Servono piuttosto azioni per portare in Italia pezzi di filiera legati alla produzione di batterie per le auto elettriche” spiega Giorda. Quanto all’idrogeno, “è una tecnologia, può essere un’opportunità, ma al momento è soltanto una nicchia”. 

“E’ una soluzione molto ideologica e poco realistica”. Così il viceministro allo Sviluppo Economico, GIlberto Pichetto, commenta la decisione. “L’Europa ha bocciato la proposta di ridurre il divieto dal 100% al 90%. E’ difficile immaginare come sarà il 2035. Continuo a non immaginare il Gran Premio di Monza senza il rombo del motore delle auto in pista”, osserva Pichetto.”Bisognava ridurre le emissioni in modo graduale tenendo conto della realtà che stiamo vivendo: il mercato è in forte calo, continua a svilupparsi la ricerca per motori endotermici sempre meno inquinanti e sono necessarie misure sociali per tutelare i lavoratori interessati alla transizione”.

“Un durissimo colpo per il settore automotive: il voto del Parlamento Europeo che mette al bando i motori termici dal 2035 ribadisce un’impostazione ideologica a favore dell’elettrico e pone in serio rischio la filiera dell’auto italiana e continentale. Una scelta, quella dei parlamentari europei, che non prende in considerazione un comparto produttivo fondamentale e strategico per le economie europee e che mette in serio pericolo, come evidenzia Anfia e come ribadiamo da tempo, 70 mila posti di lavoro”. E’ quanto sostiene Giorgio Marsiaj, presidente dell’Unione Industriali di Torino. “Il doveroso e condivisibile rispetto per l’ambiente – osserva – non può e non deve compromettere il futuro dell’automotive: la totale e troppo affrettata eliminazione dei motori endotermici, anche con carburanti alternativi, è un modo preconcetto di affrontare la questione, come ha recentemente ribadito anche il Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti. Ci uniamo all’appello del comparto affinché gli altri Organismi comunitari che devono ancora esprimersi si rendano conto che non è questa la strada della ragionevolezza”.




Guerra, la proposta della Russia: fine degli attacchi se l’Ucraina inizierà attività di sminamento presso i suoi porti per fare passare navi che trasportano grano

La Russia non attaccherà se l’Ucraina inizierà attività di sminamento presso i suoi porti per fare passare navi che trasportano grano.

Lo ha assicurato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov durante una conferenza stampa congiunta ad Ankara con l’omologo turco Mevlut Cavusoglu trasmessa dalla Tv di Stato Trt. Sul possibile incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e quello ucraino Volodymyr Zelensky, il team di negoziatori deve riprendere il processo dei colloqui, la palla è nel campo di Kiev, ha riferito Lavrov a Cavasoglu. Il ministro turco riferisce che della possibilità di una ripresa del negoziato tra Russia e Ucraina per arrivare al cessate il fuoco.

LA SITUAZIONE SUL CAMPO
Una scuola e un edificio amministrativo sono stati colpiti stamani da raid aerei russi a Bakhmut, nell’oblast di Donetsk. “La scuola è stata completamente distrutta”, ha riferito il ministero dell’Interno ucraino, citato da Ukrinform, aggiungendo che secondo le prime informazioni dei soccorritori sul posto ci sarebbero vittime.
 Due ospedali sono stati distrutti dai bombardamenti russi a Severodonetsk e Rubizhne come mostrano le nuove immagini satellitari scattate da Maxar Technologies e pubblicate dalla Cnn. Sul tetto della struttura ospedaliera di Severodonetsk era stata dipinta una grande croce rossa. Nel sud di Rubizhne oltre all’ospedale sono stati rasi al suolo anche un’azienda farmaceutica e gli edifici circostanti.

