CAMPI ROM, MAGDI CRISTIANO ALLAM: "SALVINI HA RAGIONE DA VENDERE"

L’editoriale di oggi di Magdi Cristiano Allam mette tutti in riga, al primo posto d’onore emerge l’ipocrisia la vera responsabile della morte di questa Italia: “questi campi nomadi tutti dicono di non volerli, però tutti li hanno voluti e finanziati, ma nessuno, al di là dei proclami altisonanti, intende assumersi la responsabilità di smantellarli perché manca un’alternativa abitativa e di inclusione sociale credibile dei Rom”

di Cinzia Marchegiani

Sulla polemica sui campi Rom sollevata da Matteo Salvini tutti si sono scatenati, il più delle volte facendo critica ma senza alcun costrutto serio. In fondo sono stati posti al di sopra di ogni legalità, dove si nasconde la refurtiva, dove si fanno rifiuti e differenziata per prendere rame dagli elettrodomestici e poi fare bei falò alla diossina, tanto che se poi qualcuno crepa è colpa dei sinti, non certo delle amministrazioni che dovevano tutelare l’ambiente che è ancora patrimonio dell’umanità e dei cittadini che respirano ogni giorno ogni ben di Dio. E allora se una famiglia italiana viene sfrattata, nessun politico soprattutto di sinistra interviene, quella è la legge, ma se si toccano le minoranze che gestiscono con prepotenza la quotidianità degli italiani, allora la sfilata alle dichiarazioni fanno il giro sui media nazionali.

Magdi Cristiano Allam non ci sta a questa passerella del bon ton, e con un editoriale pungente dichiara: “Salvini ha ragione da vendere! Cari amici, il caso dei campi nomadi che nessuno vuole, che però tutti hanno voluto e finanziato, e soprattutto che nessuno, al di là dei proclami altisonanti, intende assumersi la responsabilità di smantellare perché manca un’alternativa abitativa e di inclusione sociale credibile dei Rom, è emblematico dello stallo in cui versa l’Italia. L’Italia che fa e disfa, che dice tutto e il contrario di tutto, ma che concretamente non cambia e perpetua una situazione di degrado. Salvini ha ragione da vendere! Ma è anche vero che la Lega quando era al governo quei campi nomadi li ha finanziati ed è altrettanto vero che, almeno per ora, le promesse di Salvini sono destinate a restare tali visto che il centro-destra non è al governo e non si sa quando realisticamente potrà tornare ad esserci. Quel è la mia conclusione? Solo un movimento popolare di massa potrà produrre quel terremoto politico necessario a smuovere questa classe politica. Andiamo avanti. Insieme ce la faremo!”

In fondo sull’eliminazione dei campi Rom, almeno a parole, sono tutti d’accordo, ricorda Allam: ”Anche se immagino dispiaccia a tutti coloro che ci lucrano, così come era emerso dall’inchiesta ‘Mafia Capitale’ che ha evidenziato come la gestione dei campi Rom e dei centri dei clandestini è un giro d’affari superiore a quello del traffico della droga”. Un’editoriale quello di Allam che mette in sequenza l’ipocrisia di chi si è avventato su Salvini, e ricorda cosa effettivamente ha detto il leader della Lega:“I Rom hanno il diritto e il dovere di vivere come gli altri e di mandare i figli a scuola, ma il campo in quanto tale è al di fuori della legge, col dovuto preavviso gli do la possibilità di vivere come gli altri, ma i campi rom non dovrebbero esistere. Do’ un preavviso di sfratto di sei mesi e preannuncio la ruspa. Nel frattempo i Rom, come tutti gli altri cittadini, si organizzano: comprano o affittano casa. Scaduti i sei mesi di preavviso, darebbe quindi il via libera a spianare e radere al suolo tutto.” E aggiunge Allam che Salvini è disposto a garantire integrazione solo per chi si vuole integrare e non per chi vuole campare alle spalle degli altri, d’altronde negli altri Paesi dell’Unione Europea non esistono affatto i campi nomadi, dove hanno gli stessi diritti e doveri degli altri, come pagare l’Imu.
 

