BERLUSCONI: ERANO I TEMPI DEL GIAGUARO!

di Angelo Parca

Non so, questo Silvio Berlusconi in Tv prorio non mi convince. Ha perso la grinta è meno imprevedibile e più pacato. E’ meno Cav. Sì pare proprio che rinunciando al titolo avesse rinunciato ad un’armatura. Lo smalto e l’ironia di quando ha spolverato la sedia a Travaglio sembra un lontano ricordo. Adesso c’è un vecchietto di 77 anni che, volenti o nolenti, ha fatto un pezzo di storia della politica italiana ed ha finito la sua carriera ai servizi sociali. Il suo tempo è terminato. Purtroppo, quello che spaventa è che all’orizzonte non c’è nulla di nuovo e tutto il vecchio che avanza è pronto a fagocitarsi i “buoni” propositi di Matteo Renzi, una matricola al Governo, cui presto faranno capire che bisogna chinare il capo.

Del resto il fiorentino lo ha detto che o gli fanno fare ciò che vuole o torna da dove è venuto. Forse già rimpiange la fascia da primo cittadino, certo fare il capo del Governo è altra storia perché certi parassiti in poltrona sono difficili da scrostare via. A dare la notizia al premier che non passerà nulla al sentato riguardo la riforma dello stesso è proprio l’ex senatore Silvio, sì proprio lui, il pregiudicato che aspetta giustizia dall’Europa.

E se da un lato in maniera se vogliamo paranoica, nostalgica e autolesionista si prende coscienza di quanto Silvio sia ormai giunto al capolinea, dall’altro non rimangono che poche stringate riflessioni con un contorno di zero idee e zero carisma e zero democrazia.

Angelino Alfano dovrebbe tornare a fare il proprio mestiere. Non piace alla massa e non sarà in grado di cavalcare l’onda senza aggrapparsi ad una tavola da surf più grande del suo salvagente: quello che gli tirò Letta quando Silvio sperò fino all’ultimo di non aver perso il suo fido delfino.

Su Renzi è già detto, l’unica speranza è che riesca a far saltare il sistema. La domanda è: fino a che punto vuole che salti?

Poi c’è Grillo che aldilà dei buonissimi prpositi e impegno civico dei militanti Cinque Stelle che ci credono, dovrebbe iniziare davvero ad “uscire dal blog” cercando fuori quella democrazia che ben poco è riuscito a conseguire dentro il web, nella cosidetta rete. Ho paura che la rivoluzione che tanto sbandiera si possa rivelare come una grande bolla di sapone: quando scoppia non rimane nulla, tranne che le speranze infrante degli italiani e dei militanti che l’hanno seguito. Vorrei tanto sbagliarmi. Grillo comunque prenderà consensi alle Europee.

giorgia Meloni non sarà una forza politica capace di camminare con le proprie gambe. Idem Ncd. Forza Italia darà ancora un discreto risultato, ben lontano dagli anni d’oro perché ormai non ci crede quasi più nessuno. Renzi rimarrà ancora in piedi con una buona scia di fans. Fino a quando non lo decideranno loro… loro chi? I Matusa. 




MATTEO RENZI: SOGNO, MIRAGGIO O SPERANZA?

di Emanuel Galea

Matteo Renzi, irrompe sulla scena con la verve e la spregiudicatezza dell’inesperienza nell’istante che la gente spera che si conduca in porto alcune delle riforme da anni promesse e mai mantenute. L’ex sindaco fiorentino si affaccia su un’Italia e trova il lavoro che manca. Gli si materializza la disperazione d’intere generazioni prive di dignità, di diritti e di futuro.

A dargli il benvenuto trova una generazione senza un domani. Ad aspettarlo ci stanno la negazione dei diritti sociali e quelli civili, promesse deluse di un processo di sviluppo del Paese mai avverato. Trova una generazione smarrita, davanti a lui lo sfaldamento delle ragioni fondatrici della Costituzione, lo sfibramento del tessuto sociale. Il temerario incosciente affronta una classe dirigente che ama rivolgersi a una “società che non esiste”. Davanti al nominato Presidente si affaccia un vuoto tombale di contenuti, di sostanza, d’idee, di proposte, di quel minimo di entusiasmo e di pensiero ideologico necessario per risollevarsi, per tornare a vivere, a sperare, a sognare. Su quali alleati può contare Renzi per sollevare dal degrado un Paese in costante declino?

