“Tutti a Scuola”, a Grugliasco l’inaugurazione del nuovo anno scolastico con il Presidente Mattarella e il Ministro Bianchi

Venerdì 16 settembre, a partire dalle 16.30 con la partecipazione in qualità di ospiti artisti del mondo della musica, dello spettacolo, della cultura e dello sport
 
Sarà Grugliasco, in provincia di Torino, a ospitare ‘Tutti a Scuola’, la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico 2022/2023. L’Istituto di Istruzione Superiore “Curie-Vittorini” venerdì 16 settembre, a partire dalle 16.30, accoglierà il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e alcune delegazioni di studentesse e studenti, in rappresentanza degli Istituti di tutta Italia. L’iniziativa, giunta alla XXII edizione, sarà una grande festa per la ripartenza dell’anno scolastico che metterà al centro le esperienze delle scuole e sarà trasmessa in diretta su Rai Uno.  
 
Accoglienza e inclusione saranno i temi al centro della cerimonia, condotta da Roberta Rei e Flavio Insinna.   
 
Fra gli ospiti, selezionati attraverso un avviso pubblico a cui hanno partecipato scuole di tutta Italia, ci saranno, ad esempio, le bambine e i bambini dell’Istituto “Ferrajolo-Siani” di Acerra (NA), con la loro sfilata di moda e il progetto fatto di abiti ricavati dalle mascherine anti-Covid, un modo per simboleggiare la ripartenza dopo l’emergenza. Sarà presente sul palco anche la scuola “C. Aurispa” di Noto (SR), con la coreografia “Il mondo che vorrei”, dedicata alla sostenibilità ambientale. Le ragazze e i ragazzi dell’Istituto comprensivo “Rapallo-Zoagli” di Rapallo (GE) presenteranno una bicicletta libreria “pop up”, pensata per diffondere la lettura, con la possibilità di prendere gratuitamente libri, donarli e ascoltare audiolibri realizzati dagli stessi studenti. “Battiti di donna” è invece il lavoro che presenteranno gli studenti dell’Istituto “Ciampoli-Spaventa” di Atessa (CH), un progetto sul contrasto alla violenza contro le donne che ripercorre la storia della figura femminile, dai tempi di Dante ad oggi. “I nostri cento passi” è il brano dedicato a Peppino Impastato degli studenti dell’Istituto Comprensivo “Garibaldi” di Realmonte (AG). Da Alicudi (ME) Teresa Maria Perre, insegnante in pensione, e Mirella Fanti, dirigente scolastica, racconteranno la storia della scuola più piccola d’Europa. Da Piacenza arriva il mouse speciale realizzato da un docente per il suo alunno con disabilità. E ancora, ci sarà la testimonianza di Riky, Riccardo Massimini, uno studente con disabilità la cui storia sarà raccontata anche dall’insegnante Davide Toffoli che lo ha aiutato nella carriera scolastica. Seguirà il racconto delle studentesse e degli studenti di Torino, piloti per due settimane in volo con l’Aeronautica Militare. In scaletta anche il lancio del cartoon firmato Rai Ragazzi tratto dalla storia del racconto afghano nel libro “Nel mare ci sono i coccodrilli”, con la presenza, sul palco, del protagonista. Saranno poi raccontate le storie di alcune studentesse e alcuni studenti ucraini accolti nelle scuole piemontesi.  
All’evento, realizzato grazie alla collaborazione tra Ministero dell’Istruzione e RAI, parteciperanno in qualità di ospiti artisti del mondo della musica, dello spettacolo, della cultura e dello sport. Dai gemelli mezzofondisti Ala e Osama Zoghlami, al nuotatore plurimedagliato Alessandro Miressi, fino alla capitana della Nazionale di calcio femminile Sara Gama. Tra gli artisti, la pianista Frida Bollani Magoni e Matteo Bocelli, e l’attrice Luisa Ranieri. Sarà inoltre presente un’orchestra composta dai migliori allievi dei Conservatori d’Italia diretta dal Maestro Leonardo De Amicis.  
 
La cerimonia ‘Tutti a Scuola’ – che prevede anche un saluto del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi – potrà essere seguita in diretta tv e sui canali social del Ministero dell’Istruzione e della RAI attraverso l’hashtag #TuttiAScuola.  
 
Chiuderà la cerimonia, l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
 
  
 
 
 
 
 




Covid 19, vicini alla fine della pandemia. Ministero della Salute: “Si conferma trend in diminuzione”

Dal Ministero si ribadisce la necessità di continuare a rispettare le misure comportamentali individuali e collettive previste/raccomandate, l’uso della mascherina, aereazione dei locali, igiene delle mani e ponendo attenzione alle situazioni di assembramento

Il mondo non è mai stato in una posizione migliore per porre fine alla pandemia di Covid-19, che ha ucciso milioni di persone dalla fine del 2019. Questo quanto affermato dal direttore dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. “La scorsa settimana, – ha detto – il numero di decessi settimanali per Covid-19 è sceso al minimo da marzo 2020. Non siamo mai stati in una posizione migliore per porre fine alla pandemia”. Tedros ha comunque avvertito che: “Non ci siamo ancora, ma la fine è a portata di mano”.

L’aggiornamento fornito dal nostro Ministero della Salute dello scorso 7 settembre 2022 riferito al periodo che va dal 29/8/2022 al 4/9/2022 osserva “una diminuzione dell’incidenza che tuttavia presenta ancora valori elevati, nel contesto di una oscillazione della trasmissibilità che si mantiene sostanzialmente sotto la soglia epidemica. Si conferma un trend in diminuzione nei tassi di occupazione dei posti letto in area medica e terapia intensiva. Si ribadisce la necessità di continuare a rispettare le misure comportamentali individuali e collettive previste/raccomandate, l’uso della mascherina, aereazione dei locali, igiene delle mani e ponendo attenzione alle situazioni di assembramento. L’elevata copertura vaccinale, il completamento dei cicli di vaccinazione ed il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo, con particolare riguardo alle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali, rappresentano strumenti necessari a
mitigare l’impatto soprattutto clinico dell’epidemia.”