Magdi Cristiano Allam mette in fila i vari commenti, a dimostrazione che Salvini ha sollevato un problema alquanto spinoso che evidentemente non fa comodo a nessuno risolvere, ma solo fare slogan propagandistici:
Laura Boldrini: “Trovo il verbo 'radere' abbastanza inquietante. I campi non vanno mantenuti ma deve essere trovata una soluzione abitativa alternativa. Questo non significa annientare chi abita i campi, bisogna far seguire una politica abitativa”
Edoardo Patriarca il deputato del Pd:” “Salvini la pianti col suo qualunquismo da quattro soldi diamo una seria alternativa ai Rom, e tanti comuni lo stanno facendo, e vedrà che non ci sarà bisogno di buttare giù alcunché"
Khalid Chaouki, coordinatore Pd dell’intergruppo immigrazione:"la questione va certamente affrontata di petto e con determinazione, a partire dalla tutela dei minori dallo sfruttamento e dalla chiusura dei vergognosi campi-ghetto, simbolo del fallimento trasversale delle politiche sui rom in questi anni soprattutto nella Capitale". Per l'esponente del Pd, però, la posizione di Salvini è "sterile e ridicola propaganda". "Alzare i toni e alimentare un clima di odio e intolleranza – ha concluso – serve solo a nascondere le colpe dei veri responsabili che, negli anni del cattivismo dell’ex ministro Maroni, hanno speculato sull'emergenza senza risolvere alcunché".
Andrea Cioffi, capogruppo del M5S al Senato: “Nel 2009 è stata proprio la Lega a finanziare i campi nomadi, per mano di Roberto Maroni. Fu infatti l’allora ministro dell'Interno a firmare in quell'anno i decreti emergenziali con i quali si finanziava anche il famigerato 'Piano nomadi'" con uno stanziamento da 60 milioni di euro”.
Anche il Vaticano ha preso le distanze. Monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Cei, ha espresso tutta la sua amarezza per la nuova esternazione del leader della Lega: "Da Salvini concetti ignoranti e insensati". "La Lega – ha continuato – continua ad affrontare temi tanto urgenti e importanti affidandosi alla demagogia". Il cardinale Antonio Maria Vegliò, capo dicastero Vaticano per i migranti: "Sono posizioni estreme, assurde, come quelli che dicono "I musulmani? Li ammazzerei tutti" o "I migranti? Vadano tutti a casa loro". Sono frasi stupide, e non varrebbe nemmeno la pena perdere tempo per commentarle".
Dijana Pavlovic, portavoce della Consulta Rom e Sinti, circa 180 mila persone in Italia, ha replicato: “I campi non li abbiamo inventati noi, ma loro, c’è una legge della Regione Lombardia al riguardo. Non capisco come Salvini, dopo anni di governo, possa avere un’idea così stupida. Ci avete segregati e ora volete le ruspe: provateci”.

I Campi Rom rappresentano il volto della nostra civiltà italiana che permette un’integrazione finta, dove per il bene placido si permette l’illegalità, il mancato controllo sui bambini, l’assenza della scolarizzazione, della terra dei fuochi al’interno delle città, senza che nessuno muova foglia….e allora c’è da chiedersi chi è davvero che solleva false polemiche. Neanche Mafia Capitale sembra aver scalpito le doverose posizioni per onestà, dignità che vede città in mano a chi si beffa della salute, delle leggi… Non sono i sinti il problema, è il poter pensare e difendere che luoghi senza igiene, senza dignità possa rappresentare l’integrazione tanto difesa.
Lo dovremo spiegare un giorno ai nostri figli che affacciandosi dai balconi di casa o nei cortili delle scuole il perché li abbiamo costretti a respirare diossina, pur sapendo che è cancerogena, pur esistendo leggi ben precise, dove le amministrazioni locali e nazionali consapevoli di ciò, non hanno fermato questo scempio a cielo aperto. Altro che integrazione verrebbe da dire!




MAFIA: I TESTIMONI DI GIUSTIZIA SARANNO ASSUNTI DALLA REGIONE SICILIA

di Angelo Barraco

Palermo – Il Presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, ha dichiarato che i testimoni di giustizia siciliani saranno assunti dalla Regione, 13 prenderanno servizio tra pochi giorni e altri 35 nel mese di maggio dopo l’approvazione della Finanziaria. Crocetta dice: “E' un piano certo con un preciso crono-programma, siamo l'unica regione d'Europa, che ha varato una norma sui testimoni di giustizia e siamo un esempio per tutto il Paese. Per evitare tra l'altro problemi ad alcuni testimoni che vivono in località protetta e che non possono rientrare in Sicilia, sulla base delle valutazioni del ministero dell'Interno, si è svolto un incontro con il viceministro Bubbico e il presidente della Conferenza delle regioni Chiamparino, per potere destinare in comando in altre regioni – a spese della Regione Siciliana – i nuovi assunti“. Ricordiamo che il collaboratore di giustizia, non avendo commesso reati, decide di collaborare con lo Stato dando informazioni utili per le indagini sui casi e mette a rischio la sua vita.  Il Testimone di giustizia, non essendo responsabile di reati, compromette la sua vita e quella della sua vita. Crocetta continua dicendo: “L'istruttoria ovviamente ha richiesto circa 6 mesi, che non ci sembrano proprio tempi lunghi, in considerazione del fatto che per ogni testimone va accertato da parte del Ministero l'effettivo contributo dato alla giustizia, la necessità di protezione dell'anonimato, la scelta del luogo dove possono svolgere il servizio in considerazione della necessità di tutela dei medesimi. Siamo orgogliosi di avere fatto, grazie anche all'apporto di tutta l'Ars, e siamo gli unici in Europa, una legge che sostiene le vittime innocenti del racket delle estorsioni e della mafia che si sono ribellate. Ovviamente la necessità di assumerli in due tranche, dipende dalle previsioni di bilancio, ma in ogni caso per l'assunzione viene rispettato l'ordine cronologico di presentazione delle domande. Comunque ribadisco, entro maggio saranno assunti tutti". Il Presidente dell’associazione nazionale testimoni di giustizia, Ignazio Cutrò, è soddisfatto di ciò e afferma: “Si scrive così un'importante pagina di storia umana e politica di lotta alle mafie e di sostegno a coloro che denunciano“. 



