IL DISSENSO DELLE FORZE DELL’ORDINE ITALIANE. SI SALVI CHI PUO’.

di Christian Montagna

Mancava soltanto questo in un’Italia che sempre meno può definirsi nazione. I sindacati di polizia minacciano lo sciopero. Se così dovesse essere, miei cari lettori, siamo a un passo dal baratro. Sarebbe la prima volta nella storia della Repubblica in cui i protagonisti indiscussi della sicurezza, gli uomini e le donne che indossano la divisa decidono di non servire più uno Stato che, a dir loro, non li tutela. Ma i guai in Italia non arrivano mai da soli, si sa. In un momento delicato come questo in cui si teme lo scoppio di una terza guerra mondiale, in cui l’invasione degli immigrati e delle patologie infettive è a livelli record, perdere il sostegno delle forze dell’ordine sarebbe un vero e proprio disastro. I sindacati sono stati molto chiari e si sono espressi senza mezzi termini: polizia di stato, corpo forestale, vigili del fuoco e polizia penitenziaria sono tutti uniti nel protestare contro un sistema che non ha saputo valorizzare sacrifici e professionalità e che per il quinto anno consecutivo proroga il blocco degli stipendi. Renzi dal suo canto, cerca la via del dialogo e della diplomazia progettando al più presto un tavolo di discussione e additando suddetta protesta come insensata visto il momento che il Paese sta attraversando. Ma, caro Presidente, ormai sono tanti anni,forse troppi, che l’Italia sta in queste condizioni. Quale potrebbe essere secondo lei il momento più giusto per insorgere? Mentre passa la patata bollente al ministro Alfano, un intero paese trema per un imminente blocco nazionale. E se stavolta si blocca la nazione, non ci sono più vie di uscita. Magari se qualcuno avesse ascoltato prima le richieste dei sindacati, senza arrivare ad un punto di non ritorno, una soluzione sarebbe senz’altro uscita fuori. Ma è altrettanto risaputo che devono passare tanti e tanti anni prima che un problema possa essere valutato e poi risolto. Sempre più convinto del fatto che si stanno a caro prezzo pagando le spese di chi per anni ci ha governato senza nulla fare per il benessere collettivo, è all’orizzonte un altro flop generale poiché, senza il sostegno delle forze dell’ordine, uno Stato non può essere definito tale. Si salvi chi può.




DEGLUTIZIONE ATIPICA: CONOSCIAMOLA MEGLIO

A cura della Dottoressa Chiara Marianecci – Logopedista

Per deglutizione atipica si fa riferimento al persistere di uno schema deglutitorio prettamente infantile, in cui la lingua continua a spingere contro le arcate dentarie per compiere l’atto deglutitorio, anche oltre i 5-6 anni, età dopo la quale questo comportamento dovrebbe essere risolto e sostituito con una spinta verso il palato. La deglutizione atipica o infantile si presenta generalmente associata a respirazione orale con postura di riposo linguale contro o tra i denti.

È un’alterazione questa spesso poco conosciuta, su cui molti specialisti hanno posto l’attenzione in quanto le conseguenze a cui può condurre sono molteplici: può alterare il normale accrescimento delle strutture facciali, craniche e buccali, risultando causa o concausa di malocclusione, per tale ragione in molti casi intervenire con apparecchi ortodontici, senza minimamente valutare l’influsso linguale può risultare decisamente poco proficuo, si può perfino giungere a recidive, in quanto una volta tolto l’apparecchio il morso potrebbe, in alcuni casi, tornare al suo aspetto d’origine o modificarsi.

Una deglutizione disfunzionale può incidere sull’articolazione errata di alcuni suoni, come la “s” o la “r”. Un particolare accento va posto anche sulla postura corporea: molti dei fastidi al tratto cervicale, estremamente comuni possono essere aggravati o addirittura causati dall’atteggiamento linguale disfunzionale.

Tali squilibri possono ricadere su qualsiasi segmento del nostro corpo, che va immaginato come una catena in cui ogni anello va ad influenzare l’altro. Inoltre possiamo trovare disfunzioni tubariche con otiti, problemi di vista, di capacità attentiva, aerofagia e disfonia (alterazioni della voce). Le cause possono essere molteplici e non ancora del tutto conosciute: predisposizione genetica, perseverare di “abitudini viziate”, come l’uso di biberon, ciuccio, succhiamento del dito, o altri fattori come allergie ad esempio, i bambini allergici infatti tendono a respirare con la bocca a causa dell’ostruzione nasale, mantenendo la lingua in basso.