Rimodulare una scuola resa oggetto di proselitismo da parte di minoranze asservite a lobby internazionali che vedono nell’educazione giovanile la propagazione delle loro ideologie. Progressivamente e inesauribilmente si sono prosciugate non solo le risorse economiche ma anche quelle morali. Assieme ai posti di lavoro scarseggia l’ingegno, la creatività, la gioia di vivere. I cittadini sognano una giustizia sociale, libertà di pensiero e di espressione. Proprio in questi giorni si discute in commissione una legge restrittiva di dette libertà. Della Costituzione “più bella del mondo” rabberciata, ferita e ricucita, accorciata e dilatata, osannata e calpestata, ormai poco è rimasto.

E’ stata stravolta da mille pagine di rimandi, d’interpretazioni, convincimenti e ahimè, talvolta, da improvvisazioni. Si sta facendo dominare dal pensiero unico, a volte dettato da istituzioni internazionali.  Si è, infatti, costretti ad ammettere che, ha vinto alla grande il pensiero liberista che, oltre a calpestare il senso di comunità e, di conseguenza, i diritti, la dignità e le speranze di quegli stessi individui che afferma di voler esaltare, ha inquinato il sistema politico al punto che oramai sono del tutto svalutati i partiti. Le idee dell’estravagante “uomo della provvidenza” sono destinate a fallire nell’’attimo che si scontrano con i gruppi parlamentari riottosi e animati da un inconfessabile spirito di rivalsa contro tutto e tutti in odore di novità, di riforme.

Il cittadino guarda sbigottito e Matteo Renzi rimane un enigma del domani. Sarà un sogno? Un miraggio? Al momento rimane  solo una speranza.
 




IPERATTIVITA' E DISTURBO DI ATTENZIONE: COME RICONOSCERE IL PROBLEMA (ADHD)

