EMIGRATI DIMENTICATI

 

di Michele Santulli  [ Già pubblicato sull'edizione de L'osservatore d'Italia sfogliabile di domenica 18 maggio 2014 – per consultare www.osservatoreitalia.com ]

Entrare nel  Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana al Vittoriano di Roma è come entrare in una sala da ballo: luci psichedeliche, musichette, macchinette video: cioè vi trovi tutto e in sostanza non vi trovi nulla o quasi: un museo “nazionale” dove curiosamente si fa iniziare il fenomeno dell’emigrazione solo dopo il 1870. Emigrazione certamente, quella postunitaria, ma ancora di più un esodo, una diaspora, e non solo italiana, massimamente aldilà dell’oceano, quasi una invasione, come è successo e sta succedendo oggi. La molla è sempre la stessa: fame e miseria.

Ma emigrazione può essere ed è anche qualcosa di altro: non solo ricerca del pane ma anche, e a volte solamente, avventura, pionierismo, volontà di scoperta, una nuova Patria, col sussidio di sacrifici enormi, di rinunce, pericoli. E’ il lontano occidente americano, il Far West, divenuto un mito e un paradigma, è la Terra Promessa degli Ebrei che fuggono dall’Egitto. Molte motivazioni e impulsi. L’emigrazione autentica è quella che inizia cento anni prima del 1870. E questo fu la emigrazione dalla Valcomino.

E’ vero, fame, miseria, aumento delle bocche da sfamare, soprusi e violenze dei signorotti e non solo, situazione non più sopportabile ma anche avventura, spirito libertario, aspirazione e nostalgia di una Patria nuova e di un mondo nuovo e migliore. Un flusso continuo iniziato alla fine del 1700 e riversatosi nell’altra parte del territorio cioè verso le Paludi Pontine, verso Terracina, Anzio, Nettuno e le  cittadine sulla Via Appia, in particolare Velletri e, allo stesso tempo, verso Roma e verso le Alpi.

E di questa autentica epopea vogliamo rammentare una componente, la più terribile, quella della vera e propria “tratta dei bambini”. I genitori che, in cambio di un po’ di soldi, affittavano, o vendevano, i loro figli, normalmente per un periodo di tre anni, a dei personaggi, i cosiddetti “padroni", che si industriavano per portarli nelle grandi città e maggiormente in Francia ed Inghilterra dove li obbligavano ai mestieri più umili e duri. Lustrascarpe, venditori per le strade di statuette di gesso e di santini o di altre immagini o di fiammiferi, sguatteri, facchini, mendicanti, suonatori di organetto, spazzacamini, in certe fabbriche, senza cure, senza pulizia, alloggiati in tuguri infimi, nella promiscuità e abiezione più ripugnanti. Un diplomatico italiano, calcolò che di cento di questi infelici bambini, che verso la metà dell’Ottocento nella sola Inghilterra ammontavano a circa tremila, un cinquanta per cento moriva per le privazioni e gli stenti, un trenta per cento riusciva a fuggire e a liberarsi e un venti per cento proseguiva l’attività di sfruttamento appresa dai padroni.

E questi bimbi malfamati sporchi e laceri per le vie di Londra rappresentavano un motivo di continua umiliazione e cruccio per i benpensanti e anche per gli organi dello Stato. Londra a quell’epoca, come anche oggi, era, come si dice, l’ombelico del mondo, la capitale del Commonwealth, una città ricca e perciò tale contingenza umana  saltava particolarmente agli occhi. Le età di questi sfortunati bimbi andavano dagli otto ai quattordici anni circa. Già Londra si era occupata di tale problema dei propri bambini  alcuni anni prima grazie alle denunce puntuali di Charles Dickens attraverso i suoi famosi tabella e libri, ed aveva provveduto alla eliminazione della piaga ma ora si trovava di fronte quella rappresentata dai giovanissimi immigrati italiani, provenienti in quantità maggiore da alcuni paesini sperduti sulle montagne della Valcomino e in particolare da certe frazioni di Picinisco e di Villalatina o delle Mainarde oggi molisane.

A quell’epoca nessuno conosceva la Valcomino, questo territorio appartato di Alta Terra di Lavoro che veniva confuso regolarmente con il concetto di “Abruzzi”. E fu un personaggio della Storia d’Italia, ancora non compreso pienamente nel suo alto valore e nel suo significato a seguito di una storiografia non di rado parziale e partigiana,  stiamo parlando di Giuseppe Mazzini, che unico e solo e per primo si occupò fattivamente di questa infelice umanità abbandonata, preda dello sfruttamento e della disperazione. Tutti sanno che il patriota  fu costretto all’esilio a Londra già dal 1837 e vi rimase per oltre trenta anni, fino al 1868, quattro anni prima della fine. E guardandosi attorno a poco a poco capì e si rese conto del fenomeno dello sfruttamento e della violenza cui venivano sottoposti questi bimbi abbandonati.  E perciò decise di offrire loro l’unica arma possibile per un riscatto autentico e  per l’affrancamento: l’istruzione, la cultura. E quindi a costo di ulteriori rinunce personali  e  con il sostegno di personaggi inglesi della cultura e dell’arte coi quali nel frattempo era entrato in contatto quali lo storico Thomas Carlyle, i poeti Rob Browning e Algernon Swinburne, la vedova del poeta George Byron, il filosofo John Stuart Mill ed altri, fondò una scuola per questi bambini che venne aperta il 10 novembre1841, data anche questa da non dimenticare nella storia della emigrazione italiana soprattutto e principalmente ciociara, data che tra l’altro documenta e prova l’anacronisma dei motivi ispiratori del suddetto Museo Nazionale della Emigrazione. La scuola sorse in una zona a quell’epoca tra le più degradate di Londra a Hatton Garden, poi trasferita in una strada vicina, a contatto con il quartiere di Clerkenwell, abitato quasi esclusivamente da Italiani specie ciociari, dove in quegli anni sorse anche una chiesa italiana: la chiesa di San Pietro (1869-71), oggi ancora sul posto. La scuola fondata da Giuseppe Mazzini si svolgeva solo la sera e vi si insegnavano le discipline indispensabili all’apprendimento basilare. Le lezioni si svolgevano anche la domenica e in questo giorno impartiva le sue lezioni di cultura italiana lo stesso Giuseppe Mazzini. La scuola fu seguita e patrocinata anche da Charles Dickens che ben conosceva i luoghi dove aveva ambientato anche qualche sua opera quale per esempio “Oliver Twist”. Non è escluso che frequentassero la scuola anche i modelli che a quell’epoca iniziavano ad arrivare a Londra quali  Angelo Colarossi e Alessandro De Marco, entrambi di Picinisco.

