Il satanismo oggi: le radici affondano nel Medioevo

Il satanismo è un fenomeno complesso e controverso, che ha suscitato un ampio dibattito in Italia, specialmente nella regione Lazio. Questo articolo si propone di esplorare le radici storiche, le pratiche e i simbolismi associati al satanismo in Italia, con un’attenzione particolare alle attività nella regione Lazio. Verranno inoltre esaminati i luoghi noti per essere associati a rituali satanici e i codici utilizzati dai gruppi per comunicare.

Radici Storiche del Satanismo in Italia

Il satanismo, inteso come culto organizzato del diavolo, ha radici che risalgono al Medioevo, sebbene la sua forma moderna abbia preso piede principalmente nel XX secolo. In Italia, le prime tracce di pratiche sataniche sono spesso collegate a eresie medievali e movimenti esoterici rinascimentali. La Chiesa cattolica ha a lungo combattuto queste pratiche, etichettandole come eresie e stregoneria.

Il Satanismo Contemporaneo

Il satanismo moderno in Italia può essere suddiviso in varie correnti principali:

  1. Satanismo Razionalista: Fondato da Anton LaVey con la sua Chiesa di Satana nel 1966, questo movimento vede il diavolo come simbolo di ribellione e individualismo. Non crede in un’entità sovrannaturale, ma utilizza il satanismo come una filosofia di vita.
  2. Satanismo Teistico: Questo gruppo crede effettivamente nell’esistenza del diavolo come entità reale e venera Satana come un dio.
  3. Sette Sataniche: Gruppi che praticano rituali magici e possono essere coinvolti in attività illegali, tra cui sacrifici di animali o umani, anche se questi ultimi sono estremamente rari e spesso oggetto di esagerazioni mediatiche.

Il Lazio come Centro di Attività Sataniche

Il Lazio, con la sua ricca storia di antichi culti e misticismo, è diventato un centro per alcune attività legate al satanismo. Diversi luoghi nella regione sono noti per essere punti di ritrovo per pratiche esoteriche e sataniche.

Luoghi di Ritrovo

  1. Nemi: Conosciuta per il suo lago e il bosco sacro a Diana, Nemi ha una lunga storia di leggende legate a riti pagani che si sono evoluti in pratiche più oscure.
  2. Parco dei Mostri di Bomarzo: Questo parco, con le sue statue enigmatiche e atmosfere surreali, è stato associato a pratiche esoteriche e occulte.
  3. Grotta dei Massacci: Situata nei pressi di Rieti, questa grotta è stata citata in vari racconti come luogo di riti satanici.

Simbolismo e Messaggi in Codice

I gruppi satanici spesso utilizzano simboli e codici per comunicare e per marcare i luoghi dei loro rituali. Alcuni dei simboli più comuni includono:

  1. Pentacolo Invertito: Utilizzato come simbolo del rovesciamento dell’ordine divino e della ribellione contro la tradizione cristiana.
  2. Croce Rovesciata: Spesso erroneamente associata al satanismo, è in realtà un simbolo più complesso con radici cristiane, ma utilizzata da alcuni gruppi satanici per rappresentare l’anti-cristianesimo.
  3. 666: Conosciuto come il “Numero della Bestia”, è uno dei simboli più riconoscibili del satanismo.

Messaggi Codificati

I messaggi codificati possono variare notevolmente tra i gruppi. Alcuni utilizzano cifrari semplici basati sull’alfabeto latino, mentre altri possono creare complessi sistemi simbolici per evitare la decodifica da parte di estranei. Questi codici sono spesso utilizzati per pianificare incontri, scambiarsi informazioni su rituali e proteggere l’identità dei membri.

Il fenomeno del satanismo nel Lazio riflette un intreccio di storia, cultura e miti che si evolve costantemente. Sebbene spesso dipinto in modo sensazionalistico dai media, la realtà del satanismo è variegata e spesso meno drammatica di quanto si creda. L’importanza di un approccio critico e informato è fondamentale per comprendere appieno questo fenomeno.

Bibliografia

  1. Introvigne, M. (1997). Il ritorno del satanismo. Torino: Einaudi.
  2. LaVey, A. S. (1969). The Satanic Bible. New York: Avon.
  3. Rudgley, R. (2006). Pagans: An Investigation into the Dark Side of the Ancient Religions. London: Arrow Books.
  4. Pasi, M. (2009). Aleister Crowley and the Temptation of Politics. London: Routledge.
  5. Guenon, R. (2004). The Reign of Quantity and the Signs of the Times. Baltimore: Penguin Books.



Istat, picco di suicidi tra i giovani: è il massimo osservato dal 2015

“Complessivamente la mortalità” in Italia “per cause esterne è diminuita nel 2020 per poi aumentare nel 2021: si passa da un tasso medio di 3,3 decessi per 10mila nel 2018-19 a 3,2 del 2020 e 3,4 nel 2021″. E’ quanto si rileva nel report dell’Istat ‘Cause di morte in Italia anno 2021’.

“Il tasso di mortalità per suicidio era diminuito lievemente (-4%) nel 2020 considerando tutte le età, ma oltre i 65 anni risultava in lieve aumento. Nel 2021 c’è stato un aumento in quasi tutte le classi di età, con l’eccezione dei 50-64enni – si sottolinea – Particolarmente rilevante è l’aumento fra i più giovani (0-49 anni) per i quali il livello raggiunto nel 2021 di 0,40 suicidi ogni 10mila abitanti è il massimo osservato dal 2015″.

“L’andamento delle morti violente è stato determinato in gran parte dall’andamento degli accidenti di trasporto, soprattutto nelle classi di età più giovani, dove causano una quota molto rilevante di decessi. La mortalità per questi eventi si è ridotta del 23% nel 2020, ma nel 2021 è tornata ai livelli del 2019 – prosegue il report – Questo andamento si riscontra soprattutto al di sotto dei 65 anni, mentre nei più anziani il tasso di mortalità del 2021 risulta inferiore a quello pre-pandemico”. “Tra le altre cause accidentali, le cadute fanno registrare negli anni di pandemia un notevole aumento di mortalità: complessivamente si passa da 0,52 decessi per 10mila nel 2019 a 0,61 nel 2021 – aggiunge il report – Queste sono cause di morte che riguardano prevalentemente la popolazione anziana e tra gli ultra-ottantenni il tasso di mortalità, pressoché stabile tra il 2015 e il 2019, passa da un valore di 6,6 decessi per 10mila nel 2019 a 7,9 nel 2021”.




Liste d’attesa, il Governo pronto con un decreto per abbatterle

Si biforcherà in due provvedimenti la strategia del Governo per attaccare la piaga delle liste d’attesa nella sanità pubblica: in Cdm andrà subito un decreto legge ‘leggero’ che non ha sostanzialmente bisogno di risorse. Seguirà poi un Ddl più ‘ragionato’ in cui dovrebbero rientrare quei provvedimenti che hanno necessità di risorse. E’ quanto apprende l’Adnkronos Salute dopo la riunione che si è tenuta tra le Regioni e il ministero della Salute, presenti il sottosegretario Marcello Gemmato e il capo di Gabinetto Marco Mattei. Nessuno del Mef. Riunione “garbata nei toni, ma con qualche imbarazzo reciproco”, è trapelato dall’incontro, perché le Regioni hanno lamentato di aver visto le bozze del Dl solo sui giornali.

