SONO SANTI E NON LO SANNO

Di Christian Montagna.

Napoli: è il dodici Novembre, sono le ore 8,30 e mi ritrovo a fronteggiare un freddo quasi glaciale, immerso nel più caldo dei piumoni e disperso nei sogni mattutini: “Drin Drin”- suona il telefono- “ Ciao sono la nonna, volevo farti tanti auguri di buon onomastico”. “Ah già, dimenticavo che oggi fosse il mio onomastico, grazie per avermelo ricordato nonna!”. Sono anni che la stessa scena si ripete e di sicuro la mia non è l’unica casa in cui accade. Da quando sto vivendo Napoli in maniera più costante, sto assaporando tutti i profumi e i sapori delle antiche tradizioni ormai decedute da tempo nella maggior parte d’Italia. A Roma ad esempio, la ricorrenza dell’onomastico è quasi scomparsa del tutto; nessuno lo ricorda né tantomeno lo festeggia per non parlare del nord Italia. La celebrazione tradizionale dei paesi cattolici e ortodossi, sin dall’antico Medioevo veniva praticata non solo in Italia ma anche in Inghilterra e nei paesi scandinavi, nonostante la religione di stato fosse protestante. Oggi invece, in Italia sta letteralmente scomparendo. Sarà che nel nostro paese c’è ben poco da festeggiare da almeno vent’anni, sarà che il distacco dalle tradizioni culturali antiche è sempre più netto, ma è il caso di dire che lo stivale ha sotterrato definitivamente la ricorrenza dell’onomastico e con essa secoli di cultura e tradizioni. Ma a Napoli no! E’ festa sempre! Un occasione per ritrovarsi, per festeggiare e scambiare dei regali. Un modo per fare “ammuina” come si dice in dialetto, e noi napoletani, sappiamo bene come farlo. E son soldi da spendere se per caso dovessi chiamarti Giuseppe o Gennaro! Le nostre care nonne, ci narrano, che tipica era l’usanza di preparare del cioccolato caldo il giorno dell’onomastico e servirlo a tutti coloro che venivano in casa a porgere gli auguri. Usanza però che ancora oggi permane, soprattutto nelle province del napoletano. Almeno un giorno all’anno dunque tocca essere Santi. Ma perché a Napoli è così sentita questa ricorrenza? La risposta è semplice: la scelta dei nomi per i figli appena nati, qui, è un affare di Stato: si interpellano antenati, si divorzia in caso di mancato accordo, si chiamano in causa avvocati, si consultano libri dei nomi, suoceri e zii, patroni e santi protettori. Come potrebbe dunque non essere importante e sentita la ricorrenza del nome? E se per caso, un destino beffardo e dei genitori con poco gusto dovessero affidare un nome adespoto, cioè che non coincida con nessun santo riconosciuto dalla Chiesa, nessun problema, ci penserà il Primo Novembre a donare ai più sfortunati la festività. Perché a Napoli anche il nome più arzigogolato deve poter festeggiare! A quanto pare però, al di fuori dei confini dello stivale ci sono altre realtà simili a quella campana: in Canada ad esempio, è molto sentita la festività di San Giuseppe; in Slovacchia sono ampiamente festeggiati e addirittura riportati su calendari e quotidiani. Nelle scuole il festeggiato distribuisce dolcetti e caramelle, mentre a casa, si brinda addirittura con torta e spumante! Insomma, che vi piaccia o no, ogni giorno, tirate giù il calendario e verificate che non dobbiate indossare l’aureola prima di uscire da casa, perché potreste essere Santi e non saperlo nemmeno!

 




NOTIZIE IN BREVE DALLA NAPOLI VIOLENTA – TERZO APPUNTAMENTO

di Christian Montagna

Napoli – Giunti al terzo appuntamento con la rubrica settimanale, stavolta analizziamo i casi di malasanità campani e la condizione degli ospedali a Napoli. Spesso resi famosi dai programmi televisivi, gli edifici che accolgono le strutture sanitarie campane sono risultate fatiscenti e in stato di abbandono. Soldi del Comune stanziati ma mai spesi correttamente e di conseguenza una sanità ballerina. Di recente in contatto con gli ospedali per la questione Ebola, ho avuto modo di parlare con dottori e dirigenti sanitari. Ebbene, la situazione non è sempre come quella che i nostri cari pennivendoli ci vogliono proporre. L’Ospedale Cardarelli di Napoli, ad esempio, in tempi record, ha predisposto la struttura secondo quanto richiesto dal Ministero della Salute. Non sempre dunque a Napoli le cose non funzionano. Certo, è più facile diffondere la notizia di un disservizio ma per fortuna non c’è soltanto quello! Il problema è che gli ospedali arrancano per mancanza di fondi che dovrebbero arrivare dallo Stato ma non ci sono; i Comuni dunque non possono sostenere le spese mediche ai cittadini e impongono il pagamento di un ticket: alla fine del gioco è sempre il cittadino che paga! Ma paghiamo per cosa? Dove vanno a finire le nostre tasse? Il problema richiederebbe un dibattito in stile manzoniano ma ve lo evito perché oggi è un giorno di festa! Altra cosa è invece quando si parla di malasanità poiché questa non accade soltanto a Napoli ma ovunque. “Errare humanum est” dicevano gli avi: quando c’è in ballo la vita di un essere umano bisognerebbe essere molto più attenti! Troppe volte dimenticanze, errori banali e incompetenza dei sanitari hanno causato morte e dolore. L’ultimo in ordine di tempo è il caso di Maria D’Ambrosio e la sua piccola Francesca, morte entrambe tra la sala parto e la sala operatoria dell’ospedale Sant’Anna di Boscotrecase lo scorso mercoledì. In seguito all’autopsia, non è stato riscontrato nulla che potrebbe giustificare il decesso. Eppure, qualcosa è accaduto; una mamma e la sua figlia appena nata non ci sono più! Si attenderanno gli esami istologici e tossicologici che potranno fornire informazioni riguardo la condizione di salute delle due vittime. Una malasanità che non guarda in faccia a nessuno: giovani mamme, neonati, adolescenti; può colpire proprio tutti. Ma possibile che non ci siano medici competenti? No, non è questa la motivazione.