La scuola ebbe una lunga vita, sempre frequentata e seguita sia dagli alunni sia dai promotori, durò venti anni. Ogni ricorrenza del dieci novembre gli alunni e i promotori e gli insegnanti si riunivano e festeggiavano l’avvenimento. Se si desidera conoscere più approfonditamente questa pagina di storia anche ciociara, allora raccomando la lettura di un libretto scritto nel 1999 da un ricercatore della Università di Pisa, il Prof. Michele Finelli: “Il prezioso elemento. Giuseppe Mazzini e gli emigranti italiani nella esperienza della
scuola italiana a Londra”. E dire che nella Ciociaria frusinate, a riprova ulteriore del degrado culturale e morale che l’attanaglia, non mi pare che vi sia un qualcosa, una via o una piazza, che ricordi gli emigranti ciociari e la loro lunga epopea per le vie del mondo.




CAMERA NEL PALLONE

di Alberto De Marchis

Ci sono deputati che vanno trattati con i guanti e senatori che vanno fatti decadere in tempi record. E non vuole essere una difesa a Berlusconi ma soltanto la cronaca di come funziona la politica. Un pittoresco scorcio che ha dato vita al caos in aula a Montecitorio quando alla Camera è toccato votare la richiesta di arresto del deputato Pd Francantonio Genovese indagato per associazione a delinquere, peculato e truffa. Come si muove Renzi sbaglia e dato che si voterà dopo le europee, su un piatto d’argento, il PD “legittima” Grillo a sparare a zero costruendo il disegno di un partito di centrosinistra che vuole fare scudo attorno al proprio compagno politico. E invece è tutto il contrario ma per Renzi spiegarlo è difficile visto che neppure il voto palese riuscirà ad ottenere con una Forza Italia garantista che si mette di traverso e allora il tranellone è bello che cucito addosso all’ex sindaco di Firenze. Il timore è che quando non si palesa il voto, il nemico riesca a progettare una mossa diabolica: e se l’opposizione votasse contro la decadenza e poi puntasse il dito sulla maggioranza? Vediamo come Matteo smaltirà anche quest’altra tegola che pende sulla testa dell’esecutivo. Appena oscilla è pronto a gufare il mazzolatore blogga pugnalate a tutto spiano.




ELEZIONI EUROPEE: IL PARTITO ANIMALISTA EUROPEO BOCCIA FORZA ITALIA

Stefano Fuccelli presidente del PAE analizza l'esclusione dalle liste per le prossime elezioni europee del candidato cacciatore Sergio Berlato, e conclude essere solo uno specchietto per le allodole quando, di contro, è stata confermata la nomina di candidati ostili agli animali: ”La lista è lunga, racchiude tutte e quattro le circoscrizioni con addirittura un capolista per il nordest l'On. Elisabetta Gardini a seguire in ordine alfabetico, Bartolozzi Paolo, Baldassarre Raffaele, Comi Laura, Mastella Clemente, Matera Barbara, Patricello Aldo, Ronzulli Licia, Rossi Oreste, Sartori Amalia, Silvestris Sergio Paolo Francesco, Zanicchi Iva. Hanno tutti votato nella qualità di europarlamentari la direttiva europea 63/2010 in favore della vivisezione. Fu uno scandalo contestato dal movimento animalista che vide una mobilitazione indignata di oltre centomila persone scese nelle piazze di tutta Europa e con il successo dell'iniziativa dei cittadini europei (ECI) StopVivisection sancita da un milione e mezzo di firme. "

 

di Cinzia Marchegiani

Arriva il Comunicato dall’Ufficio Stampa del Partito Animalista Europeo, un movimento molto attivo a livello nazionale che ha contrastato il dilagare dei maltrattamenti degli animali con molte azioni eclatanti e concrete e ha gettato basi importanti per far decollare i Tavoli Ministeriali atti ad analizzare i metodi alternativi alla sperimentazione animale, ormai accerta essere non predittiva per l’essere umano. Il PAE osservava con attenzione l’atteggiamento di Forza Italia in merito al mondo della tutela degli animali. Infatti riferisce nel comunicato che lo scorso sabato, 10 maggio 2014, a Milano Silvio Berlusconi aveva iniziato la campagna elettorale presenziando la festa degli animali di Forza Italia organizzata dall'On. Michela Vittoria Brambilla. Nel suo intervento ha illustrato il programma a sostegno di chi ha animali di compagnia promettendo sostanziali cambiamenti qualora vincesse le prossime politiche. Berlusconi ha lamentato, inoltre, il grave ritardo che la societa' ha dimostrato nel garantire una situazione di welfare per gli animali.