Caro energia, in Campania è allarme agricoltura e sicurezza idrogeologica: consorzi di bonifica a rischio blocco di idrovore

“Abbiamo chiesto  un intervento urgente alla Regione Campania, al fine di scongiurare un eventuale distacco delle utenze da parte degli enti gestori del servizio elettrico, con pesanti conseguenze per il comparto agricolo a causa dell’interruzione del servizio irriguo, ma anche per tutta la società civile, perché verrebbero a fermarsi le idrovore, che garantiscono sicurezza idrogeologica ai territori”: a segnalare il pericolo è  il Presidente di ANBI Campania, Vito Busillo, a fronte di una bolletta energetica a carico dei Consorzi di bonifica ed Irrigazione, lievitata  di 20 milioni di euro, rispetto alle attese.

“Quello campano è un ulteriore, preoccupante segnale della situazione di grave difficoltà, che stanno vivendo i conti dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, schiacciati tra l’obbligo normativo di chiudere i pareggi in bilancio e la volontà di non gravare ulteriormente sui consorziati, cioè agricoltori e cittadini, già alle prese con i problemi della difficile congiuntura economica” commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).

L’allarme arriva dopo una stagione irrigua estiva, condizionata da siccità e caldo torrido, che hanno comportato un aumento della domanda d’acqua da parte delle utenze in un contesto di scarsità, evidenziato dai livelli idrometrici dei fiumi Volturno, Garigliano e Sele, spesso sotto le medie stagionali, a causa di una sofferenza idrica, iniziata sin dallo scorso Gennaio. 

“Il sistema irriguo campano ha sostanzialmente tenuto – sottolinea Busillo – nonostante l’eccezionalità delle condizioni ambientali: l’acqua nei campi non è mancata in una regione, dove i 104.570 ettari  bagnati da  impianti consortili superano il 50% della superficie irrigata complessiva.”

“La situazione registrata in Campania testimonia anche un’altra necessità per il Paese di fronte ai cambiamenti climatici: quella di nuove infrastrutture idrauliche a servizio del territorio, perché a favorire la resilienza dell’agricoltura nella regione sono stati, infatti, gli investimenti in moderne tecnologie irrigue:  circa 315 milioni di euro sono stati  spesi negli anni su circa 5.000 chilometri di reti irrigue in pressione – precisa Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI  – Disporre oggi di vasche di compenso per accumulare acqua di notte e distribuirla di giorno, attraverso efficienti reti, su richiesta dell’agricoltore assistito dal consiglio irriguo satellitare, ha consentito di ottimizzare l’utilizzo della risorsa idrica in un contesto oggettivamente difficile. Sul piano nazionale ANBI ha da tempo individuato e proposto 858 interventi primari di efficientamento della rete idraulica, perlopiù già cantierabili; l’investimento previsto è di circa 4 miliardi e 339 milioni di euro, capaci di garantire oltre 21.000 posti di lavoro.”

GRAZIE




Un microchip per restituire la vista: all’ospedale San Giovanni di Roma applicato il primo impianto di protesi sottoretinica

Un microchip di minuscole dimensioni (2 x 2 mm. con spessore di 30 micron) che capta la luce nell’infrarosso e, generando stimoli elettrici, è in grado di restituire una visione utile nei pazienti affetti da degenerazione maculare legata all’età (AMD di tipo atrofico) evoluta allo stadio terminale di atrofia geografica. L’Innovativo impianto è stato effettuato presso l’AO San Giovanni Addolorata di Roma ed è il primo ad avvenire in Italia nell’ambito del progetto internazionale PRIMAvera, lo studio clinico multicentrico nella lotta contro la cecità, in particolare quella causata dalla degenerazione maculare legata all’età (AMD) di tipo atrofico evoluta allo stadio terminale di atrofia geografica (GA), avviato anche negli Stati Uniti, Francia, Germania e Inghilterra.
 
 
L’intervento è stato eseguito dal Dott. Marco Pileri (responsabile della UOSD di chirurgia vitreoretinica) su un paziente affetto da oltre dieci anni da maculopatia senile a carta geografica. Presenti in Sala Operatoria il prof.re Yannich La Mer, responsabile scientifico di tutti i centri internazionali a cui è stata affidata la sperimentazione, Ralf Hornig Ceo della Pixium, Americ Faillat, responsabile ingegnere del progetto, Andrea Bonandrini, Ingegnere referente del progetto italiano oltre al Prof. Mancino e al Prof. Cusumano Direttore scientifico del Progetto a Tor Vergata che in Consorzio con l’AO San Giovanni Addolorata si occupano, nell’ambito del progetto PRIMAvera, della selezione dei pazienti e della loro riabilitazione visiva.
 
 
“Congratulazioni a tutta l’equipe dell’Ospedale San Giovanni che ha eseguito l’intervento che dimostra, ancora una volta, – ha sottolineato l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato – il Lazio è all’avanguardia nelle nuove frontiere della medicina, la sanità del Lazio è un’eccellenza e un punto di riferimento. Inoltre, coniugare la competenza professionale dei nostri medici e operatori sanitari con la possibilità di innovazione tecnica e strumentale nei nostri ospedali, grazie agli importanti investimenti che abbiamo avviato attraverso il PNRR, ci consente di portare avanti interventi che fino a qualche tempo fa erano impensabili ma che oggi sono una realtà”.
 