I contenuti del decreto

Il decreto conterrà alcune misure d’impatto e di riorganizzazione che non hanno necessità di corpose risorse, le visite e gli esami nel weekend, ad esempio. Ma anche la piattaforma di monitoraggio delle prestazioni che sarà in capo all’Agenas, per capire il peso di domanda e offerta di prestazione; l’interoperatività dei sistemi regionali e poi una struttura ispettiva creata ‘ad hoc’; l’implementazione dei Cup regionali con il privato accreditato e l’acquisto di pacchetti di prestazioni in intramoenia. All’interno del decreto dovrebbe essere garantito l’accesso alla telemedicina anche a medici di famiglia e pediatri. Il contributo delle ‘farmacie dei servizi’, presente nelle bozze del Dl, al momento sembra “più sfumato”.

I contenuti del Ddl

Nel disegno di legge, che avrà tempi più lunghi e metodi di confronto ‘ragionati’, perché sono necessarie molte risorse, dovrebbero confluire l‘innalzamento del tetto di spesa per il privato e le risorse aggiuntive per il personale.

Medici Ssn: “Ddl schiaffo alla coerenza”

“Se il decreto sulle liste d’attesa diventerà un disegno di legge sarà uno schiaffo alla coerenza e a questo punto il vero premier è il ministro Giorgetti. Il messaggio che arriva – afferma all’Adnkronos Salute Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao-Assomed, il sindacato dei medici dirigenti del Ssn – è che non c’è urgenza nel risolvere i problemi della sanità pubblica mentre da tempo chiediamo un riconoscimento professionale per i medici dirigenti anche con la defiscalizzazione della specificità medica. Si legge che stanno valutando le coperture, ma se hai solo tesoretto di 500 mln di euro e lo destini al privato accreditato” nella lotta alle liste d’attesa “vuol dire che non si è capito molto dei problemi del Servizio sanitario nazionale. Le risorse in più devono andare al personale”.




Tumore al polmone non operabile e in stato avanzato: c’è una cura che riduce il rischio di morte dell’84 per cento

La terapia mirata con la molecolaosimertinib ha ridotto il rischio di progressione di malattia o di morte dell’84% nei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule (Nsclc) – la forma più diffusa – di stadio III non operabile e con mutazione del gene Egfr.

I dati arrivano dal nuovo studio Laura presentato in sessione plenaria al congresso dell’American Society of clinical oncology (Asco) in corso a Chicago.

Osimertinib prolunga la sopravvivenza libera da progressione di malattia di più di tre anni. I risultati sono pubblicati contemporaneamente sul New England Journal of Medicine. Sempre all’Asco è stato presentato anche lo studio Adriatic, che dimostra come la molecola durvalumab sia la prima immunoterapia che mostra un beneficio di sopravvivenza nel tumore del polmone a piccole cellule di stadio limitato, riducendo il rischio di morte del 27%. Passi avanti importanti, dunque, nel trattamento di due forme di tumore del polmone particolarmente aggressive e caratterizzate da bisogni clinici finora insoddisfatti.

Osimertinib è un inibitore della tirosina chinasi dell’EGFR (Epidermal Growth Factor Receptor), specificamente progettato per trattare il tumore al polmone non a piccole cellule (NSCLC) in stadio avanzato. Questa molecola ha rivoluzionato il trattamento del NSCLC, in particolare per i pazienti con mutazioni specifiche dell’EGFR.

Meccanismo d’Azione

Osimertinib si lega in modo irreversibile al dominio tirosina chinasi del recettore EGFR, che è spesso mutato nei tumori NSCLC. Le mutazioni più comuni dell’EGFR nel NSCLC includono l’esone 19 delezione e la mutazione L858R nell’esone 21. Queste mutazioni attivano in modo anomalo il recettore EGFR, stimolando la proliferazione cellulare e la sopravvivenza, contribuendo così alla crescita del tumore.

Osimertinib è particolarmente efficace contro le mutazioni T790M, una mutazione secondaria che conferisce resistenza ai precedenti inibitori della tirosina chinasi dell’EGFR di prima e seconda generazione, come gefitinib ed erlotinib. La capacità di osimertinib di superare questa resistenza è una delle sue caratteristiche distintive.

Efficacia Clinica

L’efficacia di osimertinib è stata dimostrata in numerosi studi clinici. Il trial AURA3, per esempio, ha mostrato che osimertinib ha significativamente migliorato la sopravvivenza libera da progressione (PFS) nei pazienti con NSCLC avanzato con mutazione T790M rispetto alla chemioterapia standard.

Inoltre, lo studio FLAURA ha dimostrato che osimertinib, utilizzato come trattamento di prima linea nei pazienti con NSCLC avanzato con mutazioni EGFR, ha migliorato sia la PFS sia la sopravvivenza globale (OS) rispetto agli inibitori di prima generazione come gefitinib ed erlotinib. Questi risultati hanno portato osimertinib a diventare una terapia standard di prima linea per questi pazienti.

Sicurezza e Tollerabilità

Osimertinib è generalmente ben tollerato. Gli effetti collaterali più comuni includono diarrea, rash cutaneo, secchezza della pelle e tossicità ematologica. Tuttavia, uno dei vantaggi di osimertinib rispetto agli inibitori di generazione precedente è la sua migliore tollerabilità e un profilo di sicurezza più favorevole.

Impatto sul Sistema Nervoso Centrale

Un altro aspetto importante di osimertinib è la sua capacità di penetrare la barriera emato-encefalica, rendendolo efficace contro le metastasi cerebrali, una complicazione comune e devastante nei pazienti con NSCLC avanzato. Questo distingue osimertinib dagli altri inibitori dell’EGFR che hanno una penetrazione limitata nel sistema nervoso centrale.

Osimertinib rappresenta un avanzamento significativo nel trattamento del NSCLC avanzato con mutazioni dell’EGFR. La sua capacità di superare la resistenza alle terapie precedenti, il miglioramento della sopravvivenza globale e la sua efficacia contro le metastasi cerebrali lo rendono un’opzione terapeutica cruciale. La ricerca continua a esplorare nuove combinazioni e potenziali applicazioni di osimertinib, offrendo speranza per ulteriori miglioramenti nei risultati dei pazienti con tumore al polmone.