MATTEO SALVINI DICHIARA: "RADEREI A SUOLO I CAMPI ROM"

Angelo Barraco
 
Milano: Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord, parlando in merito ai campi Rom e a ciò che lui farebbe ha espresso tali considerazioni: “Cosa farei io al posto di Alfano e Renzi? Con un preavviso di sfratto di sei mesi, raderei al suolo i campi Rom, "Do un preavviso di sfratto di sei mesi e preannuncio la ruspa. Nel frattempo i Rom, come tutti gli altri cittadini, si organizzano: comprano o affittano casa, Poi io spiano e rado al suolo i campi Rom che in Europa non esistono”. Laura Boldrini, presidente della Camera, invece reputa il verbo “Radere” inquietante e sostiene che i campi non vanno mantenuti ma allo stesso tempo bisognerebbe trovare una soluzione per chi vive lì. La Boldrini, a proposito del problema dei campi Rom e del problema che arrecano dice che “non devono esistere discriminazioni ne' corsie preferenziali ma regole valide per tutti" perche', ha spiegato, "le soluzioni ci sono, basta avere una visione e basta ricercarle. E invece c'e' chi non le vuole trovare perche' questo frutta politicamente, e questo e' molto triste”. Lo scontro politico tra la Boldrini e Salvini, in merito all’argomento, si fa acceso però perché Salvini replica con tono acceso le dichiarazioni della Boldrini dicendo che “E' inquietante che la Boldrini sia presidente della Camera”. Salvini ha precisato anche che la sua posizione in merito all’argomento non è nuova ma è nota da tempo e dice: “chiedo diritti e doveri uguali per tutti”, successivamente Salvini parla in merito all’argomento campi Rom su Twitter  e scrive che “"I sinistri che mi insultano e difendono i Rom,  han mai vissuto vicino a un campo? 'Buoni' a spese degli altri, avete rotto le palle”. Il campo Rom non è una scelta della comunità Rom o Sinti. Il campo Rom è una scelta che impone la nostra società alla cultura straniera che, trovando le porte chiuse, non ha alternative e tende a ghettizzarsi. Il campo Rom non fa parte della cultura di queste etnie poiché sono popolazioni abituate a tenori di vita totalmente diversi e la proposta di Salvini mira all’eliminazione di essi. L’eliminazione dei campi Rom servirebbe per dare dignità a queste popolazioni abituate a vivere ai margini della società, queste persone potrebbero integrarsi e avere una casa e potrebbero produrre e giovare per l’economia del nostro paese. Il ghetto incattivisce, poiché il soggetto che si trova isolati, che si trova ai margini della società tende a diffidare del paese ospitante e non si fida e non crede che, oltre alle roulotte, oltre alla grata, vi sia un’altra opportunità, un’altra scelta di vita. Lo stato potrebbe integrare queste persone presso delle abitazioni sequestrate alla mafia o potrebbe affidare loro, ad affitti bassi – vista la situazione (anche se molti Rom, malgrado vivono in roulotte, lavorano) – delle case non esclusivamente con altri Rom, ma con italiani, in modo tale che non avvenga l’emarginazione e la ghettizzazione ma che avvenga la collaborazione tra culture diverse. 



G8 IRRUZIONE ALLA DIAZ: PD IN UN MARE DI POLEMICHE, SI SCAGLIA SULL'EX CAPO DELLA POLIZIA

 