Ma come sempre purtroppo c’è molta differenza tra il dire e il fare e lo conferma lo stesso Stefano Fuccelli senza giri di parole: ”Avremmo voluto credere a queste promesse, visto anche il documento 'Per un Dudù act ' (tredici proposte per un welfare animale) che ha ricevuto la nostra critica positiva purché supportato da validi elementi rappresentativi, ma sembrerebbe che i fatti smentiscano le parole. L'esclusione dalle liste per le prossime elezioni europee del candidato cacciatore Sergio Berlato risulta essere solo uno specchietto per le allodole quando, di contro, è stata confermata la nomina di candidati ostili agli animali. La lista è lunga, racchiude tutte e quattro le circoscrizioni con addirittura un capolista per il nordest l'On. Elisabetta Gardini a seguire in ordine alfabetico: Bartolozzi Paolo, Baldassarre Raffaele, Comi Laura, Mastella Clemente, Matera Barbara, Patricello Aldo, Ronzulli Licia, Rossi Oreste, Sartori Amalia, Silvestris Sergio Paolo Francesco, Zanicchi Iva. Hanno tutti votato nella qualità di europarlamentari la direttiva europea 63/2010 in favore della vivisezione. Fu uno scandalo contestato dal movimento animalista che vide una mobilitazione indignata di oltre centomila persone scese nelle piazze di tutta Europa e con il successo dell'iniziativa dei cittadini europei (ECI) StopVivisection sancita da un milione e mezzo di firme.

Ed ancora, il candidato per la Circoscrizione sud, Alessandro Cecchi Paone, si è espresso pubblicamente favorevole alla sperimentazione animale proprio a margine di un dibattito su Canale 5 in opposizione alla Brambilla.

Poi ci sono i candidati pro caccia quali la cacciatrice Emma Soncini, Circoscrizione nordovest, che nella sua pagina ufficiale così recita: La caccia ha bisogno di essere tutelata e non demonizzata . È necessario far capire in Europa, a differenza di quanto molti possano pensare, che anche i cacciatori agiscono in difesa del territorio e dell’ambiente.
Il candidato Valerio Bettoni, Circoscrizione nordovest, già presidente della Provincia di Bergamo e consigliere regionale in Lombardia, ha presentato progetti di legge con l'Udc per regolamentare la caccia in deroga. Il candidato Luciano Ciocchetti, Circoscrizione centro, che nella veste di capogruppo Udc della Regione Lazio prese iniziative a favore delle associazioni venatorie, così si espresse: Trovo giusta la manifestazione di protesta indetta dalla FederCacciaLazio perché il calendario venatorio, così come predisposto, è estremamente penalizzante per i cacciatori …che tanto fanno per il ripopolamento del territorio e per la tutela di alcune specie.”

Battute al vetriolo schioccano anche per l'europarlamentare Elisabetta Gardini che Fuccelli ricorda oltre ad avere votato pro vivisezione fa parte dell'Intergruppo parlamentare Amici della Caccia, del Tiro e della Pesca, ed etichetta alquanto ossimoriche i suoi interventi:” …..provo un’istintiva simpatia per quanti amano la natura e cercano di stare il più possibile a contatto con essa e gli animali. E credo che più vicini dei cacciatori ci siano ben pochi altri" mentre per Iva Zanicchi riporta una sua citazione dove spiegava la motivazione del voto sulla vivisezione, definendola ripèrovevole:“ho detto si alla vivisezione perché non sapevo quello che votavo."

"Appena due….sono i candidati che dichiarano il loro impegno a sostenere Stop Vivisection. Assente, invece, l'unica che avrebbe potuto garantire la tutela degli animali, l'On. Brambilla, che stimo e di cui apprezzo il lavoro e la personalità. Se questi sono i prodromi, il Partito Animalista Europeo alle elezioni europee boccia la lista di Forza Italia" è la conclusione di Stefano Fuccelli nel suo comunicato stampa, motivando con logica e severità la scelta politica alle prossime elezioni europee, no a Forza Italia! 

Tra il dire e il fare non c’è solo il mare, ma un oceano immenso di opportunità perdute per i nuovi cambiamenti culturali ed etici importanti attesi da tempo.




LA TORRE DI BABELE

di Mario Torosantucci

E’ una grande preoccupazione, pensare alla società violenta in cui viviamo oggigiorno. Quanto pericolo in più dovranno affrontare i nostri figli, i nostri nipoti e quanti verranno al mondo successivamente? Il nostro bel paese, si trasforma velocemente in terzo mondo. Anche se l’ impressione che si prova, è quella di esserci già arrivati. Per il mio lavoro, ho girato il mondo per anni, ma quando varcavo i nostri confini nei rientri, rilassatezza e tranquillità, erano le dolci sensazioni, che si percepivano subito. E’ anche vero, che le fonti di informazione erano diverse, ma è accertato, che la situazione attuale, purtroppo in peggioramento in questo periodo, è veramente preoccupante e drammatica. La persona onesta vive nel terrore, perché vede ovunque il pericolo.

Consapevoli di non essere più tutelati, malgrado il grande e lodevole lavoro svolto dalle forze dell’ ordine, cresce lo stato ansioso ed angoscioso, creando a catena, una serie di problematiche dannose per l’ equilibrio psichico della società. Una società multietnica è bella, quando tutti hanno voglia di integrarsi ed attenersi alle regole di una convivenza civile pur mantenendo le proprie culture, ma non per questo, bisogna snaturalizzare e demolire, quella che è la nostra cultura e la nostra storia. Come cristiano, quando sento dire, che bisogna levare il crocefisso dalle aule di scuola, mi indigno e mi ribello. Ma come si permettono certe cose? Ogni qualvolta, mi son trovato in uno stato straniero, ho sempre rispettato le loro regole, le loro leggi, le loro abitudini e consuetudini. Io personalmente, mi sono comportato bene, per l’ educazione ricevuta dai miei impagabili genitori, che hanno vissuto lavorando con onestà, correttezza e rispetto per il prossimo, ma se non l’avessi fatto, sarei stato certamente, punito adeguatamente.

