UNIONE EUROPEA – CANADA, AREA LIBERO SCAMBIO: BENEFICI PER L'ITALIA

Redazione

Roma – “La conclusione del negoziato tra Unione Europea e Canada per la creazione di un’area di libero scambio porterà benefici anche al nostro Paese, a partire dalla tutela dei prodotti dop: finalmente, dopo 40 anni, questo accordo consentirà, per esempio,  al Prosciutto di Parma e al San Daniele di poter essere commercializzati sul mercato canadese con i loro nomi”. È quanto dichiara il vice ministro allo Sviluppo economico, Carlo Calenda, in vista della chiusura dei negoziati per il libero scambio tra Canada e Ue, in corso ad Ottawa.

 “L’accordo col Canada è sicuramente il più ambizioso tra quelli conclusi sinora dalla UE in quanto”, precisa Calenda, “oltre ad azzerare i dazi sui prodotti industriali, contiene disposizioni che permetteranno alle nostre imprese di beneficiare di un più ampio accesso al mercato canadese per i loro prodotti e servizi. Inoltre, il Canada consentirà agli operatori UE di partecipare agli appalti pubblici, sia a livello federale che delle Province. Per questo l’Italia non può che plaudere alla conclusione del negoziato, cui seguirà, entro pochi mesi – dopo l’approvazione del Consiglio e del Parlamento europeo – l’entrata in vigore.”




AUTOSTIMA: COME ACCRESCERLA

A cura della dott.ssa Vanessa Tartaglia, Psicologa e Psicoterapeuta 

“Non vediamo le cose per come sono ma per come siamo”
Anaïs Nin

Cos’è l’autostima
L’autostima è solo una componente del nostro benessere psicologico , ma funziona come una particolare lente che ingigantisce o miniaturizza le nostre risorse personali.
L’autostima si inizia a sviluppare sin da piccoli, è uno stile di pensiero che viene appreso sin dall’infanzia nell’interazione con l’ambiente e con le altre persone e che continua ad alimentarsi ogni giorno della nostra vita. Ognuno di noi ha un’immagine di sé come composta da un mosaico al quale giorno dopo giorno si aggiungono piccoli tasselli in base alle risposte che riceviamo dagli altri ed a come percepiamo ed interpretiamo tali risposte. Sin dai primi anni di vita la famiglia deve sostenere la stima del bambino attraverso messaggi educativi positivi, non facendogli vivere il mancato raggiungimento delle mete come un fallimento, rinforzandoli ad accettare se stessi per l’essere e non per l’apparire. Quando il bambino è accettato dagli adulti che si occupano di lui, sviluppa un senso di adeguatezza che si ripercuoterà successivamente, positivamente, nelle relazioni con gli altri durante il percorso dello sviluppo. Al contrario frasi che sminuiscono il bambino come ad es. “Sei cattivo" o “Non capisci niente”, vengono conservati ripercuotendosi, negativamente, sulle esperienze di vita future.

L’autostima può essere alta, bassa, positiva o negativa: ognuno è consapevole del fatto che la stima che abbiamo di noi stessi influisce sul proprio comportamento, sulle relazioni sociali e lavorative, sulla vita affettiva e familiare. Più si ha un autostima alta, maggiore è la fiducia che si ha negli altri e più questi dimostrano una alta stima nei propri confronti. Minore è la stima che si ha di se stessi e più si diventa pessimisti, autocritici e severi nei propri confronti, ci si lamenta continuamente stressandosi di più e sprecando delle energie senza realizzare niente di buono, oppure concretizzando delle cose che non danno soddisfazione, confermando dunque le aspettative negative che si hanno nei confronti della vita. Chi sperimenta bassa autostima non sentendosi sufficientemente sicuro del proprio valore e delle proprie qualità, evita di scegliere e agire per un eccessivo timore di sbagliare, sperimenta maggior incertezza e difficoltà a staccare dalla situazione problematica per cercare una soluzione e quando vive un insuccesso soffre maggiormente, associando l’accaduto esclusivamente ad una sua mancanza mentre quando sperimenta un successo tende a svalutarlo, sminuirlo.
Dunque, è necessario avere fiducia in se stessi per riuscire ad affrontare le diverse situazioni che si presentano nei differenti ambiti della vita. Una buona autostima permette nell’ambito socio-affettivo di avere delle relazioni di qualità piuttosto che di quantità, traendone positività emotiva; all’interno della sfera lavorativa dà il coraggio per confrontarsi con idee e concetti nuovi, per affrontare un cambiamento, per rafforzare l’impegno e realizzare i propri obiettivi. La mancanza di autostima rende la persona inattiva, apatica e toglie lo stimolo alla crescita emotiva e personale; diventa una profezia che si auto-avvera: più si è passivi, meno si ha voglia di fare e meno risultati si ottengono.

