TAORMINA: ALLA SCOPERTA DELLA PERLA DI SICILIA

 

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di Giuseppa Guglielmino

Taormina si trova esattamente a circa 200 metri sul livello del mare ed ha una conformazione particolare cha la fa somigliare, nella sua struttura, ad una vera terrazza arricchita da una bella vista panoramica nella quale spicca in maniera prepotente il vicino vulcano Etna. Qui il turismo è attivo tutto l'anno ed è agevolato non solo dalla bellezza culturale e naturalistica tipica della città ma anche da un buon sistema ricettivo e ricreativo e dal tipico calore umano siciliano.
Nel corso dei secoli, la città è sempre stata una grossa meta turistica che ha ospitato anche delle personalità celebri, a partire da Guglielmo II di Germania, numerosi scrittori come Goethe, Maupassant, D. H. Lawrence, A. France, Oscar Wilde, Brahms, stilisti del calibro di Dior, nobildonne illustri come Florence Trevelyan, il pittore tedesco Geleng, nobili inglesi e francesi.

La bellezza di Taormina ha anche avuto il merito di conquistare numerosi registi che l'hanno scelta come set ideale dei loro film, a partire da Michelangelo Antonioni che proprio in questa città ambientò la sua opera "L'Avventura".
La storia della città di Taormina alterna periodi floridi e periodi di forte negatività e di depressione e tutte le fasi cittadine rispecchiano l'andamento storico e culturale proprio della Sicilia.
Trascurare l'elemento storico isolano, e qui più specificatamente cittadino, sarebbe un grave errore perché non permetterebbe di comprendere a pieno titolo la bellezza e la ricchezza culturale propria della città.
La nascita di questo importante centro turistico isolano fu determinata dall'arrivo di alcuni profughi greci provenienti dalla vicina città di Naxos, già conquistata precedentemente da Dionigi I di Siracusa e tra le più antiche colonie greche isolane, nel 358 A.C., origine che prevede un nome diverso da quello attuale per la città, cioè Tauromenion. Con tale dominazione la città assume l'aspetto tipico delle varie colonie greche, a partire dalla costruzione dell'agorà, dall'acropoli posta al vertice del Monte Tauro e dalla costruzione del Bouleuterion – necessaria sede del consiglio cittadino.
Risale a questo periodo la costruzione di quello che è degnamente considerato il simbolo cittadino, il famoso Teatro Antico costruito precisamente nel III secolo A. C. sfruttando la struttura morfologica della collina dove risiede e contornato da un panorama affascinante comprendente due estremi geografici, la baia di Schisò ed il Vulcano Etna.Una successiva dominazione per la località in questione fu quella Romana. In questo secondo caso gli eventi sono più intrecciati.
Innanzitutto i Romani iniziarono dei lavori di ristrutturazione degli innumerevoli reperti architettonici lasciati dai greci. Anche se la struttura architettonica cittadina prevista a volte non fu cambiata radicalmente ed a volte ci furono solo degli eventuali lavori di ampliamento, ciò che cambiò veramente fu l'uso diverso delle varie strutture presenti.

Primo lavoro di rifacimento riguarda il già citato e famoso teatro. In effetti, sotto i Romani, esso fu trasformato in anfiteatro. I Romani vanno ricordati anche per la realizzazione di nuove opere architettoniche che ancora oggi costituiscono un vanto cittadino. È di questo periodo, infatti, la realizzazione di uno dei beni culturali più famosi della città, le "Naumachie", un terrazzamento che prevedeva anche la presenza di una cisterna collegata ad un acquedotto a sua volta previsto per seguire la nuova espansione urbanistica cittadina. Gli eventi precipitarono notevolmente quando Taormina si alleò con Sesto Pompeo contro Ottaviano. Questa decisione si rivelò sbagliata perché, quando Ottaviano vinse, la città fu declassata al ruolo di semplice colonia e costretta a vivere vari secoli nel più triste oblio.

La nuova dominazione bizantina determina un periodo più florido per la città.
Alla caduta di Costantinopoli ed alla perdita d'importanza della città di Siracusa, infatti, Taormina diventa la nuova capitale della Sicilia orientale. Segni evidenti del passaggio dei bizantini nella città in questione sono svariate costruzioni, a partire da una seconda cinta muraria difensiva che va ad unirsi a quella ellenistica. In effetti l'importanza strategica della città fu molto apprezzata e valorizzata dai Bizantini ed essa è valorizzata dalla presenza di due roccaforti, probabilmente costruite proprio durante questa dominazione, e situate precisamente una sulla cima del pluricitato Monte Tauro e l'altra in una posizione più interna e precisamente sul picco di Mola.
L'importanza assunta dalla città durante questo periodo è provata anche dal fatto che essa divenne sede dell'arcivescovato. Con questa nuova dominazione la città conobbe un periodo veramente felice di crescita demografica ed urbanistica – in quest'ultimo caso verso la parte meridionale della città -, nonché di un prestigio e di una fama sempre crescenti. La storia delle varie dominazioni subite da questo centro turistico continua con l'avvento degli Arabi che occuparono buona parte della Sicilia dal nono all'undicesimo secolo e che si fermarono a Taormina precisamente dal 902 al 1079, anno dell'arrivo dei Normanni. In questo caso, la storia cittadina si tinge di nero perché gli Arabi distrussero buona parte della città.
L'arrivo degli Arabi va anche ricordato per la costruzione di alcuni edifici, come una torre oggi costituisce la parte principale del famoso Palazzo Corvaia del quale si parlerà dettagliatamente durante la sezione dedicata ai beni culturali e storici cittadini.
Successivo arrivo di nuovi dominatori della città riguarda i Normanni. Con l'arrivo di questi ultimi Taormina perde un po' della sua importanza a favore della vicina Messina, ma si assiste anche alla rimonta del Cristianesimo nella zona con il conseguente fiorire di numerosi conventi ed anche il consolidamento del tessuto urbano. In effetti risale proprio a questo periodo la nascita del Borgo che ha come punte estreme Porta di Mezzo e Porta del Tocco, nascita che fu determinata dal nuovo assetto demografico e da una nuova ed alternativa ristrutturazione viaria.
Durante il XVI secolo la città conobbe una nuova espansione urbana favorita anche da un discreto incremento economico determinato dalla lavorazione dello zucchero.
Ulteriore dominazione che va a segnare un periodo cittadino decisamente meno florido rispetto al precedente è quella spagnola.
Con l'arrivo degli Spagnoli, infatti, tutta la zona subì delle gravi perdite come la vendita di vari territori demaniali ed quella conseguente di numerosi ed importanti casali. La sottrazione dei casali è il primo sintomo della contrazione economico-demografica subita dalla città durante tale periodo.

La bellezza naturalistica ed architettonica della città è stata citata più volte e meritatamente. Ogni angolo di questa terra ha tanto da offrire sia dal punto di vista architettonico che ambientalistico ed ogni aspetto merita qualcosa di più della semplice menzione.
Qui il turista interessato ha davvero l'imbarazzo della scelta: può effettuare un giro storico-culturale della città per ammirarne i beni culturali come la cattedrale dedicata a San Nicolò ed edificata nel tredicesimo secolo, i suoi palazzi, il famoso e più volte citato Teatro; il turista, inoltre, non
può certamente restare indifferente alle bellezze naturalistiche della città costituite, ad esempio, dai bei giardini pubblici e dalle rinomate spiagge della zona; infine, e certamente non ultime per importanza, occorre ricordare la possibilità di effettuare delle interessanti escursioni nelle zone vicine la città, mete turistiche isolane altrettanto valide ed interessanti.  Il simbolo cittadino, vero fiore all'occhiello per tutta la città ed importante rappresentante dei beni culturali cittadini è il Teatro Greco ricordato soprattutto con l'espressione "Teatro Antico" dal quale si ha una bella vista e noto anche per la presenza delle colonne dall'evidente stile corinzio.
In Sicilia esso è, per le sue notevoli dimensioni e con un diametro di circa 110 metri, secondo solo a quello siracusano, ma non per questo inferiore per importanza o bellezza.
Di origine ellenistica, come si è gia detto, precisamente con una antica datazione risalente al III secolo A.C., dei suoi natali restano pochi simboli a causa delle successive ristrutturazioni romane e a causa del logorio temporale.
Una prova della sua origine greca, ad esempio, è data dall'utilizzo della tipica pietra di Taormina, simile al marmo, presente sotto la scena.
La sua struttura presenta tre elementi archittetonici di base, la scena, l'orchestra e la cavea.

