REGIONE SICILIA:TROPPI SPRECHI. DOVE SI VA?

di Angelo Barraco

In un momento così delicato, come quello che stiamo vivendo, il primo pensiero di ogni politicante, governatore, presidente dovrebbe essere quello di tutelare e salvaguardare l’area da esso governata evitando sprechi inutili, riducendo eccessi e mettendo in primo piano l’interesse del popolo. Ma in Sicilia tale concetto è utopico, molto ma molto lontano rispetto alla realtà dei fatti. Analizziamo come si è evoluta la situzione in Sicilia, da fine gennaio ad oggi è successo questo: l’assessore al Bilancio Alessandro Baccei propone di fare dei tagli sui costi della politica “equiparandoli al resto d’Italia”, Crocetta invece? Crocetta dice NO! Crocetta dice no perché sostiene che “Gli amministratori rischiano e fanno sacrifici”. Per Crocetta gli stipendi di sindaci e consiglieri comunali, in Sicilia, non vanno toccati! Baccei e Crocetta si trovano agli antipodi, il primo, assessore al Bilancio, vuole mettere a posto i conti della Regione Sicilia e il suo invito a sistemare tale situazione è stato reclamato da Graziano Delrio e Matteo Renzi. L’altro invece, Crocetta, continua ad essere ottimista sulla situazione della Sicilia. Da tempo ci si chiede: ma perché il consiglio comunale di Palermo deve costare un milione di euro in più (5 milioni e centomila euro) rispetto a Milano che ha una popolazione superiore? Perché i consiglieri comunali e i sindaci devono essere in numero superiore rispetto alle altre città del nord Italia che contano un numero superiore di cittadini? Il piano di Baccei è semplice, propone di cancellare 1.231 consiglieri comunali e 674 assessori.

La polemica. Si punta anche ad un taglio sui gettoni di presenza, ed è proprio questo il punto che ha fatto scaturire polemica. Crocetta a tal proposito dice testuali parole: “Ho fatto il sindaco e so quali sono i loro sacrifici e i rischi che corrono. Rischi che derivano dal confronto quotidiano con le categorie più disagiate e dal controllo sugli atti amministrativi da parte della Corte dei conti. Il tutto a fronte di stipendi che spesso non superano quello di un operaio”.

Giancarlo Cancelleri (Movimento 5 Stelle) sostiene il piano di Baccei commentando così: “I deputati sanno che il governo Renzi punta a equiparare gli stipendi dei consiglieri regionali a quelli dei sindaci del capoluogo della Regione: tagliando lo stipendio di Leoluca Orlando rischiano inavvertitamente di auto tagliarsi la loro busta paga, penso che lo stipendio dei deputati regionali vada tagliato ancora rispetto al tetto stabilito dal decreto Monti: i sindaci però li tutelerei. Lavorano molto più dei deputati, rischiano di più: Baccei e Crocetta dovrebbero tagliare gli stipendi ai deputati, abbassandoli almeno cinquemila euro al mese”.

Crocetta si trova ad un bivio: O ignora le richieste di Baccei e del governo centrale, oppura varare una spending review, spaccando nuovamente la maggioranza.  Pochi giorni è avvenuto un incontro tra Crocetta, l’assessore al bilancio Baccei, il sottosegretario Graziano Delrio, i ministri dell’economia e dell’ambiente Pier Carlo Padoan e Luciano Galletti. L’incontro, come dicono loro, era finalizzato a stabilire tre tavoli di lavoro congiunti tra Regione siciliana e governo nazionale. Dopo qualche ora arriva una novità inaspettata, il premier Matteo Renzi ha deciso di commissionare la Sicilia affermando ufficialmente che: “Ieri ho fatto una riunione sugli impianti di depurazione per la Sicilia: c’è più di un miliardo di euro tecnicamente fermo ed è ingiusto e inaccettabile. Il commissariamento è l’unica strada e ho chiesto di procedere rapidamente senza guardare in faccia nessuno” dice Renzi nella sua enews. Il governatore Crocetta, fermo ancora ai tre tavoli tecnici stabiliti nella riunione di ieri, casca dalle nuvole.” Cambierà qualcosa? Vedremo!




