EBOLA NOSTRUM

di Cinzia Marchegiani

Ebola è una pandemia? Il sito dell’OMS lo scorso 22 settembre ammoniva, se non ci sarebbe stata un’azione rapida per frenare la salita esponenziale del focolaio Ebola in Africa occidentale, il numero degli infettati ai primi di novembre era stimata a più di 20 mila. E la domanda sorge spontanea. Cosa è stato fatto per arrestare concretamente il focolaio impazzito in Africa, nonostante i contingenti inviati siano stati massicci e di alte figure professionali in primis il CDC statunitense? Queste linee guida hanno indicato e sollecitato in Italia un piano b di emergenza sanitaria e prevenzione da parte del ministro Lorenzin riguardo gli sbarchi dei clandestini partiti nei viaggi della speranza sui barconi? L’OMS era stato chiaro:“Il virus Ebola si trasmette tra gli esseri umani attraverso lo stretto e diretto contatto fisico con i fluidi corporei infetti, sangue infetto, feci e vomito. Il virus Ebola è stato rilevato anche nel latte materno, urina e sperma e in un maschio in convalescenza, il virus può persistere nello sperma per almeno 70/90 giorni. Il virus Ebola può essere trasmesso anche indirettamente, dal contatto con superfici e oggetti precedentemente contaminati, anche se basso può essere ridotto ulteriormente da adeguate procedure di pulizia e disinfezione.” Non ci sembra che questi viaggi siano stati organizzati come una crociera di prima classe e il sovraffollamento, la mescolanza e le condizioni di assenza d’igiene personale ora vanno ad amplificare i dubbi sull’intera capacità gestionale del governo italiano e in primis del ministro della salute che fino a qualche giorno fa non dava cenni di preoccupazione. Ebola Nostrum ora rimane uno scandalo a cielo aperto, o era tutto previsto? Eppure l’OMS precisava che per fermare questa epidemia, devono essere attuate misure di protezione e di prevenzione su larga scala. 




LAVORO: MATTEO RENZI PRONTO AD INCASSARE LA FIDUCIA IN SENATO

Redazione

Come lo abbiamo ribattezzato nell'apertura del nostro quotidiano di oggi, sta andando in scena il "Renzikaze Show" per quanto riguarda la riforma del lavoro. Renzi non ha dubbi: incasserà la fiducia e di conseguenza indebolirà ancora di più quei sindacati inascoltati che si riverseranno in piazza per fare rumore. Il primo incontro con i sindacati non serve a far rientrare la mobilitazione annunciata dalla Cgil. Ma ottiene il risultato di 'ammorbidire', seppur leggermente, la posizione di Cisl e Uil. In attesa del testo del maxiemendamento del governo,Matteo Renzi si appresta a presiedere oggi a Milano il vertice europeo sull'occupazione, con l'obiettivo di incassare, pressoche' in contemporanea, la fiducia al Senato sul jobs act. Con la minoranza interna che, dopo riunioni, incontri e consulti, sembra non mettere in dubbio il voto favorevole, pena la crisi di governo.

Spiega del resto Pierluigi Bersani:"A chi mi chiede consiglio raccomando responsabilita' e lealta' anche davanti a una forzatura come questo voto di fiducia. La fiducia non puo' essere in discussione". Anche se non e' affatto escluso che alcuni senatori della sinistra Pd possano domani non partecipare al voto, come sostiene Pippo Civati. E il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, preannuncia: la battaglia riprendera' a Montecitorio.
  Fatto sta, Renzi tira dritto e scandisce: va bene il dialogo ma non ci faremo bloccare dai veti. E, soprattutto, ostenta sicurezza: "non temo agguati e ove ci fossero li affronteremo".

Insomma, il premier non fa passi indietro: "Siamo assolutamente disponibili alle opinioni di chiunque, l'importante e' che si vada avanti. Miglioriamo quel che c'e' da migliorare ma il Paese deve andare avanti e non ci faremo bloccare dai veti". Quanto ai sindacati, "c'e' stata la richiesta, li abbiamo ricevuti, li rivedremo, non ho visto un clima di rabbia perche' si e' deciso di porre la fiducia, avendo noi promesso di fare le riforme le dobbiamo fare e le stiamo facendo".

In conferenza stampa il presidente del Consiglio replica all'accusa di essre come la Tatcher: "Se c'e' persona da cui mi sento culturalmente molto lontano, con tutto il rispetto e la stima che si deve a un personaggio della storia britannica, e' Margareth Thatcher". E indica come modelli Obama, Clinton e Blair. Poi invita ad avere pazienza e attendere i testi dei decreti legislativi per conoscere nel merito le norme sul reintegro in caso di licenziamenti disciplinari.




LA TERRA DEI FUOCHI E QUEL MOSTRO CHIAMATO TUMORE!

