CIAMPINO, BENVENUTI A CASA: ARRIVANO IN ITALIA I 31 BAMBINI CONGOLESI

di Daniele Rizzo

Ciampino (RM) – Tutte le brutte storie dovrebbero finire così, tra abbracci, sorrisi e lacrime di gioia. Questa mattina all’aeroporto di Ciampino sono finalmente sbarcati i 31 bambini congolesi che da mesi aspettavano il via libera dal proprio governo per venire in Italia. Ad attenderli all’aeroporto c’erano le 24 coppie di genitori adottivi italiani.

Da mesi le autorità congolesi trattenevano nel loro paese i genitori italiani e i loro figli adottivi, dopo che il sospetto di procedure irregolari legate alle pratiche delle adozioni aveva colpito tutto l’ambito delle adozioni internazionali. A niente era valsa la missione dell’ex ministro all’integrazione Kyeng, che sul finire dello scorso anno si era recata in Congo, e che pur ricevendo rassicurazioni su una conclusione positiva della vicenda non aveva potuto sbloccare l’iter adottivo.
Alcune famiglie proprio dopo l’intervento dell’allora ministro si erano recate in Congo, dove però erano restate bloccate a causa della mancanza del nullaosta alle adozioni da parte delle autorità competenti.
Il sospetto di procedure irregolari, pur non interessando direttamente l’Italia, ha difatti colpito indirettamente le famiglie italiane, che hanno visto sbloccarsi la situazione solo ieri nel pomeriggio, quando il premier Renzi dal suo profilo Twitter ha annunciato che un aereo di stato era partito con destinazione Kinshasa, proprio per riportare a casa i bambini adottati.

Sull’aereo atterrato questa mattina, oltre ai bambini, c’era anche l’attuale ministro Boschi; ad attenderli, insieme ai genitori, c’erano anche i responsabili degli enti locali coinvolti nelle adozioni e molti giornalisti e fotografi. Renzi, che nella vicenda può certamente rivendicare un ruolo importante, ha invece accolto i bambini lanciando il proprio messaggio su Twitter: “Benvenuti #acasa”, ha sentenziato il premier, dando così il via libera ai messaggi dell’ex ministro Kyenge e della Boschi, ma anche a tutti coloro che nella vicenda hanno voluto vedere una manovra propagandistica. E proprio a questi vogliamo dire che non sempre le favole, belle o brutte che siano, hanno una morale; talvolta basterebbe leggerle così come sono, e compiacersene. 




LEGA NORD MATTEO SALVINI:"GRILLO CRIMINALIZZATO DA FORZA ITALIA HA AGEVOLATO PD"

Redazione

Ecco che il leader della Lega Nord Matteo Salvini strizza l'occhio a Grillo e lancia un'accusa a Forza Italia rea di aver "criminalizzato" il leader del Movimento Cinque Stelle. Di seguito le dichiarazioni di Matteo Salvini: «Della campagna elettorale di Forza Italia non mi è piaciuta la criminalizzazione di Grillo, che io non penso sia eversivo o sia Hitler, e di cui non mi interessa l'incidente stradale. Questa criminalizzazione ha aiutato certamente Renzi. E poi è sbagliata, perché nel voto al Movimento 5 stelle c'è tanta PASSIONE, tanta fiducia, alcune idee un po' confuse su certi temi, ma spero sia un patrimonio che ora non si disperda, perché ha portato partecipazione e interesse, sia in rete che in piazza.»