A fronte di quanto detto può risultare utile ed importante effettuare una valutazione specialistica d’equipe con logopedista, ortodontista, osteopata, otorinolaringoiatra, che possa verificare, anche a scopo preventivo, quanto descritto e rintracciare i giusti metodi riabilitativi in base alle caratteristiche dell’individuo. Il trattamento logopedico verte alla rieducazione della muscolatura e funzione linguale di riposo, deglutitoria e di masticazione; la collaborazione della famiglia risulta naturalmente indispensabile per far sì che il bambino elimini i comportamenti errati e automatizzi quelli corretti.

Contatti: Logopedista Chiara Marianecci 

3497296063 Chiara.marianecci@hotmail.it

Centro Psicologia Castelli Romani




LA NATO FA PAURA A PUTIN: ARRIVA L'ACCORDO TRA KIEV E MOSCA

di Maurizio Costa

La Russia e l'Ucraina, dopo mesi di guerriglia e invasioni, arrivano all'accordo: i leader dei due paesi raggiungono una tregua, un 'cessate il fuoco permanente' che potrebbe rivelarsi come la risoluzione del conflitto ucraino. Una telefonata tra Vladimir Putin e Petro Poroshenko avrebbe calmato le acque, ma il Cremlino precisa che non si tratta di una tregua militare perché "la Russia non fa parte del conflitto tra Kiev e i filo-russi". La tregua arriva un giorno prima del vertice Nato che si svolgerà in Galles e durante il quale l'Alleanza potrebbe organizzare l'invio in Estonia, al confine con la Russia, di un contingente di 4.000 soldati per convincere Putin a tornare sui suoi passi e a smettere di invadere l'Ucraina. Il leader russo ritiene inaccettabile un dispiegamento delle forze Nato e dichiara che a settembre darà il via ad una serie di esercitazioni delle forze missilistiche nucleari.
L'accordo Kiev-Mosca potrebbe porre fine al conflitto; se così non fosse si rischierebbe di perdere il controllo della situazione. Se la Nato giovedì deciderà di schierare le truppe in Estonia (non può farlo in Ucraina perché non fa parte dell'Alleanza Atlantica) si rischia di far cominciare una vera e propria guerra europea, che coinvolgerebbe anche gli Usa e l'Italia.
Intanto, Barack Obama è sbarcato in Estonia, dove si stanno svolgendo le esercitazioni del contingente Nato a cui partecipa anche l'Italia. Putin e Poroshenko, con questo accordo telefonico, potrebbero eliminare la possibilità di una guerra tra Usa e Cremlino. La minaccia di dispiegare 4.000 soldati Nato al confine con la Russia sarebbe stato il deterrente che avrebbe fatto cambiare idea a Putin. Una guerra contro l'Alleanza Atlantica avrebbe risvolti impensabili e terribili per la Russia.
Una cosa è certa: il vertice Nato di giovedì e venerdì sarà il punto di svolta. Si deciderà se far iniziare un conflitto aperto oppure no. La Russia si sente minacciata e la telefonata tra Putin e Poroshenko potrebbe aver concluso la diatriba tra i due paesi. Se così non fosse, il Cremlino dovrà vedersela con le superpotenze della Nato, tra cui gli Stati Uniti di Barack Obama.




SCUOLA RIFORMA: BASTA SUPPLENTI E ASSUNZIONE IMMEDIATA DI 100MILA PROF

di Maurizio Costa

Il governo è pronto a discutere la nuova riforma della scuola durante il Consiglio dei Ministri che si svolgerà mercoledì 3 settembre. Le linee guida sono state decise ma adesso la battaglia si combatterà anche con i sindacati, contrari ad alcuni punti del Piano.

Il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha dichiarato che “è arrivato il momento di discutere contenuti e strumenti della riforma. Questo è un lavoro che portiamo avanti da mesi.” Anche Matteo Renzi è ottimista: “Non ci sono assolutamente problemi. È tutto pronto, le coperture ci sono.”

Lo scopo della riforma Giannini è quello di eliminare le supplenze, assumere 100mila nuovi professori e aumentare la meritocrazia all’interno del sistema scolastico. Il governo ha pronti 1,5 miliardi di euro per coprire il Piano e per dare più soldi in busta paga a chi merita di più.

Supplenze
– Il capitolo supplenti è quello che sta più a cuore all’esecutivo di Renzi. Il costo delle supplenze ammonta a 3,5 miliardi di euro l’anno e il governo vuole cercare di risolvere la situazione. I supplenti sono sinonimo di precariato e la riforma prevede una sorta di ‘cambio di ruolo’. L’esecutivo vorrebbe inglobare questi supplenti e farli diventare dei ‘sostituti’, svincolati da cattedre ma legati con contratti triennali a singole scuole, in modo da subentrare in caso di necessità.

100mila assunzioni – Il governo vorrebbe assumere 100mila professori nell’arco di un quinquennio. Questi docenti verrebbero selezionati tra i vincitori delle Graduatorie ad esaurimento. Gli sviluppi sarebbero enormi ma, in questo caso, le coperture contano molto e il governo dovrà rimediarle in qualche modo.