Uno stato, deve conservare la propria identità, pur con tutti i colori che la vita ci ha donato. L’ Italia ormai è una gruviera, approda ed entra di tutto indiscriminatamente, le regole sono un’ utopia, l’ anarchia degenera ogni giorno di più, si sono formate ed importate bande di giovani e non giovani di altre culture, con una violenza inaudita, che vorrebbero imporre il loro modo di vivere cruento e delittuoso.

All’onesto cittadino, non rimane altro che raccomandarsi a chi sta più in alto, per poter uscire indenne da questa società marcia ad ogni livello. Viene subito in mente la Torre Di Babele, questa è l’attuale e preoccupante situazione. Come italiano, mi sento offeso, indignato, preoccupato, impaurito, nauseato, e potrei continuare con tanti altri aggettivi, per sfogare tutte le sensazioni, che determinano l’ ingrossamento del fegato.

Bisogna infondere ottimismo, ma, malgrado sia stato e mi ritengo tuttora, una persona positiva, obiettivamente, mi rimane veramente difficile allo stato attuale, individuare una via d’ uscita. Le pensioni nella stragrande maggioranza delle persone, sono insufficienti per vivere, la vita aumenta giornalmente, le medicine indispensabili per molti, costano molto e non sono più mutuabili, però bisogna dare servizi gratuiti di ogni genere, a persone che delinquono e che fanno piangere tutti i santi giorni, quegli stessi pensionati italiani, che dopo una vita di sacrifici, sono costretti a subire anche delle violenze fisiche, rimettendoci magari la vita.
Questo sarebbe il paese civile, che dovrebbe esportare la cultura nel mondo? Oppure il paese, dove l’ egoismo, la disonestà, la cattiveria, la maleducazione, la delinquenza, la prepotenza, l’ ignoranza, ne fa da padrona?

Sì! Sono indignato! E come me, quella moltitudine di gente, che è cresciuta con dei valori e nelle regole di una vita corretta e rispettosa del prossimo e dell’ intera società. Devo denunciare l’ arroganza di molti stranieri ma anche italiani, con il loro comportamento nei mezzi pubblici, come devo sottolineare, la solidarietà e la difesa che ho ricevuto da altri stranieri, in momenti critici di diverbi pericolosi. Desidero inoltre, farmi spiegare, quante categorie di bambini ci sono. Le tutele nei loro confronti sono del tutto facoltative. Viaggiando con la metro, come diciamo a Roma, si è costretti a vedere, bambini che dormono o fanno finta di dormire immobili, nelle braccia delle giovanissime madri, per ore intere. Ma non dovrebbero andare a scuola, giocare ed integrarsi? Perché si tolgono ai genitori, figli di famiglie italiane che sono in difficoltà? Perché questa disparità di giudizio e comportamento? Questo sarebbe uno stato civile? La tutela dei minori in tutte le sue sfaccettature deve essere uguale per tutti, perché i bambini sono il patrimonio più grande per la società del futuro, auspicando, che essa sia più giusta ed onesta.
 




MATTEO RENZI E QUEL PASTICCIACCIO DI SENATO E QUIRINALE

di Emanuel Galea

L’art. 83, titolo II della Costituzione italiana precisa che il Presidente della Repubblica viene eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. Con l’abolizione del Senato, che fine farà quest’articolo?  Che valenza avrà, dopo, quella dicitura “ Parlamento in seduta comune”? 

In sostituzione dell’art.57 della Costituzione viene presentato il pasticciaccio di una bozza di disegno di legge costituzionale, datata 12 marzo 2014, con oggetto: “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della seconda parte della costituzione”.

Il Senato andrebbe abolito e al suo posto subentrerebbe un nuovo assetto costituzionale con la nomenclatura di “Assemblea delle Autonomie” e avrebbe questa composizione:
 – I Presidenti delle Giunte regionali e delle Province autonome di Trento e di Bolzano,
 – Due membri per ciascuna Regione, eletti con voto limitato, dai Consigli regionali tra i propri componenti
 – Tre Sindaci eletti da un’assemblea dei Sindaci della Regione.
 – Ventuno cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario, a nomina del Presidente della Repubblica.

Il condizionale non è casuale, perché come tutte le riforme, di Matteo Renzi, entrano in Senato “sane e belle” ed escono “brutte ed incerottate”. Per questa riforma in particolare, e non osiamo pronunciarci per la revisione del titolo V della seconda parte della Costituzione, i partiti si sono scatenati e vanno all’arrembaggio. Rischiano di rendere questa “Alta Camera” simile ad un ospedale da campo dove restano ricoverate le proposte di Matteo Renzi.

Contro il giovane premier gioca il tempo e dopo quello perduto in trattative dentro il suo stesso partito, Renzi ora conta e spera di incassare il primo via libera in aula al ddl per la riforma del Senato e del titolo V entro “cinque o sei settimane”, ovvero entro il 10 giugno.
Il risultato non è però scontato. Calderoli è sempre in agguato. Quest’ultimo, infatti, ha chiesto e ottenuto, la convocazione per martedì 13 maggio, della giunta per il regolamento. Il vicepresidente leghista sostiene che il suo ordine del giorno votato in commissione, “rende nulla” l’adozione successiva del ddl del governo come testo base. La tesi di Calderoli non è pellegrina. Di fatti il primo contempla l’elezione diretta, mentre il secondo quella indiretta dei senatori.

Simili imboscate già si sono viste in passato. Allora correva l’anno 2004 e sullo scranno più alto del Senato sedeva Marcello Pera, anche lui agitandosi e facendo cenni ai commessi, gridava: “colleghi è inaccettabile! Togliete quei cartelli!”. Stesse scene già viste nei giorni della Cirami e del lodo Schifani. La riforma anche allora fu affossata a seguito di tre defezioni di An nel voto ai quali si era aggiunto quello dell’ex presidente della repubblica Francesco Cossiga e quello di Fisichella.

