MARINA MILITARE: FINE MARE NOSTRUM DIPENDE DALLA POLITICA

Redazione

Senza troppi giri di parole, una dichiarazione che non lascia spazio ad equivoci. Il termine dell'operazione Mare Nostrum "dipende da decisioni che appartengono al livello politico". E' questo – precisa la Marina militare in una nota – che "di fatto si limita ad indicare" quanto detto ieri a Bruxelles durante la conferenza organizzata dal Consiglio europeo per i rifugiati e gli esuli (ECRE) dall'ammiraglio Filippo Maria Foffi, comandante in capo della flotta navale italiana e quindi primo responsabile operativo di Mare Nostrum. Dichiarazioni che avevano subito innescato polemiche e dubbi sulla effettiva fine della missione.
  La Marina militare precisa inoltre di operare "in perfetta sintonia con il governo e in particolare con il ministero dell'Interno in ottemperanza alle direttive governative impartite" e che "le notizie riportate oggi sulle diverse testate giornalistiche riguardo il termine dell'operazione Mare Nostrum non riflettono il pensiero" della forza armata.




ELENA CESTE: LA PAURA DI ELENA DI ESSERE STATA RIPRESA DALLE TELECAMERE

di Simonetta D’Onofrio

Costigliole d'Asti – Continua il giallo sul caso di Elena Ceste, i cui resti sono stati ritrovati sabato 18 ottobre poco distante dalla sua abitazione, nel comune di Costigliole d'Asti. Il marito Michele Buoniconti è l’unico indagato, formalmente per occultamento e omicidio.

Gli ultimi aggiornamenti sul ritrovamento del cadavere giungono dalla trasmissione condotta da Barbara D’Urso, “Domenica Live” su Canale 5, dove un fonte attendibile avrebbe riferito che la donna avrebbe subito delle lesioni sul corpo, a dimostrazione che la Ceste sarebbe stata uccisa da qualcuno.

Importante è anche il sopralluogo effettuato dai giornalisti di “Domenica Live” nelle cave, dove la Ceste si sarebbe incontrata di nascosto con un amico, rincontrato tramite il social network Facebook.  Proprio gli appuntamenti che Elena avrebbe avuto con il suo “famoso” amico, sarebbero alla base delle motivazioni che avrebbe generato nella donna il timore di essere stata ripresa dalle telecamere.

Per avere maggior delucidazione sulla vicenda, abbiamo intervistato l’amica di liceo di Elena Ceste, Morena Deidda che ha formato il Comitato “Insieme per Elena, insieme per la verità”.

D       Michele è stato indagato. C’era bisogno di attendere tutto questo tempo per arrivare a ciò?

R       A me i Carabinieri hanno sempre detto che in mancanza di un corpo non potevano fare più di tanto. Ora che hanno trovato il corpo, che sicuramente è stato occultato, fa pensare a un omicidio, a questo punto l’indagine per omicidio è partita ufficialmente.

D       Il fatto che il corpo fosse così vicino all’abitazione, come si relaziona con la sparizione del cane di Elena? Se ne sarebbe accorto.

R       Il cane sicuramente in quelle condizioni avrebbe fiutato l’odore di Elena. Mi hanno raccontato che c’era un cacciatore che quindici giorni prima del ritrovamento era in zona col cane, e il cane puntava in quella direzione, e lui lo richiamava continuamente, mentre lui continuava ad andare li.

D       Quindi se c’era il cane l’avrebbe scoperta?

R       Bisogna anche capire da quanto tempo era li, oggi ho letto che hanno trovato altri resti in un altro punto. Quindi a questo punto è chiaro che il corpo è stato occultato. Non è arrivato lì a piedi, non è morta di morte accidentale com’era stato detto. Per questo è stato aperto il fascicolo per omicidio.

D       Non c’è un’altra possibilità?

R       No. Anche se l’autopsia non rileva nulla, è chiaro ormai che è stata uccisa e occultata.

D       Col ritrovamento del cadavere e l’inizio delle indagini per omicidio, ha ancora senso mantenere il comitato?

R       Assolutamente. La paura è che il caso, fai conto viene archiviato come suicidio. In quel caso il comitato può fare le sue indagini, riaprire il caso.