Meritocrazia – La sfida ‘impossibile’ del governo è quella di premiare gli insegnanti più bravi. Dato che è difficile trovare criteri oggettivi di valutazione, il premier pensa di dare più soldi in busta paga ai professori che lavorano più ore.

L’esecutivo, inoltre, vuole aumentare le ore di geografia e storia dell’arte, due materie che negli ultimi anni sono state prese un po’ sotto gamba.
Non è una sfida impossibile. La riforma della scuola è il primo passo verso una società migliore. Inoltre, se si riescono a creare nuovi posti di lavoro, la situazione migliorerebbe ancor di più.




IL GIRO DEL MONDO IN 'MILLE GIORNI'

di Maurizio Costa

Matteo Renzi presenta il Piano 'Mille Giorni', con il quale i cittadini potranno, giorno dopo giorno, attraverso il sito internet predisposto (www.passodopopasso.italia.it), informarsi sull'operato del governo. Una presa di posizione importante, che rimette la politica al centro dell'interesse della comunità. Un bel conto alla rovescia troneggia sulla prima pagina del sito dei 'Mille Giorni': esattamente novecentonovantanove a partire da oggi.

Dall'agricoltura alla riforma della Giustizia, passando per Expo e lavoro. Il premier si autoimpone dei paletti, questa volta quasi reali, e sembra intenzionato a voler scardinare la vecchia Italia.

Più che un sito "attivo", però, quello dei 'Mille Giorni' sembra un sito di partito, con i suoi coloro vivaci e i soliti slogan ("cambiamo l'Italia" o anche "per una giustizia più efficiente").

Nessuno mette in discussione che Renzi possa farcela, ma questa idea sembra più una risposta a Beppe Grillo che un'idea concreta, del tipo "anche io (Matteo Renzi) riesco a fare un sito che coinvolga i cittadini e le loro idee".

Ben vengano le riforme, ma di 'strillonate' non ne abbiamo proprio bisogno. I cittadini vogliono i fatti e si spera che questo sito ne trasmetta il più possibile.

Non dimentichiamo che mille giorni corrispondono a tre anni, un lasso di tempo lungo e importante che, se da una parte è necessario per scardinare l'apparato italiano, dall'altra potrebbe rivelarsi un'utopia irraggiungibile.

Phileas Fogg, nel romanzo di Jules Verne, riuscì a compiere il giro del mondo in 80 giorni per vincere una scommessa di 20.000 sterline; chissà se Matteo Renzi riuscirà a vincere la sua di scommessa, rivoltando l'Italia in 1.000 giorni, magari con un gelato in mano.




MATTEO RENZI PRESENTA IL PIANO DEI 'MILLE GIORNI'

di Maurizio Costa

Roma – Matteo Renzi presenta il mini-sito sui Mille Giorni del governo, un diario di bordo che informerà i cittadini sulle riforme e sulle azioni dell'esecutivo. Questo sito sarà "un tipo di verifica da parte di tutti", afferma Renzi.

La conferenza stampa del premier, coadiuvato dal Ministro per le Riforme Costituzionali Maria Elena Boschi e dal Sottosegretario Graziano Delrio, ha chiarito che il sito non sarà un'azione di facciata, ma un modo concreto di cambiare le cose.

"I mille giorni sono una occasione ghiotta per la politica – ha dichiarato il premier – "dobbiamo dimostrare che le riforme si possono fare. Questo è il Paese che è apparso sulla scena internazionale come il Paese dei veti, delle lungaggini e delle procedure. Al termine di questo periodo avremo un Paese più coraggioso, più semplice, più competitivo."

Riguardo al sito, Renzi afferma che: "Oggi è il giorno zero, ne mancano mille. I nuovi elementi che inseriremo nel sito, verranno dall'attività parlamentare ma anche dai cittadini.

Il premier afferma che il sito servirà "ad annunciare, per esempio, la riforma della scuola e il suo coinvolgimento all'interno del governo."

La metafora di Renzi per descrivere il mini-sito è molto artistica: "Questo Piano dei Mille Giorni è come un puzzle la cui cornice è chiara e i cui pezzi saranno inseriti passo dopo passo."

Sulla scia dei blog della concorrenza, il premier dichiara che: "Ci sarà uno spazio per coinvolgere i cittadini, tutti potranno criticare o giudicare l'operato del governo. Ci saranno dibattiti su tutte le questioni aperte e anche molte occasioni di dialogo. Noi apriamo discussioni reali su ogni argomento."

Renzi non vuole fare una politica di annunci: "L'Italia deve essere un Paese più coraggioso e efficiente. Gufi o non gufi, noi prendiamo l'Italia, e alla fine dei Mille Giorn raggiungeremo degli obiettivi. Non torniamo indietro sulle nostre scelte, come per gli 80 euro. L'Italia fa le riforme che servono all'Italia e non perché ce lo chiede l'Europa."