 
“La nostra Azienda ospedaliera – ha dichiarato il Direttore Generale Tiziana Frittelli – ha scelto di investire in innovazione e ricerca per migliorare i servizi e aumentare gli esiti in termini di efficacia. I nostri professionisti inoltre hanno l’opportunità, grazie agli importanti investimenti che la Regione Lazio ha scelto di fare, di utilizzare le migliori attrezzature. Ad esempio proprio per le due struttura di Oculistica, oltre alla Uosd di chirurgia vitreoretinica abbiamo l’Unità Complessa di Oculistica e Banca degli Occhi diretta dal Prof. Augusto Pocobelli, abbiamo da poco acquistato due nuovi microscopi operatori di cui uno dedicato agli interventi di cataratta e del segmento anteriore oculare e l’altro di elevata tecnologia, dotato di OCT (Tomografo a Coerenza Ottica) per la chirurgia della retina e della cornea, alla sostituzione della seconda lampada scialitica e all’acquisizione di un nuovo microcheratomo per la preparazione dei tessuti corneali”.
 
 
“I pazienti con AMD atrofica terminale, nei quali si è avuta una progressiva scomparsa dei fotorecettori (coni e bastoncelli) che li ha portati alla completa perdita della visione centrale, si sono sempre sentiti dire – ha spiegato il Dott. Pileri – che per loro non c’era alcuna possibilità di recupero anche minimo della visione centrale, mentre oggi appare possibile ripristinare una visione utile (sebbene limitata al riconoscimento di numeri e lettere) con l’impianto di un microchip sottoretinico. Lo studio si prefigge infatti di restituire una visione utile nei pazienti che hanno perso completamente la visione centrale (assenza di percezione luce) a causa della AMD di tipo atrofico evoluta allo stadio terminale di GA. Il ripristino della visione ottenuto grazie all’impianto della protesi sottoretinica consente di produrre una stimolazione visiva e, attraverso le vie ottiche, la ricezione dello stimolo visivo da parte della corteccia cerebrale, permettendo infine il riconoscimento di numeri e lettere e di ricostruire parole complesse”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Teresa Bonacci
COMUNICAZIONE E RELAZIONI ISTITUZIONALI
 
Azienda Ospedaliera Complesso Ospedaliero
 
San Giovanni Addolorata
Via dell’Amba Aradam, 9
00184 ROMA
Tel. 06-77053332
fax 06-77053242
 
 
 
 
 
 




Come aprire e organizzare un centro fisioterapico

Avviare un ambulatorio di Fisiokinesiterapia, più genericamente detto centro fisioterapico, è un’attività che va svolta cominciando da tappe fondamentali, a partire dall’individuazione della varietà di servizi che si intendono proporre. In genere, infatti, la nascita di un centro fisioterapico si deve alla decisione di diversi professionisti di unirsi in un’unica struttura, per poter offrire alla clientela un servizio più ampio e variegato e per poter avere a disposizione macchinari e attrezzature a volte molto costosi.

Quali attrezzature

I fisioterapisti sono professionisti che si occupano di prevenire e curare difficoltà motorie dovute a traumi e a cause fisiologiche, come patologie croniche o degenerative, o posturali. Per svolgere tale attività utilizzano varie tecniche, tra cui alcune consistono nella manipolazione delle articolazioni o delle zone dolenti. In vari casi, poi, eseguono una terapia strumentale, utilizzando attrezzature e macchinari che sfruttano onde radio (tecarterapia), laser (laserterapia), campo magnetico (bemerterapia), onde d’urto o calore in profondità (ipertermia) per ridurre il dolore. Aprire un centro fisioterapico significa quindi anche procurarsi tutta l’attrezzatura necessaria, dai più semplici lettini per le visite e i trattamenti per arrivare fino ai complessi e particolari macchinari e attrezzature che consentono le terapie elencate, nonché quelle necessarie alla cura del dolore e all’aumento della mobilità del paziente. Fondamentale, quindi, rivolgersi a negozi capaci di offrire un ampio catalogo di attrezzature mediche, come ad esempio Medical Center Italia. I cataloghi oggigiorno sono facilmente disponibili anche online, per rendere la scelta dei prodotti più comoda e pratica.

Le tappe da seguire

Ottenuta l’abilitazione, il primo passo di questa attività riguarda, come accennato, il valutare il tipo di centro che si intende avviare. Preparare un business plan realistico e suddiviso in diverse tappeè quindi importante, perché aiuta a organizzare poi tutte le attività da svolgere successivamente. Partendo ovviamente dal coinvolgere altri professionisti, che possono consociarsi con il proprietario del centro fisioterapico o collaborare con lui ad altro titolo. Il business plan deve considerare l’iscrizione all’Albo, l’assicurazione professionale e le spese da sostenere, per l’attrezzatura e l’allestimento del centro vero e proprio e per l’avvio della nuova attività. Per aprire un centro è necessario anche l’autorizzazione dell’ASL; le norme in merito variano da regione a regione, è quindi bene informarsi direttamente agli uffici competenti. Risulta anche particolarmente importante valutare quali siano realisticamente le aspettative in termini di fatturato dei primi 5 anni e di accesso dei potenziali clienti.

Dove aprire uno studio fisioterapico

I clienti che si avvicinano a un centro fisioterapico solitamente soffrono di qualche problematica dolorosa, che in molti casi porta a problemi di deambulazione. È chiaro, quindi, che la struttura deve essere facilmente accessibile a chiunque, anche a soggetti anziani o con ridotta mobilità. Se si desidera avviare un centro fisioterapico che offra una vasta serie di servizi è importante ovviamente trovare un luogo con le corrette dimensioni, perché è necessario dotare il centro di un’ampia sala d’aspetto, di una reception e di numerose stanze per le visite e i trattamenti. La planimetria precisa del locale risulta in genere tra i documenti da fornire durante la presentazione della domanda.




