RENZI – MENARINI: QUELLA STRANA COPPIA DI FIRENZE DALLA MERKEL

di Cinzia Marchegiani

L’hanno nominata la delegazione degli undici, quella convocata dal premier Matteo Renzi che lo corso 17 marzo ha incontrato la cancelliera Angela Merkel.

Appuntamento importante per il destino di tanti italiani, obiettivo primario per Matteo Renzi era quello di convincere la cancelliera tedesca riguardo la proposta di alzare di un 0,3/0,4 percento il rapporto tra deficit e pil, anche se in questo contesto sarà compito esclusivo del Parlamento Europeo e della Commissione la responsabilità e la variazione in merito.

Nella squadra italiana al summit tedesco oltre i politici dell’attuale governo Pier Carlo Padoan ministro dell’economia,  Federica Mogherini Ministro degli Affari Esteri , Federica Guidi Ministro dello Sviluppo Economico, Roberta Pinotti Ministro della Difesa, Giuliano Poletti Ministro del Lavoro e Maurizio Lupi  Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti l’enfant prodige, rottamatore del Partito Democratico e ora anche del Senato, si è giocato anche la carta dei big del patrimonio industriale nostrano. I titolari di questa maglia: Giorgio Squinzi, Presidente di Confindustria, Fulvio Conti dell'Enel, Mario Greco delle Generali e ultimo inserimento, gioco forza dei legami con il gruppo farmaceutico Menarini con la città di Firenze, Lucia Aleotti.

Ricordiamo che proprio lo scorso gennaio il Gruppo Menarini aveva consegnato tre alloggi di edilizia popolare assieme al primo cittadino alla città di Firenze, l’azienda farmaceutica aveva ristrutturato gli appartamenti di proprietà comunale mettendo a norma impianti elettrici, meccanici e termo-sanitari, sostituendo i rivestimenti nelle cucine e revisionando e sostituendo infissi, impegnadosi a contribuire ad un tetto confortevole per le famiglie fiorentine colpite dalla crisi economica (cui sono assegnati in base alla graduatoria sociale del Comune di Firenze).

Scelta coraggiosa per Matteo Renzi portare in Europa un colosso farmaceutico italiano sotto l’occhio del ciclone della Magistratura da diversi anni e che proprio in questi giorni la Procura di Firenze, ha aperto un’altra inchiesta a carico sempre della famiglia Aleotti.

Ora l’indagine mira a verificare l’ipotesi di riciclaggio o reimpiego di denaro da provenienza illecita in attività economiche e finanziarie, con cui la stessa Menarini ha acquistato il 4 percento del capitale della banca Monte Paschi di Siena MPS.

Si legge che per i PM Ettore Squillace Greco e Luca Turco le somme utilizzate proverrebbero da parte dei fondi accumulati dal Alberto Aleotti (padre di Lucia, ora Vicepresidente del Gruppo Menarini e Alberto Giovanni, Consigliere della MPS dal 28 aprile 2012) che proprio nell’aprile scorso è stato  ritenuto incapace di partecipare al processo per la truffa sui principi attivi dei farmaci al Servizio Sanitario Nazionale. Il capostipite, per le sue condizioni di salute non può essere processato per la truffa cui si sono dichiarati parte civile la Presidenza del Consiglio, il Ministero della Salute e quasi tutte le Regioni e le Asl d'Italia.

Ma la nuova bufera della Magistratura partita appena lo scorso 24 marzo ha aperto il dibattimento del processo per riciclaggio e frode fiscale a carico dei figli Lucia e Alberto Giovanni. L’attuale vicenda giudiziaria si articola sulle operazioni con cui la Menarini ha riportato i suddetti capitali tramite Scudo Fiscale e depositati tramite la Banca USB da cui avrebbe preso 178 milioni di euro necessari alle manovre per acquisire le azioni MPS. La prossima udienza è in agenda  per il prossimo 5 maggio.

Un’inchiesta che riapre voragini immense, conflitti  e crepe mostruose dove le lobby del farmaco hanno spesso legami troppo profondi con le quotazioni in borsa, società estere usate spesso come scatole cinesi… un sistema economico, che offre chance ghiotte, che nulla ha a che fare con la scienza medica,  e quindi è lecito sempre ricordare che l’industria del farmaco è un’azienda  tesa al profitto.

Renzi – Menarini una strana coppia che farà parlare, si auspica solo per questioni positive.

I legami tra il PD con la Banca Monte Paschi di Siena, si moltiplicano ora con il gruppo Menarini, che oltre ad avere Alberto Giovanni Aleotti nel Consiglio di Amministrazione della banca, ha acquistato il 4% del capitale della stessa MPS che nei mesi precedenti è stata definita la grande banca italiana a essere ancora controllata da un azionista di maggioranza «politico». Si legge: La Fondazione MPS, presieduta da Antonella Mansi, è governata da un consiglio di 14 componenti, dei quali la metà è nominata da Comune (4 membri), Provincia (2) e Regione (1) e il resto dalle istituzioni locali che – eccetto la Diocesi – alla politica fanno capo. A Siena la «politica» fa rima con Pd.”

In merito alle affermazioni che il premier Matteo Renzi ha fatto in visita dalla Merkel: «L’UE non causa problemi, ma è la soluzione… occorre restituire ai cittadini la possibilità di credere che l’UE non è la causa ma la soluzione dei problemi. Quei partiti che lo dicono sbagliano», sarebbe lecito chiedersi se il nostro premier ha acquisito il ruolo predominante dell’UE e della sua responsabilità in questa crisi poiché il sospetto scatta automatico soprattutto dopo che il Parlamento Europeo ha condannato aspramente le condizioni imposte dalla TROIKA in cambio dell'assistenza finanziaria responsabili di aver messo in pericolo gli obiettivi sociali dell'unione europea, e ha consegnato un  verdetto  inconfondibile: “La disoccupazione è aumentata, in particolare tra i giovani (e ciò porta alla loro emigrazione) e molte piccole imprese hanno fallito. I tassi di povertà sono aumentati, anche tra la classe media.”

L’importante ora è capire se si è consapevoli del danno perpetrato in tutti questi anni dall’azione e la cecità dei funzionari europei…e dai meccanismi di un’Europa che invece di attivarsi per una giustizia sociale né è diventata la causa del suo fallimento!
 