Kiev sostiene che l’avanzata nella zona è stata, comunque, frenata. “Nella direzione di Severodonetsk l’esercito di Kiev sta frenando all’assalto delle truppe russe, i combattimenti continuano. Anche il tentativo di prendere il controllo delle vicine città di Toshkivka e Ustinivka è stato respinto”: afferma nel suo rapporto operativo della mattina lo Stato maggiore delle forze armate ucraine, riportato da Unian. “Nelle direzioni Avdiivka, Novopavlivska e Zaporizhzhia, intenso bombardamenti sulle posizioni ucraine negli insediamenti di Pisky, Lubomyrivka, Avdiivka, Novobahmutivka, Orikhiv, Komyshuvakha, Vodiane, Pervomaiske, Marinka, Opytne”, afferma lo Stato maggiore. “Nessuno si arrenderà a Severodonetsk. I russi vogliono catturare la città entro il 10 giugno. Si stanno svolgendo feroci battaglie, i nostri difensori stanno combattendo per ogni centimetro della città”, ha dichiarato il capo militare regionale del Lugansk Sergiy Gaidai, citato dal Guardian. “I russi non controllano la strada Lysychansk-Bakhmut, ma sparano pesantemente. Noi non usiamo questa strada, è troppo pericolosa. Le truppe russe progettano nuovamente di attraversare il fiume Seversky Donets per creare una testa di ponte per l’offensiva”, ha aggiunto.

“Oltre 31.000 militari russi sono già morti in Ucraina. Dal 24 febbraio, la Russia paga ogni giorno quasi 300 vite dei suoi soldati per una guerra completamente insensata contro l’Ucraina. E comunque verrà il giorno in cui il numero delle perdite, anche per la Russia, supererà il limite consentito”, ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram.

‘UN INVERNO DIFFICILE’
Il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato che l’Ucraina sospenderà tutte le esportazioni di gas e carbone, in vista di quello che secondo lui sarà “l’inverno più difficile di tutti a causa della guerra”. “Non venderemo i nostri gas e carbone all’estero – ha detto Zelensky nel suo ultimo video-messaggio -. Tutta la produzione si concentrerà sulla soddisfazione della domanda interna”. Il primo ministro ucraino Denis Shmygal ha affermato da parte sua che la produzione di carbone nelle miniere statali è diminuita di un terzo dalla fine di febbraio e ha raccomandato di “prepararsi per la stagione di riscaldamento più difficile di sempre in Ucraina”. Il governo ucraino ha incaricato la compagnia statale Naftogaz di accumulare almeno 19 miliardi di metri cubi di gas negli impianti di stoccaggio sotterranei ucraini. L’Ucraina ha completato la sua scorsa stagione di riscaldamento con 9 miliardi di metri cubi di gas nei suoi depositi. Al 1 giugno il Paese disponeva di 10 miliardi di metri cubi. 

DIPLOMAZIA E GRANO
Intanto la diplomazia si muove per la questione del grano. Il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha ricevuto ad Ankara l’omologo russo Serghei Lavrov. La “preparazione tecnica” per creare corridoi sicuri per il trasporto di grano dai porti dell’Ucraina attraverso il mar Nero “sarà completata il prima possibile”, ha affermato il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu durante una conferenza stampa congiunta ad Ankara con l’omologo russo Serghei Lavrov trasmessa dalla Tv di Stato Trt. La richiesta della Russia di revocare le sanzioni è “legittima”, dice la Turchia nell’ambito del colloquio tra il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu e l’omologo russo Serghei Lavrov ad Ankara sulla crisi alimentare. Con il ministro turco, ha detto Lavrov, abbiamo parlato “dei problemi di trasporto del grano ucraino che i colleghi occidentali cercano di presentare come una catastrofe: in realtà solo meno dell’1% della produzione mondiale di grano e di altri cereali bloccati. Questo non ha a che fare con la crisi alimentare”. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov in conferenza stampa ad Ankara dopo l’incontro con l’omologo Cavusoglu. Lavrov ha tuttavia detto di apprezzare “gli sforzi dei nostri amici turchi per per sbloccare il grano, sminare i porti ucraini e permettere l’accesso alle navi straniere che al momento sono in ostaggio”. “La crisi alimentare non ha origine da questa guerra”, ha detto ancora Lavrov nella conferenza stampa congiunta ad Ankara. “La federazione russa non ha creato alcun ostacolo per il passaggio”. “La Russia continua la propria guerra anche oltre le frontiere ucraine attraverso le menzogne. Dice di voler impedire una carestia globale ma ruba le riserve di grano. E noi stiamo avviando una contro iniziativa della verità. La Russia non rispetta alcuna legge o convenzione di guerra e chiameremo i responsabili con il loro nome”. Lo ha detto il presidente della Rada dell’Ucraina Ruslan Stefanchiuk parlando alla Plenaria del Parlamento europeo. “Chi ha causato tanti danni dovrà risarcirli”, ha attaccato.