Di Christian Montagna

Ancora una volta si torna a parlare della Terra dei Fuochi, non perché ce ne fossimo dimenticati ma perché, qui si muore ancora. Siamo ad Acerra, nella provincia di Napoli, in tre giorni muoiono tre persone, tutti per la stessa malattia, il tumore. Domenico, Marisa e Lucrezia sono gli ultimi tre di una lista infinita che forse mai terminerà. Sono colpevoli di essere nati nel posto sbagliato, anzi, nel posto in cui la gente sbagliata ha seminato il male. In quelle terre, non sono state soltanto sversate le scorie radioattive e i rifiuti tossici. La camorra ci ha sotterrato i sogni e le speranze di tutti coloro che le abitano. Ogni anno il numero di tumori è alle stelle, ci si ammala con la stessa facilità con cui in pieno inverno si prende un raffreddore. Ma perché qualcuno ha permesso che ciò accadesse? Perché gli abitanti della zona rossa sono costretti ad emigrare? Questo nessuno può permetterlo! In queste zone, uomini e donne onesti hanno piantato i loro sogni, giorno dopo giorno, hanno seminato i frutti che un giorno avrebbero voluto raccogliere incuranti del fatto che prima o poi, sarebbe passato quel terribile uragano chiamato camorra! Eppure, tutto questo è stato concesso. Il male ha preso il sopravvento, sono stati inquinati terreni, fiumi, condutture di acqua potabile, aria e tanto altro ancora. Ma soprattutto sono state stravolte le vite di migliaia di persone che quotidianamente sono costrette a combattere quel mostro chiamato tumore. Ora che la situazione pare essere irreversibile, tutti si allarmano e si interessano del problema. Troppo tardi miei cari; troppi cuori hanno smesso già di battere e troppe madri hanno pianto i loro figli. E sappiate che se un Dio esiste, farete i conti con lui perché in un modo o nell'altro siamo tutti responsabili: chi ha visto e ha fatto finta di non vedere, chi ha saputo e ha fatto finta di non sapere, chi ha causato ciò e continua a farlo indisturbato.




IL SACRIFICIO DEL POPOLO CURDO

di Maurizio Costa

Arin Mirkan, madre di due figli, da giorni combatte a Kobane, in Siria, per cercare di respingere i miliziani dell’Isis. Domenica, quando finisce le munizioni in suo possesso, di fronte all’avanzata jihadista sul monte Mishtenur, ricorre all’ultima alternativa: con le ultime granate si lascia esplodere, uccidendo un numero ancora sconosciuto di soldati dell’autoproclamato califfato. Un gesto eroico. Il pensiero della combattente sarà andato sicuramente ai suoi due figli, in pericolo all’interno della città. Un gesto di una madre che si sacrifica per difendere i due bambini ma anche l’intero popolo curdo, che da mesi soffre le pene che l’Isis gli impone. Una donna simbolo del coraggio del popolo curdo, che rappresenta l’artiglieria terrestre statunitense, visto che Obama non ha il coraggio di scendere a terra. Un popolo buttato in prima linea che cerca di far valere i propri diritti, sfruttato dalle potenze occidentali che non riescono neanche a impartire ordini ai soldati peshmerga. Arin, una donna che dona la sua vita per sconfiggere la nera armata dell’Isis. Non una kamikaze, come l’hanno definita tutti i giornali, ma un simbolo del suo popolo, che riflette quello che stanno vivendo i curdi: l’oppressione.




PAPA FRANCESCO: LA CHIESA ACCOGLIE I DIVORZIATI

Redazione

Dalle risposte alle 38 domande del Questionario voluto da Papa Francesco emerge "un ampio consenso riguardo al fatto che persone di tendenza omosessuale non devono essere discriminate, come ribadisce anche il Catechismo della Chiesa Cattolica". Ma, ha sottolineato il cardinale Peter Erdo, relatore generale al Sinodo, "emerge con altrettanta chiarezza che da parte della maggioranza dei battezzati, e della totalita' delle conferenze episcopali, non e' attesa una equiparazione di questi rapporti con il matrimonio tra uomo e donna". "Neppure le forme ideologiche delle teorie del gender trovano consenso – ha osservato il porporato ungherese – presso la stragrande maggioranza dei cattolici. Molti vogliono, invece, superare i tradizionali ruoli sociali, condizionati culturalmente, e la discriminazione delle donne, che continua a essere presente, senza con questo negare la differenza naturale e creaturale tra i sessi e la loro reciprocita' e complementarieta'". "I divorziati risposati civilmente appartengono alla Chiesa.

