ALMA SHALABAYEVA, LA CASSAZIONE INVALIDA RIMPATRIO DELLA MOGLIE DEL DISSIDENTE KAZAKO: FIGURACCIA PER L'ITALIA

Redazione

Ennessima brutta figura dell'Italia Il Viminale condannato dalla Cassazione alle spese di giudizio perchè il giudice di pace non può convalidare il trattenimento dell’immigrato ritenuto irregolare nel Cie senza verificare che il provvedimento di espulsione sotteso non sia manifestamente illegittimo. Il caso trattato da Piazza Cavour è quello di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako ed ex banchiere Mukhtar Ablyazov, oppositore del presidente Nursultan Nazarbayev. Da Roma la signora fu messa in fretta e furia su di un volo per il Kazakistan insieme alla figlia Alua di soli sei anni. Deve inoltre ritenersi che lo straniero abbia interesse a ottenere l’annullamento del decreto di convalida, nonostante l’annullamento in autotutela dell’espulsione. E ciò sia per ottenere il risarcimento dei danni sia per poter rientrare e soggiornare liberamente in Italia. È quanto emerge dall’ordinanza 17407/14, pubblicata il 30 luglio dalla sesta sezione civile della Cassazione.È radicalmente nullo il provvedimento di convalida del giudice di pace di Roma, per la manifesta illegittimità dell’atto presupposto. È risultato pienamente valido il passaporto centroafricano della donna mentre il provvedimento è stato adottato in assenza anche di una minima istruttoria. Le particolari modalità del fatto, con l’irruzione notturna delle forze dell’ordine in casa della signora, inducono a ritenere il titolo espulsivo ab origine privo delle condizioni di legittimità. Il sindacato giurisdizionale sul provvedimento di convalida del trattenimento del cittadino straniero nel Cie, centro di trattenimento ed espulsione, non deve essere limitato alla verifica delle condizioni giustificative dell’adozione della misura indicate nell’articolo 13, comma 4 bis e 14 primo comma d.lgs. 286 del 1998 (nel caso della Shalabayeva il trattenimento fu molto breve, dato il rimpatrio-lampo). Il giudice di pace deve inoltre verificare l’esistenza e l’efficacia del provvedimento espulsivo: è necessario controllare la sussistenza di condizioni di manifesta illegittimità dell’atto perché si tratta di un presupposto indefettibile laddove risulta disposta privazione della libertà personale. Vale l’insegnamento della Corte europea dei diritti dell’uomo: non tutte le ragioni d’illegittimità dell’espulsione possono determinare l’annullamento del titolo detentivo; secondo i giudici di Strasburgo c’è differenza tra i casi in cui la violazione della libertà personale è grave e manifesta da quelli nei quali l’irregolarità della detenzione si manifesta solo successivamente ad uno specifico accertamento giudiziale. Nella prima categoria ricade il caso Shalabayeva.Per Giovanni D’Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti”, l’Italia della diplomazia non sta facendo belle figure negli ultimi tempi. I casi diplomatici e i pasticci internazionali con protagonista il corpo diplomatico e le più alte autorità, sembrano ripetersi senza soluzione di continuità. Come nel cosiddetto caso Shalabayeva o caso Kazakistan che ha riempito le pagine dei quotidiani, un vero scandalo, ricco di misteri e di punti oscuri, che imbarazza l’Italia e che coinvolge una donna, moglie di un rifugiato politico kazako e la sua bambina di sei anni. Senza dubbio una vicenda avvolta da svariati dubbi e misteri, su cui le istituzioni non hanno cercato di fare luce.




GOVERNO RENZI “E’ UNA LUSINGA, DURA MINGA, DURA NO”

 

[ IL VIDEO "DURA MINGA" CON ERNESTO CALINDRI DA CAROSELLO 1958 ]
 

 

di Emanuel Galea

La seduta estenuante a Palazzo Madama, lunedì 29 luglio è terminata con un sonante fallimento, nonostante una seconda mediazione personale del Presidente del Senato, interrompendo prima i lavori d’Aula per permettere a tutti di raccogliere le idee. Quali idee a Palazzo Madama? Qui regnano i voti incrociati : “Togliete gli emendamenti e poi discutiamo” da parte del governo e dall’opposizione : “È una condizione irricevibile”.

FI ribadisce che i termini dell’accordo tra Renzi e Berlusconi non si toccano e lascia intendere che tra questi ci sia anche l’Italicum, caposaldo dell’intesa di Via del Nazzareno.  
Il paese , deluso ed estenuato da mesi di attesa , affronta il mese di  agosto mostrando  segni di stanchezza. La  luna di miele di Renzi con gli italiani dà segni di disgelo. Il premier ha terminato la sua volata in pianura. Oggi, a proprie spese,  impara cosa vuol dire pedalare in salita.  Li ha sorpreso agosto,  Montecitorio non ti conosco, si fanno le pulizie, si nasconde  la spazzatura  sotto i tappeti, la  passerella a Genova per assistere ai funerali di una vergogna nazionale, sorrisi ai fotografi, quattro pacchie sulle spalle e si rivedrà a settembre per non cambiare nulla.” Ciò che è, già è stato; ciò che sarà, già è” , parola di Qoèlet.
No caro Renzi, la sua  è una lusinga, dura minga, non può durare.