CRIMINALITA' ORGANIZZATA: SGOMINATA ORGANIZZAZIONE DI NARCOTRAFFICANTI DI COCAINA

Redazione

Roma – Alle prime luci dell'alba, i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno tratto in arresto 9 persone, in esecuzione di un'ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica della Capitale, per reati inerenti il traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
Nel dettaglio, le Fiamme Gialle del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, anche attraverso numerose intercettazioni telefoniche e complicati pedinamenti, hanno accertato l'esistenza di una agguerrita organizzazione, attiva prevalentemente nella Capitale e con ramificazioni anche in territorio milanese ed a Santo Domingo, dedita al traffico di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente del tipo cocaina, importata sul territorio nazionale sia a mezzo container che all'interno di valige.
Le indagini hanno altresì consentito di far emergere diversi illeciti contatti con soggetti operanti in aree portuali ed aeroportuali, in forza dei quali l'organizzazione sperava di ottenere l' "uscita sicura" dai predetti spazi di container e bagagli, all'interno dei quali veniva occultato lo stupefacente.
Importanti elementi di riscontro nel corso delle indagini sono stati acquisiti con il sequestro di un ingente quantitativo di cocaina, pari a circa 283 kg, eseguito a Genova il 18 settembre 2013. Nella circostanza lo stupefacente era occultato all'interno di un doppio fondo, ricavato nella base di un container imbarcato su una motonave in transito nel porto ligure, carico di banane provenienti da Santo Domingo. La cocaina, di elevata qualità e purezza, destinata al mercato illegale dell'Italia Centrale e, in parte, a Milano, avrebbe fruttato, con la vendita al dettaglio, circa 60 milioni di euro.
Al medesimo sodalizio criminale indagato sono stati anche attribuiti due distinti tentativi di importazione di cocaina, rispettivamente di kg 50 – nel giugno del 2013 – e di kg 60 – nel luglio del 2013 – entrambi non andati a buon fine per problematiche e/o imprevisti sopraggiunti. In dette circostanze l'organizzazione aveva programmato di far giungere lo stupefacente a Roma da Santo Domingo all'interno di valige, che poi sarebbero state fatte uscire "in sicurezza" dall'aeroporto capitolino di Fiumicino, grazie a non meglio precisate aderenze dei membri dell'organizzazione presso il citato scalo aeroportuale.
Nel corso dell'operazione odierna, denominata "Buena Hora 2", che ha visto anche il coordinamento tra le Direzioni Distrettuali Antimafia di Roma, Milano e Genova e che è stata svolta, oltre che a Roma e provincia, anche a Milano, Lodi e Catanzaro, si è data esecuzione ad un'ordinanza di applicazione di misure cautelari – che ha disposto la custodia in carcere nei confronti di 7 soggetti e gli arresti domiciliari nei confronti di ulteriori 2 soggetti – oltre a numerose perquisizioni locali nel Lazio e in Lombardia.
Uno degli odierni arrestati, M. G. (classe 1962), era peraltro già ampiamente noto agli specialisti dell'antidroga del G.I.C.O. di Roma, in virtù di pregresse evidenze giudiziarie che lo hanno visto protagonista per analoghi traffici di droga, omicidio doloso e, soprattutto, per la sua contiguità a cosche di ‘ndrangheta, operanti a Milano e provincia.
La figura del M., seppur non destinatario di alcun provvedimento, era già emersa, ad esempio, nell'inchiesta denominata "SKY-FALL" che, nel febbraio 2013, ha portato la Procura di Roma a sventare l'illecita importazione di un grosso carico di cocaina (per il quale era stato già versato ai narcos un acconto di 700.000 euro), attraverso un aeromobile noleggiato, che sarebbe dovuto giungere presso lo scalo romano di Campino, per poi rifornire le piazze di spaccio di Roma e Milano.
In quest'ultima circostanza venne tratto in arresto anche il commercialista G. A. – più noto alle cronache giudiziarie per la "finta" verifica all'imprenditore romano T. D. L., nell'ambito dell'indagine "ENAV-FINMECCANICA" – accertando come il medesimo costituisse anche il terminale di uno strutturato gruppo criminale, composto perlopiù da soggetti di origine calabrese, provenienti da Africo (RC) ma da tempo trapiantati nella Capitale, attivo nell'importazione di ingenti quantitativi di droga dai Caraibi (Santo Domingo).
In sintesi, gli odierni arrestati hanno costituto un composito gruppo criminale, forte di una fitta rete di relazioni e connivenze, reso ancor più pericoloso dall'enorme disponibilità finanziaria e dalla capacità di gestire l'importazione di ingentissimi carichi di droga, anche facendo leva sulla vicinanza di alcuni sodali a potenti cosche di ‘ndrangheta, notoriamente organizzazione mafiosa leader mondiale dell'illecito settore.
L'operazione di polizia odierna è l'ulteriore conferma di come il territorio nazionale, in generale, e la Capitale in particolare, continuino a rivelarsi uno snodo centrale nelle rotte dei traffici illeciti di sostanze stupefacenti, in virtù della grande recettività e conseguente remuneratività del relativo mercato.




REGIONE PIEMONTE: TUTTI GLI ELETTI IN REGIONE CON SERGIO CHIAMPARINO PRESIDENTE

Redazione

Piemonte – Sergio Chiamparino è il nuovo presidente del Piemonte. A scrutinio terminaato (4.832 sezioni su 4.832), l’ex sindaco di Torino conquista il 47,09% dei voti nella regione. Testa a testa fra il candidato del centro destra, Gilberto Pichetto, e quello di 5 Stelle, Davide Bono. Pichetto a spoglio teminato ha ottenuto il 22,09% dei voti in tutta la regione. Bono, invece, si attesta al 21,45% in regione. Seguono Guido Crosetto per Fdi-An (5,24% in regione), Enrico Costa per Ncd-Udc (2,98%) e Mauro Filingeri per L’Altro Piemonte a sinistra (1,12%).

Sergio Chiamparino, presidente del Piemonte, commenta dal palco di piazza Madama Cristina a Torino: “Ormai abbiamo i numeri per governare senza fare alleanze e alchimie politiche”. Tra i primi atti conferma il taglio dei rimborsi, mentre dichiara di non aver mai pensato a un “testa a testa” con il Movimento Cinque Stelle. “Con Renzi? Ci siamo trainati a vicenda”. E incassa il ‘tweet’ di Renzi che manda “un abbraccio ai nuovi sindaci” e un “bentornato a casa @SergioChiampa #italiariparte”.