DENUNCIATI 36 PILOTI DAGLI STIPENDI D'ORO: CASSINTEGRATI IN ITALIA MA OPERATIVI ALL'ESTERO

Redazione

In Italia risultavano in cassa integrazione, e per questo percepivano dall'Inps un'indennità fra i 3 e gli 11mila euro mensili; ma all'estero lavoravano regolarmente per altre compagnie aeree percependo uno stipendio tra i 13 e i 15 mila euro. Per questo 36 piloti italiani sono stati denunciati dalla guardia di finanza di Roma. L'inchiesta non è chiusa, e le Fiamme gialle stanno valutando la posizione di un migliaio di persone.Le indagini della guardia di finanza di Roma e del gruppo di Fiumicino hanno accertato una truffa ai danni dello Stato per 7 milioni e mezzo di euro: i 36 piloti, tutti italiani e tutti con esperienze di volo sugli aerei di linea, erano stati messi in cassa integrazione e in mobilità e per questo percepivano l'indennità Inps. Disoccupati per l'Italia, i piloti lavoravano però regolarmente per compagnie estere. E per continuare a fruire degli ammortizzatori sociali, sostiene la Gdf, fin dal 2009 avevano o "dimenticato" di comunicare il nuovo lavoro all'Inps o presentato false dichiarazioni in cui sostenevano di non avere altri rapporti di lavoro.

Le indagini sono partite seguendo le tracce lasciate da un pilota in cassa integrazione, che lavorava per una scuola di volo di Roma, e si sono allargate agli altri piloti, individuati grazie all'incrocio dei dati forniti dallo stesso Inps con le informazioni ottenute dalle compagnie straniere che fanno scalo in Italia.

Dagli accertamenti è emerso che oltre alle indennità – pari all'80% della retribuzione riferita agli ultimi 12 mesi di lavoro – i piloti ricevevano dalle compagnie straniere un regolare stipendio mensile oscillante tra i 13mila e i 15mila euro, a seconda dell'esperienza maturata e delle abilitazioni possedute. Non solo: il contratto con le compagnie prevedeva anche una serie di benefit, come l'alloggio e la retta di iscrizione dei figli a scuola.

L'Inps ha immediatamente sospeso le indennità ai piloti coinvolti nelle indagini e avviato le procedure per il recupero degli importi percepiti indebitamente. I 36 piloti sono inoltre stati denunciati all'autorità giudiziaria e alla Corte dei Conti.

Nel corso delle indagini, i finanzieri hanno anche individuato una diffusa evasione alla cosiddetta "imposta sul lusso", la tassa introdotta sugli aerotaxi nel 2012 dal decreto Monti. In sostanza è emerso che le somme pagate dai passeggeri restavano nelle tasche dei vettori che sistematicamente omettevano di girarle al fisco. Da una prima ricostruzione, solo sullo scalo di Ciampino, sarebbero una ventina le società che hanno violato gli obblighi di legge, per un importo di circa 1,2 milioni.




Berlusconi torna all'attacco

di Silvio Rossi

 

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È tornato a essere il comandante barricadero. Con l’obiettivo di ricompattare il partito, dopo lo strappo di Fitto, le proteste di Brunetta, i mugugni che molti parlamentari e quadri del partito, contrari dai primi tempi al patto del Nazareno, dopo l’elezione di Mattarella, vissuta come uno sgarbo effettuato da Matteo Renzi nei propri confronti, Silvio Berlusconi ha assunto nuovamente il comando della nave, e ha iniziato a protestare veemente contro le iniziative governative.

La scelta del Presidente della Repubblica digerita male, la necessità di farsi nuovamente sentire, per evitare di restare bloccato dalla morsa del patto, quasi come nelle sabbie mobili, la ritrovata libertà, dopo la riduzione della pena dei servizi sociali annunciata, che vedrà di nuovo Berlusconi libero tra un mese esatto, l’hanno convinto a rompere gli indugi e partire all’attacco.

«Sosterremo le riforme che riterremo positive, ma non accetteremo più ciò che avevamo accettato per amore di un risultato positivo…». Questo il punto principale del Berlusconi-pensiero. Non una cesura definitiva al dialogo, cosa che rischierebbe di relegarlo in un cantone troppo lontano dalle stanze dei bottoni. Non se lo può permettere l’ex cavaliere, di attendere che arrivi il 2018, data prevista per le nuove elezioni, se non si verifica una crisi nell’esecutivo. Non potrà nuovamente competere all’età di 82 anni se non fa sentire la sua voce, e non è solo la presenza al tavolo degli accordi che può mantenere viva la speranza di incidere nel panorama politico.

