Divorzio Pd – M5S. Letta: “Rottura irreversibile”

Con la caduta di Draghi “credo che quello che si è compiuto sia stato un suicidio collettivo della politica italiana e credo che le nostre istituzioni, la nostra politica esca molto ammaccata”.

Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, a Mezz’ora in più, su Rai tre.

“Non ho dubbi che all’ambasciata russa si sia festeggiato a caviale e che Putin abbia avuto la più grande soddisfazione dopo la fine di Johnson a Londra.

Questa è un vicenda non solo italiana, ma europea, pesante”, ha detto il segretario del Pd. La rottura dai 5 Stelle “in queste elezioni è irreversibile, lo abbiamo detto, lo avevo detto prima”, ha detto Letta. “Avevo detto a Conte se prendete una decisione di questo tipo questa sarà la conseguenza e siamo lineari con questa scelta”

BRUNETTA: ORA UN’UNIONE REPUBBLICANA – “Nulla abbiamo saputo, una decisione presa alle nostre spalle”. Così il ministro della P.a Renato Brunetta a Mezz’Ora in più a proposito della scelta di Forza Italia sul governo. “E’ stato un atto di irresponsabilità motivato da un opportunismo temporalistico”, ha detto, “Una valutazione di tipo opportunistico. Salvini vedeva deteriorare il suo consenso mese dopo mese, Forza Italia non si espandeva, Meloni cresceva. Hanno preferito non pagare il costo del governo ma farlo pagare agli italiani”.

“Un’Unione e un rassemblement repubblicano per tutti quelli che hanno sostenuto l’agenda Draghi”, con un programma comune che guardi all’Europa e al Pnrr, “un’Unione Repubblicana che salvi il Paese”, ha detto Brunetta. “C’e’ un progetto? Chiede Annunziata, “Ovviamente e ci stiamo lavorando”. Tra i nomi di questo rassemblement Annunziata cita Toti, Renzi, Calenda e Brunetta assente. “Tremonti?” chiede Annunziata: “sta dall’altra parte” dice Brunetta, ribadendo di sognare un’unione di Liberi e Forti che salvi il Paese.




Siccità, ANBI: “In pericolo la più grande riserva idrica della Toscana”

Vincenzi: “Auspichiamo che la crisi politica non fermi gli iter procedurali in atto ad ogni livello nel Paese, perché i territori non se lo possono permettere”

La siccità sta pregiudicando la più grande riserva idrica della Toscana: un giacimento di oltre 700 milioni di metri cubi d’acqua, che si trova sotto la Piana di Lucca e rifornisce gli acquedotti di ben 4 delle 10 province della regione (Lucca, Pisa, Livorno e la Valdinievole, nel pistoiese), dissetando oltre 1 milione di abitanti.

A lanciare l’allarme è l’ANBI attraverso il locale Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord, il cui Presidente, Ismaele Ridolfi, ha diffuso una lettera aperta per mettere a disposizione delle amministrazioni e della collettività tutti i progetti predisposti dall’ente di bonifica per realizzare interventi straordinari sul sistema delle canalette nella pianura lucchese.

“La drastica riduzione delle portate del fiume Serchio e la mancanza di piogge significative stanno intaccando anche le nostre riserve sotterranee d’acqua – afferma Ridolfi – Il rischio di gravi conseguenze sulla tenuta della falda, con consistenti fenomeni di subsidenza e la necessità di razionamenti per i vari usi, è reale e preoccupante.”

“I cambiamenti climatici in corso, con periodi di siccità sempre più lunghi, impongono ormai di monitorare costantemente anche la quantità e la qualità delle riserve idriche sotterranee per proteggerle e programmarne l’uso – evidenzia Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – Nella Piana di Lucca, come nel resto d’Italia, sono necessari piani d’investimento per l’infrastrutturazione idraulica del territorio, perché è grazie ad essa che può essere ricaricata, per infiltrazione, una parte importante della falda.”