Dell'originaria cavea con le sue nove gradinate ed il portico oggi si hanno pochi resti, così come si hanno pochi avanzi della scena, che tra l'altro presenta ancora delle nicchie. In origine il teatro aveva dimensioni piu grandi di quelle attuali.
Come si è già detto, il teatro subì delle vere e proprie rivoluzioni archittettoniche sotto i Romani divenendo, di fatto, un vero e proprio anfiteatro per gli spettacoli gladiatorii. In effetti l'attuale struttura architettonica risale al II secolo D.C.. Per ragioni di sicurezza, l'orchestra fu trasformata con l'aggiunta di un alto podio per garantire davvero un buon riparo agli spettatori.

La bellezza di questo teatro ancora oggi utilizzato per delle manifestazioni culturali ed artistiche come il complesso delle manifestazioni internazionali note con l'espressione "Taormina Arte" e che ricorrono ogni anno durante i mesi estivi consiste non solo per la sua struttura architettonica notevole ancor oggi in buono stato e dall'acustica davvero notevole, ma anche per la splendida vista panoramica che esso offre sull'Etna, la città di Giardini Naxos ed i Monti Calabri, vista offerta dalle terrazze che circondano lateralmente la scena.
Poco distante dal Teatro si trovano i resti di un antico tempio ed un Antiquarium con dei reperti archeologici prelevati nei dintorni della città. Tale Antiquarium appena citato merita certamente uno spazio esplicativo maggiore rispetto alla semplice menzione appena fatta.
Questo piccolo museo archeologico è suddiviso in due stanze che prevedono l'esposizione di alcuni reperti archeologici importanti come una statua dedicata ad un vincitore di una corsa di cavalli ai giochi olimpici, come si evince da una iscrizione presente nella base della statua stessa, due importanti pilastri, il primo chiamato "Tavola degli Strateghi" con i nome degli amministratori cittadini della giustizia e la "Tavola dei Ginnasiarchi" dedicata ai magistrati che avevano il compito di amministrare il Ginnasio adibito alla educazione dei giovani.
Altro reperto dalla notevole importanza archeologica e soprattutto storica presente nella città di Taormina è costituita dalle famose "Naumachie" già citate nella carrelata storica cittadina e che con il loro nome ricordano le simulazioni dei combattimenti navali care ai Romani ma che qui a Taormina si presentano come una struttura architettonica.

Tale struttura è decisamente uno degli esempi piu importanti dei monumenti romani presenti in tutta l'isola.
Tale monumento si presenta su di un prospetto di età imperiale lungo più di cento metri costruito utilizzando dei mattoni rossi ed arricchito da nicchie dalla varia grandezza e sollevate da terra. Tutta la struttura serviva da consolidamento per accogliere al maglio la cisterna costruita per l'ovvio motivo di irrigare i terreni vicini utilizzati dalla nuova espansione urbanistica. Grazie a dei lavori di ristrutturazione la pavimentazione a blocchi poligonali lavici presente nella zona è stata recentemente rinvenuta.
Ulteriore monumento storico cittadino importante è un piccolo teatro, l'Odeon, quasi simile per la sua struttura architettonica al famoso e già citato Teatro Antico. Questo secondo Teatro è più piccolo rispetto a quello greco ed è situato nel versante cittadino nord-est e precisamente dietro la collina denominata Santa Caterina di Alessandria d'Egitto e vicino il famoso Palazzo Corvaia.

La sua nascita è decisamente romana e la sua scoperta avvenne accidentalmente verso la fine del 1800. La sua struttura architettonica prevede una scena comprendente una base ed un colonnato di un teatro greco scoperto durante gli scavi effettuati per l'Odeon.
La città di Taormina è anche nota per dei bei Palazzi, a partire da quello forse più famoso e precedentemente citato, Palazzo Corvaia. In effetti esso è un vero e proprio Castello ed è nel linguaggio comune che esso è denominato semplicemente Palazzo. La costruzione deve il suo nome alla famiglia nobiliare che ne fu proprietaria dal XVII al XIX secolo. Questo monumento culturale è soggetto di numerosi studi da parte di vari storici. Oggi è comunque accertato che originariamente tale nobile dimora si trovasse fuori dalle mura cittadine e collegato al teatro antico.Attualmente la struttura è di proprietà comunale ed ospita la Biblioteca Civica ed il Centro Mediterraneo di Drammatica. Esso si presenta con una superba facciata incoronata da una merlatura ed impreziosita con delle finestre a trifora.

La sua struttura architettonica, inoltre, è opera di varie e successive costruzioni, a partire dalla torre cubica e dalla parte centrale della costruzione che risalgono al periodo arabo, dall'ala laterale sinistra che è stata costruita nel XIII secolo insieme alla scala che dal cortile conduce al primo
piano, dall'ala laterale destra ancora "più recente" visto che la sua costruzione risale al XV secolo con l'originario scopo di accogliere gli incontri del Parlamento Siciliano. Qui occorre precisare che la torre cubica riporta alla mente gli Arabi anche per il loro sacro tempio "Al Ka 'bah".
Il complesso prevede vari stili architettonici, evidente segno del passaggio del tempo e delle successive costruzioni appena citate.In effetti la torre presenta delle evidenti reminescenze arabe, le bifore del salone sono in stile gotico-catalano, così come il portale d'ingresso al palazzo.
Una delle caratteristiche del Palazzo ed espressione artistica degna di nota è la presenza di tre pannelli a rilievo rappresentanti eventi tratti dalla Genesi Biblica, precisamente la creazione di Eva, il peccato originale e la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso.

Successiva ed altrettanto importante nobile costruzione della città è il Palazzo dei Duchi di Santo Stefano costruito per la nobile famiglia di origine spagnola De Spuches, Duchi di Santo Stefano e Principi di Galati – due centri del messinese -, una piccola ma originale costruzione incorporata all'interno delle antiche mura difensive cittadine, nella parte recentemente ristrutturata.

La sua massiccia e forte struttura, nonostante le dimensioni non eccessive appena menzionate, le danno l'aspetto della fortezza che incute rispetto in chi la guarda ed essa presenta una mescolanza di elementi gotici, arabi e normanni.
Gli evidenti elementi arabi sono, ad esempio, le decorazioni presenti all'apice della costruzione, una fascia decorativa rappresentata dall'alternata presenza di pietra lavica bianca e nera proveniente da Siracusa ed elemento strutturale che va a ricreare delle belle figure geometriche.
Le reminescenze arabe sono determinate anche dall'utilizzo delle maestranze arabe che furono utilizzate per la costruzione dell'edificio.
Gli elementi normanni sono costituiti, ad esempio, dalle merlature a coda di rondine presenti nella costruzione.
Il Palazzo è situato esattamente vicino la Porta Catania e va ricordato anche per un bel giardino posto nelle sue vicinanze e che prevede la presenza di un pozzo per raccogliere l'acqua piovana utilizzata per i bisogni dei residenti dell'edificio.
La costruzione presenta un'apparente contraddizione che però le garantisce uno dei suoi elementi costitutivi: due sue lati guardano all'esterno delle citate mura e si presentano con la struttura di una fortezza inaccessibile; gli altri due sono più pittoreschi e sono più aggraziati dei precedenti grazie
alla presenza di belle finestre bifore impreziosite da rosoni.

Tra gli altri elementi caratteristici della facciata dell'edificio ricordiamo anche la presenza di archi tribolati e fregi bicromi.
Dell'originaria struttura che prevedeva tre sale sovrapposte oggi rimane ben poco visto che oggi si può ammirare solo quella presente nel piano terra della costruzione.
Intorno agli anni sessanta il Municipio ha ottenuto il possesso della nobile costruzione acquistandolo da un appartenente alla nobile famiglia De Spuches.
L'interno della struttura ospita la Fondazione G. Mazzullo: infatti sono qui conservate in maniera permanente delle opere di scultura e di grafica di questo artista ed anche, in maniera saltuaria e temporanea, delle altre mostre di opere d'arte.
Altra costruzione cittadina dalla discreta importanza è la "Badia Vecchia" denominata anche "Badiazza", un torrione merlato di antica origine normanna che ha subito ulteriori e decisivi interventi decorativi nel Trecento.
Mentre il Palazzo dei Duchi di Santo Stefano era stato edificato per proteggere il lato nord della città, la struttura simile ad una fortezza della Badia Vecchia fa supporre che essa aveva il compito di difendere il lato a sud.
La costruzione a pianta quadrata presenta dei fregi decorativi bicolori per certi versi simili al Palazzo dei Duchi di Santo Stefano del quale si è già parlato. Altra caratteristica decorativa della costruzione è formata da delle interessanti e belle bifore.
L'edificio è una proprietà comunale. Pare che il nome della costruzione, in base ad una delle teorie più accreditate, sia determinato dal fatto che essa era una antica abbazia, teoria avvalorata dalla scoperta in un vicino pozzo di raccolta delle acque piovane di alcuni quadri aventi temi sacri.
Il Palazzo Ciampoli si trova quasi nel centro cittadino ed è una delle costruzioni più antiche della città, com'è ampiamente documentato da una iscrizione presente nel portale a sesto acuto.
In effetti tale portale è sormontato da uno scudo che riporta una data, 1412.

