SILVIO CONTRO FITTO. LOTTA ALL'ULTIMO SANGUE

di Silvio Rossi

 

Alla fine potrebbero trovarsi uno contro l’altra Francesco Schittulli e Adriana Poli Bortone, il che equivale a dire che, per quanto riguarda le regionali pugliesi, la vera contrapposizione è tra Raffaele Fitto e Silvio Berlusconi.
Nessuno dei due vuole fare un passo indietro. Il primo, perché sa che cedere rispetto ai propri candidati consiglieri significa autocondannarsi all’isolamento, non avere più in futuro la possibilità di chiedere alcunché, il secondo perché non concepisce, come non ha mai concepito in passato, la possibilità che qualcun altro nel partito gli detti la linea politica.
In questo dialogo tra sordi si stanno verificando situazioni assurde. Berlusconi incorona Schittulli per metterlo contro Fitto, e il candidato si schiera dalla parte di quest’ultimo. Quando anche lo stesso Schittulli chiede a Silvio di candidare i consiglieri fittiani, l’ex Cavaliere propone la Poli Bortone, che attualmente è parlamentare europea di Fratelli d’Italia. Il duo Fitto-Schittulli, che hanno ottenuto il sostegno del Nuovo Centro Destra e di Fratelli d’Italia, hanno dichiarato che con la candidatura dell’ex sindaco di Lecce, Forza Italia è fuori dalla coalizione che appoggia l’ultimo Presidente della Provincia di Bari.
Attualmente la situazione del centrodestra pugliese è alquanto contorta. Forza Italia, o perlomeno la costola del partito guidata dal commissario Vitali, mandato dal nazionale per estromettere Fitto dal controllo dei consiglieri, appoggia un candidato di un altro partito, contro un uomo che milita nelle sue file. Fratelli d’Italia, per voce della presidente Meloni, pur dichiarandosi lusingata della candidatura della Poli Bortone, sostiene Schittulli, contro quindi la sua candidata. Il Nuovo Centro Destra e la Lega, tanto per non perdere l’abitudine nazionale, puntano su due cavalli diversi, i primi per Schittulli i secondi per la candidata leccese.
Tra le schermaglie autodistruttive per la scelta del presidente, e gli arresti della giunta di Cellino San Marco, chi gongola è il candidato del centrosinistra Michele Emiliano, che vola nei sondaggi a una percentuale vicina al 50% dei voti, potendo diventare agevolmente il successore di Nicola Vendola alla guida della Regione.




DOPO ISCHIA, IL PARTITO DEMOCRATICO IN CRISI ANCHE A ERCOLANO

di Simonetta D'Onofrio

Nuovo caso primarie che mette in crisi il PD. Responsabile la destrutturazione della politica? In Campania, come nel 2011, quando Bersani annullò il risultato delle consultazioni cittadine, commissariò il partito, e schierò alla carica di sindaco un candidato poco credibile, che non giunse neanche al ballottaggio. Come poche settimane fa, durante le primarie per la guida del Governatore sono state vinte da Vincenzo de Luca, sindaco di Salerno dichiarato decaduto per la legge Severino.
Dopo Ischia, ora Renzi si deve “spostare” a Ercolano, dove il Premier annulla le Primarie e impone il consigliere comunale Ciro Buonajuto, contro la stragrande maggioranza degli iscritti della locale sezione (tra l'altro occupata dagli stessi), la quale aveva proposto il segretario cittadino del PD, Antonio Liberti, dopo che i due candidati, il sindaco uscente Vincenzo Strazzullo e il suo vice Antonello Cozzolino, sono stati indagati assieme ad altri componenti della giunta.
Quella campana è una situazione veramente imbarazzante. Nella maggior parte dei casi, quando si interviene sui candidati, mettendo da parte chi, pur non avendo un “passato limpido”, si dimostra un gran collettore di voti, si rischia di ottenere insuccessi clamorosi alle elezioni. Se invece non si interviene, lasciando all’esito delle primarie la scelta di chi viene presentato come candidato per le cariche istituzionali, si rischia di perdere di credibilità.
Prima di costruire il governo, di cambiare verso all’Italia, di proclamare la #voltabuona, la preoccupazione di Renzi, nella sua carica di Segretario del partito, dovrebbe essere quella di ricostruire una base, un nucleo di attivisti che non siano legati con le tradizionali clientele, una nuova generazione scevra dai coinvolgimenti con la politica sporca che ha caratterizzato il nostro paese, soprattutto in certi territori.
Questa sembra proprio l’occasione che il premier sta perdendo, perché sul suo carrozzone sono saliti in tanti, molti dei quali erano gli stessi che avevano creato quel sistema vecchio e logoro che la rottamazione voleva cancellare.