D       Infatti, all’inizio eravate solo tu e Paolo, invece in questi giorni ho visto che altre persone stanno collaborando…

R       Certo, in questi giorni che siamo stati molto in televisione, la gente sta vedendo, e vuole aiutare. Poi c’è questa voglia di verità e giustizia per Elena che cresce in tutta Italia. Mi arrivano molti messaggi in questi giorni.

D       Hai parlato con la madre di Elena. Come l’hai sentita?

R       Molto provata, loro fino alla fine speravano che Elena fosse viva, dicevano “è viva, c’è qualcuno che la trattiene”. Non credevano fosse morta

D       Non lo credevano o speravano che non fosse così?

R       Non so. Forse era solo una speranza la loro. Però forse bastava aprire gli occhi. Certo ora poi che Michele è indagato per loro è un altro colpo, perché non avevano sospetti su di lui.

D       Non l’avevano, o sempre è solo alimentare la speranza che non sia lui?

R       Non so. In fondo anche loro hanno cambiato atteggiamento. I primi tempi dicevano che Michele è un bravo papà, un bravo marito. Nelle ultime interviste di Michele non parlavano più tanto, forse cominciavano ad avere dubbi. Però non l’hanno mai detto apertamente per via dei bambini.

D       Ma se Michele dovesse, nelle indagini, subire un arresto, chi si occuperà dei bambini?

R       Non so, Michele ha una famiglia numerosa, hanno molti zii, per cui l’affetto non mancherà loro. O forse, mancherà comunque l’affetto della madre, ma questa ormai è una realtà con cui devono convivere.

 

 

 




NAPOLITANO, STATO – MAFIA: IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GARANTISCE TRASPARENZA

Redazione

Tanto rumore per nulla? Auspichiamo che le domande siano state nodali. Quasi tre ore di udienza, spese in parte sulle procedure, in parte a ricostruire i fatti. Giorgio Napolitano, primo presidente della Repubblica nella storia italiana, testimonia di fronte ad una corte che si sta occupando di mafia e di una presunta trattativa tra questa e lo Stato.
  Storia nebulosa, ed infatti anche oggi i legali che hanno partecipato all'udienza, al Quirinale, precisano: la parola "trattativa" non e' stata nemmeno pronunciata, per non dire evocata. Sui contenuti della testimonianza, al momento, si hanno solo un comunicato del Quirinale, e quanto detto alla fine dagli avvocati presenti.
  Iniziamo dal primo. Si compone di due parti. Nella prima il Colle fa sapere che il Presidente "aveva dato la sua disponibilita' a testimoniare ed ha risposto alle domande senza opporre limiti di riservatezza connessi alle sue prerogative costituzionali ne' obiezioni riguardo alla stretta pertinenza ai capitoli di prova ammessi dalla Corte stessa". Insomma, massima disponibilita' e nessun atto di insofferenza. Nella seconda parte, invece, il Quirinale auspica la rapida pubblicazione del verbale "affinche' sia possibile dare tempestivamente notizia agli organi di informazione e all'opinione pubblica delle domande rivolte al teste e delle risposte rese dal Capo dello Stato con la massima trasparenza e serenita'". In altre parole: sbrigatevi perche' prima si sanno le cose con certezza meglio e' per tutti.  Intanto arriva la prevista ridda delle indiscrezioni. Tutte affermazioni attribuite a Napolitano, ma che in mancanza del suddetto verbale sarebbe meglio non virgolettare. In sintesi: Napolitano avrebbe detto che il suo consigliere D'Ambrosio sarebbe stato pronto a denunciare accordi illegali (quindi, non avendoli denunciati, non ci sono stati); che non ha mai fatto la conoscenza diretta dei carabinieri imputati nel processo; di non essere mai stato a conoscenza dell'esistenza di una lettera al suo predecessore Oscar Luigi Scalfaro da parte dei parenti di alcuni boss. Soprattutto e' mancata, pare, la madre di tutte le domande: quella se sapesse o meno dell'esistenza di accordi tra mafiosi ed esponenti delle istituzioni. La qual cosa, poi, e' il nocciolo della questione. Si chiedono le associazioni di consumatori se valesse la pena di spendere tanti soldi per spostare a Roma la Corte d'Assise di Palermo. Il Pd, con Zanda, sottolinea: Napolitano vero democratico e uomo di grande correttezza. "Una storia dove il termine normalita' non puo' essere usato", sottolinea il ministro della Giustizia Orlando. Auspicando, parrebbe di capire, che alla normalita' si torni presto.