Le parole di Berlusconi sono giunte con una telefonata al primo incontro del “governo ombra”, organizzato dall’ex ministro Gianfranco Rotondi, presso il Centro Congressi Hotel Parco Tirreno a Roma. Nell’intervento si lamenta della “deriva autoritaria” conseguente all’azione del primo ministro. In questa definizione lo strappo è più evidente. Fino a pochi giorni fa il Premier era apprezzato dal suo avversario proprio per il decisionismo che ne ricordava i suoi primi passi in politica. Oggi quindi l’attivismo altrui diventa un pericolo di deriva autoritaria?

L’iniziativa berlusconiana, se da una parte non sembra riuscire a riconquistare Fitto, che ha annunciato per il 21 febbraio un’iniziativa dove esporrà le proprie proposte per il rilancio di Forza Italia e del paese (dicendo: non siamo rottamatori, ma ricostruttori, perché “nel centrodestra italiano quasi tutto è già sfasciato”, ha avuto l’effetto collaterale di scontentare colui che, per conto suo, è stato il regista del Patto, Denis Verdini, che ha commentato: «Osservo nani e ballerini far festa per la fine del Patto».

La posizione dell’ex premier sta diventando sempre più precaria. Lo schieramento che pochi anni fa era compatto sotto la sua leadership è sempre più frammentato. A oggi non è lontanamente possibile immaginare una qualsiasi forma di collaborazione tra la Lega e il Nuovo Centro Destra. Corrado Passera sta cercando di conquistare una fetta di elettorato scontento per quanto sta succedendo nello schieramento moderato. Forza Italia è attualmente spaccata, non lasciando facilmente comprendere, nel caso si ponesse la necessità di una scelta, con chi allearsi. Forse, la scelta odierna di dissotterrare (solo in parte però) l’ascia di guerra, può far credere che le azioni di Salvini e della Meloni, a casa Arcore, siano più convincenti rispetto a quelle di Alfano.




ILVA: ASSEDIATA DA FORNITORI E IMPRESE

Angelo Barraco

L’Ilva è assediata da fornitori e dalle imprese. L' hanno assediata perché attendono da mesi e mesi i pagamenti per i lavori effettuati, pagamenti che allo stato attuale sembrano non essere giunti. Giovedì scorso a Taranto, 150 tir hanno invaso le statali con marcia lenta, oggi è toccato anche a Venezia ed Alessandria. L’Ilva del nord Italia ha crediti inferiori rispetto a Taranto, facciamo un po’ il punto: per Venezia ed Alessandria si parla di 6-7 milioni a testa. Per Taranto le cifre sono più alte ovvero circa 15 milioni, invece l’indotto industriale ne avanza altri 150.
Vincenzo Cesareo, Presidende di Confindustria Taranto ha detto: “Non bloccheremo lo stabilimento, non lo costringeremo a fermare gli impianti, ma non staremo nemmeno fermi. Potremmo valutare anche la disubbidienza fiscale, non pagando più gli oneri che competono alle imprese” dice anche “Vuol dire che si tutelano le multinazionali e i grandi gruppi che l'Ilva ha chiamato nei mesi scorsi per il rifacimento degli impianti o per i progetti di copertura dei parchi minerali. Grandi realtà che per il loro spessore possono anche permettersi di sostenere la procedura dell'amministrazione straordinaria. Per noi, invece non è così. Si introduce poi una discriminazione tra lavori e lavori, tra fornitori e fornitori. Perchè se un'azienda ha effettuato un intervento legato al piano dell'Aia, è tutelata, chi, invece, ha fatto un ripristino meccanico o elettrico o un trasporto – e sono centinaia gli interventi comuni che le imprese svolgono nell'Ilva -, ora non ha nessuna garanzia di vedersi riconoscere il pregresso”.
 




