SEQUESTRATO PESCHERECCIO ITALIANO VICINO LA LIBIA

di Alberto De Marchis

Un peschereccio siciliano è stato attaccato e sequestrato da uomini armati che lo hanno abbordato con un grosso rimorchiatore, in apparenza senza contrassegni militari. Si può supporre perciò che si tratti di un atto di pirateria. Il motopesca "Airone", di Mazara del Vallo (Trapani) si trovava a 40 miglia dalla costa di Misurata quando è stato dirottato. A dare l'allarme via radio alla Guardia costiera è stato l'equipaggio di un altro peschereccio siciliano che si trovava nella stessa zona. Il peschereccio è della Maran snc. Il comandante è Alberto Figuccia. Il natante, sul quale è salito un militare libico, secondo le prime frammentarie notizie sarebbe diretto verso il porto di Misurata.

Preoccupazione per i siciliani a bordo. "Siamo estremamente preoccupati perché ancora non riusciamo a capire se si tratti di pirateria o del sequestro da parte di militari", ha detto all'Agi il presidente del Distretto della Pesca di Mazara del Vallo, Giovanni Tumbiolo."Abbiamo contattato il ministro della Pesca del governo di Tripoli, che non era ancora informato dei fatti", ha aggiunto Tumbiolo, secondo cui la situazione non è chiara anche perché nella zona del sequestro "incrociano tuttora rimorchiatori e motoscafi libici senza insegne di riconoscimento". A bordo del motopesca "Airone" ci sono sette uomini di equipaggio, compreso il comandante Alberto Figuccia. Due degli sei marittimi sono di Mazara del Vallo e gli altri quattro tunisini.

Sbarchi a Pozzallo. Intanto sono iniziate poco dopo le 8 a Pozzallo (Ragusa) le operazioni di sbarco dei 301 immigrati soccorsi dalla Guardia costiera con nave "Fiorillo", giunta nel primo pomeriggio di ieri. Gli investigatori sono saliti subito a bordo. I migranti hanno ricevuto su disposizione della Prefettura pasti e termocoperte. Nella notte è stato fermato un uomo di nazionalità tunisina, presunto scafista. Da un primo censimento, tra gli immigrati sono stati contati 23 bambini e diverse donne incinte fuggite dalla Siria. Sempre la scorsa notte sono state trasferite cento persone dal centro di prima accoglienza di Pozzallo al Cara di Mineo (Catania), per fare posto ai nuovi arrivati.




MIGRANTI: MUSULMANI GETTANO IN ACQUA CRISTIANI DURANTE LA TRAVERSATA PER L'ITALIA

Redazione

Dodici persone gettate in mare da un gommone pieno di migranti, che dalla Libia stava raggiungendo le nostre coste in sicilia, durante una lite tra musulmani e cristiani. La polizia ha fermato 15 persone indagate per omicidio plurimo che sarebbero state riconosciute dagli altri migranti. I fermati sono di nazionalità ivoriana, malese e senegalese, tutti accusati di omicidio plurimo, aggravato dall'odio religioso.

Le indagini della Squadra Mobile di Palermo sono cominciate immediatamente a seguito delle testimonianze di una decina di naufraghi nigeriani e ghanesi, sbarcati al porto di Palermo, a bordo della nave 'Ellensborg', ieri. I testimoni, piangendo, hanno raccontato di essere superstiti di uno scontro religioso scaturito dall'odio di un gruppo di musulmani verso i cristiani. I migranti hanno raccontato di essersi imbarcati il 14 aprile su un gommone, partito dalle coste libiche con 105 persone, in prevalenza senegalesi ed ivoriani. Durante la traversata, nigeriani e ghanesi, in minoranza, sarebbero stati minacciati di essere abbandonati in acqua perché cristiani, da una quindicina di passeggeri, di nazionalità ivoriana, senegalese, maliana e della Guinea Bissau. Dalle minacce i musulmani sarebbero passati all'azione gettando in acqua dodici tra nigeriani e ghanesi. La polizia dice che i ''superstiti si sarebbero salvati soltanto perché oppostisi strenuamente al tentativo di annegamento, in alcune casi formando anche una vera e propria catena umana''.

Orlando firma via libera a procedere  – Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha firmato l'autorizzazione a procedere per i 15 migranti accusati di aver gettato a mare altri immigrati dopo una rissa su un gommone per motivi religiosi: l'atto del ministro è legato al fatto che il caso è avvenuto in acque internazionali.
Superstiti, altro naufragio con 41 morti – Un altro naufragio con 41 vittime sarebbe avvenuto nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia. A sostenerlo 4 superstiti sbarcati stamane nel porto di Trapani dalla nave "Foscari" della Marina Militare. I 4 sopravvissuti hanno riferito agli operatori umanitari e alla Polizia, che sta valutando il loro racconto, di essere partiti in 45 da Tripoli su un gommone naufragato.