GIORGIO NAPOLITANO: OGGI TESTIMONIANZA IN QUIRINALE PROCESSO TRATTATIVA STATO – MAFIA

Redazione

Sta per iniziare l'udienza al Quirinale per la testimonianza del Capo dello Stato nel processo sullatrattativa Stato-Mafia. Le parti potranno accedere al palazzo tra le 9.15 e le 9.40. Vietata l'introduzione, all'interno della sala in cui verra' raccolta la deposizione, di telefoni cellulari, computer, tablet e di "qualunque altro strumento di registrazione". Ieri, al termine di un vertice del pool che sostiene l'accusa nel processo sulla trattativa Stato-mafia, e' stato definito l'elenco di domande che verra' sottoposto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. L'incontro si e' protratto per l'intera mattinata in procura. Nel corso della riunione i pm – l'aggiunto Vittorio Teresi e i sostituti Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene – avrebbero messo in iscritto i quesiti che domani porranno al Capo dello Stato. Sara' comunque il presidente della Corte d'Assise, Alfredo Montalto, a giudicare sull'ammissibilita' di ogni singola domanda. A porre i quesiti al Capo dello Stato sara' il coordinatore del pool, l'aggiunto Vittorio Teresi, ed eventualmente il sostituto Nino Di Matteo. Oggi al Colle sara' presente anche il capo facente funzioni della Procura Leonardo Agueci. La Corte d'assise nell'udienza di giovedi' scorso ha inoltre ribadito che l'esame del presidente della Repubblica avviene in seguito alla disponibilita' dallo stesso manifestata e che "detta disponibilita'" potrebbe essere revocata in qualunque momento, "nel qual caso la Corte non potrebbe che prenderne atto"




NDRANGHETA COLPISCE EXPO: ARRESTI IN LOMBARDIA E CALABRIA

Redazione

Le mani della 'ndrangheta sull'Expo. Dalle prime ore di questa mattina, i carabinieri stanno eseguendo, nelle province di Milano, Como, Monza – Brianza, Vibo Valentia e Reggio Calabria, un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della procura distrettuale antimafia di Milano, nei confronti di 13 indagati per associazione di tipo mafioso, detenzione e porto abusivo di armi, intestazione fittizia di beni, reimpiego di denaro di provenienza illecita, abuso d'ufficio, favoreggiamento, minacce e danneggiamento mediante incendio. Gli arrestati avevano contatti con politici del milanese. Al centro delle indagini del Ros due sodalizi della 'ndrangheta radicati nel comasco, con diffuse infiltrazioni nel tessuto economico lombardo. Accertati, tra l'altro, gli interessi delle cosche in speculazioni immobiliari e in subappalti di grandi opere connesse ad expo 2015.




AUGUSTO MINZOLINI CONDANNATO IN APPELLO A DUE ANNI E SEI MESI

Redazione

Condannato a due anni e sei mesi per peculato. Il processo d’appello ribalta la sentenza di assoluzione dello scorso anno per peculato, nei confronti del senatore Augusto Minzolini, per l’uso improprio della carta di credito aziendale quando era Direttore del TG1.
La vicenda iniziò nel 2011, a seguito di un esposto presentato dall’Italia dei Valori, quando al discusso ex vicedirettore della Stampa, berlusconiano fino all’osso, era stato accusato di aver sforato il budget a sua disposizione per circa 65 mila euro. Minzolini si difese affermando che non erano state date indicazioni restrittive sull’uso della carta, e che i suoi predecessori avevano avuto lo stesso suo trattamento e a loro non era stato chiesto nulla.
Il processo di primo grado iniziò l’otto marzo 2012, e si concluse il 14 febbraio dell’anno successivo, pochi giorni prima della sua elezione al senato, con la sentenza di assoluzione perché “il fatto non costituisce reato”. Dopo la sentenza, il consigliere d’amministrazione Rai, Antonio Verro, chiese il reintegro di Minzolini come Direttore del TG1, ma il tribunale del lavoro di Roma nel settembre 2013 respinse la richiesta presentata dai legali del senatore.
La sentenza odierna, accompagnata dall’interdizione dai pubblici uffici, potrebbe costare, dopo l’allontanamento dalla direzione della testata giornalistica, anche il posto di senatore per effetto della legge Severino.
I legali Fabrizio Siggia e Franco Coppi stanno valutando l’opportunità di ricorrere alla Cassazione.




