STAMINA, SPEDALI DI BRESCIA: I MEDICI SI RIFIUTANO DI SOMMINISTRARE LA TERAPIA E PIOMBA UNA DIFFIDA

di Cinzia Marchegiani

Brescia – E’ diventata una sceneggiata che non sta tenendo conto delle vite dei malati e dei loro diritti acquisiti, così agli Spedali Civili di Brescia, dopo che i nove medici del gruppo “Internal Audit Stamina” (reclutati dalla direzione generale ospedaliera) si sono messi le mani in tasca e rifiutati di eseguire le prestazioni mediche per la somministrazione delle terapie ordinate da sentenze di giudici, è arrivata lunedì, la diffida del “Movimento per le Cure compassionevoli” appena costituito, come mi conferma un loro membro. E’ un Obiezione Tecnica o Sciopero Bianco, già dal nome fa accapponare la pelle, mentre le ordinanze che hanno garantito il diritto all’autodeterminazione dei malati sembrano essere carta straccia, nonostante l’ospedale abbia sborsato, con i soldi dei contribuenti l’avvocato per opporsi con determinazione a questo diritto sancito dalla costituzione italiana in essere nell’Art. 32. Sarebbe interessante capire se l’esposto alla Corte dei Conti, tenga in considerazione anche quest’aberrazione. 

Il Movimento per le Cure Compassionevoli, costituito dalle famiglie dei pazienti che sono inseriti nella lista d’attesa, denuncia l’illegittimità dello sciopero medico. Non concederanno un attimo di tregua per combattere una ingiustizia per questi bambini vittime e bersaglio all'interno di una querelle con Stamina Foundation, scienziati detrattori, come se la scienza avesse titolo di parola a senso unico, giornalisti che hanno già pubblicato le loro sentenze, Ministero della Salute, Aifa, che hanno molte responsabilità da accertare.

Questo il loro monito:“Ancora una volta ci sentiamo traditi e abbandonati. Da una settimana la direzione degli Spedali ha interrotto la programmazione delle prossime infusioni, perché i nove medici preposti alla somministrazione delle cure hanno deciso di deresponsabilizzarsi nei confronti di una terapia interdetta dai Nas di Torino “a tutela della propria dignità personale”, dopo oltre due anni in cui hanno somministrato serenamente ai nostri figli le stesse terapie compassionevoli da cui adesso prendono le distanze”. “Non è però possibile ridurre a carta straccia le sentenze favorevoli dei Tribunali del Lavoro di tutta Italia che hanno ordinato agli Spedali il proseguo delle cure per i nostri malati – spiega il presidente del Movimento Gianpaolo Carrer – garantendo loro quella continuità terapeutica che ora rischia di venire meno e che invece è assolutamente necesaria al mantenimento di una buona qualità di vita. Ricordiamo, che le cure compassionevoli sono un diritto garantito dalla Legge Italiana attraverso il Decreto Turco Fazio del 2006 e la Legge 57 del 2013, scaturita dall'ex Decreto Balduzzi e votata dallo stesso parlamento che invece negli ultimi mesi sta tentando di disconoscerla. L'atteggiamento del personale medico è deontologicamente inaccettabile. Così come quello del commissario straordinario Ezio Belleri che, invece di organizzare l'ospedale in modo che i medici compiano quanto ordinato dai giudici,e fino ad ora applicato, alza le mani e temporeggia invitandoli ad agire “in scienza e coscienza”. Ma se realmente fossero stati ravvisati gli estremi per obiettare l'applicazione delle terapie, i medici avrebbero dovuto rifiutarsi di somministrarle fin da principio. Invece per molti mesi il protocollo Stamina è stato applicato sui nostri figli con la massima serenità e professionalità. Questo comportamento offende la nostra sensibilità e minaccia la dignità e la vita dei malati”. Ecco perché da parte del Movimento scatta la diffida contro la direzione ed i nove medici degli Spedali Civili che hanno aderito al cosiddetto “sciopero bianco”, allegando al testo parte dei certificati medici con i miglioramenti dei pazienti in cura perché se ne prenda atto, nel rispetto della privacy di ciascun paziente“. 

