TERAPIA TUBARICA: QUANDO E PERCHE' EFFETTUARLA

A cura della Dottoressa Chiara Marianecci – Logopedista

Capita spesso di sentir parlare di “Terapia Tubarica”, ovvero un trattamento logopedico finalizzato alla prevenzione o riabilitazione della normale funzionalità delle tube di Eustachio, “tubicini” che collegano l’orecchio, in particolare la cassa timpanica, con il rinofaringe. Le tube hanno la funzione di “drenaggio”, mantenendo il sistema uditivo senza accumuli di muco e catarro, proprio per questo hanno posizione verticalizzata con ciglia vibratili, per far scendere le secrezione formatasi, inoltre la tuba esercita una funzione di “difesa” per l’orecchio rispetto ad agenti chimici, fisici, biologici che potrebbero arrivare dall’esterno.

Le tube inoltre hanno il compito di mantenere la pressione all’interno dell’orecchio, ai due lati del timpano, in equilibrio: sono infatti questi tubicini a farci percepire la sensazione di apertura o chiusura delle orecchie quando cambiamo ambiente, ad esempio in montagna o sott’acqua, ciò garantisce una buona trasmissione dei suoni. Le tube di Eustachio adempiono alle funzioni descritte grazie alla loro apertura, che dovrebbe avvenire spontaneamente e attivamente soprattutto sbadigliando, deglutendo o con eruttazioni a bocca chiusa.

Può accadere che tale apertura non avvenga e che ci si trovi quindi in un quadro di insufficienza tubarica, le cui conseguenze possono essere molteplici; nel caso di un adulto si possono riscontrare: otiti siero mucose ricorrenti, retrazioni timpaniche, otiti medie croniche, distruzione timpanossiculare, colesteatoma, con ovvie ripercussioni sulla percezione dei suoni.  Nei bambini, l’insufficienza tubarica è molto più frequente, proprio per le caratteristiche anatomiche ancora in crescita, ciò può causare: otiti ricorrenti, ipoacusie trasmissive con possibile associazione a ritardo di linguaggio; dal punto di vista morfologico può portare a palato ogivale e cattiva respirazione. Di conseguenza risulta utile e in alcuni casi indispensabile intervenire con una prima visita otorinolaringoiatrica di diagnosi, in associazione con ulteriori esami che il medico riterrà opportuno fare per individuare le effettive cause e caratteristiche del quadro, per poi rivolgersi ad un logopedista per effettuare una valutazione e se necessario intervenire con la riabilitazione. Il trattamento logopedico consiste in consigli ed esercizi specifici e personalizzati mirati a ripristinare l’apertura delle tube.

 

Logopedista Chiara Marianecci

Tel. 3497296063

E-mail: chiara.marianecci@hotmail.it    

Centro Psicologia Castelli Romani




L'INTOCCABILE

 

Sembrerebbe che il generale Leonardo Gallitelli sia in procinto di essere prorogato fino al 31 dicembre 2015 e che la relativa proposta sia già all'attenzione del Ministro della difesa Roberta Pinotti.

 

di Luca Marco Comellini*

"Il prossimo 31 ottobre scade il termine previsto dal decreto legge n. 90/2014 per il trattenimento in servizio dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni che sono stati trattenuti o richiamati in servizio pur avendo superato i limiti d'età per il collocamento a riposo. Tra questi moltissimi militari e anche il Comandante Generale dell'Arma dei carabinieri, generale Leonardo Gallitelli, che l'ex premier Mario Monti prima di lasciare la poltrona di governo si preoccupò di prorogare fino al 31 dicembre del 2014. Ora, dalle informazioni che mi sono giunte da ambienti ministeriali sembrerebbe che il generale sia in procinto di essere prorogato fino al 31 dicembre 2015 e che la relativa proposta sia già all'attenzione del Ministro della difesa Roberta Pinotti.