a cura della Dottoressa Francesca Bertucci, Psicologa e Mediatore familiare 

ADHD (o la sua traduzione italiana DDAI) è la più recente etichetta diagnostica utilizzata per descrivere una popolazione eterogenea e vasta di bambini che presentano una serie di problemi, legati principalmente alle difficoltà a mantenere l’attenzione, a controllare il movimento e gli impulsi.
La disattenzione si manifesta come difficoltà evidente del bambino, rispetto ai suoi coetanei, a concentrarsi e a mantenere l’attenzione su uno stesso compito, soprattutto in tutte quelle attività che richiedono uno sforzo mentale prolungato. Il soggetto si lascia facilmente distrarre da stimoli esterni (rumori occasionali…), ma anche interni (i propri pensieri). Chi soffre di questo disturbo non è totalmente incapace di prestare attenzione, anzi, tende a focalizzarsi su qualunque cosa catturi il suo interesse. Tuttavia è necessario che vi sia un alto livello di interesse e di stimolazione prima che la persona possa attivare l’attenzione.
La seconda caratteristica, che può essere associata o meno al problema di attenzione, è l’iperattività, cioè un eccessivo livello di attività motoria e/o vocale. Il bambino manifesta continua agitazione, difficoltà a rimanere seduto e fermo al proprio posto, è sempre in movimento sia a scuola sia a casa, durante i compiti e il gioco. Salta continuamente da un’attività all’altra o fa più cose contemporaneamente.
La terza caratteristica è l’impulsività che si evidenzia nella difficoltà da parte del bambino ad attendere il proprio turno, a rispettare le regole nel gioco e nella tendenza a rispondere precipitosamente alla domande, spesso ancor prima che vengano completate. La distraibilità, la disorganizzazione, i problemi relazionali con i coetanei, l’inabilità nel pianificare e nell’anticipare le conseguenze delle proprie azioni, dipendono tutti dal fondamentale problema di non essere in grado di aspettare.
L’ADHD non è una malattia ma è un disturbo a base neurobiologica, ossia una predisposizione a sviluppare determinati comportamenti. Quando si parla di predisposizione significa che l’ambiente in cui vivono può fare molto per esasperare o attenuare i comportamentI di tali bambini.
Qual’è la differenza tra un bambino “vivace” e uno che soffre di disturbo da deficit di attenzione e iperattività?
Molti bambini, soprattutto in età prescolare e scolare, possono presentare i comportamenti sopra descritti. Correre, saltare, arrampicarsi, avere difficoltà a concentrarsi, a mantenere l’attenzione su un compito e rispondere impulsivamente sono le caratteristiche dei bambini in età evolutiva. C’è però una differenza significativa, è vero che tutti i bambini mettono in atto comportamenti “disturbanti” occasionalmente, in alcune circostanze o in seguito a periodi familiari difficili o ad eventi stressanti, ma se c’è un disturbo Il soggetto con ADHD è quello in cui la vivacità, la disattenzione e l’impulsività sono eccessive, d’ intensità e frequenza tali da determinare una grave interferenza nella qualità della sua vita e nel suo percorso evolutivo. I comportamenti problematici sono costanti e persistenti ovunque e si attenuano solo in alcune occasioni o con alcuni stimoli. Viceversa, deve essere chiaro che non si può parlare di disturbo da deficit di attenzione/iperattività se i sintomi non determinano una significativa compromissione funzionale.
Come intervenire?
È importante intervenire quanto prima per aiutare i bambini a saper gestire la capacità di autocontrollo e di concentrazione. I bambini ADHD possono avere un’intelligenza assolutamente nella norma ma con uno stile di apprendimento diverso dagli altri. Fanno molta fatica a stare fermi e questo può creare loro dei problemi, soprattutto in classe o in quei contesti sociali in cui ci si aspetti che stiano seduti e composti. Inoltre, la disorganizzazione fa sì che spesso possano dimenticare l’occorrente per la lezione, o addirittura in alcuni casi possono dimenticare ciò che stanno facendo. Questo purtroppo, porta gli altri ad identificarli come menefreghisti o scansafatiche e vengono addirittura puniti per questo.
La punizione non è una soluzione, la cosa importante è fornire strumenti che compensino il loro deficit in modo che possano essere messi in condizioni per loro favorevoli ai fini dell’apprendimento stesso. Inoltre, puntare sul positivo per potenziare la loro autostima, evitando di sottolineare gli insuccessi, soprattutto se dovuti alla problematica specifica dei bambini ADHD. Aumentare l’autostima è un aspetto fondamentale per aumentare la loro disponibilità ad essere guidati.
Spesso diventa difficile concentrarsi sulle loro caratteristiche positive, perché avere a che fare con questo tipo di bambini significa sperimentare sentimenti di frustrazione, rabbia o senso di colpa, ma è importante accettare che molti dei loro comportamenti fastidiosi e/o inadeguati al contesto non sono intenzionali.
L’altro aspetto importante sono le emozioni . Infatti, la capacità di autoregolarsi dei bambini con ADHD è notoriamente poco sviluppata e non interessa solo l'attenzione e i comportamenti ma anche le proprie emozioni. Sono emotivamente più reattivi degli altri quando provano emozioni sgradevoli (si arrabbiano più facilmente/rapidamente degli altri); sono meno capaci di regolare ed inibire le emozioni durante lo svolgimento di azioni finalizzate, ad esempio hanno difficoltà ad aspettare il proprio turno di parola e facilmente si arrendono di fronte agli ostacoli e tendono a cercare altre attività più gratificanti; sono meno empatici o abili a comprendere gli altri, a capire che agiscono sulla base di pensieri ed emozioni diverse dalle proprie. Ad esempio, quando giocano con gli altri bambini fanno fatica a mettersi nei panni degli altri e tendono ad imporre le loro scelte o agiscono in modo impulsivo, senza pensare.
Il primo passo da effettuare è quello di proporre una serie di attività da fare a casa o in classe, che lo aiuteranno a riconoscere meglio le sue emozioni e a gestirle in modo adeguato.
Infine, è importante fornire un aiuto alle famiglie che abbia i seguenti obiettivi:
• dare informazioni corrette sul disturbo e sulle strategie da utilizzare;
• offrire uno spazio per discutere e analizzare i comportamenti dei bambini ADHD;
• proporre ai genitori strategie di gestione del comportamento dei loro figli;
• favorire un cambiamento nella relazione genitori-figli.