RIAPERTO IL PORTO DI BERDYANSK
Il porto dell’Ucraina sud-orientale di Berdyansk, occupato dai russi, è stato riaperto dopo lo sminamento e si prevede che le prime navi con il grano prenderanno il mare alla fine di questa settimana, ha riferito all’Agenzia russa Tass Vladimir Rogov, membro del consiglio direttivo dell’autoproclamata amministrazione locale “Tutto è pronto per la spedizione del carico, e probabilmente il grano partirà per primo. In realtà qui c’è molto grano, tutti gli elevatori sono pieni”. Le prime navi dovrebbero lasciare il porto alla fine di questa settimana”, ha detto. I territori occupati dall’esercito russo nella regione sud-orientale ucraina di di Zaporizhzhia stanno fornendo grano al Medio Oriente. Lo ha dichiarato il capo dell’autoproclamata amministrazione militare-civile Yevgeny Balitsky in un’intervista al canale televisivo Rossiya 24, citato dall’agenzia russa Interfax. “Stiamo inviando grano attraverso la Russia e i contratti primari sono stati firmati con la Turchia – ha detto – i primi treni sono partiti dalla Crimea per il Medio Oriente. Si tratta di un mercato tradizionale per l’Ucraina”. La crisi alimentare e del grano ucraino è frutto di “un freddo, insensibile e calcolato assedio di Putin ad alcuni dei Paesi e delle persone più vulnerabili del mondo. Il cibo è diventato parte dell’arsenale del terrore del Cremlino”, ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen parlando alla Plenaria del Parlamento europeo e ribadendo che le sanzioni europee non colpiscono i prodotti alimentari bloccati in Ucraina.

Ieri l’ex presidente russo Medvedev attacca intanto gli occidentali, definendoli “bastardi” che devono “sparire”. 




Crispiano, Forum Ambiente e Emergenza Energetica e Alimentare. ANCRI: “Serve approccio pragmatico e meno burocratico”

La sopravvenuta crisi energetica e alimentare, causata dai drammatici scenari di guerra in corso ai confini dell’Europa e l’esigenza di un approccio pragmatico e meno burocratico dell’ambiente. Sono questi i temi affrontati nel corso del Forum organizzato dalla Presidenza dell’ANCRI e dal Comune di Crispiano (TA) per celebrare la “Giornata Mondiale dell’Ambiente”.

I lavori sono stati aperti con l’Inno di Mameli. Per il prefetto Tagliente, moderatore dei lavori, è stata l’occasione per ricordare che l’inno nazionale non è una canzonetta e va intonato nella versione originale, possente e dinamica di canto di popolo e che durante l’esecuzione si assume la posizione eretta con le braccia distese lungo i fianchi.

A seguire, per confrontarsi e approfondire la tematica della emergenza energetica e alimentare sono intervenuti rappresentanti delle istituzioni italiane ed europee, del mondo dell’economia, della cultura e delle scienze comportamentali.

Paolo Ghezzi, delegato ANCRI alla protezione civile e all’Ambiente

L’ing Paolo Ghezzi, delegato ANCRI alla protezione civile e all’Ambiente, nella sua relazione introduttiva ha chiarito che “La sensazione di fragilità che caratterizza questi ultimi mesi, sembra aver velocemente modificato le priorità e le strategie europee, ed italiane, sul tema energetico ed alimentare nonché i rapporti che ne caratterizzano lo sviluppo con la tutela ambientale. Diventano prioritari, obiettivi che, almeno negli intenti, erano già al centro del dibattito politico mondiale e degli obiettivi dell’agenda di sostenibilità 2030. Ad imprimere un vero cambio di passo sono stati i primi mesi di conflitto tra Russia e Ucraina. Non sono bastati gli oltre 50 milioni di persone che sul pianeta si sono mossi nel 2021 per emergenze climatiche o conflitti; non sono stati sufficienti i 155 milioni di persone che nel 2020 hanno vissuto in stato di insicurezza alimentare acuta; non sono stati sufficienti i 2.2 miliardi di persone che non hanno accesso all’acqua. Diventa così impellente rispettare le strategie di produzione di energia primaria da Fonti rinnovabili semplificando le procedure burocratiche che costituiscono un ostacolo allo sviluppo del nostro paese rendendolo poco attrattivo agli investimenti esteri. Diventa attuale il dibattito tra equilibrio di salvaguardia ambientale e di lotta al cambiamento climatico con la necessità di maggiore autosufficienza alimentare e riduzione della dipendenza da mercati esteri e da un sistema globale. Appare ineludibile un impegno finanziario europeo per garantire una rapida riduzione della dipendenza da mercati esteri e da un sistema globale. Aver promosso questo momento di confronto è senz’altro un merito importante di ANCRI che continua nella sua opera di divulgazione e sensibilizzazione per un approccio obiettivo a tematiche che tanto influiscono sulla qualità della vita delle persone.