Come si sviluppare l'autostima
“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi”
M.Proust
Per una buona stima di se è importante riconoscere i propri diritti; considerare i propri bisogni; definire i limiti e le risorse di se stessi; esprimere le proprie opinioni; prendersi cura di se fisicamente ed emotivamente; imparare a conoscere le proprie qualità e realizzazioni; stabilire dei traguardi, godendo i momenti per averli raggiunti e ricaricarsi di positività per andare verso nuovi obiettivi, non vivendo in maniera frustrante le mete non conquistate.
L’elemento più importante per alimentare l’autostima è premiarsi ogni qualvolta lo si ritiene necessario è utile ad aumentare la fiducia in se stessi, anche attraverso piccole cose: un buon pasto, un bagno rilassante, l’acquisto di un piccolo oggetto che ci piace, fare un riposino.
Realizzare quotidianamente qualcosa di piccolo che ci fa piacere, ci dà la possibilità di proteggere un bene prezioso: SE STESSI.
Non potremo essere mentalmente tranquilli se siamo sommersi da una moltitudine di pensieri negativi e limitazioni su noi stessi
Una mente anche se piena di pensieri negativi e limitazioni può cambiare opinione su noi stessi a patto che le forniamo qualche dimostrazione concreta, qualche prova che metta in discussione le sue idee negative tanto care e rafforzate nel corso degli anni.
Se ci sentiamo incapaci, inconsciamente ci comporteremo da incapaci, rifuggiremo le novità e le nuove esperienze, e questo scappare via andrà a rafforzare l’idea che siamo dei falliti.
Nel corso della vita, quindi, una persona senza saperlo, continua a rafforzare le idee principali che ha di se stessa.
Il pensiero positivo contro tutto questo non può molto , ma se applicato alla realtà può smuovere le acque. Facciamo quindi una distinzione tra puro pensiero positivo e pensiero positivo applicato.
Il puro pensiero positivo fine a se stesso è quando leggi un libro o frequenti un seminario sull’autostima, ti entusiasmi per le idee positive che hai appreso, ma queste vengono messe da parte, vengono immagazzinate nel tuo cervello, come se avessi sentito una notizia al telegiornale. Non le applichi nella tua vita, non le provi, non le sperimenti.
Per aumentare l’autostima c’è bisogno che quei bei concetti e idee potenzianti scendano in profondità in noi stessi e c’è solo un modo per farlo: applicarli. Tramite l’applicazione del pensiero positivo è possibile davvero effettuare un cambiamento in ciascuno di noi e quindi sviluppare l’autostima.
La scusa “sono così e non posso farci niente” è un modo per evitare il disagio del cambiamento. Perché ogni cambiamento porta con sé una certa dose di disagio. Se vogliamo crescere, progredire, dobbiamo accettare quella sensazione di imbarazzo, fastidio, impaccio che si prova quando ci cimentiamo in qualcosa di nuovo mai provato prima.
Per aumentare la nostra autostima e fiducia in noi stessi abbiamo bisogno di un “pensiero positivo applicato”, cioè constatare che davvero quando pensiamo in positivo e agiamo di conseguenza i risultati ci sono eccome.
Quando siamo in uno “stato potenziale” e cioè carichi, fiduciosi, adrenalinici, potremmo arrivare davvero a stupirci di noi stessi. E la scoperta della possibilità di un nuovo modo di essere positivo e capace, creerà nuove idee e credenze potenzianti su noi stessi che prenderanno il posto di quelle vecchie.
Il comandamento è: agire e mettersi alla prova!

Contatti:
Dott.ssa Vanessa Tartaglia
Psicologa-Psicoterapeuta
Cell.3388558488 email: vanessatartaglia@yahoo.it
www.centropsicologiacastelliromani.it
p.zza Salvatore Fagiolo n. 9 00041 Albano laziale




LA GUERRA PARALLELA

di Maurizio Costa

Tutti pensiamo di conoscere in modo approfondito la situazione in Medio Oriente: gli Stati Uniti bombardano l’Iraq e la Siria per cercare di scardinare il potere dell’Isis, il sedicente califfato islamico che si è macchiato di crimini contro l’umanità e decapitazioni barbare. Quello che sappiamo, inoltre, è che Barack Obama, il Presidente degli Usa, ha creato una coalizione, composta da alcuni membri della Nato e da Paesi arabi come gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita, per abbattere il potere degli jihadisti. Il problema nasce in Siria: l’Isis ha occupato molti territori nello Stato siriano, soprattutto nella zona di al-Raqqa e dintorni. Quello che non sappiamo, e che è la chiave di volta del conflitto, è che la Siria è amministrata dal regime di Bashar al-Assad, dittatore che si è macchiato di crimini efferati contro la popolazione siriana, accusato anche di aver usato armi chimiche contro il suo popolo. Da tre anni in Siria si combatte la guerra civile, e qui sta il punto. Assad, terrorista agli occhi degli Usa, non vuole l’Isis e quindi aiuta Obama; allo stesso tempo gli Stati Uniti armano i ribelli siriani che vogliono spodestare ed eliminare Assad. Come il cane che si morde la coda, Obama è alleato della Siria ma aiuta i ribelli siriani a combattere l’Isis e di conseguenza a continuare la guerra civile contro Assad. Lo Stato Islamico non nasconde solo un’anima permeata di terrorismo, ma sta smuovendo lo scacchiere delle allenaze globali. Come si comporterà Obama dopo aver eliminato l’Isis?




DE BENEDETTI E PASSERA INDAGATI PER OMICIDIO COLPOSO

Redazione

Torino – La lista degli indagati tra i politici e imprenditori italiani si allunga. La procura di Ivrea ha chiuso le indagini sui morti a causa dell'amianto negli stabilimenti Olivetti del Canavese. Sono 39 gli ex dirigenti indagati per omicidio colposo, tra i quali figurano anche Carlo e Franco De Benedetti, Rodolfo De Benedetti e Corrado Passera. A Roberto Colaninno e' invece contestato il reato di lesioni colpose. Le morti accertate di ex dipendenti che hanno lavorato negli stabilimenti nell'arco di tre decenni per mesotelioma pleurico sono 13.




