LAVORO: PER 1 STUDENTE SU 4 IL FUTURO E' NELL' ITALIAN FOOD

Redazione

In Italia vedono una prospettiva di lavoro futuro nell’agricoltura e nel cibo quasi uno studente su quattro con ben il 23 per cento degli iscritti al primo anno delle scuole secondarie superiori tecniche e professionali che ha scelto per il 2013/2014 un indirizzo legato all’agricoltura e all’enogastronomia. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo in occasione della giornata inaugurale di Fieragricola di Verona che ospita nello stand della Coldiretti, nel padiglione 2, uno spazio dedicato alle idee geniali proposte dalle nuove generazioni in agricoltura, dal vino di giuggiole dell’Odissea agli agrocosmetici alle stelle alpine, dai mobili rivestiti da fibra di fico d’India alle mozzarelle con latte di capra, dal ragu’ di trota al latte a lunga conservazione 100 per 100 italiano.

Nell’anno scolastico 2013/2014 si sono iscritti al primo anno degli istituti tecnici e professionali della scuola secondaria di secondo grado, statali e paritarie 262.716 giovani e tra questi ben il 23 per cento ha optato per l’agricoltura, l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera, che complessivamente hanno registrato 60.017 nuovi iscritti. Una tendenza che si sta accentuando negli ultimi anni nelle scuole superiori che è confermata anche dai livelli superiori di istruzione, secondo un’analisi della Coldiretti sulla base di una ricerca Datagiovani relativa agli effetti della recessione sugli Atenei italiani nel periodo dal 2008 ad oggi. Le iscrizioni alle Facoltà di scienze agrarie, forestali ed alimentari hanno fatto registrare la crescita piu’ alta nel periodo considerato con un aumento del 45 per cento.

Numeri che testimoniano una vera rivoluzione culturale, confermata anche dai risultati di un sondaggio Coldiretti/Ixe’ secondo il quale il 54 per cento dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (21 per cento) o fare l’impiegato in banca (13 per cento). Ed anche che il 50 per cento degli italiani ritiene che cuoco e agricoltore siano le professioni con la maggiore possibilità di lavoro mentre solo l’11 per cento ritiene che l’operaio possa avere sbocchi occupazionali. D’altra parte, secondo l’indagine, il 79 per cento degli Italiani sostiene che in futuro in Italia ci sarà un numero minore di fabbriche. Per questo – continua la Coldiretti – l’88 per cento degli italiani afferma che il sistema di formazione nazionale andrebbe riqualificato anche con un corso specializzato all’Università sulla valorizzazione del Made in Italy.

“I giovani hanno visto prima e meglio di altri dove ci sono reali prospettive e di fiducia per far tornare a crescere l’Italia”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “è in atto una rivoluzione generazionale che punta su quegli asset di distintività nazionale che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l’arte, il cibo e la cucina”.

I VINCITORI DELL’OSCAR GREEN COLDIRETTI PRESENTI IN FIERAGRICOLA

Il vino di giuggiole – Viene direttamente dall’Odissea l’idea della marchigiana Martina Buccolini di produrre un vino di giuggiole, sulla scorta di quello assaggiato da Ulisse nell’isola dei lotofagi. Un vino che necessita di ben tre anni per essere realizzato ma in questo modo, il vecchio detto di sentirsi in un "brodo di giuggiole" prende forma e diventa realtà, si chiama 'giuggiolone' e insieme alle conserve inimitabili dell'azienda macina premi e riconoscimenti in Italia e nel mondo. Oggi Martina, con la sua azienda, lavora al recupero della biodiversità, riportando in vita antiche ricette e frutti scomparsi. Ne sono un esempio le confetture, i sott’olio e le salse vendute in tutto il mondo, di cui l’ultimo esempio è un condimento preparato riscoprendo le erbe di campo.