I nostri medici sono tra i più richiesti al mondo, sono preparati e colti ma talvolta possono sbagliare. Il ramo in cui maggiormente si contano casi di malasanità è quello della chirurgia estetica. Operazioni giunte a buon termine ma con ripercussioni successive; interventi eseguiti in ambulatori privati senza mezzi di primo soccorso; operazioni prive di anestesia e dovuti esami precauzionali: insomma, pur di guadagnare, alcuni sanitari opererebbero anche in un porcile! E intanto, i pazienti muoiono… E’ accaduto di recente a Napoli che due giovani donne morissero in seguito ad un bendaggio gastrico; un ‘altra nel quartiere di Mergellina in seguito ad una liposuzione. Insomma, la schiera dei morti è in forte crescita e chissà quanto ancora si infoltirà, ma possibile che non si emani una legge che vieti tutti i tipi di interventi non in sicurezza totale? Vorrei dire una cosa agli abitanti dell’Olimpo: anziché pensare a riformare la legge elettorale, che in questo periodo è l’ultima delle priorità, cominciate a guardare sul serio i problemi della vostra nazione perché qui, si muore troppo spesso.

 




GRAVIDANZA: CONSIGLI UTILI PER L'ALIMENTAZIONE

A cura della Dottoressa Monia D’Amico –  Biologa Nutrizionista

La gravidanza è uno stato fisiologico in cui madre e figlio sono strettamente dipendenti l’uno dall’altro: l’alimentazione della futura mamma incide molto sulla salute del feto che ha in grembo.

Quando si programma una gravidanza è necessario prestare più attenzione alla propria alimentazione, migliorandola se necessario, badando  alla qualità e alla quantità di ciò che ingeriamo. Un’alimentazione adeguata è fondamentale per assicurare il corretto andamento della gravidanza, lo sviluppo e la crescita del feto e il buon esito della gravidanza stessa.

Il modello dietetico che meglio rispecchia le esigenze nutrizionali della donna in attesa e del suo feto prevede una ripartizione in 5 pasti al giorno prestando attenzione a non saltare nessun pasto specialmente gli spuntini che pur essendo piccoli come quantità permettono di aspettare i pasti principali senza arrivare troppo affamati. Questa ripartizione evita alla gestante di mangiare in modo continuo oppure di rimanere molto tempo a digiuno e inoltre assicura la giusta quantità di nutrienti ed energia al feto.

In termini di qualità la dieta dovrebbe essere il più possibile varia e racchiudere tutti i principi nutritivi.

E’ Preferibile un’alimentazione più naturale possibile in alternativa ai prodotti industriali raffinati, cibi pronti e troppo manipolati prima di essere ingeriti. I prodotti integrali ad esempio conservano meglio tutte le loro componenti anche quelle presenti in quantità minime come oligoelementi e vitamine.

I cereali integrali possibilmente biologici e coltivati senza utilizzo di prodotti chimici, come riso, orzo, frumento, avena, mais, miglio, segale dovrebbero far parte dell’alimentazione quotidiana come sostituti di pasta e pane bianchi che ancora detengono il primato. I cereali integrali possono essere consumati in chicchi oppure in fiocchi o farine dalle quali si può ricavare dell’ottimo pane.

Le Verdure di stagione, crude o cotte e dovrebbero essere presenti ogni giorno ad ogni pasto. Se consumate crude vanno lavate molto bene per evitare rischio di contaminazioni batteriche pericolose in gravidanza.

La Frutta fresca di stagione e la frutta secca come noci, mandorle, nocciole lontane dai pasti soprattutto per spuntini e colazione.

I Legumi che rappresentano una buona fonte di proteine già da soli ma assunti insieme ai cereali contengono  proteine di alta qualità come carne e pesce.

La Carne soprattutto magra come pollo e coniglio da consumare ben cotte. Evitare carni crude o poco cotte, salumi poco stagionati. Alcuni alimenti possono veicolare agenti patogeni come Listeria monocytogenes e Toxoplasma gondii, (carni crude, salumi,pesce, verdure) responsabili di patologie a carico del feto, altri alimenti possono veicolare germi responsabili di infezioni o tossinfezioni alimentari. E’ molto importante l’igiene delle mani dopo aver toccato alimenti crudi.