I migranti tutti maschi – due provenienti dalla Nigeria, uno dal Ghana e uno dal Niger – hanno raccontato di avere preso il largo dalle coste libiche a bordo di un vecchio gommone i cui tubolari si sono ben presto sgonfiati. I naufraghi sono stati avvistati da un aereo in ricognizione nel Canale di Sicilia che ha dato l'allarme, ma quando la nave "Foscari" è giunta sul posto il gommone era già affondati e l'unità militare ha potuto recuperare solo i quattro superstiti. Complessivamente sono 586 – tra i quali 78 donne, molte delle quali incinte, e 58 bambini, cinque dei quali neonati – i profughi raccolti dalla nave della Marina in tre distinte operazioni di soccorso e sbarcati stamane sul molo Ronciglio del porto di Trapani. I quattro naufraghi, dopo essere stati ascoltati dalla polizia, sono stati trasferiti temporaneamente nel Cie di Milo (Trapani)

 




RENZI E LA LEGGE ELETTORALE. ULTIMO ATTO?

di Silvio Rossi

 

La legge elettorale sta diventando il vero punto di fuoco dell’azione governativa. Renzi si sta giocando tutto sull’approvazione dell’Italicum, la legge che stabilirà i metodi di composizione della prossima assemblea legislativa.
Una scelta coraggiosa, perché in parlamento sono più i contrari che i favorevoli alla proposta governativa. Per motivi diversi, stanno però tutti schierandosi contro la riforma partorita al Nazzareno durante gli incontri con Berlusconi.
Le opposizioni sono ferme nell’opposizione al progetto di legge, e soprattutto sono contrarie alla possibilità paventate di inserire il voto di fiducia per l’approvazione del testo governativo. Forza Italia, Lega e Sel hanno inviato ognuna una lettera al presidente Mattarella, in cui evocano un golpe nel caso di blindatura del testo. Fratelli d’Italia ha annunciato un’iniziativa analoga.
A far paura al Primo Ministro è però l’atteggiamento della minoranza interna. Le posizioni sono distanti, la possibilità di una mediazione è esclusa. Renzi vuole arrivare alle regionali col trofeo della legge approvata. Perché rimandare la discussione sul sistema di voto, anche se non cambierebbe nulla sotto il punto di vista dell’impatto istituzionale, specialmente se la legislatura arriva alla scadenza naturale.
Avere la legge approvata però serve a confermare l’immagine del premier decisionista. Serve a dargli la possibilità di dire che mentre gli altri parlano, lui fa i fatti. Proprio per questo motivo, pur di arrivare al risultato, è disposto a tutto, anche se preferisce giungere al voto senza porre la fiducia, e per questo sposta la votazione nel partito all’Assemblea Nazionale, chiedendo successivamente ai “suoi” deputati e senatori di rispettare il voto del PD, in una nuova forma di centralismo democratico.
Una fiducia che nessuno vuole, ma che pesantemente entra nel dibattito politico. Si rievocano i fantasmi del 1953, quando la “legge truffa” voluta dal segretario della DC, Alcide de Gasperi, per bloccare le opposizioni di destra e sinistra. Un tentativo che avrebbe dovuto mietere molte vittime, ma che ha nuociuto solo al suo ideatore.