LEGGI ANCHE: 07/04/2015 G8: ITALIA CONDANNATA PER TORTURA

Redazione

Un Pd sempre più spaccato con un premier sempre più alle prese con moniti "multimediali": si allontana dalla realtà e "cinguetta" continuamente su Twitter. E anche altri del Pd non ne riescono a fare a meno. La condanna dell'Italia per ricorso alla tortura durante il G8 di Genova diviene un caso politico, che agita le acque di un Pd gia' alle prese con la spinosa questione della legge elettorale. Se il governo, nel 2001, era a guida centrodestra, e' il principale partito del centrosinistra a dividersi. Perche' Gianni De Gennaro, all'epoca capo della polizia, venne tirato in ballo con l'accusa di falsa testimonianza, assolto al processo del 2011 ed in seguito nominato ai vertici di Finmeccanica. Un incarico riconfermatogli la scorsa estate dall'attuale governo. Ragion per cui fanno rumore i 140 caratteri di twitter con cui il presidente del Pd, Matteo Orfini, oggi tuona; "Lo dissi quando fu nominato e lo ripeto oggi dopo la sentenza. Trovo vergognoso che De Gennaro sia presidente di Finmeccanica". M5S e Sel rilevano un'incongruenza. "Noi chiediamo le dimissioni di De Gennaro da presidente di Finmeccanica ma non lo facciamo in modo ipocrita. Perche' non siamo stati noi nel 2013 a metterlo a capo di Finmeccanica, ma e' stato un governo di centrosinistra", rileva il grillino Vittorio Ferraresi. E Nicola Fratoianni, di Sel: "Siamo talmente convinti che sia una vergogna da permetterci di chiedere a Matteo Orfini, presidente del Pd, di fare qualcosa di piu' che un semplice tweet: chieda al Presidente del Consiglio (che e' anche segretario del Pd) di risolvere il problema".
Il premier nel frattempo si trovaimpegnato in un botta e risposta, anch'esso su twitter, con uno dei leader della contestazione di Genova, Luca Casarini, che all'epoca guidava le cosidette "Tute Bianche". Scrive Casarini, rivolgendosi al segretario del Pd e Presidente del Consiglio: "Sulla condanna dell'Italia per tortura alla Diaz non dici nulla. Come mai?". Secca replica del diretto interessato: "Quello che dobbiamo dire lo dobbiamo dire in Parlamento con il reato di tortura. Questa e' la risposta di chi rappresenta un Paese". Controreplica: "Ok. ma un primo ministro di un paese democratico si schiera subito di fronte a una vergogna nazionale. Rottamare e' anche questo".




MESTRE: ARRESTATO LATITANTE TURCO SU CUI PENDEVA MANDATO DI CATTURA INTERNAZIONALE PER TERRORISMO

di Angelo Barraco

Mestre – La Digos ha fermato a Mestre un latitante turco di 44 anni. Sul soggetto pendeva un mandato di cattura internazionale per terrorismo. A confermare tale circostanza e tale arresto è Angelino Alfano, ministro dell’interno che dice: “il latitante, che ha cittadinanza austriaca e si trovava in Italia con la moglie austriaca e i figli, secondo le autorita' turche appartiene al gruppo terroristico 'Fronte rivoluzionario per la liberazione del popolo' (acronimo DHKR/C), conosciuto tragicamente per il sequestro – e a seguito a questo, per la morte – del procuratore della Repubblica turco Mehmet Selim Kiraz. Il latitante adesso e' a disposizione della Corte di Appello per l'eventuale estradizione”. Alfano ricorda che il livello di allerta nel nostro paese è alto e che i controlli di sicurezza su tutto il territorio sono altissimi. Le forze dell’ordine, come stabilito dal CASA (Comitato di analisi strategica antiterrorismo), sono impegnate per individuare ogni possibile fonte di pericolo per il nostro paese. 



DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO (DOC): COS'E', QUANDO SI PRESENTA E COME RISOLVERLO

 

Il disturbo ossessivo compulsivo è un disturbo d'ansia caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni.
Può presentarsi sia nell'infanzia che nell'età adulta, il picco di incidenza lo raggiunge nella fascia d'età tra i 15 e i 25 anni, l'età di esordio è più precoce nei maschi che nelle femmine. È un disturbo che tende naturalmente verso la cronicizzazione anche se può alternare momenti di miglioramento a fasi invece di peggioramento tali da compromettere il funzionamento in diverse aree della vita.

 

A cura di Dott.ssa Catia Annarilli Psicologa – Psicoterapeuta

La persona che presenta un DOC non può non agire e pensare in modo sintomatico anche se tenta di opporvisi e resistere e nonostante il tentativo di opporsi a tutto ciò, lo sforzo non riesce e comunque ciò non lo aiuta a stare meglio.
Il sintomo caratteristico del disturbo sono le ossessioni e le compulsioni che occupano gran parte dei pensieri e delle azioni della giornata e interferiscono in maniera sostanziale con le attività quotidiane (lavoro, studio, vita sociale …) e ne compromettono la qualità.
L'attività ossessiva è caratterizzata da ripetitività, frequenza e persistenza.

Le ossessioni sono delle idee, dei pensieri o delle immagini che insorgono improvvisamente nella mente e vengono percepite come intrusive e fastidiose e talvolta prive di senso come la paura irrazionale di contagio quando si sale su un autobus e si toccano sedili o altro, o il controllare e ricontrollare che tutte le luci siano spente altrimenti qualcosa di brutto potrebbe accadere. Le ossessioni più frequenti sono appunto pensieri ripetitivi di contaminazione (ad es quando si stringe la mano a qualcuno) o dubbi ripetitivi (chiedersi se si è chiuso il gas), necessità di disporre le cose in un certo modo. Questo tipo di pensieri sono ricorrenti e si possono presentare più volte durante il giorno o persistere per più tempo durate la giornata senza lasciare altro spazio ad altri pensieri lasciando esausta la persona a fine giornata.