"BUNGA, BUNGA", CASO RUBY: AL VIA PROCESSO DI SECONDO GRADO PER MORA, MINETTI E FEDE

Redazione

Milano – Se prima erano di più a ballare "il bunga bunga" adesso sono in tre ad affrontare un processo dopo la clamorosa assoluzione di Silvio Berlusconi. Con la relazione dei giudici della terza Corte d'Appello di Milano che hanno ricostruito le indagini e il primo grado, si e' aperto il processo di secondo grado a carico di Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede. Presente l'ex talent scout, condannato con l'ex direttore del Tg4 a sette anni di carcere, il quale ha dichiarato in aula di non voler rendere dichiarazioni spontanee ai giudici, ma si e' 'concesso' a telecamere e taccuini, soffermandosi in particolare sull'assoluzione di Silvio Berlusconi nell'altro processo che prende il nome dalle rivelazioni della giovane marocchina. "Sono due processi totalmente diversi, anche se il fine e' uno solo, ma sono contento per l'assoluzione di Berlusconi, la trovo una cosa giusta, perche' ognuno a casa sua puo' fare quello che preferisce. "Arcore – ha aggiunto – non era una casa di tolleranza, quelle ragazze non erano prostitute ma al massimo amanti e un'amante al suo uomo puo' chiedere quello che vuole".
Mora ha spiegato che tra un anno finira' il suo percorso di affidamento ai servizi sociali dopo il patteggiamento per la bancarotta della sua Lm Management. "Ora lavoro nella societa' di pubblicita' di mio figlio, faccio lo stagista in pratica – ha spiegato – e lui e' il mio datore di lavoro e poi faccio molto piu' di due ore al giorno di lavori sociali nella comunita' di Don Mazzi e sono sereno". Nel processo d'appello, Fede sara' difeso dall'ex parlamentare del Pdl Maurizio Paniz: "Ormai la mia attivita' politica fate del passato. Io alla Consulta? Mi fa piacere che sia stato fatto il nome e che andrebbe bene a tutte le forze politiche, ma ho gia' detto di no, non ho nessuna intenzione di appendere la toga al chiodo".
Paniz ha sottolineato che quello che vede imputato Fede e' un "processo bellissimo" ed e' convinto che portera' all'assoluzione il giornalista. Quanto all'assoluzione di Berlusconi e alla convinzione in buona fede dell'ex premier che Ruby fosse parente di Mubarak, Paniz ha detto: "io gia' l'avevo dichiarato in lungo e in largo che sarebbe andata cosi' e quanto detto da me in Parlamento sulla parentela e' stato sostenuto anche dall'avvocato Coppi nella sua arringa e la Corte d'Appello l'avra' valutato". Il processo e' stato aggiornato al 10 ottobre quando il pg Antonio De Petris svolgera' la requisitoria, mentre la sentenza per Fede, Mora e Minetti (condannata a 5 anni in primo grado) potrebbe arrivare il 13 novembre.




VATICANO, ABUSI SUI MINORI: PAPA FRANCESCO COLPISCE ANCORA, FUORI UN VESCOVO DEL PARAGUAY

Redazione

Continua la pulizia di Papa Francesco, secondo il Paraguay. La decisione di Papa Francesco di rimuovere il vescovo di Ciudad del Este (Paraguay), monsignor Rogelio Ricardo Livieres Plano (Opus Dei) senza che abbia presentato le dimissioni, e' arrivata dopo il resoconto sulla situazione da parte del cardinale Santos Abril y Castello', inviato da Francesco a Ciudad del Este, dal 21 al 26 luglio scorso. Lo stesso portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, rispondendo ai giornalisti, a fine luglio confermo' che nel corso della visita pastorale il cardinale Castello' aveva "ammonito" Livieres Plano nel procedere a ulteriori ordinazioni sacerdotali. "Non altre disposizioni sono state annunciate – precisava Lombardi – e il cardinale Castello' riferira' i risultati direttamente al Papa". Il cardinale Castello' si era anche informato sulla situazione del vicario generale del vescovo Livieres Plano, padre Carlos Urrutigoity, rimosso dal suo incarico e accusato di abusi sessuali sui minori in una scuola nello Stato americano della Pennsylvania. La diocesi paraguaiana aveva sottolineato che le accuse contro padre Urrutigoity non erano mai state provate. La nota di oggi della Santa Sede non e' ovviamente esplicita ma la diocesi di Ciudad del Este in un lungo comunicato pubblicato ad agosto elencava e contestava i vari passaggi intricati della vicenda. A cominciare dalla candidatura di Fernando Lugo, vescovo dimesso dallo stato clericale prima di essere eletto presidente del paese latinoamericano dal 2008 al 2012. La diocesi paraguaiana richiamava il caso di padre Carlos Urrutigoity, sacerdote argentino che esercitava nella diocesi di Scranton negli Stati Uniti (1998-2002). Urrutigoity fu coinvolto in casi di abusi su minori. Ma "nonostante la coerente espressione di gravi riserve sulla sua opportunita' per il ministero sacerdotale", si legge nella dura nota della diocesi paraguaiana, "viene incardinato nella diocesi di Ciudad del Este" (2008). Il vescovo di Scranton, monsignor Joseph C.

Barbera, invitava "chiunque possa avere sospetti, testimonianze o aver subito abusi" da parte del sacerdote a denunciarlo. Il prete argentino, nel frattempo, faceva carriera in Paraguay, divenendo vicario generale della diocesi di Ciudad del Este e lo stesso monsignor Livieres Plano lo difendeva accusando l'arcivescovo di Asuncion, Pastor Cuquejo che aveva chiesto pubblicamente chiarimenti con l'apertura di un'inchiesta su Urrutigoity. Monsignor Livieres in un'intervista rispose: "Secondo me monsignor Cuquejo e' omosessuale". Inoltre la diocesi di Ciudad del Este definiva "calunnie" le accuse contro Urritigoity e affermava che lo stesso padre argentino fu 'raccomandato' dal cardinale Ratzinger (pochi giorni prima di diventare Papa). Infine sosteneva che la Congregazione della Dottrina della Fede nego' di aprire un procedimento penale contro Urrutigoity perche' i presunti abusi non erano di pedofilia in quanto il denunciante era maggiorenne. La diocesi di Scranton invece riferiva di un patteggiamento (400mila dollari). Per quanto riguarda il caso Lugo, questi fu accusato di avere avuto un figlio. Nell'aprile del 2009 i vescovi del Paraguay diffusero una nota fornendo precisazioni al riguardo: "la Conferenza episcopale non ha mai ricevuto una denuncia formale, scritta, riguardante monsignor Fernando Lugo sulle questioni di una sua presunta paternita'. Se una tale denuncia fosse stata presentata presso la nunziatura apostolica, sarebbe stata di esclusiva competenza di tale nunziatura". Ad accusare Lugo, monsignor Livieres Plano che aveva criticato piu' volte la Chiesa paraguaiana. Lugo nel 2005 accetto' la rinuncia al governo pastorale della diocesi di San Pedro e, in vista dell'accettazione della candidatura presidenziale, il 18 dicembre del 2006, chiese alla Santa Sede la perdita dello stato clericale, avvenuta dopo la sospensione a divinis nel gennaio 2008, nel luglio 2008. "Monsignor Livieres ha fatto sentire pubblicamente la sua voce per dissentire con la candidatura di Lugo, divenendo in questo modo l'unico difensore della posizione del Vaticano", rivendicava la nota di agosto della diocesi di Ciudad del Este. Vicende torbide e non chiare su cui Papa Francesco oggi sembra aver messo la parola fine.