FORESTALE, PDM: PREMIER COINVOLGA SINDACATI E PRENDA DISTANZE DA CHI SUGGERISCE MILITARIZZAZIONI INACCETTABILI

Redazione

"Se è vero quanto riportato dal quotidiano La Stampa in merito alle dichiarazioni fatte ieri dall'On. Fiano (PD) nel corso dell'evento organizzato dal Sindacato italiano lavoratori polizia della Cgil (Silp) circa l'indecisione del Governo sulla possibilità di accorpare il Corpo Forestale dello Stato alla Polizia di Stato o all'Arma dei carabinieri allora è chiaro che esiste un problema e Renzi farebbe meglio a prendere le opportune distanze da coloro che, all'interno del suo partito, gli suggeriscono inaccettabili militarizzazioni del Corpo e fantasticano su una riforma che è nata bene ma rischia di finire malissimo.". Lo dichiara Luca Marco Comellini in merito alle notizie di stampa odierne e alle dichiarazioni dell'On. Fiano (PD) sulla questione della riduzione dei corpi di polizia che coinvolge il Corpo Forestale dello Stato. "Unire il Corpo Forestale all'Arma dei carabinieri – prosegue Comellini – significherebbe voler sottoporre 8.000 forestali a una inaccettabile regressione dei diritti e questo potrebbe rappresentare un serio pericolo per la funzionalità e la professionalità del Corpo che, invece, verrebbe valorizzata con un più mirata definizione dei compiti e delle funzioni all'interno della Polizia di Stato. Nel proseguire sulla giusta via delle riforme, e quindi della indispensabile riduzione dei corpi di polizia, il premier Renzi dovrebbe valutare concretamente la possibilità di coinvolgere direttamente i rappresentanti delle maggiori sigle sindacali delle Forze di polizia a ordinamento civile – suggerisce Comellini – anche dando vita ad una apposita Commissione mista (governo – amministrazioni – sindacati) a cui affidare il compito redigere gli schemi di decreto legislativo da sottoporre al Parlamento perché – conclude – credo che, diversamente, gli interessi della partitocrazia e delle gerarchie dell'Arma finirebbero col dare vita all'ennesima mostruosità inutile e costosa per la collettività e dannosa per i lavoratori del Corpo Forestale."




DL ANTITERRORISMO: VIA LIBERA IN SENATO

Redazione

Via libera alla fiducia al Senato sul decreto anti-terrorismo che prevede, tra l'altro, una stretta sui foreign fighters e i lupi solitari e l'obbligo di arresto in flagranza per gli scafisti. Il testo, che contiene anche la proroga delle missioni internazionali è stato approvato con 161 sì, 108 no e un astenuto. Hanno votato sì anche i due fuoriuscti di Fi Sandro Bondi e Manuela Repetti. E' il via libera definitivo.

Il Procuratore nazionale Antimafia assumera' il coordinamento delle inchieste sul terrorismo. E' questo uno dei punti cardine del decreto Antiterrorismo in discussione al Senato. Tra le altre misure, l'Ansa ricorda, l'introduzione di pene detentive per i "foreign fighter" e per i "lupi solitari" che progettano attentati in Italia. Nonche' contro chi fa propaganda sul web.

FOREIGN FIGHTERS – Dai 5 agli 8 anni di reclusione per i 'foreing fighters', cioe' coloro che si arruolano per andare a combattere all'estero con i terroristi dell'Isis, nonche' per chiunque organizzi, finanzi o propagandi viaggi finalizzati al terrorismo. Per essi scatta la custodia cautelare in carcere. Prevista anche la perdita della potestà genitoriale se viene coinvolto un minore.

LUPI SOLITARI – reclusione dai cinque ai dieci anni per quanti si addestrano da soli in Italia per colpire con atti terroristici nel territorio Italiano.

WEB E' AGGRAVANTE – L'uso del Web e di strumenti informatici per perpetrare reati di terrorismo (arruolamento di foreign fighters, propaganda, ecc) diventa un'aggravante che comporta l'obbligo di arresto in flagranza. Eliminata la norma che autorizzava la polizia a utilizzare programmi per acquisire "da remoto" le comunicazioni e i dati presenti nei Pc. I providers saranno obbligati a oscurare i contenuti illeciti.

INTERCETTAZIONI PREVENTIVE
– E' autorizzata l'intercettazione preventiva sulle reti informatiche degli indagati di reati di terrorismo internazionale.

DATI TRAFFICO TELEFONICO
– per le sole indagini sui reati di terrorismo, i dati relativi al traffico telefonico e telematico, nonche' le chiamate senza risposta, effettuato a decorrere dall'entrata in vigore del decreto "sono conservati dal fornitore fino al 31 dicembre 2016.

CONTROLLO "DA REMOTO" DEI PC
– Espunta la norma introdotta dal Governo durante l'esame in commissione, che autorizzava la polizia ad usare programmi per il controllo "da remoto" di Pc, Smartphne e Tablet dei sospettati di terrorismo. Il governo potrebbe riproporla nella legge sulle intercettazioni.

007 NELLE CARCERI
– i Servizi sono autorizzati a infiltrarsi nelle carceri italiane, per prevenire l'arruolamento di terroristi.

MILITARI SUL TERRITORIO – Dal 30 giugno di quest'anno il contingente militare per il controllo del territorio potra' essere aumentato di altre 300 unita' (attualmente il tetto e' fissato a quota 3 mila).

MEDITERRANEO
– Oltre 40 milioni di euro per l'operazione 'mare sicuro', per prevenire attacchi terroristici contro pescherecci e navi commerciali nel Mediterraneo.