La gente ancora chiede spiegazioni riguardo “all’abolizione completa” del finanziamento pubblico ai partiti, “all’abolizione del Senato” e non un rimpiazzo con qualche altro carrozzone, abolizione del bicameralismo a favore del monocameralismo,  una seria  spending review,il fiscal compact, l’abolizione reale delle Provincie, le Partecipate .  Qual è la sua posizione verso la politica di Bruxelles? Renzi non risponde. Le risposte li abbiamo davanti agli occhi. Fumo, fumo che acceca, proclami e buoni intenti.

Le stesse domande li abbiamo posti il 18.02.2014, su questo giornale, a conclusione del nostro editoriale “Renzi-vino nuovo in botti vecchie”.In quell’editoriale gli chiedevamo : “E’ disposto (Renzi) a scendere a compromessi, perché se no o gli si guasta il vino, oppure si sfascia lui”.
Dispiace assistere al suo lento e continuo logoramento.

La luna di miele con i mercati finanziari mostra seri cedimenti. L’effetto 80 euro che hanno costituito, molto probabilmente ,a  parte di quel 40,8% di voti di consenso, stanno esaurendo la loro forza di trazione.  Secondo sondaggi Swg,(azienda italiana sondaggi e ricerche) se si dovesse votare oggi, il Partito Democratico scenderebbe sotto la fatidica soglia del 40% attestandosi al 39% .

La gente si sta stancando del  continuo annuncio di riforme, cambiamenti, intenti e  lusinghe,  mentre vive altra realtà di un’ Italia ferma, stagnante, sempre con l’apprensione che da un momento all’altro piovano nuovi provvedimenti fiscali. Strano? Non direi.
La  Commissione  Bilancio e Finanza di Palazzo Madama sta «ragionando di estendere il bonus degli 80 euro anche ai nuclei familiari monoreddito che non superino la soglia di reddito di 31.000 euro e che contino, al loro interno, almeno tre figli”. Felice ragionamento per l’estensione del bonus. Ci sono le coperture? Ce la fa il Governo con un debito pubblico di 2.170.299miliardi, a mantenere l’impegno, senza aumentare ulteriormente il carico fiscale?
 

Che ne è del Jobs act? Qual è la sua portata ? Quali sono le sue novità  rispetto ai giovani e ai disoccupati. Quali sono i suoi atteggiamenti atti a riportare le percentuali della popolazione inattiva a quote più tollerabili?
Risulta che il ddl sul lavoro è in coda alle riforme costituzionali, quella del Senato e quella del titolo V che è tutto dire. Chi sta seguendo le “schermaglie” a Palazzo Madama non può aver dubbi sull’esito.
Il Jobs Act slitta a settembre, tanto vero che qualcuno sta domandando : ll Jobs Act di Renzi è una  realtà o una semplice  illusione?
La legge elettorale si retrocede pure essa a settembre mentre l’approvazione finale del Ddl costituzionale che riforma Senato e titolo V della Costituzione, sempreché il governo sopravvivrà, vedranno la luce entro dicembre 2015.
Altro che una riforma al mese! 

No, caro Renzi, questa è la “politica del poi poi e le tue riforme appartengono al  mai mai” Gli italiani ormai si stanno sempre più convincendo. Questo governo è una lusinga, dura minga, non può durare.
Gli italiani non riescono a intravedere i benefici dalla “pseudo abolizione delle Province. Una spending review, tanto sbandierata e osannata si è rivelata un’operazione  timida e impacciata, modesta e ben guardinga a non calpestare i “diritti acquisiti”.
La spending review per le forniture, servizi,le  trasferte, le rappresentanze …. E’ solo una lusinga. No caro Presidente , dura minga.

La riforma della Pubblica Amministrazione, non diciamo che sia una lusinga, semplicemente è una chimera.
. Quando in campagna elettorale, Renzi prometteva di fare una riforma al mese, pochi avevano creduto. Non per sfiducia verso  il giovane Renzi, pieno di entusiasmo, voglia di fare, un vulcano di idee, buoni intenti. Non l’hanno creduto perché gli mancava un serio programma. La sua inesperienza , salvo un cambio di rotta, lo riporterà indietro a Palazzo Vecchio. La vera riforma inizia nel sottobosco del “potere”, la riforma dell’esecutivo, dove giacciono più di 500 decreti attuativi che stanno mettendo il governo in affanno. Corsia preferenziale andrebbe riservata alle  riforme capaci di risollevare la crescita, aumentare l’occupazione, diminuire il mostruoso debitopubblico per rilanciare l’economia. Non sembra che si sta operando in questa direzione e per questo che il Governo Renzi dura minga, non può durare, perché è una lusinga.
 