“I Consorzi di bonifica ed irrigazione – conclude Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI – hanno un portafoglio di centinaia di progetti, che mettono a servizio del Paese. Il Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord ne ha predisposti per oltre 7 milioni di euro finalizzati ad effettuare interventi straordinari sul locale sistema delle canalette, fondamentale non solo per l’agricoltura, ma anche per il settore cartario, uno dei distretti industriali più importanti d’Italia: si tratta di piani, presentati su tutte le linee di finanziamento possibili, messi a disposizione della collettività e che l’ente consortile è pronto a realizzare rapidamente, una volta reperite le risorse. Auspichiamo che la crisi politica non fermi gli iter procedurali in atto ad ogni livello nel Paese, perché i territori non se lo possono permettere. Come sempre, il primo intervento deve essere tutelare e possibilmente incrementare il patrimonio disponibile. Il futuro delle risorse idriche in Italia non può certo essere legato alla desalinizzazione delle acque marine!”




Camere, scioglimento anticipato ma i vitalizi sono salvi

Nonostante lo scioglimento delle Camere anticipato, Deputati e Senatori non perderanno il diritto alla pensione pro quota di questa legislatura, seppur per una manciata di giorni.

Le norme che regolano i cosiddetti vitalizi, in realtà una forma pensionistica che scatta al 65esimo anno di età, prevede che si maturi il diritto della quota per i cinque anni della legislatura, quando questa è arrivata a 4 anni, sei mesi e un giorno.

La data fatidica è il 24 settembre, mentre le Camere sono state sciolte.

Tuttavia nella Costituzione (articolo 61, secondo comma) si afferma che “finché non siano riunite le nuove Camere sono prorogati i poteri delle precedenti”, tanto è vero che queste esaminano eventuali decreti urgenti emanati nel frattempo o altri atti necessari del governo, come decreti legislativi di attuazione delle deleghe. Le prossime elezioni si svolgeranno il 25 settembre e le nuoive camere si insedieranno il 15 ottobre, come prevede sempre la nostra Carta: 21 giorni dopo la fatidica data “salva pensioni”.




Mattarella scioglie le Camere, ipotesi voto 25 settembre

Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo aver sentito i Presidenti dei due rami del Parlamento, ai sensi dell’articolo 88 della Costituzione, ha firmato il decreto di scioglimento del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, che è stato controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri.”Come ufficialmente comunicato – ha detto il capo dello Stato – ho firmato il decreto di scioglimento per indire nuove elezioni entro 70 giorni come previsto.Lo scioglimento anticipato del Parlamento è sempre l’ultimo atto”.

“La situazione politica ha condotto a questa decisione. La discussione il voto e la modalità hanno reso evidente l’assenza di prospettive per una nuova maggioranza”.”Davanti alle Camere” – ha evidenziato Mattarella – ci sono “molti importanti adempimenti da portare a compimento nell’interesse del Paese”. “A queste esigenze – aggiunto – si affianca l’attuazione nei tempi concordati del Pnrr”. “Né può essere ignorata l’azione di contrasto alla pandemia”.Il decreto di scioglimento sarà consegnato ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati dal Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti.Il premier Mario Draghi è giunto al Quirinale per controfirmare, come prevede la prassi costituzionale, il decreto di scioglimento delle Camere che sarà firmato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella.L’articolo 88 della Costituzione citato nel comunicato del Quirinale recita: “Il Presidente della Repubblica puo’, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse”. L’incontro con Casellati e Fico ha dunque come oggetto la valutazione sullo scioglimento delle Assemblee parlamentari




Dopo la Gelmini anche Brunetta lascia Forza Italia: “Ha tradito i suoi valori”

Draghi si è dimesso, Mattarella convoca i presidenti delle Camere. Emozione in Aula: “Anche il cuore dei banchieri batte”
A Montecitorio accolto da una ovazione del centrosinistra e del governo

Il presidente del Consiglio Mario Draghi si è dimesso.

Il governo resta in carica per il disbrigo degli affari correnti.
Dopo aver incontrato il presidente Mattarella al Quirinale, Draghi ha visto a palazzo Giustinani la presidente del Senato Elisabetta Casellati e a Montecitorio il presidente della Camera Fico. I presidenti sono attesi al Quirinale nel pomeriggio.

LA NOTA DEL COLLE – “Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei ministri professor Mario Draghi, il quale, dopo aver riferito in merito alla discussione e al voto di ieri presso il Senato ha reiterato le dimissioni sue e del governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica ne ha preso atto, il governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti”. E’ quanto dichiara in un video dal Quirinale il Segretario generale della Presidenza della Repubblica Ugo Zampetti.