I cosmetici alla stella alpina – Aveva intrapreso una carriera professionale, ma il richiamo della stella alpina l'ha trattenuta nelle meravigliose montagne del Trentino. Così Moira ha mollato tutto ed è ritornata alla natura. Oggi, grazie alla sua straordinaria capacità di analisi del mercato, una spiccata visione futura e soprattutto la grande abilità con le nuove tecnologie riesce a far arrivare i suoi cosmetici realizzati con le erbe tipiche del territorio, dalla stella alpina all’arnica fino al genepy, in ogni angolo del Bel Paese attraverso la pratica dell'E-shop. La sua azienda ha inoltre sposato la multifunzionalità, oltre ai cosmetici offre ai suoi clienti prodotti e trasformati a chilometro zero, fattoria didattica e visite guidate per un'esperienza indimenticabile sulle vette incantate del magico mondo del Trentino.

Gli agrimobili di fico d’india – Erano destinate alla discarica e rappresentavano un problema da risolvere per molti agricoltori le foglie di fico d'india da smaltire. Ma quella fibra resistente ha acceso una lampadina nella testa del pugliese Marcello Rossetti che ha creato la prima linea di agrimobili, ossia complementi d’arredo interamente rivestiti dalla fibra di questo particolare frutto che viene estratta dalle pale ancora verdi. Grazie alla cura nella lavorazione ed i trattamenti effettuati che garantiscono una assoluta resistenza nel tempo ciascun mobile risulta autentico ed inimitabile perchè le venature della fibra creano disegni e colori sempre unici. Nell'incantato centro storico di Lecce il punto vendita 'Sikalindi' è la gioia di turisti, curiosi e clienti provenienti da ogni parte del mondo.

La mozzarella di pecora per intolleranti – I suggestivi pascoli sardi non sono soltanto pagine di storia o capitoli di meravigliosi romanzi. Ma sono l'aroma di prelibatezze incredibili. E’ nata così la prima mozzarella a base di latte di pecora. Una sorpresa per i golosi, ma soprattutto una grande occasione per quanti vivono il problema dell'intolleranza al latte vaccino. Insomma i prodotti dell'azienda Pab'é is téllasa di Maria Atzeni hanno raggiunto un incredibile successo tra i più esigenti ristoratori del territorio, ma anche tra le più esigenti casalinghe dei mercati di campagna amica. E se la filiera ovina di Sardegna, in questa realtà chiude perfettamente il cerchio, il primato della prima mozzarella di pecora è la semplice conferma di aver fatto la scelta giusta.

Il ragù di trota – Scendono dalle vette più alte del Piemonte e finiscono nelle vasche dell'azienda agricola San Biagio di Delia Revelli. Sono le acque pure di sorgente dentro cui è allevata un'ampia varietà di pesci d'acqua dolce. Prima fra tutte la trota, sempre più ambita non soltanto in ambito nazionale. A pochissimi passi dalle vasche il prodotto è trasformato e confezionato. Ecco allora che nascono i filetti di trota affumicata, al moscato, grigliati, il paté di trota, il ragù di trota, il tonno di trota, le guance di trota e tanti altri. Come inizio del percorso di vendita diretta Delia Revelli ha partecipato ai mercati di Campagna Amica fino a diventare socio fondatore della cooperativa che gestisce la Bottega di Campagna Amica di Fossano..

Il latte Uht 100% italiano – Il primo latte Uht è pronto a sfidare il fresco. Buono, a lunga conservazione e di qualità. “Scrivano in etichetta dove prendono il latte i nostri concorrenti e siamo pronti a sfidarli sugli scaffali”: questa la scommessa lanciata da Brescia alla concorrenza internazionale da Enrico Bettoni e Pietro Pierani. Dalle stalle al supermercato l'Uht 'Voi' è il fiore all'occhiello del territorio. Una competizione leale basata sulla verità dell'origine, sulla qualità dei processi e sull'eccellenza del prodotto. Così si rinnova l'agricoltura e in azienda si fa spazio la nuova generazione che avanza.