Il Pesce come sogliola, merluzzo, nasello, trota, palombo, dentice, orata e pesce azzurro.  Evitare pesce crudo, marinato e frutti di mare. Il tonno in scatola va bene ma non si deve eccedere nell’uso. Il pesce è importante perché oltre ad essere fonte di proteine di alta qualità che in gravidanza dovrebbero essere aumentate, è fonte di gli acidi grassi monoinsaturi e gli acidi grassi polinsaturi a lunga catena, in particolare della serie Omega-3, tra cui il più il più importante è il DHA presente nel pesce, soprattutto quello “azzurro”. Gli acidi grassi essenziali sono molto importanti sia per la madre che per la crescita e lo sviluppo del sistema nervoso centrale del neonato e servono, in particolare, alle strutture cerebrali e retiniche.

Il Latte, lo yogurt e i formaggi soprattutto freschi come mozzarella, ricotta, crescenza, robiola, caprino.

Uova ben cotte con moderazione.

Olio extravergine d’oliva da utilizzare a crudo.

 

Alcuni alimenti dovrebbero essere accuratamente evitati:

Zucchero bianco e dolci con grande quantità di zuccheri a causa dell’azione decalcificante sulla donna e sul feto.

Alcool che facilmente attraversa la placenta e rimane nel feto a concentrazioni elevate e per molto tempo a causa dell’incapacità del feto di metabolizzarlo. Questo accumulo può produrre malformazioni e ritardo mentale  del bambino.

Caffeina presente nel caffè, nel tè e nelle bevande a base di cola. La caffeina è una sostanza molto attiva farmacologicamente sul sistema nervoso e sui reni e facilmente può attraversare la placenta per arrivare nel circolo fetale  viene metabolizzata molto più lentamente nella donna gravida. Si può prendere caffè decaffeinato ottenuto solo con metodi naturali perché il decaffeinato normalmente contiene residui tossici derivati dai processi chimici di sottrazione della caffeina.

Dal punto di vista quantitativo è bene precisare che non sono previste modificazioni dell’apporto calorico della madre nel primo trimestre di gravidanza poichè la necessità di nutrimento dell’embrione è bassa. Dal secondo trimestre è previsto un minimo aumento delle calorie ingerite dalla madre giornalmente che non comporta un’imposizione assoluta ma piuttosto un assecondare il cambiamento dei propri bisogni. È bene ricordare che il fabbisogno aggiuntivo di energia in gravidanza e l’aumento auspicabile di peso va comunque stabilito individualmente e varia a seconda del peso pregravitico. Alcune persone potrebbero aver bisogno di incrementare più di altre l’apporto calorico giornaliero.

Dott.ssa Monia D’Amico Biologa Nutrizionista 3476003990

www.centropsicologiacastelliromani.it

piazza Salvatore Fagiolo n. 9




LAVORO, SCIOPERO SOCIALE: SI MANIFESTA IN 25 CITTA', L'ITALIA IN TUMULTO

Redazione

No alle politiche del governo Renzi e dell'Unione europea, no al jobs act, no alla legge di stabilita' e al piano di riforma della scuola. Sono tanti i motivi della protesta di Cobas, Cub, Usi e Adl Cobas che hanno proclamato per oggi lo "sciopero generale e sociale" del lavoro pubblico e privato.

Cortei e manifestazioni si terranno in circa 25 citta' italiane, con la partecipazione dei centri sociali, dei coordinamenti dei precari e dei piccoli lavoratori autonomi, delle organizzazioni studentesche. Picchetti, sit-in e azioni in luoghi significativi" per 24 ore, annuncia il sindacato.

Per Susanna Camusso la 'partita' sul Jobs act "non e'assolutamente chiusa" dopo l'accordo tra Matteo Renzi e la minoranza Pd. "L'abbiamo detto dal 25 ottobre: non e' un voto di fiducia che cambiera' il nostro orientamento e la nostra iniziativa", ha aggiunto il segretario generale della Cgil, al suo arrivo al corteo della Fiom a Milano. "Non ci pare che con quella mediazione ci sia una risposta per mantenere la difesa dei diritti che noi facciamo", ha aggiunto Camusso, rispondendo a chi le chiedeva dell'accordo con la minoranza Pd sul Jobs act.

"Si tratta del primo sciopero che dura veramente 24 ore – fa notare il portavoce Cobas Piero Bernocchi – e nelle principali citta' le iniziative si susseguiranno nell'arco di tutta la giornata, fino alla mezzanotte".

A Roma, il corteo e' partito da piazza della Repubblica, passando davanti al ministero dell'Economia e si concludera' a piazza Vittorio. Nella mattinata, sit in davanti alla direzione generale di Telecom e di Poste; nel pomeriggio presidi al ministero dell'Istruzione e davanti ad alcuni grandi centri commerciali.

A Milano, dove si svolgera' anche il corteo della Fiom, il concentramento e' a largo Cairoli alle 9,30.

A Napoli, l'appuntamento e' a piazza Garibaldi. "Saranno manifestazioni pacifiche – assicura Bernocchi – La novita' e' che si e' diffuso un 'laboratorio dello sciopero' e in alcune citta', come la Capitale e Napoli, le iniziative previste saranno una dozzina. Questo anche grazie allo schieramento in campo, fatto di tante persone, studenti, lavoratori, precari, disoccupati che rifiutano le politiche liberiste e di austerita'".