Hanno bisogno e hanno il diritto di essere accompagnati dai loro pastori". Lo ha affermato il relatore, cardinale Peter Erdo, nella "relatio" che da oggi e' alla base dei lavori sul tema delle sfide attuali alla pastorale familiare. "La fuga dalle istituzioni – ha spiegato il cardinale Erdo – si presenta come segno di individualizzazione, ma anche come sintomo di crisi di una societa' ormai appesantita di formalismi, obbligazioni e burocrazia. La fuga dalle istituzioni quindi come segno di poverta', di debolezza dell'individuo di fronte alla dilagante "complicatezza" delle strutture. E' in questo contesto che dobbiamo annunciare il Vangelo della famiglia, esito di questo Sinodo". I divorziati risposati, ha ricordato il cardinale ungherese nella sua "relatio", gia' oggi "sono invitati ad ascoltare la parola di Dio, a partecipare alla liturgia della Chiesa, alla preghiera e a compiere le opere buone della carita'".

E "la pastorale della Chiesa deve prendersi cura di loro in un modo tutto particolare, tenendo presente la situazione di ciascuno.
Da qui la necessita' di avere almeno in ogni chiesa particolare un sacerdote, debitamente preparato, che possa previamente e gratuitamente consigliare le parti sulla validita' del loro matrimonio". Un tema, quest'ultimo, gia' sollevato piu' volte da Benedetto XVI nel suo Pontificato. E che anche Papa Francesco "sente" molto, tanto da aver istituito nelle scorse settimane una Commissione di studio per la semplificazione dei processi di nullita' matrimoniali che sta gia' lavorando in parallelo all'Assembela Straordinaria del Sinodo aperta ieri.

Secondo Erdo, del resto, "molti sposi non sono coscienti dei criteri di validita' del matrimonio e tanto meno della possibilita' dell'invalidita'". E dunque, questo il suggerimento della "relatio", "dopo il divorzio, questa verifica deve essere portata avanti, in un contesto di dialogo pastorale sulle cause del fallimento del matrimonio precedente, individuando eventuali capi di nullita'. Allo stesso tempo, evitando ogni apparenza di un semplice espletamento burocratico ovvero di interessi economici. Se tutto questo si svolgera' nella serieta' e nella ricerca della verita', la dichiarazione di nullita' produrra' una liberazione delle coscienze delle parti". 




SPESA: COME ACQUISTARE IN MANIERA INTELLIGENTE

A cura della Dott.ssa Monia D’Amico –  Biologa Nutrizionista

E’ molto importante sapere acquistare in modo corretto ciò che mangiamo ogni giorno, programmando preventivamente cosa comprare prima di entrare in un supermercato, in modo di evitare di portare a casa dei prodotti che non ci servono realmente.
L’educazione alimentare inizia dal saper acquistare in modo corretto i nostri cibi. Non è facile stare attenti a ciò che mangiamo se quando andiamo al supermercato riempiamo il carrello di tutto quello che ci attrae. Ma è altrettanto complicato resistere a ciò che si nasconde dietro le confezioni e la pubblicità. L’industria alimentare utilizza molte strategie di vendita per fare in modo che noi deviamo dai nostri buoni propositi.
Se vogliamo migliorare la nostra alimentazione (perché non siamo soddisfatti di quella attuale o vogliamo continuare a rimanere in perfetta salute evitando di incappare in una delle molteplici malattie legate all’alimentazione sbagliata) è importante iniziare a pensare con anticipo a cosa vogliamo mangiare e cucinare in modo da poter pianificare la propria spesa: eviteremo così che gli alimenti che non vogliamo mangiare, finiscano casualmente nel nostro carrello.
Ecco alcuni consigli che vi permetteranno di acquistare in modo intelligente.


Stabilire un menù giornaliero o settimanale
Decidere prima il nostro menù giornaliero o settimanale ci aiuta ad acquistare solo ciò che è necessario per prepararlo ed inoltre pianificando possiamo avere un menù più vario. Includete i vostri piatti preferiti o dei piatti che vi piacciono o rappresentano una consuetudine per voi facendo un esame attento degli ingredienti che usate per prepararli. Qualsiasi piatto può essere rivisto e reso un po’ più salutare.
Quando stendete il vostro menù fate in modo che sia più semplice possibile poiché il cibo più è elaborato e meno è salutare.
 