MAIS OGM: CONSIGLIO DI STATO BOCCIA SEMINA BIOTECH

Redazione

Il Consiglio di Stato conferma una scelta già fatta sul piano politico dall’Italia con la firma il 23 gennaio scorso da parte del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, del Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina e di quello dell’Ambiente, Gian Luca Galletti del decreto che sancisce il divieto di coltivazione di mais Ogm MON810 per un periodo di ulteriori 18 mesi dalla sua entrata in vigore, soluzione questa che risulta legittimamente adottata dopo il via libera del Consiglio di Stato stesso che ha respinto il ricorso contro il precedente decreto. Un intervento necessario – precisa la Coldiretti – in attesa del via libera finale alla direttiva Europea che consentira' ai Paesi membri dell'Ue di limitare o proibire la coltivazione di organismi geneticamente modificati (ogm) sul territorio nazionale. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la decisione del Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso dell'imprenditore agricolo Giorgio Fidenato che aveva impugnato il decreto del Governo che vieta la coltura del mais geneticamente modificato in Italia. Una scelta coerente con quanto chiedono quasi otto italiani su dieci che sono contrari al biotech nei campi, ma anche con gli ultimi orientamenti produttivi che stanno decretando il flop delle semine ogm in Europa. Secondo l’analisi della Coldiretti calano infatti del 3 per cento i terreni seminati con organismi geneticamente modificati (ogm) in Europa nel 2014 a conferma della crescente diffidenza nei confronti di una tecnologia che non rispetta le promesse, secondo l’analisi del rapporto annuale 2014 dell’ “International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications” (ISAAA). La superficie ogm in Europa nel 2014 si è ridotta ad appena 143.016 ettari di mais Bt coltivati in soli 5 Paesi sui 28 che fanno parte dell’Unione. Peraltro ben il 92 per cento di mais biotech europeo è coltivato in Spagna dove sono stati seminati 131.538 ettari mentre le superfici coltivate sono residuali in Portogallo, Romania, Slovacchia e Repubblica Ceca. Per l’Italia gli organismi geneticamente modificati (ogm) in agricoltura – conclude la Coldiretti – non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico del Made in Italy”.

 




Oddio. Mi si è rotto il Patto

di Silvio Rossi

 

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La spaccatura in Forza Italia, con i frondisti di Fitto decisi a mettere in discussione la leadership di Berlusconi, è stato il primo risultato della politica spregiudicata di Renzi durante l’elezione del Presidente della Repubblica. Fino a qualche mese fa tutti i tentativi dei suoi colleghi di partito, o alleati di coalizione, di mettere all’angolo Silvio, sono stati destinati a trovare poca fortuna. Questa volta però il politico pugliese può trovarsi davanti ad un avversario meno sicuro che in passato, indebolito dalla condanna che lo ha relegato a un ruolo da comprimario nel panorama politico, e soprattutto dal boccone amaro che ha dovuto ingoiare con l’elezione dell’inquilino del Quirinale, non tanto forse per la persona, ma per il metodo utilizzato che lo ha estromesso dalla scelta.

I fedelissimi del Cavaliere hanno accusato il premier di aver rotto, con la candidatura non concordata di Sergio Mattarella, il “Patto del Nazareno”, dandogli del traditore, del falso, della persona poco affidabile.

Certamente tra i due leader uno sta dicendo il falso. Renzi e Berlusconi danno due letture del patto che non sono conciliabili, per cui non è possibile che entrambi siano in buona fede.

Se fosse vero che l’accordo tra i due leader prevedeva il nome da mandare al Quirinale, e Renzi non ha rispettato il patto, Berlusconi si è trovato nella stessa situazione del gangster Doyle Lonnegan nel film “La Stangata”. Non può appellarsi all’onestà del suo interlocutore, perché l’oggetto del “contratto” era di natura disonesta, tanto che i suoi l’hanno sempre negato fino al momento in cui hanno iniziato le consultazioni per l’elezione.

Se invece l’accordo era, così come Renzi afferma dall’inizio, limitato alla legge elettorale e alle riforme costituzionali, non prevedendo quindi l’elezione del Presidente, la strategia di Berlusconi, che ha cercato di sfruttare le voci alimentate ad arte dai professionisti del complottismo, appare un goffo tentativo di apparire come la vittima sacrificale dell’arroganza del Primo Ministro.

Non risulta però facile immaginare Berlusconi come lo sprovveduto che viene ingannato dall’imbonitore di turno, in una promessa allettante che nasconde una realtà diversa da quella prospettata. Se c’è un politico italiano che ha costruito la sua carriera nel far credere qualsiasi cosa ai suoi interlocutori, salvo poi irriderli con cambiamenti spiazzanti, questo è stato proprio il leader di Forza Italia.