Nove Gruppi regionali, contro 16, e 50 consiglieri anziché 60. In base ai dati del Ministero dell'Interno, diffusi a tarda notte a spoglio ormai concluso, e alle riforme dell'ultima legislatura, prende corpo il nuovo Consiglio regionale del Piemonte. Chiamparino, presidente eletto, si porta dietro i 10 consiglieri del listino. Nella quota proporzionale il centrosinistra elegge anche 17 consiglieri Pd, 2 della lista Chiamparino per il Piemonte, uno ciascuno per Moderati, Sel e Scelta Civica.
Le opposizioni eleggono invece il candidato presidente secondo classificato, Gilberto Pichetto Fratin. Eletti anche sei consiglieri di Forza Italia, due della Lega Nord, otto del Movimento 5 Stelle e uno di Fratelli d'Italia.
Non superano lo sbarramento, e quindi non eleggono consiglieri, Ncd e L'Altro Piemonte a sinistra.
Ecco i dieci consiglieri eletti nel listino di Chiamparino: Aldo Reschigna, Enrica Baricco, Maria Carla Chiapello, Marco Grimaldi, Gabriele Molinari, Silvana Accossato, Valentina Caputo, Nadia Ponticelli, Antonio Ferrentino, Giorgio Ferrero.
Sulla base delle preferenze accreditate dal Ministero dell'Interno, i consiglieri eletti sono:

– Pd – Davide Gariglio, Gianna Pentenero, Mauro Laus, Nino Boeti, Raffaele Gallo, Daniele Valle, Andrea Appiano, Elvio Rostagno (Torino); Francesco Balocco, Paolo Alemano (Cuneo); Domenico Ravetti, Domenico Ottria (Alessandria); Augusto Ferrari (Novara); Giovanni Corgnati (Vercelli); Vittorio Barazzotto (Biella), Angela Motta (Asti), Aldo Reschigna (Verbania – eletto anche nella quota maggioritaria, dovrà optare).
– Chiamparino per il Piemonte – Mario Giaccone (Torino); Alberto Valmaggia (Cuneo).
– Moderati – Giovanni Maria Ferraris (Torino).
– Sel – Monica cerutti (Torino).
– Scelta Civica – Alfredo Monaco (Torino).
– Forza Italia – Daniela Ruffino, Claudia Porchietto, Gian Luca Vignale (Torino); Franco Graglia (Cuneo); Massimo Berutti (Alessandria); Diego Sozzani (Novara).
– Lega Nord – Alessandro Benvenuto (Torino); Gianna Gancia (Cuneo).
– Movimento 5 Stelle – Davide Bono, Giorgio Bertola, Francesca Frediani, Stefania Batzella, Federico Valetti (Torino); Mauro W.
Campo (Cuneo); Paolo Mighetti (Alessandria); Gianpaolo Andrissi (Novara).
– Fratelli d'Italia – Maurizio Marrone (Torino).




CAMPANIA:TRIONFA IL PD ALLE EUROPEE NONOSTANTE L'ASTENSIONISMO RECORD.

di Christian Montagna

Napoli – Alle ventitré di domenica 25 Maggio si sono chiusi i seggi in tutta la nazione e un’altra pagina di storia della politica è stata scritta. Nominate da molti come le elezioni dell’astensionismo, ha trionfato su tutti con un netto vantaggio rispetto agli altri concorrenti il giovane Matteo Renzi. Un record storico per il Partito Democratico che ha incassato undici milioni e cento mila voti. Li chiamo concorrenti perché, nelle settimane antecedenti al voto,tutto sembrava tranne che stessimo per scegliere i nostri rappresentanti in Europa. A suon di comparse in programmi televisivi, gossip e raduni di piazza hanno invaso le nostre case per due settimane prima del fatidico giorno. Renzi, Berlusconi e Grillo i tre protagonisti del reality: tre personalità oggettivamente complesse che in modo del tutto particolare e con toni differenti, hanno cercato di convincere gli italiani ad andare a votare. In Campania, quest’opera di persuasione non ha attecchito. Il tasso di astensionismo è stato tra i più alti della penisola. Addirittura c’è chi ha pensato di blindare un seggio elettorale a Via Trinità delle Monache rendendo necessario l’intervento delle forze dell’ordine. Questo accade quando un popolo è in preda alla rassegnazione, quando la gente è stanca di essere presa in giro e quando nessuno vuole credere in una classe politica che troppe volte ci ha ingannati. Un astensionismo del tutto inaspettato. La maggioranza dei campani votanti, il 36,12%, invece, ha creduto nel Pd. Netto svantaggio per Forza Italia che ha ottenuto il 23,94% e per il Movimento 5 Stelle che ha totalizzato il 22,93%. A Berlusconi, Monti e Grillo dunque non rimane che accettare la sconfitta e tornare a casa. Lo spirito dei votanti a Napoli è stato funesto: c’è chi ha scelto di votare sperando in un cambiamento e chi lo ha fatto solo per regalare un futuro ai propri figli che sono costretti a lasciare la città perché senza lavoro. Un’affluenza che si attesta al 13% intorno alle ore dodici di domenica deve far riflettere! Ma in Campania come in altre regioni, è stato anche il giorno delle elezioni Comunali. In 189 comuni sono stati eletti i nuovi sindaci alcuni dei quali andranno al ballottaggio l’otto giugno. Martusciello, assessore alle attività produttive in Campania e unico esponente campano di Forza Italia, con 3900 preferenze è stato eletto al Parlamento Europeo nella circoscrizione Sud. Per il Pd, il più votato è stato Andrea Cozzolino con 8500 voti. Ad Anacapri, per il secondo mandato consecutivo, è stato riconfermato Franco Cerrotta; a Capri Gianni De Martino. Nel frattempo che si completano gli spogli in tutte le sedi comunali, la speranza che si legge sui volti degli italiani è quella di avere al più presto risposte immediate e azioni concrete.