Rocca Priora, elezioni: intervista a 360°a Milco Rufini

Milco Rufini, classe 1974, sposato, papà di Sofia. Architetto, attualmente nella direzione regionale ambiente della Regione Lazio e candidato sindaco di Rocca Priora con la lista Verdi, Bianchi, Rossi.
Ci incontriamo in Largo Pallotti a Rocca Priora e poi seguo il suo consiglio: saliamo su nella parte alta del paese fino a giungere a due passi dalla “sergiata” (spero si scriva così, non me ne vogliano i roccaprioresi) al bar di sua mamma; un angoletto davvero delizioso dove lo accolgono i sorrisi e gli abbracci di molti cittadine e cittadini di Rocca Priora.
Milco mi sorprendono davvero questi attestati di affetto nei tuoi confronti.
Si imbarazza un po’ (diventa rosso, non lo nascondo) ed allora vado giù dritto: ma chi te l’ha fatto fare a buttarti di nuovo in politica?
La militanza affonda agli anni della mia gioventù. Ho iniziato come attivista nei Verdi fino a giungere oggi ad Alleanza Verdi e Sinistra dove sono nell’esecutivo regionale di cui è portavoce Filiberto Zaratti, mio concittadino. Ho lavorato sin da subito nella politica nello staff di Filiberto quando divenne, sotto la presidenza Marrazzo, assessore regionale all’Ambiente.
Quindi ti sei fatto davvero le ossa sul campo?
Si! Anche perché sono un architetto e mi occupo di pianificazione ambientale e paesaggistica nello specifico della Pianificazione delle Aree protette ed in una regione con il 25% del territorio ricoperto da aree naturali il mio impegno, il mio lavoro diventa determinante nelle azioni di governo. Quando nella regione Lazio, sotto la presidenza di Nicola Zingaretti, si è notevolmente aumentato il numero dei piani delle aree protette il mio compito è stato quello di fare sintesi tra le necessità di salvaguardia ambientale e di salvaguardia delle richieste dei cittadini in ambito urbanistico. In questo modo siamo passati da 2 piani delle aree protette ad oltre 10.
Beh con questa tua risposta mi hai anticipato una delle domande che mi ero preparato prima di venire qui da te: come si può coniugare la salvaguardia ambientale con lo sviluppo economico ed abitativo della realtà di Rocca Priora?
Io ritengo che Rocca Priora debba diventare la città dell’ambiente e degli Sport: necessita di una sua identità. Mi spiego meglio: declinando le sue caratteristiche principali che sono appunto l’ambiente, la qualità della vita, la cultura e gli sport questo può diventare il volano per una rinascita dell’economia. Quello che critico maggiormente alla classe politica che ha guidato Rocca Priora negli ultimi anni è che non hanno mai cercato di dare una identità precisa al paese. Vedo scelte nei paesi vicini che hanno trovato un qualcosa di peculiare e riconducibile al loro territorio: magari puntando all’enogastronomia con prodotti tipici, vedi Ariccia e la porchetta, Frascati che ha la sua identità, oltre che con le ville ed il vino, con un dolce tipico la cosiddetta “pupa frascatana” con tre seni. Rocca Priora che potrebbe averne a decine di specifiche, ad oggi, non ha nulla che la caratterizzi e la identifichi.
Valorizzando l’ecoturismo ambientale ed il turismo sportivo si può crescere economicamente e socialmente. Ti faccio un esempio diretto: a Rocca Priora ci sono moltissimi sentieri ma non esiste una mappa che li divulghi e li faccia conoscere e, soprattutto, non vi è nessuna struttura recettiva tale da far rimanere in paese i fruitori di queste meraviglie che la natura ci offre.

Torniamo alla politica roccapriorese. Il 6 aprile scrivevi: “Ora è il tempo del coraggio e le cittadine e i cittadini hanno una grande opportunità: cambiare il volto di Rocca Priora e liberarsi di quella politica che non pensa al bene comune.” era il post per l’apertura dei Comitati Elettorali per Anna Gentili Sindaca. Cosa è successo dopo quel giorno?
Ti faccio una premessa; ho cercato di ricostruire una coalizione partendo da quella esperienza politica che ci aveva visto governare insieme. Come gruppo siamo rimasti sempre al fianco di Anna Gentili. Ma ad dato punto c’è stata una divergenza nei contenuti politici e delle persone che li dovessero incarnare, interpretare. Questi veti che poi hanno portato alla rottura probabilmente erano veti sui contenuti e, di conseguenza, non vi era più la coesione della base programmatica che poi dovrebbe portare al governo della città. Noi abbiamo una visione che resta la tutela del capitale naturale del nostro paese che è l’unico volano per la sua rinascita non ti nascondo (si sente comunque dal tono dimesso delle sue parole) che da parte mia e del mio gruppo c’è stata una profonda amarezza nel dover poi compiere questa scelta di rottura perché era ampia la possibilità di vincere e governare insieme.
Sempre sulla tua pagina facebook ho letto un pensiero: “Noi abbiamo rispetto per tutte e tutti coloro che non la pensano come noi ma non partecipiamo a liste che esprimono persone di destra”. Sei una persona estremamente liberale ed attenta alle diversità. Non pensi, concretamente, che questo possa allontanare da te possibili elettori che ti stimano anche se sono di pensiero politico diverso?
Ovviamente si! Ma vedi la lista che esprime come candidato sindaco Claudio Fatelli non ha una identità politica è un progetto che nasce esclusivamente per governare e la stessa lista di Anna Gentili sembra modellata sullo stesso progetto, un “surrogato”. Avere costruito una lista ecologista e progressista mantiene un’anima politica ben chiara e riconosciuta e di conseguenza, con il mio gruppo, non ce la siamo sentita di fare un, passami il termine, “patto con il diavolo”.
È un rischio che corro ma lo faccio sulla base di quella che è la mia coerenza politica che, da sempre, manifesto e tutelo. Resta sempre un fatto, comunque, ho una educazione che mi porta ad ascoltare comunque sempre tutte le persone che incontro e conosco e mi prendo l’impegno di risolvere le loro problematiche.
Ti faccio un esempio concreto: la valle Latina oggi è un luogo che manca di spazi di aggregazione e un luogo che va ricollegato al centro del paese; per il nostro gruppo inammissibile una coesione con chi, di quella località, non ha avuto mai un interesse di riportargli un livello di qualità della vita degno di tale nome.
Poi, tornando alla tua domanda, io declino tutto con quello che è il mio pensiero ecologista e progressista.

Ora nell’ascoltare la tua risposta, consentimelo, ho pensato che non ti riferissi espressamente alle “persone di destra” ma a quella ideologia che potrebbero incarnare. Mi sbaglio?
Hai centrato la questione; è questo il tema. Costruire una casa, una piazza, un parco non è né di destra né di sinistra è un qualcosa che va fatto fermo restando quella che è la mia vocazione ecologista e progressista. Te la faccio diretta: se la vuoi costruire la cuccia del cane, animale che io adoro, laddove non si può costruire … mi spiace ma non te la faccio costruire (sorride serio)
Ti faccio un’altra osservazione che in apparenza può sembrare slegata al discorso ma capirai al termine dove voglio arrivare; rincorrere sempre i finanziamenti per costruire un qualcosa da poter dire “l’abbiamo fatto” a nostro avviso rischia di diventare inutile e dannoso. Se io costruisco una scuola, ad esempio, e poi non ci sono servizi che la collegano, strutture che la raccordino, etc, non faccio un bene alla collettività. Manca la prospettiva politica e la politica stessa. È solo un correre dietro ai finanziamenti senza nessuna programmazione. Io ho un programma di governo che nasce proprio da una visione di città coniugata dentro il mio ambito politico ecologista e progressista. E qui ti anticipo io: se avessi la bacchetta magica …
E no … quella domanda spetta a me (stavolta sono io a sorridere)
Ho studiato pure io, mica solo tu! (aggiunge sorridendo assieme a me) Quindi se avessi la bacchetta magica vorrei attuare il mio programma nella mia interezza perché è una scommessa e perché Rocca Priora rinascerà da questo.
Però mi riprendo la bacchetta magica. Siamo qui al bar Baldina, tua nonna, poco fa ho conosciuto tua mamma ma dietro le mie spalle c’è la strada dove tanti anni fa nacque mio papà Franco, quindi ci troviamo entrambi, consentimelo, a casa. Ed alla tua famiglia, alla tua casa che cosa vorresti regalare?
Guarda dal punto di vista della famiglia sono molto riservato, sui miei social parlo davvero raramente dei miei cari. Se proprio debbo vorrei che mia figlia crescesse in un mondo con una qualità della vita veramente migliore di come l’abbiamo trovata noi.