RIFORMA DEL SENATO: IL CONSIGLIO DEI MINISTRI APPROVA ALL'UNANIMITA'

Redazione

Roma – Approvato all’unanimità dal Consiglio dei Ministri il ddl di riforma costituzionale del Senato e del Titolo V della Costituzione lo ha annunciato il premier Matteo Renzi in conferenza stampa.

La nuova assemblea si chiamerà Senato delle Autonomie, non sarà elettiva e sarà composta da 148 senatori, compresi i 21 tra senatori a vita e personalità nominate dal Presidente della Repubblica.
 
La riforma del Senato "mette la parola fine a una discussione trentennale", ha commentato il premier. "Noi – ha spiegato Renzi – approviamo un ddl che intende superare il bicameralismo perfetto con quattro paletti: no al voto di fiducia, no voto sul bilancio, no elezione diretta dei senatori, no indennità per i senatori".  "E' una grandissima svolta per la politica e le istituzioni".

"Sono assolutamente certo – ha aggiunto, affiancato dal ministro Maria Elena Boschi che ha poi spiegato i dettagli del ddl e dal sottosegretarioalla presidenza del Consiglio Graziano Delrio – che non ci saranno tra i senatori persone che non colgano la straordinaria opportunità che stiamo vivendo. Sono certo che la stragrande maggioranza dei senatori non potrà scacciare questa speranza. Io sono convinto che non ci sia alternativa". "Non so se ci sarà il lieto fine ma questo è un buon inizio, il governo dice basta con i rinvii, mettiamo in campo il ddl costituzionale che ha una sua forza straordinaria".

Sulla tenuta del Pd che appare non così scontata, incalzato dai giornalisti, Renzi ha ostentato sicurezza: "Io non sono preoccupato". Quanto a Silvio Berlusconi, che ha parlato di mancato rispetto degli impegni da parte del Partito Democratico per lo stop imposto alla legge elettorale per dare priorità alla riforma del Senato, Renzi ha ricordato che al Nazareno tra i due leader era stato concordato non solo l’Italicum, ma un intero pacchetto di riforme comprendente, appunto, il superamento del bicameralismo. "Il Pd rispetterà l’impegno e sarà coerente" ha tagliato corto.

“Voglio essere l’ultimo presidente del consiglio ad avere ricevuto il voto di fiducia dall’aula di Palazzo Madama” ha poi aggiunto l’ex sindaco di Firenze.

Il ddl costituzionale prevede anche una revisione del Titolo V della Costituzione, con il riordino della ripartizione di competenze tra Stato e Regioni; l’abolizione del Cnel, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro. Renzi ha poi detto di auspicare che almeno in prima lettura il ddl possa essere approvato prima delle elezioni europee di fine maggio.

Il premier ha quindi spiegato che "da giovedì (sarà) a tempo pieno sulle questioni interne immaginando di presentare il Documento di economia e finanza tra martedì e mercoledì della settimana prossima". E ancora: "Entro fine aprile saranno affrontati i temi di fisco, pubblica amministrazione, innovazione e riorganizzazione dello Stato".

"I decreti per gli 80 euro in più nella busta paga dei lavoratori saranno approvati nella settimana di Pasqua". Tale tempistica – ha promesso il presidente del Consiglio – consentirà ai lavoratori con i redditi più bassi di vedere gli 80 euro nella busta paga di maggio.

Il ministro Boschi ha poi illustrato i dettagli della riforma. "Rispetto alla bozza del 12 marzo – ha detto la Boschi – ci sono delle modifiche. Innanzitutto cambia il nome: torna a chiamarsi Senato, ma si chiamerà Senato delle autonomie. Per la composizione c'è una apertura a discutere sulla proporzionalità per quel che riguarda le Regioni purché con le Regioni si trovi un accordo che ancora non c'è".

Sarà composto da 148 persone, mentre oggi i senatori sono 315; 21 nominati dal Quirinale e 127 rappresentanti dei consigli regionali e dei sindaci. Il ddl prevede una composizione paritaria di tutte le Regioni e tra Regioni e sindaci, ma c'è "la disponibilità a esaminare una composizione proporzionale al numero degli abitanti di ciascuna Regione". Ha sottolineato poi la Boschi che "gli ex presidenti della Repubblica e i senatori a vita faranno parte del Senato. Per il loro ruolo super partes entreranno dunque nella Camera meno politica"

"Il Senato – ha concluso la Boschi – mantiene la competenze per le leggi costituzionali. E dunque su quelle che sono le regole fondamentali per il nostro vivere insieme rimane una doppia lettura tra Camera e Senato per una maggiore garanzia".
 




MATTEO RENZI SENATO: "O RIFORME O ME NE VADO, BISOGNA AGIRE PER LA GENTE E NON PER LA CASTA"

Redazione

Più chiari di così si muore. Che cosa ci si poteva aspettare dal premier Matteo Renzi se non una puntata di piedi rispetto le proposte – accuse del presidente Pietro Grasso?  A Rtl 102.5, il presidente del Consiglio torna a parlare della questione Senato e avverte: "Se la classe politica dice che non bisogna cambiare, faranno a meno di me e magari saranno anche più contenti". E ancora: "Su questa cosa non mollo di mezzo centimetro, andiamo diritto. Voglio che anche chi non ci crede ed è sfiduciato possa vedere che stavolta il risultato lo otteniamo". "Nessun bluff, i parlamentari vanno ridotti" – "Per ridurre i parlamentari – riprende -, evitare il ping pong delle leggi, semplificare il quadro, facciamo del Senato, come in tanti Paesi, il luogo dove siedono, senza indennità, sindaci e presidenti di Regione. Si tratta di vedere se questa volta si bluffa o si fa sul serio, perché si chiede ai senatori di superare il Senato. Non è mica facile, lo so. Ma è una questione di dignità verso i cittadini. "Basta con i professoroni. Sono trent'anni che ci sono commissioni e superprofessoroni che discutono di riforma del bicameralismo". E Pietro Grasso non crede si possa riuscire? "No, non è proprio d'accordo" con la riforma, replica Renzi.
Il premier lancia anche un avvertimento chiaro e forte ai suoi: "Provo curiosità: voglio vedere se davvero non votano. I parlamentari del mio partito che non vogliono votare" il ddl costituzionale sul Senato "dovrebbero ricordare che" quella proposta "l'ho portato alle primarie" ed è stata "votata dai nostri elettori". E che è stata vagliata "due volte dalla direzione" del Pd. "Paradossalmente per creare lavoro bisogna rimettere innanzitutto a posto le regole istituzionali: superare il Senato, eliminare i politici dalle province e l'autentica vergogna delle rimborsopoli delle Regioni cui metteremo un freno per sempre", continua, sottolineando che le riforme istituzionali non servono "solo agli addetti ai lavori ma sono anche il presupposto per poter chiedere agli imprenditori internazionali di tornare a investire in Italia, con un sistema Paese che è più capace di creare lavoro".