LA NASCITA E L’EVOLUZIONE DELLA CORRUZIONE IN ITALIA – 2 PUNTATA "PROTEZIONISMO E CORRUZIONE”

Una tariffa protettiva, che reintroduceva la tassa sulla fame come ai tempi dell'imposta sul macinato e che danneggiava inoltre il settore della produzione meridionale del vino e dell'ortofrutta, già in crisi dalla rottura dei rapporti commerciali con la Francia dai tempi del Congresso di Berlino e della politica filotedesca di Crispi.

 

di Angelo Parca  [ Già pubblicato sull'edizione de L'osservatore d'Italia sfogliabile di lunedì 26 maggio 2014 – per consultare www.osservatoreitalia.com ]

Il protezionismo, che si voglia ammettere o meno ha seminato degli errori nel passato e sorprende che proprio la sinistra che lo ha introdotto per ragioni comprensibilissime, oggi è come se in un certo senso rinnegasse queste radici in favore di una volontà europeista piuttosto convinta nonostante sia volutamente direzionata a voler dettare legge a Bruxelles. Ma quest’ultimo intento finora non è stato conseguito da nessuno. Il protezionismo politico veniva a ledere gli interessi dei piccoli coltivatori del sud mentre favoriva il settore tessile e siderurgico del nord. Quest’ultimo già protetto con commesse statali, assorbiva una parte rilevante di risorse finanziarie che non investì nelle migliorie produttive necessarie a competere con le industrie straniere, adattandosi a produrre a costi elevati e non concorrenziali.

La Destra storica mantenne la tradizionale alleanza con la Francia ma quando subentrò la Sinistra con Depretis fu abbandonata l'alleanza con la Francia, a causa della conquista da parte dello Stato d'oltralpe della Tunisia. L'Italia entrò quindi nella Triplice alleanza, alleandosi con la Germania e l'Impero austro-ungarico. I governi italiani della Sinistra furono fortemente condizionati da gruppi industriali del Nord, e su spinta di quest’ultimi (ripeto su spinta di quest’ultimi), approvarono nel 1878 l'introduzione di tariffe doganali a protezione delle industrie tessili e siderurgiche; furono inoltre concessi sussidi ai settori in difficoltà e sviluppate le infrastrutture. Nel 1887, per fronteggiare la grande depressione, si diede vita a quel "blocco agrario-industriale", come lo chiama Antonio Gramsci, tra la classe liberale e progressista del Nord con gli agrari e i latifondisti reazionari del Meridione, estendendo la tariffa protettiva sulla cerealicoltura che risentiva delle esportazioni dagli Stati Uniti d'America di grano, che, per la riduzione dei noli dei trasporti, arrivava sul mercato italiano a prezzi inferiori.

Un dazio che danneggiava evidentemente gli industriali settentrionali che dovevano commisurare il salario degli operai sul prezzo del pane che aumentava artificiosamente e che pure accettarono di buon grado il danno economico, compensato, secondo la storiografia marxista, da un'alleanza con gli agrari che avrebbe tenuto lontani tentativi di riscatto sociale delle masse subalterne. Una tariffa protettiva, che reintroduceva la tassa sulla fame come ai tempi dell'imposta sul macinato e che danneggiava inoltre il settore della produzione meridionale del vino e dell'ortofrutta, già in crisi dalla rottura dei rapporti commerciali con la Francia dai tempi del Congresso di Berlino e della politica filotedesca di Crispi. In politica economica Crispi adottò una politica di protezionismo commerciale diretta a difendere i prodotti nazionali contro la concorrenza straniera. La "guerra delle tariffe" che contrappose Francia e Italia tra il 1888 e il 1892, in seguito all’adozione italiana di tariffe protezionistiche da parte dei governi della Sinistra storica, avevano avuto due autorevoli e convinti sostenitori in Agostino Depretis e Francesco Crispi, ispirati dalle riflessioni di Luigi Luzzati in materia di commercio estero, ma soprattutto pressati dai gruppi agrari e industriali del Nord e dai latifondisti meridionali. Pensiamo soltanto a cosa successe oltreoceano dove una delle cause della guerra di secessione negli Stati Uniti fu proprio la contrapposizione tra le industrie nascenti del Nord, che volevano protezione doganale contro le importazioni industriali, e i piantatori del Sud, che temevano le ritorsioni estere contro le loro esportazioni ed erano quindi a favore del libero scambio.