“Cercate di lasciare questo mondo un po’ migliore di come l’avete lasciato”, chiudo questa intervista pensando a questo pensiero di Robert Baden- Powell che altro non è che la chiusura della chiacchierata con Milco Rufini.
Una mattinata serena passata con lui con alle spalle un parte importante della mia vita, la casa dove nacque mio padre: emozione pura.
Un grazie davvero immenso a Milco ed a sua mamma per l’eccellente caffè.




Dighe in Italia, partito il Dam Day: Un evento per promuovere la conoscenza e l’importanza di queste opere idrauliche

Dal 24 maggio al 1° giugno 2024 si terrà la prima edizione del “Dam Day – Dighe in Italia”, un’iniziativa organizzata dal Comitato Nazionale Italiano per le Grandi Dighe (ITCOLD). L’evento è volto a promuovere una maggiore consapevolezza sul ruolo cruciale delle dighe nel panorama ambientale, economico, energetico e di sicurezza del paese.



L’Obiettivo del Dam Day

L’evento mira a sensibilizzare il pubblico sull’importanza delle dighe attraverso una serie di iniziative che si terranno in tutto il territorio nazionale. Il Dam Day prevede un totale di 26 eventi, tra cui visite guidate, seminari, dibattiti e conferenze, concentrati in una settimana per garantire un impatto significativo e coordinato sul tema.

Il Ruolo di ITCOLD

ITCOLD, l’associazione culturale e scientifica che organizza l’evento, rappresenta oltre 300 delle circa 500 grandi dighe presenti in Italia. Il comitato si impegna a promuovere lo studio e la valorizzazione delle dighe, collaborando con operatori del settore, pubbliche amministrazioni, accademici e liberi professionisti. Inoltre, ITCOLD è membro della Commissione Internazionale per le Grandi Dighe (ICOLD-CIGB), istituita nel 1928.

Gli Eventi in Programma

Gli eventi del Dam Day sono pensati per coinvolgere un pubblico ampio e variegato, con particolare attenzione ai giovani studenti. Tra gli appuntamenti previsti vi sono:

  • Visite Guidate: Alla Diga di Mignano a Vernasca (PC), alla Diga di Occhito a Carlantino (FG) e alla Diga del Locone a Minervino Murge (BT).
  • Seminari: Come quello sulla “Gestione delle risorse agricole per l’agricoltura” a Bari e il seminario dedicato agli impianti idroelettrici a Tramonti di Sopra (PN).
  • Convegni e Workshop: Inclusi eventi tecnici come il workshop sulla caratterizzazione geotecnica presso il laboratorio ISMGEO a Seriate (BG).
  • Open Day e Conferenze: Tra cui l’Open Day “Dighe e cambiamento climatico: quali sinergie?” a Firenze e la conferenza stampa presso la Diga del Gabiet a Gressoney (AO)

Un’Iniziativa Europea

Il Dam Day non è solo un evento nazionale, ma si inserisce in una serie di iniziative analoghe organizzate in altre nazioni europee sotto l’egida di EURCOLD, il Club Europeo delle Dighe. Questo rafforza la collaborazione e lo scambio di conoscenze tra i paesi europei in materia di gestione e valorizzazione delle dighe.

Il “Dam Day – Dighe in Italia” rappresenta un’importante occasione per avvicinare il pubblico alle tematiche legate alle dighe, evidenziandone il ruolo strategico nella gestione delle risorse idriche e nella produzione di energia rinnovabile. Partecipare agli eventi previsti sarà un’opportunità unica per conoscere da vicino queste grandi opere ingegneristiche e il loro impatto positivo sull’ambiente e sulla società.




Monte Porzio Catone, elezioni: Massimo Pulcini presenta la sua squadra

Non lo nascondo: per fare questo “mestiere” anche la fortuna ha la sua importanza.
Ed è fondamentale quando, un giorno, arrivi a Monte Porzio Catone, fai le tue commissioni e … poi incontri per strada Massimo Pulcini con una nutrita parte della sua squadra intenti a fare campagna elettorale.
Beh! Vi sareste fatti sfuggire l’occasione di un’ intervista corale? Io no.
Dopo qualche tentennamento e, visto il caldo e la stanchezza, ci mettiamo seduti in un bar e da li iniziamo la chiacchierata.
Oltre Massimo Pulcini sono con me al tavolo il “colonnello” Massimo Cosmelli, Roberto Primavera, Giordano Riccardi, Federico Rossetti e, dulcis in fundo, Francesca Valdambrini.
Sindaco, allora con chi inizio? Chi se la sente di rispondere alla prima domanda?
Io – dice con estrema serenità Massimo Cosmelli, il decano del gruppo, l’anima del Cuore di Monte Porzio Catone e proprio da qui nasce la prima domanda.
Su questo progetto ti sei speso in prima persona. Il grande lavoro che hai messo in campo, oltre quello di mettere a disposizione per la città un quantitativo considerevole di defibrillatori, è stata la capacità di organizzare una formazione continua di donne ed uomini: un progetto davvero esemplare. Che bilancio tracci da questa esperienza?
Proprio in questi giorni ci è arrivata la comunicazione che Monte Porzio Catone è uno dei comuni più cardioprotetti d’Italia. Non è di sicuro un punto di arrivo ma è la soddisfazione di poter avere contributo ad una maggiore sicurezza per i monteporziani e da medico non posso che esserne felice.
E ti dirò di più
(e lo dice con la voce strozzata dall’emozione): sapere che, negli ultimi tempi, ben due persone grazie proprio alla presenza dei defibrillatori ed alla prontezza di persone formate al loro utilizzo hanno potuto raccontare serenamente questa, passami il termine, “brutta avventura” riempie il cuore di estrema gioia.
Parlando con amici e conoscenti ho saputo che nei giorni bui del Covid la tua voce, la tua presenza è stata davvero fondamentale per uscire fuori da uno dei momenti più tristi del nostro paese. Che cosa ti resta di quei giorni?
(emozione traspare ancora di più dal suo viso) Mi sono sentito utile. Può sembrare banale come risposta ma ancora oggi il grazie delle persone riesce a darmi forza.
Per molti sei il vero motore di questa squadra: dove trovi l’energia per andare avanti?
(sorride) Sono arrivato 30 anni fa a Monte Porzio Catone, mi sono innamorato di questo luogo ed ho scelto di viverci.
Ed è proprio questo amore la benzina che alimenta ogni mia azione. Non lo nascondo
, aggiunge con un briciolo di commozione, è Monte Porzio Catone stessa che mi da la forza di andare avanti.
Francesca (Francesca Valdambrini nds) sei stata oggetto di una forte campagna denigratoria. Personalmente trovo le offese “ad personam” poco edificanti in un confronto politico. C’è qualcosa che vuoi dire a riguardo?
Ho evitato in ogni modo di alimentare le polemiche. Questi attacchi, questa cattiveria, permettimi di chiamarla così, non ha fatto altro che darmi una ulteriore spinta ad andare avanti. Pensavano di farmi del male ma gli attestati di stima che ho ricevuto in quei giorni sono stati la risposta più vera alle accuse che mi venivano rivolte.
Cinque anni al timone dell’assessorato alla Cultura ed allo Spettacolo. 5 anni, fatta eccezione per la parentesi Covid, in cui Monte Porzio Catone è balzato agli onori della cronaca: festa delle Orchidee, il Carnevale, la nascita del Museo del Vino. Dove vuoi arrivare?
A fare ancora di più, dice con estrema forza. Come diceva prima Massimo (Massimo Cosmelli n.d.s.) questi cinque anni non sono il punto di arrivo ma lo sprone a fare ancora di più e ancora meglio per la nostra città, per i nostri cittadini.
Federico (Federico Rossetti n.d.s.) sei uno dei “nuovi acquisti” di questa squadra. Un professionista affermato nel tuo settore. Ma nessuno ti ha detto: chi te l’ha fatto fare?
Beh in molti, non lo nascondo ma la risposta è semplice: la “colpa” (sorride) è di Massimo Pulcini.
Mi spiego meglio: la sua forza, la sua energia mi hanno convinto a rompere gli indugi e a mettermi a disposizione di una squadra consolidata che, seppure tra mille e mille difficoltà, è riuscita in cinque anni ad uscire da un dissesto economico e a mettere in atto un’opera di riqualificazione dell’intero territorio.
Che valore aggiunto pensi di portare con la tua esperienza professionale?
Guarda io semplicemente mi metto a disposizione della mia città. Sono un monteporziano doc e quindi sento nell’animo di poter dare il mio personale contributo nella città in cui sono nato e vivo da sempre.
Giordano (Giordano Riccardi, consigliere comunale uscente nds) mi è capitato qualche giorno fa di vedere il video nel quale presentavi la tua candidatura. Mi ha profondamente colpito l’uso della parola futuro. Cosa intendi con tale affermazione?
Sappiamo bene come ci sia una forte disaffezione alla politica e questo troppe volte è determinato da situazioni in cui gli esempi che la politica stessa offre di certo non sono positivi.
Io, come tutta la squadra, vogliamo essere figure che possano essere viste come uno sprone ad andare avanti. Ci siamo messi ogni giorno, in questi cinque anni, all’ascolto delle esigenze di tutti, senza preclusione alcuna. Poter esssere lo stimolo, nei confronti degli altri carica certo di responsabilità ma nel contempo responsabilizza tutti alla partecipazione al benessere del proprio Paese.