CATANZARO: CONFISCA DI BENI PER 1 MILIONE DI EURO A FRANCESCO LOIARRO

Redazione

Catanzaro – Nella giornata di ieri, personale della sezione misure di prevenzione della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Catanzaro, ha proceduto alla confisca patrimoniale di beni di ingente valore economico a carico di Loiarro Francesco nato a girifalco il 18.3.1955, ivi residente in Contrada Colaierni ed all'esecuzione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale della P.S. per la durata di anni uno, ai sensi della vigente normativa antimafia sulle misure di prevenzione.
Il provvedimento emesso dalla seconda sezione penale del Tribunale di Catanzaro nei confronti del Loiarro, ex avvisato orale di P.S. con condanne per reati contro il patrimonio, in materia di armi e di stupefacenti, è conseguente ai numerosi ed univoci elementi specifici accertati dai poliziotti dell'ufficio misure di prevenzione della divisione anticrimine nel corso di pochi mesi di indagini, che hanno dimostrato come il suddetto possa essere ricondotto alla categoria di persone che vivono abitualmente con i proventi di attività delittuose.
Gli elementi investigativi raccolti (fonti documentali, fonti conoscitive) hanno delineato, infatti, l'attualità della pericolosità sociale del Loiarro, presupposto per indurre l'autorità giudiziaria a disporre la confisca dei beni, già sequestrati in via d'urgenza con decreto del 19.11.2012, depositato il 20.11.2012 e convalidato il 18.12.2012, nonché l'applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di p.s. per la durata di anni uno.
L'esecuzione della misura patrimoniale, ha interessato quattro autovetture tra cui una BMW ed una Audi A6, tre appezzamenti di terreno cinque fabbricati ubicati nei comuni di Girifalco e Amaroni.
Il valore complessivo dei suddetti beni, affidati per la gestione ad amministratore nominato dall'autorità giudiziaria, è di circa 1.000.000,00 di euro.
Un decisivo intervento, per il ripristino della legalità, è rappresentato, dunque, dal sistema delle misure di prevenzione patrimoniale, idoneo ad individuare i capitali di provenienza illecita che costituiscono le risorse fondamentali delle consorterie criminali.
La loro vera forza risiede, infatti, nel potere economico e, pertanto, la lotta alle organizzazioni delinquenziali, per essere pienamente efficace, non può prescindere dalla conoscenza e dalla conseguente aggressione dei patrimoni accumulati mediante il compimento di azione delittuose.
Nel caso di specie sono stati aggrediti i beni di illecita provenienza, riconducibili nella disponibilità di persone indiziate di essere abitualmente dediti a traffici delittuosi, mediante l'applicazione della normativa in materia di misure di prevenzione di carattere patrimoniale e segnatamente le norme che prevedono la confisca dopo il sequestro.
Questa operazione conferma l'impegno costante dell'Ufficio Misure di Prevenzione, Settore al quale il Questore di Catanzaro, Dr. Vincenzo Carella, ha dato ulteriore impulso per colpire le organizzazioni criminali dedite ad attività illecite ed individuare i loro patrimoni accumulati con tali proventi.




RAGUSA: TRAFFICO DI DOCUMENTI FALSI PER CENTINAIA DI IMMIGRATI CINESI…COINVOLTI ANCHE 5 RAGUSANI

Redazione

Ragusa – Sono centinaia i cittadini cinesi che si sono ricongiunti in Italia a dei loro parenti nel nostro Paese, in modo illegale. La Squadra mobile di Ragusa ha infatti scoperto un'associazione per delinquere specializzata nella gestione di permessi di soggiorno.

A capo della banda, un cinese di 57 anni ufficialmente imprenditore tessile.