EBOLA: UN GENERALE E 10 SOLDATI USAIN QUARANTENA NELLA BASE MILITARE DI VICENZA

Redazione

Usa –  Una malattia sulla quale nessuno Stato può permettersi errori perché in gioco c'è la vita delle persone. Un generale e almeno 10 soldati americani sono stati messi in quarantena nella base militare Usa di Vicenza, al rientro da una missione Liberia, nell'Africa occidentale. Lo riferisce il sito della Cnn. Quando l'aereo con a bordo il generale Darryl Williams e' atterrato, i soldati sono stati accolti da militari italiani che "indossavano tute anti-contaminazione". Al momento nessuno dei soldati Usa ha mostrato sintomi del virus.

 Per far fronte all'epidemia di ebola "devono essere mobilitati 40.000 esperti" nel piu' breve tempo possibile. E' l'appello lanciato da Christos Stylianides, neo-designato coordinatore Ue per la lotta all'ebola, parlando durante la sua prima conferenza stampa dopo la nomina della settimana scorsa.
  Stylianides ha sottolineato che gli esperti che si recheranno nella regione "devono ottenere garanzia che saranno evacuati in caso di necessita'." Il coordinatore ha insistito che "lavorera' con gli Stati membri per organizzare le operazioni di evacuazione" del personale europeo potenzialmente affetto dalla malattia. Stylianides ha ribadito che i rischi di ebola "sono stati sottostimati" dalla comunita' internazionale, e che l'epidemia "rischia di estendersi ben oltre l'Africa Occidentale" se non si agisce presto e in modo efficace e coordinato. Funzionari della Commissione europea spiegano che "non tutti i 40.000 nuovi lavoratori devono essere necessariamente internazionali". Se riuscissimo a raggiungere la cifra di 5.000 esperti europei sarebbe un gran risultato," spiega un funzionario. Tuttavia, vista la carenza di personale addestrato nei paesi colpiti dall'epidemia, gli esperti sanitari locali "dovranno essere formati molto rapidamente," spiega l'alto funzionario Ue. La cifra di 40.000 esperti addizionali deriva dalla necessita' di mettere a disposizione in Liberia, Guinea e Sierra Leone un numero di "5.000 letti in piu'" nei prossimi due mesi. "Per ogni letto servono 8 esperti," spiega il funzionario.

Un bimbo di 5 anni e' stato messo in osservazione al Bellevue Hospital di New York per sintomi che ricordano quelli dell'ebola. Secondo l'emittente Abc, il piccolo – che e' tornato dalla Guinea sabato e aveva 39 di febbre – e' stato messo in isolamento ma non e' ancora stato sottoposto ai test e non e' in quarantena. Secondo il New York Post il bimbo vomitava ed e' stato trasportato dalla sua casa nel Bronx in ospedale dai servizi di emergenza. Il piccolo, sbarcato in Usa sabato notte insieme alla famiglia, e' stato ricoverato domenica.
  L'ospedale di Manhattan e' lo stesso dove e' gia' internato in isolamento il medico Craig Spencer, quarto caso di ebola in Usa e primo a New York. Il medico sembrerebbe migliorato lievemente, ma continua ad avere problemi gastrointestinali, che le autorita' sanitarie si aspettavano; e secondo i media americani e' cosciente e vigile. Dopo la diagnosi di ebola per il medico, anche lui appena rientrato dalla Guinea, sono stati messi in quarantena anche la fidanzata e due suoi amici, ma nessuno ha ancora manifestato sintomi sospetti. Potra' invece completare la quarantena a casa Kaci Hickox, l'infermiera americana messa in isolamento nel New Jersey dopo il suo arrivo' all'aeroporto di Newark dall'Africa occidentale.
  Lo ha annunciato il governatore Chris Christie sul suo profilo twitter. La donna ha accusato le autorita' aeroportuali di averla tenuta chiusa in una stanza per sette ore senza nulla da mangiare, se non una barretta di cereali, e aveva preannunciato una denuncia per violazione dei diritti civili e costituzionali.
  Una quarantena di 21 giorni e' stata imposta dai governatori di New York, New Jersey e Illinois per il personale medico di ritorno da Guinea, Liberia e Sierra Leone, i tre Paesi africani piu' colpiti da Ebola. La Florida ha imposto controlli giornalieri per tutto il periodo di possibile incubazione. Queste misura sono state criticate dalle autorita' sanitarie e la Casa Bianca sarebbe intervenuta per chiedere un ripensamento. Il governatore della Grande Mela, Andy Cuomo, ha gia' fatto sapere che quanti hanno avuto contatti con malati di ebola, ma non mostrano sintomi, potranno fare la quarantena in casa e verranno anche indennizzati per i mancati guadagni.
  Kaci Hickox aveva attaccato la quarantena obbligatoria in aeroporto, affermando che gli operatori sanitari non devono essere trattati come "criminali e prigionieri". La donna e' risultata per due volte negativa ai test ma dovra' comunque rimanere in isolamento per 21 giorni. "Ho visto bambini morire da soli, mentre il mondo si girava dall'altra parte e ho cercato di aiutarli", ha raccontato, "qui sono stata tenuta chiusa in una stanza per ore, al freddo, senza nessuno che mi dicesse nulla". 