Papa Francesco: “I numerosi conflitti armati preoccupano seriamente”

“Dopo le due tragiche guerre mondiali sembrava che il mondo avesse imparato a incamminarsi progressivamente verso il rispetto dei diritti umani, del diritto internazionale, di varie forme di cooperazione. Ma purtroppo la storia mostra segni di regressione.

Non solo s’intensificano conflitti anacronistici, ma riemergono nazionalismi chiusi, esasperati, aggressivi e nuove guerre di dominio che colpiscono civili, anziani, bambini e malati e provocano distruzione ovunque. I numerosi conflitti armati preoccupano seriamente. Ho detto che era una terza guerra mondiale ‘a pezzi’, oggi possiamo dire ‘totale'”. Lo ha detto il Papa.

Ricevendo in udienza la sessione plenaria della Pontificia Accademie delle Scienze, papa Francesco ha anche fatto appello “alla liberazione da diverse forme di schiavitù, come il lavoro forzato, la prostituzione e il traffico di organi”. “Questi crimini contro l’umanità, che vanno di pari passo con la povertà, si verificano anche nei Paesi sviluppati, nelle nostre città – ha affermato -. Il corpo umano non può essere mai, né in parte né nella sua interezza, oggetto di commercio!”.




Papa Francesco, udienza all’assemble di Confindustria: attesi 5mila imprenditori

L’evento straordinario lunedì 12 settembre, in Aula Paolo VI

Oltre 5000 imprenditori con le loro famiglie sono attesi, lunedì 12 settembre, in Aula Paolo VI per un evento straordinario: l’Udienza del Santo Padre all’Assemblea di Confindustria.

Una scelta che il presidente Bonomi ha deciso di fare spinto dalla criticità del momento, che vede l’Italia, il mondo e le imprese colpite da eventi drammatici come la pandemia e la guerra.

Una congiuntura storica che impone un momento di riflessione e unità. Sarà l’opportunità per riflettere sul valore dell’industria e del lavoro lontano dalla campagna elettorale, insieme a Papa Francesco, che spesso nei suoi interventi ha richiamato l’importanza della responsabilità sociale e dell’etica del lavoro. Presente ad ascoltare il Pontefice il cuore dell’industria italiana: imprenditrici e imprenditori, grandi e piccoli, dirigenti, giovani e il mondo delle imprese innovative.

I partecipanti cominceranno ad affluire nella grande sala Nervi già dalle 9 del mattino, liberamente, come prevede il protocollo Vaticano. Alle 11.15 circa, il Presidente Bonomi, nell’attesa di ascoltare le parole del Pontefice, parlerà agli imprenditori presenti.

Sarà un intervento che darà il senso della giornata e toccherà i valori e i principi che ispirano e rappresentano l’impresa. Ed è questo il motivo per cui durante l’Udienza del Santo Padre all’Assemblea di Confindustria, prevista per le 12.00 circa, sono state coinvolte anche le famiglie degli imprenditori, insieme a tutti i dipendenti del Sistema Confindustria e i loro cari. Al termine gli imprenditori lasceranno la Città del Vaticano e il Presidente di Confindustria terrà una conferenza stampa in Auditorium della Conciliazione, dove sono già accreditati oltre 150 giornalisti della stampa italiana ed estera.




Rapporto OCSE sull’occupazione, prospettive altamente incerte sulla scia della guerra della Russia contro l’Ucraina

I mercati del lavoro dell’OCSE si sono ripresi con forza dalla pandemia COVID-19, ma le prospettive occupazionali globali sono ora molto incerte, secondo un nuovo rapporto dell’OCSE appena pubblicato a Parigi..

La guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina ha causato un calo della crescita globale e un aumento dell’inflazione, con impatti negativi sugli investimenti delle imprese e sui consumi privati.

Secondo le ‘Prospettive occupazionali dell’OCSE per il 2022’, mentre i mercati del lavoro rimangono rigidi nella maggior parte dei Paesi OCSE, la minore crescita globale comporta un probabile rallentamento della crescita dell’occupazione, mentre i forti aumenti dei prezzi dell’energia e delle materie prime stanno generando una crisi del costo della vita. Dal punto più basso della pandemia, nell’aprile 2020, i Paesi OCSE hanno creato circa 66 milioni di posti di lavoro, 9 milioni in più di quelli distrutti in pochi mesi all’inizio del contagio.

Il tasso di disoccupazione dell’OCSE si è stabilizzato al 4,9% nel luglio 2022, 0,4 punti al di sotto del livello pre-pandemia registrato nel febbraio 2020 e al livello più basso dall’inizio della serie nel 2001.

Il numero di lavoratori disoccupati nell’OCSE ha continuato a diminuire a luglio e ha raggiunto i 33 milioni, 2,4 milioni in meno rispetto a prima della pandemia. Tuttavia, se si considerano i singoli Paesi, il tasso di disoccupazione a luglio è rimasto più alto rispetto a prima della pandemia in un quinto dei Paesi OCSE. In diversi Paesi, inoltre, i tassi di partecipazione alla forza lavoro e di occupazione sono ancora inferiori ai livelli pre-crisi. Inoltre, l’occupazione sta crescendo più fortemente nei settori dei servizi ad alta retribuzione, mentre rimane al di sotto dei livelli pre-pandemia in molti settori a bassa retribuzione e ad alta intensità di contatto. “L’aumento dei prezzi dei generi alimentari e dell’energia sta avendo un forte impatto, in particolare sulle famiglie a basso reddito”, ha dichiarato il Segretario Generale dell’OCSE Mathias Cormann. “Nonostante la diffusa carenza di manodopera, la crescita dei salari reali non sta tenendo il passo con gli attuali alti tassi di inflazione. In questo contesto, i governi dovrebbero prendere in considerazione misure di sostegno temporanee e ben mirate. Ciò contribuirebbe ad attutire l’impatto sulle famiglie e sulle imprese più bisognose, limitando al contempo l’impatto sull’inflazione e il costo fiscale di tale sostegno politico”.   Le condizioni rigide del mercato del lavoro fanno sì che le aziende in tutta l’OCSE si trovino ad affrontare una carenza di manodopera senza precedenti. Nell’Unione Europea, quasi tre imprese manifatturiere e di servizi su dieci hanno segnalato limitazioni della produzione nel secondo trimestre del 2022 a causa della mancanza di manodopera.