Fare un lista degli alimenti da acquistare
Prima di arrivare al supermercato fare una lista dettagliata degli alimenti che vi servono per cucinare e acquistate solo ciò che compare sulla lista. Passerete più tempo a scrivere una lista che dentro il supermercato.
Nella scelta dei prodotti vi consiglio di prediligere alimenti biologici e locali certificati.
I prodotti in cima alla lista dovrebbero essere sempre frutta e verdura freschi e di stagione. Se possibile non in busta poiché le verdure spesso sono tagliate e perdono molte proprietà benefiche e poi possono arricchirsi di batteri dal momento della preparazione fino all'arrivo sulla nostra tavola. Se frutta e verdura sono freschi appariranno in ottimo stato senza avere segni di deperimento o ammaccature e parti ingiallite o annerite.
Subito dopo frutta e verdura percorrete il supermercato cercando carne, pesce e pane, che di solito sono presenti nei corridoi esterni e addentratevi solo se necessario nei corridoi interni (quelli delle merendine, dei biscotti, dei cibi pronti e degli snack). Troverete tanti prodotti a scaffale posizionati per attirare il vostro sguardo. Non comprate se non sapete bene come è fatto il prodotto e quali sono gli ingredienti in etichetta anche se il prezzo è scontato.
Leggere sempre le etichette
E’ bene dedicare un po’ di tempo ad ogni categoria di prodotto in modo di saper scegliere tra tanti: ad esempio ogni volta che si va al supermercato si può scegliere una categoria di prodotti da studiare cominciando a leggere attentamente l’etichetta per verificarne la qualità. E’ bene per la vostra salute prediligere la qualità alla quantità.
Cercate di guardare anche i prodotti posizionati più in alto o più in basso del vostro sguardo negli scaffali poichè sono i meno commerciali e potrebbero essere i più sani.
Per quanto riguarda i prodotti in promozione comprateli solo se li ritenete validi e verificare la data di scadenza poiché molte volte il prezzo più basso è dovuto ad una scadenza imminente oppure il prodotto è già scaduto.
 

Non entrate al supermercato se avete fame
La fame ci può far acquistare prodotti sbagliati e non salutari in modo impulsivo. E’ meglio programmare la spesa dopo aver pranzato o aver fatto uno spuntino saziante, per essere più certi di comprare quello che realmente vogliamo portare a casa. Appena potete uscite dal supermercato.
Educare anche i bambini agli acquisti intelligenti
Anche i bambini in qualità di consumatori purtroppo sono esposti alle pubblicità dei prodotti alimentari attraverso la televisione, i giornali e i cartelli pubblicitari per strada o nei supermercati.
Portare i propri bambini al supermercato può essere rischioso. Può accadere che il genitore poco attento o distratto cede alla pressante richiesta del bambino di un prodotto che ha visto alla TV e per continuare i suoi acquisti in pace, glielo concede ma si rende conto che il prodotto non è ciò che voleva per suo figlio. Si comincia così per ritrovarsi un giorno con il carrello carico di prodotti con scarsi valori nutrizionali ed elevata quantità di zuccheri e grassi.
 

Cercate di condividere con i bambini la spesa educandoli nella scelta del prodotto da mettere nel carrello e fatevi aiutare a riconoscerlo tra gli scaffali. Cercate di selezionate insieme frutta e verdura che essendo colorati li attrarranno più facilmente. Sarà difficoltoso ma è giusto provare a scegliere insieme il giusto prodotto da acquistare in modo di trasmettere un importante messaggio anche per il futuro.




FORMULA UNO: GRAVE IL PILOTA FRANCESE JULES BIANCHI

Redazione

La vittoria di Hamilton è passata in secondo piano perché a destare sconcerto è lo stato di salute di Bianchi. Il pensiero di tutti dopo il Gp del Giappone va all'incidente capitato a Jules Bianchi e alle condizioni del giovane pilota francese scuola Ferrari che sono gravi. Tanti, soprattutto, gli interrogativi relativi alla sicurezza tra chi sostiene che non c'erano le condizioni giuste per correre e chi invece pensa il contrario.
Intanto il padre di Bianchi, lo sfortunato pilota della Marussia, ha affermato, in un'intervista televisiva, che il figlio e' attualmente sotto i ferri per "un ematoma alla testa". Definendo "critiche" le condizioni del figlio, Philippe Bianchi ha aggiunto che "ora bisognera' attendere le prossime 24 ore" prima di avere ulteriori notizie.

Jules Bianchi e' finito con la sua auto sotto la gru impegnata a recuperare la vettura di Adrian Sutil che si era schiantato con la Sauber contro le barriere di protezione. Bianchi, privo di sensi, e' stato trasportato in elicottero in ospedale. A causa dell'incidente, il Gp del Giappone e' stato fermato al 46esimo giro.
Se proprio di sport si deve parlare con la vittoria di Suzuka Lewis Hamilton allunga a +10 sul compagno di squadra Nico Rosberg.256 i punti del colored britannico, che in questa occasione fa meglio del tedesco, penalizzato da un problema di sovrasterzo.Hamilton sfrutta l'occasione e comincia la rimonta su Rosberg, che era partito dalla pole position, fino a superarlo ed allungare, dimostrando di essere il piu' veloce di giornata.
Il gradino piu' basso del podio va a Sebastian Vettel, favorito proprio dalla bandiera rossa finale perche' dopo l'ingresso della safety-car era rientrato ai box.
La classifica finale valida e' quella del 44esimo giro con il 4 volte campione del mondo che precede pertanto il compagno Danile Ricciardo, anche lui protagonista di una buona gara. A seguire e a punti, ma ovviamente tutti staccatissimi nell'ordine: Button (McLaren), Bottas e Massa (Williams), Hulkenberg (Force India), Vergne (Toro Rosso) e Perez (Force India).
Giornata da dimenticare, invece, in casa Ferrari con Fernando Alonso subito fuori causa a causa di un problemo tecnico e Kimi Raikkonen che non va oltre la dodicesima posizione, doppiato di un giro. Lo spagnolo ha ancora 4 occasioni per fare il massimo prima di un addio a Maranello che sembra molto probabile. Si parte in condizioni meterologiche precarie, con visibilita' pari a zero in regime di safety car.
Eriksson va subito in testa coda con la Catheram e nel corso del terzo giro i commissari decidono di esporre la bandiera rossa.