I pensieri ossessivi sono fonte di ansia perchè spesso riguardano la paura di contagio, il timore di essere sposti ad un pericolo o di rendersi in qualche modo colpevoli cagionando sofferenza ad altri;
le compulsioni o i rituali sono manifestazioni comportamentali in risposta alle ossessioni e ne rappresentano un tentativo di soluzione, solitamente sono seguite da una senso di sollievo – temporaneo – al disagio delle ossessioni. Sono comportamenti ripetitivi – lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (pregare, contare, ripetere mentalmente) il cui obiettivo è quello di ridurre l'ansia o il disagio. Le persone con ossessioni da contaminazione possono ridurre il proprio disagio mentale lavandosi le mani finché la pelle non diventa ruvida; le persone preoccupate di aver lasciato la porta aperta possono essere spinti a controllare la porta a intervalli di pochi minuti. Per loro natura le compulsioni sono eccessive e non connesse in modo realistico a ciò che sono designate a neutralizzare.

Le persone con Disturbo Ossessivo-Compulsivo in qualche momento hanno riconosciuto che le ossessioni e le compulsioni sono eccessive o irragionevoli e espressioni comuni in questo senso potrebbero essere: “Non capisco perché mi comporto in questo modo”, “Forse sto diventando matto!”

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo può essere:
• da controllo: controlli ripetuti correlati al dubbio di aver dimenticato qualcosa (gas acceso o luce);
• da contaminazione: paura esagerata che si possa essere contagiati da germi o altre sostanze, in questo caso si attuano rituali tesi a neutralizzare la contaminazione come lavaggio ripetuto delle amni, dei vestiti …;
• da accumulo: impulso ad accumulare e conservare oggetti – di qualunque tipo – con l'idea che un giorno potrebbero servire; lo spazio riservato alla collezione potrebbe progressivamente occupare gran parte dello spazio in casa compromettendo la qualità della vita;
• da ordine e simmetria: intolleranza all'asimmetria, gli oggetti devono essere perfettamente allineati e simmetrici nella disposizione;
• da superstizione eccessiva: l'esisto degli eventi è legato al compimento di specifici gesti o rituali. Per evitare un determinato effetto negativo si deve mettere in atto il rituale specifico (fare una preghiera per tre volte e ripetere una combinazione di numeri);

Il disturbo Ossessivo Compulsivo ha solitamente conseguenze importanti nella vita di chi ne è affetto: può essere compromesso il corso di studi, la vita effettiva o l'attività lavorativa.

Per quanto riguarda i fattori scatenanti e determinanti del disturbo sembrano essere importanti situazioni relazionali in cui vi è un esagerato senso di responsabilità o un investimento eccessivo su vissuti di colpa; rigidità morale e educazione rigida con punizioni e privazioni possono contribuire alla creazione di un quadro psicopatologico di questo tipo.

Il Disturbo Ossessivo compulsivo è compatibile con un trattamento psicoterapeutico, la Psicoterapia sistemica relazionale focalizzerà l'intervento sulle dinamiche relazionali in cui il soggetto sintomatico è inserito cercando di comprendere in che modo possono aver contribuito all'insorgenza e al mantenimento del disturbo.

Dott.ssa Catia Annarilli
Psicologa – Psicoterapeuta
Cell. 347.130714

catia.annarilli@gmail.com


www.centropsicologiacastelliromani.it
Piazza Salvatore Fagiolo n. 9 00041 Albano laziale

Bibliografia
DSM-IV-TR Masson edizione 2002.




CHERNOBYL: DOPO 29 ANNI E' ANCORA EMERGENZA PER GLI ANGELI SENZA COLPA

Redazione
Chernobyl si trova in Ucraina, sulla sponda occidentale del bacino di Kiev. In quella zona nel 1977 si iniziò a costruire una centrale nucleare composta da quattro reattori. Nel 1984 la costruzione fu terminata, ma già nel 1985 ci fu un primo incidente che portò alla riduzione della produzione elettrica di circa il 75%.
Nell’aprile del 1986 invece, a causa di un’esercitazione durante la quale furono spente tutte le strumentazioni, il quarto reattore collassò e provocò un incidente nucleare 200 volte più potente delle bombe sganciate a Hiroshima e a Nagasaki.

Nel 1991 venne chiuso il secondo reattore, cinque anni dopo il primo e solo nel dicembre del 2000 fu spento l’ultimo. Furono immediatamente inviati sul posto i cosiddetti “liquidatori”, operai inesperti e privi di qualsiasi tipo di protezione, che manualmente, con terra o con acqua, tentarono di spegnere l’incendio. L’Unione Sovietica era assolutamente sprovvista di un piano di emergenza e ciò che fu fatto avvenne all’insegna della pura improvvisazione.