I salari nominali non tengono il passo con il rapido aumento dell’inflazione. Il valore reale dei salari dovrebbe diminuire nel corso del 2022, poiché si prevede che l’inflazione rimanga elevata e generalmente ben al di sopra del livello previsto al momento della stipula dei contratti collettivi per il 2022. La crisi del costo della vita colpisce in modo sproporzionato le famiglie a basso reddito. Esse devono destinare una quota significativamente maggiore del loro reddito all’energia e ai generi alimentari rispetto ad altri gruppi e sono state anche il segmento di popolazione che è rimasto indietro nella ripresa dei posti di lavoro dopo la pandemia COVID-19. In queste circostanze, secondo il rapporto, è essenziale sostenere i salari reali dei lavoratori a bassa retribuzione. I governi dovrebbero valutare come adeguare i salari minimi legali per mantenere l’effettivo potere d’acquisto dei lavoratori a bassa retribuzione. Anche i trasferimenti sociali mirati, controllati e temporanei alle persone più colpite dagli aumenti dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari contribuirebbero a sostenere il tenore di vita delle persone più vulnerabili. Nelle attuali circostanze, sarà fondamentale anche una discussione attiva tra governi, lavoratori e imprese sui salari. Nessuno di loro può assorbire da solo l’intero costo associato all’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Occorre quindi dare nuovo impulso alla contrattazione collettiva e riequilibrare il potere contrattuale tra datori di lavoro e lavoratori, consentendo a questi ultimi di contrattare il proprio salario in condizioni di parità. I Paesi dovrebbero intensificare gli sforzi per riconnettere le persone poco qualificate e altri gruppi vulnerabili ai posti di lavoro disponibili. Circa due terzi dei Paesi OCSE hanno aumentato il bilancio destinato ai servizi pubblici per l’impiego dall’inizio della crisi COVID 19 . Tuttavia, maggiori finanziamenti non sono sufficienti: i servizi per l’impiego e la formazione devono essere integrati, completi ed efficaci nel raggiungere i datori di lavoro e le persone in cerca di lavoro. Migliorare la qualità dei posti di lavoro in prima linea dovrebbe essere una priorità urgente per i governi. Più della metà dei Paesi OCSE ha istituito premi una tantum per compensare i lavoratori del settore dell’assistenza a lungo termine per il lavoro extra durante la pandemia. Tuttavia, meno del 30% dei Paesi ha aumentato la retribuzione su base continuativa.

 

La situazione italiana

In Italia, l’impatto della crisi del COVID-19 sul mercato del lavoro è stato attenuato dall’uso massiccio della Cassa Integrazione. Nonostante l’enorme calo delle ore lavorate, il tasso di disoccupazione massimo del secondo trimestre 2020 era solo 0.5 punti percentuali al di sopra del 9.7% del dicembre 2019. Il mercato del lavoro ha continuato a migliorare nei primi mesi del 2022 portando il tasso di disoccupazione al 7.9%% a luglio – ancora ben al di sopra della media OCSE del 4.9%. A giugno 2022, il tasso d’occupazione era al 60.1% – 1.1 punti percentuali al di sotto del livello del dicembre 2019. L’aumento del tasso di occupazione è stato maggiore per gli uomini (cresciuto di 1.2 punti percentuali fino al 69.1%) che per le donne (+0.9 punti percentuali per arrivare a 51%).

L’incidenza di posti di lavoro vacanti ha raggiunto livelli record nella seconda metà del 2021, per stabilizzarsi intorno a 1.9 nel primo trimestre 2022. L’aumento del tasso è stato particolarmente forte nei servizi di alloggio e di ristorazione, dove ha raggiunto il 3% all’inizio del 2022.

Nonostante l’aumento della tensione nel mercato del lavoro, la crescita salariale nominale rimane debole in Italia. Nel secondo trimestre 2022, la crescita annua dei salari orari negoziati è rimasta intorno all’1%, mentre l’inflazione ha raggiunto il 6.9% (contro una media OCSE del 9.7%).

Secondo le proiezioni dell’OCSE, i salari reali scenderanno del 3% in Italia nel corso del 2022, contro una media OCSE del 2.3%.

I  giovani sono stati particolarmente colpiti dall’impatto iniziale della crisi. Nel primo trimestre 2022, I giovani avevano in parte recuperato lo svantaggio, ma erano ancora in ritardo rispetto ai lavoratori più anziani. Il tasso di occupazione per la fascia di età dai 15 ai 24 anni era al di sotto del livello pre-crisi nella maggior parte dei paesi, ed in media era tornato a livelli di inizio 2019 nell’area OCSE. Per le fasce di età 25-54 e 55-64, invece, il tasso di occupazione nello stesso periodo era cresciuto rispettivamente di 1 e 3 punti percentuali in media nell’area OCSE. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede un nuovo programma di politiche attive per il mercato del lavoro – Garanzia di Occupabilità dei lavoratori (GOL) – per fornire supporto personalizzato in termini di orientamento, aggiornamento e riqualificazione. Il programma offre anche fondi per la sperimentazioni di programmi su scala ridotta per valutarne l’efficacia e l’applicazione su ampia scala.

Il programma è diretto principalmente a gruppi particolarmente svantaggiati nel mercato del lavoro – inclusi i giovani – ed è aperto sia ai disoccupati che ai lavoratori a basso reddito – dipendenti o autonomi.