EMANUELA ORLANDI, ELISA CLAPS, GUERRINA PISCAGLIA: IL VATICANO COME FILO CONDUTTORE?

di Domenico Leccese

C’è sempre il Vaticano la Chiesa ed i relativi Preti nei fatti di cronaca nera nazionali dove sono coinvolti ragazze e donne con aree di culto et relativi annessi trasformati in alcova e/o scena del crimine !
Con l’ASSORDANTE silenzio e depistaggi di tutta la chiesa cattolica e suoi pastori!
Per non perdere mai la memoria Vi riporto alcuni dei casi più eclatanti :

CasoOrlandi La sparizione di EmanuelaOrlandi (nata a Roma il 14 gennaio 1968) è un fatto di cronaca nera avvenuto a Roma il 22 giugno 1983; la vittima, una cittadina vaticana figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, sparì in circostanze misteriose all'età di 15 anni.
Quella che all'inizio poteva sembrare come una "ordinaria" sparizione di un'adolescente, magari per un allontanamento volontario da casa, divenne presto uno dei casi più oscuri della storia italiana che coinvolse lo Stato Vaticano, lo Stato Italiano, l'Istituto per le Opere di Religione (IOR), la Banda della Magliana, il Banco Ambrosiano e i servizi segreti di diversi Paesi; la reale natura dell'evento a tutt'oggi non è ancora stata definita.
Alla scomparsa di Emanuela fu collegata la quasi contemporanea sparizione di un'altra adolescente romana, MirellaGregori scomparsa il 7 maggio 1983 e mai più ritrovata.

Caso Claps resta aperto il giallo del ritrovamento: I preti negano i sospetti Articolo inserito il: 08/07/2011 – 10:21
Chiuso il lungo capitolo dell'inchiesta sull'omicidio di #ElisaClaps e ottenuto il rinvio a giudizio per Danilo Restivo (con rito abbreviato), la Procura di Salerno sta approfondendo l'indagine parallela sulle modalità del ritrovamento del corpo della ragazza potentina. Ufficialmente sono stati alcuni operai a scoprire il cadavere il 17 marzo dell'anno scorso nel sottotetto della canonica della chiesa della Santissima Trinità. La famiglia Claps ritiene, invece, che quella sia stata ''una messinscena'' e che il corpo sia stato trovato prima. Sono due le ipotesi e vedono coinvolti sacerdoti stranieri. Il corpo potrebbe essere stato scoperto qualche settimana prima del ritrovamento ufficiale, ma taciuto.
Il vice-parroco brasiliano don Wagno Oliveira Silva interrogato dalla polizia di Potenza, messo a confronto con una donna delle pulizie, Margherita Santarsiere, ha dichiarato che la donna gli riferì di aver trovato un cranio. Durante l'interrogatorio la donna prima ha fatto delle ammissioni poi ha negato risolutamente. E così ha fatto poi in pubblico insieme alla figlia, Annalisa Lo Vito, indicata dal vice parroco come presente al momento del ritrovamento. Questa ricostruzione mette in imbarazzo la Chiesa potentina perché il vice parroco avrebbe avvisato l'arcivescovo, monsignor #AgostinoSuperbo che però non capì (fu scambiata la parola 'cranio' con 'ucraino', una giustificazione che la famiglia Claps respinge con molta forza). Oltre alla smentita dell'arcivescovo, c'è anche quella del parroco, don Ambroise Atakpa, del Togo. E' stato lui a chiamare gli operai per riparare le infiltrazioni nel sottotetto. Lui stesso, inoltre, nega di aver mai commissionato dei lavori di pulizia nel sottotetto. Nella seconda ipotesi al vaglio degli inquirenti il ritrovamento dei resti risalirebbe addirittura al 2008. In quell'anno muore don #MimìSabia storico parroco. Per pochi mesi la chiesa è guidata dal sacerdote congolese don #GuyNoelOkamba attualmente nel suo Paese, già sentito dagli inquirenti. Durante la sua breve permanenza si sarebbero svolti dei lavori che comportarono una radicale pulizia di alcuni ambienti, tra cui il sottotetto.
In quella circostanza – maggio del 2008 – furono tolti dal sottotetto tegole e materiali di risulta. Gli inquirenti vogliono capire se è stato quello il momento in cui il cadavere è venuto fuori dal nascondiglio visto che era stato occultato proprio sotto una catasta di materiali edili e tegole. Infatti quando sono stati trovati i resti erano coperti solo da qualche tegola. Ma anche il prete congolese ha negato questa ricostruzione.