SENATO: BAGARRE IN AULA. BOCCIATO EMENDAMENTO SEL, DECADONO 1.400 EMENDAMENTI

Redazione

Questo nodo da sciogliere con la riforma del Senato è davvero molto stretto. C’è ancora bagarre in Aula nel corso dell'esame del ddl Riforme. Al momento in cui il presidente Pietro Grasso preannuncia la votazione, per parti separate, di un emendamento di Sel che prevede l'elezione diretta del Senato, dai banchi dell'opposizione, ancora una volta si leva il grido "non si può". Protesta alla quale Grasso risponde: "Cori da stadio non mi sembrano adeguati, finiamola con questa gazzarra". Sospesa la seduta. L'Aula del Senato ha bocciato un emendamento di Sel che, in base alla cosiddetta legge del Canguro, ha fatto decadere 1.400 emendamenti alle riforme. E intanto il premier Renzi non retrocede di un solo passo: "Gli italiani ci hanno chiesto di cambiare un sistema politico che non funziona più. Noi manteniamo la promessa, senza paura e senza mollare – scrive sul proprio profilo di facebook il premier Matteo Renzi – . Stiamo facendo le riforme perché la politica e i politici devono cambiare. E le sceneggiate di oggi dimostrano che alcuni senatori perdono tempo per paura di perdere la poltrona. Noi andiamo avanti e alla fine saranno i cittadini con il referendum a giudicare chi avrà ragione e chi torto. La nostra determinazione è più forte dei loro giochetti. Andiamo avanti pronti a discutere con tutti ma non ci faremo mai ricattare da nessuno". E intanto il ministro Boschi chiede massima trasparenza:
"Io credo che non si debba aver paura delle proprie idee – ha detto il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi – . Chi sostiene un modello diverso di Senato è giusto che lo faccia a viso aperto e che non si nasconda dietro il voto segreto. Il Pd e la maggioranza non lo hanno chiesto, siamo disponibili e contenti a votare con voto palese". E intanto Vendola fa sentire la propria a suon di cinguettii: "7 senatori #Sel che non si piegano a ricatti sono problema Italia? E i nuovi Padri della Patria sono Berlusconi e Verdini? #lottistaisereno", scrive su Twitter il leader di Sel, Nichi Vendola, rispondendo alle affermazioni del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti.




MORTO IL MUSICISTA GIORGIO GASLINI

Redazione

Il musicista Giorgio Gaslini è morto all'ospedale di Borgotaro (Parma), dove era ricoverato da circa un mese dopo una caduta. Era nato a Milano il 22 ottobre 1929. Compositore, direttore d'orchestra e pianista, è stato autore anche di colonne sonore.

Nella sua lunga carriera ha tenuto circa quattromila concerti in tutto il mondo e all'impegno nel jazz ha affiancato anche la musica classica, con una copiosa discografia.

Cresciuto nella scena musicale milanese degli anni quaranta, Gaslini aveva iniziato a suonare il pianoforte a sette anni, sviluppando ben presto la sua inclinazione per il jazz, genere all'epoca relativamente sconosciuto in Italia, in quanto appannaggio di pochi cultori e scoraggiato dalle politiche autarchiche del regime fascista: l'adolescente Gaslini si esibì in vari club milanesi e nel 1949 si iscrisse al conservatorio, dove conseguì i diplomi di pianoforte, composizione e direzione d'orchestra. Dalla relazione con l'attrice di teatro Marisa Pizzardi nacque nel 1964 la figlia Viviana.

Dagli anni cinquanta Gaslini ha affiancato all'impegno nella musica jazz anche la sintesi con il mondo della musica classica (ebbe tra i suoi insegnanti anche il direttore d'orchestra Carlo Maria Giulini), non disdegnando neppure le commistioni con la musica popolare rivisitata in chiave jazz, spesso producendo elaborazioni che lo hanno reso uno degli sperimentatori musicali più prolifici dell'ultimo mezzo secolo.

La discografia di Gaslini copre cinquant'anni di attività ed è eterogenea, spaziando da alcune variazioni su temi di Robert Schumann alla rivisitazione di brani di Thelonious Monk, ma probabilmente quello che ha reso noto l'artista anche al pubblico dei non-jazzisti sono le collaborazioni cinematografiche. A Giorgio Gaslini si devono le colonne sonore di alcuni film famosi come La notte (1961) di Michelangelo Antonioni e, soprattutto, per l'album Profondo rosso (colonna sonora dell'omonimo film del 1975 di Dario Argento), scritta in collaborazione con Maria Grazia Fontana, che trovò nei Goblin, all'epoca ancora in piena fase progressive, un gruppo di esecutori che la resero famosissima. A quella jazzistica si aggiunge anche un'intensa attività classica, con la produzione di diverse sinfonie e balletti (come Sprint, con direttore Alberto Martelli, premiato nel 1999 col Premio Internazionale della Critica di “Danza & Danza”, nonché musiche di scena per il teatro.