Questa non è la riforma che ci si aspettava. Pochi concordano che l’operazione possa portare a dei risparmi reali. La riforma sconvolge tutti. Ci si può otturare il naso per i Presidenti delle giunte regionali autonome, per i sindaci, ma non si può mandare giù i ventuno senatori scelti dal Presidente della Repubblica. Un vero pasticciaccio!

Si può comprendere la fretta di Renzi di fare del tutto per portare quantomeno un’apparenza di riforme nel semestre europeo, ma a forza di correre sta  inciampando in troppi pasticci.
 Il vecchio saggio “chi lascia la strada vecchia per la nuova….” dovrebbe pure aver insegnato qualcosa a Renzi. Forse non sarà per suo demerito, ma quello che s’intravede non è una riforma, è solo un pasticciaccio. Fermiamoci finchè  c’è tempo
 




PAURE: SUPERARE LA FOBIA DI GUIDARE

a cura della Dott.ssa Vanessa Tartaglia, Psicologa-Psicoterapeuta

La paura di guidare (amaxofobia) sono molto più diffusi di quanto si possa pensare: una compagnia assicuratrice ha rilevato che oltre la metà dei giovani sotto i 25 anni si sente ansioso quando si mettono al volante. Sintomi di malessere sono, tuttavia, diffusi in tutte le età con sintomi quali: mal di testa, mani sudate, tachicardia, nausea e sensazione di confusione (sintomi spesso presenti negli attacchi di panico).
Il momento di guidare può essere molto critico in particolar modo per le persone ansiose o che soffrono di attacchi di panico: la necessità di essere vigili e concentrati, di evitare i pericoli, di non andare a sbattere contro qualcuno o qualcosa provocando un incidente può far aumentare l’ansia di chi già sale in auto non sentendosi del tutto sicuro e convinto di potercela fare.
Se l’ansia quando sei al volante ti controlla e ti impedisce di guidare, è importante affrontare la tua fobia per riuscire a metterti al volante con una rinnovata sicurezza. Esistono tecniche attraverso cui puoi vincere la tua paura in modo graduale facendo un passo dopo l’altro, fino all’estinzione totale della tua paura.
Tecnica dell’esposizione graduale:
1. Prima di tutto valuta da 1 a 10 la tua paura quando sali in macchina o quando stai per salirci sopra, ad esempio se valuti la tua paura con un 8, vuol dire che è forte.
2. Il secondo passo consiste nel fare la cosa più piccola che riesci a mettere in pratica, per avvicinarti alla guida, senza andare in ansia. Ad es. puoi iniziare ad salire in auto e provare ad accendere il motore, a questo punto valuta nuovamente il grado di paura che stai vivendo: se è alta, spegni il motore ed aspetta un pò di tempo, poi ricomincia mettendo in moto, ripeti questo passaggio fino a quando non ti senti più tranquillo.
3. Ora, se la tua paura è diminuita, anche di poco, con la consapevolezza che puoi spegnere il motore in qualsiasi momento, prova a fare pochi metri, fermati e valuta di nuovo la tua paura, se è alta, fermati e dopo esserti calmato, ripeti questo passaggio, finché non ti senti più tranquillo, quando la paura diminuisce e sei pronto per fare un altro passo in avanti, accendi il motore e percorri una breve distanza, se l’ansia diminuisce percorri via via una distanza sempre maggiore, senza aver fretta, gradualmente. La consapevolezza di essere libero di fermarti quando vuoi può darti la forza di allontanarti sempre di più rispetto al tuo punto di partenza e, un passo alla volta, sarai in grado di gestire la situazione aumentando sempre di più i metri e poi i km che percorrerai.
4. Per superare la tua paura puoi aiutarti mettendoti in uno stato mentale di tranquillità e di sicurezza, per far questo pensa ad una tua esperienza passata in cui ti sei sentito sicuro di te, motivato ad agire e tranquillo e ricordati nei minimi particolari cosa hai fatto; visualizza mentalmente i tuoi movimenti, il tuo respiro, i tuoi pensieri, le tue parole, cosa hai sentito dentro di te, come ti sei rapportato agli altri e dopo essere entrato in questo stato mentale positivo, di coraggio e di tranquillità, prova nuovamente ad avvicinarti verso all'automobile, ad entrarci, ad accendere il motore ed ora valuta nuovamente la tua paura: è diminuita? Se la tua risposta è si prova a guidare facendo pochi metri in questo nuovo stato mentale positivo e cerca di focalizzarti su cosa è cambiato dentro di te. Sicuramente ti sentirai meglio e più sicuro di te.
5. Un’altra cosa che puoi fare per ridurre la tensione è quella di prendere le distanze dalla tua paura immaginando te stesso seduto a casa mentre ti osservi salire in macchina, mentre avvii il motore e poi mentre guidi. Se ti senti più tranquillo, adesso puoi riprovare ad avvicinarti alla tua auto e mentre l’accendi immagina di essere lontano, mentre guardi te stesso che metti in moto la macchina per partire, in questo modo è come se prendessi le distanze dall’azione che stai compiendo ed al contempo prendi le distanze dalle emozioni negative che associ alla guida. All’inizio potrà sembrarti difficile ma provando e riprovando imparerai a prendere la distanza mentali e quindi emozionale dall’azione di guidare riducendo così la tua paura.