Dott.ssa Francesca Bertucci
Psicologa – Mediatore familiare
Cell 3345909764-dott.francescabertucci@cpcr.it
www.centropsicologiacastelliromani.it
piazza Salvatore Fagiolo n. 9 00041 ALBANO LAZIALE




BOMBARDAMENTI MEDIATICI E PALINSESTI TELEVISIVI… TUTTO QUELLO CHE NON SI VORREBBE VEDERE

di Mario Torosantucci

Oggi, vorrei fare una riflessione sul bombardamento televisivo di alcuni argomenti. Vengono continuamente trattati soltanto alcuni generi. Particolarmente omicidi, medicina e cucina. Vada per quest’ ultima, che è senz’ altro sana, ma sugli altri due desidero soffermarmi.

A prescindere dal fatto, che l’ interesse primario, è sempre questa benedetta audience, che porta denaro ma che fa programmare spesso cose eticamente nocive, vorrei sapere perché i processi  bisogna farli in televisione, quando ci sono delle persone di legge, predisposte a risolvere i casi di cronaca nera nei Tribunali. Spesso, in queste trasmissioni, si anticipano, notizie o strategie di indagini, ottenendo il brillante risultato, di mettere in guardia ed allarme, gli stessi assassini.

Probabilmente, arriveranno nelle varie redazioni, lettere di ringraziamento, per questo aiuto insperato. Siamo proprio sicuri che il pubblico sia interessato, oppure esiste una metodica ben precisa di sottomissione psicologica ? Perchè tutte quelle ore di trasmissioni, non si impiegano, per altri scopi educativi ?

Il dubbio lecito che viene in mente, è pensare che ci sia tutto l' interesse, affinchè la massa del pubblico, sia distratta da altri problemi più gravi. Ma è possibile, che si debba parlare sempre di eventi drammatici e cruenti, fino al punto di assorbire gli stessi come normalità quotidiana, e fatti, di crudeltà inaudita, essere percepiti, come una semplice notizia di passaggio, magari trovando anche qualche cretino, pronto ad emulare e commettere gravi reati?

Accendere il televisore è diventato un momento angoscioso. Se uno si vuole rilassare un pò, e decide di guardare la TV, è preso subito da una agitazione. Comincia a fare confusione fra un omicidio e l' altro,( perchè bisogna ricordarsi dei molti personaggi coinvolti in questi episodi di cronaca nera ), le sentenze di colpevolezza o di innocenza si alternano, e, l' irritazione verso un parere o l' altro degli ospiti, induce il malcapitato telespettatore ad innervosirsi. Quando poi, finalmente entra in gioco la sensitiva, che sicuramente farà ritrovare il corpo della donna scomparsa, nonchè assicurerà il colpevole alla giustizia, eccoti l' interruzione della pubblicità, che è più importante di qualsiasi drammatico evento. Ma è possibile che non si riesca a vedere mai la fine del film?

A quel punto, sei quasi tentato di lanciare qualcosa contro il televisore. Però, Dopo l' atmosfera creata, è certamente più facile l' armonia in casa, tantopiù, che probabilmente, fra i vari componenti della famiglia, le tesi sono quasi sempre divergenti. A cosa serve tutto questo ? Tra l' altro buttando al vento un sacco di soldi ? Non sarebbe più positivo ed educativo, rasserenare i telespettatori con altre trasmissioni? Però in un certo qual modo, questo consiglio è stato ascoltato. Ci si può deliziare, con  una puntata di medicina, indubbiamente educativa e positiva. Infatti, il telespettatore, spesso in età avanzata, avendo passato la notte in bianco, come si suol dire, a causa di incubi di malattie , morte e triste solitudine, può finalmente capire attraverso le proprie problematiche di salute, tutti i malanni gravi che ha addosso. Quel semplice dolorino, dovuto all' età, diventa istantaneamente, un tumore inguaribile. Il primo pensiero è quello di trasferirsi velocemente in ospedale, oppure vendere tutto quello che si ha (la maggioranza non ha), per accedere in qualche clinica, affinchè possa farsi almeno una TAC al giorno.

Ci si chiede comunque, se si è ancora in tempo. Infatti,  non si è  sicuri, andando nelle strutture pubbliche, di potersi salvare, con gli appuntamenti a lungo termine per le varie ricerche mediche. Spesso ci si spegne per la grave malattia della fame. Sì! Perchè la pensione spesso, non basta a pagare le medicine, che bisogna prendere giornalmente. Molte di queste, importanti,  si potevano ritirare pagando un ticket, ora, le case farmaceutiche, hanno pensato GIUSTAMENTE, di farle passare come integratori, e quindi bisogna pagarle per intero.