Lo fece con D’Alema nel febbraio 1998 ai tempi della Bicamerale, quando ribaltò la posizione adottata fino a quel momento, provocando la rottura delle trattative. Stessa cosa fece nel 2007 col discorso del predellino, con cui dichiarò la nascita del Popolo della Libertà, nonostante le rassicurazioni fornite ai suoi alleati, in primis Gianfranco Fini, allora segretario di Alleanza Nazionale, di non voler costituire un partito unico.

Vale per cui, in questo caso, il detto: chi la fa, l’aspetti. Se Renzi gli ha tirato un tranello, non è certo lui che può cercare di passare per “verginella”, a cui si è “rotto il patto”.




ABBASSO E ALÉ

di Maurizio Costa

Il premier Matteo Renzi ha fatto un po' di confusione. Dopo aver elogiato Alexis Tsipras per la vittoria delle elezioni in Grecia, adesso si tira indietro. La Bce ha dichiarato che non darà più liquidità al governo greco, perché i titoli di stato ellenici non danno più garanzie. Una mossa furba, che può sembrare anche un ricatto da parte dell'Eurotower: o la Grecia ritorna sotto la cappella Ue oppure può dire addio ai soldi europei. Mario Draghi non ha fatto sconti ma Tsipras, insieme al ministro delle Finanze ellenico Varoufakis, ha affermato che non tornerà sui suoi passi e continuerà il programma che ha promesso agli elettori greci. Renzi, sulla scia della "nuova sinistra" ellenica, in un primo momento ha lodato il premier greco: un misto di invidia, o forse un "facciamo fronte comune", aveva mosso l'ex sindaco di Firenze ad accogliere Tsipras nell'Olimpo dei "buoni di sinistra". Adesso tutto è cambiato. Renzi dà ragione alla Bce e definisce la mossa di Draghi "legittima e opportuna". Forse il premier qualche giorno fa non conosceva il programma di Tsipras? Impossibile. Sembra che Renzi assuma posizioni discordanti nei confronti dell'Ue: qualche mese fa, dichiarava di non voler sottostare alle regole dell'austerity imposte all'Italia; adesso è diventato il paladino della legalità europea. "Abbasso e alé" cantava Rino Gaetano qualche decennio fa e Renzi sembra prenderlo alla lettera: non sa più dove girarsi per seguire l'andamento del vento.




ASSERTIVITA’: LA CAPACITA’ DI AFFERMARE SE STESSI ED IL PROPRIO PUNTO DI VISTA

A cura della Dottoressa Vanessa Tartaglia – Psicologa e Psicoterapeuta


La parola Assertività significa sostenere la propria opinione come vera. Indica la capacità di esprimere le proprie idee e sensazioni in modo trasparente ed efficace.
E' la capacità di un soggetto di utilizzare, in ogni contesto relazionale, modalità di comunicazione che rendano altamente probabili reazioni positive dell'ambiente e riducano o annullino la possibilità di risposte negative.
L'assertività è anche un atteggiamento mentale ed emotivo positivo nei confronti di se stessi e della vita. Il comportamento assertivo è quel comportamento attraverso il quale si affermano le proprie opinioni, senza prevaricare né essere prevaricati. Si esprime attraverso la capacità di utilizzare in ogni contesto relazionale la modalità di comunicazione più adeguata.
La persona assertiva non fa o dice le cose per seguire o accontentare chi ha di fronte, ma è capace di dire: "Grazie ma non mi va", "Non vengo, oggi proprio non posso", o ancora "Posso capire il tuo punto di vista, ma io la penso diversamente", senza timore, ripensamenti o sensi di colpa.
Sa quello che vuole, riconosce ciò che la fa stare bene e ciò che la fa stare male, ha idee chiare su quali sono i suoi diritti e non permette che vengano calpestati.
Questo atteggiamento non è da confondere con l'egoismo.

L'assertivo può essere sinceramente interessato alle opinioni degli altri e le rispetta, ma non per questo gli dà un valore maggiore rispetto alle proprie.