 Il responsabile e portavoce del parlamento europeo in Italia, Carlo Corazza

Il responsabile e portavoce del parlamento europeo in Italia, Carlo Corazza ha detto che “L’Unione Europea, come ha chiesto il Parlamento Europeo, deve puntare attraverso la Strategia Repower con più fondi, con almeno 250 miliardi di euro, su più rinnovabili eliminando ostacoli burocratici, più risparmio energetico e più infrastrutture che ci consentano di diversificare il gas. Il Parlamento Europeo continuerà a spingere in questa direzione ma è evidente che dobbiamo adattare il Greenville alla nuova situazione e alla nostra sicurezza energetica. Sulla sicurezza alimentare vediamo le conseguenze del blocco navale russo, e anche qui dobbiamo adattare le nostre politiche di investimenti, la strategia dal produttore al consumatore, al nuovo scenario. Bisogna utilizzare il più possibile il suolo europeo, non limitare la produzione e alcuni obiettivi ambientali vanno adattati alla luce della crisi alimentare che non è una crisi alimentare europea ma una crisi alimentare mondiale che rischia di provocare nei paesi più fragili, penso all’Africa, anche dei flussi migratori incontrollati Quindi in sintesi più investimenti sia sull’sull’energia che sull’agricoltura e riadattare i fondi NextGenerationEU, i fondi del bilancio europeo, molto pragmatismo avendo in primo piano queste nuove priorità”

Il Presidente dell’Ispra e del Snpa, Prefetto Stefano Laporta

“La nuova attenzione alla sicurezza energetica, soprattutto nell’Unione Europea” – ha dichiarato il Presidente dell’Ispra e del Snpa, Prefetto Stefano Laporta – “sta innescando uno slancio politico senza precedenti verso l’accelerazione dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili. La crescita delle rinnovabili anche oltre il 2023 dipenderà dall’introduzione e dall’attuazione di nuove e più incisive politiche a livello europeo nei prossimi sei mesi. L’altra grande sfida che attende noi e l’intero Pianeta è quella della sicurezza alimentare; una prima strategia per incrementarla è dare priorità alla produzione di alimenti invece che ad altro tipo di produzioni, una seconda è quella di minimizzare o ridurre il consumo di suolo, risorsa fondamentale per le sue funzioni e i relativi servizi ecosistemici che offre, tra cui quello della fornitura di alimenti”

 Il Generale del disciolto Corpo forestale dello Stato (r) Giacomo Saragosa

Il Generale del disciolto Corpo forestale dello Stato (r) Giacomo Saragosa ha parlato delle molteplici funzioni dei boschi che oltre ad essere un serbatoio di accumulo di anidride carbonica, sono uno strumento per rallentare l’aumento della concentrazione di CO2 in atmosfera e si configurano come strumenti di mitigazione delle emissioni e un modificatore di clima locale. “I boschi -ha sintetizzato il generale Saragosa “vanno gestiti con un’ottica molto attenta che non può essere la cristallizzazione delle situazioni, ma una integrazione continua e variabile con le nostre esigenze”

Il Generale dei Carabinieri Forestali Giuseppe Vadalà

Il Generale dei Carabinieri Forestali Giuseppe Vadalà, Commissario Unico per la bonifica delle discariche abusive affrontando i temi legati alla tutela dell’ambiente e del territorio ha detto che “Nel febbraio del 2022 è stata completata l’architettura di tutela dell’ambiente del nostro Paese con l’introduzione dei principi e dei valori nella Costituzione italiana. Nel dettato Costituzionale erano presenti ad oggi i principi dell’art. 9 e 32 e 41 e 44, nel 2001 era stato introdotto un principio di parziale e indiretta tutela, che sino ad oggi hanno consentito al nostro Paese di attuare grazie anche alla UE politiche ambientali virtuose e ambiziose. Da oggi con i valori introdotti in modo diretto a tutela delle generazioni future, il nostro Paese si pone all’avanguardia in Europa e nel mondo per la realizzazione di valori, opere e principi sostenibili non solo da punto di vista ambientale ma anche economico e sociale”.