Nella banda anche 5 ragusani che a vario titolo collaboravano alla creazione dei documenti necessari per l'arrivo in Italia di cittadini cinesi: i ragusani in particolare si occupavano di creare falsi contratti d'affitto, falsi contratti di assunzione, false buste paga; un impiegato dell'Ufficio d'igiene della città siciliana ometteva di effettuare i controlli sulle abitazioni dei futuri immigrati, per verificarne la congruità rispetto ai parametri minimi imposti dalla legge. Alla fine, tutta la documentazione veniva portata in questura e i cittadini cinesi, alcuni già in Italia clandestinamente, altri ancora in Cina, ottenevano l'agognato permesso di soggiorno.

I costi? L'affare fruttava alla banda tra i 7 e 9 mila euro per ogni permesso di soggiorno andato a buon fine. Il meccanismo era talmente collaudato che si rivolgevano al "gancio" cinese, connazionali presenti un po' su tutto il territorio nazionale. Richieste arrivavano da Prato, Milano, Torino, Roma, Ancona, Reggio Calabria.

Il sistema si è bloccato quando la Polizia di Stato ha cominciato a contare il numero spropositato di richieste di regolarizzazione di cittadini cinesi incrociando i dati con le denunce che nel frattempo alcuni imprenditori presentavano in questura; l'inps infatti richiedeva a questi ignari datori di lavoro i contribuiti per dipendenti "fantasma" assunti, di fatto, a loro insaputa.

La squadra mobile di Ragusa ha quindi ricostruito tutto il "sistema" creato dai criminali chiudendo il cerchio, stamattina, con gli arresti.




PERUGIA: FURTI TRA TOSCANA E UMBRIA, PRESA UNA BANDA DI 19 LADRI

Redazione

Perugia – Arresti a Perugia, Roma e Siena. A finire in manette, nelle prime ore di questa mattina, sono state nove persone tra albanesi e romeni accusati di numerosi furti, mentre altri due sono tutt'ora ricercati ed altri otto sono indagati.

Gli uomini della Squadra mobile di Perugia, con l'operazione 'Pitbull', hanno fatto chiarezza su 43 furti compiuti dalla banda, tra aprile e agosto scorsi, in esercizi commerciali e abitazioni dell'Umbria e della Toscana.

Le indagini sono iniziate il 15 aprile dopo un furto in una tabaccheria a Perugia, dove alcuni malviventi si impossessarono anche dei biglietti della lotteria istantanea.

Seguendo proprio la riscossione delle vincite i poliziotti sono riusciti, tramite alcuni filmati registrati dagli impianti di videosorveglianza, a individuare i primi malviventi.

Altri riscontri sui componenti della banda gli agenti li hanno trovati attraverso i profili facebook.

Una volta scoperti tutti i componenti dell'organizzazione gli investigatori hanno ricostruito anche i ruoli e le procedure per fare i colpi: i capi della banda individuavano l'obbiettivo e sceglievano le persone da impiegare nell'azione criminale, in base al tipo di furto.

Per piazzare la merce rubata invece, il gruppo aveva organizzato una rete di ricettatori.

I reati contestati ai 19 componenti della banda sono il furto aggravato, la ricettazione, il favoreggiamento e lo spaccio di droga.

La polizia ha inoltre recuperato e restituito ai proprietari 41 autovetture rubate oltre ad altra refurtiva tra trattori, attrezzi edili e da giardinaggio, tabacchi, cellulari, televisori, computer, macchine fotografiche, lavatrici, lavastoviglie e 16 mila litri di gasolio.