 




La BioDesign Foundation presenta i progetti Vox Maris e Life Safe Project: il futuro parte da una rete

Sono state già raccolte oltre 100 tonnellate di reti e materiali da pesca a Chioggia, impedendone l’abbandono in mare
 
A distanza di un anno dal suo lancio, la BioDesign Foundation, l’organizzazione no profit che si occupa di promuovere il rapporto tra uomo, tecnologia, produzione e ambiente attraverso la ricerca e la messa in atto di soluzioni sostenibili alle sfide poste dai problemi ecologici globali, ha compiuto importanti passi avanti nel progetto realizzato nella laguna veneziana, a Chioggia.
 
La volontà e la lungimiranza del Consorzio degli Armatori di Chioggia e di alcuni pescatori che da anni cercano una soluzione per la raccolta e lo smaltimento delle reti dismesse, hanno portato il presidente del Consorzio degli Armatori, Roberto Penzo, a rivolgersi alla BioDesign Foundation. L’Organizzazione, tramite il proprio Earth Solution Project si è resa disponibile a trovare una soluzione concreta per far sì che tutte le reti a disposizione dei pescatori vengano consegnate alla Fondazione, optando per la salvaguardia e la tutela del nostro Mar Mediterraneo in cui finiscono ogni anno tonnellate di reti da pesca e rifiuti di plastica, dando vita al progetto Vox Maris.
 
Roberto Fiorello, direttore Amministrativo della BioDesign Foundation, ha approfondito la collaborazione con il Mercato Ittico e il Comune di Chioggia per poter posizionare alcuni container scarrabili per la raccolta del materiale da pesca presso il Mercato Ittico. La BioDesign Foundation premia economicamente i pescatori che recuperano le reti e i rifiuti di plastica raccolti in mare, acquistando le reti e i materiali da consumo dei pescherecci che al momento della consegna vengono pesati e pagati al kg.
 
È grazie a questo impegno collettivo che sono state già raccolte oltre 100 tonnellate di reti e materiali da pesca a Chioggia, impedendone l’abbandono in mare.
 
Trovata la soluzione per la raccolta di reti da pesca e rifiuti plastici, Elio Dall’Acqua, portavoce dei pescatori più sensibili al tema della salvaguardia dell’ambiente, si è rivolto nuovamente alla BioDesign Foundation ponendo un’ulteriore sfida. L’intento è trovare il modo di salvaguardare la cosiddetta “pesca indesiderata” (Bycatch), ovvero quegli organismi che vengono involontariamente intrappolati dalle reti dei pescherecci come molluschi, stelle marine, granchi e molti altri esseri viventi che costituiscono il motore silenzioso del prezioso ecosistema marino e che spesso deperiscono nei pozzetti delle imbarcazioni.
 
Dopo attente verifiche insieme a Dall’Acqua e ai pescatori, la BioDesign Foundation ha trovato una soluzione ideando delle vasche salva vita installate a spese della Fondazione sulle imbarcazioni: nasce così il “Life Safe Project”.
 
A seguito della presentazione del progetto al Dipartimento di Biologia Marina dell’Università di Padova è stato delineato uno studio scientifico volto alla salvaguardia di questi organismi. In collaborazione con la professoressa Carlotta Mazzoldi – docente di Biologia Marina dell’Università di Padova, sono stati analizzati l’efficacia e il sistema delle vasche salvavita, realizzate su misura in acciaio Inox e installate sui pozzetti dei pescherecci. Dall’analisi si stima che fra il 50% e il 70% della pesca indesiderata potrebbe sopravvivere grazie all’utilizzo di questa semplice ma efficiente tecnologia.
 
Il sistema elaborato per il Life Safe Project prevede che il contenuto delle reti (ovvero il pescato che andrà venduto, oltre agli organismi involutamente tirati a bordo) vengano scaricati su un apposito tavolo-contenitore riempito d’acqua a temperatura controllata. Su questi piani viene svolta rapidamente la suddivisione del pescato: quanto destinato alla vendita viene raccolto e riposto in celle frigorifere; gli “animali indesiderati” vengono invece travasati allo sbarco, mediante l’utilizzo di un ingegnoso scivolo, in una vasca-acquario simile per ambiente al fondale marino. Da qui, gli stessi vengono poi rimessi in mare attraverso un tubo immerso a due metri di profondità, per ostacolare l’eventuale cattura da parte dei gabbiani.
 
 
La BioDesign Foundation finanzierà dal mese di ottobre 2022 due borse di studio destinate a due biologi marini che svilupperanno uno studio scientifico, condotto dall’Università di Padova, su otto imbarcazioni –di cui solo quattro provviste di vasche salvavita, per censire e comparare i dati relativi al numero di vite marine salvate.
 
In una fase successiva, ogni pescatore che prenderà parte al Life Safe Project, installando una vasca salvavita sulla propria barca, riceverà una certificazione collegata ad un codice personale in grado di tracciare il lavoro svolto e sarà munito di una bandiera distintiva, strumenti che faciliteranno la vendita dei propri prodotti ittici, nel segno di una pesca etica.
 
“La natura funziona come un orologio, in cui ogni componente ha una collocazione precisa, per nulla casuale. Segue infatti un piano preciso e l’equilibrio è dato dall’interazione di tutti gli ingranaggi, anche i più piccoli e in apparenza insignificanti. Il mare è il nostro motore più importante sulla terra, un bene prezioso, che dobbiamo impegnarci a preservare per la nostra sopravvivenza – afferma Roberto Guerini, Fondatore e Presidente della BioDesign Foundation.
 
Attraverso la BioDesign Foundation e i suoi progetti stiamo dando vita alla missione di Luigi Colani, designer visionario che ha plasmato la nostra moderna concezione di Design organico, tenendo la natura come costante forma di ispirazione.
 