Alla fine degli anni settanta Gaslini ebbe anche una breve esperienza di insegnamento allo stesso Conservatorio di Milano nel quale si diplomò, e partecipò ad alcune trasmissioni televisive dedicate alla musica, tra cui Jazz in Conservatorio e Musica totale (che è anche il titolo di un suo libro).

A novembre 2009, in qualità di testimonial della Campagna Giù le mani dai bambini, è salito sul palco dell'Auditorium Rai di Torino come protagonista per la serata di festeggiamenti della Giornata Mondiale dell'Infanzia delle Nazioni Unite, organizzata in collaborazione con RAI – Radiotelevisione italiana




ESTATE: BOOM DI FUNGHI FUORI STAGIONE

Redazione

L’estate pazza con un mese di giugno e luglio da record per piovosità ha provocato uno straordinario boom fuori stagione per i funghi con le raccolte che sono già avviate anche con un mese di anticipo soprattutto al nord. E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti dal quale si evidenzia che gli appassionati sono già al lavoro senza aspettare l’autunno spinti da riscontri positivi confermati da tutti indicatori disponibili. Le perturbazioni che hanno provocato gravi danni alle coltivazioni agricole e frenato le partenze degli italiani con perdite per agricoltura e turismo che hanno già superato il miliardo hanno invece anticipato e favorito la nascita ei funghi che per essere rigogliosa richiede come condizioni ottimali terreni umidi senza piogge torrenziali e una buona dose di sole e 18-20 gradi di temperatura all'interno del bosco. Le previsioni sono per un raccolto superiore a quello delle annate normali in cui si stima che negli oltre 10 milioni di ettari di bosco che – riferisce la Coldiretti – coprono un terzo dell'Italia si realizzi una produzione di circa 30mila tonnellate tra porcini, finferli, trombette, chiodini e le altre numerose specialità note agli appassionati. L'attività di ricerca – continua la Coldiretti – non ha solo una natura hobbistica che coinvolge moltissimi vacanzieri e svolge anche una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta un'importante integrazione di reddito per migliaia di "professionisti" impegnati a rifornire negozi e ristoranti di prodotti tipici locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici. E' necessario tuttavia evitare le improvvisazioni e seguire alcune importanti regole che – sottolinea la Coldiretti – vanno dal rispetto di norme e vincoli specifici presenti nei diversi territori, alla raccolta solo di funghi di cui si sia sicuri e non fidarsi assolutamente dei detti e dei luoghi comuni, ma anche rivolgersi sempre, in caso di incertezza, per controlli ai Comuni o alle Unioni micologiche e utilizzare cestini di vimini ed evitare le buste di plastica. Le buone prospettive per la raccolta di funghi sostengono la crescita del turismo ecologico nelle aree verdi che ha raggiunto in Italia il record storico di sempre a 12 miliardi nel 2013 con un progressivo aumento del fatturato ma anche delle presenze negli anni della crisi, in controtendenza rispetto alle vacanze tradizionali. Una tendenza che – continua la Coldiretti – interessa anche le aziende agrituristiche il cui numero negli ultimi dieci anni è aumentato del 57 per cento ed ha raggiunto la cifra record di 20474, il piu’ alto di sempre. Il maggior numero di aziende si trova in Toscana (4185) ed in Trentino (2996), ma nel tempo la diffusione è diventata capillare su tutto il territorio nazionale anche se il 47 per cento – sottolinea la Coldiretti – si trovano al nord, il 34 per cento nel centro e il 19 per cento nel mezzogiorno. Anche l’offerta di servizi è sempre piu’ diversificata con 16906 strutture che offrono l’alloggio in 217946 posti letto e 8363 piazzole di sosta per l’agricampeggio. La vera rivoluzione è pero’ legata al fatto che – conclude la Coldiretti – l’agriturismo non è piu’ solo mangiare con le aziende autorizzate alla ristorazione (10144) che sono state sorpassate in numero da quelle che offrono anche altri servizi salite a ben 11982 con attività come l’escursionismo (3324), la mountain bike (2785), i corsi di cucina, orto, cucito o altro (2009), l’equitazione (1489), il trekking (1821), le fattorie didattiche per i piu’ piccoli (1251) e le osservazioni naturalistiche (932) che sono in rapida espansione.
 




TOUR DE FRANCE: UNO SQUALO A PARIGI

di Daniele Rizzo

Quando nel 1998 l’indimenticato Pantani vinceva il Tour de France io avevo solo 7 anni e forse poca pazienza per seguire il ciclismo. A questo sport mi approcciai negli anni a seguire, quelli che segnarono la parabola discendente del pirata e, con esso, di tutto il ciclismo, sport che negli ultimi tempi è stato soggetto a continui attacchi mediatici dovuti ai tanti casi di doping.