VENETO, MALTEMPO: 50 MILA ANIMALI SOTT'ACQUA

Redazione

Ben 12 mila pulcini sono già annegati, ma a rischio ci sono anche 30 mila polli e un migliaio di tori nelle stalle allagate del padovano mentre nel bellunese gli allevatori sono costretti a gettare il latte che non riescono a trasportare per l'isolamento causato dalla neve. È questo il primo bilancio dei danni all'agricoltura che superano già i 10 milioni di euro, presentato dalla Coldiretti veneto al presidente nazionale Roberto Moncalvo in visita alle aree alluvionate. Le coltivazioni a seminativo in pianura di cereali – sottolinea la Coldiretti – soffrono di asfissia e il raccolto è compromesso. Non va meglio per gli ortaggi in pieno campo allagati che stanno marcendo. I pregiati vigneti Doc del Piave sono stati sommersi dall'acqua mentre nelle serre – continua la Coldiretti – a causa dell'umidità le muffe stanno distruggendo le coltivazioni. “La situazione è drammatica nelle campagne dove è scattata la solidarietà degli agricoltori della Coldiretti che, con i trattori, aiutano a rimuovere la neve dalle strade ed aiutare le aziende in difficoltà”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che ci sono tutte le condizioni per chiedere lo stato di calamità per i danni all'agricoltura. Siamo di fronte – prosegue Moncalvo Coldiretti – ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si sono manifestati con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi, ma intense e il repentino passaggio dal sereno al maltempo con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire. Servono le opere infrastrutturali per la raccolta e la regimazione delle acque in una situazione in cui nell’82 per cento dei comuni italiani sono presenti aree a rischio idrogeologico per frane e/o alluvioni. A questa situazione – conclude il Presidente della Coldiretti – non è certamente estraneo il fatto che un modello di sviluppo sbagliato ha tagliato del 15 per cento le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata. Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento.

 




MODENA, MAXI OPERAZIONE ANTI DROGA: 31 ARRESTI

Redazione


Modena – Trentuno ordinanze di custodia cautelare in carcere, venti corrieri arrestati e cinque persone indagate a piede libero.
Questi i numeri dell'operazione antidroga, conclusa questa mattina dalla polizia di Modena, denominata ''Bishop'', grazie alla quale è stata smantellata un'organizzazione criminale che gestiva lo spaccio di stupefacenti del tipo ''brown sugar'', in modo capillare in Emilia Romagna e in buona parte del Nord Italia.

L'indagine, della Squadra mobile in collaborazione con la Direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa) ed il Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia di Stato, ha permesso di sgominare una banda formata prevalentemente da cittadini di nazionalità albanese, tunisina e marocchina.

Nel corso dell'inchiesta sono stati arrestati diversi corrieri e sequestrati numerosi chilogrammi di eroina tra le città di Modena, Milano, Bologna, Mantova e Novara, in collaborazione con gli agenti delle locali squadre mobili, coadiuvati da equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine e da due unità cinofile di Bologna.




CRISI: NON CI SONO PIU' ANIMALI "NELLA VECCHIA FATTORIA"

Redazione

La crisi mette a rischio la vecchia fattoria in Italia dove in un solo anno sono scomparsi oltre 10 milioni di mucche, maiali, pecore, capre, galline, oche e conigli. E’ la Coldiretti a lanciare l’allarme con il primo dossier sulla scomparsa degli animali dalle stalle italiane, in occasione dell’apertura della Fieragricola di Verona dove è tornata l’“Arca di Noe” con le piu’ rare e curiose razze in pericolo di estinzione. L’iniziativa promossa dalla Coldiretti in collaborazione con Italialleva dell’Associazione italiana allevatori (AIA) nel Padiglione 9 è forse l’ultima occasione per conoscere alcuni animali dal vivo nell’ambito della piu’ grande “stalla” mai aperta al pubblico in città in Italia.