 




G8, RENZI: "IL MIO IMPEGNO E' DI INTRODURRE IL REATO DI TORTURA"

di Angelo Barraco

Genova –  In questo ultimo periodo i fatti del G8 sono tornati in faccia agli italiani come un pugno di fango su un muro bianco. Ripercorriamo i fatti: Ricordiamo che l’Italia è stata condannata, dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, per tortura. La Corte europea dei diritti dell’uomo dice: “Quanto compiuto deve essere qualificato come tortura”. La Corte condanna anche l’assenza, nel nostro paese, di legislazione in materia. La condanna è arrivata sulla base del ricorso presentato a Strasburgo da Arnaldo Cestaro, presente all’interno della scuola Diaz e vittima. Ricordiamo che i fatti risalgono al 21 luglio 2001. L’uomo all’epoca dei fatti aveva 62 anni, e nel ricorso dice che quella terribile notte fu picchiato dalle forze dell’ordine e a causa delle percosse ha dovuto persino subire un intervento. Inoltre la vittima delle percosse aggiunge che coloro che hanno fatto ciò dovevano essere punite in modo adeguato, ma a causa delle leggi presenti in Italia ciò non è accaduto, in Italia non è previsto il reato di tortura o simili e reati come questi rimangono impuniti. I giudici della Corte europea dei diritti umani hanno dato ragione ad Arnaldo Cestaro e hanno sostenuto; sia che quanto subito dal soggetto è considerabile come tortura, sia che le leggi italiane sono inadeguate e devono essere cambiate. Dopo la condanna dalla Corte europea, i politicanti italiani si sono alzati, tardamente, dalla sedia e hanno preso in considerazione il reato di tortura.  Il via libera della Camera al ddl sul reato di tortura, avvicina il nostro paese all’introduzione di questo nuovo gravissimo reato, che diventerà legge tra qualche settimana dato che il testo deve tornare al Senato. Il testo ha avuto 244 si, 14 no e 50 astenuti. Il ministro della giustizia Andrea Orlando rivolge un appello finale in aula dicendo: “il più ampio possibile per andare a Strasburgo con un risultato non del governo ma di tutto il Parlamento”.  la legge in questione: l’articolo 1 prevede che quello di tortura sia un reato comune e punibile con la reclusione da 4 a 10 anni e ascrivibile a chiunque: “con violenza o minaccia ovvero con violazione dei propri obblighi di protezione o assistenza, intenzionalmente cagiona a una persona a lui affidata, o comunque sottoposta a sua autorità, vigilanza o custodia, acute sofferenze fisiche o psichiche, per ottenere informazioni o dichiarazioni, per infliggere una punizione, per vincere una resistenza o in ragione dell'appartenenza etnica, dell'orientamento sessuale o delle opinioni politiche o religiose”. L’aggravante scatta quando a commettere il reato è un pubblico ufficiale che abusa del suo potere e in questo caso la pena aumenta e raggiunge un massimo di 15 anni di carcere e una minima di 5 anni. Per i cittadini stranieri invece la legge prevede l’estradizione richiedente. Adesso anche Matteo Renzi si è espresso in merito alle vicende della Diaz e del G8 e ha detto: “Da presidente del Consiglio e da segretario del Pd il mio impegno e' mettere il reato di tortura” continua dicendo “Genova è stata una pagina terribile per quelli della mia generazione, ne porteranno i segni per sempre”. Renzi dice è sua intenzione fare chiarezza sui fatti della Diaz e verificare le “responsabilità politiche di chi ha gestito quella vicenda”.



FRONTEX CONFERMA SPARI DEI CONTRABBANDIERI IN OPERAZIONE DI SALVATAGGIO

Questa è la seconda volta quest'anno che i contrabbandieri armati hanno preso di nuovo una nave utilizzata per il trasporto di migranti a seguito di una operazione di soccorso nel Mediterraneo centrale. Notizie che ora diventano più agghiaccianti se si pensa che il commissario Avramopoulos ha annunciato che dobbiamo essere pronti ad una stagione migratoria, 7000 arrivi solo negli giorni. A maggio nuova agenda dell'Europa per fronteggiare la transumanza