Il prof Guido Melis storico dell’Amministrazione

“La protezione dell’ambiente – ha detto il prof Guido Melis storico dell’Amministrazione- affonda le sue radici nella intuizione dell’età giolittiana con leggi scritte con chiarezza, da un legislatore consapevole, che hanno retto nel tempo e hanno poi prodotto sviluppi apprezzabili sino ad anni relativamente recenti. Queste norme virtuose si sono poi completate con una dettagliata normazione minore che mira essenzialmente a proteggere l’amministrazione dal rischio dell’esercizio della sua specifica responsabilità. La cattiva normazione ha una deresponsabilizzazione degli attori amministrativi. Di qui il ginepraio che incombe sui cittadini. Devi abbattere un albero in zona panoramica protetta perché parte di un parco naturale? Dovrai impostare tre distinte e complesse pratiche, per esempio presso la competente soprintendenza ambientale, l’Ente parco, il Comune. Ti misurerai con il labirinto della modulistica, che ti impone, contra legem, di ripetere dati e informazioni già noti alla amministrazione. Infine avrai a che fare con tre legislazioni di settore e con tempistiche diverse e con spese, valutabili in tempo e denaro, non indifferenti. Che fare? Formare funzionari non meri applicatori di norme ma capaci di rapportare la norma al caso. Dotati di fantasia e capacità di innovazione a contatto umano con gli utenti. E tutelarli dall’immancabile ricorso che segue oggi qualunque loro decisione. E retribuirli secondo meriti e risultati. Farne degli esseri pensanti, raziocinanti, consapevoli e responsabili. Ecco, per dirla in una battuta: costruire una burocrazia della responsabilità”

 Il presidente nazionale dell’ANCRI Tommaso Bove

Il presidente nazionale dell’ANCRI Tommaso Bove, dopo ave evidenziato il particolare attenzione dell’ANCRI a promuovere un dibattito sui temi dell’ambiente – inserito peraltro tra le finalità statutarie dell’Associazione – ha ricordato la Giornata Mondiale dell’Ambiente 2019 celebrata al Dipartimento della Protezione Civile, quella del 2020 sul tema dei cambiamenti climatici, e quella del 2021 sul ruolo strategico che assumono il verde pubblico e quello privato nelle strategie europee contro il cambiamento climatico. Tutti temi strategici e da pianificare per ottenere un risultato a medio termine.

Il coordinatore del comitato scientifico della “Rete dei Comuni Sostenibili Marco Filippeschi

Il coordinatore del comitato scientifico della “Rete dei Comuni Sostenibili Marco Filippeschi parlando dell’impegno per la creazione di Comunità̀ Energetiche Rinnovabili per autoconsumo collettivo ha detto che “si deve e si può fare un vero salto di qualità impegnando i consumatori d’energia enti pubblici locali, aziende, attività commerciali o cittadini privati, ad associarsi e a scegliere di dotarsi di infrastrutture per la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’autoconsumo attraverso un modello basato sulla condivisione. Così si promuove lo sviluppo sostenibile e si può ridurre la dipendenza energetica dal sistema elettrico nazionale. Le comunità energetiche vanno oltre la soddisfazione del fabbisogno energetico. Incentivano la nascita di nuovi modelli socioeconomici caratterizzati dalla circolarità. Ciò secondo i principi di responsabilità ambientale, sociale ed economica e con la partecipazione attiva in tutti i processi energetici. È anche un cambio di cultura collettiva che siamo impegnati a stimolare e a sostenere con esempi concreti”