Le monoposto tornano in pit-line per ripartire dopo una ventina di minuti sempre dietro la vettura di sicurezza. E il primo colpo di scena e' immediato: si ferma la Ferrari di Fernando Alonso e lo spagnolo e' costretto al suo secondo ritiro stagionale. La Safety tarda a uscire ed Hamilton via radio si rivolge direttamente a Charlie Whiting chiedendogli di dare il via alla gara. La decisione arriva al nono giro ed Hamilton comincia la caccia a Rosberg.
Tra il 12esimo e il 13esimo giro rientrano praticamente tutti per montare le intermedie; il tedesco esce davanti al britannico. A dare spettacolo e' Sebastian Vettel che prima supera Massa e poi Bottas. Altro gran sorpasso di Ricciardo ai danni di Massa. Hamilton si avvicina a Rosberg, puo' usare il Drs al 25esimo passaggio ma il compagno di squadra resiste fino al 29esimo quando il 'colored' britannico con un sorpasso all'esterno si guadagna gli applausi del pubblico e poi lo semina.
Qualche problemino al Pit-stop per la Mclaren di Jenson Button e Vettel si prende la quarta posizione. Rosberg rientra al 34esimo passaggio per la terza sosta, forse tardiva. Hamilton torna ai box al 36esimo giro e ritorna in pista in seconda posizione, leadership momentanea a Ricciardo prima di rientrare anche lui. Intorno al 40esimo giro torna a piovere forte e le condizioni di pista tornano a essere difficili: Adrian Sutil si schianta contro le barriere di protezione, al 44esimo passaggio torna in pista la safety e al 46esimo giro sventola nuovamente la bandiera rossa perche' la vettura di Jules Bianchi finisce sotto la gru impegnata a liberare la pista dalla Sauber Ferrari di Sutil.




ISIS, ALLARME SANTA SEDE: "NON ABITUIAMOCI ALLE VIOLENZE"

Redazione

Anche la chiesa interviene, la preoccupazione per l'Isis è alta. "Grave preoccupazione desta l'operato di alcuni gruppi estremisti, in particolare del cosiddetto 'Stato islamico', le cui violenze e abusi non possono lasciare indifferenti". Lo afferma una nota della Santa Sede diffusa a conclusione del vertice dei nunzi apostolici del Medio Oriente, voluto da Papa Francesco e guidato dal segretario di Stato Parolin. Il testo denuncia l'abominio a cui ogni giorno si assiste "della decapitazione e crocifissione di essere umani nelle piazze pubbliche" e dell'esodo di migliaia di persone, alla distruzione dei luoghi di culto" e mette in guardia "dal rischio di abituarsi a questa violenza, dandola quasi per scontata come oggetto di cronaca quotidiana". Tale situazione "deve cessare!" afferma il comunicato che sottolinea "l'urgenza di porre fine alle guerre in atto che hanno gia' provocato numerosissime vittime" ed "alle violazioni da piu' parti delle norme piu' elementari del diritto umanitario internazionale, con un riferimento particolare alle sofferenze dei bambini e delle donne". "Non si puo' tacere, ne' la comunita' internazionale puo' rimanere inerte, di fronte al massacro di persone soltanto a causa della loro appartenenza religiosa ed etnica, di fronte", afferma la nota vaticana riecheggiando le parole dette nell'omelia di questa mattina dal segretario di Stato della Santa Sede, Pietro Parolin. "Nell'esprimere la vicinanza ai Patriarchi, ai Pastori e ai cristiani del Medio Oriente e alle altre componenti religiose ed etniche che soffrono a causa della violenza che imperversa in tutta la Regione, soprattutto in Iraq e in Siria", la nota assicura la preghiera dei nunzi e dei dicasteri vaticani e ribadisce la necessita' di fare tutto il possibile per aiutare queste persone e venire incontro ai loro bisogni, come tante volte richiamato dal Santo Padre". "Purtroppo – rileva ancora il testo – senza scrupoli continua il traffico di armi e ancor piu' grave le persone stesse sono oggetto di commercio. Dopo aver esaminato la drammatica situazione umanitaria, della quale soffrono le conseguenze tra gli altri i numerosissimi sfollati e rifugiati in altri Paesi, hanno sottolineato l'imperiosa necessita' che sia garantita a tutti, senza discriminazioni, la doverosa assistenza umanitaria". Secondo la nota vaticana, dunque, "e' lecito fermare l'aggressore ingiusto, sempre nel rispetto del diritto internazionale". "Tuttavia – ricorda il testo – non si puo' affidare la risoluzione del problema alla sola risposta militare, ma esso va affrontato piu' approfonditamente a partire dalle cause che ne sono all'origine e vengono sfruttate dall'ideologia fondamentalista". "Un ruolo importante – conclude la Santa Sede – dovrebbero svolgerlo i leader religiosi, cristiani e musulmani, collaborando per favorire il dialogo e l'educazione alla reciproca comprensione, e denunciando chiaramente la strumentalizzazione della religione per giustificare la violenza. Di fronte al dramma di tante persone che sono state costrette a lasciare le loro case in maniera brutale i partecipanti hanno ribadito la necessita' che sia riconosciuto il diritto dei cristiani e degli altri gruppi etnici e religiosi a rimanere nelle loro terre di origine e, qualora siano stati costretti ad emigrare, il diritto di ritornare in condizioni adeguate di sicurezza, avendo la possibilita' di vivere e di lavorare in liberta' e con prospettive per il futuro. E cio' richiede nelle circostanze attuali l'impegno sia dei Governi interessati che della comunita' internazionale. Sono in gioco principi fondamentali come il valore della vita, la dignita' umana, la liberta' religiosa, e la convivenza pacifica e armoniosa tra le persone e tra i popoli".