Attualmente e sfortunatamente il Palazzo non è in un buono stato di conservazione, soprattutto nella sua facciata. Come resti evidenti della gloria passata di questa costruzione ricordiamo la parte restante di antiche e ripide scale che funzionavano da base naturale.
Tra gli altri elementi decorativi della costruzione ricordiamo alcune reminescenze spagnole che esso raccoglie, come una finestra che prevede la presenza di un arco delimitato da una architrave le cui estremità vanno a ricreare delle decorazioni scultoree.
Per esser veramente esaustivi sulle bellezze architettoniche cittadine occorre necessariamente dare qualche cenno alla struttura viaria cittadina, alle "Porte" storiche che l'arricchiscono, al Borgo.
L'impianto urbanistico è decisamente medievale e prevede la presenza di alcune arterie viarie principali, a partire dal famoso Corso Umberto I, l'arteria che scorre longitudinalmente per tutta la città, che ha come punte estreme Porta Messina e Porta Catania e che offre anche le vie d'accesso a numerosi centri storici e culturali rinomati della città.

La via di cui si sta parlando prevede anche la presenza di uno dei punti d'incontro principali della città, cioè Piazza IX Aprile. La piazza è conosciuta ed ogni suo lato presenta una caratteristica diversa ma sempre affascinante : dal primo lato si ha la possibilità d'ammirare una bella vista panoramica sul golfo e sull'Etna, un secondo lato è delimitato dalla Chiesa dedicata a San Giuseppe, il terzo dalla Chiesa dedicata a S. Agostino e l'ultimo dalla famosa Torre dell'Orologio, una costruzione dal forte richiamo storico, detta anche "Porta Messina" e dalla nascita tardo-medievale.
La piazza rappresenta una delle parti cittadine più antiche. Altro punto nevralgico e d'incontro cittadino è la Piazza Duomo costruita attorno ad una bella fontana barocca che presenta il simbolo cittadino, la figura mitologica del centauro, estrema punta occidentale della via precedentemente citata e contorniata dalla imponente ma non minacciosa presenza della Cattedrale cittadina dedicata a San Nicolò e del Palazzo Comunale.

Questo giro delle costruzioni più importanti di Taormina, per esser veramente completo, deve necessariamente comprendere il vicino Castello di Castelmola. Prima precisazione che riguarda tale struttura è di origine geografica: Castelmola è un paesino a ridosso della vicinisssima Taormina, paese originariamente sorto per difendere il più importante centro di Taormina dai possibili attacchi nemici che potevano arrivare dalle sue spalle, città che permette d'ammirare il vulcano catanese e le spiagge della vicina Taormina. Il sito che ospita tale castello originariamente doveva ospitare probabilmente l'acropoli dell'antica Tauromenion.

Il Castello si trova arrampicato su di una rupe, nel punto decisamente più alto della città e, grazie proprio a questa sua posizione quasi di isolamento e comunque di totale dominio visivo di tutta la zona che lo circonda, offre la possibilità di ammirare dei paesaggi naturalistici davvero superbi ed affascinanti, soprattutto al calar del sole.Attualmente del Castello restano pochi resti. Successiva sezione turistica di questo itinerario dedicato alla città di Taormina interessa senza ombra di dubbio le Chiese qui presenti, espressione evidente della religiosità cittadina ma anche segno tangibile e testimonianza delle arti figurative umane.
Le Chiese, i monumenti sacri in genere e le varie feste patronali rientrano obbligatoriamente in un qualsiasi itinerario turistico perché costituiscono un elemento storico, culturale e sociale dall'elevata importanza che va a formare un decisivo aspetto della storia dell'uomo.
Anche Taormina non si sottrae a questa regola generale che unisce spesso il sacro ed il profano, il freddo ordine delle regole e la calda passione popolare, segni tangibili della caratteristica fede isolana che tende sempre ad avvicinare Dio all'uomo e viceversa.
Ovviamente questo giro storico-culturale deve obbligatoriamente iniziare dalla Cattedrale cittadina dedicata a S. Nicolò, un edificio sacro che prevede una struttura a croce latina e tre navate che ricorda ancora un imponente impianto basilicale romanico, nonostante i successivi rifacimenti, suddiviso da sei colonne e caratterizzato dalla presenza di alcuni altari accompagnati da varie espressioni delle arti figurative a sfondo sacro.
La sua costruzione risale al XIII secolo e l'edificio sacro ha subito rifacimenti ed abbellimenti successivi.
In effetti, questi rifacimenti sono testimoniati dalla presenza, nella struttura esterna dell'edificio, di un portale costruito nei primi anni del 1600 ed arricchito e valorizzato dalla presenza di alcuni medaglioni e due ulteriori portali laterali, creati uno nel XV secolo ed un secondo del XVI secolo.
La sua struttura esterna si presenta in una abbastanza severa imponenza, arricchita da una merlatura che dà alla Chiesa una struttura simile a quella di una fortezza, un rosone dalle dimensioni non troppo eccessive e due belle finestre bifore.
Tale imponente Cattedrale va ricordata per le innumerevoli opere d'arte che essa ancor oggi preserva, a partire da un dipinto risalente alla seconda metà del 1400 e dedicato a "La Visitazione e i Ss. Giuseppe e Zaccaria", un polittico pregiatissimo realizzato da Antonello De Saliba all'inizio del 1500 e raffigurante, nell'ordine, "La Madonna col Bambino tra i Ss. Girolamo e Sebastiano", "La Pietà tra le Ss. Lucia ed Agata" e "Gesù e gli Apostoli".
Successiva Chiesa cittadina molto importante è quella dedicata a Santa Caterina d'Alessandria, situata esattamente in un punto centralissimo della città, vicino al Palazzo Corvaia e sui resti dell'antico Odeon, parte del quale è ancor oggi fortunatamente visibile.
La datazione della costruzione sacra risale alla seconda metà del XVII secolo e la Chiesa ha subito delle ristrutturazioni.
Già la struttura esterna della chiesa presenta degli elementi interessanti, a partire dalla statua dedicata a Santa Caterina e racchiusa in una nicchia. L'interno dell'edificio sacro presenta altre opere sacre, come una tavola dedicata alla Madonna con i Santi, una tela dedicata al "Trionfo della Croce" ed una seconda tela raffigurante "La Madonna in gloria e Santi Carmelitani".
Una successiva Chiesa cittadina che merita l'inclusione in questa sezione è quella dedicata a S. Giorgio, una chiesa dedicata al culto anglicano e fortemente voluta dalla comunità di inglesi che si era costituita in città già precedentemente il periodo di costruzione della chiesa stessa, cioè agli inizi del 1900.
La struttura interna della Chiesa prevede una suddivisione effettuata grazie alla presenza di alcuni archi costruiti utilizzando la pietra siracusana e due navate principali.
Ricordiamo, inoltre, la Chiesa dedicata a S. Agostino. Essa occupa una Chiesa precedentemente dedicata a San Sebastiano edificata alla fine del 1400 ed il cambiamento fu determinato dall'arrivo in città dei Padri Agostiniani che ingrandirono la precedente chiesa e la trasformarono in un loro monastero.
La struttura interna dell'edificio sacro prevede la presenza di quattro nicchie decorate da finti archi corinzi.
Dell'originaria struttura della Chiesa rimane ben poco visto che essa ha subito delle pesanti ristrutturazioni nel corso dei secoli. Attualmente la Chiesa è adibita come sede della Biblioteca comunale.

Successiva sezione di questo itinerario ed obbligatoria per dare un quadro il più possibile completo della città deve riguardare gli angoli verdi cittadini e le famose spiagge che circondano Taormina. Già da quanto precedentemente e sommariamente detto nella sezione introduttiva di questo itinerario turistico, uno degli elementi costitutivi della ricchezza cittadina è formato proprio dalla bellezza naturalistica del sito in cui la città stessa sorge e che sa unire due estremi geografici, il promontorio in cui sorge la città stessa e le belle spiagge che si trovano ai suoi piedi.
Il mare ha qui sempre svolto un notevole ruolo economico che col tempo gli uomini hanno sempre saputo valorizzare e rinnovare: in passato il mare offriva lavoro ad una moltitudine di pescatori locali, oggi è anche un notevole polo d'attrazione turistica cittadino, come sì è qui ripetuto spesso.
Il clima mite, la bellezza propria del Mar Ionio che bagna la zona ma che però ha il piccolo neo di non avere qui acque caldissime a causa di uno strano gioco delle correnti marine, le varie località naturali che fanno da corollario alla città come l'Isola Bella, Capo S'Andrea, Mazzarò, Baia delle Sirene, le belle vedute panoramiche qui offerte sono un ricco e meritatamente valorizzato bagaglio naturalistico che contribuisce alla notevole fama cittadina.