Quindi vuoi dirmi che futuro per te è ricreare una fiducia verso le Istituzioni?
Certo che si. Dare l’esempio, metterci la faccia, sporcarsi le mani ma, ti ripeto, avere il coraggio di ascoltare ma soprattutto avere il coraggio di affrontare le questioni con determinazione e sorriso, elementi questa, che fanno di certo la differenza.
Roberto (Roberto Primavera n.d.s.) sei l’assessore ai Lavori Pubblici. Mi spieghi come sei riuscito, in una situazione di dissesto finanziario, a mettere in cantiere così tante opere per la tua città?
Hai detto bene: abbiamo affrontato un dissesto finanziario e ne siamo usciti. Ed in più, con una sinergia con uffici, Regione, Città Metropolitana, siamo riusciti a calamitare un grande quantitativo di risorse tali da poter realizzare una serie. Non è stato facile ma ci siamo messi con la determinazione e la voglia di fare. Ma soprattutto, ci tengo a dire, che fino ad ora quello che abbiamo messo in opera proviene davvero in minima parte dal PNRR.
Se io ti dico Museo del Vino, che mi rispondi?
(c’è emozione sul suo viso) Bella domanda! Sai sono stato per anni nella Banda di Monte Porzio Catone e quello spazio lo usavamo come deposito per il materiale della Festa della Banda. Poi leggo di un bando per la valorizzazione dei Luoghi della Cultura. Tu che avresti fatto? Io mi sono messo subito al lavoro con gli uffici ed ho cercato di far nascere dentro una struttura di proprietà del Comune di Monte Porzio Catone quel Museo del Vino che oggi, lo dico senza fronzoli, è un Valore Aggiunto per la nostra città.
Vuoi sapere una cosa che non ho detto mai a nessuno fino ad oggi? Qualcuno diceva che c’erano ancora i binari della linea del treno. Ho scavato con le mie mani alla ricerca.

Un novello Indiana Jones monteporziano?
(arrossisce ma poi sorride) E si! Qualcuno mi aveva detto che c’erano ma non li abbiamo trovati però posso dirti che ci saranno altre sorprese. Vogliamo valorizzare ogni elemento di questo nostro piccolo ma importante luogo di Cultura.

il sindaco Massimo Pulcini nei giorni di Orchidee dal Mondo 2024

Sindaco, tocca a te, non mi scappare (e nel frattempo sorride e mi guarda attento)
Ti faccio una domanda diretta e so che mi risponderai, prima di tutto, con il Cuore.
Che sensazione hai provato una volta indossata la fascia tricolore dovendoti per questi cinque anni confrontarti con un Dissesto Finanziario?

(il sorriso diventa serio ma poi, senza esitazione mi risponde) Ho scoperto e vissuto sentimenti contrastanti: la paura ed il coraggio, la sofferenza e la determinazione.
Ma uno ha alimentato l’altro e mi hanno consentito di mantenere una lucidità perché il mio ruolo, il mio impegno non poteva e non doveva farsi “afferrare” da sgomento, paure, dubbi.

Hai avuto paura?
(risponde immediatamente, senza indugi) Sarei uno sciocco a dirti di no. Ma ho evitato di trasmetterla perché dovevo essere io il Primo a crederci, il Primo a lottare, il Primo a poter gioire quando questo brutto momento sarebbe passato e sapevo che sarebbe passato in fretta.
Ho qui un “pezzo” della mia squadra ed oggi, glielo dico negli occhi: sono stati loro a darmi questa forza, questa energia, questa voglia di non mollare nemmeno un millimetro.
(i suoi occhi si fanno lucidi e questo è il senso vero della sua risposta)
L’emozione, non lo nascondo, contagia pure me perchè immagino la difficoltà di sedere su di un ruolo di responsabilità e dover, ogni istante, essere l’animo che da coraggio, l’animo che, seppure spaventato, non può darlo a vedere.
Cosa insegna, Sindaco, tutto ciò?
Una domanda con la quale dovrò convivere fino al 10 giugno, giorno in cui ci sarà il risultato delle elezioni.
Ti anticipo io, lo sai che durante le interviste ho i “bottoni” del comando.
Siamo all’11 giugno e sei stato confermato. Cosa ti senti di dire ai tuoi concittadini?

Di sicuro grazie e che hanno compreso il valore e la forza delle nostre scelte.
Hanno avuto una presa di coscienza ed il risultato è il riconoscimento del nostro lavoro.