Caso Guerrina Piscaglia
Perquisite le auto di due preti: sequestro di persona
La donna aveva detto al prete di volersi separare
Donna scomparsa, perquisite le auto dei sacerdoti
Analisi dei Ris all'interno delle utilitarie alla ricerca di tracce di Guerrina Piscaglia
Rimini, 4 settembre 2014 – «Guerrina? Non la conosco». E butta giù il telefono il sacerdote di Ca’ Raffaello con cui invano abbiamo cercato di parlare. Non perché sia sospettato di qualcosa, ma perché di certo le indagini sulla scomparsa della donna stanno lambendo la piccola canonica e i preti, di colore, che l’hanno frequentata negli ultimi mesi. I carabinieri dei Ris, giunti da Roma con tanto di cani molecolari capaci di fiutare la pur minima traccia di odore, non si sono limitati a ispezionare canonica e casa del marito. Con l’utilizzo anche del luminol, composto chimico che serve per individuare eventuali tracce di sangue, hanno pure dettagliatamente controllato le due auto utilizzate dai sacerdoti. E’ stato trovato qualcosa? «No comment» esce dalla bocca di un inquirente. E in ogni caso tutti reperti prelevati sono adesso nel laboratorio romano dei Ris e qualsiasi ipotesi sarebbe prematura. Una pura illazione.
Perché la canonica? Le voci di paese, che vanno prese per quello che sono, dicono che Guerrina Piscaglia, originaria di Novafeltria, avrebbe frequentato un po’ troppo spesso uno dei sacerdoti e questo può non voler dire nulla ma è stato sufficiente per allargare le indagini anche a quella cerchia. D’altra parte gli inquirenti considerano la ricerca della donna scomparsa una priorità assoluta e, Ris a parte (dotati di strumenti tecnologici che altri non hanno), i carabinieri aretini stanno lavorando pancia in terra per trovare la chiave di volta di una vicenda sempre più ingarbugliata. Lo scenario privilegiato resta a oggi quello dell’allontanamento volontario ma è allo stesso tempo valida ogni altra ipotesi. Diverse cose non tornano. Guerrina era attaccatissima al figlio disabile, come conferma l’avvocato Francesca Faggiotto che assiste i familiari: «Non lo lasciava un secondo, lo aveva sempre seguito con cura estrema, era la sua ragione di vita». E allora com’è possibile che da oltre quattro mesi la donna non abbia mai cercato un contatto? La famiglia, che avvalora l’autenticità dei tre sms inviati alla suocera, ha una tesi: Guerrina è andata via di sua volontà, ma adesso viene tenuta lontano con la forza.
Ma gli inquirenti ci credono poco come continuano a dubitare che i vari personaggi della storiaccia possano, uno di loro, aver commesso un fatto di sangue. Non torna con i profili, non torna nemmeno con gli alibi. Niente torna, a ben vedere. Anche del fantomatico venditore ambulante che a bordo di un’auto scassata saliva fino a Badia Tedalda e a Ca’ Raffaello nulla si sa. Da quelle parti non si sarebbe fatto più vedere, lo cercano nella Valtiberina umbra, dalle parti di Assisi, perfino a Rimini, ma per adesso è come cercare un fantasma. Insomma, l’unico punto fermo è che Guerrina è sparita da quattro mesi con pochi spiccioli in tasca, un cellulare e un caricabatteria. In vista anche altre battute di ricerca nei boschi della zona ma con poche speranze. E intanto il mistero diventa sempre più fitto.
Scomparsa, la verità del frate: la conoscevo ma non l'ho più vista. Le indagini su Guerrina: è caccia all'ambulante che non si trova più da quando lei è sparita
Padre Graten: ero amico di famiglia, insegnavo anche al figlio l'uso del computer. Mi aveva confidato che voleva lasciare il marito, ho cercato di dissuaderla. Si, è vero i Ris mi hanno controllato l'auto ma è routine
PADRE GRATEN Alabi, è uno dei frati della canonica di Cà Raffaello. Originario del Congo, è arrivato due anni fa in Italia, inviato in missione proprio nel piccolo paese in provincia di Arezzo, ma in terra di Romagna, isola amministrativa del Comune di Badia Tedalda; padre Graten, 45 anni, ha preso i voti 10 anni fa, conosce bene Guerrina, oltre al marito Mirko e il figlio Lorenzo. Lunedì scorso i carabinieri del Ris hanno ispezionato tutta la canonica per trovare qualche traccia della donna, scomparsa dal primo maggio e hanno controllato persino le auto dei sacerdoti. Ma perchè proprio in chiesa? «L’ultima volta Guerrina — risponde il frate — è stata vista proprio qui da noi, ci sono diversi locali, oltre agli uffici e la cucina, anche altre case. I carabinieri sono venuti con i cani e l’appoggio di un elicottero, almeno credo, perchè io non ero presente, ero in visita pastorale con il vescovo, c’erano gli altri frati».
I militari hanno ispezionato anche le auto dei religiosi: «Certo, almeno credo».
Guerrina con il marito frequentava spesso la chiesa anche per avere un aiuto dai frati per quanto riguarda il figlio disabile Lorenzo di 23 anni.
Questo il racconto di padre Graten: «Seguivamo un pò il figlio che voleva imparare ad utilizzare il computer e per questo veniva da noi, mentre il marito è un nostro buon amico, sempre disponibile, è stato proprio Mirko ad accompagnarmi il primo maggio ad un funerale e poi a Sestino. Non si tira mai indietro, così come suo padre Benito, una persona gentile che ci aiuta a tagliare l’erba e la legna, una famiglia davvero rispettabile con la quale abbiamo un ottimo rapporto. Non possiamo dire assolutamente nulla di loro, delle bravissime persone in tutti i sensi».
Guerrina soltanto una volta e con il marito accanto si era lasciata andare ad una confidenza con il sacerdote: «Era venuta in chiesa — ricorda padre Graten — con il marito e parlando disse che avrebbe cercato un altro marito».
Lei cosa rispose?
«Rimasi male, anche perchè non aveva mai fatto un discorso del genere, la rimproverai richiamandola ai suoi principi di cattolica e di moglie e poi che che la chiesa non era certamente il luogo più adatto per certe affermazioni. Sinceramente non mi sarei mai aspettato un comportamento del genere, tuttavia alla fine non ho dato peso più di tanto al suo discorso, sinceramente non ci ho più pensato».
In passato si era mai confidata con lei?
«Era preoccupata per il lavoro perchè Mirko è in cassa integrazione ma nulla di più. Per questo motivo l’avevo aiutata e così le avevo trovato un lavoro, come donna delle pulizie per alcune ore al mese alla casa di riposo; lavoro che successivamente ha lasciato per motivi di salute, in quanto era stata operata ad un ernia ed era andata a passare la convalescenza dalle sorelle a Nova Feltria».
Guerrina Piscaglia è stata vista l’ultima volta, nel pomeriggio del primo maggio, uscire dalla chiesa e avviarsi sulla statale, poi è sparita e di lei più nessuna notizia, soltanto tre sms, lo stesso giorno della sua scomparsa alla suocera Giovanna Cermoni dove aveva scritto che sarebbe tornata per riprendersi il figlio. «Nel giorno della sua scomparsa — ricorda ancora padre Graten — abbiamo provato con il marito di rintracciarla al telefono, ma non c’è stata nessuna risposta, anche se il giorno dopo mi risulta che era in piazza a Nova Feltria con una sua amica».
L’eventuale relazione con il venditore ambulante?
«Ho visto qualche volta questi personaggi, non saprei cosa dire in proposito. E’difficile capire cosa sia successo effettivamente, come una persona possa essere sparita in questo modo, siamo tutti in apprensione e speriamo che la vicenda si concluda nel migliore dei modi».
Non si è fatta mai viva con lei?
«Assolutamente no».
Intanto mercoledì 10, la vicenda di Guerrina Piscaglia approda su Rai 3 nella popolare trasmissione «Chi l’ha visto?», dalla quale la famiglia spera di avere qualche informazione per rintracciare la donna.
Una vicenda che ha scosso la piccola comunità di Cà Raffaello, circa 150 anime, dove le giornate passano tranquille senza grandi emozioni, tutti si augurano che Guerrina Piscaglia torni a casa per riabbracciare il figlio Lorenzo e il marito Mirko Alessandrini.