Se questa indiscrezione dovesse essere confermata dai fatti allora mi domando quale sia, e chi debba riguardare, il ricambio generazionale di cui si sono riempiti la bocca il Ministro Madia e il Premier Renzi. Qual'è l'eventuale interesse superiore per il quale il generale Gallitelli debba rimanere sine die al comando
dell'Arma dei carabinieri? La domanda che sorge spontanea è: possibile che non ci siano altri generali, anche dell'Esercito, in grado di sostituirlo?"

*Segretario del Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di polizia (Pdm)




CAMORRA: CONFISCATI 47 MILIONI AL CLAN MALLARDO

Redazione

Operazione "Bad brothers", cattivi fratelli. Cosi' era denominata quella condotta dal Comando provinciale di Roma della Guardia di Finanza contro il clan camorristico Mallardo, con una forte cellula economica nel basso Lazio, al termine di indagini avviate nel 2012 e che ha portato al sequestro di 13 societa', con sede in provincia di Latina, Napoli, Caserta e Bologna, operanti nel settore delle costruzioni di edifici, nel commercio di porcellana, di autoveicoli, nel settore dell'intermediazione immobiliare e alberghiero e della ristorazione; di 105 immobili in provincia di Latina, Napoli, Caserta, Ferrara e Bologna; 23 tra auto e motoveicoli, tra cui 3 autovetture d'epoca; numerosi rapporti bancari, postali, assicurativi ed azioni. Il tutto per un valore complessivo di quasi 47 milioni di euro. Oltre 100 finanzieri sono stati impegnati nell'operazione in Lazio, Campania ed Emilia Romagna. Il sequestro ha riguardato beni riconducibili – stando alle indagini delle Fiamme Gialle – ai fratelli Domenico e Giovanni Dell'Aquila, indicati come appartenenti appunto al clan camorrista Mallardo, e a Vittorio Emanuele Dell'Aquila e Salvatore Cicatelli, rispettivamente figlio e fiduciario di Giovanni Dell'Aquila, per conto del quale avevano costituito – dice la Gdf – una rete economica nel Lazio. La confisca dei beni, disposta dal Tribunale di Latina – Sezione Penale, arriva a distanza di circa un anno dal sequestro eseguito nell'ambito di un procedimento per l'applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale e personale nei confronti dei citati fratelli Dell'Aquila. Le indagini del G.I.C.O. (Gruppo investigazione criminalita' organizzata delle Fiamme Gialle) del Nucleo di Polizia tributaria di Roma, avviate nel 2012 e coordinate dalla Dda della procura di Roma, hanno consentito di accertare la "costante ed inarrestabile ascesa", nella provincia di Latina, Napoli e, in parte, in Emilia Romagna, dei fratelli Dell'Aquila, noti imprenditori campani, "attraverso rapporti dai reciproci vantaggi con esponenti di spicco del noto clan Mallardo". Viene sottolineata "la feroce operativita' del clan" che nel tempo e' stata orientata – attraverso il "controllo economico" e i considerevoli reinvestimenti dei proventi delle attivita' criminali – al finanziamento del traffico di stupefacenti ed al controllo delle attivita' economiche di rilievo (edilizia, appalti e forniture pubbliche, commercio all'ingrosso). Dalle indagini della Guardia di Finanza sarebbe emerso che il clan non si limitava piu' ad operare nel territorio d'origine, ma ormai da tempo aveva esteso la propria sfera d'azione anche in altre regioni dell'Italia centrale e meridionale ed, in particolare, nel Lazio, regione in cui opera da oltre un lustro. In tal senso, "emblematica e' la definizione accademica" della 'impresa camorrista', resa da un noto pentito di camorra rispetto al modo di fare impresa del clan Mallardo: non imporre il pizzo estorsivo, ma far entrare "di fatto" persone di fiducia del clan in societa' con gli imprenditori, di modo che questi ultimi diano una parvenza di liceita' all'attivita' economica, mentre i camorristi partecipano direttamente ai guadagni e riescono a reimpiegare i proventi derivanti da altre attivita' illecite. Il provvedimento del Tribunale di Latina, a firma del presidente Pierfrancesco De Angelis, "conferma la solidita' dell'impianto accusatorio formulato dalla Dda capitolina, sia per quanto concerne la pericolosita' sociale di Domenico, Giovanni e Vittorio Emanuele Del'Aquila", ai quali e' stata applicata la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per la durata di 5 anni con obbligo di soggiorno nel Comune di loro residenza, "che in relazione alla macroscopica sproporzione tra il patrimonio mobiliare, immobiliare e societario ai medesimi riconducibile e la rispettiva situazione reddituale dichiarata al Fisco".