di Cinzia Marchegiani

Nonostante ci siano state alcune smentite, il Frontex conferma oggi tramite un comunicato ufficiale che dei contrabbandieri lunedì 13 aprile 2015 hanno sparato diversi colpi d’arma da fuoco per recuperare una barca di legno dopo che i migranti che trasportava sono stati salvati circa 60 NM dalla Libia. L'operazione di ricerca e soccorso è stata effettuata da un rimorchiatore italiano e Guardia costiera islandese con la nave Týr messo in atto da Frontex.
Questa è la seconda volta quest'anno, quando i contrabbandieri armati hanno preso di nuovo una nave utilizzata per il trasporto di migranti a seguito di una operazione di soccorso nel Mediterraneo centrale.
La nave Týr che già stava portando 342 migranti da una operazione di salvataggio in precedenza, è stato chiamato per assistere il rimorchiatore in un altro soccorso. Dopo che la maggior parte delle 250 persone a bordo della seconda nave migrante sono stati trasferiti al rimorchiatore, un motoscafo si è avvicinato e il suo equipaggio ha sparato diversi colpi in aria e poi assalitori hanno accelerato per fuggire via con la barca ormai vuota dei migranti.

Il direttore esecutivo di Frontex ha spiegato che questo episodio è un segno che i trafficanti in Libia sono a corto di barche e sono più disposti a usare le armi per recuperare quelli utilizzati per il trasporto dei migranti.
La Týr e tutte le altre navi e aerei che partecipano al Frontex coordinato dalla Joint Operation Triton hanno continuamente assistito le autorità italiane nel salvataggio di circa 7 500 migranti da Venerdì scorso. Undici corpi di migranti sono stati recuperati, tra cui nove da una barca capovolta. Quasi tutte le operazioni hanno avuto luogo tra il 12 e il 60 NM dalla costa libica. I migranti salvati in questi giorni provengono principalmente dai paesi del Corno d'Africa, sub Sahara e l'Africa occidentale.

L'UE AVVERTE, CI SARA' UNA STAGIONE MIGRATORIA, GESTIONE AL COLLASSO

Notizie che ora fanno tremare per i nuovi scenari che ci aspettano poiché oggi al parlamento europeo il commissario Avramopoulos rivolgendosi al parlamento Europeo, agli onorevoli deputati parla chiaro sulla situazione ormai non gestibile dell’immigrazione ormai al collasso:” l'arrivo di oltre 7.000 migranti – secondo le stime di Frontex – negli ultimi giorni ci ricorda che dobbiamo essere ben consapevoli delle realtà immediate alle nostre frontiere. L'Europa si trova in mezzo a un arco di ampliamento di instabilità che va da Oriente fino al Nord Africa.Sul nostro fianco orientale, il conflitto in Ucraina, combustibili instabilità e l'ansia in tutta la regione.”
Ma non solo avverte: “Con un tale insieme di circostanze di guerre in atto, dobbiamo preparare per una stagione migratoria, e la Commissione è pronta a fare la sua parte per sostenere e assistere gli Stati membri che sono colpiti i bisogni più urgenti e avere.Dobbiamo capire che il contesto attuale – in altre parole, l'afflusso senza precedenti di migranti ai nostri confini e, in particolare, i rifugiati – è purtroppo la nuova norma e avremo bisogno di adeguare le nostre risposte di conseguenza.”

LA NUOVA AGENDA EUOPEA PER AFFRONTARE LA TRANSUMANZA

Il Commissario Avramopoulos spiega i nuovi scenari all'orizzonte e indica la nuova agenda euopea che dovrà gestire questi eventi ricorrenti, per passare a reagire alle emergenze per l'attuazione di un approccio globale che affronti le sfide migratorie alle loro radici. L'agenda europea sulle migrazioni che sarà adottata a maggio è l'inizio di un processo di presentare una serie di azioni efficaci e sostenibili per affrontare le sfide migratorie.
Questa sarà la base su cui la Commissione ritiene che l'Unione europea dovrebbe andare avanti.
L'agenda europea sulle migrazioni si basa su quattro pilastri che sono strettamente correlati tra loro e di pari importanza:
• Un forte sistema europeo comune di asilo che garantisca l'assistenza alle persone bisognose di protezione, ma limitare gli abusi;
• Una nuova politica in materia di immigrazione legale per definire il quadro in cui le persone con diverse competenze che abbiamo bisogno può venire in Europa;
• Una lotta forte contro l'immigrazione irregolare che include un piano chiaro per combattere il contrabbando e il traffico di migranti e di una politica di rimpatrio efficace;
• Borders che proteggono un'Europa che rimane aperta.