DIVORZIO BREVE: IL PROVVEDIMENTO SARA' IN AULA IN 21 APRILE

di Angelo Barraco
 
Le norme sul divorzio breve stanno prendendo il via libera  e la commissione di Giustizia della Camera ha approvato il provvedimento in materia, e tale provvedimento sarà in aula dal 21 aprile. Il testo in questione prevede una riduzione del tempo per chiedere il divorzio dopo la separazione. Con la legge attuale, dopo la separazione, devono trascorrere tre anni e poi si può chiedere il divorzio; la modifica riduce i tempi ad un anno necessario per poter chiedere il divorzio dopo la separazione. Nel caso di separazione consensuale il tempo si riduce a sei mesi. Le norme si applicano ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della nuova legge. Entra in vigore anche Nei casi in cui il procedimento di separazione risulti precedente alla medesima data. 



LA GUARDIA COSTIERA HA SALVATO CIRCA 1000 IMMIGRATI

di A. B.
 
La Guardia Costiera ha salvato circa mille migranti, il tutto è avvenuto in tre differenti operazioni di salvataggio. All’interno di uno dei barconi soccorsi c’era anche un morto. I barconi si trovavano in un tratto di mare distante 30 miglia dalle coste libiche. Alle operazioni di salvataggio ha partecipato anche la Marina Militare che ha raggiunto i barconi e ha preso a bordo 222 migranti e un corpo senza vita. Altri 235 migranti sono stati portati a bordo del mercantile Carpe Bon. L’ultimo trance di migranti è stata soccorsa da due mercantili, il City of Hamburg e il Maersk Regensburg che hanno preso a bordo rispettivamente 93 e 429 migranti. Le unità con i profughi a bordo sono dirette verso Porto Empedocle e Augusta. Un’altra operazione di salvataggio è stata fatta a Lecce, dove 73 migranti sono stati rintracciati dalla Polizia nel corso della notte. Nelle acque antistanti il Ciolo, un gommone di circa 10 metri con a bordo 37 migranti di origine siriana e cubana, il gommone è stato fermato. I due scafisti sono stati tratti in arresto e il gommone è stato sequestrato. A Leuca i finanzieri e i Carabinieri della Compagnia di Tricase hanno bloccato altri 36 migranti di origine somala. 