Quando nel 2011 si correva il Giro d’Italia, ed io dovevo scegliere quale italiano sostenere contro lo spagnolo Contador, non avevo dubbi. Io tifavo Scarponi. L'alternativa quell’anno si chiamava Vincenzo Nibali, lo squalo che pochi mesi prima si era imposto sulle strade della Vuelta. Ma a me Nibali non piaceva. Era generoso, vero, ma discontinuo, nevrotico. Piazzava attacchi in continuazione, senza sapersi controllare. E quindi sbagliava i tempi, arrivava sempre stanco negli ultimi kilometri.
Quando nel 2011 c'era da tifare Scarponi, e Nibali era l'unica alternativa, io non avevo dubbi.

Dopo tre anni, un Giro d’Italia, un terzo posto al Tour e un secondo posto alla Vuelta, Scarponi è in dirittura d’arrivo. Ed io tifo Nibali. Ma non me ne vergogno. Il ciclismo non è il calcio, dove è impensabile passare da una squadra all'altra. Nel ciclismo ci si innamora delle gesta, delle imprese, non delle persone, non delle squadre. Tre anni e diversi grandi giri dopo Nibali è diventato un campione. Sempre generoso, certo, ma anche cauto e riflessivo. Quell'ansia da prestazione che lo attanagliava un tempo oggi non c'è più. Quella nevrosi che lo spingeva ad attacchi improbabili con tempi sbagliati (si ricordino la Milano-Sanremo del 2012 o la Liegi Bastogne Liegi dello stesso anno) oggi è sparita, e il siciliano è diventato un campione completo, capace di far la differenza non solo in discesa (suo terreno prediletto) o in salita, ma anche a cronometro e sul pavé. Proprio sul pavé – chi l'avrebbe mai detto- nella tappa di Arenberg ha costruito il suo successo, liquidando Froome, vittima di due cadute, e Contador, che all’arrivo accuserà 2 minuti e 30 di passivo. Dire che Nibali questo Tour non l’avrebbe mai vinto se ci fosse stato Froome o lo stesso Contador, ritiratosi anzitempo, è ingiusto e sbagliato. Quando cadi, non sei in forma: chiedere ad Armstrong, che per sette anni consecutivi ha sempre evitato di finire a terra. Quando cadi, e quindi non sei in forma, la Grande Boucle non la vinci. E dirò di più: un Nibali in questa forma che vince quattro tappe (Sheffield, Planche des Belles Filles, Chamrousse e Hautacam) e che lo fa dominando, secondo me avrebbe messo in difficoltà chiunque, anche se fossero rimasti in corsa fino alla fine.

La vittoria di quest’anno è meritata. La merita Nibali, perché è un Campione – la c maiuscola non è un refuso – di quelli veri, di quelli cresciuti nel tempo in maniera onesta, senza affidarsi a sostanze più o meno lecite. Ma questa è la vittoria di tutti: di chi da anni parla di ciclismo e lo difende dalle accuse e dai luoghi comuni, di chi crede nella poesia di questo sport, di chi lo pratica o di chi gli piacerebbe poterlo fare. Questa è la vittoria di tutti quegli appassionati che come me ancora si emozionano a vedere un campione vero ed onesto che sale sul gradino più alto del mondo.
Chapeau, monsieur Nibali!




NAS: SEQUESTRATE 800 TONNELLATE DI ALIMENTI IRREGOLARI

Redazione

Carabinieri del Nas al lavoro per la sicurezza del cibo. In oltre 2600 ispezioni nell'intera filiera agroalimentare gli investigatori dell'Arma hanno sequestrate 800 tonnellate di alimenti. I carabinieri, negli ultimi giorni, hanno portato a termine una vasta azione di controllo per garantire la salubrità degli alimenti a salvaguardia del consumatore. I militari hanno riscontrato irregolarità nel 28% delle strutture ispezionate. Nel corso dei controlli sono state accertate oltre 1200 violazioni alle normative nazionali e comunitarie che disciplinano l'igiene e la sicurezza degli alimenti. Sono stati segnalati 800 soggetti alle autorità competenti (di cui 90 denunciati) ed emesse sanzioni amministrative per 900 mila euro. L'attività dei Nas ha sottratto dalle tavole degli italiani e dei ristoranti oltre 800 tonnellate di alimenti per un valore di oltre 1 milione di euro




RIFORMA DEL SENATO: FARE E FAREMO!