Esempio di comportamento non assertivo
Sono in fila alla cassa di un supermercato quando una signora arriva e mi passa avanti, la lascio passare senza protestare, in apparenza resto calma ma in realtà sono arrabbiata con la signora e con me stessa, mi sento frustrata perché non ha detto nulla, non sono stata capace di farmi rispettare. Ha sacrificato il mio diritto di precedenza non rispettando, per prima, le mie esigenze.
Non solo non sono stata coerente con quello che stavo vivendo interiormente ma, in qualche modo, è come se avessi "tradito se stessa" e i miei sentimenti.

Vediamo ora nello stesso esempio come potrebbe essere la mia comunicazione se fosse assertiva
Sono in fila alla cassa di un supermercato quando una signora arriva e mi passa avanti, mi rivolgo alla donna e le dico: "Signora, forse non mi aveva visto? Ora è il mio turno".
In questo caso ho fatto valere il mio diritto di precedenza: mi sono rivolto alla signora in modo educato, ma molto fermo. Ho utilizzato una comunicazione assertiva.
O ancora, sono in fila alla cassa con un carrello pieno di prodotti quando arriva una signora con un solo articolo e le dico "signora prego passi pure", decido io di farla passare perché sono una persona di animo gentile, in questo caso la signora mi è passata avanti ma è stato per mia scelta, sono stata coerente con me stessa e con ciò che desideravo.
Come essere assertivo: gli ingredienti dell’assertività
Per essere rispettati e far si che le nostre idee vengano ascoltate devo innanzi tutto lavorare su me stesso e sulla mia assertività. Vediamo insieme gli elementi base dell'assertività.
1. Avere una buona autostima. Senza autostima non può esserci assertività: chi pensa di non valere nulla, inevitabilmente adotta un atteggiamento passivo o aggressivo. Solo nel momento in cui impariamo a rispettare noi stessi, riusciamo a farci rispettare dagli altri. Smettila di ricercare in modo ossessivo l’approvazione altrui: questa è solo una conseguenza di una maggiore autostima.
2. Saper ascoltare: spesso ci lamentiamo che gli altri non ci ascoltano, è importante chiedersi se noi sappiamo ascoltare gli altri e se la risposta è no dobbiamo esercitarci ed imparare.
3. Comunicare Efficacemente. Spesso non riusciamo a far valere le nostre posizioni perché abbiamo scarse abilità comunicative. Se vuoi aumentare la tua assertività, questa è un’area su cui iniziare a lavorare, alcuni e esempi pratici: parla lentamente e con un tono di voce che possa essere facilmente udito; usa pronomi personali e verbi incisivi (evita parole come “dovrei”, “forse”, “cioè”, etc.); esprimi le tue idee in modo chiaro e conciso: soggetto, verbo, complemento oggetto.
4. Esprimersi senza remore e saper assumere rischi. Esprimersi in modo libero, senza indugi, è un altro dei tratti peculiari di un persona assertiva. Quando credi in te stesso e nelle tue idee, non hai paura di esprimerle, di fronte a nessuno. Affermare le proprie convinzioni e comunicare le proprie aspettative.
5. Saper dire di no. E' di fondamentale importanza saper dire di no senza sentirsi in colpa; non è piacevole dire di no ma diventa essenziale quando: dire di si non aiuta nè noi nè l'altro; dire di no aiuta direttamente o indirettamente l'altro; non sono presenti elementi obiettivi per dire di si. Il nostro no va motivato, spiegato, espresso in modo non aggressivo suggerendo delle alternative.
6. Saper accettare le critiche ed ammettere i propri sbagli. Le critiche possono rappresentare degli strumenti di crescita personale eccezionali, eppure pochi di noi riescono davvero ad accettarle. La nostra insicurezza ci costringe a vedere una critica come un attacco al nostro io e non come un’osservazione ad un nostro comportamento. Le persone passive subiscono le critiche, mettendo in discussione la loro già fragile autostima. Le persone aggressive semplicemente non accettano le critiche, rispedendole al mittente. Se vuoi diventare assertivo devi sviluppare una capacità d’ascolto fuori dal comune, mantenendo sempre un atteggiamento oggettivo e distaccato quando ti vengono mosse delle critiche e ammettendo i tuoi errori.
7. Riconoscere i pregi altrui. Fare un complimento sincero agli altri è forse ancor più difficile dell’accettare una critica. Alcuni di noi proprio non ci riescono. Temiamo sempre di essere fraintesi o, ancor peggio, di essere sminuiti nel confronto. La verità è che un complimento, tempestivo, preciso e sincero è uno degli strumenti più potenti per rafforzare le nostre abilità relazionali e guadagnare il rispetto altrui.
8. Gestire i conflitti. Di fronte ad un conflitto, la stragrande maggioranza delle persone, o si fa controllare (individuo passivo), o perde il controllo (individuo aggressivo). L’individuo assertivo, al contrario, ha nervi d’acciaio ed è sempre padrone di sé stesso e della situazione. Egli è infatti consapevole che ogni conflitto, se opportunamente gestito, può rappresentare un’ottima occasione di crescita.
L'Assertività si può "imparare" e sviluppare. Non è facile, è richiesto un costante esercizio al fine di ottenere risultati soddisfacenti, ma con il tempo, la perseveranza e l'allenamento possiamo migliorare le nostre capacità assertive. Esistono percorsi di Crescita Personale condotti da Professionisti, che possono aiutarci a sviluppare quelle competenze che contribuiscono a renderci persone assertive, questi percorsi ci consentono di diventare partecipi e aperti verso gli altri, onesti verso noi stessi e rispettosi nelle relazioni; ci aiutano a sviluppare un atteggiamento propositivo, responsabile e autorevole.
Mi auguro che questo articolo sull’assertività e la comunicazione assertiva ti sia piaciuto. Troppo spesso ci facciamo mettere i piedi in testa, ed altrettanto spesso, per reagire, rispondiamo con aggressività. Possiamo essere molto meglio di questo: possiamo essere sicuri di noi stessi, forti delle nostre idee e determinati nel raggiungere i nostri obiettivi.