Conclusione! Un anziano povero ha l'eterno dilemma, mangiare o morire, oppure curarsi o morire. Alla fine, poichè spesso non si riesce ad arrivare ad una conclusione, si ripensa alla frase della famosa barzelletta : " Il medico ha detto che devi morire ", quindi ci si abbandona al proprio destino. Ma dobbiamo per forza studiare tutto ciò che ci può capitare, e vivere nel terrore? Finalmente arriva la ciambella di salvataggio. Il " Reality ". Ora sì che ci si può rilassare. Di proposito ho voluto lasciare questo argomento come ciliegina. Il telespettatore, può finalmente godere, della stupidità di molti protagonisti,  dei loro  comportamenti maleducati, può inoltre imparare qualche parolaccia in più, per il proprio frasario popolare che può mancare al repertorio, inoltre, può rendersi conto come possono scaturire nuove violenze per futili motivi, ed infine ascoltare e vedere in diretta delle lezioni di sesso che ad una certa età, non guastano mai, avendo da tempo perduto la memoria. Non ci rimane che l' ottimismo. L' ottimismo di poter sopravvivere a tutti questi attacchi mortali, e poter finalmente, essere considerati " Eroi sopravvissuti ".
 




LA POLITICANDEGGINA

di Chiara Rai

Una politica senza rancori in nome di poltrone da conquistare e mantenere. E’ il non plus ultra, la crème de la crème concentrata per portare a casa una media tenuta. Chi ha covato astio per l’acerrimo nemico e sfidante di sempre, adesso, ne evidenzia i pregi ed è pronto a banchettarvi insieme… pubblicamente.

Perché quando si è lontano dai riflettori, l’impressione è che siano tutti fratelli senza colori: rossi, neri o a strisce non importa. In comune hanno l’appetito e quello basta a tutti per sedersi intorno ad un tavolo e dare vita alla grande abbuffata.

Questa è l’epoca della politica dell’inciucio, consumato dentro stanze fastose e apparecchiate da servi sciocchi, ma soprattutto è l’era dello snobismo degli specchi. Nessuno ha la faccia talmente pulita da poter guardarsi riflesso: ma allora perché farlo? Perché richiamare quella integrità morale frutto di convenzioni quando è l’epoca della ribollita, dei camaleonti, degli uomini e delle donne senza scrupoli neppure nei confronti dei propri figli e dei propri cari.

Quale ragionevole essere prima calunnia l’avversario e serpeggia e si spara vicendevolmente veleno e ingiuria e percuote e litiga e poi si accoppia e con edulcorante spasmodica sete di governare e rastrellare le tasche di chi si guadagna il pane con il duro lavoro, avanza calpestando l’altrui dignità ma prima di tutto la propria. Volevo attendere prima di dare un mio giudizio su questa ennesima farsa elettorale ma provo un vomitevole disgusto per chi si trascina dietro relitti affondati, per chi da una vita siede in poltrona e si ripropone come fosse una matricola alle prime armi e anche per chi vorrebbe rappresentare i sentimenti popolari ed invece vi è lontano anni luce.

Ecco ci vorrebbe una bella passata di politi candeggina per pulire tutto il marcio incrostato da anni.