Tuttavia l’applicazione del dazio sui cereali importati risultò efficace per bloccare l’importazione del grano americano ma l’agricoltura meridionale, il cui aratro a chiodo non sapeva spremere dalla terra che grano, pur sopravvivendo grazie ad esso, subì un declino della produzione cerealicola e l’aumento della disoccupazione in quanto i latifondisti, volendo ridurre l’ammontare dei salari, adibirono a pascolo il terreno agricolo, con beneficio dell’industria casearia locale. Le conseguenze si possono presto desumere: C’è un Paese in balia del brigantaggio e in forte impoverimento con il favoritismo e la corruzione che nel pubblico hanno sempre un più palese spazio. C’è un Paese che chiude le proprie frontiere al volume di reddito e al dinamismo che potrebbero scaturire in seguito all'affacciarsi sul mercato internazionale, della possibilità che le industrie protette non siano stimolate a crescere e, dunque, sia loro impossibilitato di raggiungere quell’ideale stadio della produzione che giustificherebbe la fine delle misure di natura protezionistica, la flessione del volume delle esportazioni, determinata nel lungo periodo proprio dalla riduzione delle importazioni, con conseguente calo dell’oc
cupazione.

Questa grande reazione può vanificare, quanto a dimensione, quell'incremento di occupazione che si può manifestare nei comparti produttivi soggetti a protezione. Col risultato che la massimizzazione del reddito nazionale che si crede di perseguire con scelte avverse al libero scambio risulta inefficacemente perseguita nella misura in cui le illusorie compensazioni conseguite in questo o quel settore particolare sono vanificate dalle più ampie e pregiudizievoli conseguenze che si registrano nell'economia nel suo complesso. La guerra ad oltranza che, per quasi un decennio, il nuovo Stato combatté contro il brigantaggio con l’impiego di un esercito smisurato ed atrocità che coinvolsero indiscriminatamente comunità inermi, marcarono una profonda rottura tra le popolazioni meridionali ed il nuovo Stato, verso cui si manifestò una avversione maggiore di quella contro il precedente regime borbonico al punto che, secondo cronisti del tempo, se un paese straniero avesse tentato di sottrarre la Sicilia all’Italia, avrebbe ricevuto il medesimo entusiastico appoggio di cui godette Garibaldi nell’impresa dei Mille. Tutto, senza che i nuovi amministratori tentassero di arrestare la diffusa corruzione e di modificare i privilegi imperanti di cui godevano le poche famiglie vicine ai palazzi del potere, in grado di ripartire in ambito familiare le cariche gestionali con cui si poteva influenzare la somministrazione della giustizia ed usurpare impunemente le terre demaniali, facendo rinascere un nuovo feudalesimo.

Benedetto Cairoli che si alternò a Depretis nella guida del governo tentò di abolire la tassa sul macinato ma, per l’opposizione dei deputati meridionali portatori degli interessi dei latifondisti del Sud, decisi a caricare il peso fiscale sui contadini, riuscì solo a ridurla (1879), rimandandone l’abolizione all’83. A questo non seguì però una generale riforma fiscale che ridistribuisse il carico impositivo. Questo, continuando a gravare sulle classi meno abbienti, le spinse alla reazione che, nel Nord portò alla costituzione delle prime leghe operaie ed alla proclamazione dei primi scioperi (1884-85), che, benché repressi dal governo, ebbero il merito di diffondere la protesta e favorire, rispettivamente in Piemonte, Lombardia, Liguria ed in Valpadana, aggregazioni operaie e contadine che contribuiranno alla costituzione del partito socialista (1892). In quel periodo però la Sinistra storica ebbe due grossi meriti che controbilanciarono una sana nascita di malcontento: l’introduzione (legge Coppino del 1877) dell’obbligo scolastico nel primo ciclo delle elementari e l’allargamento della base degli aventi diritto al voto a 18 anni. Nella prossima puntata si parla di mafia.