RIFORMA LAVORO: IL PD APRE ALLA MINORANZA INTERNA

Redazione

Roma – Non sembra che i tempi siano ancora maturi in tema di lavoro. Bisogna trovare la quadra e se Renzi apre alla minoranza del Pd c'è subito Ncd che s'infuria. Non è facile. Il Pd annuncia la svolta, ma la cosa non fila liscia: il Jobs Act continua a dividere e l'incertezza ad imperare. E' il capogruppo dei democratici alla Camera, Roberto Speranza, a far sapere che le cose sono cambiate, dopo le rigidita' sul delicato tema del lavoro che si sono registrate nei giorni scorsi. Ma soprattutto dopo le decisioni di ieri sera della direzione del partito. "Non ci sara' fiducia sul testo della delega lavoro approvata dal Senato, si lavorera' in commissione per alcune modifiche e poi si votera'", sono le sue parole.

L'intesa, raggiunta all'interno del partito di maggioranza relativa, prevede un esame della commissione della Camera per giungere a modifiche condivise rispetto al testo uscito da Palazzo Madama.
  Parole che sembrano un'apertura anche alle esigenze della minoranza interna del partito, distillate nelle parole di Stefano Fassina: "Abbiamo insistito sulle modifiche del job act che cosi' come e' rischia di aggravare solo la precarieta'.
  Mettere una fiducia in bianco su una delega che riguarda i diritti fondamentali dei lavoratori diventa a mio parere un problema di rilievo costituzionale". Tutto risolto, dunque? Qualcuno non ci sta, ed e' qualcuno che siede stabilmente nella maggioranza. E che ieri, per tweet di Angelino Alfano, aveva plaudito all'accordo rilanciato tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Usando sempre un tweet, la parigrado di Speranza sul versante dell'Ncd, Nunzia Di Girolamo, mette in guardia: "Spieghiamo a Speranza che il Parlamento non e' il luogo di ratifica della direzione Pd". Tradotto: ci vuole un confronto. Piu' esplicito Maurizio Sacconi, che per lo stesso partito della Di Girolamo e' esperto di lavoro e dintorni. "Il Pd non ha ancora la maggioranza assoluta nelle due Camere. Il Nuovo Centrodestra vuole discutere ora in una riunione di maggioranza le eventuali modifiche alla delega". Insomma, ci sara' ancora da discutere.




L’ONOMASTICO, TRA CULTURA E TRADIZIONE: SONO SANTI E NON LO SANNO

di Christian Montagna

Napoli: è il dodici Novembre, sono le ore 8,30 e mi ritrovo a fronteggiare un freddo glaciale, immerso nel più caldo dei piumoni a mia disposizione e disperso nei sogni mattutini: “Drin Drin”- suona il telefono- “ Ciao sono la nonna, volevo farti tanti auguri di buon onomastico”. “Ah già, dimenticavo che oggi fosse il mio onomastico, grazie per avermelo ricordato nonna!”. Sono anni che la stessa scena si ripete e di sicuro la mia non è l’unica casa in cui accade. Da quando sto vivendo Napoli in maniera più costante, sto assaporando tutti i profumi e i sapori delle antiche tradizioni ormai decedute da tempo nella maggior parte d’Italia. A Roma ad esempio, la ricorrenza dell’onomastico è quasi scomparsa del tutto; nessuno lo ricorda né tanto meno lo festeggia per non parlare del nord Italia. La celebrazione tradizionale dei paesi cattolici e ortodossi, sin dall’ antico Medioevo veniva praticata non solo in Italia ma anche in Inghilterra e nei paesi scandinavi, nonostante la religione di stato fosse protestante. Oggi invece, in Italia sta letteralmente scomparendo. Sarà che nel nostro paese c’è ben poco da festeggiare da almeno vent’ anni, sarà che il distacco dalle tradizioni culturali antiche è sempre più netto, ma è il caso di dire che lo stivale ha sotterrato definitivamente la ricorrenza dell’onomastico e con essa secoli di cultura e tradizioni. Ma a Napoli no! E’ festa sempre! Un occasione per ritrovarsi, per festeggiare e scambiare dei regali. Un modo per fare “ammujna” come si dice in dialetto, e noi napoletani, sappiamo bene come farlo. E son soldi da spendere se per caso dovessi chiamarti Giuseppe o Gennaro! Le nostre care nonne, ci narrano, che tipica era l’usanza di preparare del cioccolato caldo il giorno dell’onomastico e servirlo a tutti coloro che venivano in casa a porgere gli auguri. Usanza però che ancora oggi permane, soprattutto nelle province del napoletano. Almeno un giorno all’ anno dunque tocca essere Santi. Ma perché a Napoli è così sentita questa ricorrenza? La risposta è semplice: la scelta dei nomi per i figli appena nati, qui, è un affare di Stato: si interpellano antenati, si divorzia in caso di mancato accordo, si chiamano in causa avvocati, si consultano libri dei nomi, suoceri e zii, patroni e santi protettori. Come potrebbe dunque non essere importante e sentita la ricorrenza del nome? E se per caso, un destino beffardo e dei genitori con poco gusto dovessero affidare un nome adespoto, cioè che non coincida con nessun santo riconosciuto dalla Chiesa, nessun problema, ci penserà il Primo Novembre a donare ai più sfortunati la festività. Perché a Napoli anche il nome più arzigogolato deve poter festeggiare! A quanto pare però, al di fuori dei confini dello stivale ci sono altre realtà simili a quella campana: in Canada ad esempio, è molto sentita la festività di San Giuseppe; in Slovacchia sono ampiamente festeggiati e addirittura riportati su calendari e quotidiani. Nelle scuole il festeggiato distribuisce dolcetti e caramelle, mentre a casa, si brinda addirittura con torta e spumante! Insomma, che vi piaccia o no, ogni giorno, tirate giù il calendario e verificate che non dobbiate indossare l’aureola prima di uscire da casa, perché potreste essere Santi e non saperlo nemmeno!