DISLESSIA: L'UTILITA' DI CONOSCERE IL FENOMENO

a cura della Dottoressa Chiara Marianecci – Logopedista


Nell’ambito dei Disturbi Specifici Dell’Apprendimento (DSA) per Dislessia si fa riferimento ad un disturbo della lettura che può riguardare la correttezza e, o la velocità. Tale difficoltà si manifesta in assenza di altri fattori che potrebbero giustificarla come la scarsa stimolazione ambientale, deficit sensoriali (ad esempio uditivi,visivi) o deficit cognitivi. Spesso si associano ad un quadro di dislessia anche altri disturbi dell’apprendimento quali disortografia (della scrittura), discalculia(del calcolo). Possiamo riscontrare anche problematiche inerenti alla comprensione del testo; è implicito che qualora queste comorbilità dovessero riscontrarsi il percorso scolastico, emotivo, personale del bambino potrebbe essere complesso e quindi in questi casi un intervento specifico, mirato e precoce risulta cruciale. Un ulteriore quesito riguarda le tempistiche d’intervento: non è possibile fare diagnosi di dislessia prima della seconda elementare, all’ultimo anno della scuola materna o durante la prima elementare è possibile solo valutare i prerequisiti o i primi stadi di apprendimento e dove necessario intervenire, in questi casi è opportuno parlare di “difficoltà”, ma non ancora di disturbo specifico. Ci sono degli indici predittivi di rischio che se colti tempestivamente limitano il problema di un ritardo nell’intervento e che, se presenti, rendono necessaria una valutazione anche prima della seconda elementare: primo fra tutti la familiarità, quindi quando si rintracciano altri casi in famiglia di difficoltà di apprendimento o di linguaggio è opportuno monitorare anticipatamente il percorso del bambino; altro fattore importante è quando il bambino ha presentato pregressi disturbi di linguaggio, infatti è ormai nota l’alta percentuale (45-56%) di rischio che possa presentare disturbi dell’apprendimento. Infine è importante sottolineare gli specialisti a cui rivolgersi in questi casi: cruciale è la figura del neuropsichiatra infantile che possa fare diagnosi; riconosciamo la figura del logopedista che si occupa della valutazione e riabilitazione del disturbo; lo psicologo che cura la parte emotivo-comportamentale, nonchè motivazionale, infine l’optometrista per tutto ciò che concerne la componente visiva. Il trattamento riabilitativo consta di numerose componenti: primo fra tutti il lavoro d’équipe fra specialisti, scuola e famiglia. L’obiettivo è quello di compensare la difficoltà riscontrata con training specifici e strumenti dispentativi e compensativi. Il fine di tutto ciò è certamente l’indipendenza del bambino in un ambito scolastico e personale.

Logopedista Chiara Marianecci
Tel. 3497296063
e-mail: chiara.marianecci@hotmail.it

www.centropsicologiacastelliromani.it
Piazza Salvatore Fagiolo n. 9 00041 Albano laziale




MARO': IL GOVERNO CAMBIA STRADA E SCEGLIE LA PROCEDURA INTERNAZIONALE

Redazione

Grande notizia e grande cambio di rotta sul caso Marò. Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha spiegato inoltre che la nuova fase decisa dall’Italia sul caso maro’, con l’avvio della procedura internazionale, «esaurisce quella in cui ha operato Staffan de Mistura che voglio ringraziare a nome del governo per la dedizione e l’instancabile impegno con cui ha seguito la vicenda». Mogherini ha sottolineato che, esaurito il ruolo del commissario straordinario, «servono figure nuove, stiamo definendo un collegio di esperti, sotto la guida di un coordinatore» per seguire la nuova fase, ha aggiunto il capo della diplomazia.

«Il 18 aprile scorso l’Italia ha inviato una nota verbale alle autorità indiane, la quinta in due mesi, ricevuta da Delhi il 21 aprile, in cui si riconferma il richiamo all’immunità funzionale» dei due fucilieri di marina e al «diritto internazionale», ha spiegato Mogherini ricordando che «dopo due anni c’è ancora una divergenza sulla giurisdizione. Divergenza che ho potuto constatare anche all’Aja il 25 marzo scorso». Con la nota «chiediamo l’avvio di un exchange of views (uno scambio di vedute) sulla disputa e il ritorno dei maro’ in Italia. Nel caso in cui non si raggiungesse in tempi ragionevoli, per questa via, una soluzione accettabile, si ricorrerà a strumenti internazionali di risoluzione delle dispute in base alle norme internazionali», ha aggiunto il ministro aprendo quindi la strada all’arbitrato internazionale. «Questo apre una fase nuova», ha sottolineato il capo della diplomazia italiana intervenendo, con il ministro della Difesa Roberta Pinotti, a un’audizione delle commissioni estere congiunte di Camera e Senato a Palazzo Madama.