Francesca, colonnello, Roberto, Giordano, Federico, faccio a voi una domanda corale: mi risponde chi se la sente. Quale è il miglior pregio ed il peggior difetto di Massimo Pulcini?
C’è un attimo di esitazione, Massimo Pulcini sorride divertito (non se lo sarebbe mai aspettato).
Io – anche stavolta risponde per primo e con forza il colonnello Cosmelli – all’inizio perdeva con facilità le staffe. Ma considerato che ho qualche “capello bianco” in più di esperienza, da padre, ho cercato di fargli capire la necessità di vivere questa situazione in serenità. Massimo (Massimo Pulcini nds) è uomo sanguigno, vive ogni situazione nel profondo dell’animo e quindi era normale che il suo carattere potesse scontarsi con una quotidianità alta di responsabilità e di questioni da affrontare ma debbo dire che è stato davvero superlativo nell’accettare i miei consigli. Oggi comprende la necessità di “respirare” profondamente e lasciare correre affrontando i problemi con la testa … e non lo nascondo un’eccellente testa.
Il pregio è facile: ha tenuto unita la squadra. Non credo ci sia altro da aggiungere.

Stavolta lascio a casa la bacchetta magica perché “la magia” l’ho letta negli occhi di queste persone di fronte a me che sono riuscite a fare squadra. L’hanno fatta nelle difficoltà ed, a mio avviso, è stato il collante vero di questa gruppo; il desiderio l’hanno fatto avverare in questo quinquennio.
Un grazie davvero immenso a Massimo Pulcini ed a tutta la sua squadra per la disponibilità




Meloni a Schlein: “Orgogliosamente diversi dalla sinistra”

“La segretaria del Pd ha detto di recente che in questo e anno e mezzo starei cancellando la libertà delle persone, accusa singolare per chi ha votato i provvedimenti per chiudere la gente in casa nella pandemia ma chiedo a Schlein quali sono le libertà cancellate da questo governo.

Le nostre sono battaglie di libertà”. Lo ha detto Giorgia Meloni in diretta sui social per gli ‘Appunti di Giorgia’. “Ci dica di cosa parla ma ci dica qualcosa di concreto perché la libertà è stata sempre limitata solo alla sinistra e il punto è che i cittadini lo hanno capito”.

“Eccomi qui in una nuova puntata degli ‘Appunti di Giorgia’ che però ho deciso di ribattezzare ‘TeleMeloni’. Perché l’unica ‘TeleMeloni’ che esista è questa. Tutto il resto sono solo fake news di una sinistra che, essendo impegnata ad occupare la televisione, pensa che gli altri siano come lei. Ma poiché noi siamo molto, e orgogliosamente, diversi dalla sinistra, abbiamo già smontato questa bufala dati alla mano”, ha detto Meloni iniziando la diretta.

Parlando dell’Ue, “tra i grandi obiettivi c’è sempre stato quello del sostegno alla natalità e l’assegno unico è uno degli strumenti più efficaci per favorirla. Lo abbiamo mantenuto e ci abbiamo investito 3 miliardi di euro in più. Ve ne parlo perché la Commissione europea ha deciso di aprire una procedura di infrazione con motivazioni folli. Se dovessimo dare seguito alle indicazioni dell’Ue la misura sarebbe insostenibile e si presterebbe a diverse truffe. Spero che la prossima Commissione abbia un approccio più ragionevole, se non è così daremo battaglia”, ha detto la premier.




Rocca Priora, elezioni: Intervista a 360° a Rachele Zaratti

Rachele Zaratti, classe 1976, sposata, mamma di Edoardo e Lorenzo.
Una ragazza semplice ma nello stesso tempo dotata di una ricchezza d’animo che si scorge nei suoi occhi sempre sorridenti.
Logopedista, specializzata nei disturbi dell’apprendimento. Una carriera lavorativa sempre al massimo e che, in questa tornata amministrativa, è candidata al Consiglio Comunale con la lista Coraggio Rocca Priora per Anna Gentili sindaca.
Rachele hai un cognome importante per la storia di Rocca Priora ma al di là del cognome, nella tua famiglia, c’è stata una persona che, ancora oggi, molti roccaprioresi, e non solo, ricordano e serbano nel cuore: Don Vittorio Vinci, tuo zio.
Padre Pallottino, grande studioso, uomo di carità concreta ma ancora oggi esempio fulgido di umanità e di bene. Che la mando giù facile: che lezione ti ha lasciato?

(si emoziona a questi ricordo) Una lezione di vita. Zio Vittorio c’era sempre per tutti, donava se stesso come ricchezza agli altri.
Io, come tanti giovani, ho avuto la fortuna di partecipare ai suoi incontri, vere testimonianze della lezione di vita che zio Vittorio riusciva a donare agli altri ed abbiamo ancora la fortuna di avere copie registrate di questi incontri. Non lo nascondo: quando le ascolto chiudo gli occhi e zio e lì con me.
Ed in più lui mi ha fatto comprendere la fede nella vita, mi ha insegnato ad appropriarmi della vita ricercando i doni che essa offre ad ognuno di noi.
“Fare tesoro” ripeteva spesso; per Lui la parola diveniva azione concreta e la sua presenza è stata davvero una grande testimonianza di carità e di amore.

Quanto della lezione morale e di testimonianza di Don Vittorio Vinci può essere declinata in questa tua prima esperienza politica?
Non ho esitazione a risponderti: tutta le sue lezioni possono essere oggi esempio vivo di una Sana ed Etica Politica.
I valori sono alla base delle scelte e zio mi ha insegnato a coltivarli e a custodirli.
Chi come me prende un impegno nella politica deve mettere a disposizione della Comunità quei doni che la vita ci ha messo a disposizione. Fare politica è donare se stessi alla proprio Paese.

Quindi mi vuoi dire che il “do ut des” di latina memoria poco c’entra, a tuo avviso con la politica?
Certo la politica deve essere un semplice “do” non può e non deve avere un fine altrimenti non è più, come diceva Mario (Mario Spagnoli candidato con Rachele nella lista Coraggio Rocca Priora), “Arte Nobile” ma diventa un mero mercato di interessi.
E poi come dimenticare le lezioni di Zio Vittorio sulla solidarietà “non basta essere bravi” diceva “bisogna donare se stessi anche nelle difficoltà”. Credo che se zio oggi fosse qui sarebbe fiero di questa mia scelta … ma non te lo nascondo zio Vittorio continua a seguire ogni passo della mia vita.
Vedi Massimiliano, chi mi conosce sa che nella mia vita, ad un certo punto, ho rischiato di non esserci più. Ho capito allora la necessità di donarmi agli altri e il mio lavoro, di cui sono fiera, mi permette ogni giorno di incontrare situazione spesso difficili e se non avessi l’animo sereno e, soprattutto, non avessi questa voglia di vita, non te lo nascondo, sarebbe difficile.
La politica, tornando alla tua domanda, è un impegno finalizzato a fare il Bene, quello con la B maiscola.
Un Bene concreto, tangibile, spendibile e soprattutto capace di creare altro Bene.

Beh che dirti Rachele la tua visione è davvero illuminante ma sai bene quanto a me piaccia cercare sempre il “pelo nell’uovo”: ma non si rischia di cadere in un discorso utopistico?
Ti rispondo con una frase di Frida Kalo “Non come chi vince sempre, ma come chi non si arrende mai”.
Sta qui la risposta alla tua, passami il termine, obiezione.
Vincere può portarci, molte volte a guadagni effimeri ma che poi svaniscono in un lampo.
Il non arrendersi, il voler sempre continuare a guardare l’alba che sorge chi carica non solo di energia, ma ci fa vincere ogni giorno, ogni istante, SEMPRE.
Arricchirsi di pochezza, scusami, ma non è nelle mie corde perché questo mi ha insegnato la mia famiglia ed i valori che essa rappresenta.
Io, ti ripeto, oggi mi sono messa a disposizione della mia città, dei miei concittadini. Mi sarei pentita amaramente se non l’avessi fatto e ringrazio ancora una volta Anna Gentili che, con la delicatezza che la caratterizza, è venuta a chiedermi la disponibilità di fare parte di questo progetto coraggio per Rocca Priora.
Non saremo sicuramente la migliore lista possibile ma esiste, Dio a parte, qualcosa di perfetto?