Contatti:
Dott.ssa Vanessa Tartaglia
Psicologa-Psicoterapeuta
Cell.3388558488 email: dott.vanessatartaglia@cpcr.it
www.centropsicologiacastelliromani.it
p.zza Salvatore Fagiolo n. 9 00041 Albano laziale
 




FORZA ITALIA E' COSA NOSTRA

di Maurizio Costa

Tutto passa sotto banco: parole nascoste, bustarelle celate e il potere della mafia su quello che la politica italiana offriva loro. Come una puttana di periferia, una delle Istituzioni più importanti del nostro Paese, e che all'estero è ancora un ente intoccabile, è stata venduta così, per interessi personali, avanzamenti di carriera, soldi e commissioni. Tutto quello che si doveva evitare è stato fatto, ad opera di un gruppetto di fantomatici politici, che hanno buttato fango su tutto ciò che dovrebbe tutelare, amare e proteggere i cittadini italiani. Ma andiamo con ordine.

Già da qualche tempo si parla di Marcello Dell'Utri, stretto collaboratore di Silvio Berlusconi sin dalla fondazione, nel 1993, di Forza Italia. Quando sedeva tra i banchi del Parlamento Italiano, Dell'Utri era già stato indagato per Mafia. Il deputato commentò così la sua situazione politica di allora: "Sono un politico per legittima difesa. A me della politica non frega niente. Mi difendo con la politica, sono costretto. Se mi ricandido lo faccio solo per difendermi. Quelli mi arrestano."
Questo per dare un'idea di quello che poteva essere Marcello Dell'Utri. L'11 aprile del 2014, viene giudicato latitante in Libano e viene arrestato con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Il dg Aurelio Galasso, prima della condanna definitiva, aveva affermato che: "Per diciotto anni, dal 1974 al 1992, Marcello Dell'Utri è stato garante dell'accordo tra Berlusconi e Cosa nostra. L'accordo c'è stato, si è formato nel 1974 ed è stato attuato volontariamente e consapevolmente." Tutto questo ha portato alla condanna in Cassazione dell'ex braccio destro di Berlusconi a sette anni di reclusione.

Passiamo ai rapporti tra Claudio Scajola e Amedeo Matacena, il primo entrato in FI nel 1995 e il secondo nel 1994. L'ex Ministro dell'Interno, Scajola, è stato arrestato giovedì con l'accusa di aver favorito la latitanza di Matacena, condannato a 5 anni per concorso esterno in associazione mafiosa e scappato a Dubai. Perché proprio negli Emirati? Semplice: il reato di concorso esterno in associazione mafiosa non è contemplato dalla loro legislazione, e quindi sarà molto difficile estradare il condannato. Cosa avrebbe fatto Scajola? Semplice: "Dopo la sentenza di condanna per concorso esterno di Amedeo Matacena lui è diventato la proiezione politico-istituzionale-imprenditoriale del primo, che consapevolmente agevolava gli interessi della ‘ndrangheta nella sua composizione unitaria." Amedeo Matacena, invece, secondo le inchieste dei magistrati, poco prima della fondazione di Forza Italia, si sarebbe incontrato nel 1991 nel Comune di San Luca, in Calabria, con i capi più importanti della 'ndrangheta calabrese. In quell'occasione si parlò di un nuovo progetto politico, che avrebbe sostituito la Democrazia Cristiana. L'ospite d'onore di quel summit fu Giovanni Di Stefano, l'avvocato che difese Saddam Hussein e Milosevic.

Tutto questo senza contare anche l'ex Senatore di Forza Italia Luigi Grillo, indagato dalla forze dell'ordine per gli appalti truccati dell'Expo 2015. Una situazione paradossale e il mondo intero che ci giudica negativamente. Lo Stato della mafia, del mandolino e della pasta. La situazione fa inorridire e un commento su tutti, di un giornalista di Al Jazeera, fa capire bene la nostra condizione: "Un ex Capo di Governo che finisce in una casa di cura è una cosa molto strana per noi." Per noi italiani invece no, è questo il problema.
 




ARRESTATO L'EX MINISTRO CLAUDIO SCAJOLA

Redazione

Roma – Colpo di scena per l'ex ministro Claudio Scajola che è finito in manette. Il bilancio è di otto mandati in tutto i mandati eseguiti dall'Antimafia calabrese, che questa mattina ha eseguito l'arresto di Claudio Scajola, in un albergo di Roma. Per l'ex ministro l'accusa sarebbe quella di avere aiutato l'imprenditore Amedeo Matacena a sottrarsi a una condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. "Inosservanza di esecuzione della pena" è il reato ipotizzato. Tra gli arrestati c'è anche lo stesso Matacena che però risulta latitante. 




LE RIFORME IN GIRO PER L'INFERNO

di Emanuel Galea

Nel loro cammin di 17 legislature, languiscono le riforme, smarrite nella selva oscura delle due Camere, raggirate da 963 “beneficiati” che la diritta via hanno smarrito.

Dopo aver chiesto grazia al sommo poeta nazionale, mi sento affrancato e accordato ad andare oltre. Parlare di riforme vuol dire certificare un logorio della “costituzione più bella del mondo”, un suo invecchiamento, ammettere che non accompagna più le esigenze del tempo. Non per niente non esiste partito, uomo politico oppure politologo che non ne ha parlato. Se mi è consentito dire che le riforme sono come la sòra Camilla che “ tutti la vònno e nisuno se la piglia”.

L’ultimo a provarci è stato Matteo Renzi. Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 31 marzo 2014, su proposta del Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il parlamento, Maria Elena Boschi, ha approvato lo schema di disegno di legge costituzionale.

Uno schema molto ambizioso, tant' è che lo stesso presidente Matteo Renzi rischia di perdere la sua reputazione politica e oserei dire la sua carriera, tutto dipende dall’esito di queste riforme.

Elenchiamo in ordine le cinque riforme dello schema:

1 – "Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario,

2 – la riduzione del numero dei parlamentari,

3 – il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni,

4 – la soppressione del Cnel

5 – la revisione del Titolo V della parte seconda della Costituzione".