Un consiglio dei ministri nel tardo pomeriggio adotterà un provvedimento che definisce il perimetro per il disbrigo degli affari correnti, secondo quanto si apprende da fonti di governo.

CONVOCATI AL QUIRINALE CASELLATI E FICO – Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riceverà nel pomeriggio al Palazzo del Quirinale i Presidenti delle Camere, ai sensi dell’art. 88 della Costituzione. E’ quanto scritto in una nota diffusa dal Colle. Casellati salirà al Quirinale alle 16.30. Alle 17 toccherà invece al presidente della Camera Roberto Fico.

L’articolo 88 della Costituzione citato nel comunicato del Quirinale recita: “Il Presidente della Repubblica puo’, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse”. L’incontro con Casellati e Fico ha dunque come oggetto la valutazione sullo scioglimento delle Assemblee parlamentari.

BRUNETTA LASCIA FI – Il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta lascia Forza Italia. Lo annuncia in una nota nella quale afferma che “non votando la fiducia a Draghi, Forza Italia ha tradito la sua storia e i suoi valori. Non sono io che lascio, è Forza Italia che lascia se stessa”.

L’INTERVENTO DI DRAGHI ALLA CAMERA – “Prima di tutto grazie”. Sono le parole con cui il presidente del consiglio, Mario Draghi, ha aperto il suo intervento alla Camera. Ne è seguito un lungo applauso. “Alla luce del voto espresso ieri sera dal Senato chiedo di sospendere la seduta per recarmi dal presidente della Repubblica per comunicare le mie determinazioni”, dice il premier Mario Draghi intervenendo alla Camera.

“Certe volte anche il cuore dei banchieri centrali viene usato, grazie per questo e per tutto il lavoro fatto in questo periodo”, ha detto, sorridendo, il presidente del Consiglio al termine del lungo applauso che lo ha accolto a Montecitorio.

Il presidente della Camera Roberto Fico ha dato lettura nell’Aula della Camera della lettera con cui Mario Draghi gli ha comunicato le sue dimissioni presentate da presidente del Consiglio. L’emiciclo era pieno di deputati, che avevano atteso tra il Transatlantico ed il cortile la ripresa dei lavori. Fico ha comunicato che alle 13 si riuniranno i capigruppo di Montecitorio. La seduta d’Aula riprenderà alla fine della riunione.




Crisi di Governo, Draghi invoca nuovo patto di fiducia: M5s e Lega non applaudono

Le sfide che l’Italia deve affrontare richiedono ‘un governo forte e coeso’. Al Paese ‘serve un nuovo patto di sviluppo concreto e sincero.

Partiti, siete pronti a ricostruire questo patto? Siete pronti? Siamo qui in quest’Aula solo perchè gli italiani lo hanno chiesto. È una risposta che dovete dare non a me, ma a tutti gli italiani’. Mario Draghi conclude così il suo discorso al Senato. M5s e Lega non applaudono quest’ultima parte. Il presidente del Consiglio richiama le forze politiche alla responsabilità di portare a termine l’agenda di governo senza fare sconti e definisce ‘tanto sofferte quanto dovute’ le dimissioni, respinte dal capo dello Stato, presentate il 14 luglio per il venir meno del patto di fiducia nella maggioranza: ‘L’unica strada, se vogliamo ancora restare assieme, è ricostruire daccapo questo patto, con coraggio, altruismo, credibilità’. La risposta dei partiti è attesa dal dibattito. E’ in corso una riunione della Lega convocata da Matteo Salvini a Palazzo Madama: presenti parlamentari, ministri e sottosegretari. Dopo aver ascoltato Draghi anche Giuseppe Conte si è riunito con alcuni dei vertici del M5s, fra cui i vicepresidenti e la capogruppo a Palazzo Madama Mariolina Castellone. Nel frattempo, in un altro ufficio, è in corso una riunione del gruppo dei senatori del Movimento.