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19/05/2014 LA NASCITA E L’EVOLUZIONE DELLA CORRUZIONE IN ITALIA – 1 PUNTATA



TUTTI GLI ITALIANI ELETTI ALLE EUROPEE NELLE CINQUE CIRCOSCRIZIONI

di Maurizio Costa

Dopo aver scrutinato le ultime schede elettorali, finalmente i numeri sono ufficiali: il Pd si aggiudica il posto d'onore, con il 40,81% dei voti, mentre il Movimento 5 Stelle arriva secondo ma con tanta amarezza (21,16%). Forza Italia raggiunge il 16,82%, mentre Lega Nord, rinata dopo la segreteria di Salvini, arriva al 6,16%. Poco sopra la soglia di sbarramento si posizionano L'Altra Europa con Tsipras (4,03%) e il Nuovo Centrodestra (4,38%).

Con le elezioni europee l'Italia ha scelto gli europarlamentari che andranno ad occupare i 73 seggi al Parlamento di Bruxelles destinati al Belpaese. Dopo i dati ufficiali delle elezioni, possiamo stilare l'elenco completo degli eletti che andranno a sedersi sugli scranni europei.

Circoscrizione Isole – Per il Partito Democratico: Soru, Chinnici, Movimento 5 stelle: Corrao, Moi e Forza Italia: Pogliese.

Circoscrizione Sud – L'ex Presidente della Regione Calabria Scopelliti non ha raggiunto i voti necessari e quindi rimarrà fuori dall'Europa. Per il Pd, andranno a Bruxelles Pittella, Picierno, Gentile, Paolucci, Cozzolino e Caputo. Il M5S porterà, invece, Adinolfi, Ferrara, D’Amato e Aiuto. Forza Italia (Fitto, Patriciello, Martusciello e Matera) Nuovo Centrodestra (Cesa) e Lista Tsipras (Spinelli) chiudono la lista.

Circoscrizione Centro – Il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, eletta con il NCD, lascerà molto probabilmente il posto, perché già Ministro della Salute, al primo dei non eletti, cioè Casini. Per il Partito Democratico sono stati eletti Bonafè, Sassoli, Gasbarra, Bettini, Danti, Costa e Gualtieri. Per il Movimento 5 stelle Agea, Castaldo, Zama e Gamburrano. Forza Italia porterà Tajani e Mussolini, mentre il Nuovo Centro Destra la Lorenzin, probabilmente sostituita da Casini. Per la Lista Tsipras vince Spinelli.

Circoscrizione Nord-Est – La sorpresa Kyenge, eletta con il Pd, e la sicurezza Salvini della Lega Nord, caratterizzano il voto di questa zona. Per il Partito Democratico vincono Moretti, Zanonato, Kyenge, De Castro, De Monte, Schlein e Zoffoli. Nel Movimento 5 stelle passano Borrelli, Affronti e Gibertoni. In Forza Italia Gardini e Sernagiotto, mentre per la Lega Nord il leader Salvini e Tosi. In questa circoscrizione anche il Sudtiroler Volkspartei porta un candidato: Dorfmann.

Circoscrizione Nord-Ovest – Nel Partito Democratico vincono Mosca, Cofferati, Bresso, Toia, Panzeri, Briano, Morgano, Benifei e Viotti. Nel Movimento 5 stelle: Beghin, Valli, Evi e Zanni. In Forza Italia Toti, Commi, Cirio e Maullu. In Lega Nord si conferma Salvini, con Buonanno e Ciocca. Nel Nuovo Centro Destra Lupi, probabilmente sostituito da Salini, e per la Lista Tsipras Ovadia.

In caso di concomitanza con altre cariche o con altre circoscrizioni italiane, il vincitore sarà eletto scegliendo il primo dei non vincitori.




EUROSHOCK

di Chiara Rai

Una cosa è chiara, gli elettori hanno addossato all’Europa e all’euro tutte le responsabilità di una crisi che ormai ha attanagliato irrevocabilmente l’Italia ma anche gli altri Paesi dell’Unione come la Francia. In Francia è infatti trionfo del Front National di Marine Le Pen che sbaraglia i socialisti incassando quasi il doppio dei loro voti. Commentando a caldo i numeri degli exit poll, la vincitrice delle europee in Francia ha chiesto a Hollande di prendere atto del risultato elettorale e di sciogliere il Parlamento perché l'attuale rappresentazione delle forze in campo non è più rappresentativo e non si può ignorare chi ottiene il 25 per cento dei voti. In Germania tiene la Merkel che ottiene il 36,1per cento, quasi due punti in meno rispetto al 2009 mentre avanza di quasi 7 punti percentuali l’Spd che sale al 27,5 per cento. Il grande successo dell'Spd in Germania porta il nome di Martin Schulz. L'Npd, il partito neonazista tedesco, ha ottenuto per la prima volta un seggio al Parlamento europeo. Poco meno di sei italiani su 10 si sono recati alle urne. Un risultato di poco inferiore al 2009 sebbene sia tutto sommato positivo guardando agli elettori europei che non fanno registrare un calo importante. In Inghilterra sia le elezioni locali che le europee confermano l’eccezionale avanzata degli euroscettici dell'Ukip. Nel Belpaese c’è qualcuno che è costretto a prendere il maalox perché non ha vinto e addirittura ha perso quasi cinque punti percentuali rispetto alle scorse politiche.