Un’impresa titanica se poi a questa aggiungiamo la madre di tutte le riforme e cioè la legge elettorale che guarda agli interessi dei cittadini e non dei partiti.

Questo schema è datato marzo 2014. Proviamo a curiosare cosa ne è rimasto dal progetto originale.

Tutti vorrebbero sapere che ne è stato dell' Italicum. A quest’ora Renzi avrebbe dovuto ammettere che non sono le idee che mancano, bensì la buona volontà e così la legge elettorale, alias Porcellum II, tanto osannata si è vista cavalcata e messa in fondo alla lista.

Prima delusione!

Si è tanto parlato dell’abolizione del Senato. Questo è stato uno dei cavalli di battaglia del ex sindaco. Ahimè, strada facendo si è visto accomodare a miti consigli. Non è più abolizione ma un semplice maquillage, una completa operazione cosmetica, tanto fumo e poco arrosto.

Seconda delusione!

Chi può dire di non aver sentito parlare di spending review? Non importa che tanti non conoscono il significato, ma di questo hanno fortemente discusso nei bar, dal barbiere, in piazza, in metropolitana e a casa con amici. Cosa vuol dire? Non so, l’ha detto Renzi e con quella spending review abbasserà le tasse ai meno abietti e darà 80 euro in più in busta al mese, per sempre.

Intanto oggi si sa che la copertura per gli 80 euro è assicurata solamente per il 2014 e per gli anni a venire incrociamo le dita. Per quanto riguarda i tagli alla spesa pubblica, risulta che quest’ultima è al contrario in aumento. L’abolizione delle province, poi, è tutta da discutere.

Terza delusione!

Il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (CNEL) ha come competenze proprie la legislazione economica e sociale La sua soppressione difficilmente abbasserà il mastodontico debito pubblico, pietra d’inciampo di qualsiasi ripresa.

Non dimentichiamo il Jobs Act di Renzi , oggi rivisto e corretto, cucito e tagliato , stravolto e tanto discusso.

Concludendo il giro dell’inferno delle riforme , oggi , al posto della tanto sbandierata “riforma al mese”, giacciono in discussione, e a rischio tenuta della maggioranza, lo stesso decreto di lavoro Poletti, la famigerata già menzionata riforma del Senato e, dulcis in fundo la revisione del Titolo V della seconda parte della Costituzione.

Riuscirà il nostro Caronte fiorentino a traghettare queste riforme indenne lungo le acque paludose dell’Ade del Senato?




EUROPEI DI KARATE: L'ITALIA IN POLE POSITION

Redazione

Se l'Italia ha chiuso al primo posto del medagliere al 49° Campionato europeo seniores di karate, disputato a Tampere (Finlandia) dall'1 al 4 maggio, il merito è anche dei portacolori delle Fiamme oro.

I karateki cremisi hanno infatti contribuito in maniera determinante al bottino degli azzurri (4 ori, 2 argenti e un bronzo), portando a casa la medaglia d'oro di Viviana Bottaro nel kata individuale femminile, l'argento della squadra di kata femminile, tutta di marca Polizia di Stato, con Viviana Bottaro, Sara Battaglia e Michela Pezzetti, nonché l'argento di Alfredo Tocco con la squadra di kata maschile.

Viviana Bottaro con le due medaglie vinte ai campionati europei 2014La prima a salire sul podio è stata Viviana Bottaro, che grazie alla vittoria per 3 a 2 ottenuta in finale contro la spagnola Martin Abello Yaiza, ha vinto il suo primo titolo continentale individuale. Vittoria meritatissima, legittimata dal percorso trionfale che l'ha portata in finale a suon di 5 a 0 rifilati alle avversarie di turno, nell'ordine l'inglesa Emma Lucraft, la turca Dilara Bozan e la serba Marija Madzarevic.

Grande gioia per la portacolori delle Fiamme oro, che è già proiettata ai prossimi impegni: "La gara individuale è stata per me motivo di conferma e consapevolezza di essere competitiva in ambito internazionale. Affrontare il campionato del mondo (che si terrà in Germania a novembre, ndr) da campionessa europea in carica è importante. Per quanto riguarda la competizione a squadre sono rammaricata del netto verdetto a nostro sfavore (5 a 0, ndr) anche se penso che la nostra prestazione non sia stata inferiore a quella della Spagna. Comunque si va avanti a lavorare per preparare il mondiale".

Viviana Bottaro e Roberta Sodero ai campionati europei 2014La seconda medaglia di Viviana Bottaro arriva dalla gara a squadre, nella quale, insieme alle "colleghe" delle Fiamme oro Sara Battaglia e Michela Pezzetti, ha raggiunto il secondo gradino del podio. Un argento che dà continuità ai risultati positivi del team azzurro, campione nella passata edizione.

Le poliziotte del karate hanno raggiunto la finale eliminando la Bielorussia per 5 a 0 e la Serbia con lo stesso punteggio. Nel match decisivo per l'oro, le azzurre hanno affrontato la squadra spagnola, subendo una sconfitta per 5 a 0.

Gioia contenuta per le ragazze, che hanno l'amaro in bocca per la finale persa: "Usciamo da questa competizione molto rammaricate – è stato il commento di Sara Battaglia – perché credevamo di poter riconfermare il titolo dello scorso anno. Sono un po' delusa da questo risultato perché ci credevamo. Purtroppo usciamo sconfitte dalla finale, ma ci ripresenteremo al prossimo appuntamento ancora più pronte. Abbiamo ancora tempo per lavorare bene insieme in vista del prossimo mondiale".