 




SILVIO BERLUSCONI E IL DUBBIO AMLETICO

"Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile d'animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'iniqua fortuna, o prender l'armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli”.

 

di Emanuel Galea

Il Movimento Politico Forza Italia  nasce nel novembre 1993. Nel 2009 converge nel Popolo della Libertà per poi ritornare all’originale Forza Italia nel 2013. Oggi, Sergio Gaddi sta proponendo, dopo la sentenza della Cassazione, di ricambiare in “Berlusconi”. Falstaff di Shakespeare, se fosse qui, avrebbe risposto: "È questa la terza volta, ed io spero che il dispari mi porti bene. Ma svelta! Dicono che i numeri dispari hanno un influsso soprannaturale sulla nascita, la morte, e la fortuna… andate.“ Andate dove? Verso una nuova nascita? Verso la fortuna? Verso la morte politica? Questo è il dilemma per il fu cavaliere, questo è il rompicapo. "Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile d'animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'iniqua fortuna, o prender l'armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli”.

Barbara Berlusconi, figlia di Veronica Lario, preme e vuole che il padre la metta capolista alle europee. La Pascale, nessuno sa con quale titolo, insiste sulla candidatura della figlia di Silvio Marina Berlusconi. La Carfagna non disdegna, nel caso  a prendere il comando del partito. Alta marea in Forza Italia, troppi galli a cantare. Il sito di Libero afferma : “Nel partito comanda la Pascale” e Il Giornale mette in prima pagina: “La bomba Pascale su Forza Italia – ora comanda lei” Berlusconi si ridesta dal torpore ed ha uno scatto di virilità : “Sono tutte invenzioni. I miei figli non saranno candidati nelle liste per le europee”. 

Finalmente una ferma decisione. Sembra una risposta ai tanti galli che agitano il cortile dell’allevamento forzista. Francesca Pascale ha scatenato un terremoto. Forza Italia è in subbuglio più di quanto provocato dall’interdizione. Brutte impressioni sta dando Forza Italia in questi momenti. Sembra un reggimento in disarmo, un “rompete le righe”. In un’intervista, Gasparri etichetta le deputate di FI come “nominate da Berlusconi”. La risposta della Carfagna segue subito, dicendo che lui, Gasparri, non le sembra che sia lì,  grazie al consenso, ”almeno nelle ultime due, tre legislature, bensì perché nominato da Berlusconi come tutti noi".

Denis Verdini è amareggiato. Infastidito dalle dichiarazioni di Francesca Pascale e resosi conto che a comandare in Forza Italia ora sono i "quadrumviri", cioè la fidanzata del "capo", Maria Rosaria Rossi, Giovanni Toti e Marcello Fiori, si permette di levare un sassolino dalla scarpa: “ Io con la politica ci ho solo rimesso".

Il 10 aprile bussa al portone di Piazza San Lorenzo in Lucina e le previsioni non dicono tanto bene, pioggia a catinelle, un nubifragio e cieli scuri.   Il contatore gira inesorabilmente verso il 25 maggio e un ex grande partito di maggioranza rischia di mancare l’appuntamento con le prossime europee.
 




LOMBALGIA: PREVENIRE E' MEGLIO CHE CURARE

A cura della Dottoressa Marta Romagnoli – Fisioterapista

Per spiegare un problema così comune e diffuso come la lombalgia dobbiamo prima di tutto capire meglio l’anatomia della nostra colonna.
La colonna vertebrale è composta, dall’alto verso il basso, da 7 vertebre cervicali, 12 dorsali, 5 lombari , 5 sacrali (fuse tra loro), e un numero che varia da 2 a 5 coccigee (anche queste fuse in un unico osso).
Tra le principali cause di lombalgia abbiamo la mancata armonia delle fisiologiche curve della colonna che sono la lordosi cervicale, la cifosi dorsale e la lordosi lombare. Queste, infatti, conferiscono elasticità e resistenza alla colonna e la loro presenza determina il “giusto” lavoro di ogni singola vertebra. Quando una singola vertebra o un gruppo di vertebre non è inserito nella corretta postura della colonna, andiamo incontro a disfunzioni che possono interessare le faccette articolari e/o il disco intervertebrale. Il tratto lombare e quello cervicale, essendo i più mobili, sono quelli più comunemente colpiti da patologie; infatti, proprio perché più mobili, tendono a “compensare” e fare il lavoro che dovrebbero fare altre zone del corpo. Nel caso delle lombari non è raro trovare come causa del problema, un dorso particolarmente bloccato o un deficit all’arto inferiore che ci ha portato a sovraccaricare la colonna lombare.
La lombalgia è una patologia molto frequente: la maggioranza delle persone ha avuto nella sua vita almeno un episodio di lombalgia. Questa può insorgere in modo acuto (dolore improvviso che si protrae per più giorni e che tende a risolversi) o cronico (dolore che insorge piano piano, in maniera subdola, e che tende a recidivare). I sintomi sono: dolore nella parte bassa della schiena, spontaneo e accentuato dai movimenti; contrattura delle masse muscolari della zona lombare; rigidità del tronco.
La lombalgia, se non curata, può degenerare in lombosciatalgia. Il nucleo polposo del disco, per le continue sollecitazioni, comincia ad uscire e a farsi strada attraverso l'anello fibroso: si parla di protusione discale. Il disco, quando esce dalla sua sede, può comprimere le radici dei nervi, provocando dolore e formicolii lungo varie zone dell’arto inferiore (diverse in base a quale nervo è stato compromesso) fino ad arrivare (nel caso dell’ernia espulsa) a deficit della forza muscolare.
Durante la vita quotidiana spesso assumiamo posizioni e facciamo movimenti che non fanno altro che sovraccaricare ulteriormente il nostro povero tratto lombare.
Qui di seguito vediamo delle semplici regole da tenere in alcune situazioni per prevenire la comparsa della lombalgia:

1) non state in piedi con la schiena in iperlordosi (pancia in fuori) e le ginocchia iperestese, in quanto ciò concentra il peso del corpo sulla parte bassa della schiena;
può essere un ottimo esercizio, invece, piegare prima un ginocchio e poi l’altro, divaricare le gambe più o meno a larghezza spalle, muovere il baricentro finché il peso è distribuito ugualmente sia a destra che a sinistra;

2) se dovete stare in piedi per lungo tempo, appoggiate un piede su di uno sgabello per tenere dritta ed appiattita la parte bassa della schiena;

3) quando state seduti, attenti a non sedervi sull’osso sacro con il dorso flesso, le spalle in avanti e la testa flessa, ma sedetevi con il bacino ruotato in avanti appoggiati sulle tuberosità ischiatiche (le ossa che sentite al centro dei vostri glutei), in modo che la colonna assuma da sola una posizione corretta e non faticosa;

4) non sollevate mai nulla di pesante con le gambe dritte e flettendo la schiena, ma piegate le ginocchia e le anche in avanti, in modo da evitare tensioni nella zona lombare;

5) imparate a mettervi in piedi in maniera corretta:
– Prima si portano i piedi verso la sedia (i talloni sono in linea con le gambe anteriori della sedia).
 – Poi si piega in avanti il busto (e la testa) lasciando liberamente pendere le braccia, si sposta il baricentro dall'appoggio sopra le ossa ischiatiche all'appoggio sopra i piedi. Si sente che la pressione sui glutei diminuisce e sui piedi aumenta.
– Quando il peso appoggia completamente sui piedi, si manda in estensione caviglie, ginocchia, anca e busto erigendosi e lasciando penzolare le braccia liberamente.

Per mettervi seduti in maniera corretta dovrete fare esattamente il contrario.

Queste norme sono per lo più sufficienti a prevenire infortuni o sindromi dolorose a carico della schiena. Se invece la lombalgia si è già insediata, non vi rimane che contattare una brava fisioterapista!

 

Dott.ssa Marta  Romagnoli

Fisioterapista

Cell. 3281792352

 

Mail info@cpcr.it

 

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UE L’INDAGINE SULLA TROIKA CONDANNA IL SUO OPERATO… MA NESSUNO PAGHERA’ PER GLI IMPATTI DEVASTANTI

di Cinzia Marchegiani

Terminata l’inchiesta che ha messo sotto lente d’ingrandimento l’operato della Troika, la sua eccessiva austerità ha prodotto effetti negativi economici e sociali partorendo riforme catastrofiche segnando vite e storie umane sotto la sua inquisizione nonché cambiamenti geopolitici non indifferenti. I relatori a capo di questa iniziativa, il socialista Liem Hoang Ngoc e l’europarlamentare austriaco del centro destra Othmar Karas avevano accolto i dubbi in merito al lavoro sui salvataggi dei paesi della zona euro che hanno imposto condizioni assai rigorose dai rappresentati dei creditori internazionali. La storia ricorderà come l’intervento sulla Grecia abbia spalancato i dubbi sul metodo di queste azioni risolutive. Riflessioni che ora sembrano profetiche quelle dell’eurodeputato Marisa Matias (Sinistra Unita, Portogallo) che osservava come la BCE era intervenuta ben al di là delle proprie competenze interferendo con le politiche economiche e fiscali nei paesi in cui sono stati necessari i piani di salvataggio:”l'azione della BCE ha avuto un impatto sulle scelte degli Stati membri in questione, in particolare rispetto alla capacità d'investire in lavoro e crescita.”
Questo il verdetto dell’indagine appena conclusa: “Un sistema debolmente costruito” che condanna l'organizzazione della Troika. "Le tre istituzioni indipendenti, con una distribuzione non equilibrata delle responsabilità tra le medesime, cui si aggiungono mandati differenti e strutture negoziali e decisionali con diversi livelli di responsabilità, il che si traduce in una mancanza di controllo adeguato e di responsabilità democratica della Troika nel suo insieme". I Parlamenti nazionali sono stati troppo spesso lasciati fuori dall'equazione. I Ministri delle finanze dell'UE, in particolare dell'Eurogruppo, sono accusati di non riuscire a dare indicazioni politiche chiare e coerenti alla Commissione e per non essersi assunti la loro parte di responsabilità politica.