Conclude il comunicato anticipando una battaglia che non si fermerà fino a che i diritti dei malati non siano rispettati: “Se i nostri malati non dovessero esser curati, contravvenendo al provvedimento dei giudici, che ne hanno ordinato e garantito la continuità terapeutica, e alla Legge 57, ricorreremo anche alla giustizia penale”.

Ci sarà qualche magistrato, qualche alta istituzione capace di tutelare l’innocenza? Milan Kundera li apostrofava così: I bambini sono senza passato ed è questo tutto il mistero dell'innocenza magica del loro sorriso, mentre al Senato proprio in questo momento si passa al setaccio una storia che ha origini solo istituzionali, questa è l’Italia segnata dai conflitti d’interesse, che solo qualche santo in paradiso è capace di scardinare..Mastrapasqua DOCET!

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ANDRIA: CONFISCATI DAI CARABINIERI BENI PER 4 MILIONI DI EURO.

I provvedimenti eseguiti nella giornata di IERI sono stai emessi uno dal Presidente della 4ª Sezione Penale della Corte d’Appello del Tribunale di Bari ed un altro dal Presidente dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trani

 


Redazione 
Andria (BT) – Dopo circa un anno e mezzo dal sequestro d’urgenza eseguito nei confronti del pluripregiudicato Sgaramella Riccardo, detto “Salotto”, 58enne di Andria ritenuto contiguo al clan “ex Pastore”, i Carabinieri della locale Compagnia hanno eseguito un provvedimento di confisca beni, riconducibili all’uomo o intestati a “prestanome”.

Gli accertamenti patrimoniali, eseguiti dai militari e coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani utilizzando la norma introdotta dal codice antimafia e dalle misure di prevenzione che consente di “aggredire” i patrimoni di tutti i soggetti che vivono abitualmente con i proventi di attività delittuose, hanno evidenziato come lo Sgaramella ed il proprio nucleo familiare abbiano nel tempo mantenuto un tenore di vita notevolmente superiore alle proprie reali possibilità economico-finanziarie e capacità reddituali.

Lo stesso, coinvolto nel procedimento legato al traffico di sostanze stupefacenti nell’ambito dell’operazione “Castel del Monte”, ha intestato, nel corso degli anni, ad un prestanome le proprietà acquistate con i proventi di attività delittuose. Le indagini hanno inoltre evidenziato che lo Sgaramella ha sempre dichiarato redditi imponibili assolutamente al di sotto delle proprie reali possibilità, a conferma della palese sproporzione tra quanto dichiarato rispetto al valore economico dei beni sottoposti a confisca.

I provvedimenti eseguiti nella giornata di IERI sono stai emessi uno dal Presidente della 4ª Sezione Penale della Corte d’Appello del Tribunale di Bari ed un altro dal Presidente dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trani e riguardano beni per un valore stimato di circa 4.000.000 di euro. In particolare si tratta di:

– 2 società di gestione di stazioni di servizio per la distribuzione di carburante “Erg”, di cui una fornita di attività di bar – tabaccheria – gelateria; con sedi sociali in Andria e Foggia;

– 1 ristorante-pizzeria, una sala giochi, una autorimessa, 3 appartamenti, siti in Foggia;

– 3 immobili, di cui uno in Margherita di Savoia (BT) e due in Andria;

– 3 imprese individuali, 1 portafoglio commerciale, 3 quote societarie, 1 società – s.r.l., 6 polizze assicurative, 26 conti correnti/dossier titoli bancari; 4 auto/moto veicoli, 2 posti auto, 4 terreni di cui uno con una casa rurale ed un altro con fabbricato destinato all’attività agro-turistica con servizio di ristorazione con maneggio annesso e 30 cavalli tra gli altri animali presenti.

L’odierna indagine patrimoniale si inquadra in una ampia attività di contrasto alla locale criminalità organizzata che, nel solco degli indirizzi che provengono in tal senso dalla DDA barese è rivolta soprattutto ad aggredire i patrimoni illecitamente acquisiti. Il contrasto ai patrimoni illeciti diventa così non solo uno dei mezzi, forse il più importante, per un serio contrasto all’attività delinquenziale.