ROMA: ESPULSI 2 TUNISINI ACCUSATI DI TERRORISMO

di Angelo Barraco

Roma –  Espulsi dall’Italia due fratelli tunisini. Uno di 29 anni e uno di 30 anni, i due soggetti sono stati espulsi perché ritenuti vicini agli ambienti dell’estremismo islamico. Angelino Alfano, ministro dell’Interno, dichiara in merito: “le espulsioni rispondono concretamente al processo di depotenziamento di quella rete di collegamenti che, soprattutto via internet, possono rappresentare fonti di rischio di qualsiasi livello”. Angelino Alfano con una nota spiega maggiori dettagli in merito soggetti espulsi: “Con altre due espulsioni sono stati mandati via dall'Italia due fratelli tunisini: Jouini Ghazi, di 29 anni, che si trovava a Verona ed era in Italia senza permesso di soggiorno, molto attivo sul web con pubblicazioni e consultazioni di materiale di matrice jihadista, e il fratello di 30 anni, Mohamed, in attesa della definizione della procedura di emersione, che, con il fratello, condivideva circuiti relazionali nella chiave di una radicale interpretazione del credo islamico”. Continua Alfano dicendo che “le espulsioni  rispondono concretamente al processo di depotenziamento di quella rete di collegamenti che, soprattutto via internet, possono rappresentare fonti di rischio di qualsiasi livello. L'impegno e il lavoro delle Forze di Polizia, integrato dal prezioso contributo delle Agenzie di Sicurezza” aggiunge che “ sono incessanti e si basano anche su rapporti di collaborazione internazionale, perche' nessun Paese, oggi, puo' dirsi a rischio zero. Sono arrivati, quindi, a 32, da dicembre a oggi, i soggetti espulsi in qualche modo legati all'estremismo islamico”.



RENZI HA TROVATO UN TESORETTO

di Angelo Barraco

Roma –  Il Def doveva essere varato stamane, ma invece è stato posticipato per stasera dopo le 20.00. E’ spuntata una novità di notevole importanza, ovvero che il governo ha scovato un miliardo e 500 milioni tra i conti pubblici. Questa notizia è stata comunicata da alcune fonti ministeriali e c’è un’altra indiscrezione secondo la quale Renzi, starebbe pensando di attuare un decreto per destinare questo bonus al welfare. Il bonus sarebbe destinato a sostenere il delicato settore del sociale e l’idea è di lavorare in tempi molto brevi per fare ciò. Questa fretta che ha Renzi nell’investimento di questo bonus sembra non aver accontentato proprio tutti, anzi, ha insospettito Renato Brunetta che si è espresso così su Twitter: “Pare che Renzi voglia destinare un bonus di 1,5 mld a welfare. Per decreto. Per comprarsi elezioni regionali come europee con 80 euro?”, anche Beppe Grillo si è espresso con toni abbastanza duri “Alle balle del governo non ci crede piu' nessuno: era solo questione di tempo”. Toni negativi anche quelli di Susanna Camusso che ha detto: “L'impostazione del Def, per le cose che finora si conoscono, non affronta i nodi del Paese, che sono come si crea lavoro e come si investe”. Ma cos’è il Def? Il Def, ovvero Documento di Economia e Finanza è il principale strumento della programmazione economico-finanziaria che ogni anno il Governo deve presentare a Bruxelles insieme al piano nazionale delle riforme e fissa le linee guida della politica economica del Governo. Con Bruxelles bisogna verificare il rispetto degli impegni presi e prenderne di nuovi. Viene presentato alle Camere entro il 10 aprile di ogni anno, viene proposto dal Governo e approvato dal Parlamento ed è composto da tre parti:
 
La prima parte contiene gli obiettivi da conseguire per accelerare la riduzione del debito pubblico, in particolare gli obiettivi di politica economica per il triennio successivo; l’aggiornamento dell’anno in corso, l’indicazione dell’evoluzione economico-finanziaria internazionale e gli obiettivi programmatici.
 
La seconda parte contiene l’analisi del conto economico e del conto di cassa nell’anno precedente, le previsioni del saldo di cassa del settore statale e le indicazioni sulle modalità di copertura. In questa seconda parte c’è una sezione  che contiene i criteri di formulazione per il triennio successivo. 
 
La terza parte contiene invece lo stato di avanzamento delle riforme avviate, degli squilibri microeconomici nazionali e dei fattori macroeconomici che incidono sulla competitività, le priorità del paese e le principali riforme da attuare. 