IL DISCORSO DI DRAGHI

“Mercoledì – ha sottolineato in apertura del suo discorso – scorso ho rassegnato le dimissioni. Questa decisione è seguita al venir meno della maggioranza di unità nazionale che ha appoggiato il governo dalla sua nascita. Il capo dello Stato le ha respinte e chiesto di informare il Parlamento. Decisione che ho condiviso. Oggi mi permette di spiegare a voi e agli italiani questa decisione tanto sofferta quanto dovuta“.Il premier ha rivendicato i risultati ottenuti dal suo governo in questi 17 mesi. Ma ha anche indicato una serie di obiettivi per i quali, ha evidenziato, serve un nuovo patto di fiducia”. “Non serve una fiducia di facciata che svanisca di fronte ai provvedimenti scomodi”. Draghi ha elencato una serie di obiettivi. Bisogna spingere sui contratti collettivi, punto di forza del sistema industriale. “Serve una riforma delle pensioni – ha proseguito – che garantisca meccanismi di flessibilità in uscita e un impianto sostenibile ancorato al sistema retributivo”. “Il disegno di legge” sulla concorrenza, che riguarda anche “i taxi” e le concessioni balneari” deve “essere approvato prima della pausa estiva. Ora c’è bisogna di un sostegno convinto all’azione dell’esecutivo” non il sostegno a proteste tavolta violente.

LA DIRETTA

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 “Il presidente della Repubblica mi affidò l’incarico” di premier con l’obiettivo di affrontare “tre emergenze: pandemica, economica e sociale”, “tutti i principali partiti, con una sola eccezione, decisero di rispondere positivamente a quell’appello. Nel discorso che tenni in quest’Aula feci riferimento all’unità nazionale, che in questi mesi è stata la miglior garanzia di questo esecutivo e della sua efficacia. Ritengo che un presidente del Consiglio che non si è mai presentato davanti agli elettori debba avere il consenso più ampio”.”Grazie alle misure di contenimento sanitario, alla campagna di vaccinazione, ai provvedimenti di sostegno economico a famiglie e imprese, siamo riusciti a superare la fase più acuta della pandemia, a dare slancio alla ripresa economica”, ha detto. Le “riforme della giustizia, della concorrenza, del fisco, degli appalti oltre alla corposa agenda delle semplificazioni sono un passo essenziale per l’Italia. Ad oggi tutti gli obiettivi del Pnrr sono stati raggiunti“. “Il merito dei risultati” raggiunti “è vostro, della vostra disponibilità a lavorare nell’interesse del paese. La vostra è stata la migliore risposta all’appello del presidente della Repubblica”. Gli “italiani hanno sostenuto le misure che di volta in volta abbiamo messo in campo, sono diventati veri protagonisti politiche, penso al paziente rispetto durante le restrizioni della pandemia, della vaccinazione, dell’accoglienza spontanea ai profughi ucraini accolti con affetto e solidarietà. Penso alle comunità locali con il Pnrr: mai come in questi momenti sono stato orgoglioso di essere italiano”

IL TIMING
La seduta andrà avanti con il discorso di Draghi fino alle 10.30, quando il presidente del Consiglio si recherà alla Camera per consegnare il testo delle comuicazioni rese a Palazzo Madama. Alle ore 11.00 riprenderà la seduta del Senato, con una discussione generale prevista fino alle 17, quando Draghi replicherà. Alle 17.30 inizieranno le dichiarazioni di voto ed alle 19 partirà a “chiama” dei senatori. La seduta è iniziata con un quarto d’ora di ritardo: per quindici minuti nell’Emiciclo pieno, con la presidente Elisabetta Alberti Casellati al suo posto, si è atteso l’arrivo di Draghi. In Aula ci sono tra gli altri Matteo Salvini e Matteo Renzi. In tribuna ci sono diversi deputati, che sono venuti a sentire in diretta le comunicazoni di Draghi, che alla Camera verranno solo consegnate.

“Penso finisca bene, vediamo la tempistica”: è il pronostico di Matteo Renzi arrivando al Senato.




Covid, raggiunto picco estivo. Ecdc: “I morti aumenteranno”

Superati i 170mila morti per il covid in Italia. In base all’ultimo bollettino del ministero della Salute le vittime a oggi sono infatti 170.037. Sono 31.204 i nuovi casi di Covid e 112 i morti nelle ultime 24 ore in Italia. E’ quanto emerge dai dati del ministero della Salute sulla situazione dei contagio. Sono 135.642 i tamponi processati, tra molecolari e antigenici, che fanno rilevare un tasso di positività al 23%. In aumento i ricoveri ordinari (+272) mentre calano quelli nelle terapie intensive (+14).

“Superati i 170mila decessi Covid-19 in Italia. E con la nuova ondata Omicron BA.5 sono destinati ad aumentare nelle prossime settimane”, la previsione di Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, in un tweet.