ROBERTA RAGUSA: QUEL FORNO CREMATORIO SOSPESO CHE HA FUNZIONATO NEL PERIODO DELLA SCOMPARSA

di Simonetta D'Onofrio

Gello di San Giuliano Terme – Tanti ancora gli elementi da accertare sul caso Roberta Ragusa, sparita nella notte del 10 gennaio del 2012 da Gello di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa.

In queste ore ci sono state delle importanti novità, anche a seguito dalla chiusura per le indagini avvenuta il 22 settembre scorso.

Tornando a parlare del cimitero, la trasmissione "La vita in diretta" ha fatto emergere nuovi elementi: sembrerebbe rafforzarsi la prova che il forno crematorio sia stato messo in funzione in concomitanza della sparizione di Roberta Ragusa.
Ecco il particolare: a differenza dei mesi passati durante i quali il forno non è risultato in funzione, sono stati riscontrati l’utilizzo di metri cubi di combustibile effettivamente adoperati, che sono stati fatturati all’amministrazione comunale per l’impiego del combustibile del forno crematorio. Clamoroso il fatto che il periodo del consumo combacerebbe con la data di sparizione della Ragusa. Una prova inequivocabile che accerta l’uso dell’impianto, che a quel momento era momentaneamente sospeso. Logli avrebbe avuto la possibilità di accesso all’interno dell’area cimiteriale, perché aveva le chiavi della struttura a seguito di una sua collaborazione alla società che eroga servizi per l’amministrazione comunale.

Sembrerebbe che il marito di Roberta, accusato di omicidio volontario e soppressione di cadavere, avrebbe dichiarato il falso agli inquirenti, creando una simulazione di condizioni oggettive per screditare il racconto dei testimoni.

Gli inquirenti avrebbero captato un’intercettazione con GPS installato sull’auto di Logli, il quale si sarebbe recato sul posto indicato dal teste Loris Gozi, vicino di casa. Gozi, in sede d’incidente probatorio, disse di avere visto il marito di Roberta Ragusa in auto quella notte sul ciglio di una strada nei pressi della sua abitazione e di avere assistito a un litigio tra un uomo e una donna, quest’ultima indossava un pigiama rosa. La lite sarebbe stata sentita anche dalla moglie del testimone Gozi e da un vigile del fuoco che passava nei dintorni.
Infatti, agli inquirenti apparve subito anomala la presenza del Logli il 25 gennaio del 2013, giorno in cui si recò insieme a un suo amico sul posto per verificare se fosse stato possibile in oscurità vedere l’ombra di alcune persone in movimento. In quella circostanza Logli fece delle vere simulazioni, alle ore 18.15, in piena oscurità, per accertarsi se si distinguessero le persone.
Tutto ciò accadeva dopo la testimonianza fatta dal test Gozi, solo due giorni dopo, che la notizia fu resa pubblica. Dettagli e contenuto delle informazioni che il marito della Ragusa non poteva esserne a conoscenza.
Quanto affermato dal super testimone sono state sempre negate dal marito di Roberta Ragusa, supportate anche dalla tesi di Sara Calzolaio, sua amante e attuale convivente, la quale avrebbe affermato in sua presenza quanto riferitole da Roberta Ragusa “Tutto può ancora succedere”, frase la quale sembrerebbe giustificare l’allontanamento volontario.
Logli all’inizio delle indagini nascose anche la relazione pluriennale ed extraconiugale con Sara Calzolaio, ex baby sitter dei suoi figli e poi segretaria dell’autoscuola di famiglia, in seguito sua compagna di vita.