ROBERTA RAGUSA: LE LETTERE DELLA DONNA E IL RAPPORTO CON ANTONIO LOGLI

di Simonetta D'Onofrio

Gello di San Giuliano (Pisa) – Novità sul caso Roberta Ragusa. Due lettere importanti scritte dalla donna avvalorerebbero la tesi del rapporto conflittuale che avrebbe avuto con il marito Antonio Logli. Ricordiamo che Roberta è sparita nella notte del 10 gennaio del 2012 da Gello di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa.
Il contenuto delle missive testimonierebbe le problematiche che Roberta subiva nel rapporto quotidiano con il marito, il quale non ha mai evidenziato agli inquirenti la crisi di coppia che aveva come tratto distintivo il protrarsi nel tempo.

Roberta avrebbe scritto a Natale del 2006 una lettera d’auguri, dove avrebbe augurato al consorte di ritrovare la serenità e la felicità che sempre di più gli sfuggiva. Possiamo immaginare dalle sue parole un malessere che viveva la donna scomparsa, il desiderio di cambiamento e i tentativi di risolvere i problemi familiari.

Sconcertante è, invece, il testo della seconda corrispondenza che Roberta avrebbe inviato al marito, dove s’intuisce chiaramente e senza alcuna ambiguità il difficile rapporto che si trascinava giorno dopo giorno.

La donna era delusa sul comportamento assunto dal marito Antonio, poco tempo a disposizione, sfuggente e sempre concentrato al mondo lavorativo. In altre parole era una coppia molto stanca, ed è proprio Roberta ad usare questo aggettivo scrivendo: "stanca, stanca, stanca".  La donna si lamentava sula condotta del coniuge, non curante dell’intera famiglia, tralasciando le relazioni interpersonali.

Altri segnali preoccupanti sono dovuti alle “dimenticanze” dell’uomo; Logli non si ricorda neanche della data dell’anniversario.

Sono questi i fattori scatenanti della scomparsa della Ragusa? Forse uccisa perché aveva capito il tradimento che aveva subito in tanti anni, può essere questa la motivazione del delitto? A tutt’oggi il marito di Roberta, Antonio Logli, padre dei suoi due figli è il principale sospettato di omicidio e distruzione del cadavere della donna, ma non è stato ancora possibile giungere a un’incriminazione ufficiale per la mancanza di prove certe.

 

ISIS: RISCHI PER EUROPA E ITALIA

Redazione

La situazione Isis sebbene sia fortemente monitorata è preoccupante. "La pressione militare dell'ISIS in Siria e in Iraq implica rischi rilevanti per l'Europa e per l'Italia, anche per la forza attrattiva che il movimento sembra poter esercitare su altre formazioni jihadiste e dell'estremismo islamico in aree non contigue ai territori controllati". Lo afferma una nota del Quirinale al termine del Consiglio Supremo di Difesa. "Il quadro della situazione internazionale – si legga dalla nota – mostra tensioni e instabilita' crescenti.