Secondo Matteo Bassetti, “‘l’ondata’ estiva, o fiammata di Covid, ha raggiunto il picco. In parecchie regioni d’Italia questo picco è stato ampiamente raggiunto e stiamo già scendendo come numero di contagi”.

Ecdc: “I morti aumenteranno” – “Attualmente, non ci sono evidenze di una maggiore gravità della malattia causata” dalle sottovarianti Omicron “BA.4 e BA.5”, rispetto a Omicron 1 e 2, “ma l’aumento della trasmissione del virus nei gruppi di età più avanzata sta iniziando a provocare casi gravi”. E già “12 Paesi hanno segnalato una tendenza all’aumento dei ricoveri in ospedale o dei pazienti in terapia intensiva. Sebbene i tassi di mortalità nell’Unione europea/Spazio economico europeo siano rimasti stabili nelle ultime 5 settimane, i modelli epidemiologici condotti dall’Ecdc”, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, “indicano che sia i tassi di notifica dei casi Covid sia i tassi di mortalità aumenteranno”. E’ lo scenario prospettato dall’Ecdc che, dopo la dichiarazione congiunta con l’Agenzia europea del farmaco Ema, pubblica le sue ‘Considerazioni preliminari di salute pubblica per le strategie di vaccinazione anti-Covid nella seconda metà del 2022’.

Dal 26 giugno, sottolinea l’ente Ue, “i tassi di notifica dei casi di Covid nell’Unione e nello Spazio economico europeo rimangono elevati e sono in aumento da 5 settimane. I contagi tra le persone di età pari o superiore a 65 anni sono cresciuti in 23 Paesi. Sebbene questi aumenti siano ancora relativamente recenti, segnalano l’inizio di un’ondata diffusa guidata dalle varianti Omicron BA.4 e BA.5”.




Come ridurre il consumo del tabacco: alcuni consigli utili

Il problema del tabagismo è piuttosto serio in Italia, al punto che il numero dei fumatori è in costante aumento nella Penisola. Fra le maggiori cause spicca senza dubbio la pandemia, che ha causato un incremento di nuovi fumatori pari a 1,2 milioni, per via dello stress legato al lockdown. 

In questo articolo verranno forniti alcuni consigli utili su come ridurre il consumo di tabacco. Vediamoli nel dettaglio.

1. Gli alimenti possono dare una mano: Innanzitutto, è possibile ridurre il consumo di tabacco integrando nella dieta alcuni alimenti specifici, come ad esempio lo zenzero, la curcuma e l’aglio, che hanno un effetto benefico sull’apparato respiratorio e aiutano a depurare i polmoni. 

Anche frutta e la verdura fresca sono eccellenti, per via della ricca quantità di vitamine, minerali e antiossidanti. Le verdure, in particolare, sono in grado di integrare addirittura una piccola quantità di nicotina, che può aiutare a contenere il desiderio di accendersi una sigaretta. Si fa ad esempio riferimento ai peperoni e ai pomodori, insieme alle patate, ai peperoncini e alle melanzane. A livello depurativo ci sono cibi come l’uva e i broccoli che spiccano su tutti gli altri, e lo stesso vale per il coriandolo, i carciofi e le mele.

Naturalmente la lista di alimenti utili per il benessere generale dell’organismo è molto ampia, e include anche gli spinaci, i ravanelli, le carote, le rape, le mandorle, i fichi, le barbabietole e il pesce, come il salmone, che può essere cucinato in diversi modi gustosi per non annoiare mai il palato. Infine, menzione speciale per il succo di limone, alcalinizzante, ricco di vitamina C e depurativo.

2. Ridurre il consumo gradualmente: in molti casi è importante interrompere gradualmente questo genere di abitudine, per evitare di avere ricadute rapide e frequenti, che possono demoralizzare chi vuole porre fine a questa abitudine. Un consiglio in questo senso, rivolto specialmente ai fumatori più incalliti, è quello di abbandonare il vizio del fumo in modo graduale e definitivo, piuttosto che affrontare dei tour de force di astinenza molto spesso vani. 

A tal fine, si potrebbe pensare di sopperire alla mancanza iniziale della sigaretta ricorrendo alle e-cig, dei piccoli device che possono alleggerire di molto l’apporto di tabacco e delle altre sostanze nocive associate alla sigaretta che vengono assunte quotidianamente, specialmente considerato che esistono diversi modelli di sigarette elettroniche senza nicotina, un’alternativa valida e potenzialmente meno dannosa rispetto alle normali sigarette, di cui è comunque bene non abusare. 