BUSTO BENEDETTO XVI: PAPA FRANCESCO COMMOSSO

Redazione

E' grande il sentimento e la commozione che hanno pervaso Papa Francesco.  Papa Francesco si e' commosso oggi inaugurando il busto di Benedetto XVI (opera dello scultore Fernando Delia) nella sede della Pontificia Accademia delle Scienze. "Certo di Papa Benedetto – ha detto il successore – non si potra' mai dire che lo studio e la scienza abbiano inaridito la sua persona e il suo amore nei confronti di Dio e del prossimo, ma al contrario, che la scienza, la saggezza e la preghiera hanno dilatato il suo cuore e il suo spirito". "Mentre cadeva il velo dal busto, che gli Accademici hanno voluto nella sede della Pontificia Accademia delle Scienze in segno di riconoscimento e gratitudine – ha confidato Francesco – un'emozione gioiosa si e' fatta viva nella mia anima".
  Secondo bergoglio, infatti, "questo busto di Benedetto XVI rievoca agli occhi di tutti la persona e il volto del caro Papa Ratzinger. Rievoca anche il suo spirito: quello dei suoi insegnamenti, dei suoi esempi, delle sue opere, della sua devozione alla Chiesa, della sua attuale vita 'monastica'.
  Questo spirito, lungi dallo sgretolarsi con l'andare del tempo, apparira' di generazione in generazione sempre piu' grande e potente".