 




ELENA CESTE: RIFLETTORI PUNTATI SU MICHELE BUONICONTI

C.R. 

Costigliole D'Asti – Elena Ceste non si è uccisa, Elena Ceste non ha volutamente abbandonato i suoi figli, Elena Ceste conduceva una vita tranquilla, forse troppo, accanto ad un uomo che potrebbe essere stato il suo carnefice. Pero ora è l’unico iscritto nel registro degli indagati per omicidio.

Intanto la Procura di Asti avrebbe commissionato una perizia psicologica sulla personalità del marito di Elena.

Lo psicologo, che avrebbe firmato la perizia, nelle carte avrebbe definito il marito di Elena come un uomo dalla personalità “anaffettiva”.

Si intende per anaffettività l'incapacità da parte dell'individuo di provare o produrre affetti. Si tratta in pratica della condizione di assenza di affettività intesa come la totalità dei processi emotivi. Più in generale quindi trattasi di incapacità, più o meno patologica, di provare emozioni o di esprimere le emozioni che si riescono a provare e che quindi restano represse e non espresse.

Sicuramente non è un particolare da sottovalutare l’annotazione della scomparsa di Elena sull’agenda del marito: Michele, sul suo diario ove annotava tutte le sue attività quotidiane, nella pagina del 24 gennaio scrive: “scomparsa Elena”. E l’annotazione compare accanto alla pagina del 23 di gennaio, ove, invece, il marito della Ceste aveva appuntato alla lettera la vendita di uova, galline ed insalate.

L’annotazione della scomparsa di Elena appare “fredda”, come se ci fosse stato bisogno di appuntarsi che sua moglie era sparita. Certamente la scomparsa della propria moglie non può essere paragonata alla vendita di galline.

Intanto sui vari programmi Tv di approfondimento si discute sulla violenta condotta di Buoninconti che ha aggredito e malmenato un operatore e una giornalista di Porta a Porta. A dimostrarlo un video, mandato in onda per denunciare il comportamento del marito della povera Elena.

L’accadimento potrebbe denotare un’indole violenta di Michele o il rovinoso crollo psicologico di un uomo assolutamente provato e sotto pressione, i Carabinieri indagano sull’accaduto.

Gli esami tossicologici sul corpo di Elena, ricordiamo, hanno escluso che la donna facesse uso di psicofarmaci e hanno escluso l’avvelenamento, sulla scorta di tali accertamenti, nonché delle indagini investigative, si scarta completamente l’ipotesi del suicidio.

Chi ha ucciso Elena Ceste? Continueremo a tenervi aggiornati. 




GIORGIO NAPOLITANO SI DIMETTE? L'UOMO DEL COLLE HA DETTO "NI"

Redazione

La presidenza della Repubblica non ha "ne' da smentire ne' da confermare nessuna libera trattazione" sul tema dell'ipotesi di dimissioni del Capo dello Stato,Giorgio Napolitano. Lo si legge in una nota dell'ufficio stampa del Quirinale. 

Erano noti da tempo "i limiti e le condizioni – anche temporali – entro cui" Giorgio Napolitano accettava il nuovo mandato", spiega la nota e cio' – si sottolinea – "non gli ha impedito e non gli impedisce di esercitare nella loro pienezza tutte le funzioni attribuitegli dalla Costituzione, tenendo conto anche della speciale circostanza della Presidenza italiana del semestre europeo".

Restano esclusiva responsabilita' del Capo dello Stato – si legge nel comunicato – il bilancio di qeusta fase di straordinario prolungamento e di conseguenza le decisioni che riterra' di dover prendere. E delle quali come sempre offrira' ampia motivazione alle istituzioni, allì'opinione pubblica, ai cittadini".

"I giornali hanno dato ampio spazio a ipotesi e previsioni relative alle eventuali dimissioni del presidente della Repubblica". "In realta', i termini della questione – si precisa – sono noti da tempo. Il presidente della Repubblica, nel dare la sua disponibilita' – come da molte parti gli si chiedeva – alla rielezione che il 20 aprile 2013 il Parlamento generosamente gli riservo' a larghissima maggioranza, indico' i limiti e le condizioni – anche temporali – entro cui egli accettava il nuovo mandato".




RIFORMA PROCESSO CIVILE: ADESSO E' LEGGE, ECCO TUTTI I CAMBIAMENTI

Redazione

Aggredire direttamente l'arretrato agevolando, con una normativa ad hoc, il trasferimento in sede arbitrale dei procedimenti civili pendenti anche in appello, favorire lo smaltimento dell'arretrato, bloccando a monte l'afflusso di cause con l'introduzione del nuovo istituto della negoziazione assistita, implementare la funzionalita' del processo esecutivo. E' la triplice strategia di intervento messa in atto con il disegno di legge sul processo civile, approvato in via definitiva dalla Camera.