LAVORO DL MATTEO RENZI: SCORAGGIA GLI IMPRENDITORI AD ASSUMERE

Redazione

“Il provvedimento di Renzi è poco chiaro, farraginoso e altalenante: sembra dettato parola per parola dalla Cgil”. Così affermano in una nota congiunta Francesco Aracri, senatore di Forza Italia, e Fabio Armeni, ex vicepresidente della Regione Lazio e candidato di Forza Italia al Parlamento europeo nel collegio Italia centrale. “Le novità introdotte rischiano di creare una paralisi ancor più pesante di quella attuale e di inasprire maggiormente la rigidità del mercato del lavoro. La cosa ancor più grave, però, è che il dl non libera affatto le imprese dai vincoli della creazione di nuova occupazione” continuano gli esponenti di Forza Italia, che aggiungono: “Gli imprenditori in questo modo saranno ancora più scoraggiati ad assumere rispetto a prima”. “Non sarà questa la misura, tanto sbandierata da Renzi nel corso degli ultimi mesi, a risollevare la situazione occupazionale del Paese (la disoccupazione supera il 42% a livello giovanile) proprio perché l'incertezza normativa è troppa. Chi cerca lavoro, dunque, può star tranquillo: per il momento non se ne parla. Torniamo a ripetere: che fine ha fatto il coraggio di Renzi?” concludono.




NATALE DI ROMA: CONIATA NUOVA MEDAGLIA CELEBRATIVA

di Silvio Rossi

Roma – Il 21 aprile l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha coniato una nuova medaglia celebrativa per ricordare il 2767° Natale di Roma. Quest'anno la piccola opera in bronzo è dedicata al Bimillenario della morte di Augusto.
Anche nel 2013 fu fatta la medaglia celebrativa in occasione dell'anniversario di fondazione della città di Roma, il bozzetto è stato affidato alla Scuola dell'Arte della Medaglia e coniazione della Zecca dello Stato.

 




POLITICI, AMMINISTRATORI E… FACCENDIERI: ECCO GLI AUGURI DI PASQUA DA PARTE DEI BAMBINI

di Chiara Rai

I migliori auguri per Pasqua da parte del nostro quotidiano L’osservatore d’Italia vorrebbero essere uno spunto di riflessione.

Proviamo a chiedervi di soffermarvi sui disegni dei bambini. Lì ci sono risposte disarmanti, risposte di cui si è disperatamente in cerca e che in realtà sono sotto i nostri occhi.

I disegni dei bambini sono anche colori, sono ricerca di un angolo d’idillio, sono volontà di tenere ben salde le radici di quella che concepiscono come “famiglia”, sono amore, sono anche rabbia dovuta all’incomprensione.

Se chi amministra provasse soltanto un attimo a vedere con occhi sinceri i disegni dei bambini, senza pensare di essere in campagna elettorale, si accorgerebbe come non è possibile regalargli rifiuti speciali sotto il nostro suolo, debiti per le generazioni future, incapacità gestionale mista ad un evidente egoismo e volontà d’accaparrarsi il bene comune. Se i politici guardassero i disegni dei bambini potrebbero accorgersi che anziché tappezzare gli alberi con i manifesti elettorali bisognerebbe battersi contro il disboscamento, contro lo sfruttamento del territorio, preservando quei colori che ritroviamo nelle opere dei più piccoli: il mare, le colline e montagne. Quella natura che stiamo violentando e che è il perno essenziale della vita.

Se si iniziasse a rispettare l’ambiente che ci circonda con vere ed efficaci opere volte a ribaltare una condizione allarmante allora significa che quello sguardo sull’opera dei nostri figli avrà avuto l’effetto sperato.

Gli auguri di questa Pasqua già soffiata via, sono di rinnovamento sincero di fronte ad occhi innocenti.

La volontà e il coraggio di denunciare quello che nei disegni dei bambini non deve esserci: un territorio devastato dall’uomo stesso. L’inquinamento industriale, il petrolio nell’acqua, i pesci morti, la carne con le radiazioni, le medicine letali, le cure negate. Potremmo noi scatenare quel diluvio necessario a pulire il mondo. Noi sognatori, noi ancora capaci di guardare negli occhi i bambini. A quelli che nascono e che muoiono e che differenziano i rifiuti per tirare su qualche soldo possiamo rispondere con un albero piantato, con un malato curato, con un ricercatore premiato per il suo impegno in difesa del diritto alla salute, con un museo visitato, con un libro letto, con una strada messa a posto, con un sistema pubblico che funzioni perché quel sistema è il domani di innocenti che si affacciano alla vita. 