 




NOVARA: FANNO UNA SERIE DI RAPINE E POI "POSTANO" IL MALLOPPO SU FACEBOOK

Redazione

Novara (TO) – Mostravano con sfrontatezza su facebook il denaro frutto delle loro rapine, certi di non essere individuati. Ma cosi non è andata perché i poliziotti della Squadra mobile di Novara, coadiuvati da quelli di Torino, li hanno sorpresi e arrestati.

Si tratta di 5 giovani romeni, tutti domiciliati a Torino e provincia, responsabili di una serie di rapine. A loro carico anche l'accusa di associazione per delinquere in quanto i criminali avevano messo su una vera e propria organizzazione dove ognuno aveva il suo ruolo e il suo incarico. Inoltre i cinque avevano compiuto le rapine in modo estremamente violento, colpendo le vittime, tutte donne, con pugni in faccia anche se non opponevano alcuna resistenza.In alcuni casi le donne erano anziane ed hanno subito lesioni gravissime.

Gli arrestati sono responsabili delle 4 rapine avvenute a Novara lo scorso 30 dicembre e 2 gennaio; delle 3 rapine avvenute ad Asti il 5 gennaio 2014; nonché dei 2 furti con strappo avvenuti a Torino l'11 e il 17 gennaio 2014.

I poliziotti hanno effettuato anche perquisizioni nei confronti degli arrestati: sono stati sequestrati numerosi telefoni cellulari sottratti alle vittime durante le rapine e alcuni capi d'abbigliamento che i malavitosi indossavano durante gli episodi criminosi.




TERNI: SVENTATA UNA TRUFFA AI DANNI DELLE SUORE DI CLAUSURA DEL CONVENTO DELLE CLARISSE

Redazione
Terni
– “Congratulazioni, vi comunico che il vostro convento è beneficiario di un lascito di 50.000 euro, da parte di una signora inglese appena scomparsa, amica della vostra defunta badessa”.

Questo è quello che l’attuale badessa del convento di clausura della Clarisse di Terni si è sentita dire al telefono da un’impiegata delle poste alcuni giorni fa. La solerte impiegata ha spiegato come la generosa benefattrice aveva dato disposizioni per far arrivare la somma al convento, facendola parlare anche con un funzionario delle Poste che ha fornito alla suora i dettagli dell’operazione: due vaglia on-line da 1.500 euro ciascuno, per sbrigare la parte burocratica, da inviare il giorno stesso, e poi presentarsi con le ricevute alle Poste Centrali, fornendo il nome e il cognome dell’impiegato che, una volta lì, avrebbero dovuto contattare, compreso il suo numero di sportello.

La badessa, perplessa, si è consultata con le consorelle e, invece di richiamare le Poste, ha chiamato la Polizia. Immediati gli accertamenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, che hanno permesso di appurare che non solo non esistevano impiegati delle Poste con quei nomi, ma anche non era partita nessuna telefonata per il convento delle Clarisse dai loro uffici.

Un tipo di truffa on-line sicuramente originale sventata sul nascere; le indagini proseguono per risalire, tramite il numero di conto corrente, ai truffatori.
 




CAMPO IMPERATORE: UNA SLAVINA TRAVOLGE TRE SCIATORI

Redazione

Campo Imperatore – Tragedia in Abruzzo. Tre persone sono state travolte da una slavina a Campo Imperatore, sul Gran Sasso. L'Ansa ne dà notizia alle 17:46 di oggi 28 gennaio 2014. I soccorritori in un primo momento avevano dato per deceduto uno dei tre ma l'uomo, l'unico ad aver riportato problemi, è arrivato in ospedale in grave ipotermia. Sul posto il soccorso alpino, il 118, i vigili del fuoco e la polizia.
Lo sciatore in ospedale, 32 anni., afferma in una nota il Corpo Forestale, è stato travolto completamente da una valanga di superficie che si è staccata coinvolgendo gli altri due che, come lui, stavano facendo un fuoripista. Il bollettino Meteomont segnalava un pericolo valanghe 'Marcato' nella zona.
L'incidente è avvenuto in località Scontrone, nei pressi della funivia Fonte Cerreto, dove è immediatamente accorso personale del Corpo forestale dello Stato che sta ancora operando sul posto. E' intervenuta una task force di Forestali appartenenti al Soccorso alpino forestale, al comando stazione e al coordinamento territoriale per l'ambiente di Assergi, al servizio Meteomont del comando regionale de L'Aquila. Sul posto è intervenuto anche un elicottero AB 412 del Corpo forestale dello Stato che ha portato in quota personale e unità cinofile, proveniente dal Pescara.
A dare l'allarme, ha riferito il responsabile regionale del Soccorso Alpino del Cai, Antonio Crocetta, e' stato il fratello del 32enne ora in ospedale Mazzini di Teramo. Sull'uomo i medici sono intervenuti con l'innesto della circolazione extracorporea per riscaldare l'organismo e tentare nuovamente le tecniche di rianimazione, già effettuate sul luogo dell'incidente.