Stalle, pollai e ovili si sono svuotati nel corso del 2013 con la Fattoria Italia che ha perso in un anno – sottolinea la Coldiretti – circa 7 milioni di polli e galline, 750mila tacchini. 700mila conigli e circa mezzo milione tra faraone, oche ed anatre. All’appello – continua la Coldiretti – sono venuti a mancare anche gli animali piu’ grandi: circa un milione di pecore, agnelli e capre, 650mila maiali, 45mila manze e 25mila bufali. Un crollo che – continua la Coldiretti – rischia di compromettere anche la straordinaria biodiversità degli allevamenti italiani dove sono minacciate di estinzione ben 130 razze allevate tra le quali ben 38 razze di pecore, 24 di bovini, 22 di capre, 19 di equini, 10 di maiali, 10 di avicoli e 7 di asini, sulla base dei Piani di Sviluppo Rurale dell’ultima programmazione.

Se dell’asino romagnolo noto per il suo temperamento vivace – sottolinea la Coldiretti – sono rimasti solo 570 esemplari impegnati nella produzione di latte uso pediatrico e per l’onoterapia, della capra Girgentana dalle lunghe corna a forma di cavaturacciolo si contano circa 400 capi per la produzione di latte destinato alla Tuma ammucchiata (formaggio nascosto) stagionata in fessure di muro in gesso e/o pietra, che in passato venivano murate per nasconderle ai briganti. Ma ci sono anche – continua la Coldiretti – la gallina di Polverara, ritratta con il caratteristico ciuffo fin dal 1400 in quadri e opere conservati anche nei Musei vaticani, la Mora romagnola una curiosa razza di maiale dal mantello nerastro, con tinte dell’addome più chiare, i bovini di razza Garfagnina con mantello brinato e pelle di colore ardesia che annovera una popolazione di appena 145 capi o quelli di razza Pontremolese che sono rimasti appena in 46. Piu’ numerose le pecore della razza Brogna con un gregge di qualche migliaio di animali che si caratterizzano dalle macchie rossastre più o meno estese che punteggiano la testa, le orecchie e gli arti mentre la pecora di razza Alpagota, originaria dallo storico altopiano di Alpago da cui prende il nome, puo’ contare oggi su 3363 capi.

A rischio non c’è pero’ solo la biodiversità, ma anche un importante comparto economico con l’allevamento italiano che vale 17,3 miliardi di euro e rappresenta il 35% dell’intera agricoltura nazionale con un impatto rilevante anche dal punto di vista occupazionale con circa 800mila persone al lavoro. La scomparsa della Fattoria Italia fa aumentare la dipendenza dall’estero che ha già raggiunto livelli preoccupanti: l’Italia importa il 42 per cento del latte che consuma, il 40 per cento della carne di maiale, il 30 per cento di quella ovicaprina e il 10 per cento della carne coniglio.

Sotto accusa per la Coldiretti è la mancanza di trasparenza nell’informazione ai consumatori che favorisce la concorrenza sleale di latte e carne a basso prezzo importati dall’estero. “Gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali riguardano due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all'estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta, e la metà delle mozzarelle che sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere”, ha denunciato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel chiedere “la piena attuazione della legge sull’obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti come richiesto peraltro dalla recente mozione approvata all'unanimità dall'Aula della Camera sull'etichettatura dei prodotti alimentari all’inizio dell’anno”.

Attualmente, infatti, in Italia non è obbligatorio indicare in etichetta la provenienza del latte a lunga conservazione in vendita e neanche l’origine del latte di mucca, pecora o capra impiegato nei formaggi. La mancanza di trasparenza in etichetta sulla reale origine colpisce anche la carne di coniglio, pecora, capra o maiale in vendita come fresca o anche trasformata. Le importazioni di carne dall’estero per realizzare falsi salumi italiani di bassa qualità fanno concorrenza sleale ai prelibati prodotti della norcineria nazionale, dal culatello di Zibello alla coppa piacentina, dal prosciutto di San Daniele a quello di Parma, con 615mila maiali “sfrattati” dall’Italia solo nell’ultimo anno.