Riguardo al possibile rimpasto di governo dovuto alla nomina di Federica Mogherini come Alto Rappresentante dell'UE per la politica estera e per la sicurezza comune, Renzi è chiaro: "Un Ministro lascerà questo governo, ma noi penseremo al problema un paio di giorni prima dell'acquisizione della carica della Mogherini." Infatti, l'attuale Ministro degli Affari Esteri entrerà in carica in Europa a partire dal primo novembre.

Il Ministro Boschi afferma che: "Il programma di governo dei Mille Giorni verrà 'parlamentarizzato' a breve, anche per dare un'ufficialità al Piano. Sicuramente, entro settembre verrà calendarizzato. Per la riforma della Giustizia dobbiamo cercare di distribuire i vari decreti e i vari disegni di legge tra Camera e Senato."

Riguardo alla lentezza nell'approvare i provvedimenti attuativi, la Boschi chiarisce la situazione: "Restano ancora da adottare 529 provvedimenti ereditati dai governi Letta e Monti, ma abbiamo fatto molti passi avanti perché precedentemente erano 699."

Graziano Delrio conclude la conferenza stampa: "Daremo sostegno attivo alla povertà e potenzieremo i sistemi di protezione sociale. Vogliamo anche implementare gli asili nido: in Senato si discute un disegno legge che cercherà di far aprire 1000 asili in 1000 giorni."




GIUDICE ADINOLFI, SCOMPARSA: L'APPELLO DEI FAMILIARI

di Simonetta D' Onofrio

 

Roma 2 luglio 1994, è la data della sparizione del magistrato Paolo Adinolfi. Da allora nulla si è più saputo sul suo allontanamento, solo supposizioni sul suo caso, nessuna traccia. Venti anni sono trascorsi da quella mattina, quando si recò alla biblioteca del Tribunale Civile di Roma, e in seguito  all’ufficio postale nel quartiere del Villaggio Olimpico, alle porte dello Stadio. Inconfutabile è la figura professionale che ricopriva, un uomo di legge, dedito al suo lavoro presso il Tribunale Civile di Roma, legato alla sezione fallimentare, civile e alla Corte d’Appello.

  

L’appello della famiglia

Nel giorno del ventennale dalla scomparsa, il 2 luglio del 2014, è il figlio Lorenzo, avvocato di professione a ricordare il padre, un’ appello che fa alla società civile, a chi dovrebbe indagare sulla vicenda, a chi nasconde la verità. Chiedono i familiari di avere almeno il corpo per potergli dare giusta sepoltura. La famiglia Adinolfi ha acquistato anche mezza pagina del “Corriere della Sera” per diffondere il messaggio: “Nicoletta, Giovanna e Lorenzo con infinito amore ricordano il rigore, il coraggio, e l’onestà”, “Chi sa, ed ha mantenuto il silenzio fino a oggi, trovi la forza di raccontarci la verità: noi continuiamo ad aspettare, e non smetteremo mai di cercarlo”. 

La storia

Secondo quanto riportato dall’associazione “19  luglio 1992” Adinolfi si sarebbe accorto che qualcuno lo stava seguendo. A dirlo è il magistrato Giacomo De Tommaso al quale gli avrebbe confidato il timore di essere anche spiato. Sempre come riportato dalla redazione del Movimento Toghe Rosse, anche la moglie di Adinolfi, Nicoletta Grimaldi, avrebbe detto che il marito si sarebbe confidato a un vecchio amico di avere acquisito prove e documenti che avrebbero potuto per il loro “scottante” contenuto far “crollare” il Tribunale di Roma.  Rivelazione alquanto plausibile e fondamentale dal punto di vista investigativo visto che Adinolfi avrebbe chiesto un appuntamento per la settimana successiva alla sua scomparsa con il Sostituto Procuratore della Repubblica di Milano Carlo Nocerino; lo stesso Adinolfi avrebbe chiesto al PM di Milano di “poter testimoniare come persona informata sui fatti. 

Poche sono state le figure istituzionali che finora si sono spese nel menzionarlo, con un convegno dedicato alla sua storia o un giorno appositamente indirizzato alla sua storia.   Coloro che in questi anni hanno veramente onorato la memoria del magistrato Adinolfi sono stati gli attori della compagnia teatrale Les Enfants Terribles, che nella loro pièce “Toghe Rosso Sangue” hanno ricordato il magistrato assieme agli altri colleghi scomparsi, come Falcone Borsellino. L’autore del testo, dopo aver ricordato brevemente le ultime ore del giudice prima della scomparsa, ha evidenziato i troppi lati oscuri della vicenda. Il passaggio più significativo del testo narra: “Prima di scomparire mi sono occupato di fallimenti importanti, dopo qualcuno ha detto che di me si sarebbero occupati quelli della Banda della Magliana, o quelli dei servizi segreti deviati, i soliti insomma, quelli che quando c’è un mistero a Roma, li chiamano sempre in ballo, per raccontare di tutto per arrivare a niente”.