di Alberto De Marchis

Non sente nulla Renzi e va dritto come stesse parlando dal pulpito di piazza Venezia. Non è una corbelleria scrivere che sembra Benito che incita la folla e intanto costringe tutti a piegarsi alla sua volontà. Sulla riforma del Senato "il governo è sempre disponibile a migliorare il testo, ma non a stravolgerlo". Così il ministro Maria Elena Boschi annuncia la linea dura del governo, con il premier Renzi che rincara la dose: "Nessun golpe, decidono i cittadini". Ma con l'esecutivo che impone la "tagliola" sul dibattito per le riforme, le opposizioni lasciano l'Aula e marciano verso il Colle.La maggioranza ha ottenuto il contingentamento dei tempi, dopo la preoccupazione espressa mercoledì sera dal presidente Napolitano al presidente del Senato Grasso. Le riforme saranno dunque votate entro l'8 agosto, ma le opposizioni (M5S, Lega e Sel) sono insorte e hanno deciso una azione eclatante salendo insieme al Quirinale per protestare con il Capo dello Stato. La protesta è scattata dopo le parole del presidente del Consiglio che ha confermato la ferrea volontà di "non mollare" e di andare fino in fondo contro qualsiasi ostruzionismo, politico e non. "In Italia c'è un gruppo di persone che dice no da sempre, e noi senza urlare diciamo "sì". "Piaccia o non piaccia le riforme le faremo!". "Io ho preso un impegno con i cittadini, quel 40,8%, che mi hanno votato. E su quell'impegno mi gioco la carriera", è la determinazione del premier. La decisione della "tagliola" sui tempi, spiegano ambienti governativi, non è stata presa per timore sull'esito del voto – "la maggioranza c'era comunque" – ma per evitare di essere in balia di una lunga estate o, peggio, di un rinvio a settembre. Una posizione davanti alla quale, per la prima volta, l'opposizione si compatta: Sel, M5S, Lega ma anche alcuni componenti del gruppo misto al Senato hanno scelto di fare sentire la loro voce. In testa al corteo vero il Colle ci sono stati i senatori: i capigruppo Gianmarco Centinaio per la Lega, Vito Petrocelli per il M5S e Loredana De Petris di Sel. Ma a loro si sono uniti anche tanti deputati. Al Quirinale le opposizioni sono state ricevuto dal segretario generale della presidenza della Repubblica, Donato Marra. Giorgio Napolitano, indisposto, non ha potuto ricevere i gruppi parlamentari che con tanta urgenza chiedevano un incontro con lui, di fatto insediandolo nella non facile posizione di mediatore di una battaglia che potrebbe diventare davvero sanguinosa. Ma ciò non toglie che il presidente sia stato minuziosamente informato da Marra delle preoccupazioni delle opposizioni e abbia preso il pallino in mano per cercare di far uscire uscire dall'impasse il dibattito al Senato. Certo, l'obiettivo del lavoro del presidente rimane, sottolineano fonti parlamentari, il varo a tutti i costi di una riforma, quella del superamento del bicameralismo paritario, per la quale Napolitano si spende da anni, convinto che il Paese abbia bisogno di un restyling. Dure le parole dei grillini: "Napolitano fermi questo scempio, se rimarrà sordo a questo ultimo grido di allarme nulla sarà più come prima".




DISFONIA: QUANDO LA NOSTRA VOCE CAMBIA

A cura della D.ssa Chiara Marianecci – Logopedista

Sono estremamente frequenti casi in cui la voce di una persona subisca importanti abbassamenti, sino alla quasi completa afonia, tali eventi risultano improvvisi, frequenti o magari consequenziali ad uno sforzo eccessivo o prolungato; in altri casi possono esserci variazioni di qualità vocali, in cui la persona percepisce la propria voce cambiata, più rauca o “sporca”, sintomi che magari si esprimono diversamente in base al momento della giornata. Tutto questo si accompagna spesso ad improvvisa affaticabilità durante l’eloquio, senso di corpo estraneo in gola, improvvise tensioni nella zona di collo e spalle, necessità di dover “raschiare” o tossire continuamente per togliere la sensazione di “velo”, imbarazzo nel comunicare con gli altri e quindi ripercussioni di carattere emotivo. Tutto ciò e altri sintomi di questa natura si verificano spesso in soggetti che per motivazioni personali e più comunemente lavorative, si trovano a dover sfruttare per più ore durante il giorno la loro voce: la categoria più a rischio, in cui dati statistici riportano un’incidenza altissima, è quella degli insegnanti.