Queste le nuove misure nel dettaglio:

DECISIONI DELLE CAUSE PENDENTI MEDIANTE IL TRASFERIMENTO IN SEDE ARBITRALE FORENSE – Sia nelle cause civili pendenti in primo grado che in appello, le parti potranno congiuntamente richiedere di promuovere un procedimento arbitrale. Le cause che consentono il trasferimento alla sede arbitrale non devono avere ad oggetto diritti indisponibili, ne' vertere in materia di lavoro, previdenza e assistenza sociale, salvo che nell'ipotesi in cui l'opzione arbitrale sia prevista dai contratti collettivi. Gli arbitri dovranno essere individuati tra gli avvocati iscritti all'albo del circondario da almeno tre anni e che si siano resi disponibili con dichiarazione fatta al Consiglio dell'ordine circondariale sulla base di criteri di selezione predeterminati e automatizzati da individuarsi in sede regolamentare. E' previsto un contenimento dei compensi degli arbitri da stabilirsi con decreto ministeriale.

CONCILIAZIONE CON L'ASSISTENZA DEGLI AVVOCATI (NEGOZIAZIONE ASSISTITA) – La convenzione di negoziazione assistita da avvocati e' un accordo mediante il quale le parti, che non abbiano adito un giudice o si siano rivolte ad un arbitro, convengono di cooperare in buona fede e con lealta' per risolvere la controversia tramite l'assistenza dei propri avvocati in via amichevole. Viene valorizzata la figura del professionista avvocato: a lui e' attribuito il potere di autentica delle sottoscrizioni apposte alla convenzione, per la quale e' prevista, a pena di nullita', la forma scritta. Poteri di certificazione sono espressamente conferiti agli avvocati designati per la negoziazione: l'autografia della firma apposta in calce all'invito, la dichiarazione di mancato accordo. L'intervento normativo prevede il regime di improcedibilita' delle domande giudiziali quando sia in corso una procedura di negoziazione assistita in determinate materie (controversie in materia di risarcimento del danno da circolazione di veicoli e natanti e domande di pagamento a qualsiasi titolo di somme non eccedenti 50mila euro).
 

NEGOZIAZIONE ASSISTITA NELLE CAUSE DI SEPARAZIONE E DIVORZIO – Sono previste convenzioni di negoziazione assistita da avvocati in tema di separazione personale, di cessazione degli effetti civili o di scioglimento del matrimonio (nei casi di avvenuta separazione personale), di modifica delle condizioni di separazione o di divorzio. La procedura e' possibile sia in assenza che in presenza di figli minori, di figli maggiorenni portatori di handicap grave e di figli maggiorenni non autosufficienti: nel primo caso l'accordo concluso e' vagliato esclusivamente dal procuratore della Repubblica; nel secondo caso (figli minori o non autosufficienti), al vaglio del pm si aggiunge il possibile passaggio dinanzi al presidente del Tribunale. L'accordo raggiunto a seguito di negoziazione assistita da avvocati e' equiparato ai provvedimenti giudiziali che definiscono i procedimenti di separazione personale, di cessazione degli effetti civili o di scioglimento del matrimonio, di modifica delle condizioni di separazione o di divorzio.

SEMPLIFICAZIONI DEI PROCEDIMENTI DI SEPARAZIONE O DIVORZIO – I coniugi potranno comparire innanzi all'ufficiale dello stato civile del Comune per concludere un accordo di separazione o di scioglimento del matrimonio o di cessazione degli effetti civili o, infine, di modifica delle condizioni di separazione o di divorzio. L'assistenza dei difensori non e' obbligatoria.
  Tale modalita' semplificata e' a disposizione dei coniugi solo quando non vi sono figli minori o portatori di handicap grave o economicamente non autosufficienti e a condizione che l'accordo non contenga atti con cui si dispone il trasferimento di diritti patrimoniali. Al fine di promuovere una maggiore riflessione sulle decisioni in questione, e' stato previsto un doppio passaggio dinanzi al sindaco in qualita' di ufficiale di Stato civile a distanza di 30 giorni.
 

CHI PERDE RIMBORSA LE SPESE DEL PROCESSO – Per disincentivare l'abuso del processo, viene previsto che la compensazione potra' essere disposta dal giudice solo nei casi di soccombenza reciproca ovvero di novita' assoluta della questione trattata o mutamento della giurisprudenza rispetto alle questioni dirimenti.
 

PASSAGGIO DAL RITO ORDINARIO AL RITO SOMMARIO: LE CAUSE SEMPLICI RICHIEDONO UN PROCESSO SEMPLICE – Le cause meno complesse e per la cui decisione e' idonea un'istruttoria semplice passeranno d'ufficio, previo contraddittorio anche mediante trattazione scritta, dal rito ordinario di cognizione al rito sommario, garantendo cosi' una piena intercomunicabilita' tra i due modelli di trattazione.
 

SOSPENSIONE DEI TERMINI E FERIE DEI MAGISTRATI – Nuovi termini di sospensione feriale dei procedimenti: il periodo feriale nei tribunali sara' dall'1 al 31 agosto (non piu' fino al 15 settembre). Rivista anche la disciplina della durata del periodo annuale di ferie di tutti i magistrati professionali e degli avvocati e procuratori dello Stato, fissata in 30 giorni.
 