Anche la lettura può aiutare; esistono infatti molti libri ed audiolibri dedicati al tema dell’abbandono al fumo, un’ottima fonte di ispirazione e motivazione per chi cerca da tempo di eliminare dalla propria routine quotidiana questa abitudine poco salutare. 

3. I fiori di Bach e l’agopuntura: Altri rimedi efficaci per ridurre il consumo di tabacco e arrivare a smettere di fumare possono essere i fiori di Bach e l’agopuntura.

Nel primo caso, si tratta di un metodo naturale conosciuto come floriterapia, assolutamente non aggressivo, privo di effetti collaterali e capace di riportare in equilibrio il corpo e la mente.

Si basa su una serie di prodotti a base di fiori che, se assunti, sono in grado di intervenire sui diversi stati d’animo che il fumatore potrebbe provare nel momento in cui affronta il suo percorso di riduzione del consumo del tabacco (es. ansia, insonnia, sbalzi di umore, perdita di controllo, tristezza, rabbia, paura, ecc.).

Nel secondo caso, si fa riferimento a un trattamento naturale in grado di intervenire sul “craving” e sugli altri sintomi che vengono normalmente accusati quando si riduce o si sospende il consumo di tabacco, come l’irritabilità, l’ansia, i tremori e la scarsa capacità di concentrazione.

Grazie a questo metodo, infatti, molti attivi fumatori sono riusciti a trasformarsi definitivamente in non-fumatori. Gli effetti positivi di questo sistema sono dimostrati anche dall’Università di Oslo, i cui studi hanno evidenziato come l’agopuntura riesca a ridurre il desiderio di fumare sino a 5 anni di distanza dal trattamento iniziale.




Meteo, caldo eccezionale fino alla fine del mese. Picchi di 40 gradi nelle città

Nuova ondata di caldo eccezionale, con l’inizio della settimana l’anticiclone africano diventerà sempre più forte tanto da far raggiungere temperature record su molte città e con valori massimi vicini o di poco superiori ai 40°C in pianura.

Sono le previsioni di Antonio Sanò, direttore e fondatore del sito www.iLMeteo.it che avvisa come “queste condizioni meteo potrebbero accompagnarci fin quasi alla fine del mese, in una sorta di blocco anticiclonico con l’alta pressione ben piantata sull’Europa centro-meridionale”.

Inizia una settimana rovente, picchi 40 gradi in molte cittàAfa quasi fino a fine mese sull’Europa centro-meridionale. Nuova ondata di caldo eccezionale, con l’inizio della settimana l’anticiclone africano diventerà sempre più forte tanto da far raggiungere temperature record su molte città e con valori massimi vicini o di poco superiori ai 40°C in pianura.Sono le previsioni di Antonio Sanò, direttore e fondatore del sito www.iLMeteo.it che avvisa come “queste condizioni meteo potrebbero accompagnarci fin quasi alla fine del mese, in una sorta di blocco anticiclonico con l’alta pressione ben piantata sull’Europa centro meridionale. Dal primo gennaio al 16 luglio sono andati in fiamme 346mila ettari di aree boschive, una superficie più grande dell’intera Valle d’Aosta.

Per tutti i prossimi sette giorni il sole sarà prevalente e il cielo si presenterà praticamente sereno su tutte le regioni. Da segnalare soltanto occasionali e isolati brevi rovesci o rapidi temporali di calore lungo i confini alpini (soprattutto dell’Alto Adige, in Val Pusteria) e più raramente sugli Appennini centrali (specie in Abruzzo). Ma saranno le temperature a essere le protagoniste di quella che “molto probabilmente sarà la settimana più calda di questo anno. I valori massimi, a partire da mercoledì 20 e almeno fino al weekend del 23 e 24 luglio, sono previsti in continuo e costante aumento con punte di 39-41°C in città come Milano, Pavia, Bologna, Ferrara, Padova, Firenze, Bologna. Di notte le temperature almeno fino alle 23 rasenteranno i 30°C su tantissime città del Nord e della Toscana”.”Il dato più allarmante riguarda le precipitazioni – aggiunge l’esperto – non sono previste infatti perturbazioni o break temporaleschi significativi praticamente fino alla fine del mese. Una situazione davvero preoccupante vista la siccità”. Nel dettaglio: Lunedì 18. Al nord: sole prevalente. Al centro: isolati temporali pomeridiani sui rilievi abruzzesi, laziali e molisani. Al sud: qualche temporale tra potentino e cosentino, sole altrove. Martedì 19. Al nord: sole e caldo. Al centro: ampiamente soleggiato. Al sud: cielo praticamente sereno. Mercoledì 20. Al nord: tanto sole e caldo intenso. Al centro: sole prevalente e caldo in intensificazione. Al sud: soleggiato.