NUOVE SFIDE, NUOVI PROTOCOLLI UE

Per far fronte a queste sfide, la Commissione europea o l'Unione europea afferma che non può risolvere da sola tutti i problemi e che occorre sviluppare un approccio globale e la necessità di agire insieme con gli Stati membri. ll commissario Avramopoulos anticipa le nuove strategie: “Per questo motivo mi sono impegnato in un dialogo con ciascuno di loro. Ho incontrato quasi tutti i ministri degli Interni e sto visitando molti Stati membri. In queste occasioni, ho sempre chiamare gli Stati membri a mostrare solidarietà con azioni concrete. I recenti incidenti nel Mediterraneo, con migliaia di migranti traversata – principalmente dalla Libia, ma anche dalla Turchia – per l'Italia e la Grecia, è un duro monito che abbiamo anche bisogno di impegnarsi in modo sostanziale con i paesi terzi. Ecco perché voglio anche visitare i principali paesi terzi (Morrocco, Egitto, Tunisia).”
La necessità di rafforzare la cooperazione con i paesi terzi e applicare strumenti di politica estera, politiche di vicinato, gli aiuti allo sviluppo e il commercio, al fine di raggiungere l'obiettivo di flussi migratori meglio gestiti, è la formula per ora indicata dallo stesso commissario che dichiara: “Questo non può essere un rapporto unidirezionale. I paesi terzi devono vedere i vantaggi di lavorare con noi in materia di migrazione. Continueremo anche a fornire sostegno ai paesi terzi vicini nei loro sforzi lodevoli per ospitare sfollati o per combattere trafficanti di esseri umani e contrabbandieri. Allo stesso tempo, una politica di migrazione di successo dipende anche sulle politiche dell'occupazione, dell'istruzione e della ricerca connesse ed efficaci.”

Insomma ormai il vaso di pandora è stato aperto, si salvi chi può! Ormai non si può più mentire sullo stato di transumanza che si sta evolvendo in questa parte del pianeta. Soprattutto perché non sono chiare le linee che l’UE vuole mettere in atto, intanto in Italia il Viminale ha dato chiare direttive, servono 6.500 posti, per questo nella circolare non si esclude la possibilità che i prefetti ricorrano a misure drastiche pur di reperire strutture disponibili. Perché, come viene specificato nel provvedimento trasmesso: ”E' indispensabile trovare soluzioni per una civile accoglienza ai gruppi di migranti e richiedenti asilo”. 




IMMIGRAZIONE AL COLLASSO, L’ITALIA ALBERGO D’EUROPA E ITALIANI SENZA LIBERTA'

E' partita la caccia alle abitazioni e locali. Il Viminale chiede in via d'emergenza  ai prefetti di trovare 6.500 posti anche con la requisizione degli appartamenti

di Cinzia Marchegiani

Gli sbarchi continuano e continueranno a portare sulle coste dell’Italia altri immigrati, da poche ore sono giunte altre richieste di aiuto che a quanto sembra hanno allarmato la sicurezza poiché la quota 18.000 dall’inizio dell’anno sarà presto superata oltre 20 mila arrivi, un vero record.
Un’Italia che non riesce più né a contenere né dare assistenza, tanto che proprio dal Viminale è stata impartita una direttiva precisa, trovare 6.500 posti anche con provvedimenti di occupazione e requisizione, tutto il sistema sembra implodere da un momento all’altro!


Ora fa notizia la circolare firmata dal prefetto Mario Morcone, direttore del Dipartimento Immigrazione, che prevede la messa a diposizione di 700 posti le regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia e Campania, mentre 300 la regione Puglia, 250 il Lazio e le Marche mentre altri 1.500 vanno divisi nel resto d’Italia. Il ministero dell’Interno è stato preciso, evidenziando la necessità di avere una distribuzione sull’intero territorio anche per evitare problemi di ordine pubblico, in particolare una suddivisione equa delle responsabilità di tutti i capoluoghi di provincia senza esclusioni ed eccezioni, naturalmente in proporzione rispetto al numero degli abitanti. Per questo nella circolare non si esclude la possibilità che i prefetti ricorrano a misure drastiche pur di reperire strutture disponibili. Perché, come viene specificato nel provvedimento trasmesso: ”E' indispensabile trovare soluzioni per una civile accoglienza ai gruppi di migranti e richiedenti asilo”.