RENZI A LETTA: PRESTO CH’E’ TARDI

di Emanuel Galea

Chi l’italicum brandisce di porcellum perisce. Lo abbiamo scritto dai primi istanti che il sindaco di Firenze, fresco dall’incontro con il redivivo di Arcore, lo aveva annunciato alla stampa. Non ci volevano i “Sartori” per convincerci che la proposta di Renzi non fosse altro che un’ennesima bischerata. Siamo stati fra i primi a criticarlo. Lo abbiamo soprannominato “italicum acetum”. . . Secondo il commediografo romano, Tito Maccio Plauto, morto nell’anno 184 a.C., con questo appellativo sono conosciute le commedie ironiche, tipicamente italiane. Fra queste troviamo la commedia del sosia, quella della caricatura e quella della beffa. Appunto, riteniamo, e non siamo i soli, che il coniglio tirato fuori dal cilindro di Renzi non sia altro che una beffa, una bischerata. Ventinove illustri costituzionalisti e giuristi d’Italia, fra i quali spiccano i nomi di Stefano Rodotà, Besostri, Barberis e Azzarita , hanno firmato e pubblicato, sulla stampa, un appello: “L’italicum peggio del porcellum, fermatevi”.  Intanto l’iter va avanti. Il testo arriverà alla Camera mercoledì. Il caos regna sovrano. Una cosa emerge chiara da tutto il dibattito in corso.  Al centro di ogni discussione ci sta l’interesse dei partiti – cosa conviene al cittadino non viene considerato minimamente.

Renato Brunetta, esponente berlusconiano, sparge benzina infiammante: “Penso che alla fine ci sarà un accordo ampio o si cade già domani sera” Il Presidente Grasso, che di solito non brilla d’iniziative coraggiose, propone : "Aumento della soglia per accedere al premio di maggioranza". Verdini chiude la porta alla Boschi : “L’italicum rimane così”.Intanto scoppia il caso Di Girolamo. “Alfano mi ha lasciato sola”. Possibile ritorno a Forza Italia dopo questa delusione? Ora l’esecutivo rischia di cappottarsi per queste disavventure .
Sembra piacere a tutti l’uninominale. Stranezze della sorte, nessuno lo vuole adottare.

Renzi non si arretra di un unghia e fa muro sulle preferenze: “Sono fuori nell’accordo votato”. La minoranza PD dà battaglia. A questo punto esce chiara l’anomalia di tutto questo dibattito. Renzi insiste che le preferenze sono fuori “nell’accordo votato”. Votato dove?  Votato da chi? Se non vado errato il sindaco, si riferisce alle primarie PD.  Domandiamo, sempre che sia lecito, ma da quando in qua tutta l’Italia s’identifica con il PD? Nel ragionamento del “fiorentino” qualcosa non è chiara.  A complicare ulteriormente la già intrecciata  faccenda, ci si mette la magistratura. Arriva l’annuncio della procura di Milano inerente all’avvio d’indagine nei confronti di Silvio Berlusconi : Le acque si agitano sempre di più. Il giorno dopo l’arrivo dell’annuncio della procura di Milano, il Presidente Giorgio Napolitano, intervistato da Virus invia un monito ad approvare al più presto le riforme istituzionali. Alla voce autoritaria del Presidente  fa eco quella di Matteo Renzi : “O si chiude” o si perde l’ultimo treno.  Dai Letta, dai !  Presto  ch’è tardi.
 