Strage Milano. I tanti possibili Giardiello

di Silvio Rossi

 

I magistrati, dopo quanto avvenuto nel Palazzo di Giustizia di Milano, hanno lamentato la continua delegittimazione della Magistratura, indicandola come concausa dell’evento. Pur concedendo ai giudici la legittimità delle recriminazioni, confermando la scarsa attenzione della politica, se non una poco celata ostilità, l’episodio in questione non riteniamo di attribuirlo alla serie “attacco ai giudici”.
L’episodio di giovedì ha visto Giardiello, l’imprenditore accusato di bancarotta, colpire “lo Stato”, o perlomeno chi, nel suo folle immaginario, rappresentava lo Stato. Ha quindi colpito il giudice, reo di aver comminato una condanna nei suoi confronti, ha colpito l’avvocato che doveva testimoniare contro di lui, e due coimputati. Tutti accomunati dalla “colpa” di essersi occupati del fallimento della società che vedeva Giardiello socio con il nipote, rimasto ferito, e un terzo socio, che ha generato debiti per quasi tre milioni di euro.
Nell’immaginario dell’assassino la colpa dei suoi guai non era la sua amministrazione societaria, la colpa era del legale che ha chiesto la restituzione delle somme, del giudice che ha certificato queste richieste, dei creditori che volevano indietro i propri soldi.
La storia non è diversa da quella avvenuta tre anni fa nella sede di Equitalia a Bergamo. Un uomo, che rifiutava di pagare il canone Rai, ha preso in ostaggio alcuni impiegati sparando dei colpi di fucile contro il soffitto. Anche lui attribuiva alla società fiscale la colpa dei suoi obblighi non rispettati.
Anche l’ex vigile urbano che a Cardano in Campo, nel varesotto, quando ha sparato a sindaco e vicesindaco, uccidendo la prima cittadina Laura Prati, nel luglio 2013, riteneva che la colpa del suo allontanamento non dipendesse dalla truffa che aveva realizzato, ma di chi gliela contestava.
Troppo spesso c’è gente troppo piena di se, convinta di poter vivere sopra le regole, certa che i diritti degli altri siano sottomessi ai propri. La mancanza di responsabilità, di coscienza civica, di senso del dovere, è superiore a tutte le possibili falle dei sistemi di sicurezza, alle lacune, alle omissioni dei direttori.
Prima di blindare i palazzi istituzionali, sarebbe il caso di creare un senso dell’onestà che nel nostro paese è merce rara.




RENZI: IL GOVERNO HA SCOVATO UN MILIARDO E 500 MILIONI TRA I CONTI PUBBLICI

Angelo Barraco
 
Roma: Il Def doveva essere varato stamane, ma invece è stato posticipato per stasera dopo le 20.00. E’ spuntata una novità di notevole importanza, ovvero che il governo ha scovato un miliardo e 500 milioni tra i conti pubblici. Questa notizia è stata comunicata da alcune fonti ministeriali e c’è un’altra indiscrezione secondo la quale Renzi, starebbe pensando di attuare un decreto per destinare questo bonus al welfare. Il bonus sarebbe destinato a sostenere il delicato settore del sociale e l’idea è di lavorare in tempi molto brevi per fare ciò. Questa fretta che ha Renzi nell’investimento di questo bonus sembra non aver accontentato proprio tutti, anzi, ha insospettito Renato Brunetta che si è espresso così su Twitter: “Pare che Renzi voglia destinare un bonus di 1,5 mld a welfare. Per decreto. Per comprarsi elezioni regionali come europee con 80 euro?”, anche Beppe Grillo si è espresso con toni abbastanza duri “Alle balle del governo non ci crede piu' nessuno: era solo questione di tempo”. Toni negativi anche quelli di Susanna Camusso che ha detto: “L'impostazione del Def, per le cose che finora si conoscono, non affronta i nodi del Paese, che sono come si crea lavoro e come si investe”. 