In queste poche righe è racchiusa gran parte del mistero sulla scomparsa Adinolfi. Un giudice che ha combattuto contro il “Porto delle nebbie”, come veniva definita all’epoca la sezione fallimentare del Tribunale di Roma. E da queste nebbie è stato avvolto, per non apparire più dopo tutti questi anni.

Nebbie che hanno avvolto anche il ricordo del giudice. L’Associazione Nazionale Magistrati non ha mai voluto ricordare la figura del giudice, quasi a far cadere l’oblio sulla vicenda, e sulle accuse che Adinolfi fece nei confronti di alcuni colleghi, e che pochi giorni dopo la sua scomparsa avrebbe dovuto portare al Procuratore di Milano, Carlo Nocerino, al quale aveva chiesto di poter testimoniare come “persona informata sui fatti”.

Le inchieste che il giudice aveva seguito erano importanti. Dal fallimento della compagnia assicurativa Ambra, un crack da 200 miliardi, alla Casina Valadier, inchiesta che si concluse con l’arresto di Giuseppe Ciarrapico, patron delle acque minerali e della AS Roma, legatissimo ad Andreotti.

Nel libro di Piero Messina “il cuore nero dei servizi”, si parla della morte di Adinolfi, perché aveva scoperto “società fantasma utilizzate per comprare e vendere immobili alle aste giudiziarie e di un controllo a tappeto, da parte di servizi deviati e criminalità organizzata, per accaparrarsi società sul punto di fallire”.

A raccontare questi fatti è stato il faccendiere pentito Elmo, che cercò di coinvolgere il Colonnello del Sismi Mario Ferraro. Il Colonnello non poté però confermare né smentire quanto affermato da Elmo, venne trovato impiccato nel suo bagno. Le perizie indicarono un suicidio. Le parole di Elmo concordano comunque con quanto detto in seguito dal PM Nocerino.

Un altro servitore dello Stato si aggiunge alla lunga lista delle persone che tuttora non hanno avuto giustizia, una situazione che sembra esprimere una maligna e perversa volontà di qualcuno poco propenso a far sapere la verità sulla sorte del magistrato. Come il giudice Ambrosoli, Falcone e Borsellino e tanti altri, tutti di alto spessore che ancora oggi non si sa chiaramente su chi li avrebbe uccisi. Si spera che l’appello dei familiari abbia un seguito.




STRAGE DI ERBA: ROSA E OLINDO, SPUNTA UN SUPERTESTIMONE CHE SCAGIONEREBBE I CONIUGI ROMANO

di Silvio Rossi

Fabio Schembri, avvocato della coppia condannata per la strage di Erba non ha dubbi: Rosa Bazzi e Olindo Romano non hanno ucciso quattro persone e ferito gravemente Mario Frigerio. Secondo quanto dichiara il loro legale, ci sono una serie di nuovi elementi che possono ribaltare le convinzioni della corte, che si basava principalmente sulla testimonianza di Frigerio.

Secondo quanto afferma Schembri, che ha difeso i coniugi Romano al processo d’appello assieme alla collega Luisa Bordeaux, una parte dell’opinione pubblica è convinta dell’innocenza dei due, e che i colpevoli della strage non sono stati trovati.

Dello stesso avviso è Luca D’Auria, avvocato di Azouz Marzouk, padre e marito di due delle vittime, che afferma di aver trovato un supertestimone che scagionerebbe i Romano, e di aver presentato un ricorso alla Corte di Giustizia europea di Strasburgo.

Le dichiarazioni dei due avvocati giungono nei giorni in cui i due detenuti hanno finito di scontare l’isolamento. Ora Olindo e Rosa, condannati all’ergastolo, possono vivere in un normale regime carcerario, socializzando con gli altri detenuti. 

Fino a oggi hanno avuto la possibilità di tre incontri mensili di due ore ciascuno, ma non di incontrare altre persone. I coniugi Romano sono detenuti nei carceri di Opera (Olindo) e Bollate (Rosa), entrambi nell’hinterland milanese.

Schembri ha dichiarato che presenterà a breve, entro un paio di mesi circa, la richiesta di revisione del processo, supportato anche da alcune dichiarazioni dello stesso Marzouk, che ha dimostrato in più occasioni di non credere alla sentenza dei giudici.