RITARDO NEI PAGAMENTI: CHI NON PAGA VOLONTARIAMENTE I PROPRI DEBITI DOVRA' PAGARE DI PIU' – In coordinamento con la disciplina comunitaria sui ritardi nei pagamenti relativi alle operazioni commerciali, e' previsto uno specifico incremento del saggio di interesse moratorio dal momento della proposizione della domanda giudiziale.
 

RICERCA CON MODALITA' TELEMATICHE DEI BENI DA PIGNORARE: IL CREDITORE DEVE POTER CONOSCERE TUTTI I BENI DEL SUO DEBITORE – L'intervento in materia di ricerca dei beni da pignorare punta a migliorare l'efficienza dei procedimenti di esecuzione mobiliare presso il debitore e presso terzi, in linea con i sistemi ordinamentali di altri Paesi europei. La strada seguita e' quella dell'implementazione dei poteri di ricerca dei beni dell'ufficiale giudiziario: questi avra' accesso diretto nelle banche dati pubbliche contenenti informazioni rilevanti ai fini dell'esecuzione, in primo luogo l'anagrafe tributaria, compreso l'archivio dei rapporti finanziari. L'accesso dell'ufficiale giudiziario alle banche dati avra' luogo esclusivamente su autorizzazione del presidente del tribunale o di un giudice da lui delegato, al fine di soddisfare le esigenze di tutela della riservatezza connesse a tale operazione di ricerca dei beni da pignorare.

MISURE DI SEMPLIFICAZIONE DEL PROCESSO ESECUTIVO – Eliminazione dei casi in cui la dichiarazione del terzo debitore va resa in udienza: la dichiarazione sara' resa dal terzo in ogni caso a mezzo lettera raccomandata o posta elettronica certificata; Provvedimenti circa i mobili estranei all'esecuzione per rilascio: viene delineato uno specifico procedimento che, in sede di rilascio, l'ufficiale giudiziario deve seguire al fine di liberare l'immobile dai beni mobili in esso eventualmente rinvenuti e che non debbono essere consegnati. Infruttuosita' dell'esecuzione: viene introdotta una fattispecie di chiusura anticipata del processo esecutivo per infruttuosita' quando risulta che non e' piu' possibile conseguire un ragionevole soddisfacimento delle pretese dei creditori, anche tenuto conto dei costi necessari per la prosecuzione della procedura, delle probabilita' di liquidazione del bene e del presumibile valore di realizzo; Nuove modalita' di pignoramento degli autoveicoli.

TRASPARENZA ED EFFICIENZA DEI FALLIMENTI, DEI CONCORDATI PREVENTIVI E DELLE ESECUZIONI SUGLI IMMOBILI – Con la finalita' di consentire al giudice di esercitare un controllo efficace sullo stato delle procedure concorsuali, si prevede a carico del curatore, del liquidatore o del commissario giudiziale l'obbligo di elaborazione e di deposito del rapporto riepilogativo finale, da redigere in conformita' a quanto gia' previsto dalla legge fallimentare. L'intervento evitera' le numerosissime condanne per violazione della ragionevole durata del processo.

INTERVENTO CORRETTIVO IN MATERIA DI GEOGRAFIA GIUDIZIARIA DEGLI UFFICI DEI GIUDICI DI PACE – Ripristinato l'ufficio del giudice di pace di Barra (Napoli) e istituito l'ufficio del giudice di pace di Ostia (Roma).




PAURA DI MORIRE

a cura della dott.ssa Vanessa Tartaglia, Psicologa e Psicoterapeuta 

"Non ho paura di morire. E' solo che non vorrei essere li quando questo succede"  Woody Allen  

La paura della morte affligge milioni di persone in tutto il mondo soprattutto in certi paesi industrializzati in cui l'aspettativa di vita è molto elevata sia in termini di qualità che di durata.

La tanatofobia è la paura della morte, delle cose morte o di qualsiasi altra cosa ad essa associata. Questo disturbo è spesso associato con altre problematiche quali l'ansia, gli attacchi di panico, la depressione e l'ipocondria.

Tutte le paure originano da una fondamentale che è la paura della morte, dalla consapevolezza che un giorno moriremo. Questo è l'elemento irrisolvibile che crea tutte le altre paure. Se pensiamo a cosa ci spaventa effettivamente della morte, probabilmente vedremo che è il nulla, l’ignoto, il vuoto, l’idea che di noi non resti niente, la fine di tutto, la perdita degli affetti, dell’amore, delle emozioni che la vita ci regala, ma soprattutto la sua ineluttabilità e il fatto che sfugge ad ogni controllo razionale. Pur essendo naturale, proprio per queste sue caratteristiche, può diventare una patologia nel momento in cui il pensiero della morte è così intenso e invadente da condizionare la vita del soggetto impedendo a chi la vive di agire, di scegliere, di cambiare, di vivere.

La paura della morte sopraggiunge, spesso, prima di andare a dormire, perché legata a quella “morte temporanea”, intesa come assenza di sé, che è il sonno. 

La paura della morte può manifestarsi come paura della propria morte o come paura di perdere una persona cara, pur trattandosi dello stesso disturbo può cambiare il modo in cui si manifesta.