La bellezza naturalistica appena citata dà un valido esempio di come la città, e più in generale tutta la Sicilia, può davvero offrire tanto al turista. Il tutto raggiunge davvero l'apice della bellezza e della meraviglia quando si unisce ai vari monumenti e al bagaglio storico e culturale del sito che si vuole visitare.
Prima tappa di questa nuova parte dell'itinerario turistico dedicato alla scoperta di questa splendida città siciliana riguarda la Villa Comunale dedicata al Duca Colonna di Cesarò.
La bellezza di questo angolo verde cittadino è costituita da numerosi elementi caratteristici, a partire dalla bella vista panoramica sulla costa a sud e sul vulcano Etna e dalla ricca e lussureggiante vegetazione, variegata ed eso-tica e formata da espressioni verdi mediterranei e tropicali.
Tale paradiso verde voluto fortemente dalla nobildonna inglese Florence Trevelyan che lasciò delle donazioni economiche per la sua realizzazione si trova in un punto abbastanza centrale della città, precisamente a sud del Teatro.
Una seconda tappa di questa parte deve obbligatoriamente riguardare le già citate splendide spiagge. Una nota località marittima rientrante nel territorio cittadino in questione è la piccola Baia di Mazzarò, vera attrazione delimitata da Capo di Sant'Andrea, a sua volta completato dall'Isola Bella che va a chiudere una piccola baia, un caratteristico ed esclusivo polo marittimo della zona noto per la bellezza dei colori marini ed apprezzato non solo dai residenti ma anche dai turisti.

La Baia di Mazzarò è facilmente raggiungibile ed offre la possibilità di effettuare delle belle escursioni nelle varie grotte marine che essa raccoglie. Tra le altre delimitazioni geografiche di questa Baia ricordiamo, inoltre, i faraglioni presenti a Capo Taormina.
Successiva tappa marittima cittadina riguarda la località Letoianni, anch'essa sapientemente valorizzata turisticamente dagli abitanti della zona e che sa unire al fascino naturalistico proprio alla possibilità di gustare delle ottime pietanze a base di pesce.
Si è detto più volte che la bellezza di Taormina è arricchita anche da alcuni famosi siti turistici isolani, quindi sorge la necessità di darne alcuni cenni per dare davvero un quadro completo della città.
Oltre al già citato sito di Castelmola noto per la presenza di un suggestivo Castello e di un affascinante lago, al vicino vulcano Etna nato da antiche eruzioni marine e sempre imponente, quasi minaccioso grazie alla sua continua attività e la cui visita completa richiede l'accompagnamento da parte di persone esperte, alla città di Giardini Naxos ulteriore nota meta turistica isolana, occorre soffermarsi in modo particolare sul sito naturalistico determinato dal fiume Alcantara. L'origine del sito si perde nei meandri storici e dare una datazione storica precisa è praticamente quasi impossibile. Quel che è certo è che le famose gole hanno tratto la loro origine dalle eruzioni di un piccolo vulcano a nord dell'Etna, eruzioni che hanno determinato la nascita di un percorso accidentato successivamente coperto da un corso d'acqua e che nel tempo ha anche saputo crearsi il suo spazio tra delle alte pareti basaltiche. Le gole hanno una profondità di circa venti metri e la visita è consigliabile soprattutto in estate.

 




LEGA NORD: 6 TOSIANI ESCONO DAL CARROCCIO

Redazione

Addio alla Lega Nord per altri 6 parlamentari dopo la rottura tra Matteo Salvini e Flavio Tosi.
Si tratta di Patrizia Bisinella, Emanuela Munerato e Raffaella Bellot, al Senato; e di Matteo Bragantini, Roberto Caon, ed Emanuele Prataviera, alla Camera. Tutti e sei dovrebbero al momento confluire nel gruppo misto.

L'ipotesi che si vocifera nei corridoi dei palazzi della politica sarebbe quella di un unione con gli ex esponenti pentastellati  e con i 'fittiani' in rotta col cavaliere. I numeri per il momento non sembrano esserci, considerato che al senato per costituire un gruppo, occorrono minimo 10 senatori ed a Montecitorio venti deputati.
Il partito del Caroccio per far fronte ai travasi, sta studiando come arruolare o comunque vagliare le richieste di ingresso da parte di parlamentari fuoriusciti da altri partiti. Dallo scorso mese di dicembre, il segretario leghista parla apertamente di manifestazioni di interesse giunte da parte di ex esponenti di Ncd e M5s, senza fare nomi. E l'uscita dei tosiani sembra aver impresso un'accelerazione al dossier, con  Matteo Salvini pronto a impegnarsi in incontri nei prossimi giorni.
  "Sono interessata al progetto di Salvini: ad oggi, all'interno del centro-destra è l'unico progetto che ha una sua attrattività, a patto che abbia respiro nazionale, sono interessata ad avviare un confronto", conferma Barbara Saltamartini, ex Ncd. "Non ho sentito Salvini, non è stato ancora fissato alcun incontro, ma potrebbe ragionevolmente avvenire la prossima settimana", ha inoltre dichiarato. "Si tratta di un interesse che, a quanto mi risulta, va ben al di la' della sottoscritta, riguarda più di un deputato, ovviamente non faccio nomi per rispetto dei colleghi", conclude.
 




ISIS: PRESI TERRORISTI CHE OPERAVANO IN ITALIA

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di Chiara Rai

Una cellula di estremisti islamici che operava tra l'Italia e i Balcani è stata smantellata dall'Antiterrorismo della Polizia al termine di una lunga indagine. La cellula, secondo quanto si apprende, si occupava del reclutamento di aspiranti combattenti e del loro instradamento verso le milizie dell'Isis. In questo momento, sono in corso perquisizioni in Lombardia, Piemonte e Toscana nei confronti di alcune persone ritenute simpatizzanti dell'Isis. Il prefetto Mario Papa, direttore della Direzione centrale della polizia di prevenzione (Ucigos), parla di una indagine durata due anni,  coordinata dall'Ucigos e condotta dalla Digos di Brescia con la collaborazione delle questure di Torino, Como e Massa Carrara. Gli uomini dell' Antiterrorismo, della questura di Brescia e del Servizio di cooperazione internazionale di Polizia stanno operando anche in Albania, nella zona di Tirana.

Gli arresti, la propaganda e i rapporti con i "foreign fighters" italiani.
L'Autorità Giudiziaria di Brescia ha emesso tre ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di due cittadini albanesi, zio e nipote, il primo residente in Albania e l'altro in provincia di Torino, nonchè a carico di un 20enne cittadino italiano di origine marocchina, anch'egli residente in provincia di Torino. I primi due sono indagati del reato di reclutamento con finalità di terrorismo, il terzo di Apologia di delitti di terrorismo, aggravata dall'uso di Internet. Infatti, il ventenne italiano di origine marocchina arrestato oggi, sarebbe l'autore del documento di propaganda dell'Isis, un testo di 64 pagine interamente in italiano, apparso di recente sul web. Il documento si intitola 'Lo stato islamico, una realtà che ti vorrebbe comunicare". I tre arrestati nell'ambito dell'operazione ''Balkan Connection'' erano in contatto, telefonico e facebook, con un italo marocchino residente a Vobarno (Brescia), inserito nella lista dei 65 ''foreign fighters'' italiani, partito nel settembre 2013 dal nostro Paese per unirsi all'Isis. L'uomo pochi giorni prima di trasferirsi in Siria aveva effettuato un rapido viaggio proprio in Albania. Il 12 giugno del 2013 era già stato arrestato dalla Digos per reati di terrorismo.
 
Un giovane di Como tra le reclute su internet. I due albanesi bloccati aTorino e in Albania, dopo la partenza di un italo-marocchino residente nel bresciano, avevano individuato un altro aspirante combattente da inviare in Siria. Si tratta di un giovanissimo italo-tunisino residente in provincia di Como, ancora minorenne all'epoca dei primi approcci avvenuti sempre tramite Internet, che, inizialmente titubante, era stato progressivamente convinto ad aderire al Califfato di Abu Bakri Al Baghdadi.Proprio per rinforzare i suoi propositi di combattente, l'estremista arrestato oggi in Albania era appositamente venuto in Italia per incontrarlo. In applicazione della recenti misure di contrasto al fenomeno dei foreign fighters introdotte con il recente decreto legge antiterrorismo, il giovane italo-tunisino sara' sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Contestualmente, il questore di Brescia ha disposto la sospensione dei suoi documenti validi per l'espatrio.
 