In Ucraina il conflitto appare tendenzialmente frenato dagli sforzi politici e diplomatici in atto che vedono il costante impegno del nostro Paese. E' indispensabile dare continuita' e sbocchi risolutivi a questi sforzi. La pressione militare dell'ISIS in Siria e in Iraq – prosegue – implica rischi rilevanti per l'Europa e per l'Italia, anche per la forza attrattiva che il movimento sembra poter esercitare su altre formazioni jihadiste e dell'estremismo islamico in aree non contigue ai territori controllati. E' quindi necessario che l'Italia, insieme a Nazioni Unite e Unione Europea, consideri con estrema attenzione gli eventi in corso ed eserciti ogni possibile sforzo per prevenire, in particolare, l'ulteriore destabilizzazione della Libia".
Obama agli alleati, "La lotta all'Isis sara' lunga"
"La minaccia costituita dai cosiddetti foreign fighters – sostiene la nota – rende evidente l'esigenza di uno sforzo integrato e senza soluzione di continuita', sia sul fronte informativo sia su quello esecutivo, da parte dei dispositivi di sicurezza esterna e interna nazionali e internazionali. La situazione in atto dimostra l'urgenza e l'importanza, pur nei limiti della ridotta disponibilita' di risorse, di una rapida trasformazione delle nostre Forze Armate e dell'organizzazione europea della sicurezza.
Se le prime dovranno essere rese piu' pronte ed efficaci rispetto ai compiti da assolvere nelle aree di prioritario interesse per il nostro Paese, il solo sforzo nazionale non potra' essere sufficiente a garantire l'Italia, come ciascuno degli altri Paesi europei, dalle minacce e dai rischi che si prospettano gia' nel breve termine. Il Libro Bianco dara' quindi indicazioni circa la strategia di integrazione politico-militare che il Governo intende realizzare in ambito UE e NATO.
Pur se il contributo italiano agli obiettivi della sicurezza nazionale e comune non potra' che essere limitato in termini di uomini e mezzi, il nostro Paese dovra' essere in grado di fornire, nei consessi internazionali, un apporto qualificante e incisivo sul piano delle iniziative di prevenzione e di risoluzione delle crisi".
"A questo fine, il Consiglio auspica – sottolinea la nota – un rilancio delle istituzioni della global governance che operano in questo settore, a partire dalla Common Security and Defence Policy (CSDP).
Il nuovo Alto Rappresentante potra' certamente sostenere le iniziative italiane e imprimere adeguato impulso alla rivitalizzazione del fondamentale settore della sicurezza". "Il Libro Bianco – spiega la nota – dovra' poi conferire massima priorita' all'obiettivo dell'integrazione interforze e, piu' in generale, dell'integrazione interna delle nuove Forze Armate e del sistema Difesa nel suo complesso.
Provvedimenti in questa direzione, insieme a quelli altrettanto urgenti volti a consentire un rapido deflusso o reimpiego del personale militare in esubero, sono essenziali per risolvere il fondamentale problema di efficienza e di economicita' dell'apparato militare.
La sfida piu' importante da vincere attraverso l'integrazione resta comunque quella dello sviluppo della massima sinergia tra le diverse componenti logistiche e amministrative, ma soprattutto operative e di comando delle Forze Armate rispetto agli effettivi compiti da assolvere. Il successo del progetto di riorganizzazione delle Forze Armate che prende avvio con il Libro Bianco riveste grande importanza per il nostro Paese e si inserisce a pieno titolo, nel grande processo di riforma della Pubblica Amministrazione promosso dal Governo per la realizzazione di una struttura dello Stato meno onerosa ma, allo stesso tempo, in grado di servire piu' efficacemente il cittadino. Il Consiglio ha infine ribadito la necessita' di continuare a perseguire una rapida soluzione della vicenda dei nostri fanti di marina", conclude la nota.