Tutti i liquidatori, essendo stati esposti a radiazioni dirette, morirono nel giro di poco tempo. In seguito il reattore fu sigillato con un sarcofago di cemento. Purtroppo, però, questa protezione oggi presenta delle crepe e, soprattutto, essendo troppo pesante tende ad abbassare di alcuni metri l’intera struttura con il rischio di inquinare sia il suolo che le falde acquifere sottostanti. Se ciò avvenisse lo stesso Mar Mediterraneo potrebbe esserne coinvolto, visto che le falde acquifere conducono al fiume Dnepr, che sfocia nel Mar Nero. Quanto è accaduto ci deve rendere consapevoli che nessun paese può agire di sua esclusiva iniziativa; piuttosto è necessario che la Comunità Scientifica internazionale sia sempre a diretta conoscenza di tutte le sperimentazioni scientifiche ed industriali ad alto rischio per l’intera umanità.

L’incidente nucleare ha provocato non solo inquinamento del territorio danneggiando gravemente l’agricoltura e l’allevamento, ma anche gravi malattie alla tiroide, tumori, leucemie e mutazioni genetiche gravi.

In particolare sono esposti i bambini, i neonati e gli embrioni perché le loro cellule si riproducono a una velocità amplificata dalle necessità fisiologiche che le rende più sensibili ai cambiamenti del codice genetico. Sono estremamente vulnerabili anche gli organi riproduttivi, sia maschili che femminili, in cui sono contenute le cellule a partire dalle quali si costruisce il codice genetico della prole. Questo spiega perché il danno di Chernobyl è destinato a non finire con la generazione dei viventi di oggi, ma a continuare ad agire su esseri che devono ancora nascere e persino essere concepiti.

Attualmente l'associazione Scuolambiente, insieme a tante altre associazioni italiane, con il progetto Solidarietà nelle varie tipologie di accoglienza ha organizzato molti soggiorni estivi rivolti a bambini e adolescenti bielorussi, perché è stato verificato che lo iodio non radioattivo (di cui è ricchissimo il nostro paese, essendo circondato dal mare) e un’alimentazione non contaminata riducono la radioattività di un bambino di circa il 50% nel giro di un mese.

Proprio in questi giorni è stato realizzato un  programma di iniziative,  in occasione della catastrofe nucleare di Chernobyl che avrà due importanti appuntamenti: Domenica 26 Aprile con l'evento realizzato con la Pro Loco Marina di Cerveteri ed il consueto appuntamento di martedì 28 Aprile con il Concerto di Solidarietà offerto dai ragazzi della scuola media I.C. Corrado Melone Ladispoli.

Infatti, anche quest’anno l’impegno dei volontari si è concretizzato attraverso il progetto nelle scuole con gli EcoLaboratori di Educazione alla Solidarietà, con le varie iniziative di sensibilizzazione, e nel sostegno all'ospitalità estiva, grazie al gemellaggio con l’associazione C.E.U. di Roma Torrino, la quale accoglierà 14 bambini e bambine provenienti dalla regione di Gomel,  per il periodo di vacanza salutare,  provenienti dalla regione di Gomel, selezionati nei mesi passati dalla delegazione umanitaria che ha personalmente conosciuto le famiglie con situazioni di diverso disagio socio-economico.

L’ennesimo triste anniversario, oggi a 29 anni dalla catastrofe, non è che un’altra occasione per urlare l’emergenza che ancora oggi affligge questi angeli senza colpa. Purtroppo, il risalto che danno i mass media a questa triste ricorrenza è tanto fastoso quanto effimero: se, infatti, da un lato dobbiamo essere profondamente grati per l’importanza data ad un evento che è caduto nel silenzio dell’ignoranza e dell’indifferenza, dall’altro lato bisogna porre l’accento sulla mancanza di qualsiasi interesse di tipo mediatico prima di tale commemorazione.

Malgrado tutto, comunque, il costante impegno ed il serio lavoro, che caratterizzano da anni l’Associazione Scuolambiente,  si sono ben concretizzati nel Memoriale (quest'anno ben due importanti momenti)  che, come è stato più volte sottolineato in passato, non è un dramma circoscritto alle regioni colpite, né un evento di un passato lontano, ma è una questione comune al mondo intero da cui trarre insegnamento e per la quale continuare ad adoperarsi.

Pertanto, corre l'obbligo piacevole di ricordare le scuole che hanno aderito al progetto propedeutico l'accoglienza estiva dei bambini, quest'anno particolarmente impegnativo per il neo –  Forum Giovani Scuolambiente: I.C. Corrado Melone Ladispoli. I.I.S. Viale Adige Civitavecchia  e  I.I.S. Enrico Mattei Cerveteri. Ringraziamo la Fondazione CARICIV per il sostegno e per  la condivisone al nostro percorso di formazione e di solidarietà.
 