Salvini si candida a sindaco di Milano. Meglio un uovo oggi…

di Silvio Rossi

 

Se qualche anno fa la politica era soprattutto riflessione, attesa, meditazione, e un capo di partito difficilmente effettuava la prima mossa, ma preferiva in genere giocare di rimessa, sperando di cogliere gli avversari in fallo, e poterli mettere in difficoltà, al giorno d’oggi la rapidità d’azione è una dote quanto mai apprezzata.
Tutta la campagna di Renzi, dalle primarie alla conquista di Palazzo Chigi, è stata condotta sull’anticipo rispetto ai propri competitor, laddove l’ex sindaco fiorentino riusciva generalmente a prendere in controtempo chi avrebbe voluto elaborare proposte alternative alle sue. Non è da meno l’altro Matteo della politica nazionale, che da via Bellerio ha cercato di capitalizzare immediatamente l’annuncio fatto il giorno prima dal sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, che ha dichiarato di non candidarsi per un secondo mandato alla guida di Palazzo Marino.
Non più tardi di 24 ore dopo la pubblicazione della notizia, Salvini ha annunciato che si candiderà a sindaco, aprendo con largo anticipo la campagna per le eventuali primarie del centrodestra. Anche se, provocatoriamente, ha chiesto anche le dimissioni immediate di Pisapia con le elezioni anticipate, sapendo bene che non ci sono i tempi per giungere a tale eventualità, né tantomeno ci sono motivazioni politiche che possano indurre l’attuale primo cittadino a chiudere oggi la propria esperienza amministrativa.
Quali motivazioni hanno fatto annunciare al segretario della Lega una così anticipata scelta per la candidatura cittadina? Perché un politico che “stava studiando” per candidarsi a Palazzo Chigi, ripiega su una soluzione che, agli osservatori, potrebbe avere il sapore del «meglio un uovo oggi che una gallina domani»?
Innanzi tutto, proprio la data delle elezioni, ha influito notevolmente. Il governo, nonostante sembri reggersi sempre sul filo del rasoio, se assorbe senza colpo ferire la fuoriuscita di Lupi e i malesseri in NCD, potrebbe realmente arrivare alla scadenza del 2018, e una politica del continuo attacco con toni forti, cos’ com’è condotta da Salvini, alla lunga, potrebbe risultare controproducente, perché il potenziale elettore potrebbe stancarsi dei ripetuti improperi. La facilità di ottenere la candidatura milanese, inoltre, potrebbe non ripetersi a livello nazionale, dove bisogna in ogni caso riuscire a tener testa a un possibile ritorno dell’immortale Berlusconi. La maggiore forza del centrodestra nel capoluogo lombardo, inoltre, renderebbe più agevole la conquista della città, rispetto a una più rischiosa competizione nazionale, dove le forze di centrodestra sono oggi minoritarie.
Matteo Salvini, quindi, potrebbe cercare di capitalizzare i consensi nella competizione milanese, con la formula del «pochi, maledetti e subito», nella speranza di poter eventualmente ripetere la cavalcata verso la guida della nazione, partendo proprio dalla poltrona meneghina.




RIETI, SUICIDIO DEL BUON MUGNAIO: UNA LEZIONE PER TUTTI. INTERVISTA AL PREFETTO TAGLIENTE

di Chiara Rai

Rieti – Non abbiamo una sfera di cristallo per sapere se certe tragedie si possano prevenire ma certamente si può e si dovrebbe fare di più per gli imprenditori che si suicidano perché non riescono a far fronte ai troppi debiti accumulati.

Nel Lazio, ne è esempio la triste fine di Silvio Paoselli, Il “mugnaio buono” morto suicida il 4 marzo scorso nel lago del Salto. Non ha retto al grande dolore di vedersi pignorato il proprio mulino.

La mattina di lunedì 23 marzo 2015, a Riparbella in provincia di Pisa, riattaccheranno il gas a Giovanna Temperanza, vedova dell'imprenditore Roberto Mollisi che il 3 novembre si è ucciso nel suo ristorante a causa della crisi. Se dopo oltre un mese e mezzo passato al freddo e senz’acqua calda Giovanna potrà tornare ad una condizione di pseudo normalità è merito di Francesco Tagliente, già prefetto di Pisa e questore di Roma, che si è concretamente mosso per aiutarla anche adesso che è terminato il suo incarico in prefettura.

Francesco Tagliente, a settembre del 2013 ha istituito a Pisa il servizio di ascolto e sostegno per prevenire tragedie familiari di persone, famiglie ed imprese che versano in situazioni di disagio originate dalla crisi economica.

Se questo servizio potesse essere attivato anche nel Lazio, i familiari delle vittime come ad esempio Claudia, la sorella del mugnaio, potrebbero ottenere quel sostegno al quale fanno continuo appello nelle ospitate televisive. Questa attenzione agli imprenditori in difficoltà, era già stata chiesta dal presidente Giorgio Napolitano in occasione dei tradizionali messaggi ai Prefetti durante delle celebrazioni della festa della Repubblica: “Si chiede a Voi Prefetti – scriveva Napolitano – il massimo impegno nell’assolvimento dei peculiari compiti conferiti dalla legge, confidando anche nella riconosciuta attitudine all’ascolto, al confronto e alla mediazione”.

Sul tema abbiamo voluto sentire Francesco Tagliente.

Prefetto come nasce il “Servizio di ascolto e sostegno”?

Il “Servizio” nasce dalla condivisione della necessità di dedicare particolare attenzione all’ascolto di chi manifesta una situazione di disagio non soltanto di tipo economico, nella convinzione che ciò possa contribuire a ridurre la sofferenza, personale e familiare, ed impedire gravi conseguenze sociali, scongiurando il diffondersi di fenomeni criminosi. E’ stato voluto da cinquantadue rappresentanti di istituzioni, amministrazioni, enti, associazioni e aziende che, alla presenza del Sottosegretario al Ministero dell’Interno Domenico Manzione, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per realizzare una 'rete' finalizzata all'ascolto e al sostegno dei piccoli imprenditori, dei lavoratori autonomi, dei professionisti e di quanti altri manifestino una situazione di difficoltà e disagio per colpa della crisi economica. .

In occasione della presentazione dell’iniziativa ha detto che e necessario saper “ascoltare il rumore del silenzio di chi sta soffrendo”. Ci spiega meglio?

Sono convinto che non si prendono decisioni estreme per le difficoltà economiche. I problemi economici possono alimentare una situazione di disagio crescente e la conseguente depressione e questa, se non gestita, potrebbe portare a gesti imprevedibili. Chi viene a trovarsi in difficolta economica potrebbe provare vergogna, potrebbe avere difficolta a parlarne a volte anche in famiglia e spesso, temendo di non poter sostenere i costi, non farsi assistere da un avvocato o da un commercialista. Chi è chiamato ad occuparsi della gestione di queste persone deve avere la capacità di cogliere il disagio anche quando non viene manifestato espressamente. Ed è per questo motivo che tutte le iniziative le ho condivise preventivamente con lo psichiatra Pietro Pietrini, ordinario di psicologia all’Università di Pisa. Peraltro è la sezione di psicologia clinica dell’azienda ospedaliera pisana del prof Pietrini a garantire la propria qualificata consulenza per i casi in cui siano presenti condizioni di sofferenza psicologica o di patologia.

Chi sono i sottoscrittori del protocollo istitutivo del “Servizio”?

All’iniziativa hanno aderito tutti quelli che abbiamo ritenuto di coinvolgere per la riuscita del progetto: Equitalia, Agenzia delle entrate, Inps, Inail, direzione territoriale del lavoro, università, Comuni e Provincia, , gli Ordini professionali degli avvocati, dei commercialisti, dei notai e, dopo un primo momento di incertezza, anche l’ABI nonché tutti gli organismi che dispongono di “Sportelli territoriali di ascolto”: sindacati, Associazioni rappresentative delle categorie economiche, quelle di volontariato e tanti altri

Come si accede concretamente al “Servizio”?

il “Servizio” si configura come l'elemento di raccordo tra la rete dei centri e degli sportelli di ascolto territoriali, dove vanno indirizzate in primo luogo le richieste di aiuto. Nelle situazioni di particolare gravità e complessità, gli Sportelli territoriali segnalano il caso alla segreteria del Servizio, che convoca un'apposita riunione con i soggetti, di volta in volta, ritenuti competenti per il caso in esame (Unità Operativa di Psicologia Clinica, Agenzia delle Entrate, Equitalia, INPS, INAIL, Ordini Professionali di avvocati e commercialisti, Associazione Bancaria ed altri professionisti che fanno parte della rete), allo scopo di valutare congiuntamente gli interventi che, nei limiti del quadro normativo, consentano di portare alla soluzione dei problemi all'origine del disagio.