Il Pd lo ha totalmente sbaragliato prendendop quasi il doppio dei consensi di Grillo. Un risultato storico per l’Italia e per il partito Democratico che vince grazie ad una squadra giovane e decisa come quella di Matteo Renzi.
Dunque Grillo che strillava “vinciamo noi” ha incassato una sonante sconfitta registrando poco più dei consensi incassati da Berlusconi che è corso in solitario e senza il sostegno di Nuovo Centro Destra che ha raggiunto il 4 per cento, senza Fratelli d’Italia che non avranno seggio in Parlamento europeo e senza Lega che sorprendentemente ha preso il 6,3 per cento.

Infatti, altro dato è che Forza Italia e Silvio Berlusconi ci sono anche se ben distanti dal rottamatore Renzi. Non è affatto finito e se si pensa che alle Europee ha corso: è ancora una radicata forza politica. Di fatto la suddivisione dei 73 seggi spettanti all'Italia al Parlamento europeo è così composta: Partito democratico – Pse 31, Movimento 5 Stelle 17, Forza Italia 13, Lega nord 5, Nuovo centrodestra-Udc 3, L'altra Europa con Tsipras 3, Svp 1, Fratelli d'Italia – An 0, Scelta europea 0, Italia dei valori 0, Green Italia – Verdi europei 0, Io cambio-Maie 0.




CORRADO CLINI ARRESTATO

di Maurizio Costa

Corrado Clini è stato arrestato dalla Guardia di Finanza del Comando di Ferrara. Il reato imputato sarebbe quello di peculato e l'ex Ministro, insieme ad un imprenditore, è agli arresti domiciliari. Clini, indagato già da tempo, è stato accusato di essersi intascato 3 milioni di euro da un finanziamento che prevedeva lo stanziamento di fondi in Iraq per il risanamento delle acque del Paese mediorientale. Le indagini andranno avanti e Clini, Ministro dell'Ambiente sotto il Governo Monti, adesso rischia veramente tanto.

Il "New Eden" – Il progetto di investimenti del Ministero dell'Ambiente italiano in Iraq si chiama "New Eden" (Nuovo Paradiso) ed è nato nel lontano 2003. Il progetto, ancora in corso, prevede lo stanziamento di 54 milioni di euro per interventi in Mesopotamia, Iraq e nei bacini del Tigri e dell'Eufrate per risanare e diminuire l'inquinamento di quelle zone. In mezzo al progetto compaiono molte aziende italiane, come la Med Ingegneria di Ferrara e la Sgi di Padova. Gli investigatori, già dall'anno scorso, durante dei controlli presso la Med, trovarono delle fatture sospette per incarichi inesistenti. Da questo primo indizio, gli inquirenti hanno scoperto che una parte dei fondi ministeriali venivano depositati in un conto corrente in Giordania.

Rubare i soldi dal proprio Ministero e depositarli in un Paese così lontano sembrava facile ma le Fiamme Gialle hanno scoperto tutto. La parola ora va a Corrado Clini, un'altra pedina del nostro scacchiere che si macchia di un reato così grave.