DA TASTE OF ROMA A TASTE OF CHRISTMAS: PROSSIMO APPUNTAMENTO A VERONA

di Silvio Rossi

Roma – Grande successo per il “Taste of Roma”, la manifestazione che ha portato per un week end i migliori cuochi della capitale in un happening tutto gustoso.
Nei quattro giorni della manifestazione sono state oltre ventimila le presenze, con un incremento rispetto all’edizione precedente del 20%, oltre 150 eventi hanno allietato gli occhi e soprattutto le papille di chi ha deciso di trascorrere alcune ore piacevoli nello spazio ricavato nei giardini pensili dell’Auditorium Parco della Musica.
L’amministratore delegato della fondazione Musica Per Roma Carlo Fuortes, in qualità di ente ospitante, ha spiegato come, in questo luogo, dove la cultura si esprime normalmente in forma idonea per allietare l’udito, in questa particolare occasione il senso privilegiato è il gusto, ma poiché nessun senso è inferiore rispetto agli altri, possiamo tranquillamente affermare che la buona cucina è cultura non meno di quanto lo sia la buona musica.
Ha collaborato con l’evento anche l’ospedale pediatrico Bambin Gesù, rappresentato dal responsabile del settore alimentazione in età pediatrica, Dott. Giuseppe Morino, che ha spiegato come si debba far capire ai piccoli da subito l’importanza di nutrirsi adeguatamente, equilibrando la dieta, per evitare scompensi nutritivi che possono ripercuotersi per tutta la vita.
Oltre alla presentazione dei piatti realizzati dai dodici chef, sono stati presentati alcuni prodotti d’eccellenza, esibizioni di pasticceri, piazzaioli, e panificatori, lezioni di cucina con i forni a vapore dello sponsor Electrolux, uno spazio gioco e un laboratorio per i più piccoli.
Mauro Dorigo di Brand Events Italy, società che organizza Taste of Roma, ha commentato: “Siamo davvero contenti di questa terza edizione romana del nostro Festival che, ancora una volta, si conferma come la più grande occasione di celebrazione dell’alta ristorazione romana e della cucina d’autore. Il nostro grazie più sentito va agli chef, che hanno proposto piatti innovativi e sorprendenti, definiti dai numerosi visitatori addirittura celestiali; a Electrolux che, come sponsor principale del Festival, ci ha consentito di allestire le cucine degli chef e di coinvolgere il nostro pubblico in decine e decine di dimostrazioni, lezioni di cucina e showcooking; agli espositori e a tutte le aziende partner che hanno contribuito a rendere grande questa edizione e, naturalmente, a Fondazione Musica per Roma e alla splendida cornice dell’Auditorium Parco della Musica”.
Durante la giornata dedicata alla stampa, abbiamo avvicinato due cuochi che, venendo dall’estero, hanno scelto Roma come sede dell’attività. Il primo, Antony Genovese, un giramondo della cucina, dalle chiari origini italiane, e uno dei più premiati chef d’Italia, Heinz Beck, del ristorante La Pergola all’Hotel Cavalieri Hilton.

Genovese, del ristorante Il Pagliaccio, lo abbiamo fermato alla fine della conferenza stampa:
D. Siete dodici ristoranti molto rinomati a Roma e dintorni. Quanto c’è tra voi lo spirito di concorrenza e quanto invece lo spirito di solidarietà?
R C’è molta solidarietà, non c’è concorrenza.
D Il fatto che siete tutti chef molto ricercati, con locali di livello, non rischia di far diventare l’evento troppo di élite?
R No, io non la vedo così. Perché qui non c’è solo LA buona cucina, c’è un po’ di tutto, ci sono diversi tipi di cucina, di ristorazione. Roma è immensa. Nel mio caso, ad esempio, l’anno scorso non c’ero, c’erano altri, ogni anno entrano nuovi ristoranti, per cui non è limitata a nessuno.
D Ci troviamo a Roma, la crescita del livello medio dei ristoranti tende a legarsi col territorio. Ci sono ricette tipiche della tradizione romana che vengono reinterpretate in chiave nuova. Cosa può portare una manifestazione come Taste in quest’ottica?
R È ovvio che chi abita nella capitale è più propenso a essere più libero. Per me che non ho le radici romane, ma vissuto qua e la, nato in Francia, ma con origini calabresi, mi trovo meglio a lavorare qui che nel frusinate o a Latina, è vero però che ognuno di noi deve avere la sua forte personalità, a prescindere da dove arriva, a prescindere da che tipo di cucina vuole fare.
D Per quanto ti riguarda, dopo la capitale, qual è il posto che ti incuriosisce di più, dove vorresti lavorare?
R A me non dispiacerebbe lasciare la città.
D Andare a lavorare in provincia?
R Si, è un’esperienza interessante.