La verità affiora come una bolla d’aria in un’ampolla d’acqua, trascinando con se tutta la sua drammaticità, il Parlamento Europeo conferma che le condizioni imposte in cambio dell'assistenza finanziaria hanno messo in pericolo gli obiettivi sociali dell'Unione europea, in particolare perché è stato concesso poco tempo per l'attuazione di dette misure e perché non sono state eseguite valutazioni d'impatto adeguate del loro effetto distributivo su diverse fasce della società. “La disoccupazione è aumentata, in particolare tra i giovani – e ciò porta alla loro emigrazione – e molte piccole imprese hanno fallito. I tassi di povertà sono aumentati, anche tra la classe media. In poche parole “mancanza di un'adeguata valutazione d'impatto”…..
Ed ecco che da pochi giorni sono state votate e due  risoluzioni, quella  sull'indagine della commissione affari economici e monetari sul funzionamento della Troika, redatta da Othmar Karas (EPP, AT) e Liem Hoang-Ngoc (S&D, FR), è stata approvata con 448 voti favore a 140, e 27 astensioni, dove emerge che la struttura della Troika e i metodi di lavoro hanno ostacolato "l'appartenenza" nazionale e compromettono la trasparenza e la responsabilità. La seconda risoluzione della Commissione Affari Sociali redatta da Alejandro Cercas (S&D, ES), è stata adottata con 408 voti favorevoli, 135 voti contrari e 63 astensioni, e critica gli impatti negativi delle riforme ispirate dalla Troika sull'occupazione.
Dalle risoluzioni appena partorite escono dal cilindro le “Raccomandazioni”  e come primo passo, gli stessi deputati propongono l'introduzione di disposizioni procedurali chiare, trasparenti e vincolanti per la cooperazione tra le istituzioni in seno alla Troika e la ripartizione dei compiti al suo interno. Una migliore strategia di comunicazione è anche una "massima priorità", afferma il testo preparato dalla commissione affari economici. I programmi di aggiustamento devono includere "piani di emergenza" nel caso in cui gli scenari di riferimento previsti non si materializzino. I protocolli d'intesa, che sono alla base di tutti i programmi, dovranno meglio rispecchiare le dimensioni sociali e occupazionali. Ciascun paese oggetto di un programma dovrebbe beneficiare di una "task force per la crescita". Infine, ci vuole più impegno per garantire la responsabilità democratica e la partecipazione nazionale. Nel medio termine, la risoluzione raccomanda un ripensamento radicale della Troika, con un coinvolgionento del FMI "facoltativo",  la BCE presente solo come "osservatore silenzioso", e un "Fondo monetario europeo" come ruolo per la Commissione europea.
Inoltre i deputati chiedono alla Commissione e al Consiglio di prestare la stessa attenzione agli squilibri sociali e macroeconomici. Gli Stati membri e l'UE dovrebbero mettere in atto un piano di recupero di posti di lavoro, una volta superata la parte pià difficile della crisi finanziaria, tenendo conto, in particolare, della necessità di creare condizioni favorevoli per le  PMI, ad esempio con una riforma del sistema creditizio. La Commissione, la BCE e l'Eurogruppo (Ministri delle finanze dell'Eurozona) dovrebbero infine riesaminare il prima possibile le misure messe in atto, e l'UE dovrebbe sostenere, con risorse finanziarie sufficienti, il ripristino delle norme di protezione sociale.

Belle parole, votazioni interessanti, peccato che il danno sociale non lo pagherà nessuno, gli assetti politici ed economici stravolti non saranno ascrivibili ad alcun organo europeo, un po’ parafrasando hanno chiuso il recinto dopo che i buoi son fuggiti tutti. Se questa rappresenta la forma di democrazia cui i paesi membri devono attenersi, i nuovi scenari che si stanno proiettando come un’ombra inquietante sull’Europa, con gli ordini targati USA, lasciano presagire raccapriccianti futuri, dove ulteriormente i vincoli climatici ed energetici potrebbero continuare a schiacciare la zona euro,  favorendo squisitamente ancora le grandi potenze.

Allora una domanda sorge spontanea…con quali ausili democratici l’Europa ha difeso la giustizia sociale e i posti di lavoro? Eppure dal bilancio annuale dell'UE risulta un ammontare pari  150,9 miliardi di euro nel 2013, che con orgoglio viene definito come una somma ingente in termini assoluti, ma pari solo all'1% della ricchezza annuale generata dai paesi UE.
Il comunicato che segue lo stesso bilancio annuale specifica:”
La maggior parte di queste risorse è spesa per migliorare le condizioni di vita dei cittadini e delle comunità locali dell'UE, ed è diretta in particolare verso le regioni e le categorie sociali meno ricche, o destinata a creare posti di lavoro e a stimolare la crescita in tutta l'Unione”.
Considerazioni inopportune dopo l’esito dell’indagine sull’operato della Troika, ai cittadini europei sinceramente sembra di essere su Scherzi a Parte!
 




TUTTI PAZZI PER L'EUROPA O PER LE POLTRONE?

di Cinzia Marchegiani


Gli appuntamenti elettorali per le nuove votazioni in Europa stanno accelerando un insieme di azioni tese a valutare e mettere i conti a posti anche con i nuovi “amici” oltre oceano. Proprio questa settimana il Consiglio Europeo di Bruxelles ha un importante appuntamento in agenda. L'esito del summit appena conclusosi del 20 e 21 marzo sarà discussa in una conferenza straordinaria dei presidenti, aperta a tutti i deputati, con il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy. In data odierna una delegazione della commissione affari economici e monetari incontrerà i membri del Congresso degli Stati Uniti, il Tesoro degli Stati Uniti e le autorità di vigilanza a Washington per discutere il ruolo dei servizi finanziari nel commercio e gli investimenti partenariato transatlantico, le politiche macro – economiche e la lotta contro l'evasione fiscale. Nel frattempo, una delegazione della Commissione Affari Economici e Monetari incontra le autorità polacche intenta a valutare i progressi della Polonia verso l'adozione dell'euro mentre altre delegazioni, precisamente la “Sottocommissione per i Diritti dell'Uomo” e la “Commissione per gli Affari Esteri” andranno in Qatar per valutare la situazione dei lavoratori migranti in Qatar come follow-up alla risoluzione del PE novembre 2013, dove incontreranno i rappresentanti del Ministero degli Affari Esteri e del Lavoro, Comitato per i diritti Umani Nazionale ed esperti indipendenti.
Il Parlamento Europeo è in fibrillazione, anche il diario degli impegni del Presidente Schulz ha programmato la sua presenza in Danimarca per incontrare il ministro degli Esteri Martin Lidegaard e il Parlamento Speaker Mogens Lykketoft. Altre date lo vedono nel successivo tour in Finlandia per incontrare il presidente Sauli Niinistö, Presidente del Parlamento Eero Heinäluoma e le elezioni il primo ministro Jyrki Katainen.