Aria di elezioni, Governo in bilico. Patuanelli: “Se Draghi chiede di dimetterci lo faremo”

A quattro giorni dal momento in cui il presidente del Consiglio Draghi riferirà alle Camere, su invito del Capo dello Stato dopo il voto di fiducia al dl Aiuti e le dimissioni presentate al Quirinale, il mondo politico è in fermento e resta per l’M5s l’ipotesi di ritirare i ministri dal governo. “Il Presidente Conte non ha mai chiesto ai Ministri di dimettersi, qualora lo chiedesse ci dimetteremmo all’istante.Non siamo degli aspiranti Di Maio” ha detto il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, del M5s.Sul fronte di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni fa sapere che non chiede “le elezioni soltanto adesso, per i sondaggi favorevoli: lo diciamo da tempo, quando c’erano altri numeri.

Senza una maggioranza coesa a sostenere il governo, arrivano solo compromessi al ribasso e spreco di risorse. Senza riforme. Tre governi diversi e i risultati li vediamo”.

Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi intanto è “al lavoro notte e giorno per costruire il Draghi Bis”. Per Renzi ci sono margini per ricomporre ma “la mossa adesso tocca al premier. Aver restituito centralità a quella calamità naturale che risponde al nome di Movimento Cinque Stelle è stato un errore politico compiuto da tanti a cominciare dal Pd”. I grillini “sono un disastro continuo e i danni che hanno fatto a questo Paese si trascineranno per una generazione intera. Tuttavia la palla ora è nelle mani di Draghi. Spero che accetti di rilanciare la sua leadership almeno fino al 2023 – sottolinea -. Fossi Draghi direi: questo è il mio programma, punto. Prendere o lasciare.

Per Carlo Calenda, leader di Azione, è “molto difficile ricompattare la situazione. Conte e il Movimento Cinquestelle hanno voltato le spalle all’italiano che tutta la comunità internazionale, politica e finanziaria, apprezza. Una follia – dice -. E tuttavia ritengo che Draghi si sia infastidito anche dell’atteggiamento del centrodestra che, un minuto dopo le sue dimissioni, ha cominciato a gridare al voto, al voto”. L’unico modo di tenere Mario Draghi a palazzo Chigi è che “i leader dei partiti più responsabili gli assicurino un sostegno leale su un’agenda di riforme molto precisa – spiega -.

Legislatura in bilico
Il Draghi bis si allontana, con o senza il M5s, e la legislatura appare sempre più in bilico. I partiti hanno ancora quattro giorni per trattare e rimettere insieme i pezzi della crisi che si è aperta con il non voto di fiducia del Movimento al Senato ma si tratta di un’impresa in salita. Le divisioni diventano più marcate e il movimento guidato da Giuseppe Conte continua ad essere attraversato da profonde tensioni avvicinando le urne. Ritirare o meno la delegazione al governo è la domanda che manda in tilt i pentastellati nelle stesse ore in cui Salvini e Berlusconi chiudono a qualsiasi ipotesi di poter continuare a sedere insieme ai 5S nell’esecutivo. Il Pd, che continua a sperare in un ripensamento di Draghi, resta convinto che “formato e perimetro” della maggioranza debbano rimanere inalterati. Ma se queste sono le “premesse”, osserva il sottosegretario a Palazzo Chigi Bruno Tabacci, “la legislatura è finita”. E anche il leghista Giancarlo Giorgetti ammette che “le squadre sono ormai stanche” e che la “partita sia difficile da sbloccare”. La missione in Algeria del premier Mario Draghi prevista per la prossima settimana è stata ridotta a un solo giorno: martedì sarà un giorno di pausa per ulteriori riflessioni e contatti e poi mercoledì il presidente del Consiglio si presenterà alle Camere così come richiesto dal capo dello Stato Sergio