I sintomi descritti nella maggior parte dei casi possono essere ricondotti ad una quadro di “disfonia”, tale patologia generalmente può essere di natura organica, quasi sempre secondarie ad interventi chirurgici o per neoformazioni come polipi o granulomi, o di natura disfunzionale. Per disfonia disfunzionale ci riferiamo ai casi prima descritti, ovvero quando professionisti della voce, sfruttando a lungo ed intensamente il loro organo fonatorio si ritrovano gradualmente o improvvisamente a sentirne un mutamento. Il primo consiglio da dover specificare è la necessità di un controllo specialistico di un otorino o meglio del foniatra, che attraverso strumentazioni può diagnosticare la natura e le caratteristiche della disfonia, tutto questo soprattutto se il disturbo persiste oltre i dieci giorni. Secondo passo da percorrere è quello di una valutazione ed eventualmente terapia logopedica, mirata ad un recupero e rieducazione della corretta funzione fonatoria; saranno poi tali specialisti a consigliare la supervisione di altri medici o terapisti. Tuttavia, ci sono dei suggerimenti che si possono seguire a scopo preventivo, che possono notevolmente agevolare il quotidiano di chi inizia a riscontrare tali sintomi, o chi pur non percependo nulla di tutto questo è a rischio per le proprie attività quotidiane. I consigli più utili sono: evitare sbalzi di temperatura, non bere bevande troppo ghiacciate; limitare lunghe conversazioni telefoniche (a telefono tutti siamo portati ad urlare e sforzare); parlare a distanza ravvicinata e non urlare inutilmente; evitare, soprattutto di sera, pasti abbondanti e di difficile digestione, in quanto ciò potrebbe accrescere il reflusso (spesso concausa o aggravante delle disfonie) e limitare la  normale  respirazione. Estremamente utile risulta respirare a bocca chiusa il più possibile, respirare correttamente (con una respirazione diaframmatica) e frequentemente quando si parla facendo attenzione a non rimanere senza fiato alla fine della frase; non parlare durante l’attività fisica  e in posture alterate; non fare “vocine” o sussurrare; non raschiare (in alternativa è più salutare un colpo di tosse o idratare bevendo); bere piccoli e frequenti sorsi d’acqua; evitare di bere alcolici, caffeina e di fumare (tutti questi fattori possono alterare la salute delle mucose). In alcuni casi può essere importante trovare dei momenti o periodi di riposo vocale ed utilizzare eventualmente strumenti vicarianti, come ad esempio il microfono. Questi sono consigli sfruttabili da chiunque, saranno poi gli specialisti a personalizzare e approfondire altri suggerimenti in base alle caratteristiche di ciascun “individuo disfonico”. Fondamentale è comprendere che i propri mezzi vocali non sono illimitati, anche la voce si stanca!    

Logopedista Chiara Marianecci – Centro Psicologia Castelli Romani, Albano Laziale

Tel: 3497296063, e-mail: chiara.marianecci@hotmail.it        




CHI COMANDA IN FORZA ITALIA?: SILVIO E L’ANGELO AZZURRO

di Emanuel Galea

In tanti si staranno chiedendo: chi comanda in Forza Italia? Chi decide le varie politiche? I più ingenui probabilmente risponderanno subito : è “lui”, il cavaliere. Risposta sbagliata. L’ex Cavaliere, ormai, non fa altro che prestare la sua voce, si limita unicamente a promulgare quanto gli viene proposto. Qualcuno penserà, da Giovanni Toti, suo nuovo consigliere politico per il programma di Forza Italia, appositamente nominato lo scorso 24 gennaio? Sbagliato di nuovo. Giovanni Toti non c’entra nulla. E allora?

Gabriel Garcia Marquez ci dà un sicuro indizio: “Forse per il mondo sei solo una persona, ma per qualche persona sei tutto il mondo”. Traduzione: per quella persona per cui sei tutto il mondo, tu non puoi rifiutare nulla. Impigliato nelle strette maglie della giustizia e braccato a vista dalle procure di Napoli e di Milano, deluso da defezioni nel suo partito, spogliato dall’onorificenza di Cavaliere, messo alla porta dal Senato, ha cercato di rilassarsi nei festini dei vari bunga bunga in compagnia di olgettine e papi-girls. Alla fine è approdato ad una relazione stabile accanto alla giovane fidanzatina. Francesca Pascale, come  “l’algida femme fatale”, irruppe a villa Arcore, portando un raggio di sole ed un sorriso per Silvio. La first lady non porta solamente il raggio di sole. Vuole un bene pazzo al  suo “rubacuori” ma non disdegna aver voce nel suo partito. E’ impaziente. Non chiede ma la voce se la prende da sola Berlusconi ratificherà senza meno. Francesca annuncia un disegno di legge firmato Forza Italia a favore delle coppie gay. Parla come un dirigente di lunga carriera e crede di dare “uno scoop” annunciando la propria adesione al primo Calabria Pride della storia, e poi aggiunge:  “Si sta costituendo in FI un dipartimento Libertà civili e diritti umani, una novità per la politica nazionale che ufficializzerà l’intenzione di Berlusconi di dare segnali forti e chiari in favore dei nostri concittadini Lgbt, delle loro famiglie e dei loro amici”. La ratifica da Parte del “rubacuori” non è tardata ad arrivare. Ha ben scritto di lui Giuliano Ferrara: “Berlusconi  abbandona così il volgare machismo del barzellettiere anti gay per cedere alle sirene del relativismo”.

La Pascale detta la politica e Silvio la annuncia: “Uno dei primi compiti del dipartimento sarà la stesura del disegno di legge di Forza Italia sulle Unioni civili. Non si tratta di una battaglia di parte, ma di una richiesta trasversale di buon senso. Anche per questo, ho riconosciuto gli errori commessi in passato da molti esponenti del centrodestra che mi auguro s’ispirino da qui in avanti ai principi liberali di rispetto di ogni singolo individuo contro ogni discriminazione di genere”.