 Il consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia

Il consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia, affrontando il tema della emergenza alimentare e dell’allarmante aumento della disuguaglianza alimentare che sta scaturendo dalla guerra in Ucraina ha detto che “il settore agro-alimentare è un settore la cui valenza geopolitica viene riaffermata soprattutto durante le situazioni di crisi. La guerra e le conseguenti tensioni sul mercato globale soprattutto dei cereali hanno accentuato una situazione già difficile in cui la sicurezza alimentare globale era messa in forse da un calo produttivo legato a crisi climatiche e dal blocco della logistica globale legata al covid’. I principali blocchi geografici mondiali hanno compreso da tempo la valenza politica del controllo del cibo. Primo tra tutti l’esempio cinese avendo questo paese stoccato ancor prima dello scoppio del conflitto il 60% della produzione globale di cereali ed investito 7 miliardi di dollari in Algeria per la produzione di 5 milioni di tonnellate all’anno di fertilizzanti con cui controllare il futuro dell’alimentazione in Africa. All’opposto l’Europa è stata poco lungimirante pensando di poter smantellare la propria produzione agroalimentare così come quella energetica e diventando dipendente di elementi strategici come energia e cibo da paesi molto lontani e che stanno prontamente utilizzando tali strumenti come armi di condizionamento. La sovranità alimentare torna centrale non come nostalgia autarchica ma come risposta ad una crisi della globalizzazione che certamente riprenderà come modello di sviluppo ma con regole nuove ed in cui un livello minimo di autoapprovvigionamento per beni essenziali come energia e cibo dovrà essere garantito. Tutto ciò è particolarmente vero per un Paese come l’Italia la cui valenza dell’agro alimentare è centrale e strategica come dimostrano i 575 miliardi generati dal settore inteso integralmente dalla produzione agricola alla ristorazione.

 Lo Psichiatra neuroscienziato Pietro Pietrini

Lo Psichiatra neuroscienziato Pietro Pietrini affrontando il tema delle sofferenze derivanti da un eccesso di burocrazia e del ruolo dell’ambiente per il benessere psico-fisico dell’individuo ha ribadito come biologia e ambiente siano due aspetti inscindibili, in intima interconnessione tra di loro. Per lungo tempo la storia della scienza ha visto contrapporsi, con alterna fortuna, il ruolo della biologia – fino all’estremizzazione del determinismo più radicale – a quello dell’ambiente, con l’attribuzione dell’intera responsabilità alla società. Le conoscenze apportate dagli studi delle neuroscienze cognitive e della genetica comportamentale negli ultimi venti anni dimostrano come fattori biologici ed aspetti ambientali siano in cosante rapporto, in un dialogo bidirezionale dove gli uni influenzano gli altri. Questo ci obbliga a considerare le grandi questioni in modo unitario e complesso.”

 Il Prefetto Francesco Tagliente

Il Prefetto Francesco Tagliente ha chiuso i lavori dicendo “ che La guerra in Ucraina e le conseguenti tensioni sul mercato globale soprattutto dell’energia e dei cereali ha fatto saltare tutte le previsioni e gli equilibri internazionali, modificando velocemente scenari consolidati. La sopravvenuta crisi energetica e alimentare, richiede più investimenti con un approccio pragmatico e meno burocratico sull’ambiente, tenendo presente che va garantito, con ogni mezzo, un livello minimo di autoapprovvigionamento per beni essenziali come energia e cibo. Di fronte alle necessità di autosufficienza per bisogni primari e alimentari, sono auspicabili quindi una rivisitazione dei vincoli paesaggistici e ambientali e allentamenti dei vincoli alla coltivazione di cereali che, anzi, dovrebbe essere incentivata. Diventa perciò una possibilità concreta il rinvio dei progetti di trasformazione in aree boschive improduttive di alcuni terreni oggi vocati alla produzione agricola. Vanno ripensati i vincoli per lo sviluppo del fotovoltaico e delle fonti rinnovabili e si rimette al centro dell’azione politica la necessità di favorire la ricerca di gas naturale e altre fonti energetiche.”

Il Sindaco di Crispiano Luca  Lopomo

Il Sindaco di Crispiano Luca Lopomo ha detto che “Il protagonismo dei Comuni in questa fase storica è essenziale per la trasformazione del paese e per affrontare le gravi crisi che stiamo vivendo. Ma per non fallire questo appuntamento con la storia serve un approccio sistemico e pragmatico. È fondamentale una precisa pianificazione che parta dall’analisi del proprio territorio sulla base di parametri oggettivi e numerici. Per questa ragione Crispiano è stato il primo comune ad aderire in Puglia alla Rete dei Comuni Sostenibili, un’organizzazione che nasce per dare ai comuni il supporto necessario per rendersi misurabili rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda 2030 e del BES. Abbiamo compreso durante la pandemia quanto il lavoro di squadra e di rete sia indispensabile per superare i momenti di crisi, ed è con questo approccio che insieme alle associazioni le imprese le parrocchie i cittadini tutti dobbiamo affrontare il futuro che abbiamo davanti. Comunità energetiche, reddito energetico, riciclo delle materie efficientamento degli edifici pubblici e privati, mobilità sostenibile, sono le sfide che abbiamo già iniziato ad affrontare. Il PNNR è una grande opportunità ma da sola non basta, seve un cambio di marcia soprattutto riguardo a semplificazioni e monitoraggio degli investimenti. Non posso non rammaricarmi per lo stallo in cui versano tante richieste di investimenti in agrovoltaico sul nostro territorio ad opera della sovrintendenza o della grande opportunità che rappresenta la riqualificazione energetica della cava Amastuola 132 ettari che possono essere destinati alla produzione di energia rinnovabile con fotovoltaico e idrogeno verde, rinnovo pertanto ai commissari di Ilva in amministrazione straordinaria l’appello affinché si dia seguito allanalisi dei progetti per rendere quella cava un polo di produzione di energia rinnovabile, se non ora quando!!”