 

La strage

Era l’11 dicembre 2006. In una palazzina nel centro di Erba, cittadina della provincia comasca, divampa un incendio. Quando alcuni vicini raggiungono l’appartamento in fiamme, trovano un uomo a terra sulla porta, lo trascinano sul pianerottolo, cosa che ripeteranno subito dopo col corpo di una donna. 

L’uomo è Mario Frigerio, che è sopravvissuto grazie al tempestivo intervento dei soccorritori, la donna invece era già morta quando gli uomini sono giunti nell’abitazione.

Mentre i primi soccorritori portano in salvo Frigerio, si sente una voce femminile che chiede aiuto, ma le fiamme e il denso fumo impediscono di raggiungerla. Quando arrivano i pompieri e domano l’incendio, si contano quattro morti: Raffaella Castagna, che abitava nell’appartamento andato a fuoco, suo figlio Youssef, di due anni, e la madre Paola Galli. Al piano superiore, soffocata dal monossido di carbonio sviluppato dall’incendio, giace il corpo senza vita di Valeria Cherubini, moglie di Mario Frigerio, la donna che chiedeva aiuto.

 

Le prime indagini

Il primo indagato fu Azouz, ma l’uomo si trovava in Tunisia al momento del delitto, e il procuratore ha ipotizzato un regolamento di conti contro di lui (aveva avuto una condanna per spaccio di droga). Destava comunque qualche sospetto l’atteggiamento anomalo dei vicini di casa, Rosa e Olindo, che la sera del delitto rientrarono verso la mezzanotte, quando la strage era compiuta da qualche ora, dicendo di essere andati a cena a Milano.

Altro elemento che ha attirato subito l’attenzione degli inquirenti è che entrambi erano feriti alle mani, e che tra i Romano e la signora Castagna ci sono stati dei contenziosi legali in passato. Sono state disposte le intercettazioni ambientali presso la casa e l’automobile di Olindo, che fecero aumentare i sospetti. Il 26 dicembre la vettura fu sequestrata, e a bordo furono ritrovate tracce di sangue (attribuito in seguito alla Cherubini), dopo altre intercettazioni, e numerosi interrogatori, i coniugi Romano furono fermati il giorno 8 gennaio 2007.

Tre giorni dopo, davanti ai magistrati, i due ammettono di essere gli esecutori della strage, raccontando numerosi particolari, che coincideranno anche col racconto successivo di Mario Frigerio, unico sopravvissuto. La confessione sarà poi ritrattata quando si arriverà al processo.

 

Il processo

Il 12 ottobre Olindo e Rosa sono rinviati a giudizio. La prima udienza del processo di primo grado si terrà il 29 gennaio 2008. Durante il processo i coniugi hanno ritrattato le confessioni precedenti, accusando i carabinieri di averle estorte. Il momento più drammatico del processo ci fu il 26 febbraio, quando i difensori dei coniugi interrogarono Frigerio, cercando di descriverlo come un teste falso. Il testimone si rivolse verso di loro urlando “Vergognatevi!”.

Dopo un tentativo di ricusazione dei giudici (respinto dalla Cassazione), l’invocazione del legittimo sospetto, perché i media di Como erano troppo colpevolisti (non accordato) e una serie di dichiarazioni spontanee di Olindo, il 26 novembre 2008 la Corte d’Assise di Como pronuncia la condanna all’ergastolo per Olindo Romano e Rosa Bazzi, con la pena suppletiva di tre anni d’isolamento diurno.

I difensori della coppia faranno ricorso alla Corte d’Assise d’Appello di Milano, che nell’aprile 2010 confermerà integralmente la condanna di primo grado, senza inserire nuovi elementi probatori. Stessa conferma arriverà il 3 maggio 2011dalla Corte di Cassazione, che respingerà la richiesta dei difensori e condannerà i due in via definitiva (in attesa di eventuali clamorosi sviluppi) all’ergastolo con tre anni d’isolamento diurno, scontati dall’agosto dello stesso anno fino a pochi giorni fa.




UNA MUNICIPALIZZATA A TE, UNA MUNICIPALIZZATA A ME!

di Emanuel Galea 

All’inizio del 1900 si verificò un rapido processo di urbanizzazione seguito da una conseguente domanda di servizi.  Sia l'evoluzione tecnologica che quella industriale poi, hanno contribuito allo sviluppo positivo del sistema dei servizi pubblici. Tutto questo ha dato inizio alla successiva nascita delle municipalizzazioni. 

 Nel corso di cent’anni anche queste, purtroppo, sono state vittime di deturpazioni. Alla Regione Lazio sono conosciute come spartizione della fiera delle nomine fantasia.

La spartizione della deliziosa “crostata sanità” farcita di nomine, poltrone impastate con tanto denaro, denaro che supera di ben lunga i 100 miliardi , gran parte “contante”. Un tesoretto a disposizione dei privati.