EMERGENZA FARMACI SALVAVITA: NAPOLI, ROMA E IL RESTO DEL SUD ITALIA

di Christian Montagna

Altra crisi, altra emergenza. Il governo se ne frega altamente. Stavolta l'allarme arriva da Napoli precisamente dai farmacisti di Federfarma. La città partenopea però non è l'unica a risentire di questa grande emergenza: non si trovano i farmaci salvavita nemmeno a Roma e nelle altre città del sud Italia.
Succedeva ciò anche negli anni Novanta quando si ipotecavano immobili per acquistare la costosissima somatostatina.  Oggi l' alciparina per la cura delle trombosi e i broncodilatatori per la cura dell’asma sono proprio estinti.

Responsabile di questa preoccupante carenza è come al solito la brama di denaro. Case farmaceutiche e grossisti hanno pensato bene infatti di vendere all'estero i farmaci prodotti in Italia a prezzi maggiorati. Certo, perché di soldi ne guadagnano pochi le case farmaceutiche. Nel frattempo però c'è chi rischia di morire quotidianamente sotto gli occhi inermi delle istituzioni che sembrano non conoscere nemmeno il problema.  Forse il nostro governo ha troppe cose a cui pensare, qualora fosse composto da esseri pensanti, ma stavolta bisogna assolutamente bloccare il fenomeno perché in gioco ci sono le vite di molti malati. Tutto ciò si verifica in forma clandestina alimentando così un florido commercio parallelo all'estero. Tra l'altro chi riesce in tempo a procurarsi i medicinali nelle nostre farmacie li vende sottobanco a prezzi molto più elevati. Secondo il sistema dunque chi non ha le dovute disponibilità economiche può anche morire. I primi allarmi sono stati lanciati nel luglio 2013 e a distanza di sei mesi risulta sempre più difficile reperirli.  Anche nelle altre nazioni la speculazione è alle stelle soprattutto per quanto riguarda lo smercio di farmaci per la cura dei tumori. Come ogni problema, in Italia prima che qualcuno si muova c'è bisogno di arrivare allo stato di crisi totale.I medici chiedono a gran voce un intervento del governo.Non possiamo più vedere i nostri poveri anziani costretti a vagare invano per ore alla ricerca di un farmaco che potrebbe alleviare leggermente le sofferenze dovute alle malattie. Questo accade ancora una volta perché gli sciacalli devono incassare i loro sporchi guadagni alle spalle di chi ha la sola "colpa" di essere malato.
 




SALERNO: DALLA FRANCIA GESTIVA CON IL CELLULARE UN TRAFFICO DI DROGA IN ITALIA

Redazione

Salerno – Con un cellulare gestiva dal carcere un traffico internazionale di droga proveniente da Spagna e Olanda e destinata al mercato campano.

Il 50enne Liberato Spera, di Gragnano, nel napoletano, detenuto da un anno a Montepellier (Francia), era riuscito a mantenere la regia dell'organizzazione composta da 8 persone.

Ma la Squadra Mobile di Salerno, ha eseguito questa mattina cinque decreti di fermo, tra cui quello del figlio del capo dell'associazione.

La droga veniva venduta all'asta a Scafati nei capannoni di un'azienda di trasporti per poi essere smerciata nelle piazze del vesuviano e dell'agro nocerino-sarnese.

Dalle indagini è emerso che il gruppo aveva in programma a breve almeno cinque viaggi di rifornimento di cocaina in Olanda.

Decisiva ai fini delle indagini è stata la collaborazione dell'autista del tir che lo scorso 8 dicembre trasportava oltre mille e trecento chili di hashish proveniente da Barcellona a bordo di una nave giunta al porto di Civitavecchia.

I cinque, dell'età compresa tra i 40 e i 45 anni, sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.




CREMA: ARRESTATO PERICOLOSO LATITANTE

Redazione

Crema (CR) – I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Crema alle ore 16 circa di sabato scorso in Spino d’Adda lungo la “Paullese” hanno fermato l’AUDI A3 intestata ad una signora albanese di Palazzo Pignano, alla guida un 22enne autotrasportatore albanese dimorante a Pandino accompagnato dal passeggero che esibiva una carta d’identità ed una patente di guida della Lituania. I timbri e la stampa dei documenti insospettivano i carabinieri che conducevano i due uomini in caserma. Le impronte hanno rivelato che il passeggero con documenti falsi lituani era Aleksander EJELLI, 34enne, che in altre circostanze in Italia aveva riferito diverse generalità, ricercato da tre anni e mezzo, con due provvedimenti di cattura a suo carico:

· Ordine di carcerazione dell’ottobre 2010 del Tribunale di Alessandria, condannato per violenza sessuale, tratta, riduzione in schiavitù e commercio di ragazze minorenni finalizzato allo sfruttamento della prostituzione, reati commessi in Romania ed in Italia, nei primi mesi del 2005 a Saluzzo, Milano, Bra, Cuneo ed Alessandria, con sentenza divenuta definitiva il 6 maggio 2010 per rigetto del ricorso da parte della Corte Suprema di cassazione, della pena di nove anni e mezzo deve ancora scontare la pena residua di tre anni, un mese e dieci giorni di reclusione per questo procedimento.

· Ordinanza di ripristino della misura cautelare in carcere emessa dalla Corte di Appello di Torino che preso atto dell’irreperibilità dell’imputato al domicilio di Milano via Lomellina, delle inadempienze, segnalate dai carabinieri di Porta Monforte incaricati della vigilanza, alle prescrizioni imposte all’atto della scarcerazione, disponeva nel giugno 2010 la carcerazione del Aleksander EJELLI che non veniva più reperito; a suo carico gravi indizi di colpevolezza per reati connessi alla tratta delle donne destinate alla prostituzione.

Perquisita l’abitazione in Pandino sono state riscontrate tracce della sua presenza a casa del giovane alla guida dell’auto, per cui a carico dell’autista che lo stava accompagnando è stata avanzata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cremona l’ipotesi del favoreggiamento. Al latitante è stato contestato il nuovo reato di uso dei documenti falsi e delle false generalità dichiarate al momento del controllo.

L’arrestato già nel dicembre 2004 in una discoteca a Milano è risultato autore, con alcuni complici, di una spedizione punitiva nei confronti di possibili rivali, questi ultimi vittime di un pestaggio ben organizzato erano finiti in ospedale con gravi lesioni, un episodio forse propedeutico a quanto recentemente accertato dai carabinieri di Milano sul controllo della criminalità al servizio di security nelle discoteche. Il latitante fin dal 2005 è titolare di una agenzia di security che fornisce steward a discoteche milanesi AM Service di via Lomellina, in precedenza era dipendente di un’impresa edile di Melegnano. Anche il carcere, dal 2006 al 2007, per prestazioni lavorative gli ha pagato contributi, come nel 2009 un ristorante di Milano che gli aveva consentito la misura alternativa.




GIORNATA DELLA MEMORIA: TUTTE LE INIZIATIVE

Redazione

Sono numerosi i momenti di incontro e di riflessione dedicati alla "Giornata della memoria" celebrata, in Europa e nel mondo, il 27 gennaio di ogni anno in commemorazione delle vittime del nazismo, dell'Olocausto e in onore di coloro che, a rischio della propria vita, hanno protetto i perseguitati.

In questa occasione si concentrano diverse iniziative organizzate dalle questure per ricordare lo sterminio del popolo ebraico.

A Trieste, una corona di fiori è stata deposta davanti alla lapide che ricorda la prigionia di Giovanni Palatucci, ultimo Questore italiano di Fiume, "Giusto tra le Nazioni", "Servo di Dio" e "Medaglia d'oro al Merito Civile".

Il Cappellano provinciale della Polizia di Stato, don Paolo Rakic, ha benedetto la lapide e la corona.

A Rovigo è stato presentato il libro "KR 73456 Un internato italiano a Essen" di Beatrice Benà e Ahron Locci, rabbino capo della comunità ebraica di Padova. A seguire c'è stata la consegna delle medaglie d'onore ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti.

A Roma, alla Scuola superiore di Polizia, alle 20,30 di questa sera viene presentato il saggio di Mario Avagliano e Marco Palmieri "Di pura razza italiana. L'Italia «ariana» di fronte alle leggi razziali". Per la prima volta in Italia, il libro mette a fuoco la reazione di complicità, indifferenza, opportunismo, ma anche di solidarietà, degli italiani "ariani" ai provvedimenti contro gli ebrei; nel nostro Paese la persecuzione è iniziata con le "Leggi per la difesa della razza" emanate nel 1938 dal regime fascista. Per la stesura del libro l'autore si è avvalso di una ricognizione ampia e approfondita dei documenti dell'epoca provenienti da tutta Italia, quali diari, lettere, denunce, tabella di giornale e relazioni fiduciarie.