YARA GAMBIRASIO: A CACCIA DI INDIZI PER PROVARE LA COLPEVOLEZZA DI MASSIMO BOSSETTI

di Alessandra Pilloni

Non ha mai vacillato Massimo Bossetti in oltre cento giorni di custodia cautelare nei quali notizie e smentite si sono susseguite senza soluzione di continuità.
La sete di sangue, che non sempre corrisponde al sacrosanto desiderio di giustizia, era tanta: così, non paghi per la condanna sommaria che, anticipando ogni tribunale, ha seguito il fermo, ci siamo anche imbattuti nelle scelte di un GIP che bolla l’indagato, incensurato, come persona dotata di “ferocia tale” da rendere “estremamente probabile la reiterazione di reati della stessa indole”, senza basarsi su alcuna evidenza concreta, ma su una sorta di condanna preprocessuale che presuppone che Bossetti sia colpevole del reato contestatogli.

Ci si aspetterebbe, a questo punto, che ci siano perlomeno delle prove dotate di un certo grado di attendibilità a suo carico.
Una tale aspettativa è però vanificata dalla semplice lettura del'ordinanza di custodia cautelare, che definisce ripetutamente i presunti fatti richiamati come "probabili", "non illogici" e "suggestivi".
Eppure non dovrebbe essere una mera “probabilità” e "non illogicità", né tantomeno una qualche forma di “suggestione” a poter costare, in uno stato di diritto, la privazione della libertà ad un cittadino.
A livello mediatico, si è parlato di DNA come prova schiacciante, poiché è stato detto che “il DNA non mente”; purtroppo, però, ci si è dimenticati di aggiungere che il DNA non dice ciò che ci si vuole sentir dire, e nello specifico non dice come e quando sia arrivato lì.
Il DNA, di per sé, non è prova di colpevolezza, e dal momento che non è databile, non vale neppure a collocare temporalmente un indagato sulla scena del crimine.
A questo può aggiungersi il fatto che il DNA può essere trasportato, non solo dolosamente, ma anche in via del tutto incidentale: la casistica giudiziaria internazionale contempla perfino casi di tracce biologiche rinvenute sotto le unghie delle vittime e rivelatesi esito di trasporto.
Insomma, sulla scena del crimine o sul corpo della vittima possono essere isolate tracce di DNA di persone non solo del tutto estranee al delitto, ma perfino che non hanno mai avuto neppure un contatto diretto con la vittima.
Anche un oggetto, come un'arma sporca, può veicolare sulla scena del crimine il DNA di un precedente utilizzatore del tutto estraneo all'azione omicidiaria.
Il DNA può dunque rivelarsi un elemento importante per le indagini, ma di per sé non è né prova di colpevolezza né, tantomeno, prova schiacciante, e se non contestualizzato in maniera critica rischia di condurre a tentativi grossolani di risolvere indagini sulla base di congetture che, puntualmente, finiscono per non reggere al dibattimento o per portare a sentenze di condanna che, lungi dalle certezze richieste al diritto, portano con sé dubbi che pesano come macigni.

E' notizia di pochi giorni fa che la Cassazione, nelle motivazioni alla sentenza di assoluzione nei confronti di Raniero Busco, per il delitto di Via Poma, ha stigmatizzato il fatto che la condanna di primo grado si fosse basata su mere congetture.

Nel caso di Massimo Bossetti, è difficile perfino distinguere indizi e congetture da quello che spesso appare come puro e semplice gossip.
Anche elementi in apparenza più concreti non sono scevri da dubbi.
Negli ultimi giorni, è emersa l'indiscrezione secondo la quale la Procura sarebbe convinta del fatto che il furgone ripreso a Brembate alle 18,01 da una telecamera di sorveglianza sia quello di Massimo Bossetti.
Stando a quanto emerso la convinzione della Procura si baserebbe sul fatto che il furgone ripreso abbia, come quello del carpentiere, un catarifrangente non di serie.
Al di là della discrasia cronologica, data dal fatto che la scomparsa di Yara si colloca ben più tardi, resta difficile credere che si possa basare con attendibilità l'identificazione di un furgone, del quale non si vede la targa, su un catarifrangente: non è inusuale, in effetti, trovare furgoni con catarifrangenti non di serie, e soprattutto una tale conclusione non sembra affatto sanare l'incompatibilità della fanaleria evidenziata dal criminologo investigativo Ezio Denti, e visibile a colpo d'occhio.