Beck, invece, siamo andati a cercarlo al suo stand. Ci ha accolto subito con gran simpatia, dimostrando di essere oltre che un gran professionista, una persona con cui è piacevole intrattenersi
D. Al Taste of Roma sono presenti dodici chef molto importanti, possiamo dire che Heinz Beck è…
R Uno dei dodici.
D Sono venti anni che lei è a Roma. Cosa ha portato della sua terra nella cucina italiana?
R La mia cucina è comunque una cucina mediterranea, italiana. Non ci sono preparazioni tedesche, magari un po’ di….
D Organizzazione?
R Si, però comunque tutto il mio staff è italiano. A questo punto dopo vent’anni cosa è rimasto di tedesco? È cresciuto il cuore che è diventato molto più italiano.
D Volevo fare una domanda frivola. L’imitazione che le hanno fatto in una trasmissione radiofonica, quanto fa piacere e quanto invece rischia di mettere in ombra il lavoro vero?
R Ma il mio lavoro non va in secondo piano, perché non sono io che faccio le comiche, le fa un altro che imita la mia voce. Poi certo, a sentirle uno si guarda nello specchio, e si chiede: ma io sono veramente così? Poi certo, è una parodia, e devono un pochino esagerare, ma io non mi sono mai arrabbiato per l’imitazione, anzi, qualcuno l’ho anche invitato a mangiare nel mio ristorante.
D Torniamo alla cucina. I dodici ristoranti rappresentati al Taste sono tutti di alto livello, e quindi anche con una fascia di prezzo elevata. Fate tutti una cucina molto buona, molto ricercata, anche orientata alla ricerca del minor impatto ambientale, come si è visto in questi giorni. È possibile fare le stesse cose a prezzi più abbordabili?
R Proprio le stesse cose è impossibile. Altrimenti vuol dire che se posso fare le stesse cose a metà prezzo vuol dire che a questo punto io ruberei i soldi.
D Vero, non le stesse, però diciamo la stessa filosofia nel preparare i piatti.
R Si, vero. Però lei deve dare anche un servizio, e vede, il prezzo maggiore è proprio quella della manodopera. A questo punto fai un prodotto diverso, ma sempre un prodotto di alto livello, ma diverso nella ricerca della qualità, nell’impegno umano, nella fascia di prezzo finale. Il che non significa che non siano prodotti molto buoni. Si è visto anche nella moda, che qualcosa è possibile ma non tutto. Ad esempio noi andiamo da Armani, nella prima linea abbiamo certamente una ricerca di tessuti migliori, abbiamo una lavorazione migliore, nulla toglie al fatto che Armani Jeans sia un prodotto apprezzabile. Ecco, allo stesso modo non è detto che non si possa fare con un prezzo inferiore qualcosa d’interessante
D In venti anni, qual è stato il riconoscimento, tra i tanti che ha avuto, che l’ha resa più orgoglioso?
R Si, ho avuto tanti riconoscimenti, magari bellissimi. Però ce ne sono due che non sono premi della ristorazione, per esempio la medaglia d’oro del Foyer degli artisti della Sapienza, e anche la medaglia al merito della Federazione tedesca.

La prossima manifestazione di Taste si svolgerà a Verona dal 28 al 30 novembre, e sarà una novità assoluta per il marchio che gira il mondo per la presentazione del buon cibo. Un evento tutto dedicato alla pasticceria, chiamato “Taste of Christmas”-




CACCIA F35: APPROVATA MOZIONE PD

Redazione

Passa, in Aula alla Camera, la mozione Pd che chiede al governo il riesame del programma relativo ai caccia F35, puntando al dimezzamento del budget finanziario previsto. Approvate dunque le mozioni di maggioranza, e FI, sul nodo F35. Bocciate invece quelle, come la mozione Sel, che chiedevano la completa cancellazione della partecipazione italiana al programma.

Gian Piero Scanu, capogruppo Pd in commissione Difesa alla Camera, durante le dichiarazioni di voto delle mozioni sugli F35, ha affermato che la mozione impegna il governo "a riesaminare l'intero programma F-35 per chiarirne criticita' e costi con l'obiettivo finale di dimezzare il budget finanziario originariamente previsto, cosi' come indicato nel documento approvato dalla Commissione parlamentare difesa della Camera dei deputati a conclusione dell'indagine conoscitiva sui sistemi d'arma, in vista del Consiglio europeo del dicembre 2013, tenendo conto dei ritorni economici e di carattere industriale da esso derivanti", il dispositivo della mozione Pd approvata oggi in Aula alla Camera.

Con la mozione approvata, il governo e' altresi' impegnato "a ricercare, entro questi limiti, ogni possibile soluzione e accordo con i partner internazionali del programma F-35, al fine dimassimizzare i ritorni economici, occupazionali e tecnologici, valorizzando gli investimenti gia' effettuati nella Faco e la sua potenzialita' quale polo produttivo e logistico internazionale; a mantenere costante il controllo sulla piena rispondenza dei velivoli ai requisiti di efficienza e di sicurezza e ai criteri operativi delle Forze armate".

I firmatari sono: Scanu, Marazziti, Aiello, Bolognesi, D'Arienzo, Ferro, Fioroni, Fontanelli, Carlo Galli, Garofani, Gregori, Marantelli, Massa, Moscatt, Salvatore Piccolo, Giuditta Pini, Stumpo, Valeria Valente, Villecco Calipari, Zanin, Carra, Iacono, Amoddio.
  Nelle sue premesse, la mozione ricorda tra l'altro che "il quadro delle relazioni internazionali risulta caratterizzato da un moltiplicarsi di nuove e crescenti situazioni di accesa criticita' e complessita' che chiamano il nostro Paese ad assumersi le proprie responsabilita' nell'ambito delle istituzioni sovranazionali e delle alleanze di cui fa parte: Onu, Unione europea e Nato" e che "le responsabilita' del nostro Paese risultano ancor piu' accentuate dal ruolo di guida dell'Unione europea assunto dall'Italia in questo semestre e dalla designazione del Ministro Mogherini come responsabile della politica estera e di sicurezza dell'Unione europea e obbligano il nostro Paese ad adoperarsi per realizzare una piu' incisiva ed unitaria strategia politica dell'Europa in grado di affrontare le crisi in atto".
 