Quindi una scelta con stella polare il Bene, basta solo questo per governare?
(sorride divertita) Sarei una sciocca se ti rispondessi di si. Il Bene è il risultato che dobbiamo mettere a dimora. Bisogna compiere scelte che vadano proprio verso quell’indirizzo.
Sappiamo bene che un italiano su due non si reca alle urne. È stanco, è deluso, avrà le sue buone ragioni ma il problema maggiore resta solo uno: il cambiamento fa paura.
E quindi molte persone, magari stanche di una certa politica, evitano proprio di votare perché, a mio avviso, spaventate dal risultato che potrebbe manifestarsi.
Oggi, più di ieri, bisogna assumersi la responsabilità delle scelte, sia come singoli, sia come intera collettività.
Sai quale è il rischio, Massimiliano? Ci stiamo togliendo da soli la libertà di scegliere.
Non voglio trasformare questa nostra chiacchierata in un bignami di teologia ma ti ricordi cosa diede Dio all’uomo? Il libero arbitrio proprio per scegliere e nelle scelte c’è la libertà.
Rachele che dire ascolto le tue parole con estrema attenzione perché sono testimonianze vive della esistenza umana e ti ringrazio di questa forza che esce da questo tuo discorso.
Torniamo al tuo lavoro: sei un logopedista, abbastanza affermato (diventa rossa). Personalmente trovo riprovevole chi parla di disabilità, di disturbi, declinando al negativo situazioni che sono semplicemente diverse dalla chiamiamola “normalità”. Mi scoccia perchè faccio sempre il solito esempio: anche io sono un disabile, sono una frana bestiale in matematica. Passami questo, esempio; a tuo avviso non possibile cominciare a parlare di diverse abilità in modo da positivizzare queste situazione che sono già, per il mondo in cui viviamo, abbastanza negative?
Con me sfondi una porta aperta.
Nel mio lavoro ho imparato un equilibrio tra testa e cuore: mi spiego meglio.
Restare troppo legati all’oggettiva di un test o di una qualsiasi relazione toglie umanità alla persona che io esamino, che io sono debbo comprendere prima di tutto “leggendola” nell’animo e poi tutto il resto.
Guarda ad esempio le persone sensibile: sono mal viste in quanto hanno un diverso atteggiamento rispetto a talune situazioni. Ma non sarà proprio questo diverso atteggiamento un valore aggiunto per loro?
Mettersi in contatto con il nostro “IO Profondo” ci consente di leggere le persone e non ci interessano quelle che, comunemente si chiamano fragilità: io voglio leggere la persona restituendole quella dignità che le appartiene.
Qualcuno anni fa declino meglio le disabilità chiamandole “diverse abilità”. Abbiamo il dovere morale e professionale di farlo in ogni ambito di “apparente” fragilità.

Le mie interviste, lo sai perché mi ha confessato che mi segui con estrema attenzione si chiudono sempre con due domande ma prima bisogna impugnare la bacchetta magica:
che sogno vorresti che si realizzasse per te e per la tua famiglia e che sogno vorresti che si realizzasse per Rocca Priora?

(sorride divertita) Non mi ero preparata la risposta ma appena mi hai fatto la domanda mi è venuto in mente il sogno: quel sano equilibrio che vive la mia famiglia vorrei restasse sempre e vorrei regalarlo alla mia Rocca Priora.
Se ognuno di noi apprezzasse le piccole cose che la vita ci offre vivremmo in mondo sereno, sano ed equilibrato.
Oggi, purtroppo, violenza, prevaricazioni, menzogne la fanno da padrone. In cuor mio mi auguro davvero che quella forza di cambiare possa finalmente permeare nelle nostre vite.

Due grazie: il primo a Rachele perché è riuscita ad emozionarmi, il secondo alla zia Franca Vinci, cugina di don Vittorio e cugina anche del mio papà.
È stata Lei il gancio per questa intervista fatta il giorno del mio 53° compleanno soffiando su una meravigliosa crostata chiacchierando amorevolmente con Rachele.




Rocca Priora, elezioni: Intervista a 360° a David de Righi

David De Righi, classe 1978, vive con la compagna Jennifer e la figlia Giulia
Un cognome importante per chi conosce Rocca Priora e la sua Storia candidato al Consiglio Comunale di Rocca Priora con la lista FARE ROCCA PRIORA.
Un ragazzo da sempre impegnato nell’associazionismo e nella politica.
David, ovviamente anche noi ci diamo del tu …
Quanto ha pesato il cognome De Righi e la storia politica di tuo papà nella tua vita?

Nessun peso, ma ovviamente mi ha trasmesso la passione per la politica e per il mio paese. I miei ricordi affondano alle vecchie feste dell’Amicizia o a riunioni partecipatissime nella sezione cittadina della DC, in cui seguivo mio padre.
La cosa più difficile è sempre stata quella di far capire che siamo due persone diverse, anche se con una cultura di base molto simile alla sua, abbiamo metodi diversi e ovviamente caratteri diversi.
Devo riconoscere a mio padre che non è mai stato ingombrante da quando sono stato eletto consigliere.

Vivi da sempre a Rocca Priora. Cosa rimpiangi, ovviamente se c’è, del tuo paese quando eri ragazzo?
Rimpiango la socialità e quel modo di frequentarsi che oggi con la frenesia della nuova società e i social si è perduta. Mi piace ricordare il paese di quando ero ragazzo, dove in ogni angolo c’era una comitiva con cui condividere pomeriggi e condividere avventure. La Rocca Priora estiva che era spesso in festa ed era una vera gioia per noi ragazzi. I bambini che giocavano per strada.
Rimpiango l’umanità che portava le famiglie ad aiutarsi l’una con l’altra, e un’immagine che ricordo bene è la chiave di casa attaccata all’esterno della porta che dava quel senso di accoglienza e di fiducia che oggi è del tutto sparito.
Ma capisco che la società cambia e anche i ritmi della nostra vita sono cambiati, ma dobbiamo fare in modo che non si dimentichi che lo stare insieme è una delle nostre più grandi risorse, per questo bisogna lavorare per creare spazi e opportunità per il nostro bellissimo paese.

Ti faccio una domanda in apparenza scomoda.
In un’altra intervista mi è stato detto che il Partito Democratico di cui sei stato segretario oggi risulterebbe commissariato.
Puoi spiegarmi meglio cosa è successo?