Mentre nei Paesi membri dell’UE i partiti euroscettici stanno prendendo sempre più forza, Bruxelles si sta preparando per le elezioni europee, ma dovranno mettere a posto e lucidare tutte le azioni partorite in questi ultimi anni, sicuramente la fantasia non mancherà. Il dato oggettivo però fotografa una povertà devastante e un’economia cristallizzata in una morsa letale retrocessa di 40 anni, che non saranno facili da encomiare. In Italia, sulla strada percorsa rimangono i segni delle morti non arginate e ignorate dal silenzio istituzionale, una burocrazia senza logica ha definitivamente svuotato le aziende agricole, che nella disperazione hanno venduto le loro terre agli affaristi della green economy, le altre hanno delocalizzato in paesi dove la pressione fiscale permette di lavorare serenamente, il mondo delle partita iva è quasi andato in default, e i dipendenti pubblici sono gli unici che saranno ancora più spremuti. L’ombra inquietante dell’Inps miete già il terrore, forse fra poco non riuscirà a onorare le pensioni, mentre i continui tagli sempre più pesanti hanno tolto la dignità alla cultura, ai diritti dei malati e ai lavoratori. Fanno onore all’UE i fondi scialacquati in Africa per incentivare cultura ed economia, dimenticandosi però di dare pari opportunità alle nostre future generazioni e di difendere quelle che finora hanno lubrificato i motori dell’economia, questa è la patologia del non senso…I governi sono impegnati a fare i conti in bilancio, per mantenere un’Unione Europea che di fatto non è stata in grado di mantenere quei principi per cui è nata, cifre asettiche che testimoniano soprattutto la desertificazione industriale e dei diritti, questa è l’Europa che i tecnoeurocrati vogliono ancora difendere? Stonata ora l’obiettivo del trattato dell’UE: “Il diritto europeo attribuisce dei diritti e impone dei doveri non soltanto agli Stati membri, ma anche ai cittadini e alle imprese: diverse norme si applicano infatti direttamente ai soggetti di diritto privato. Il diritto dell'Unione europea costituisce parte integrante dell'ordinamento giuridico degli Stati membri: è ad essi che spetta in primo luogo attuare e applicare concretamente le norme europee. Ogni cittadino ha quindi il diritto di attendersi dalle autorità nazionali di tutti i paesi dell'Unione europea il pieno rispetto dei diritti conferitigli dal diritto europeo.”

Ed ecco che il Parlamento Europeo ci tiene ad organizzare un seminario per giornalisti sulle elezioni europee il 25 e 26 marzo, si legge:”il contesto politico delle elezioni, il ruolo dei partiti politici europei, le tendenze, le sfide e il futuro dell'Unione europea sono all'ordine del giorno.”

Queste le priorità..l’importante è saperlo.




ELISA VAVASSORI GIORNALISTA AFFETTA DA SMA INVIA UNA LETTERA AL PREMIER MATTEO RENZI

di Cinzia Marchegiani

Elisa Vavassori, è laureata in Linguaggi dei Media presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con una votazione di 110 e lode. Appassionata di libri e scrittura è autrice di due libri, “Handicap? Una testimonianza” pubblicato dalla Casa Editrice Il Filo di Roma, racconto che fotografa come i disabili, con tenacia e coraggio, possono realizzare i propri sogni, e un romanzo giallo, intitolato “Mea culpa” (entrambi i manoscritti sono stati scritti a quattro mani in collaborazione con la Dott.sa Maria Luisa Chiara, ideatrice del corso di scrittura creativa dell’Università Cattolica di Milano).

Elisa è giornalista pubblicista e collabora con la rivista trimestrale della Banca di Credito Cooperativo di Carugate e con il periodico comunale “Vivere a Carugate”. La sua intelligenza e la sua forza indomita l’hanno condotta a fare una battaglia fino ad incatenarsi per poter usufruire e ottenere dal Comune i fondi previsti dalla legge 162 del 1998, i così detti “Progetti di Vita Indipendente” che prevedono di erogare le risorse direttamente ai disabili non autosufficienti, perché scelgano e retribuiscano in prima persona chi si occuperà di loro, secondo le proprie reali necessità, evitando così di finire in strutture di lunga degenza, per il diritto di una vita indipendente. Dopo le vicissitudini del caso Stamina, la lentezza di avviare (sarà fatta?) la sperimentazione ci rende partecipi della sua missiva inviata all’attuale premier.

Ecco la lettera di Elisa:

Egregio Premier Matteo Renzi,

innanzitutto le porgo i miei migliori auguri per il suo nuovo incarico, sperando che possa finalmente aiutare in modo concreto il nostro Paese.

Chi le scrive è una semplice cittadina 32enne, laureata in giornalismo con 110 e lode, che fin dalla nascita, però, fa i conti con una gravissima malattia neurodegenerativa, la SMA, acronimo di atrofia muscolare spinale. Non cammino, non ho forza nelle braccia, ho seri problemi di deglutizione, non posso svolgere nessun normale atto quotidiano. Le mie gambe, le mie braccia, le mie mani sono quelle del mio compagno o di gente estranea, che fanno tutto per me. Non posso nemmeno bermi un bicchiere d’acqua o pettinarmi i capelli senza aiuto. Questo però non ha certo fermato la mia volontà di migliorare la qualità della vita e ho sempre lottato per conquistare la dignità di donna.

Nella sua squadra di Governo ci sono molte donne e questo è un dato molto pregevole, perché simbolo di parità. È proprio da questa parità che voglio arrivare allo scopo di questa lettera.
La costituzione italiana sancisce, negli tabella 2 e 3, i diritti inviolabili dell'uomo e l’uguaglianza davanti alla Legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Le chiedo allora: «Perché in Italia per potersi curare bisogna passare sotto il giudizio di un giudice, che di malattie non sa nulla? Come può un uomo di Legge affermare che io “sono pacificamente affetta da una gravissima malattia neurodegenerativa a rapida progressione” e per questo motivo non ho il diritto di curarmi come desidero, applicando il decreto Turco – Fazio del 2006? Crede forse che non poter mangiare una pizza, non poter accarezzare una persona cara, vedere le proprie forze scivolare via di giorno in giorno, temere una crisi respiratoria fatale per un raffreddore o una polmonite ab ingestis per l’acqua che va di traverso, sia per me bello e pacifico?»

Ma questo non importa, io posso sopportare. Quelli che invece non possono permettersi il lusso del tempo e dell’attesa sono i bimbi affetti da gravissime malattie a prognosi infausta, che sono in cura a Brescia o che sono imprigionati in una lista d’attesa bloccata da mesi.

Il Ministro Lorenzin promise una velocissima nomina della nuova commissione scientifica per valutare la terapia con staminali mesenchimali del metodo “Stamina”, dopo che il TAR del Lazio decretò che la precedente era inammissibile per palese conflitto di interessi. Finalmente, dopo un’estenuate attesa, tale commissione è stata nominata, ma con un colpo di scena: in sordina, e con il rigoroso silenzio della stampa, che di solito non perde occasione per parlare e sparlare di Stamina, il prof Mauro Ferrari, designato presidente a dicembre, è stato clamorosamente estromesso. Dopo che suoi esimi colleghi, quali i soliti noti detrattori a priori, Bianco, Cattaneo e Garattini, avevano “urlato” indignati sui giornali che Ferrari si era schierato troppo dalla parte delle famiglie.