“Realizzare un mondo più etico e sostenibile è possibile – prosegue Roberto Guerini, la BioDesign Foundation dedica gran parte delle proprie attività al progetto Vox Maris per rimuovere più plastica e reti possibili dai nostri mari: grazie al supporto dei Team di attivisti denominati “The Custodians of the Future” la BioDesign Foundation ripulisce mari, spiagge, boschi e fiumi dalla plastica e si impegna sul fronte dell’insegnamento attraverso percorsi didattici volti ad aumentare la consapevolezza del vivere in armonia con la natura”.
 
 
L’obiettivo della BioDesign Foundation e del Presidente del Consorzio Armatori di Chioggia è quello di portare ed espandere il progetto Vox Maris – Salva Vita in ogni porto d’Italia e del mondo.
 
È infatti con questo intento che la BioDesign Foundation ha iniziato – tramite l’operato del proprio Direttore per l’Italia e il Mediterraneo, l’Avvocato Emanuele Mazzaro, ad estendere le stesse iniziative anche al mercato ittico di Pila e Caorle, prefiggendosi come traguardo di ubicare entro il 2023 in tutti porti più importanti d’Italia e del Mediterraneo i punti di raccolta di reti e plastica recuperata dal mare, per divulgare il progetto Salva Vita.
 
 
Nel prestigioso Palazzo Grassi di Chioggia, una delle sedi delle attività didattiche dell’Università di Padova, verrà allestita una mostra all’interno del museo di Zoologia Adriatica dedicata al BioDesign Codex, con diverse opere del Maestro Luigi Colani ispirate alla bellezza del mare: sarà infatti possibile ammirare, tra le tante, aerei dalle linee sinuose come delfini, costruzioni che ricordano la maestosità della manta e treni magnetici che assomigliano per struttura a totani.
 
Il BioDesign Codex di Luigi Colani “90% natura, 10% trasformazione” dimostra come l’applicazione del BioDesign renda possibile una totale armonia tra uomo, tecnologia e natura. Una sezione della mostra avrà come focus la plastica, in particolare la microplastica, e sarà realizzata insieme agli specialisti in questo settore dell’Università di Padova.
 
“La Microplastica genera nel mare danni incalcolabili”.
 
BioDesign Foundation
 
Scopo della BioDesign Foundation, che opera a livello nazionale e internazionale senza fini di lucro sotto il nome di Earth Solution Platform, è quello di preservare l’eredità di Luigi Colani di utilizzare il BioDesign per proteggere l’ambiente. La Fondazione sostiene, promuove e sviluppa progetti e iniziative che si occupano di BioDesign, al fine di consentire un’efficace e sostenibile progettazione e produzione. Sviluppa e promuove cicli economici ecologici e chiusi, promuove singole imprese che sostengono lo scopo della Fondazione, l’attività di ricerca e sviluppo, nonché le imprese e le azioni scientifiche, culturali, educative, artistiche e filantropiche, che a loro volta perseguono uno scopo benefico e no profit.
 
La BioDesign Foundation è Svizzera ed è stata fondata il 31 maggio 2021, con domicilio 9004 St. Gallen.
 
Luigi Colani (1928-2019)
 
Nella sua lunga carriera iniziata negli anni Cinquanta, lo “scienziato della forma” ha lavorato per le principali marche automobilistiche, tra cui Fiat, Alfa Romeo, lancia Wolkswagen e BMW. Negli anni Sessanta si è dedicato alla progettazione di componendi e mobili d’arredo e negli anni Settanta ha espanso la sua creatività in diversi settori, disegnando molteplici oggetti e complementi d’arredo tra cui camion, cucine, penne a sfera e televisori.
 
Roberto Guerini
 
Roberto Guerini ha lavorato come designer e interior designer mentre si stava laureando in Economia Aziendale a San Gallo, in Svizzera. Ha disegnato e commercializzato le proprie collezioni di complementi d’arredo e di arredamento e da vari anni si occupa di organizzazione di eventi culturali.
 
È co-fondatore e CEO di Ylem GmbH e Albatros Management AG, Colani Design e ATMOS Warehouse Bio. È autore della biografia di Luigi Colani e del Codice BioDesign. Come direttore della Fondazione Colani, continua a portare avanti l’eredità di Colani – BioDesign. Roberto Guerini è stato nominato Colani Chief Designer da Luigi Colani dal 2013.
 




Eastern Economico Forum, Putin: “Impossibile isolare la Russia”

“Limitare i prezzi del gas russo è un’altra stupidità che non ha futuro”

Le sanzioni imposte dai Paesi occidentali alla Russia costituiscono “una minaccia al mondo intero”, ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, nel suo discorso all’Eastern Economico Forum a Vladivistok.

“La pandemia è stata rimpiazzata da nuove sfide globali che pongono una sfida al mondo intero. Mi riferisco alla frenesia delle sanzioni occidentali, agli aggressivi tentativo (dell’Occidente) di imporre un modello di comportamento ad altri Paesi, privandoli di sovranità e soggiogandoli al suo volere”, ha detto il capo del Cremlino.

Putin ha detto che “è impossibile isolare la Russia’, con riferimento alle sanzioni occidentali. Putin, che parla all’Eastern Economic Forum a Vladivostok, ha aggiunto – citato dalla Tass – che “la Russia non ha perso e non sta perdendo nulla a causa dell’Operazione speciale (l’invasione dell’Ucraina, ndr), ma ha anzi rafforzato la propria sovranità”. Il leader russo si è detto certo che “l’economia globale attraversa un periodo difficile, ma la logica della cooperazione vincerà sicuramente”.
La Russia non ha iniziato le azioni di combattimento in Ucraina, ma “sta cercando di mettere fine ad esse, perché è dal 2014 che continuano”, ha detto il presidente russo.