Contatti: 

Dott.ssa Vanessa Tartaglia

Psicologa-Psicoterapeuta

Cell.3388558488 email: dott.vanessatartaglia@cpcr.it

www.centropsicologiacastelliromani.it

p.zza Salvatore Fagiolo n. 9 00041 Albano laziale

 




GNOCCHI DI ZUCCA: LA RICETTA DI LIVIA PICA

di Livia Pica

La zucca è giunta in Occidente dal continente Americano (come la patata e il pomodoro). Ne esisto numerose specie ma quella più diffusa da noi è il “turbante turco” così definito per la sua forma. La zucca arriva sulle nostre tavole in autunno e in inverno e oltre la polpa sono commestibili anche i fiori e i semi.
E’ un cibo leggero, con poche calorie e adatto anche a chi soffre di diabete. Ha proprietà digestive e diuretiche e il colore arancione indica la presenza notevole di carotenoidi utili per l’abbronzatura.

Tra i tanti modi per cucinare la zucca, ne trovate di seguito uno un po’ originale.

Gnocchetti di zucca
Ingredienti per 4 persone:
500 grammi di polpa di zucca
300 grammi di farina
100 grammi di parmigiano reggiano grattugiato
70 grammi di burro
2 uova
3-4 foglie di salvia

Preparazione
Lessate la zucca in poca acqua leggermente salata poi scolatela e mettetela ad asciugare in forno caldo per qualche minuto.
Quando sarà raffreddata, mettetela in una terrina, schiacciatela con una forchetta e poi unite la farina (poca per volta) e le uova sbattute a parte con un pizzico di sale e metà del parmigiano.
Impastate con cura fino ad ottenere un composto omogeneo e facilmente lavorabile sulla spianatoia infarinata.
Suddividete l’impasto in piccoli pani e lavorateli fino ad ottenere con ciascuno uno sfilatino della circonferenza di un paio di centimetri, poi tagliateli in pezzetti piccoli e date loro la forma passandoli sui rebbi di una forchetta o semplicemente pigiandoli al centro con un dito.
Infarinateli leggermente e disponeteli su un vassoio in attesa della cottura.
In una pentola fate bollire l’acqua leggermente salata e versatevi gli gnocchi che vanno scolati appena tornano in superficie.
Condite gli gnocchetti di zucca con il burro fuso cui unirete la salvia spezzettata e per finire cospargete con il rimanente parmigiano grattugiato.