REATO DI TORTURA: IL TESTO TORNA IN SENATO

di Angelo Barraco
 
Dopo che l’Italia è stata recentemente condannata dalla  dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per tortura per i fatti del G8 e il blitz delle forze dell’ordine all’interno della scuola Diaz dove c’erano dei manifestanti anti-G8 che sono stati pestati a sangue. Sembra che la politica italiana abbia alzato la testa e abbia preso coscienza sul reato di tortura, anche se il ripensamento dei politicanti è avvenuto con un ritardo trentennale. Il via libera della Camera al ddl sul reato di tortura, avvicina il nostro paese all’introduzione di questo nuovo gravissimo reato, che diventerà legge tra qualche settimana dato che il testo deve tornare al Senato. Il testo ha avuto 244 si, 14 no e 50 astenuti. Il ministro della giustizia Andrea Orlando rivolge un appello finale in aula dicendo: “il più ampio possibile per andare a Strasburgo con un risultato non del governo ma di tutto il Parlamento”. Dopo i fatti avvenuti alla Diaz e quanto detto dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, i politicanti dovrebbero dimostrare il cambiamento agli italiani che quel giorni si trovavano lì, a quegli italiani che guardavano la tv e hanno visto uno stato che lottava contro i cittadini indifesi ed inermi e non alla bella figura da fare con Strasburgo. Analizziamo la legge in questione: l’articolo 1 prevede che quello di tortura sia un reato comune e punibile con la reclusione da 4 a 10 anni e ascrivibile a chiunque: “con violenza o minaccia ovvero con violazione dei propri obblighi di protezione o assistenza, intenzionalmente cagiona a una persona a lui affidata, o comunque sottoposta a sua autorità, vigilanza o custodia, acute sofferenze fisiche o psichiche, per ottenere informazioni o dichiarazioni, per infliggere una punizione, per vincere una resistenza o in ragione dell'appartenenza etnica, dell'orientamento sessuale o delle opinioni politiche o religiose”. L’aggravante scatta quando a commettere il reato è un pubblico ufficiale che abusa del suo potere e in questo caso la pena aumenta e raggiunge un massimo di 15 anni di carcere e una minima di 5 anni. Per i cittadini stranieri invece la legge prevede l’estradizione richiedente. 



MARO': LATORRE RIMANE IN ITALIA FINO AL 15 LUGLIO


LEGGI ANCHE: 12/01/2015 MARO': INTERVENGA LA CROCE ROSSA

Redazione

Latorre resterà ancora in Italia, almeno fino a luglio. Ma la situazione in India è sempre più tesa. La Corte Suprema indiana, presieduta dal giudice Anil R. Dave, ha prorogato di altri 3 mesi, fino al 15 luglio, il periodo di convalescenza concesso a Massimiliano Latorre che si sta riprendendo in Puglia dall'intervento al cuore subito il 5 gennaio scorso. Il permesso sarebbe scaduto il 12 aprile. Nel corso dell'udienza e' emerso che il governo indiano, guidato dal premier nazionalista Narendra Modi, non si e' opposto alla prosecuzione della convalescenza di Latorre in Italia, segnale positivo per le trattative ufficiose in corso per trovare una soluzione politica concordata tra Roma e New Delhi. La Corte Suprema ha anche auspicato che inizi il prima possibile il processo contro i due Maro' (insieme a Latorre e' implicato Massimiliano Girone che e' rimasto in India) accusati di aver ucciso, il 15 febbraio del 2012, due pescatori indiani scambiati per pirati mentre si trovavano a bordo della petroliera Enrica Lexie, a largo delle coste dello Stato del Kerala. I giudici hanno anche fissato un'udienza a fine mese per decidere se accogliere la richiesta della difesa dei due fucilieri di Marina di togliere il caso all'antiterrorismo, la National Investigation Agency (Nia). La Corte Suprema ha anche esortato la difesa dei due Maro' a non ricorrere piu' a tattiche per cercare di non essere processati in India e di consentire l'avvio del procedimento.