Potrebbe funzionare anche per il racket e l’usura?

Il “Servizio” tenta anche di combattere queste due piaghe della piccola imprenditoria. La sua istituzione rappresenta un importante segnale dell’attenzione che il territorio ha voluto dedicare a una tematica di grande attualità. La crisi economica in cui versano persone, famiglie, operatori e imprese ha effetti negativi sulle forze sociali ed economiche che possono favorire i circuiti dell’illegalità, e spesso alimentare pericolose situazioni di disagio e di scoraggiamento, che possono sfociare in imprevedibili comportamenti, anche auotolesionistici come quelli di farsi coinvolgere da falsi benefattori che si possono poi rivelarsi “strozzini” come l’usura e altre forme di illegalità economica

Quali sono le cause più frequenti che determinano la crisi?

Nei primi mesi sono state gestite moltissime criticità complesse. Le situazioni esaminate hanno messo in evidenza la crescita del fenomeno del sovraindebitamento familiare ed imprenditoriale. A soffrire sono le attività di ristorazione e di somministrazione di bevande, come ristoranti e bar, e le attività legate all'artigianato edile. Nello stesso periodo, ai Centri (sportelli) territoriali di ascolto sono arrivate migliaia di richieste di aiuto. Le cause più frequenti che determinano la crisi delle imprese sono: la contrazione del numero dei clienti e quindi dei ricavi, che aumenta l'incidenza dei costi fissi, la difficoltà ad ottenere un credito bancario, a cui si aggiunge una scarsa conoscenza degli strumenti finanziari da parte dell'imprenditore stesso, che vive la crisi delle propria impresa con una sensazione di scoraggiamento psicologico, pericoloso per sé e per la sua famiglia.

Il suicidio del Mugnaio di Rieti si poteva evitare?

Sono convinto che se fosse stato preso in carico da uno sportello o da un servizio di ascolto e sostegno la famiglia avrebbe avuto più speranze di averlo in vita.




RICHIESTA L'ARCHIVIAZIONE DEL FASCICOLO A CARICO DI TIZIANO RENZI

Redazione

Il pm Marco Airoldi della Procura di Genova ha chiesto l'archiviazione del fascicolo per bancarotta fraudolenta aperto a carico di Tiziano Renzi, padre del premier Matteo Renzi, mentre ha inviato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari ad altri due ex amministratori della societa' di distribuzione editoriale Chil Post, di cui Renzi senior era titolare. I due indagati per cui e' stata chiusa l'indagine e vanno verso la richiesta di giudizio sono Antonello Gabelli e Mariano Massone, amministratori di diritto e di fatto della Chil Post al momento del fallimento. “Renzi  e’ garantista con i suoi amici e assolutamente inflessibile con chi non fa parte della sua cerchia”. Così Matteo Salvini, segretario della Lega nord, a Rainews24 dopo le dimissioni di Lupi da ministro delle infrastrutture. Salvini poi attacca  Renzi  sul caso del padre assolto: “Gli hanno assolto il babbo , guarda le coincidenze della storia della magistratura In Italia, tutto bene a casa di  Renzi  in questa domenica auguri”.
Tiziano Renzi era accusato di una bancarotta fraudolenta per 1,3 milioni di euro a seguito del fallimento della Chil Post. Il curatore fallimentare aveva ravvisato dei passaggi sospetti nella cessione di rami d'azienda "sani" alla Eventi Sei, societa' intestata alla moglie dello stesso Tiziano. In sintesi, le sezioni sane della societa' sarebbero state cedute per poche migliaia di euro, dunque ad un valore sottostimato, alla moglie immediatamente prima di dichiarare il fallimento. La procura genovese ha ritenuto che Tiziano Renzi non abbia avuto responsabilita' nel fallimento della Chil Post, che avrebbe ceduto in piena salute. La procura di Genova ha 'scagionato' Tiziano Renzi dall'accusa di bancarotta fraudolenta in quanto lui avrebbe ceduto la societa' di distribuzione editoriale Chil Post nel 2010, tre anni prima del suo dichiarato fallimento da parte degli acquirenti. Non avrebbe avuto alcun ruolo attivo nella bancarotta e la cessione dei rami di azienda "sani" per appena tremila euro alla Eventi Sei, societa' intestata alla moglie, non sarebbero stata una "spoliazione" di capitali della Chil Post preordinata al successivo fallimento. Tutte le responsabilita' relative alla bancarotta fraudolenta della Chil Post sono state per ora imputate dalla procura genovese a Antonello Gabelli, 53 anni, di Alessandria e Mariano Massone, 44 anni, genovese residente ad Alessandria, rispettivamente amministratori di diritto e di fatto della Chil Post, di cui sono diventati titolari il 14 ottobre del 2010, mandandola fallita il 7 febbraio del 2013 con sentenza del tribunale di Genova. Secondo la procura i due "distraevano – scrive il pm marco Airoldi nell'avviso di conclusione delle indagini preliminari a loro carico – parte del patrimonio della societa' facendo assumere a Chil Post srl debiti di terzi senza alcuna contropartita, effettuando pagamenti non giustificati, dirottando a terzi somme ricevute in pagamento di prestazioni rese e non contabilizzando pagamenti ricevuti". Nello specifico, ai due la procura contesta di avere avere stipulato, l'8 febbraio del 2011, "due separate scritture – scrive la procura – con le quali la Chil Post si accollava, senza giustificazione e senza alcun corrispettivo, i debiti che Mail Service srl aveva nei confronti di Asti Asfalti srl (142.322,59 euro) e che Romagnoli srl aveva nei confronti di MI.RO srl (159.923,43 euro), debiti liberatori per gli originari debitori Mail Service srl e Romagnoli srl, che non venivano pagati da Chil Post e ne determinavano il fallimento". Ancora, la procura contesta a Massone e Gabelli di avere stipulato il 5 luglio 2011 "una ulteriore scrittura di accollo – si legge nell'acip – con la quale Chil Post assumeva su di se' – senza giustificazione e senza corrispettivo – il debito (1.028.762,86 euro) che Directa srl aveva nei confronti di DU.MA Recapiti Srl e che quest'ultima aveva a sua volta ceduto a Mail Service Srl". Le successive contestazioni ai due amministratori riguardano operazioni del 2 novembre 2010 (versamenti a Directa srl di 255.372,54 euro per caparra affitto negozio), del luglio del 2011, con l'intestazione di una parte degli assegni ricevuti da Directa srl per 71.000 euro a Francesco Gambino, Gighen Alessandria, nessuno dei due creditori di Chil Post srl, del marzo 2011 con la mancata contabilizzazione di 34.442,80 euro pagati dal comune di Spoltore e da Chil Promozioni. Infine ai due viene contestato di non avere tenuto aggiornati i libri sociali della Chil Post, con riferimento particolare al libro delle decisioni dei soci. La decisione sull'archiviazione della posizione di Tiziano Renzi spetta ora al gip di Genova Roberta Bossi.
 




MASSIMO D'ALEMA, RENZI: "UNA VECCHIA GLORIA DEL WRESTLING"

Redazione

Matteo Renzi respinge l'accusa di essere "arrogante" rivoltagli ieri da Massimo D'Alema, che, replica il premier in una intervista a Repubblica, "ha utilizzato un lessico che non mi appartiene. Espressioni che stanno bene in bocca a una vecchia gloria del wrestling, più che a un ex primo ministro".
Così il presidente del Consiglio si lascia andare anche ad una battuta calcistica: "Credo (che D'alema noto tifoso giallorosso) fosse arrabbiato per Roma-Fiorentina: ha capito che il vero giglio magico è sceso in campo all'Olimpico… Compito del Pd è cambiare l'Italia, sia che D'Alema voglia sia che D'Alema non voglia. E noi lo faremo". In ogni caso il premier scommette "che non ci sarà alcuna scissione. Il Pd è un luogo aperto al confronto.

Nessuno puo' pretendere di avere la verità in tasca. La mia proposta è quella di discutere e confrontarsi sul modello di partito, sull'identità della sinistra che cambia in Europa e in Italia. Cuperlo ha picchiato duro su di me ma ho apprezzato la sua analisi. Il dibattito ha bisogno di tutti. Non cacciamo nessuno. Da qui al congresso del 2017 abbiamo due anni per discutere di come irrobustire il Pd uscendo dalla logica dei talk e dei tweet e gustando la fatica di ascoltarsi".