UNICREDIT: PROCESSO PER GHIZZONI E PROFUMO ACCUSATI DI BANCAROTTA FRAUDOLENTA

di Angelo Barraco
 
Unicredit – La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per 16 dirigenti di Unicredit, l’accusa contestata è di bancarotta fraudolenta. Tra i soggetti a cui è sopraggiunta l’accusa vi è l’AD Federico Ghizzoni e il suo predecessore Alessandro Profumo, attuale presidente di Mps. Si tratta del crac della società barese di nome “Divania” che aveva circa 430 dipendenti fino a qualche anni fa. L’accusa sostiene che i vertici della banca hanno tratto in inganno il proprietario della società “Divania”, inducendo quest’ultimo a sottoscrivere 203 derivati che avrebbero portato la società a fallire, quindi Profumo e Ghizzoni  avrebbero indotto Parisi a “compiere operazioni dolose a seguito delle quali la società veniva esposta a rischi di perdite potenzialmente illimitate e dal compimento delle quali derivava il dissesto della società che successivamente falliva”. I fatti contestati risalgono ad un periodo compreso tra il 2000 e il 2005. L’Unicredit, in merito alla vicenda, aveva dichiarato nel marzo scorso: “Unicredit, in relazione alla vicenda, ancora una volta non può che ribadire fermamente la correttezza del proprio operato, di quello di ex esponenti e propri dipendenti ed è convinta che ciò potrà emergere dal vaglio delle sedi giudiziarie”, continua dicendo “Le vere ragioni del default di Divania sono peraltro contenute nella sentenza dichiarativa del suo fallimento del giugno 2011, confermate anche dalla Corte d'Appello di Bari. L'attuale amministratore delegato di Unicredit, all'epoca dei fatti, ricopriva peraltro altri incarichi all'estero e quindi in nessun modo può essere coinvolto in questa vicenda”.



ACCORDO LEGA – FI, CHI CI GUADAGNA E CHI PERDE

di Silvio Rossi

Scambio, baratto, patto di convenienza. Lo si può definire in molti modi l’accordo trovato tra Berlusconi e Salvini per le prossime regionali. Una mediazione che ha visto effettuare una serie di marce indietro da parte dei due principali protagonisti del centro-destra italiano.
La lega, per avere l’appoggio di Forza Italia al suo candidato veneto, il governatore uscente Luca Zaia, ha dovuto rinunciare alla candidatura di Edoardo Rixi, giovane vicesegretario di via Bellerio, in favore del consigliere politico dell’ex Cavaliere, Giovanni Toti.
Se Zaia, con la candidatura di Lega e Forza Italia, potrebbe avere gioco facile nello scontro diretto contro Alessandra Moretti, sostenuta dal centrosinistra, con i sondaggi che attribuiscono al candidato leghista una decina di punti di vantaggio, diverso è il discorso ligure, con la consigliera regionale del PD, Raffaella Paita, molto vicina a Burlando e vincitrice delle burrascose primarie contro Cofferati, che nonostante l’alluvione abbia incrinato la fiducia nei confronti del centrosinistra, sembra irraggiungibile.
La candidatura di Rixi, per cui la segretaria regionale della Lega, Sonia Viale, aveva fatto già stampare i manifesti con la scritta “Rixi presidente”, non aveva sfondato, Forza Italia aveva presentato, prima dell’accordo, il costruttore Federico Garaventa, soluzione “di ripiego” dopo il rifiuto del coordinatore regionale, Sandro Biasotti (che è stato governatore nella regione rivierasca dal 2000 al 2005), che non ha certo scaldato gli animi. Berlusconi spera quindi di cambiare il verso degli eventi lanciando nella mischia il suo fido collaboratore, reclutato negli organismi dirigenti del partito direttamente dagli schermi della televisione di famiglia.
Toti dovrebbe, secondo le intenzioni di Berlusconi, riuscire a fare il miracolo, ottenere quel consenso personale che le liste non riescono a raggiungere. Sulla candidatura dell’ex direttore del TG4 si gioca non solo la possibile poltrona di governatore a Genova, ma si gioca una delle battaglie fondamentali per la prossima leadership del centrodestra a livello nazionale. Un eventuale risultato modesto di Toti, se accostato a un trionfo di Zaia, potrebbe significare la definitiva abdicazione del vecchio leader nei confronti di Salvini, nonostante i proclami lanciati in questi giorni, e il richiamo di Silvio all’esempio che giunge dalla Francia con la ricandidatura del suo amico Sarkozy.