 

Quando si manifesta la paura di morire?

La paura della morte è comune alla maggior parte delle culture e varia a seconda dell’età di un individuo, i bambini pensano di non morire, che muoiano gli altri e parlano della morte praticamente senza timore, anzi spesso la esorcizzano nel gioco, la paura subentra con la crescita quando il ragazzo prende consapevolezza dei propri limiti e sente di perdere la, rassicurante, protezione dei genitori;  nella pre-adolescenza iniziano i primi timori legati alla morte…si prende consapevolezza che la morte è inevitabile per tutti. Queste paure aumentano sempre più finché nell’età adulta si arriva a considerare la morte un vero e proprio tabù, la si esorcizza al punto di evitare di parlarne può però diventare una fobia in seguito ad trauma. Si può avere paura della morte provocata dalle malattie più comuni come l'infarto, il cancro e che la morte li colga all'improvviso senza che ricevano soccorso.

Ci sono condizioni particolari durante le quali si può sviluppare la tanatofobia come ad esempio durante la gravidanze la gestante può essere colpita da attacchi d'ansia associati alla paura di morire durante il parto o alla paura di perdere il bambino.

In vecchiaia, quando l'individuo diventa cosciente del proprio decadimento fisico, la paura della morte, può diventare patologica e spesso si presenta associata ad ipocondria.

 

Come superare la paura di morire

I bambini ed i ragazzi, in assenza di condizioni familiari difficili e di fobie patologiche, superano la paura della morte senza difficoltà.

Se la tanatofobia si sviluppa all'inizio della gravidanza spesso si risolve spontaneamente con il parto, se invece, si sviluppa verso la fine della gravidanza può protrarsi anche dopo la nascita del bambino.

Nell'anziano lo svilupparsi della tanatofobia è dovuto ad un reale avvicinarsi della fine, alla consapevolezza del fatto che la nostra vita ha una durata e che gran parte di essa l’abbia già vissuta, in questo caso ha bisogno, più di prima, di attenzioni ed affetto.

Per quanto riguarda la tanatofobia in età adulta la psicoterapia è la cura più efficace. Scopo della terapia psicologica è comprendere quali siano le cause dell'insorgenza della fobia innanzitutto cercando di capire se quella del soggetto è una paura localizzata e superficiale, legata a un trauma specifico, oppure se è una paura di tipo esistenziale, più profonda. In quest’ultimo caso dietro a quella paura c'è un'insicurezza di fondo, una mancanza di autostima e dunque la terapia psicologica consisterà nel risalire all’origine di questo stato di crisi. La psicoterapia può essere affiancata, in alcuni casi, dalla terapia farmacologica che aiuta a controllare i sintomi.

La terapia farmacologica consiste nell'assunzione di antidepressivi quali il Nefazodone o le Benzodiazepine, hanno un effetto più immediato ma effetti collaterali quali vomito, sonnolenza e dipendenza.

 

Contatti: 

Dott.ssa Vanessa Tartaglia

Psicologa-Psicoterapeuta

Cell.3388558488 email: dott.vanessatartaglia@cpcr.it

www.centropsicologiacastelliromani.it

p.zza Salvatore Fagiolo n. 9 00041 Albano laziale




ELENA CESTE: TROPPI MISTERI INTORNO AL TELO RITROVATO VICINO AL CORPO

di Angelo Barraco

Costignole D'Asti – Elena Ceste e i tanti interrogativi che avvolgono il mistero della sua morte. E’ possibile che il telo ritrovato non distante dal suo corpo abbia avvolto Elena? Chi l'ha Visto? mette in evidenza come altri teli sono conservati accatastati a casa di Elena. Sono stati esaminati?

Un’altra novità è la bottiglietta: si evince, tramite video, che la scientifica ha repertato una bottiglietta trovata accanto al corpo di Elena.

E in tutto questo si cercano di avere più dettagli sui motivi che avrebbero spinto la procura ad indagare Michele.

Bisogna escludere a priori che Elena si possa essere uccisa in quei pochi centimetri d’acqua e bisogna escludere i presunti amanti poiché i conoscenti o amici di Elena hanno un alibi di ferro.
Michele è stato indagato prima che uscissero i risultati dell’autopsia.

Ci sono diversi elementi discordanti tra loro. 
Elena riscopre un vecchio amico d’infanzia, e forse Michele intuisce qualcosa.
Michele a gennaio, dice, di aver scoperto alcuni sms sul telefonino di Elena. E qui cosa accade?
La mattina della scomparsa di Elena, Michele viene avvistato per le vie della città e ciò è documentato.
Arrivato a casa la cerca e va subito da Marilena, la vicina, prima però la chiama ma non fa cenno dei vestiti.
Alle 9:00 circa va sul luogo dove è stato trovato il corpo. Insomma va proprio a cercarla in quei posti. Michele conosce bene quelle zone, Michele crea un alone di sospetto anche agli occhi di Marilena e l’allontana.

Poi il marito di Elena racconta in modo confusionario di aver trovato gli occhiali, versione diversa invece confesserà a Don Roberto, a cui riferisce invece di aver ritrovato gli occhiali in mezzo ai vestiti.
Qual è la verità? Attendiamo novità in merito. Vi terremo aggiornati