Le sembra giusto bocciare un medico di tale livello, stimato e apprezzato in tutto il mondo, solo per aver osato dire che avrebbe ascoltato tutte le parti, sia pro che contro, e che avrebbe incontrato di persona le persone in trattamento a Brescia? È così illogico voler verificare dal vivo i fatti? O forse si deve ancora proseguire con la telepatia e con la valutazione del paziente a distanza, senza prendere visione delle cartelle cliniche? 

Sarebbe questo il Ministro che deve tutelare i malati? Un Ministro che lascia sole e abbandonate persone fragili che lottano con mostri che li divorano dentro, senza alternative terapeutiche fornite dalla medicina ufficiale, è forse un Ministro che sta adempiendo ineccepibilmente ai suoi doveri? Un Ministro della Salute che non permette la regolare applicazione della Legge per le cure compassionevoli è degno di essere tale? Un Ministro che offre cure palliative a bambini e adulti affetti da malattie neurologiche sa quello che propone? Un Ministro che per mesi non si degna di prestare attenzione a due fratelli gravemente disabili che da luglio 2013 vivono precariamente sotto una tenda di fronte a Montecitorio per chiedere il diritto sacrosanto di cura è un Ministro che sa fare bene il suo mestiere? Un Ministro che non ascolta i pazienti, le loro suppliche, i loro desideri, lo loro voglia di non morire, è lecito?

Questo Ministro, che Lei ha voluto riconfermare nella sua squadra di Governo, sarà capace, vista la seconda opportunità che le ha offerto, di aprire gli occhi e guardare realmente quali sono le necessità e i diritti delle persone che dovrebbe tutelare?

Tante, troppe domande, a cui spero Lei sappia dare una risposta… perché nessuno può togliere ad altri il diritto di provare cure non ancora sufficientemente testate per migliorare la qualità di vita o per guardare al futuro con speranza… nessuno può decidere per la salute altrui, né un giudice, né un Ministro, né tantomeno lo Stato.

Affermava il filosofo britannico Isaiah Berlin: «L'essenza della libertà è sempre consistita nella capacità di scegliere come si vuole scegliere e perché così si vuole, senza costrizioni o intimidazioni, senza che un sistema immenso ci inghiotta; e nel diritto di resistere, di essere impopolare, di schierarti per le tue convinzioni per il solo fatto che sono tue. La vera libertà è questa, e senza di essa non c'è mai libertà, di nessun genere, e nemmeno l'illusione di averla».

Con queste parole vorrei concludere, anche se avrei argomentazioni infinite per giustificare la mia richiesta e vista la sua nuova carica, il suo nuovo “potere”, le chiedo di adoperarsi per far si che il suo Ministro lavori per tutelare quanto sancito dalla costituzione, sulla quale Lei ha giurato fedeltà.

Le chiedo di ascoltare la voce di chi soffre e non di chi dall’alto di una scrivania o alle spalle di un IBAN detta legge. Non tolga a noi malati la speranza, non privi il mondo dei sorrisi luminosi e sinceri di bimbi come Sebastian, Celeste, Desirèe, Gioele, Sofia, Federico, Ginevra… abbiamo tutti il sacrosanto diritto di curarci.

Cordialmente
Elisa Vavassori

L’Osservatore d’Italia provvederà ad informare i lettori l’eventuale risposta, che ci auguriamo  possa presto essere inoltrata a questa donna straordinaria, Elisa Vavassori.




CHI SONO E COME VIVONO I BAMBINI CON DSA

a cura della Dott.ssa Francesca Bertucci, Psicologa – Mediatore familiare

In riferimento all’articolo precedente sulla valutazione specifica dei disturbi dell’apprendimento, è importante sottolineare in che maniera vivono e a quali conseguenze vanno incortro i bambini con Dsa quando la diagnosi non è fatta precocemente.
La diagnosi di disturbo dell’apprendimento della letto-scrittura può essere fatta al secondo anno di scuola
elementare, quando si ritengono ormai acquisite le competenze basiche e formali necessarie per questi apprendimenti; mentre per le abilità logico-matematiche si attende la terza elementare.
Nella maggior parte dei bambini, un disturbo specifico dell’apprendimento sfocia in anomalie nelle relazioni interpersonali e disturbi emotivi e comportamentali.
La situazione psicologica di questi bambini e ragazzi è particolarmente delicata e richiede attenzione da parte della scuola e della famiglia. Il problema non è semplice e ha una lunga evoluzione, modificandosi con il passare degli anni e del ciclo scolastico. In ogni fase l’atteggiamento dei docenti, dei compagni di classe e della famiglia hanno un grande peso nel determinare evoluzioni positive o negative del vissuto psicologico di questi bambini. Infatti, anche se non lo mostrano apertamente, sia per timidezza, per paura, che per chiusura sociale, i bambini con DSA, vivono momenti di sofferenza psicologica da non sottovalutare, poiché se trascurati, possono sfociare in veri e propri disturbi dell’area emozionale.

Il bambino può vivere un sentimento di frustrazione, dovuto alla sua incapacità di soddisfare sempre le richieste e le aspettative dei genitori e/o degli insegnanti. Anche l’ansia è un altro vissuto psicologico del bambino con DSA, che porta ad evitare, molto spesso, esercizi e compiti ritenuti difficili. Un genitore o un insegnante può, invece, interpretare questo comportamento come svogliatezza o pigrizia, sottovalutando l’aspetto emotivo del problema e assumendo un atteggiamento “giudicante”, che di certo non stimola il bambino a migliorarsi. Se queste emozioni non vengono ascoltate, molto spesso, possono trasformarsi in rabbia contro i genitori, gli insegnanti, la scuola e in vissuti depressivi, tristezza, mancanza di fiducia in sé, disistima, sentimenti auto-distruttivi, senso di non valere niente, isolamento dai coetanei, solitudine, ma anche comportamenti provocatori verso la scuola e i coetanei, proprio per mascherare il sentimento di dolore. Inoltre, non sono del tutto da sottovalutare le relazioni e l’integrazione con la classe, fondamentali per la stima di sé.