Tutto è un gioco di arrivi e posti, i poliziotti della direzione centrale confermano che sulle coste libiche ci sono centinaia di migliaia di persone, molte già ammassate nei campi profughi e dunque in balia dei trafficanti. La grande impennata ci sarà presto con i nuovi sbarchi motivando le scelte dei funzionari del Viminale a rispondere con procedure d’urgenza, invitando gli stessi prefetti che in situazioni di grave emergenza, autorizzati a ricorrere a forme di contrattazione diretta, per un tempo limitato alla predisposizione degli atti di gara, affinché si possano trovare posto e abitazioni o anche luoghi pur di trovare dove allocare i profughi in arrivo. E’ partita la caccia al reperimento di alloggi di qualsiasi tipo e nei prossimi giorni si è anche paventata la decisione di riunire governatori e rappresentanti dei Comuni, per mettere a punto un piano di accoglienza che alleggerisca la situazione di Sicilia e Calabria tenendo conto che nelle due Regioni sono arrivate in questi primi tre mesi e mezzo del 2015 rispettivamente 11.761 e 2.282 stranieri.

Con le chiusure delle Partite Iva e dei locali commerciali nessuno potrebbe escludere, viste le direttive d’urgenza emanate in seguito alle richieste dei profughi, di aver presto l’Italia invasa senza alcuna più regolamentazione per i cittadini italiani, che devono subire decisioni dall’alto e vedersi sequestrare, pur anche ricevendo un compenso, non solo le case ma i locali sfitti e non per futili motivi, ma per effetto della crisi economia. L’Italia un albergo dell’Europa!
Creare integrazione significa rendere questo paese forte economicamente, affinché i profughi non siano dei reietti da aggredire, ma persone da aiutare. Ma l’Italia ormai ha preso solo una direzione pericolosa, incrementando le tensioni per chi in questo paese si sente solo una vittima del proprio Stato.




STRASBURGO SU BRUNO CONTRADA: NON ANDAVA CONDANNATO

di Chiara Rai

Bruno Contrada non doveva essere condannato per concorso esterno in associazione mafiosa perché all'epoca dei fatti (1979-1988), il reato non "era sufficientemente chiaro". Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani. Lo Stato italiano deve versare all'ex numero due del Sisde 10mila euro per danni morali.

L'Osservatore d'Italia  ha contattato al telefono il legale di Contrada l'avvocato Giuseppe Lipera il quale ha commentato con parole forti la sentenza di Strasbrurgo: "E' una vita che sono tra coloro i quali dicono che il concorso esterno è un reato inventato dai giudici – esordisce Lipera – Giuseppe Ayala in un suo libro ne vanta la paternità ma poi appare subito dopo pentito per l'uso spregiudicato che ne hanno fatto i colleghi".

Lipera dunque sottolinea che in Italia ci sono molte vittime di questo "incomprensibile" reato e intanto fa sapere che nel silenzio più assoluto dei riflettori mediatici è andato avanti nel caso Contrada e due mesi fa ha presentato il quarto ricorso per la revisione del processo. L'udienza in Appello a Caltanissetta si terrà il prossimo il 18 giugno Chi è Contrada. E' un ex poliziotto e agente segreto italiano, ex dirigente generale della Polizia di Stato, ex numero tre del Sisde, ex capo della Mobile di Palermo, ed ex capo della sezione siciliana della Criminalpol. Il suo nome è associato alla strage di via d'Amelio, dove morì in un attentato il giudice Paolo Borsellino che in quel periodo indagava sui collegamenti tra mafia e Stato. Contrada si è dichiarato collaboratore e amico di Borsellino, ma i familiari del magistrato assassinato hanno smentito fermamente. Anche Giovanni Falcone pareva non si fidasse di lui da tempo.Arrestato il 24 dicembre 1992, Bruno Contrada è stato condannato in via definitiva a 10 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa.

Bruno Contrada:
Entrato in Polizia nel 1958, frequentò a Roma il corso di istruzione presso l'Istituto superiore di polizia. Dopo alcuni ruoli nel Lazio, nel 1973 gli venne affidata la direzione della squadra mobile di Palermo.

Nel 1982 transitò nei ruoli del SISDE con l'incarico di coordinarne i centri della Sicilia e della Sardegna. Nel 1986 fu chiamato a Roma presso il Reparto Operativo della Direzione del SISDE.

Il 24 dicembre 1992 venne arrestato perché accusato di concorso esterno in associazione di tipo mafioso (estensione giurisprudenziale dell'art. 416 bis Codice penale) sulla base delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia (tra i quali Gaspare Mutolo, Tommaso Buscetta, Giuseppe Marchese, Salvatore Cancemi) e rimase in regime di carcere preventivo fino al 31 luglio 1995.

Il primo processo a suo carico, iniziato il 12 aprile 1994[6], si concluse il 19 gennaio 1996, quando, al termine di una requisitoria protrattasi per ventidue udienze, il pubblico ministero Antonio Ingroia chiese la condanna a dodici anni. Il 5 aprile 1996 i giudici disposero dieci anni di reclusione e tre di libertà vigilata.