Ai simpatizzanti di Forza Italia, a tutti quelli che ancora credono nelle fiabe, chiediamo di fare uno sforzo di memoria.

I lettori meno giovani ricorderanno, senza meno, un bellissimo film, L’Angelo Azzurro, di Jose von Stemberg con la magistrale interpretazione di Marlene Dietrich nella parte di Lola Lola. Da ricordare la figura patetica del professore Immanuel Rath, nella scena, quando venendo a sapere che i suoi alunni frequentavano un locale, per quei tempi,  poco raccomandabile, dove si esibiva Lola Lola, decide di indagare di persona su quell’ambiente. Si ritrova affascinato dalla donna al punto da diventarne lo schiavo.

Due sono le scene antitetiche: la professionalità, severità e rigida condotta del professore in aula e lo stesso professore, schiavo di Lola Lola, sul palcoscenico, senza ritegno e senza pudore, mascherato da volatile, a cantare “chicchirichì”, per piacere all’oggetto dei suoi desideri.
Squarcio amaro del fascino che emana la freschezza di una donna su un uomo ultramaturo.
Storia vecchia. Il film è stato girato nel 1930. Una storia che si ripete in continuazione. Chi si aspettava novità politiche, federazione dei moderati, sappia che la politica di FI si prepara nella cucina e con gli ingredienti della Pascale.




LA STRATEGIA DI BERLUSCONI

di Maurizio Costa

Roma – Dopo il proscioglimento per il processo Ruby, Berlusconi è pronto al contrattacco. Il silenzio degli ultimi mesi e il servizio sociale a Cesano Boscone non hanno placato gli ideali di politica dell'ex Cavaliere. Ritornare a sedere in Parlamento sarà una sfida difficile, visto che la legge Severino obbliga Berlusconi a stare fuori da qualsiasi carica elettiva fino al 2019 a causa della condanna del processo Mediaset.
Ma l'ex premier non si demoralizza ed è pronto a rovesciare le carte in tavola e a tornare sul carro (dei vincitori?). Le sue mosse saranno studiate e, secondo le indiscrezioni, Berlusconi potrebbe tornare in campo già dal prossimo anno.
Prima di tutto, Berlusconi dovrà sbrigliare il nodo della legge Severino. Niente di più facile. L'ex Cav vorrebbe trattare con Renzi, mettendo sul piatto anche il patto del Nazareno, per poter aggirare o cancellare le legge che lo tiene fuori dalla politica che conta. Con i suoi legali, l'ex premier sta cercando una qualsiasi via di fuga per scampare alla legge che lo rende incandidabile. Nel caso in cui la Corte di Strasburgo dovesse accogliere il ricorso presentato contro la sentenza definitiva sui diritti Mediaset, Berlusconi potrebbe annullare la legge Severino. Un ritorno all'Europa che salverebbe l'ex premier dall'oblio.
Non solo il privato. Berlsuconi vuole ricucire un grande centrodestra, tornando da "salvatore della Patria", e il primo passo per farlo è quello di tornare all'inizio, a quell'Angelino Alfano che ha voluto crearsi il suo Nuovo Centrodestra. I rapporti tra i due si sono addolciti, tanto che il Ministro dell'Interno avrebbe chiamato Berlsuconi per congratularsi dopo l'assoluzione dalle accuse del processo Ruby. Inoltre, Alfano, in un'intervista al Messaggero, ha dichiarato di voler costituire una grande area moderata: "Sta a Berlusconi – ha detto il Ministro – decidere se essere protagonista del campo dei moderati o se relegarli nell’ininfluenza a causa di una posizione estremista". Alfano ha anche aggiunto: "Forza Italia deve decidere con chi ricominciare a ricostruire e noi vogliamo costruire un grande partito con i centristi e i moderati nel nome del Ppe."
Parole al miele, che rappresentano il ritorno del figliol prodigo, o forse proprio il contrario: il ritorno del padre prodigo.
Il resto della politica italiana che fa? Renzi sembra ammutolito da questa mossa berlusconiana. D'altronde, il premier avrebbe le mani legate: far saltare il patto del Nazareno o accomodare le richieste dell'ex Cav? Rischiare o andare sul sicuro? Berlusconi chiede la neutralizzazione della legge Severino, ma questa mossa metterebbe Renzi in cattiva luce, facendolo passare, come molti già affermano, come l'ombra di Berlusconi. Matteo Salvini, invece, leader del Carroccio, non apre al centrodestra e al nuovo asse Alfano-Berlusconi, dichiarando che: "Oggi il centrodestra non esiste, quindi non potrei candidarmi per un soggetto che non esiste." Freddo e lapidario, come a dire che la Lega Nord non scenderà a compromessi.
Una cosa è certa: il ritorno di Berlusconi sconvolgerà, e non poco, le sorti della politica nazionale.