In Italia sono state importate 57 milioni di cosce di maiali dall’estero destinate ad essere stagionate o cotte per essere servite come prosciutto italiano, a fronte di una produzione nazionale di 24,5 milioni nel 2012, mentre a fronte di un consumo di 2,05 milioni di tonnellate di latte a lunga conservazione solo mezzo milione è di provenienza italiana mentre il resto è stato semplicemente confezionato in Italia o addirittura è arrivato già confezionato, con un impatto negativo sul lavoro e sull’economia del Pese. Ma ad essere importati – conclude la Coldiretti – sono anche semilavorati come le cagliate, polvere di latte, caseine e caseinati che vengono utilizzati per produrre, all’insaputa del consumatore, formaggi di fatto senza latte.

 




ABRUZZO, ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE DI STAMPO MAFIOSO: SCATTATA ALL'ALBA L'OPERAZIONE "ADRIATICO"

Redazione

Chieti – Dalle prime ore di questa mattina, i carabinieri stanno eseguendo, nella provincia di Chieti e in altre localita' italiane, un'ordinanza di custodia cautelare emessa a carico di 31 indagati per associazione di tipo mafioso, estorsione e traffico di sostanze stupefacenti. Le indagini del Ros dei Carabinieri hanno consentito di scoprire un sodalizio di tipo camorristico con a capo diversi esponenti storici dei clan della Campania. Il sodalizio gestiva con modalita' tipicamente mafiose caratterizzate dal ricorso alla violenza ed alle intimidazioni, il controllo delle piazze di spaccio nell'area compresa tra Francavilla, Vasto, San Salvo ed altri comuni del Chietino.

Complessivamente gli indagati dell'operazione "Adriatico" dei Ros dell'Aquila, sono 84, di cui soltanto per 15 viene contestato il grave reato dell'associazione per delinquere di tipo mafioso. Arresti e perquisizioni oltre che nella provincia di Chieti (tra cui Gissi, Guardiagrele, Ortona, San Buono e Rapino) sono stati eseguiti a Napoli, Campobasso, Bari, Foggia, Salerno, Ascoli Piceno, Latina e Teramo. Le indagini dei carabinieri del Ros hanno portato a sgominare un pericoloso sodalizio di matrice camorristica diretto da esponenti di storici clan campani, come quello dei Vollaro. Il clan Vollaro e' un clan camorristico operante nella zona est di Napoli, piu' precisamente nell'area del Comune di Portici, zona completamente messa a tappeto dalle estorsioni, l'organizzazione e' stata definita dalle autorita' competenti clan di accattoni, infatti per la venalita' dei suoi affiliati non vengono risparmiati alla richiesta di pizzo anche modesti ambulanti che in prevalenza sono cittadini extracomunitari. Uno dei primi clan a schierarsi con Carmine Alfieri ora pentito, nella lotta alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo ed e' all'interno della Nuova Famiglia, che i Vollaro stringono le proprie alleanze.




EMERGENZA MALTEMPO: PROSEGUE L'IMPEGNO DELL'ESERCITO ITALIANO NELLE ZONE COLPITE IN EMILIA, LAZIO E VENETO

Redazione

Circa 140 militari e 41 mezzi dell'Esercito, tra cui cingolati BV-206 e macchine movimento terra, sono stati impiegati, nel bellunese, per il ripristino della viabilità e per lo sgombero della neve accumulata nei comuni di Cencenighe Agordino, Santo Stefano di Cadore, Pieve di Cadore, Falcade, Valle di Cadore, Arabba, Borca di Cadore, Rocca Pietore, Forno di Zoldo, San Pietro di Cadore, San Vito di Cadore, Sappada e Cortina d’Ampezzo.

A Cortina d'Ampezzo, inoltre, i rocciatori dell'Esercito sono impegnati nello sgombero dei tetti dagli oltre 2 metri di neve accumulata.
Nel trevigiano 175 uomini, mezzi speciali del genio e idrovore, per un totale di 35 mezzi dell'Esercito, sono stati impegnati per il monitoraggio e il rafforzamento degli argini, per il drenaggio delle acque e per la rimozione di detriti nei comuni di Motta di Livenza, Meduna di Livenza e Preganziol.