Il bacino di consensi elettorali fiorisce a Catania: la Asl e non solo.  In Sicilia vegeta un esercito di precari da spartire, un mare dove l’homo politicus usa praticare la sua pesca a strascico.

La Rai è di tutto e di più- spartizioni- non- si- può. A spese del contribuente mantiene i managers super pagati, le sedi di rappresentanza con funzionari ben remunerati, i contratti di scarsa e dubbia utilità pubblica, organici in supernumero e non solo. Qui, ai “gottarelli” ed i loro spending review è vietato l’accesso. In questa “zona franca” è vietato il transito ai non appartenenti all’apparato della partitocrazia.  

Nominare tutti i mari pescosi della politica italiana diventa un’impresa titanica. La politica è una piovra, con i suoi tentacoli inseriti nei gangli delle istituzioni, statali e para statali.

Prendiamo in esame una fra i tanti: la municipalizzazione. Secondo la definizione Wikipedia, con questo nome s’intende “ il fenomeno della presa in gestione diretta dei pubblici servizi da parte degli enti locali (In Italia: comuni, province e regioni), attraverso aziende di diritto pubblico”  

 Oggi il termine viene usato erroneamente per indicare società di diritto privato, come la SpA, la Srl ecc e peggio ancora , e molto sovente,a scopo di lucro. Questa discrezione ha introdotto maggiore libertà nella scelta delle politiche societarie. Sono seguite libere acquisti, libere assunzioni di personale, libere nomine della dirigenza. Una discrezione che con il tempo ha svincolato questi enti da qualsiasi obbligo di bando o concorso per l'acquisizione delle risorse. Questa ricca miniera, così accessibile non poteva non attirare l’appetito vorace dell’homo politicus.  Nel giro  di venti-trent'anni il mostro della politica ha allungato la sua “mano morta” sulla bella Italia, facendo sentire la sua stretta, iniziando dalla testa, nei cieli lombardi, per finire nel tallone dello stivale, senza risparmiare Sicilia e Sardegna. Tra Regioni, Comuni, Province e Comunità montane, negli ottomila partecipati, 300mila dipendenti, 16mila amministratori, circa 3mila dirigenti e 12mila facenti parte degli organi di controllo, l’homo politicus ha costruito un suo stabile bacino per consensi elettorali.

Il governo Renzi, annuncia che vorrebbe ridurre il numero elefantiaco

delle municipalizzate portandoli a numero mille. Spera, con questa operazione di aver un risparmio nelle spese, in tre anni, di 2 – 3 miliardi di euro. Precisiamo che quanto sopra costituisce solamente il solo desiderio di Renzi e , non si è detto che non avrà la fine dei suoi altri sogni, cioè andare in frantumi sugli scogli di Montecitorio.  Incrociamo le dita!

Se poi traduciamo sulla realtà romana questo annuncio, significa chiudere o vendere oltre settanta delle aziende. 

In fondo a tutto questo ci sta un “ma !”. Permetteranno i partiti, a Renzi, a realizzare questi sogni? L’esperienza dice di no. Se riuscirà a riformare, le municipalizzate, oltre a sanare, in parte, le bilancia, indirettamente riformerà i partiti, un miracolo insperabile. 

Il 7 agosto Renzi ha dichiarato: . “Interverremo su quei santuari che nessuno ha voluto mai toccare e non risparmieremo nessuno”.  Tutta l’Italia sta con il fiato sospeso perché questa sarebbe la chiave che aprirà la porta, alla “sblocca Italia”. 

Riuscirà o rimanderà il tutto a data da destinarsi?

Incrociamo le dita . Auguri !




SESSUALITA': DISFUNZIONI E PROBLEMI CONNESSI

A cura della dott.ssa Catia Annarilli – psicologa-psicoterapeuta

Sembrerebbe che spesso la problematica di carattere sessuale possa  nascondere aspetti conflittuali irrisolti di natura emotiva più profondi e fortemente radicati nella storia emotiva della persona. 

Talvolta, quando il problema sessuale è il principale disturbo che la persona riferisce al clinico, si tratta solo della punta dell'iceberg della questione. Il problema sessuale può essere una falsa traccia per distrarre il clinico da altri problemi assai più gravi ed urgenti, può servire a contenere/celare una varietà di altri problemi emotivi, coniugali e familiari intimamente connessi. 

Quando nel 1998 il Viagra fu lanciato sul mercato americano molti uomini fecero balzale alla stelle la vendita del farmaco portando alla luce del sole una gamma infinità di problematiche sessuali all'interno della vita coniugale di coppie che avevano raggiunto un equilibrio stabile rispetto all'intimità basato prevalentemente sulla cessazione delle relazioni sessuali.  Molte coppie si ritrovarono a rimettere in discussione quest equilibrio e a cercare una terapia di coppia che li potesse aiutare a riorganizzare in modo funzionale la loro intimità e a chiarire la natura delle problematiche intime che era stata mascherata dalla disfunzione erettile. Allo stesso modo  alcune donne cominciarono a preoccuparsi che i loro mariti, una volta risolti i problemi erettili, non più ansiosi rispetto  alla loro capacità di raggiungere o mantenere un erezione potessero dedicarsi a relazioni extraconiugali. 