Questo "comporta per il nostro Governo una triplice responsabilita' segnata, da un lato, dalla necessita' di non lasciare nulla di intentato sul difficile terreno dell'iniziativa diplomatica al fine prioritario di porre le condizioni per una soluzione negoziata delle principali aree di crisi, a partire da quella Ucraina, dall'altro, dalla altrettanto pressante necessita' di un contenimento e di unariduzione della spesa pubblica dell'Italia e, ancora, da quella di assicurare la disponibilita' di forze armate efficienti, moderne ed integrate in ambito europeo e con i Paesi alleati".

"La quantita' di risorse che il nostro Paese prevede di destinare ai sistemi d'arma, cosi' come quella destinata al personale, e' al momento – si sottolinea – ancora superiore a quelle individuate dal provvedimento di riforma dello strumento militare, mentre sono invece significativamente inferiori le risorse destinate all'esercizio, secondo il paradigma, condiviso in piu' occasioni dal Governo e dal Parlamento, di una ripartizione della spesa che riservi il 50 per cento del budget alle spese per il personale, il 25 per cento a quelle per l'esercizio e il 25 per cento agli investimenti".

Il documento parlamentare ricorda anche che "la Commissione parlamentare difesa della Camera dei deputati, in particolare, ha piu' volte espresso l'avviso che qualsiasi decisione in tema di pianificazione dello strumento militare, inclusa l'attivita' di ammodernamento e rinnovamento dei sistemi d'arma, si dovesse basare sull'apprezzamento dello scenario strategico, sulla considerazione degli impegni internazionali assunti e, non ultimo, sul livello delle risorse disponibili" e che "i molti dubbi che riguardano il programma F-35 hanno trovato nell'indagine conoscitiva la sede istituzionale piu' idonea ad una severa verifica", cosi' come "le molte difficolta' che incontra il velivolo hanno comportato, nelle scorse settimane, la decisione, dell'amministrazione statunitense, dopo un periodo di sospensione dei voli, di sottoporli a limitazioni sino alla risoluzione dei problemi tecnici".

"Le mozioni approvate oggi impegnano il governo a dimezzare il budget finanziario inizialmente previsto per l'acquisto del programma F35.
  Si tratta di una indicazione importante sia nel merito che nel metodo. Infatti, da una parte e' giusto secondo noi razionalizzare le risorse destinate agli F35 dall'altra e' fondamentale che sia il parlamento a decidere, cosi' come ha stabilito la Riforma sui sistemi d'arma che noi abbiamo fortemente voluto alla fine della scorsa legislatura. La nostra mozione, dunque, e' coerente con un percorso di revisione dello strumento militare e con i rigorosi vincoli di bilancio imposti dalla crisi".




DE MAGISTRIS E GENCHI CONDANNATI A UN ANNO E TRE MESI: ACQUISIRONO TABULATI TELEFONICI DI PARLAMENTARI SENZA AUTORIZZAZIONE

Redazione

Si è condannati anche quando si svolge il proprio mestiere. Un anno e tre mesi di reclusione ciascuno, con sospensione condizionale della pena e non menzione sul casellario giudiziale: e' la condanna che la decima sezione penale del tribunale di Roma ha inflitto all'ex pm di Catanzaro, Luigi de Magistris, attuale sindaco di Napoli, e al consulente informatico Gioacchino Genchi, accusati di concorso in abuso d'ufficio per aver acquisito illegittimamente, nell'ambito dell'inchiesta calabrese 'Why not', i tabulati telefonici di alcuni parlamentari senza la necessaria autorizzazione delle Camere di appartenenza




ELENA CESTE: LA DONNA SCOMPARSA VISTA IN COMPAGNIA DI UN UOMO?

di Simonetta D'Onofrio 

Costigliole d'Asti – Ancora una segnalazione, ancora da una telespettatrice di Quarto Grado, la trasmissione di Rete4 condotta da Gianluigi Nuzzi, crea nuovo fermento intorno al caso della scomparsa di Elena Ceste.

Questa volta la telefonata alla trasmissione è giunta da un paese della provincia di Vicenza, da una donna che ha affermato di aver riconosciuto la mamma di Costigliole d’Asti mentre passeggiava in compagnia di un uomo, dall’età compresa tra i 50 e i 60 anni.

La telespettatrice ha fornito alcuni dettagli sull’uomo che accompagnava la presunta Elena, l’altezza di circa un metro e settanta, il cappello, mentre per quanto riguarda la donna scomparsa, ha asserito di averla riconosciuta per gli occhiali.

La segnalazione segue quella che la scorsa puntata aveva visto Elena in un ospedale di Tenerife. Come in quel caso, però, ci sono alcuni elementi che ci lasciano perplessi.

Come fa la testimone a riconoscere la donna da un elemento (gli occhiali), che è stato lasciato a casa il giorno della scomparsa, così come ha più volte affermato il marito? La donna portava occhiali da vista, e il fatto che questi fossero stati lasciati a casa, assieme ai vestiti, fu oggetto di molte voci inerenti le cause della scomparsa. Sembra strano che la telespettatrice non sapesse che gli occhiali di Elena fossero stati lasciati a casa.

E soprattutto, come mai se i primi di luglio la testimone ha riconosciuto Elena, ha atteso fino a oltre metà settembre per denunciarne la scomparsa, per giunta a una trasmissione televisiva? Perché non avvisare le forze dell’ordine, poiché la stessa ha affermato che aveva voglia di chiamarla, di fermarla, per verificare se fosse esattamente lei?

Le segnalazioni sul caso di Elena Ceste, come d’altronde avviene spesso in casi di persone scomparse, sono state numerose. La prima volta fu “avvistata” a Torino, poi Salerno e Bologna, durante questa estate Tenerife e Vicenza.

Gli inquirenti stanno verificando entrambe le segnalazioni, ma dopo il tempo passato, in entrambi i casi, è difficile riuscire a recuperare qualche prova valida.

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