GDF PIENA DI AMIANTO

di Luca Marco Comellini*

“Il Ministero dell'economia e delle finanze ha comunicato di non avere elementi informativi in merito alla specifica materia”. Così aveva risposto il ministro della difesa a una interrogazione presentata il 13 ottobre del 2011 dal deputato radicale Maurizio Turco nel corso della XVI Legislatura per la quale ottenne una delle moltissime “non risposte” che i ministri della difesa amavano, ed amano, dare quando sono opportunamente sollecitati su argomenti fastidiosi che vorrebbero evitare. Il nostro lavoro non è stato ignorato e grazie al deputato Villarosa Alessio Mattia del M5S che ha voluto fare chiarezza sulla questione amianto che avevamo posto all'attenzione del Ministri della difesa , dell'interno e dell'Economia e delle finanze, finalmente, oggi sappiamo che a seguito di quella nostra interrogazione il Comando generale della Guardia di Finanza nel mese di luglio dell'anno 2012 decise di avviare «un'attività di monitoraggio e mappatura che ha consentito di definire le criticità sussistenti, gli interventi di bonifica e le pertinenti ulteriori risorse finanziarie all'uopo necessarie rispetto a quelle già assegnate.

L'attività di monitoraggio complessivamente svolta ha evidenziato: la presenza di amianto in n. 111 immobili in uso al Corpo, connotata da diversificata rilevanza; la risoluzione delle relative criticità in n. 89 siti; la programmazione/avvio, per le restanti sedi del propedeutico iter procedurale». L'importante lavoro parlamentare che abbiamo svolto dal luglio 2009 fino al termine della XVI Legislatura non deve essere disperso e per questo motivo cerchiamo parlamentari volenterosi e capaci di far avere ai cittadini in divisa quelle risposte che la partitocrazia fino ad oggi gli ha negato.

Ai volenterosi – se ci saranno – rendiamo noto che delle 566 interrogazioni che abbiamo presentato nel corso della passata legislatura tramite i parlamentari radicali solo 271 hanno ricevuto una risposta e di queste almeno la metà sono “non risposte”.

Chi se la sente di affrontare questa battaglia di giustizia e legalità per i diritti dei cittadini in divisa?”

*Segretario del Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di polizia (Pdm)




FORTUNA LOFFREDO: LA PICCOLA E' STATA SEVIZIATA

di Silvio Rossi

Caivano – Il grido lanciato dalla madre non è caduto nel vuoto. Così come anticipammo nell’articolo del 7 settembre, la bambina di Caivano non è precipitata dal sesto piano per un incidente. L’autopsia disposta dal PM Federico Bisceglia, ha evidenziato come la piccola è stata seviziata in un arco di tempo che va da due settimane fino a due mesi precedenti la morte.

I sospetti della madre, che nella trasmissione “Quarto Grado” parlò di bruciori che la piccola accusava, non sono quindi invenzioni di un genitore disperato. La ricostruzione di Maddalena ha portato alla luce quindi la più atroce delle verità. Qualcuno ha abusato di una bambina di appena sei anni e, ancora non si sa per quale motivo, ha contribuito a mettere fine alla sua breve vita.

Anche il parroco Don Maurizio Patriciello, durante i funerali, quando all’omelia gridò “Chi sa deve parlare, davanti a Dio e agli uomini” si schierò apertamente dalla parte della famiglia, comprendendo come un muro di omertà ha nascosto atti che provocano l’indignazione di tutta la società.

Il quadro investigativo, con la conferma dell’esame autoptico, si è drasticamente modificato. Il fascicolo della procura, da caduta accidentale (probabilmente a questa ipotesi i PM non hanno mai creduto, ma in mancanza di una prova delle violenze subite non era possibile modificare il capo d’accusa) a omicidio volontario.

A fine settembre è stato consegnato un video agli inquirenti dall’avvocato della famiglia Loffredo, in cui due supertestimoni hanno detto chiaramente che Antonio Giglio, il bambino di tre anni che lo scorso anno è morto nello stesso palazzo del complesso “Parco Verde” di Caivano, in modalità pressoché identiche a Fortuna Loffredo (entrambi avevano anche il particolare di una scarpina che non è mai stata trovata), è stato gettato nel vuoto volontariamente, e non è caduto per caso.