6 MILIONI DI EURO SPARITI DALLE CASSE DELL’ESERCITO

Redazione
Roma
– Una colossale distrazione di fondi dalle casse dell’Esercito Italiano, scoperta dagli stessi responsabili del Centro Amministrativo dell’Esercito e immediatamente denunciata ai Carabinieri, ha portato all’arresto, questa mattina, di 3 persone e alla segnalazione di altri 44 soggetti alle Procure Militare e Ordinaria, per i reati di peculato militare, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita, nell’ambito di un’indagine svolta congiuntamente da Guardia di Finanza e Carabinieri della Capitale, sotto la direzione ed il coordinamento del dott. Roberto Felici, sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma. Destinatari delle misure cautelari dell’Autorità Giudiziaria romana sono un commercialista, un imprenditore e un pensionato campani. L’attività di Carabinieri e Guardia di Finanza di Roma ha consentito di portare alla luce un vasto sistema fraudolento che, in virtù dell’infedeltà di un maresciallo dell’esercito, già rimosso e sospeso dal suo incarico dallo stesso Esercito e la cui posizione è attualmente al vaglio dalla Procura Militare di Roma, e di una fitta rete di collegamenti, ideati ed attuati da un commercialista, ha portato alla distrazione di circa € 6.000.000,00, finiti su conti correnti di decine di soggetti compiacenti, residenti perlopiù nella provincia di Napoli. L’operazione è l’epilogo di una articolata attività investigativa condotta, sul territorio nazionale, in sinergia dai militari del I Gruppo della Guardia di Finanza di Roma e della Compagnia dei Carabinieri di Roma Piazza Dante che, attraverso la minuziosa analisi di copiosa documentazione bancaria, intercettazioni telefoniche, indagini patrimoniali e assunzione di informazioni testimoniali da decine di soggetti a vario titolo coinvolti, ha consentito di ricostruire tutti i flussi finanziari creati, accertando così la sussistenza di una radicata struttura delinquenziale ramificata soprattutto in territorio campano. Lo schema fraudolento prevedeva il coinvolgimento – con ruoli principali – di un commercialista, di un Luogotenente dell’Esercito e di due soggetti incaricati di reperire altre persone disposte ad occultare le somme illegalmente sottratte, facendole transitare dai propri conti correnti, per poi prelevarle in contanti e restituirle agli organizzatori del sistema, non prima di averne trattenuto una piccola parte per l’opera fornita. Il vasto intrigo finanziario è venuto alla luce proprio grazie all’intervento dell’Ente militare che, ravvisando alcuni ammanchi nelle operazioni patrimoniali, ha subito denunciato l’anomalia ai Carabinieri di zona,  permettendo l’avvio delle indagini.
In base a quanto appurato dagli investigatori, il militare, approfittando del suo incarico di cassiere del Centro Amministrativo dell’Esercito Italiano, nel periodo dal 2010 al 2013, attraverso una serie di artifici e raggiri, era riuscito ad appropriarsi di circa € 6.000.000,00, sottraendoli dal conto corrente dal quale venivano effettuati i bonifici per gli stipendi al personale, e facendoli confluire, sotto la regia del professionista, su 44 conti correnti intestati a decine di persone compiacenti, nella maggior parte dei casi “reclutate” nella provincia di Napoli.
Il sottufficiale, forte del collaudato sistema illecito, continuava a godere del denaro illecitamente sottratto sperperandolo in vacanze, autovetture e immobili, nonché sponsorizzando la sua passione di cantante amatoriale, fino all’intervento degli investigatori che hanno proceduto al sequestro di tutti i conti correnti degli indagati e ricostruito minuziosamente il loro patrimonio.
Su proposta del sostituto procuratore dott. Roberto Felici, il G.I.P. del Tribunale di Roma, dott.ssa Anna Maria Fattori, ha emesso n. 3 ordinanze di custodia cautelare nei confronti degli organizzatori del sistema illecito, eseguite congiuntamente dai militari dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Roma.
 




UNIONE EUROPEA, QUOTE LATTE: SUBITO L'OBBLIGO D'ORIGINE IN ETICHETTA

Niente multe latte per gli allevatori quest’anno perché non è stato  superato il  livello quantitativo di quota latte assegnato dall’Ue. La Coldiretti provinciale sottolinea che gli allevatori di bovine da latte non devono versare il prelievo e tanto meno gli acquirenti devono trattenerlo.

 

Redazione

Il latte ceduto alle latterie dagli allevatori è stato di 10,831 milioni di tonnellate, al di sotto sottolinea la Coldiretti – del  quantitativo nazionale delle consegne di latte assegnato all’Italia che è di 10,923 per l’annata che è iniziata il 1 aprile 2013 e si è chiusa il 31 marzo 2014. E’ il quarto anno consecutivo che la produzione nazionale – precisa la Coldiretti – rimane sotto il tetto massimo assegnato dall’Unione Europea all’Italia, oltre il quale scatta il cosiddetto splafonamento, con le sanzioni conseguenti.  Nel resto d’Europa molti Paesi grandi produttori di latte come Germania, Olanda, Danimarca, Irlanda, Austria e Polonia hanno chiesto tramite le loro Organizzazioni agricole un aumento del loro quantitativo assegnato dal momento che le loro produzioni di latte hanno abbondantemente superato la loro quota produttiva, con la Coldiretti che è stata l’unica Organizzazione italiana ad opporsi a questa ingiustizia nell’interesse dei propri allevatori. L'anno prossimo, al 31 marzo, cesserà il regime delle quote latte istituito nell’Unione Europea  dai primi anni 80 per fronteggiare la sopra produzione di latte che però nel nostro paese copre appena il 65% del fabbisogno con massicce importazioni di latte e prodotti succedanei che sta mettendo a serio rischio l’allevamento italiano di vacche da latte. “La proposta di Coldiretti per fronteggiare il dopo quote  parte innanzitutto dall’introduzione dell’obbligatorietà dell’indicazione dell’origine del latte per tutti i prodotti caseari, e non solo per il latte fresco. Per Coldiretti Latina dove si munge una percentuale significativa del latte italiano, l’esito di questa battaglia è decisiva– sottolineano il Presidente di Coldiretti Carlo Crocetti ed il Direttore Saverio Viola –. Come ribadito con grandissima forza nei giorni scorsi dal Presidente Roberto Moncalvo, dobbiamo proseguire con determinazione ancora maggiore, e vincere, la nostra guerra all’agro pirateria sia in Italia che all’estero”. Si avvicina peraltro la straordinaria occasione dell’EXPO per far conoscere in tutto il mondo i grandi formaggi italiani DOP soprattutto in quei Paesi che hanno ampie fasce di popolazione sempre più abbienti.