JIMMY FONTANA: LA LETTERA DI UN AMICO

La statura della tua figura, ha varcato i confini del nostro paese, dilagando in ogni parte del mondo, e portando ovunque quell’ italianità, significativa rappresentanza, dell’arte, della cultura, della creatività e di quella simpatia che infonde nel prossimo, gioia ed ottimismo.

 

di Mario Torosantucci

Lettera a Jimmy Fontana – Ciao Enrico! E’ così che ti ho sempre chiamato, come tutti i tuoi amici più cari. Ho il bisogno ed il grande desiderio, di scriverti questa lettera, per amicizia, per riconoscenza, per stima, e , per testimoniarti ancora una volta, la grandezza della tua persona, come uomo e come artista. La statura della tua figura, ha varcato i confini del nostro paese, dilagando in ogni parte del mondo, e portando ovunque quell’ italianità, significativa rappresentanza, dell’arte, della cultura, della creatività e di quella simpatia che infonde nel prossimo, gioia ed ottimismo.

Sì ! Tu hai regalato, in particolare, agli italiani che si trovano in ogni angolo del globo, l' affetto della propria terra, una vicinanza ai propri cari, e, l’orgoglio che li ha sempre spinti a migliorarsi ed affermarsi. Tutto questo è stato possibile, grazie alla divulgazione delle tue canzoni immortali, con la tua voce personale e particolare, e con la tua enorme simpatia. Sono sicuro, che ne stai scrivendo ancora e saranno tutte bellissime e gioiose, perché il tuo talento, ti consente di scrivere linee melodiche semplici ma eterne. Sono sempre le cose semplici, quelle più difficili. Sono sempre quelle apparentemente banali, che poi vivranno nel tempo, e lasceranno quelle impronte indelebili nel mondo musicale. Esistono delle lingue universali, lingue che tutti riescono ad intendere e capire. Penso che la più importante, sia proprio la musica. L’arte che avvicina ed unisce i popoli, il linguaggio con il quale, tu sei riuscito a far dialogare qualsiasi colore dei punti cardinali, miscelando in un magnifico quadro, la bellezza, l’ armonia e la gioia di vivere.

Ultimamente, mi trovavo con il presidente del più famoso giornale del Messico, con il quale ho un ottimo rapporto, e sono rimasto meravigliato, per come insieme alla sua stupenda moglie, fossero innamorati della tua persona, attraverso l’ ascolto delle tue canzoni “Il Mondo “ e “Che Sarà“.

Dopo espressa richiesta, ho spedito loro, le partiture musicali con le parole. Questa, è soltanto una delle mille testimonianze, che ti onora, e ti fa essere sempre presente. Ricordo con affetto e nostalgia, quando ci siamo conosciuti alla RCA nel 1968, ed io ero da poco rientrato in Italia, dopo aver girato il mondo per circa sei anni. Tu eri uno dei miei miti, ed il conoscerti personalmente, mi riempiva di orgoglio e soddisfazione.

Con il grandissimo Franco Migliacci, amico comune, abbiamo trascorso molto tempo insieme, alternando la musica con delle divertentissime barzellette. L' ironia è stata sempre uno dei punti di forza del tuo carattere, verace, sincero, divertente ed in ogni frangente diretto. In questi ultimi anni, ho avuto la fortuna di rivederti spesso, grazie alla collaborazione con il Cantagiro, per il quale , il patron Enzo De Carlo, ed il direttore generale Elvino Echeoni, ti hanno giustamente ed intelligentemente coinvolto. Del resto tu sei stato e sarai sempre uno dei personaggi più rappresentativi di questa famosa manifestazione canora. Desidero farti i complimenti per i tuoi figli, ed in particolare per Andrea e Luigi, che mi facesti conoscere quando erano giovanissimi, ed ora li ho ritrovati, uomini molto in gamba e con quella tua stessa simpatia, che sei riuscito a trasmettergli. Vorrei farti un' ultima raccomandazione, abbiamo bisogno delle tue canzoni, e noi fortunatamente le abbiamo, ma ricordati che un' altra miriade di persone vuole divertirsi, quindi non devi assolutamente impoltronirti e deluderla. Ciao Enrico. Un grandissimo abbraccio dal tuo amico che ti vorrà sempre bene.