In Emila 60 uomini e donne dell'Esercito continuano, infatti,  ad operare nella provincia di Modena per il monitoraggio degli argini dei corsi d'acqua nel comune di Bomporto.

Nel Lazio l’Esercito opera, in concorso alle autorità locali, nel comune di Fiumicino con personale del genio, mezzi speciali, pompe idrovore e un' unità medica con il compito di fornire l'assistenza sanitaria di base, raccogliere le esigenze sanitarie della popolazione,  fornire, grazie al supporto della farmacia comunale, i farmaci necessari  e provvedere a fornire ossigenoterapia ai pazienti allettati.

Anche nelle prossime ore i mezzi speciali dell’Esercito continueranno ad operare, sulla base delle richieste avanzate dalla Prefetture,  lungo tutta la penisola in supporto alla popolazione.
 




SALERNO: PRELEVA 400 EURO DAL BANCOMAT E VIENE SCIPPATA DA DUE MALVIVENTI

Redazione

Salerno – Nella tarda mattinata di ieri 4 febbraio 2014, in Via Trento a Salerno, una signora salernitana 65enne, che aveva appena prelevato 400 euro da uno sportello bancomat e li aveva riposti in borsa, è stata avvicinata alle spalle da due giovani a bordo di uno scooter di colore scuro che le hanno strappato la borsa e sono fuggiti.
A causa dello strappo la donna è caduta al suolo ed ha riportato lievi escoriazioni riservandosi di farsi refertare successivamente. Indagini in corso per identificare i due scippatori da parte della Sezione Volanti della Questura di Salerno.
 




BARI: IMPRENDITORE MASSACRATO DAVANTI ALLA MOGLIE PER COSTRINGERLO A PAGARE IL PIZZO

Redazione

Bari – Per costringerlo a pagare 1500 euro al mese hanno brutalmente aggredito, davanti alla moglie, un imprenditore edile barese rischiando di fargli perdere un occhio. La vittima 41enne, sebbene gravemente ferita, ha trovato il coraggio di denunciare i fatti ai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bari che, in poco tempo, sono riusciti ad identificare tutti gli aggressori. Si tratta di sette soggetti, di Bitritto e di Ceglie del Campo, ritenuti vicini al clan Di Cosola, arrestati in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Bari su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia poiché ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione aggravata in concorso, lesioni personali gravissime e violazione della sorveglianza speciale.
I fatti risalgono alla fine dello scorso anno quando, in due distinte occasioni, hanno avvicinato la vittima minacciandola di gravi ritorsioni nei suoi confronti. In particolare nel mese di:
–         ottobre si sono portati nel barese presso un cantiere edile dell’imprenditore costringendolo a pagare 1500 euro al giorno per poter continuare a lavorare in quel luogo. Il 41enne, non acconsentendo alla richiesta estorsiva, decideva di chiudere il cantiere;
–         dicembre invece, considerato che la vittima vantava crediti per centinaia di migliaia di euro per dei lavori svolti in tutta la provincia di Bari per conto della ditta di uno degli arrestati, le davano appuntamento all’interno di un garage nel barese dove l’imprenditore si recava a bordo della sua auto in compagnia della moglie. All’interno del locale hanno dapprima minacciato l’uomo intimandogli di non pretendere il pagamento di alcun credito e successivamente mentre uno di loro tratteneva l’imprenditore gli altri aggredivano l’uomo con calci e pugni procurandogli fratture multiple al viso, distorsioni ed ecchimosi su tutto il corpo. Nonostante l’uomo fosse disteso a terra, gli aggressori, davanti agli occhi della moglie, continuavano a colpirlo riferendogli che quella stessa sera sarebbe morto.

Tratti in arresto i sette sono stati associati presso le case circondariale di Bari, Taranto e Lecce.