ELENA CESTE: RINVENUTI MANI E PIEDI DELLA DONNA

di Angelo Parca

Non sono finiti i colpi di scena ul caso di Elena Ceste il cui corpo è stato ritrovato a circa due chilometri da casa sua. Le ultime notizie ci dicono che sono stati rinvenuti altri resti del corpo di Elena Ceste, la donna scomparsa il 24 gennaio e trovata morta la scorsa settimana nell'Astigiano, sono emersi dal sopralluogo dei carabinieri. Scavando nel fango in cui è stato rinvenuto il cadavere, tra il fiume Tanaro e la ferrovia per Alba ormai in disuso, gli esperti hanno fatto venire alla luce le mani e i piedi della donna, oltre ad alcune vertebre. Il materiale è stato inviato alla medicina legale per essere esaminato. Questi altri particolari sono emersi dal sopralluogo effettuato ieri, sabato 25 ottobre, dai carabinieri.  Il materiale, si apprende da fonti vicine all'inchiesta, è stato inviato alla medicina legale per essere esaminato. Il sopralluogo dei carabinieri è stato coordinato da Francesco Romanazzi, direttore della medicina legale dell'ospedale di Alba (Cuneo), dove è stato effettuata l'autopsia. L'esame non ha rivelato segni evidenti di violenza. "Stiamo parlando troppo, c'è bisogno di più silenzio per non aumentare lo stress psicologico". E' l'appello di don Roberto Zappino, parroco di frazione Motta di Costigliole d'Asti, dove Elena Ceste viveva con la famiglia. "Tutto ciò che si dice può essere sbagliato", ha aggiunto il sacerdote, annunciando che andrà "presto a trovare la famiglia" della donna scomparsa il 24 gennaio e trovata morta sabato scorso nei campi non lontano da casa. Le cause della morte, dunque, sono ancora un mistero. Così come è ancora un mistero il motivo dell'improvvisa sparizione di questa madre di quattro figli. La denuncia fu presentata il giorno stesso, il 24 gennaio, dal marito, Michele Buoninconti, indagato per i reati di omicidio e occultamento di cadavere. "Mi aveva detto che non si sentiva bene – è stata la versione dell'uomo – e mi aveva chiesto che andassi a prendere i ragazzi a scuola". Da casa, Elena non aveva preso nulla, nemmeno il telefonino cellulare e la giacca. E l'auto era rimasta parcheggiata in cortile. Nel corso dei mesi si sono rincorse le ipotesi. C'era chi parlava di litigi, di ricatti, di relazioni con altri uomini, chi chiamava in causa una misteriosa donna gelosa, chi pensava che Elena fosse andata a Tenerife e chi si era convinto che si fosse rinchiusa in un convento di clausura: in particolare, nel monastero della Beata Vergine della Spina, non lontano da Costigliole. Sabato scorso il ritrovamento di un cadavere, dopo mesi di ricerche, in un campo non lontano da casa. A confermare che si trattava di quello di Elena è stato l'esame del dna. Ora per far luce sulle circostanze della sua morte bisognerà attendere l'esito degli esami tossicologici e istologici.




ELENA CESTE, AUTOPSIA: NON CI SONO FERITE EVIDENTI

di Angelo Barraco

Costigliole D'Asti – Questa mattina, presso l’ospedale di Alba (Cuneo), si è svolta l’autopsia sul corpo di Elena Ceste, la mamma di Costigliole D’asti. Fonti vicine all’inchiesta riferiscono che i resti di Elena Ceste non presentano ferite evidenti, nei prossimi giorni si avranno maggiori dettagli in merito e sono attesi anche i risultati degli esami tossicologici e istologici.

Intanto è stato effettuato un nuovo sopralluogo nel luogo in cui sono stati trovati i resti della donna. I carabinieri del comando provinciale di Asti sono tornati in quel campo per cercare nuovi indizi utili ai fini dell’indagine. Michele Buoninconti, marito di Elena Ceste, indagato per l’omicidio di quest’ultima, ha lasciato l’abitazione con i figli.
Vi terremo aggiornati sui prossimi risvolti.




ELENA CESTE: E' STATA FATTA UNA MAPPATURA DEI POZZI NELLA ZONA?

di Angelo Barraco

Michele Buoninconti è indagato nell’ambito dell’indagine per la morte di Elena Ceste. Il cadavere di Elena Ceste è stato rinvenuto in data 23/10/2014 all’interno di un canale di scolo che dista 2 Km di distanza da casa sua.

Nelle prossime ore verrà effettuata l’autopsia sul cadavere, che stabilirà le cause della morte e se effettivamente il cadavere è rimasto tutto questo tempo in quel canale di scolo.
E se non fosse rimasto tutto questo tempo lì? Il luogo in cui è stata trovata Elena è stato ispezionato a fondo durante le ricerche e nessuna traccia della donna è stata trovata da quelle parti.

Dobbiamo tener conto di un elemento fondamentale, il canale di scolo faceva parte di un lotto di terreno coltivato e custodito, nei luoghi di campagna è noto che vi sono pozzi. Non si può dunque escludere la possibilità che il corpo fosse stato in precedenza nascosto in un pozzo e soltanto successivamente posizionato all’interno del canale.  

Sarebbe quindi importante che nel corso delle indagini gli inquirenti non trascurassero di verificare se vi sono o meno pozzi in quella zona. Qualora vi fossero, uno di essi potrebbe conservare tracce organiche riconducibili ad Elena.


L’ipotesi appare suicidio illogica poiché quel canale conteneva una quantità di acqua irrisoria e poi quella zona era stata scandagliata in precedenza, quindi se il corpo si fosse trovato sempre lì, lo avrebbero scoperto molto prima.
Attendiamo l’esito dell’autopsia.
L’Osservatore D’Italia vi tiene aggiornati.