BERLUSCONI E SALVINI CHIUDONO L'ACCORDO SULLE REGIONALI

Redazione

Sembrava non trovassero la quadra e invece, come consuetudine (si può dire) ForzaItalia e Lega sono uniti sulle grandi battaglie e le regionali, in questo caso, lo sono. "Silvio Berlusconi e Matteo Salvini hanno chiuso l'accordo sulle Regionali". Alla fine il cavaliere e il leader del carroccio hanno trovato l'intesa, nonostante i mal di pancia all'interno di entrambi i partiti. E il "sacrificio" chiesto alla Lega in Liguria, dove il candidato del carroccio lascerà il posto a Giovanni Toti. Ma l'obiettivo è vincere e "se gli alleati ci chiedono di fare un passo indietro per vincere lo facciamo", ha detto senza giri di parole Salvini che punta a "raddoppiare" i voti presi lo scorso anno. Dunque Forza Italia, recita un comunicato degli azzurri, "sosterrà il presidente uscente Luca Zaia in Veneto e la Lega Toti in Liguria". Niente liste per il carroccio in Campania. L'intesa per correre insieme alle prossime elezioni regionali era praticamente chiusa da giorni. Ma non senza malumori da entrambe le parti. Già perché se dentro Forza Italia continuano a volare gli stracci, anche tra le file dei leghisti il malumore per l'accordo con gli azzurri è evidente. L'impasse era proprio nella decisione di cambiare cavallo in corsa in Liguria dove il vicesegretario dei lumbard Edoardo Rixi deve cedere il posto a Giovanni Toti. Una decisione che Salvini ha motivato come un "sacrificio" per la vittoria. A palazzo Grazioli infatti la linea di Silvio Berlusconi non è mai cambiata: la bozza di accordo raggiunto prevedeva che in Liguria corresse un candidato azzurro. L'alternativa per gli azzurri era nessun accordo. Di regionali ma soprattutto del dopo elezioni amministrative l'ex capo del governo ne ha discusso in un pranzo a palazzo Grazioli con Denis Verdini. Con il senatore Fi erano presenti anche Gianni Letta, Fedele Confalonieri e Niccolò Ghedini. Di carne al fuoco ce n'era parecchia (raccontano che Berlusconi abbia citato varie volte Sarkozy convinto che Fi debba fare come l'ex presidente francese e cioè andare sola alle politiche) anche perché dopo la pausa pasquale alla Camera si entrerà nel vivo della legge elettorale dove la posizione di Verdini e dei suoi uomini diverge dalla linea ufficiale del partito. L'obiettivo del Cavaliere però è di evitare nuove tensioni con l'ex coordinatore azzurro alla luce del caos che regna dentro il partito. Dopo l'addio di Sandro Bondi e Manuela Repetti che oggi hanno incontrato Raffaele Fitto (la decisione di vedersi è stata concordata nel corso di una telefonata) dentro il partito continuano le tensioni. A puntare il dito contro gli ex senatori azzurri è Toti convinto che dopo l'abbandono del partito debbano arrivare le dimissioni da palazzo Madama "se non si riconosco più in Fi". A chiamare però in causa il consigliere politico azzurro è Maurizio Bianconi, fittiano dalla prima ora: "Toti dice coglionerie" e poi a proposito della candidatura in Liguria, il deputato Fi non lesina battute al vetriolo: "la Regione ha già avuto le sue tragedie…". Ad valutare le 'mosse' del cerchio magico è poi Raffaele Fitto. Il capo della fronda azzurra oggi nella Capitale ha riunito i suoi (mentre Berlusconi ha visto il candidato in Puglia Schittulli) e continua tenersi pronto alla discesa in campo. Per il redde




TORNA IL REATO DI FALSO IN BILANCIO

di Angelo Barraco
 
Il reato di Falso in Bilancio è stato reintrodotto. Il reato era stato depenalizzato durante il governo Berlusconi; il Presidente del Consiglio Matteo Renzi esprime massima soddisfazione sulla reintroduzione del reato, e lo fa sul suo profilo twitter con testuali parole: Approvata la legge anticorruzione: stretta sui reati di mafia, falso in bilancio, aumentano le pene per la corruzione nella PA. #lavoltabuona". Le pene saranno: per le società, da 1 anno a 5 anni di reclusione; per quelle quotate o quelle che immettono titoli sul mercato o banche si va dai 3 anni agli 8 anni di reclusione. Se si tratta di fatti di lieve entità invece la pena da scontare andrà da 6 mesi a 3 anni. Ma non sono mancate le polemiche, il  capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Giustizia al Senato Enrico Cappelletti ha commentato: “La legge sull'anti-corruzione è falsata dal voto di pianisti che si esprimono per senatori assenti e il presidente Grasso non annulla le votazioni”. Continua Cappelletti “Molti emendamenti anche migliorativi non vengono approvati sul filo del rasoio per 1-3 voti. Il Movimento 5 Stelle ha già scoperto un "pianista" che ha votato per il senatore Tarquini (Forza Italia) assente in Aula, ma di fronte alle denunce del M5S – avverte Cappelletti – Grasso non annulla votazioni palesemente irregolari, è assurdo, un paradosso totale. Si vota una legge che vorrebbe contrastare l'illegalità che è falsata dall'irregolarità del voto sugli emendamenti! Come se si volessero contrastare i furti e vengono ignorate le denunce puntuali di chi individua i ladri”. Le pene i mafiosi aumentano, ci sarà la possibilità di patteggiamento  e alla condizionale nei processi per i delitti contro la pubblica amministrazione, ma esclusivamente nel caso in cui ci sia stata la restituzione integrale del maltolto. Se un funzionario corrotto viene incriminato, dovrà dare allo Stato una somma pari al denaro illecito ricevuto.