Sembra che i PM stiano interrogando gli amichetti della piccola, e che il cerchio nei confronti dell’orco dell’Isola Verde si stia stringendo. Attendiamo ulteriori sviluppi.

 

 




PERUGIA, DROGA: SMANTELLATO SODALIZIO CRIMINALE DI MAGREBINI

Redazione

E' in corso un'operazione antidroga condotta dalla sezione 'Criminalita' organizzata' della squadra mobile di Perugia, per smatellare un sodalizio criminale composto da cittadini maghrebini. Gli agenti stanno dando esecuzione a 36 ordinanze di custodia cautelare (chieste dal sostituto procuratore Manuela Comodi ed emesse dal gip Lidia Brutti) a carico di altrettanti spacciatori di eroina e cocaina a Perugia, Arezzo, Messina, Como, Empoli, Citta' di Castello, Spoleto. L'organizzazione – secondo quanto si apprende – era attiva a Perugia, Citta' di Castello, Como, Livorno, Genova e Saronno, ma annovera elementi anche in Olanda, Francia e Tunisia. L'indagine ha consentito l'arresto di numerosi spacciatori e il conseguente sequestro di circa 9 chili di eroina e cocaina. Per tutti gli indagati residenti all'estero saranno attivate le procedure di estensione in capo internazionale delle relative misure cautelari. A tutti sono stati contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata all'importazione, trasporto, raffinazione e commercio di cocaina e eroina.
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GUARDIA DI FINANZA: IL GENERALE VITO BARDI INDAGATO

Redazione

Ancora nel mirino le fiamme gialle. Tre nuove misure cautelari, di nuovo indagato l'ex vicecomandante generale del corpo, ed e' ancora bufera sulla Guardia di finanza. L'inchiesta della procura di Napoli, coordinata dall'aggiunto Vincenzo Piscitelli, pm Henry John Woodcock e Celeste Carrano, gia' l'11 giugno scorso aveva portato all'arresto di un tenente colonnello, l'allora comandante delle Fiamme Gialle a Livorno e in passato alla guida del nucleo di polizia tributaria a Napoli Fabio Massimo Mendella, detenuto e ora destinatario del nuovo provvedimento restrittivo firmato dal gip Dario Gallo. In carcere oggi il colonnello Fabio Giaccone, comandante a Fiumicino e in precedenza a Torre Annunziata, dove aveva sostituito appunto Mendella, e l'imprenditore del settore farmaceutico Nazario Matachione. In tutte e due le tranche d'inchiesta, nel registro degli indagati anche il generale Vito Bardi, in pensione, con legami forti anche affettivi con Mendella. Corruzione e' il capo d'accusa contestato ai due ufficiali e all'imprenditore, mentre per Bardi l'ipotesi formulata dai pm e' di rivelazione di segreto d'ufficio, per aver informato Mendella di un esposto anonimo che lo riguardava arrivato ai suoi superiori a Napoli e Roma. I fatti si riferiscono al 2009/2010, quando Giaccone a Torre Annunziata ha preso il posto di Mendella. Rolex, viaggi in aereo all'estero e spese alberghiere pagati dall'imprenditore a Giaccone per 'addomesticare' le verifiche fiscali, il quadro tracciato dai magistrati sulla base di risultanze investigative legate proprio agli arresti di giugno con sequestri di documenti in perquisizioni e l'ascolto di testimoni. Tra questi, l'ex moglie di Matachione, M.P., le cui dichiarazioni a verbale compaiono nelle 34 pagine del provvedimento restrittivo del gip. "Mio marito mi disse che Fabio Massimo Mendella gli aveva presentato il colonnello Giaccone come suo amico e gli aveva detto che ci sarebbe stato un accertamento fiscale e che tale verifica sarebbe stata una 'messa in scena', ovvero una verifica addomesticata. Mio marito allora mi racconto' che, dopo la verifica compiacente effettuata da Giaccone, doveva fare un regalo allo stesso e gli compro' un Rolex", racconta il 16 giugno la donna, cinque giorni dopo l'arresto di Mendella. A casa sua, gli inquirenti trovano anche tracce del pagamento di aerei e hotel per l'intero nucleo familiare di Giaccone. E la moglie di Mendella, rivela M.P., e' anche stata assunta in una delle farmacie dell'ex marito mentre era incinta forse per farle percepire qualche indennita' per la gravidanza. Un altro generale, Giovanni Mainolfi, in passato al comando della finanza partenopea, non esclude di aver raccontato lui a Mendella dell'esposto anonimo, e per questo il gip non ritiene vi sia "un consistente quadro indiziario" per affermare che il responsabile della rivelazione sia il generale Bardi.