LEGGI ANCHE: 11/09/2014 MARO’, ASSOTUTELA: DIFFIDATO GOVERNO E FARNESINA PER MANCATA ATTUAZIONE SU PROCEDURA TRIBUNALE ARBITRALE




da Lubitz al killer del tribunale: vendetta o popolarità?

Angelo Barraco
 
In questo ultimo periodo, la sicurezza in Europa è diventata un optional, la sicurezza è diventata discutibile e i nostri sistemi interni sono da ritenere vulnerabili a causa di eventi che hanno sconvolto le nostre coscienze e ci hanno fatto riflette, analizziamo gli eventi in questione: abbiamo potuto apprendere del terribile incidente aereo causato dal pilota Lubitz che ha determinato la morte di 150  persone, i controlli dov’erano? Non sono stati fatti controlli di carattere psicologico adeguati poiché se fossero stati fatti non sarebbe accaduto tutto ciò, questo è certo. Eppure i segnali di squilibrio, a quanto pare, erano stati inviati dal pilota alla compagnia. Adesso la compagnia ha dichiarato che aumenterà i controlli; è facile fare dell’eroismo quando ormai c’è il morto di mezzo e il rimedio non c’è, quando c’era la possibilità invece non si è fatto nulla. La compagnia poteva prodigarsi nel fare accertamenti di carattere psicologico per verificare se il pilota era in grado di volare. Ma anche in Italia abbiamo gravi problemi di sicurezza, problemi di sicurezza che nel 2015 non dovrebbero nemmeno esistere. L’Italia ha dimostrato di essere priva di forme adeguate e basilari di sicurezza. Ci sono due episodi che lo dimostrano: il primo episodio è talmente banale che agli occhi del mondo ha dato un’immagine di noi molto vulnerabile. L’episodio riguarda i tifosi olandesi del Feyenoord che hanno letteralmente distrutto Piazza di Spagna. La polizia che fa? Nulla. I tifosi hanno distrutto una fontana appena restaurata che, purtroppo, non sarà più restaurabile e non ha saputo fermare degli ubriaconi in strada. Il bilancio è stato di 28 arresti, ma le conseguenze? Le forze dell’ordine avevano il compito di fermarli e non di nascondersi dietro l’angolo. Un ultimo e triste caso riguarda i fatti di Milano; un imputato entra in Tribunale e uccide diverse persone, e i sistemi di sicurezza? Secondo quanto dicono non funzionavano il metal detector, era rotto. Il Tribunale dovrebbe avere eccellenti ed efficienti misure di sicurezza per garantire ai magistrati e a noi cittadini la sicurezza, e invece? Invece no. Invece nel 2015 gli imputati entrano armati, sparano, uccidono, scappano e Milano pensa all’EXPO. E se ci attacca l’ISIS? Le forze dell’ordine si nascondono dietro al dito? Molto probabilmente, visti gli scarsi controlli presenti in Italia, alcuni integralisti si saranno introdotti. Ma i politicanti sono così impegnati a parlare e parlare e le forze dell’ordine sono impegnate a fare parate che la situazione prima o poi sfuggirà di mano e sarà troppo tardi. Ma come vive tutto ciò un italiano?  I fatti recenti sono destabilizzanti per tutti noi poiché ci portano in una situazione di insicurezza e precarietà, ci fanno insorgere mille dubbi e mille domande sulla nostra incolumità e su chi ci proteggerà dai pericoli o dai futuri pericoli, dato che coloro che dovrebbero farlo non sono capaci di agire nel modo corretto e per la sicurezza minima. Insorgono i dubbi, le certezze diminuiscono, il paese pensa all’EXPO e alla bella immagine di facciata che vuole dare al mondo, ma manca la sostanza e non si vive di sola bellezza estetica. Che poi, se dobbiamo parlare dell’EXPO, attualmente i lavori non sono ancora finiti e l’evento inizia tra qualche giorno, malgrado continuino a pubblicizzarlo in ogni rete e praticamente ovunque, anche su questo aspetto lasciamo a desiderare.