Ferrara commemora le vittime della Shoah con una serie iniziative tra cui quella di venerdi 31 gennaio in cui, alle 10,30, nella caserma "Bevilacqua" viene deposta una corona d'alloro al cippo commemorativo dedicato ai cittadini ferraresi di religione ebraica che vi furono ristretti nel febbraio del 1944, prima di essere trasferiti nel campo di concentramento di Fossoli (Modena) e, successivamente, deportati nei campi di sterminio tedeschi, dai quali solo pochi fecero ritorno.

A seguire, presso l'Aula "Melchiorre Fardella", si terrà un incontro, organizzato in collaborazione con l'Istituto di storia contemporanea di Ferrara, sul tema: "Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario", con la partecipazione di esponenti della comunità ebraica, di un testimone della Shoah e di una rappresentanza di studenti degli Istituti "G. Carducci" e "Vergani Navarra".

La "Giornata della memoria" verrà ricordata a Pisa domenica 2 febbraio dove si celebrerà la figura di Angelo De Fiore, questore di Pisa dal 1955 al 1956, quale esempio di umanità e coraggio per aver salvato la moltissimi ebrei.

In suo onore, nella mattinata di domenica, verrà scoperta una lapide nell'atrio della questura e a seguire, nell'area verde "porta della Città", nei pressi dell'aeroporto di "Galileo Galilei" sarà intitolato un giardino al questore De Fiore dove sarà scoperta una scultura.

Molte le iniziative anche nelle altre città italiane, tra cui Bari, Vicenza e Potenza dove sono state consegnate medaglie d'onore a cittadini deportati e internati nei lager.




IMPERIA: UNA LADRA CON 52 IDENTITA' DIVERSE PER NON FARSI SCOPRIRE

Redazione

Imperia – Inventare un nome falso per non farsi riconoscere, si sa, è una prassi assai utilizzata soprattutto da parte di stranieri, ancor più se nomadi e ricercati; averne due o tre passi, ma collezionarne ben 52, con la speranza di non venire scoperti, rappresenta un vero e proprio record.

Ciò che ha spinto Sj., trentasettenne nata a Torino di origine croata, a sbizzarrirsi con tante identità differenti da dichiarare ogni qualvolta veniva denunciata o arrestata in quanto dedita a furti in appartamento e talvolta rapine, è certamente la volontà di perseverare nelle attività criminali.

La donna stava rientrando in piena notte dalla Francia a bordo un autocaravan con targa italiana assieme al marito e al figlioletto. All'ALT della Polizia di Frontiera, per verifiche di routine, ha cercato di eludere i controlli, facendo leva sul suo avanzato stato di gravidanza e sulla presenza del bimbo. Gli Agenti del Settore, con ferma gentilezza, hanno dato sfogo al loro intuito perseverando negli accertamenti e scoprendo così che la stessa era particolarmente "conosciuta" alle Forze dell'Ordine. In ufficio, i Poliziotti del Settore hanno dovuto svolgere un lungo lavoro di analisi e comparazione dati ed impronte, visionando lunghe pagine di precedenti penali ognuno dei quali portava un nominativo differente.

E' stato così appurato che la donna, sotto ben 52 diversi nomi, aveva collezionato reati nelle principali città del Lazio, Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana, Reggio Emilia, Puglia e soprattutto Liguria, giungendo fino a Sanremo; sorprendente la sua capacità di perpetrare furti con scasso in appartamento e rapine per i quali già dall'età di 14 anni, era stata arrestata.
Dal 2008, a seguito di condanna da parte del Tribunale di Alessandria, era ricercata dovendo scontare una pena di 5 anni e 8 mesi per i reati suddetti, ragione per la quale, presumibilmente, si era nascosta in Francia.
Non si esclude pertanto la possibilità che la donna intendesse riprendere la sua "attività" illecita nuovamente nell'estremo ponente approfittando del suo stato interessante, attività a cui gli uomini del Settore hanno messo la parola fine.