Quindi, la mera risoluzione del problema esclusivamente sessuale non aveva comunque risolto altre problematiche più intime relative alla relazione di coppia e alla soddisfazione personale.

Molte persone soffrono generalmente solo di una leggera ansia da prestazione e rispondono bene ad una trattamento psicoterapuetico, che giova non solo al benessere del singolo ma anche alla relazione e all'intimità della vita coniugale. 

Il trattamento dei sintomi sessuali deve sempre essere centrato sull'unicità della persona, sulla sua storia personale affettiva ed emotiva; le cause organiche devono essere escluse .

Gran parte delle disfunzioni sessuali, secondo la categorizzazione del DSM-IV possono essere categorizzate come disturbi del desiderio, dell'eccitamento o dell'orgasmo.

La comprensione della problematica sessuale, sia per il maschio che per la femmina, deve sempre iniziare con un'attenta comprensione del contesto situazione in cui il sintomo emerge e si manifesta.

Se il paziente è coinvolto in una situazione intima esclusiva è importante capire se il problema si manifesta esclusivamente con quel partner o se invece si ravvisa una certa generalità. Difficoltà sessuali specifiche della coppia devono invece essere lette nel contesto delle dinamiche interpersonali della relazione.

Il tema delle disfunzioni sessuali purtroppo è intriso ed adombrato dalla questione moralistica e dallo stigma sociale in cui aspetti moralistici e aspetti legati all'onorabilità della mascolità rendono difficile l'accesso alla richiesta di aiuto da parte della persona, quello che sappiamo è che spesso la problematica sessuale è legata a nodi emotivi irrisolti che possono trovare uno spazio di comprensione e di risoluzione in un trattamento psicoterapuetico.

 

Dott.ssa Catia Annarilli

psicologa – psicoterapeuta

cell. 3471302714

catia.annarilli@gmail.com

www.centropsicologiacastelliromani.it

 

bibliografia

– Psichiatria Psicodinamica – 3' ed., Glen O. Gabbard, ed. Raffaello Cortina Milano 2002

– DSM-IV-TR, AAVV, ed. Masson, 2002 




RIFORMA GIUSTIZIA: SCONTRO NCD E PD SU PRESCRIZIONI, IMPUGNAZIONI E INTERCETTAZIONI

C.R.

Prescrizione, impugnazioni e intercettazioni. Su questi tre punti cruciali affiorano le diversità di opinione tra Ncd e Pd che dovranno essere stemperate in breve tempo se si vuole approdare con una riforma della giustizia che riesca ad accelerare una macchina troppo lenta per coloro che attendono “giustizia” E se il Consiglio dei ministri, venerdì, produrrà delle linee guida su impugnazioni e prescrizione probabilmente arriverà quel punto di discussione e confronto successivi richiesti dagli alfaniani.

Solo quando questo arriverà sbarcare in Parlamento, allora sì che il via libera di Ncd non potrà che essere decisivo.

Il governo è orientato a modificare la prescrizione, cioè la scadenza entro la quale occorre una sentenza definitiva per evitare l'estinzione del reato, interrompendola dopo la conclusione del processo di primo grado.

In diritto penale determina l'estinzione di un reato a seguito del trascorrere di un determinato periodo di tempo. La ratio della norma è che, a distanza di molto tempo dal fatto, viene meno sia l'interesse dello Stato a punire la relativa condotta, sia la necessità di un processo di reinserimento sociale del reo.

La prescrizione è motivata dal diritto dell'imputato ad un giusto processo in tempi ragionevoli, ma in Italia i tempi ragionevole per la stragrande maggioranza dei processi non esistono.

Riguardo allo snellimento dei processi civili, nella bozza del decreto si parla del ricorso al processo arbitrale  ad esempio nelle cause che riguardano lavoro, previdenza e assistenza sociale. Altra misura potrebbe riguardare le separazioni e i divorzi, che diventerebbero più “facili” attraverso la convenzione di negoziazione assistita da un avvocato.

Dunque, venerdì il Consiglio dei ministri affronterà, secondo quanto annunciato da vari esponenti del governo, la riforma della giustizia e il cosiddetto "Sblocca Italia" per facilitare la realizzazione di infrastrutture strategiche.

Per quanto riguarda il tema intercettazioni sarebbe opportuno che il mondo della politica si confrontasse con quello del giornalismo prima di di addivenire ad interventi e soluzioni.