Per Renzi il problema è che "una parte della minoranza ha questa simpatica abitudine di trattarci come usurpatori, come se fossimo entrati nottetempo al Nazareno scassinandolo. Prima o poi accetteranno il fatto che se ci siamo noi, e non più loro, è perché ci hanno scelto gli iscritti, ci hanno votato gli elettori alle primarie e ci hanno sostenuto gli italiani con una percentuale di consensi che non si vedeva dal 1958".

Renzi ha escluso anche che dopo le dimissioni di Maurizio Lupi tocchi ora ai sottosegretari indagati lasciare l'incarico. "Ho sempre detto che non ci si dimette per un avviso di garanzia". "Per me un cittadino è innocente finché la sentenza non passa in giudicato. Del resto, è scritto nella Costituzione". "Quindi perché dovrebbe dimettersi un politico indagato? Le condanne si fanno nei tribunali, non sui giornali". E respinge le accuse di 'doppiopesismo' tra Lupi e i sottosegretari: "ho chiesto le dimissioni a Orsoni quando, patteggiando, si è dichiarato colpevole. Ho commissariato per motivi di opportunità politica il Pd di Roma nonostante il segretario locale fosse estraneo alle indagini. A suo tempo avevo auspicato il passo indietro della Cancellieri sempre con una motivazione strettamente politica. Altro che due pesi e due misure: le dimissioni si danno per una motivazione politica o morale, non per un avviso di garanzia".

 




GELOSIA: COME GUARIRE QUANDO DIVENTA UN'OSSESSIONE

A cura della dottoressa Vanessa Tartaglia

Come geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero di esserlo, perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l’altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità: soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere come tutti gli altri. (Barthes, Roland)

La gelosia è un sentimento universale e pochissimi ne sono immuni. Nasce dalla paura di perdere l’oggetto dei desideri (non riuscendo a vederlo come un soggetto) o perché qualcuno può portarlo via oppure perché l’oggetto stesso ricerca un suo spazio ove l'altro non è compreso, ogni persona, però, la vive in modo diverso.
Anche se è difficile stabilire quanti siano realmente i gelosi, in quanto è considerato un sentimento negativo e molti si vergognano ad ammetterlo, un sondaggio Abacus rileva che il 25% degli italiani è “molto geloso” e il 45% “un po’ geloso”. I più gelosi risultano essere i maschi soprattutto fino ai 45 anni.
Molti somatizzano la gelosia riferendo bruciori di stomaco, emicranie, coliti; altri la negano (o la minimizzano) e si ammalano: ciò vale per 8 italiani su 10 secondo un’indagine di “Riza Psicosomatica”. E’ come se il corpo parlasse, e dicesse quello che la persona non dichiarare…
La gelosia riguarda tutti e spesso un pizzico di sana gelosia non è da considerarsi patologica anzi può alimentare l’amore tra i partner.
Ciò che vorrei approfondire in questo articolo è quel tipo di gelosia amante degli eccessi, al punto tale che può tranquillamente sconfinare nel patologico.
I segnali che lasciano intuire una gelosia patologica sono:
• eccessivo controllo delle relazioni del partner verso persone dell’altro sesso;
• minimizzare, invidiare e aggredire tutti i possibili rivali;
• paura abbandoniche e tristezza per la possibile perdita;
• aggressività persecutoria verso il partner;
• poca autostima e senso di continua inadeguatezza;
• controllo di ogni comportamento dell’ “altro”.
La gelosia patologica si alimenta da tutto ciò che spesso non ha nessun fondamento: viene generata e alimentata da pensieri, quasi sempre irreali, che si basano su ipotesi inesistenti e continuamente sostenuti da pensieri negativi.
Questi pensieri producono degli scenari che portano a rappresentazioni mentali di situazioni e contesti che hanno come risultato il fatto che la realtà effettiva, banalmente, e a volte tragicamente, viene interpretata erroneamente. Questi pensieri, se non deviati o interrotti, possono in alcuni casi portare a veri e propri “deliri di gelosia” ed il risultato di questi "deliri" sono spesso all’origine dei fatti di cronaca che troppo spesso…..

È possibile guarire dalla gelosia?
Guarire dalla gelosia patologica non corrisponde al curare la gelosia ossessiva come per una malattia causata da un agente patologico ma riguarda piuttosto un cambiare un proprio vissuto emozionale a partire dalla analisi delle proprie fantasie su se stesso e sulla propria relazione con l’altro.

Willy Pasini, conclude il suo libro sulla gelosia con:
Dobbiamo però imparare a non avere paura di questa “malattia”, a non vergognarcene, a non essere imbarazzati. Questo è il primo passo. Il secondo consiste nel cercare di “educare” tale sentimento invece di negarlo, giocando sulle allusioni e le illusioni, sul potere straordinario (e dimenticato) del flirt, sulla leggerezza. Per rendere la gelosia positiva, anzi addirittura afrodisiaca
La maggioranza delle persone riesce a contenere questo sentimento: arriva a capire che le garanzie in amore non esistono, perché l'altro non ci appartiene e in qualsiasi momento può lasciarci. Si comprende che le esigenze dell'amore geloso possono essere soddisfatte in pieno solo da un partner immaginario e che gli interrogatori scoraggiano i legami.
Il geloso patologico, invece, il più delle volte non riesce a compiere questa elaborazione da solo: avrebbe bisogno di aiuto, ma non lo chiede. Non vede che il problema sono i suoi fantasmi, lui ha la certezza di essere nel giusto. Se però, in uno sprazzo di lucidità, cerca una terapia, può essere aiutato. In alcuni casi si dà anche un piccolo supporto farmacologico (qualche ansiolitico per riuscire a dormire la notte, momento in cui le paure peggiori si risvegliano, o piccole dosi di antidepressivo).
Però la strada della Psicoterapia non è l’unica percorribile per chi soffre di gelosia. Una persona che soffre di gelosia patologica potrebbe: decidere di lasciare il proprio partner; rivolgersi ad un investigatore privato; rivolgersi ad un avvocato matrimonialista per dirimere la questione in maniera legale; scegliere di farsi una vacanza per liberarsi dagli affanni amorosi; rivolgersi ad un amico/a…. Insomma la scelta per affrontare (e forse anche tenersi la gelosia) sono tante.
Il rivolgersi ad uno Psicologo o Psicoterapeuta per “guarire dalla gelosia patologica” è funzionale evidentemente al capire cosa significhi la propria gelosia, interrogandola e provando a mettersi in una posizione di comprensione dei propri vissuti emozionali. Si tratta di capire il motivo o i motivi per cui ho tanta difficoltà a vedermi dentro un rapporto di coppia. A partire da questo mettersi in discussione, la persona che vive la gelosia ossessiva, può cambiare il proprio assetto emozionale e promuovere lo sviluppo di se stesso e del proprio rapporto di coppia.
Ma il lavoro importante è accompagnarlo con una psicoterapia nell'elaborazione del lutto della fantasia di un amore perfetto, eterno, garantito, al riparo dai rischi.
In qualche caso è indicata una terapia di coppia: si consiglia quando la gelosia dell'uno è innescata da un comportamento, magari inconsapevole o quasi, dell'altro. Per esempio, esistono persone molto seduttive nei modi, sempre alla ricerca di conferme narcisistiche, che magari non tradiscono ma danno al partner mille occasioni di tormento. In questo caso, è meglio andare dal terapeuta in due: il problema da risolvere non è solo nel geloso, ma anche in chi innesca la gelosia.