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PAPA ESORTA I GRECI: FIDUCIA E DIALOGO CON UE E TSIPRAS

Redazione

Papa Francesco mette subito una mano sulla spalla dei Greci e incoraggia ad avere un attegiamento più positivo e meno pessimista: occorre "fiducia nel futuro", per contrastare "la cosiddetta cultura del pessimismo". E rivolgendosi in un messaggio ai vescovi del paese, li esorta a "relazioni costruttive" con le diverse componenti della societa', in modo da diffondere questa prospettiva di solidarieta', in un atteggiamento di dialogo e di collaborazione anche con gli altri Paesi europei".
E rivolgendosi ancora ai Vescovi greci Bergoglio ha aggiunto: “Lo spirito di solidarietà, che ogni cristiano è chiamato a testimoniare nella concretezza della vita quotidiana – ha affermato il santo Padre – costituisce un lievito di speranza. È importante che manteniate relazioni costruttive con le Autorità del vostro Paese, come pure con le diverse componenti della società, in modo da diffondere questa prospettiva di solidarietà, in un atteggiamento di dialogo e di collaborazione anche con gli altri Paesi europei”.
A settembre Papa Francesco ha ricevuto in via strettamente privata Alexis Tsipras, allora semplice leader di Syriza e non ancora primo ministro greco.




INTENSE NEVICATE AL NORD ITALIA, GRANDINE AL CENTRO

di Angelo Parca

Tantissima neve al Nord e in particolare sui rilievi appenninici a 600 mt e a Roma e nel resto del Lazio pioggia, vento e grandine ma non si escludono nevicate. La morsa del freddo non risparmia ancora lo stivale.
La neve è presente anche in gran parte del Nordovest: mista a pioggia sulla pianura lombarda, fino a 100 metri sull’entroterra ligure. In serata neve mista a pioggia anche sulle pianure più interne del Nordest. Domani verranno dunque imbiancate città come Torino, Milano, Piacenza ma anche Verona, Treviso e Udine. Le zone più colpite dalle nevicate domani saranno il basso Piemonte e l’entroterra ligure, dove gli accumuli potranno andare dai 30 ai 50 cm.
Personale e mezzi della Citta' metropolitana di Firenze sono al lavoro per garantire la percorribilita' della viabilita'. In A1-Autostrada del Sole e' vietato al momento il transito ai veicoli pesanti con massa superiore a 7,5 tonnellate, tra Firenze nord e Pian del Voglio, con sosta obbligata a partire dal casello di Firenze nord.
Il maltempo raddoppia al centro e non sembra voler abbandonare il Lazio. Anzi, nelle prossime ore potrebbe anche arrivare la neve.
Il Centro Funzionale Regionale rende infatti noto che il Dipartimento di Protezione Civile ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse con indicazione che dalla nottata di oggi e per le successive 24-36 ore si prevedono sul Lazio "precipitazioni a carattere nevoso mediamente al di sopra dei 600-800 metri, con accumuli al suolo moderati o localmente abbondanti. Si prevedono inoltre precipitazioni, anche a carattere di rovescio o temporale. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, grandinate e forti raffiche di vento".
Un avviso di criticità idraulica codice giallo su Roma, Aniene, Bacini Costieri Sud e Bacino del Liri. La Sala Operativa Permanente ha emesso l'Allertamento del Sistema di Protezione Civile Regionale e invitato tutte le strutture ad adottare tutti gli adempimenti di competenza.
Intanto i tecnici sono al lavoro per ripristinare il corretto funzionamento della linea di alimentazione elettrica sulla linea FL2. Lo rende noto Rfi. La circolazione è stata sospesa per il cedimento di un traliccio, appesantito dalla neve, che ha parzialmente danneggiato l'elettrodotto dell'alta tensione di Rete Ferroviaria Italiana che eroga l'energia elettrica per la circolazione dei treni. La mobilità sarà garantita per tutta la giornata, fra Tivoli ed Avezzano, con un servizio a spola di treni diesel.

Inoltre, nelle fasce di punta pendolare sarà predisposto un servizio con bus sostitutivi fra Avezzano e Tivoli. Alcune corse con bus saranno dirette Avezzano-Roma, altre effettueranno fermate intermedie nelle principali stazioni della tratta. Fra Tivoli e Roma il collegamento sarà regolarmente garantito con treni elettrici seppur con una riduzione del numero complessivo delle corse dovuto alla mancanza dei treni provenienti da Pescara/Avezzano. Previsti comunque bus di rinforzo anche fra Tivoli e Roma.