Alfredo Tocco sul podio dei campionati europei 2014Anche Michela Pezzetti è sulla stessa linea delle compagne di team: "Personalmente ho sentito un po' la mancanza di competizioni con la squadra, ma sono contenta della nostra prestazione. Il risultato finale ci ha lasciato un po' di amaro, perché non ci siamo sentite così inferiori alla Spagna come il verdetto fa vedere. Ma rimane un argento europeo e sono felice che ci siamo confermate tra le migliori del continente. Sarà uno stimolo per migliorare ancora., perché sappiamo di poter fare veramente tanto".

L'ultima medaglia d'argento di marca Fiamme oro l'ha conquistata Alfredo Tocco, che insieme a Mattia Busato e Alessandro Iodice, ha dimostrato di poter competere ai più alti livelli e reggere il confronto con il dream team che li ha preceduti, capace di vincere dieci volte il titolo europeo.

Percorso netto per gli azzurri, che per arrivare in finale hanno demolito Francia, Germania e Austria, tutti con il punteggio di 5 a 0. Stesso punteggio subito in finale dalla Spagna.

Atleti e tecnici delle Fiamme oro ai campionati europei 2014"Abbiamo battuto Francia, Germania e Austria tutte per 5-0 – ha commentato Alfredo dopo la gara – purtroppo abbiamo dovuto cedere il passo in finale. Contro la squadra iberica abbiamo pagato lo scotto di essere una squadra nuova, ma che già ha ottenuto un successo cosi importante. Personalmente sono molto soddisfatto per questa medaglia. Perdere in finale è sempre un boccone amaro da mandar giù, però da domani sarò pronto a tornare in palestra e allenarmi ancora per raggiungere risultati sempre più prestigiosi, e magari prendersi la rivincita con la squadra spagnola ai prossimi campionati del mondo che si terranno a novembre a Brema (Germania, ndr). Un ringraziamento doveroso a chi mi segue quotidianamente nei miei allenamenti, alla mia splendida famiglia che mi dà la tranquillità per affrontare al meglio queste competizioni e alle Fiamme oro che mi danno l'opportunità di essere un professionista".




LA CAMPAGNA ELETTORALE SUGLI SPALTI DI UNO STADIO

di Maurizio Costa

I fattacci avvenuti allo Stadio Olimpico in occasione della finale di Coppa Italia hanno scatenato un putiferio all'interno della politica italiana. Tutti i maggiori leader del Bel Paese, che proprio in questi giorni stanno portando avanti le loro campagne elettorali, hanno colto al volo l'occasione e stanno cercando in tutti i modi di far pendere la bilancia dei favori del popolo italiano dalla loro parte. Genny 'a Carogna, che avrebbe dato il permesso ai capi alti del calcio italiano e della Digos di giocare la partita, Ciro Esposito, che è in condizioni critiche in ospedale e Daniele De Santis che avrebbe sparato allo stesso tifoso napoletano, sono i nomi che i politici in questi giorni stanno pronunciando per cercare di denunciare lo scandalo delle tifoserie violente, come se prima di questi fatti nessuno se ne fosse accorto.

Il primo a cogliere la palla al balzo è stato Matteo Renzi. Il premier era presente allo stadio durante la contestazione e anche quando il pubblico fischiava durante l'Inno d'Italia, ma non ha mosso ciglio. Il bello è venuto dopo: "Facciamo finire la campagna elettorale e il campionato e poi riuniamo tutte le autorità e interveniamo in modo serio – ha detto il Primo Ministro – il calcio non lo lasceremo a quelle persone, non lo lasceremo ai vari Genny 'a Carogna. Lo ridaremo alle famiglie e a chi vuole partecipare con gioia ad un evento sportivo." Parole al miele, che sanno molto di tessere elettorali.

Non è stato da meno neanche Angelino Alfano, leader del Nuovo Centrodestra. L'ex alleato di Berlusconi, infatti, il giorno dopo la partita, ha attaccato e denunciato subito questi comportamenti: "Il pallone è nostro e ce lo riprenderemo. Lo toglieremo ai Genny carogna per ridarlo alle famiglie e ai bambini." Con una consecutio temporum basata sull'anteriorità del futuro, il Ministro dell'Interno non si fa sfuggire un telegiornale per portare avanti la sua campagna elettorale, che, ricordiamo, trae spunto da un ragazzo in fin di vita e da un capo ultrà: "Stiamo lavorando anche su Daspo preventivo e sulla recidiva. Nel senso che chi è già colpito da provvedimento e continua a delinquere, potrà essere allontanato fino a otto-dieci anni dagli stadi." Un vero e proprio comizio quello del Ministro.

Passiamo a Beppe Grillo, l'anti-tutto, che però questa volta prende la scia dei suoi nemici e tocca l'argomento della sicurezza negli stadi: "Io già vedo che Genny la carogna sarà invitato al Nazareno da Renzi il bastardo per fare la legge sugli stadi. Il mondo sta andando in un modo che non è più capibile." Soliti modi gentili del leader del Movimento 5 Stelle. Grillo ha anche spostato la campagna elettorale su un fatto di musica e di Inni: "La povera Alessandra Amoroso ha cantato l’inno e fatto un tributo alla politica ed è stata fischiata. C’erano i politici schierati sull’attenti e poi sono fuggiti con le loro auto blu."

Anche Silvio Berlusconi ha voluto tirare acqua al suo mulino: "L'inasprimento dei Daspo è utile ma va applicato ai tifosi che lo meritano." Una cosa abbastanza scontata. Da Presidente del Milan, il Cavaliere ha poi aggiunto: "Non è utile e possibile che la sicurezza sia affidata alle società di calcio. Tutte presentano bilanci difficili, molti in deficit, non potrebbero permetterselo e mai avrebbero la competenza necessaria." Se lo dice lui.

Forse siamo talmente poveri di idee e iniziative che per dare vita ad una campagna elettorale prendiamo spunto da casi ignobili e disdicevoli, che non fanno altro che infangare la poca dignità che ci rimane nei confronti degli altri Paesi europei.