Nemi, inchiesta de L’Osservatore d’Italia sui fondi europei: il Tribunale di Velletri “assolve” Chiara Rai

Il Gip ha quindi messo la parola fine a un procedimento che Chiara Rai non ha esitato a definire “intimidatorio e temerario”

Con sentenza N.1497/22 del 6 luglio 2022 il Gip del Tribunale ordinario di Velletri Dottoressa Natalia Catena ha rigettato l’opposizione e disposto l’archiviazione del procedimento penale nei confronti di Maria Chiara Shanti Rai, (firma giornalistica Chiara Rai) giornalista professionista e direttore del quotidiano d’inchiesta L’Osservatore D’Italia querelata dalla Signora Katja Bierau il 12 gennaio 2022.

In ordine si tratta della terza querela intentata dalla signora Bierau sempre per articoli che riguardano il progetto Charmed a Nemi finanziato con fondi Europei che vede coinvolta anche la signora Bierau.

Sul procedimento già pendeva una richiesta di archiviazione del PM Dottor Ambrogio Cassiani

Il Gip ha scritto che l’opposizione di Bierau “non può trovare accoglimento in quanto le argomentazioni contenute nella richiesta di archiviazione sono perfettamente condivisibili. Più precisamente l’articolo pubblicato sull’Osservatore d’Italia il 5 gennaio 2022 così come gli altri articoli richiamati nella querela che – a detta della persona offesa avrebbero un contenuto diffamatorio – rientrano nell’ambito di una inchiesta giornalistica condotta dall’Osservatore d’Italia sul cosiddetto progetto Charmed di promozione del territorio del Comune di Nemi; inchiesta volta tra l’altro a ricostruire i fondi stanziati dalla comunità europea a sostegno di tale iniziativa. È dunque, sotto tale prospettiva che dev’essere valutata l’asserita portata diffamatoria degli stessi [……]. Ebbene dalla lettura dei predetti articoli emerge che l’inchiesta condotta da Chiara Rai sul sito L’Osservatore D’Italia concerne un ambito di sicuro interesse sociale – seppur eventualmente limitato a una collettività locale – essendo ravvisabile un chiaro interesse di tale collettività alla conoscenza ed alla divulgazione di vicende legate al territorio del Comune di Nemi, stante l’attualità dei fatti riportati, gli ingenti fondi Europei stanziati, e la notorietà di molti dei soggetti coinvolti all’interno della Comunità di riferimento. 

[……]. In particolare, negli articoli in parola non si ravvisa un superamento del limite della continenza in quanto le espressioni che coinvolgono la persona offesa non trascendono in attacchi personali diretti a colpire, su di un piano individuale, la figura morale della stessa, ma sono manifestazione di un dissenso ragionato della giornalista strumentale alla divulgazione di una notizia, dotata di utilità sociale”.

È con queste parole che il Gip ha quindi messo la parola fine a un procedimento che Chiara Rai non ha esitato a definire “intimidatorio e temerario”: “Oggi è una giornata ‘felice’ – dice Chiara Rai – perché la sentenza del Gip del Tribunale di Velletri restituisce giustizia e la giusta importanza alla professione del giornalista d’inchiesta che nello scrivere  persegue l’interesse collettivo e la verità sostanziale dei fatti. È una vittoria che noi de L’Osservatore D’Italia vogliamo condividere con i colleghi tutti che ci sono stati vicini: il presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio Guido D’Ubaldo, l’associazione Stampa Romana, la Federazione Italiana della Stampa, Marino Bisso tra i fondatori di No Bavaglio gli amici e colleghi Carlo Picozza, Morena Mancinelli e tutti coloro che ci sono stati vicini difendendo così il diritto di cronaca e di critica e soprattutto d’informazione.  Affronteremo gli altri attacchi giudiziari intentati sempre dalla stessa signora con l’auspicio che si concludano tutti definitivamente sulla scia di questa importante sentenza. Adesso è arrivato davvero il momento che venga approvata la legge contro le querele temerarie. A rimetterci non è soltanto il professionista ma anche la famiglia che si trova costretta a subire le conseguenze di beceri attacchi personali e giudiziari. Ma oggi si pensa soltanto a festeggiare! Grazie di cuore a tutti!”.