DIVORZIO VELOCE ANCHE CON FIGLI, MA IL PM DEVE AUTORIZZARE

Redazione

L'Italia sta velocizzando delle pratiche di scioglimento delle unioni civili che in altri paesi sono già snelle. E arriva finalmente l'Ok alla negoziazione assistita che consente un divorzio piu' veloce anche in presenza di figli ma serve l'ok del pm che, se ritiene che l'accordo risponda all'interesse dei figli, lo autorizza. Altrimenti trasmette l'accordo fra le parti al presidente del tribunale che fissa entro i successivi trenta giorni la comparizione delle parti stesse. E' quanto prevede un emendamento al processo civile presentato dal relatore in commissione Giustizia del Senato. Il presidente della commissione, Francesco Nitto Palma, ha quindi fissato il termine per i sub emendamenti a domani alle 16. La commissione tornera' a riunirsi giovedi' e il decreto, che deve essere convertito entro il 12 di novembre, dopo aver superato anche l'esame della Camera, approdera' nell'aula di Palazzo Madama martedi' prossimo, secondo quanto viene riferito sl calendario. La riformulazione del relatore al decreto modifica l'articolo 6 del testo prevedendo fra l'altro che "in presenza di figli minori, di figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave, ovvero non economicamente autosufficienti, l'accordo di negoziazione assistita deve essere trasmesso entro " 10 giorni al procuratore della Repubblica presso il tribunale competente.
Questi "quando ritiene che l'accordo risponde all'interesse dei figli lo autorizza". Quando ritiene che cio' non sia "trasmette entro cinque giorni al presidente del tribunale che fissa, entro i successivi 30 giorni, la comparizione delle parti e provvede senza ritardo". Con un altro emendamento del relatore si prevede che il divorzio breve in determinate condizioni possa avvenire davanti al sindaco quale ufficiale dello Stato civile.
Sulla questione del divorzio breve gia' nelle settimane scorse si era creata una spaccatura all'interno della maggioranza con il senatore Carlo Giovanardi (Ncd) non favorevole all'introduzione di queste norme.
"Non si puo' decidere con un decreto l'assetto di una societa', che cos'e' una famiglia", dice da parte sua il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri che parla di scelte "sbagliate e incostituzionali". Si tratta, dice ancora a proposito del divorzio breve, di un a materia "importane ma non urgente sulla quale si sta procedendo alla velocita' di un Freccia Rossa".
Di posizionale diametralmente opposta Giuseppe Lumia: "Sul divorzio questo governo propone una soluzione moderna e avanzata. Indietro non si torna. Siamo pronti ad emendamenti migliorativi e non regressivi che lascino l'Italia il fanalino di coda" delle democrazie organizzate". 




EBOLA: ATTERRAGGIO IN ITALIA

Redazione

Roma – L'ebola atterra in Italia. Un aereo della Turkish Airlines, partito da Istanbul con destinazione Pisa, e' atterrato all'aeroporto di Roma Fiumicino per un malore di due passeggere, madre e figlia, che avrebbe potuto essere ricondotto al contagio del virus ebola. E' scattata subito la procedura d'emergenza, e le due passeggere sono state trasportate all'ospedale Spallanzani per precauzione, anche se gia' dai primi accertamenti sarebbe stato escluso il contagio.