Semplicemente ho rassegnato le dimissioni da segretario del Circolo per evitare strumentalizzazioni e polemiche intorno al ruolo del PD locale.
Dal 2020 sono segretario del PD di Rocca Priora e ho sempre lavorato insieme al direttivo per ricompattare un circolo che si era diviso sulle scelte delle elezioni amministrative del 2019 e che aveva portato una piccola minoranza a fare altre scelte.
Da segretario ho sempre scelto il dialogo e il confronto con il direttivo con il partito le forze politiche protagoniste a Rocca Priora, questo ha portato me e il direttivo a scegliere un percorso civico che in queste elezioni comunali ci vede appoggiare la lista civica FARE ROCCA PRIORA, con Claudio Fatelli sindaco.
Anche in questa tornata elettorale il protagonismo di pochi stava creando frizioni all’interno del Partito anche a livello provinciale e regionale, per questo ho deciso di congelare le attività del circolo locale facendo un passo indietro.
Dopo le elezioni però, come sempre io e i miei compagni di viaggio saremo pronti a sanare ogni incomprensione e a lavorare per l’unità del partito, cercando di lasciare alle spalle polemiche e personalismi.

Quindi tu, se non ho capito male, dimettendoti hai compiuto una scelta proprio a salvaguardia del partito stesso hai preferito essere il, passami il termine, capro espiatorio proprio per evitare ulteriori scossoni al partito?
Assolutamente, il partito è al di sopra di ognuno di noi e dobbiamo tutelarlo in qualsiasi modo. Io, Federica Lavalle e Daniele Pacini abbiamo contribuito a fondare il circolo PD di Rocca Priora insieme ai nostri, consentimi il termine “i nostri vecchi”, che venivano da culture diverse e che ci hanno insegnato il valore dello stare insieme e della cultura di stare nel partito. Per questo il partito per noi viene prima dei nostri destini personali.
Voglio farti una domanda davvero personale che fino ad oggi non ho posto a nessuno.
Queste sono le prime elezioni amministrative nei Castellli Romani senza Bruno Astorre. Un’assenza, a mio avviso, davvero forte.
Cosa aveva in più Bruno rispetto a tutti gli altri e cosa ti ha lasciato in eredità?

Con questa domanda tocchi i miei sentimenti più personali, faccio politica da quando ero ragazzo e Bruno è sempre stato PRESENTE. Voglio sottolineare la parola presente, perché a volte la presenza si da per scontata, ma è un valore che ha portato me e una generazione di amministratori a crescere grazie alla sua capacità di ascolto e ai suoi consigli. Bruno c’era sempre nei momenti di gioia nei momenti di sconforto e nei momenti complicati, sapevi che potevi fare una telefonata e ricevere un appuntamento e un consiglio che erano quasi sempre risolutivi. Era una presenza che riempiva. Riempiva i rapporti tra amministratori, sapeva fare rete e sapeva fare squadra facendo sentire tutti parte di una squadra che non lasciava mai nessuno indietro. Riempiva i rapporti nel partito, portando dialogo e unità come non era mai successo prima di lui. Riempiva ognuno di noi della certezza della sua presenza.
In eredità ha lasciato, almeno a me, l’importanza del saper ascoltare, che credo sia una delle migliori doti che può avere un amministratore e un politico. E la voglia di cercare sempre il dialogo, e non lo scontro, come soluzione ad ogni problema.

Se hai letto le altre interviste sai bene che amo “spulciare” nei profili facebook delle persone che intervisto per cercare di vedere sfaccettature diverse dei miei interlocutori.
L’8 marzo hai postato un pensiero davvero profondo:
Mi raccomando per l’otto marzo lasciate le mimose sugli alberi e alle donne regalate ogni giorno ciò che non appassisce mai: tenerezza, amore e rispetto.”
Assistiamo ancora a troppi fenomeni di violenza sulle donne.
Sei papà, sei marito, sei figlio … cosa può fare la politica e le amministrazioni per essere più vicini e testimoniare con maggiore forza la necessità di combattere senza sosta il fenomeno della violenza sulle donne?

Credo sia un fenomeno complesso, che parte da una cultura del possesso da parte degli uomini che deve essere superata.
Innanzitutto, credo che si debba fare un lavoro davvero importante di formazione a partire dalle scuole, per cercare di ridurre questo fenomeno per il futuro, sin dai più piccoli.
Credo poi sia importante che le amministrazioni lavorino sull’ascolto, le donne vittime di violenza non devono essere lasciate sole e devono trovare sempre un luogo dove essere ascoltate e aiutate. Si devono creare luoghi dove le donne possano essere accolte e secondo me in molti casi deve essere creato un sostegno economico che possa renderle indipendenti e autonome.
Ma soprattutto è importante parlarne sempre, tenere alta l’attenzione sul tema e non solo nelle giornate dedicate alla violenza sulle donne o della festa della donna.

Ultima domanda che è ormai il marchio di fabbrica delle mie interviste: la famosa bacchetta magica.
Quale sogno vorresti realizzare per te o per la tua famiglia e che sogno vorresti regalare a Rocca Priora?

Per me e la mia famiglia il sogno è quello di poter continuare a vivere serenamente come fortunatamente è stato fino ad oggi.
Per Rocca Priora vorrei che si realizzasse come comunità e che capisse le potenzialità che può esprimere sia come aggregazione di persone sia per la bellezza che esprime il paese, ma su questo spero e credo di dare il mio contributo nei prossimi 5 anni.

Un grande immenso a David de Righi per la sua disponibilità ed il suo personale ricordo commosso del senatore Bruno Astorre




Colonna, Nicola Zingaretti incontra i cittadini e il candidato sindaco

Ieri mattina un piacevole incontro con l’onorevole Nicola Zingaretti che, nell’ambito della sua campagna elettorale in vista delle Elezioni Europee che lo vedono candidato, ha incontrato i cittadini di Colonna nei pressi dei Giardini del Belvedere.
L’onorevole Zingaretti, già segretario nazionale del Partito Democratico e presidente della Regione Lazio, si è fermato a rispondere alle domande dei cittadini che gli chiedevano la sua posizione in merito ad alcune opere che il governo nazionale sta mettendo in atto.

Vede – ha risposto ad un cittadino – credo fortemente sulla necessità di creare infrastrutture necessarie al nostro paese ma che poi restino, come la linea ad alta velocità, nelle mani dei Governi Nazionali. Oggi due competitor utilizzano questa rete favorendo una libera circolazione e, soprattutto, i cittadini e le cittadine hanno la possibilità di scegliere il vettore che possono utilizzare.
Onorevole Zingaretti – gli abbiamo chiesto – ma cosa ne pensa del fatto che oggi, ad esempio, un viaggio in treno da Trapani a Messina dura tra le 10 e le 11 ore su una tratta di poco superiore ai 250 chilometri?
Vede Lei ha toccato un tasto dolente. Ancora oggi sulla rete ferroviaria siciliana insistono tratte monorotaria che rallentano di molto la viabilità per i cittadini dell’isola.
A suo avviso il ponte sullo stretto risolverà da solo questo problema?
Guardi sarebbe più opportuno programmare un piano pluriennale di sviluppo sull’intera rete ferroviaria e stradale dell’isola. Non è possibile pensare che il ponte da solo risolva la critica situazione stradale e ferroviaria della Sicilia. Ci vuole, come dicevo prima per l’alta velocità, una progettazione seria e programmata capace di sviluppare tutte le infrastrutture dei trasporti.
E poi l’abbraccio al candidato sindaco di Colonna, Fausto Giuliani.

l’onorevole Nicola Zingaretti con il sindaco di Colonna Fausto Giuliani

Un grazie all’onorevole Nicola Zingaretti ed al candidato sindaco di Colonna, Fausto Giuliani, per la loro disponibilità.