Il bambino, infatti, può percepire la sua “inferiorità” rispetto agli altri compagni, può sentirsi inadeguato, incompetente rispetto al livello di apprendimento della classe e quindi può mettere in atto una serie di comportamenti, deleteri per la sua crescita affettiva e cognitiva. La complessità delle conseguenze psicologiche nasce innanzitutto dalla mancanza di chiarezza e di consapevolezza. Molti di questi bambini non hanno una diagnosi, per questo l’equivoco sulla pigrizia, svogliatezza e mancanza di impegno e di attenzione, si perpetuano nel tempo con i loro effetti negativi.

Nella situazione d’incertezza, si presenta anche il vissuto della colpa, in quanto gli stessi bambini tendono a giudicarsi come inferiori agli altri in termini di intelligenza e capacità e pensano che sia colpa loro il fatto che vadano male a scuola. Questi vissuti rischiano di strutturare una personalità condizionata dalla bassa autostima che avrà ricadute persistenti sul futuro personale e professionale.
Che fare?
Quando si presenta, da parte della famiglia o della scuola, un dubbio rispetto alle difficoltà nell’apprendimento del bambino, è importante effettuare al più presto una valutazione globale per verificare la presenza di tali difficoltà e le eventuali conseguenze psicologiche e relazionali, in modo da attuare delle strategie che possano aiutare il bambino.
Un lavoro di collaborazione tra famiglia, scuola e operatori sanitari (psicologo, logopedista… ) favorisce il miglioramento delle condizioni psicologiche del bambino, che si sentirà più sicuro delle sue capacità e vivrà maggiori occasioni di gratificazione e soddisfazione, dovuti alla consapevolezza di progredire nel percorso scolastico e di acquisire, via via, maggiori competenze nella lettura, nella scrittura, nel calcolo, nella logica, e nella comprensione del testo.

La sinergia tra le varie figure professionali che si occupano della presa in carico del bambino e la consapevolezza, l’accettazione e l’azione di aiuto da parte dei genitori, favoriscono un discorso di prevenzione futura, quando il bambino sarà alle medie. Infatti, se a un bambino che frequenta la scuola primaria, non vengono riconosciute e aiutate le sue difficoltà di apprendimento, maggiori saranno i rischi e i “pericoli” futuri: il problema sarà amplificato e i vissuti psicologici potranno sfociare in vere e proprie patologie. Riconoscere quanto prima (verso la fine della seconda elementare sarebbe l’ideale) un DSA significa fare del bene al proprio bambino e aiutarlo nella sua crescita affettiva.
 

Contatti: 

Dott.ssa Francesca Bertucci
Psicologa – Mediatore familiare
Cell 3345909764-dott.francescabertucci@cpcr.it
www.centropsicologiacastelliromani.it
piazza Salvatore Fagiolo n. 9 00041 Albano laziale




F35, PDM : PD ANNUNCIA TAGLI ALLE SPESE MILITARI A CUI ANCORA UN DUE ANNI FA SI OPPONEVA. BENVENUTI!

di Luca Marco Comellini
Sono passati solo due anni da quando il PD faceva da spettatore mentre noi chiedevamo e ottenevamo il taglio di 41 aerei F35 quindi non possiamo non complimentarci per l'eccezionale tempismo con cui soltanto adesso stanno cercando di riconsiderare il programma dell'F35. Un ritardo che ha sicuramente un costo che, nell'attuale fase avanzata del programma di produzione del velivolo, rischia di compromettere in modo irrecuperabile l'operatività dell'Aeronautica militare, di rendere inutili i sacrifici economici per riparare agli sprechi che fino ad oggi la partitocrazia ha imposto agli italiani e di distruggere le aspettative di crescita e di lavoro di decine di piccole e medie aziende del settore che finalmente cominciano a vedere i primi frutti dei loro investimenti. Ma per chiarezza dobbiamo anche dire che siamo preoccupati perché, in attesa che i fatti ci smentiscano, il fine non ci sembra quello di tagliare per risparmiare ma solo per fare altri affari e non vorremmo che si rinunciasse agli F35 per comprare quegli Eurofighter a cui il governo aveva rinunciato negli anni scorsi per fare posto ai 131 F35, poi ridotti a 90.
 




SPEGNIAMO LA TV

di Chiara Rai

C'è bisogno di finanziare una seria informazione. Purtroppo ieri mi sono imbattuta per qualche minuto ad osservare quella specie di programma su Rete quattro condotto da Paolo Del Debbio che vorrebbe essere un approfondimento giornalistico sui temi sociali affrontati più o meno male dalla politica.
Sono rimasta davvero senza parole: un conduttore con la frusta in mano che si permette di metterla al collo agli ospiti, una Valeria Marini con le labbra grosse come un gommone che non sa dire quanto costa un litro di latte e rivendica il suo status di imprenditrice dentro ad abiti alla Jessica Rabbit (il gusto è il suo per carità), pseudo politici come la Gabriella Carlucci che dà lezione di politica dopo aver giocato a tennis con il marito a bordo della macchina del Comune e si rifà il viso un mese sì e l’altro pure.

La pantomima dell’assurdo dove le persone nelle piazze sono trattate come fenomeni da baraccone che non hanno il tempo di esprimersi. Ieri “in piazza” si lamentavano per gli ottanta euro in busta paga elargite da Renzi, gridavano “non la vogliamo l’elemosina”. Ma se fosse stato un taglio di 80 euro, avrebbero reagito ugualmente? Tagliare questa somma a chi ne ha bisogno è un grosso sacrificio, riuscire ad aggiungerla equivale invece a “nulla”.

Non si dovrebbe ragionare così e tirare le somme soltanto fra qualche tempo anche perché qualcosa perlomeno la si sta cercando di fare. Siamo un paese dai governi schizzofrenici e facciamo ridere i polli con le trasmissioni d’informazione diventati gallinai dove la nostra categoria perde credibilità. Che si faccia una bella scrematura di giornalisti lasciando soltanto chi ha assorbito il codice deontologico, la carta dei doveri e tutto ciò che si dovrebbe sapere a menadito per evitare lo scempio che si è consumato ieri sera in tv.

La dignità è finita sotto le scarpe e finché ci saranno questi show, l’Italia non imparerà a crescere e a dare una immagine di se stessa diversa da quella di un circo equestre.