Putin ha affermato di avere in mente di imporre restrizioni sull’esportazione di grano e sementi ucraini verso l’Europa e di volerne discutere con il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. “Forse – ha dichiarato Putin da Vladivostok, citato dalla Tass – dovremmo pensare di limitare l’export di grano e altri alimenti lungo questa rotta (fra l’Ucraina e l’Europa, ndr). Credo proprio che ne parlerò con il presidente turco Erdogan. Dopotutto, siano stati noi a elaborare il processo di esportazione dei cereali ucraini”.
“Limitare i prezzi del gas russo è un’altra stupidità che non ha futuro”, ha affermato Putin. “Il mercato europeo delle risorse energetiche – afferma Putin – era un tempo privilegiato, ora non lo è più”. Per il presidente russo, “la domanda di risorse energetiche della Cina cresce e gli accordi energetici con la Russia funzionano”.




Zaporizhzhia, rapporto Aiea: “Situazione insostenibile” e la Russia chiede chiarimenti

Situazione “senza precedenti”, ha avvertito l’Aiea in un rapporto di 52 pagine in cui evidenzia tutte le criticità emerse nella visita

La Russia ha chiesto all’Aiea, l’agenzia dell’Onu per l’Energia atomica, dei “chiarimenti” sul suo rapporto sulla situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia – definita nel documento “insostenibile” -, ha dichiarato a Interfax il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov. “C’è bisogno di chiarimenti supplementari, perché quel rapporto contiene un certo numero di punti interrogativi. Abbiamo chiesto questi chiarimenti al direttore generale dell’Aiea”, Rafael Grossi. Ieri l’ambasciatore russo all’Onu ha deplorato che il rapporto non “indicasse chiaramente” che sarebbero gli ucraini a bombardare la zona della centrale.

“In attesa della fine del conflitto e del ripristino di condizioni stabili, c’è urgente bisogno di misure ad interim per evitare che un incidente nucleare sia provocato dai danni fisici causati da strumenti militari”. Dopo la missione a Zaporizhzhia, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica denuncia una situazione “insostenibile” e mette nero su bianco i rischi di un disastro nella centrale nucleare più grande d’Europa, da settimane al centro degli scontri in Ucraina, che “può avere un serio impatto nel Paese e oltre i suoi confini”. Per questo, gli esperti dell’Onu lanciano un appello per “l’urgente creazione di una zona di protezione della sicurezza nucleare”. La situazione è “senza precedenti”, avverte l’Aiea in un rapporto di 52 pagine in cui evidenzia tutte le criticità emerse nella visita conclusa poche ore fa, mentre a Zaporizhzhia si sono registrate nuove potenti esplosioni per cui Mosca e Kiev continuano a rinnovarsi accuse reciproche. “E’ la prima volta che un conflitto militare si è svolto tra le strutture” di una centrale di queste dimensioni, sottolinea il documento stilato dai tecnici, che “hanno osservato danni in diverse zone causati dagli eventi segnalati” in relazione al conflitto, “con alcuni dei danni vicino agli edifici del reattore”. Gli esperti, si legge nel testo, “hanno osservato che alcuni lavori di riparazione erano già stati effettuati o erano in corso per alcuni dei danni e hanno notato che ulteriori lavori sarebbero necessari per riparare tutti i danni causati”. Inoltre per l’Aiea, che nella centrale ha lasciato due tecnici come sentinelle per monitorare gli sviluppi, l’attuale situazione “è chiaramente insostenibile” anche per i lavoratori ucraini della centrale, che “operano in condizioni estremamente stressanti sotto il controllo delle forze armate russe”.

In attesa dell’intervento al Consiglio di sicurezza dell’Onu del direttore generale dell’ente, Rafael Grossi, l’appello a fermare i raid è però caduto nel vuoto. Russi e ucraini ancora una volta si sono accusati a vicenda di aver compiuto i bombardamenti che poco dopo mezzogiorno hanno provocato una potente esplosione a Energodar, la città che ospita l’impianto, causando un’immediata interruzione delle forniture di elettricità e acqua ai residenti. I filorussi hanno poi riferito di danni a un serbatoio di olio combustibile, che sarebbe finito nel canale che fornisce acqua per il funzionamento della struttura. Denunce su cui neppure l’Aiea è riuscita a fare pienamente chiarezza, potendo solo verificare gli effetti dei raid. Del resto, ha sottolineato il numero uno dell’ente nucleare ucraino Energoatom, Petro Kotin, la missione sconta un limite di mandato per cui non può pretendere che Mosca ponga fine alla sua “occupazione”, che costituisce “la radice del problema”. Per questo, ha aggiunto, per arrivare a una smilitarizzazione servirebbe piuttosto un intervento di peacekeeping con la partecipazione dei caschi blu dell’Onu. Mentre gli occhi restano puntati su Zaporizhzhia, il conflitto avanza. Dopo il successo simbolico dello stop al referendum in programma a Kherson per l’annessione alla Russia, le forze ucraine hanno rivendicato un’ulteriore avanzata della controffensiva, che trova conferme anche dal Pentagono. Per il consigliere presidenziale Oleksiy Arestovych, “dall’inizio dell’operazione di liberazione del sud dell’Ucraina, l’esercito ha ripreso diversi insediamenti sulla sponda occidentale del Dnepr” e nelle prossime settimane sarà in grado di accerchiare il nemico sulla sponda opposta del fiume, iniziando a ricacciarlo indietro. Una scommessa che si affianca ai progressi rivendicati sul fronte orientale, mentre un consigliere di Kiev ha detto di aspettarsi a breve l’annuncio di “grandi notizie dal presidente Zelensky sulla controffensiva nella regione di Kharkiv”. E intanto, anche la resistenza continua la sua battaglia. A Berdyansk, sul mar d’Azov vicino a Mariupol, il comandante russo della città “occupata” è rimasto gravemente ferito dall’esplosione di un’autobomba in pieno giorno e in pieno centro.