Ucraina, bombardato centro di aiuti umanitari nell’est

La polizia ucraina ha condiviso un video che mostra le conseguenze dei bombardamenti russi nella città di Lysychansk, nella regione di Lugansk: la sede per la distribuzione degli aiuti umanitari è stata rasa al suolo, più di 40 persone vivevano stabilmente nell’edificio, ma non sono state fornite informazioni su eventuali vittime. Lo riporta il Guardian.

Nelle immagini si vedono edifici amministrativi, residenziali e strade danneggiati.

Consegnare altre armi a Kiev da parte degli occidentali ha l’unico obiettivo di “estendere il conflitto il più possibile”, ha detto il presidente russo Vladimir Putin, secondo quanto riporta la Tass. Se l’Occidente fornirà missili a lungo raggio a Kiev, la Russia ne prenderà atto e colpirà strutture finora risparmiate dalla guerra, ha detto ancora Putin.

“I russi controllavano il 70% di Severodonetsk, ma nel giro di due giorni sono stati respinti, ora la città è divisa a metà. Gli occupanti hanno perso un numero enorme di personale, otto russi sono stati fatti prigionieri”. Lo ha detto il governatore di Lugansk Serhiy Gaidai, citato da Ukrinform.

Diverse esplosioni hanno colpito la capitale ucraina Kiev all’alba, ha riferito il sindaco Vitali Klitschko su Telegram. “Diverse esplosioni si sono udite nei distretti di Darnytsky e Dniprovsky”. Una persona è rimasta ferita. Da parte sua, lo stato maggiore dell’esercito ucraino ha scritto sulla sua pagina Facebook che “l’aggressore continua a lanciare missili e condurre attacchi aerei sulle infrastrutture militari e civili del nostro Paese, in particolare a Kiev”. I missili sono stati lanciati da un bombardiere strategico Tu-95 che sorvolava il Mar Caspio, ha reso noto l’Aviazione ucraina, secondo quanto riporta l’agenzia Ukrinform. Uno dei missili è stato abbattuto dalle forze ucraine. Il Tu-95 è un quadrimotore di fabbricazione sovietica, sviluppato negli anni cinquanta dalla Tupolev e progettato per compiere missioni di deterrenza e attacchi nucleari. La nuova versione di questo aereo è in grado di lanciare missili da crociera a lungo raggio.

E in un video della notte il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato di combattimenti nelle strade di Severodonetsk, la città nell’Ucraina orientale dove la situazione rimane critica per le forze di Kiev di fronte ad un massiccio schieramento di truppe russe. “La situazione a Severodonetsk, dove continuano i combattimenti nelle strade, rimane estremamente difficile”, ha detto Zelensky deplorando “i raid aerei, l’artiglieria ed i costanti lanci di missili”. La città rimane al centro dell’offensiva russa nel bacino minerario del Donbass, una regione sotto il controllo parziale dei separatisti filo-russi dal 2014, che Mosca punta a conquistare in pieno. Secondo il ministero della Difesa russo, le forze ucraine si stanno ritirando da Severodonetsk e nei combattimenti hanno perso in alcune unità fino al 90% dei loro militari. Kiev, intanto, afferma di combattere per riconquistarla. Le truppe russe “sono riuscite a entrare nella città e controllarne una buona parte, dividendola in due – ha commentato il sindaco, Olexandre Striouk -. Ma i nostri soldati sono riusciti a riposizionarsi, a costruire una linea di difesa. Attualmente stiamo facendo tutto il necessario per ripristinare il pieno controllo” della città. Secondo il governatore regionale, le forze russe hanno perso terreno a Severodonetsk.