Dott.ssa Vanessa Tartaglia
+393388558488
www.dimensionepsicologia.it

 




PADRE DI RENZI, BANCAROTTA: IL PM CHIEDE L'ARCHIVIAZIONE

Redazione

Tutto finito in una nuvola che si potrebbe dissolvere se il giudice deciderà di ascoltare il Pubblico Ministero e quindi porre la parola fine al caso di Renzi senior, ovvero papà Tiziano. Proprio così, la procura di Genova (pm Marco Airoldi) ha chiesto l'archiviazione del fascicolo per bancarotta fraudolenta aperto a carico di Tiziano Renzi, padre del premier Matteo Renzi, mentre ha inviato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari ad altri due ex amministratori della societa' di distribuzione editoriale Chil Post, di cui Renzi senior era titolare. I due indagati per cui e' stata chiusa l'indagine e vanno verso la richiesta di giudizio sono Antonello Gabelli e Mariano Massone, amministratori di diritto e di fatto della Chil Post al momento del fallimento. Tiziano Renzi era accusato di una bancarotta fraudolenta per 1,3 milioni di euro a seguito del fallimento della Chil Post. Il curatore fallimentare aveva ravvisato dei passaggi sospetti nella cessione di rami d'azienda "sani" alla Eventi Sei, societa' intestata alla moglie dello stesso Tiziano. In sintesi, le sezioni sane della societa' sarebbero state cedute per poche migliaia di euro, dunque ad un valore sottostimato, alla moglie immediatamente prima di dichiarare il fallimento. La procura genovese ha ritenuto che Tiziano Renzi non abbia avuto responsabilita' nel fallimento della Chil Post, che avrebbe ceduto in piena salute. La procura di Genova ha 'scagionato' Tiziano Renzi dall'accusa di bancarotta fraudolenta in quanto lui avrebbe ceduto la societa' di distribuzione editoriale Chil Post nel 2010, tre anni prima del suo dichiarato fallimento da parte degli acquirenti. Non avrebbe avuto alcun ruolo attivo nella bancarotta e la cessione dei rami di azienda "sani" per appena tremila euro alla Eventi Sei, societa' intestata alla moglie, non sarebbero stata una "spoliazione" di capitali della Chil Post preordinata al successivo fallimento. Tutte le responsabilita' relative alla bancarotta fraudolenta della Chil Post sono state per ora imputate dalla procura genovese a Antonello Gabelli, 53 anni, di Alessandria e Mariano Massone, 44 anni, genovese residente ad Alessandria, rispettivamente amministratori di diritto e di fatto della Chil Post, di cui sono diventati titolari il 14 ottobre del 2010, mandandola fallita il 7 febbraio del 2013 con sentenza del tribunale di Genova. Secondo la procura i due "distraevano – scrive il pm marco Airoldi nell'avviso di conclusione delle indagini preliminari a loro carico – parte del patrimonio della societa' facendo assumere a Chil Post srl debiti di terzi senza alcuna contropartita, effettuando pagamenti non giustificati, dirottando a terzi somme ricevute in pagamento di prestazioni rese e non contabilizzando pagamenti ricevuti". Nello specifico, ai due la procura contesta di avere avere stipulato, l'8 febbraio del 2011, "due separate scritture – scrive la procura – con le quali la Chil Post si accollava, senza giustificazione e senza alcun corrispettivo, i debiti che Mail Service srl aveva nei confronti di Asti Asfalti srl (142.322,59 euro) e che Romagnoli srl aveva nei confronti di MI.RO srl (159.923,43 euro), debiti liberatori per gli originari debitori Mail Service srl e Romagnoli srl, che non venivano pagati da Chil Post e ne determinavano il fallimento". Ancora, la procura contesta a Massone e Gabelli di avere stipulato il 5 luglio 2011 "una ulteriore scrittura di accollo – si legge nell'acip – con la quale Chil Post assumeva su di se' – senza giustificazione e senza corrispettivo – il debito (1.028.762,86 euro) che Directa srl aveva nei confronti di DU.MA Recapiti Srl e che quest'ultima aveva a sua volta ceduto a Mail Service Srl". Le successive contestazioni ai due amministratori riguardano operazioni del 2 novembre 2010 (versamenti a Directa srl di 255.372,54 euro per caparra affitto negozio), del luglio del 2011, con l'intestazione di una parte degli assegni ricevuti da Directa srl per 71.000 euro a Francesco Gambino, Gighen Alessandria, nessuno dei due creditori di Chil Post srl, del marzo 2011 con la mancata contabilizzazione di 34.442,80 euro pagati dal comune di Spoltore e da Chil Promozioni. Infine ai due viene contestato di non avere tenuto aggiornati i libri sociali della Chil Post, con riferimento particolare al libro delle decisioni dei soci. La decisione sull'archiviazione della posizione di Tiziano Renzi spetta ora al gip di Genova Roberta Bossi.




D'ALEMA CONTRO RENZI:"DOBBIAMO OPPORCI ALL'ARROGANZA". GUERINI: "RENZI HA STRAVINTO"

Redazione

D'Alema parte all'attacco di Renzi e cerca di creare un'alternativa al premier all'interno dello stesso Pd perché tutte queste minoranze frastagliate servono a ben poco. Creare una vasta associazione di rinascita della sinistra, a partire dal Pd. E' la proposta lanciata durante la convention della minoranza dem, in corso a Roma, da Massimo D'Alema. "Io penso che dobbiamo trovare un nuovo modello organizzativo anche per quello che riguarda i tesseramenti. Non tessere degli iscritti alle correnti del Pd. Per favore, no. Ma creare una vasta associazione di rinascita della sinistra che non sia un nuovo partito politico, ma uno spazio di partecipazione per tante persone", ha spiegato D'Alema. "Una componente minoritaria in un partito a forte componente personale e anche di arroganza, può avere peso solo se si muove con coerenza e unità", attacca D'Alema, indicando la linea da seguire per fare una sana opposizione interna al partito. L'ex premier e segretario del Pd non lesina accuse a Renzi di "arronganza" e ribadisce che "questa parte del Pd puo' avere un peso solo se raggiunge un certo grado di unita' nell'azione, altrimenti non avra' alcun peso".

D'Alema prosegue: "Io non sono partecipe di nessuno dei raggruppamenti in cui si suddividono le minoranze del Pd e non approvo che sia piu' di una. Diciamo che faccio parte della sinistra extraparlamentare – ironizza – pero' voglio dare due consigli: il primo, che non e' un appello retorico, e' che questa parte del Pd puo' avere un peso solo se raggiunge un certo grado di unita' nell'azione, altrimenti non avrà alcun peso".

E a tal fine "ci si diano strumenti in cui ci si riunisce, si cerca un punto di mediazione e si decide la posizione su cui convergere". Consiglio che ha riscosso l'applauso della platea.
"Il secondo consiglio – ha proseguito – e' che una componente minoritaria in un partito a forte componente personale e anche di arroganza, puo' avere peso solo se si muove con coerenza, definendo i punti invalicabili con assoluta intransigenza".

Le parole di D'Alema non piacciono alla maggioranza del Pd. "Dispiace che dirigenti importanti per la storia della sinistra usino toni degni di una rissa da bar. Cosi' si offende la nostra comunita'", scrive su Twitter Matteo Orfini. Di diverso avviso, invece, l'ultimo segretario del partito prima di Renzi: "Massimo D'Alema ha detto una cosa sacrosanta. C'e' tanta gente nel PD in sofferenza e disagio. Bisogna trovare il modo, anche dal punto di vista organizzativo, per dialogare con questi mondi", dichiara Pierluigi Bersani a margine dell'iniziativa della sinistra dem.

"Renzi ha stravinto il congresso e portato il Pd al 41% per cambiare l'Italia dove altri non sono riusciti, qualcuno se ne faccia una ragione", scrive su Twitter Lorenzo Guerini. Il vicesegretario del Pd replica all'attacco di D'Alema che ha parlato di partito "arrogante e personale" con Renzi.




BOLOGNA: IN CENTINAIA IN MARCIA CONTRO LA MAFIA

di Angelo Barraco

Bologna – A Bologna sono in centinaia che hanno marciato in ricordo delle vittime della mafia e della criminalità. La marcia è stata organizzata da Libera, è partita dallo stadio ed è diretta al centro e vi partecipano i familiari delle vittime di mafia che supportano la marcia. Vi è anche il fondatore della rete antimafia, don Luigi Ciotti che in merito alla manifestazione avrebbe dichiarato: “Oggi Bologna è la capitale dell'antimafia, ma anche di un no deciso alla criminalità organizzata e alla corruzione”. Degli attivisti dei Giovani comunisti-Prc di Bologna ha innescato una protesta contro Giuliano Poletti, ministro del Lavoro. La scritta dice: “Aemilia? Questo è il sistema Pd, antimafia è anticapitalismo”. Giuliano Poletti dice: “Il Governo deve continuare a fare il lavoro che ha fatto sul piano della lotta alla corruzione, fare il proprio mestiere sul piano dell'assunzione delle responsabilità e delle decisioni che deve prendere, essere coerente da questo punto di vista, migliorare la normativa sui beni sequestrati e fare questo percorso insieme a tutta la società civile. Oggi sono qui come c'ero un anno fa,  due anni e cinque anni fa. Hanno fatto una scelta giusta, perchè Bologna è una città che ha sempre dato un grande apporto alla libertà, alla democrazia e alla lotta alle mafie. In merito ai beni confiscati il ministro dice: “Bisogna combattere tutti i fenomeni criminali, dobbiamo farlo mettendo a posto le leggi, ad esempio migliorando quella sulla gestione dei beni confiscati che vede un problema di burocratizzazione e rende difficile l'uso dei beni”