Resta un fatto: alla dubbia sussistenza ontologica dei presunti indizi di stampo congetturale, fa da contraltare un'inquietante assenza di riscontri proprio laddove sarebbero potuti emergere in modo univoco, ossia in ordine a tracce riconducibili a Yara sugli autoveicoli di Massimo Bossetti, non riscontrate, e reperti piliferi trovati sulla vittima, incompatibili con l'indagato.
Inoltre, la recente testimonianza di Iro Rovedatti, pilota della protezione civile che sorvolando il campo di Chignolo a bassa quota non vide mai il corpo di Yara, che ove presente si sarebbe dovuto vedere, sembra aprire nuovi interrogativi sul luogo del delitto stesso.
Un ennesimo sintomo del fatto che di questo omicidio si sappia davvero troppo poco per giungere a conclusioni affrettate.

In tempi di spending review, la possibilità di aver preso un abbaglio dopo una spesa di milioni di euro per seguire un’indagine basata su una traccia biologica di natura incerta e di altrettanto incerta valenza probatoria, non è uno degli eventi più auspicabili.
Ma se dinnanzi all'omicidio di una piccola vittima che attende giustizia una tale spesa è giustificata dalla ricerca della verità, non può esserlo invece dal presupposto che a tale verità si debba arrivare necessariamente né, tantomeno, in maniera forzata. 




STAMINA FA PAURA AL GOVERNO? ORDINATO ALLA POLIZIA REPARTO MOBILI DI CARICARE A I DISABILI DAVANTI AI PALAZZI DEL POTERE

di Cinzia Marchegiani

Impartito l’ordine Ordine ai poliziotti dei Reparti squadra mobile di caricare i malati in carrozzina che manifestavano davanti ai palazzi di potere. Nello specifico si ricorda le manifestazioni sulle staminali, come cita il test:”addirittura fu dato l’ordine di caricarli perchè erano entrati nella piazza di Palazzo Chigi. I colleghi, col senso del dovere non hanno eseguito gli ordini ma convinto i malati ad uscire. Capite bene la cassa di risonanza che avrebbe avuto, i reparti della polizia mobile che andato contro la legge. Ma l’ordine c’era!!!” Questa è la confessione shock che proprio ieri è emerso in un incontro alla Camera tra una delegazione del M5S con Tiziana Ciprini, Luigi Di Maio, Roberta Lombardi e Dalila Nesci – con i rappresentanti sindacali della polizia di Stato. Il video è stato trasmesso dal vivo in streaming ieri 1° ottobre 2014. L’incontro e il confronto seguiva quello dello scorso 16 settembre con tutti i rappresentanti del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico.
Il video diventa una denuncia che è un pugno nello stomaco per lo stato di diritto di questo paese. Potete ascoltare da soli nel video quando viene riferito che questi ordini assurdi arrivano spesso a chi lavora nelle strade. Quando gli ordini vengono eseguiti, e magari il poliziotto che ha ottemperato finisce sotto processo, i dirigenti che li hanno impartiti negano tutto persino in tribunale. Negano, e il poliziotto finisce nei guai: è lui l'unico colpevole, per la legge e l'opinione pubblica.
In realtà qualcosa di grave avvenne proprio alle porte di dicembre 2013 , esattamente il 18, quando dei poliziotti in borghese che ieri a Roma hanno causato il ricovero di Sandro Biviano presso l’ospedale Santo Spirito, mentre sfilavano nel corteo pacifico. Stavano chiedendo il diritto alle cure compassionevoli con il metodo stamina, mentre il Consiglio dei Ministri doveva valutarne una procedura d’urgenza. L’Osservatore d’Italia ne aveva dato notizia, con la foto denuncia tangibile e con altri filmati in archivio per poter eventualmente sporgere denuncia. Ci eravamo chiesti come mai lo Stato italiano in questo grave episodio non provvedesse ad un serio ammonimento, come mai non si accertavano le responsabilità su un aggressione perpetrata contro ogni principio di diritto e rispetto, un fatto deplorevole degno dei regimi del passato. Per questo l’Osservatore d’Italia aveva sollevato questa denuncia, cercando di sensibilizzare anche l’UE ad istituire un’inchiesta. La beffa di questa orribile aggressione è da annoverare nell’arresto della persona che ha cercato di difendere questi malati, caricato e arrestato sotto gli occhi increduli dei testimoni. Ora col senno di poi, troppe cose sono da indagare, ma soprattutto c’è da chiedersi quanto Stamina faccia paura alle stanze del potere e quelle dei bottoni. Questo atto indegno era da processare sin da subito mentre ora si viene a conoscenza che gli ordini venivano impartiti dall’alto…Fortunatamente il corpo della polizia, quello migliore e fortunatamente la maggioranza si è rifiutata di eseguire questi ordini che fanno precipitare il governo italiano in uno stato di inciviltà e abuso intollerabile.

Ci chiediamo cosa faccia l’Unione Europea, e tutto il governo stesso, sono troppe ormai ke impunità da accertare e verificare, e dovrebbero avviare un’istruttoria assieme al Commissario UE per i diritti umani, i disabili sono persone che vanno difese e non aggredite perchè esercitano un il diritto a manifestare, o è venuto meno questo principio?