Il 4 maggio 2001 la Corte d'Appello di Palermo lo assolse perché il fatto non sussiste.

Il 12 dicembre 2002 la Corte di Cassazione annullò la sentenza di secondo grado, ordinando un nuovo processo davanti ad una diversa sezione della Corte d'Appello di Palermo.

Il 25 febbraio 2006 i giudici di secondo grado confermarono, dopo 31 ore di camera di consiglio, la sentenza di primo grado che condannava Bruno Contrada a 10 anni di carcere e al pagamento delle spese processuali.

Il 10 maggio 2007 la Corte di cassazione ha confermato la sentenza di condanna in appello[12]. Contrada venne rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta.

Il 24 settembre 2011 la Corte d'appello di Caltanissetta ritiene che «non è manifestamente infondata» la richiesta di revisione del processo, ma l'8 novembre seguente la Corte dichiarò definitivamente inammissibile la richiesta di revisione del processo.

A fine dicembre 2007 l'avvocato difensore di Contrada, Giuseppe Lipera, ha inviato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano una "accorata supplica" al fine di sollecitarlo a concedere la grazia in mancanza di un'esplicita richiesta da parte dell'interessato che, ritenendosi innocente, non intende inoltrarla.

In un messaggio, Contrada ha ribadito: «Non ho mai chiesto, né chiedo, né chiederò mai la grazia a quello Stato da cui mi sarei aspettato un grazie e non una grazia».

Contrari a ipotesi di grazia si sono dichiarati Rita Borsellino, l'Associazione dei familiari delle vittime di via dei Georgofili, la Fondazione Caponnetto e la Fondazione Scopelliti.

L'allora guardasigilli Clemente Mastella, ha ricordato che «la decisione circa l'istanza di differimento della pena per ragioni di salute è di esclusiva competenza della magistratura di sorveglianza».

Il 28 dicembre 2007 il magistrato di sorveglianza dispone, in maniera del tutto inattesa, il ricovero di Contrada presso il reparto detenuti dell'Ospedale Cardarelli di Napoli, ma il giorno dopo questi chiede di tornare in carcere a causa delle condizioni del reparto giudicate «da incubo» dal suo avvocato .

Il 2 gennaio 2008 rientrando in carcere ha assegnato mandato al proprio legale di presentare istanza di revisione del processo che lo ha condannato in via definitiva a 10 anni di detenzione.

L'8 gennaio il Tribunale di Napoli ha respinto ogni istanza di differimento della pena insieme alla richiesta degli arresti domiciliari.

Il 10 gennaio 2008 il Presidente della Repubblica ha inviato una lettera al ministero della Giustizia per revocare l'avvio dell'iter, ponendo fine, di fatto, alla querelle giudiziaria.

Il 16 aprile 2008 chiede che gli venga praticata l'eutanasia. La richiesta è stata presentata al giudice tutelare del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere dalla sorella, che ha spiegato che Contrada «vuole morire» perché «questa sembra l'unica strada percorribile per mettere fine alle sue infinite pene».

Il 21 luglio dello stesso anno i suoi legali hanno diffuso la notizia che Contrada in carcere sarebbe dimagrito di 22 chili per dimostrare l'incompatibilità dell'ex dirigente del Sisde col regime carcerario. I familiari ed il legale hanno omesso di dichiarare che il dimagrimento del detenuto era derivante dal suo rifiuto di nutrirsi.

Il 24 luglio 2008 sono stati concessi a Contrada gli arresti domiciliari per motivi di salute; al provvedimento è seguita la scarcerazione. Il provvedimento di concessione dei domiciliari ha una durata di 6 mesi e prevede l'obbligo di domicilio, negando la possibilità di recarsi a Palermo in quanto i giudici confermano la pericolosità sociale di Bruno Contrada[27]. A Salvatore Borsellino (fratello di Paolo) che dichiarò la sua disapprovazione per la sua scarcerazione, ha risposto con una querela.

Il 5 giugno 2012 la Corte di Cassazione dichiara inammissibile la richiesta di revisione del processo.

L'11 ottobre 2012 viene scarcerato e pochi giorni dopo pubblica per i tipi Marsilio la storia della sua vicenda nel volume La mia prigione.

 




IMMIGRATI: SI CAPOVOLGE BARCONE NELLE COSTE LIBICHE, 9 MORTI

di Angelo Barraco

Palermo –  Un barcone che era carico di immigrati, si è rovesciato in mare a circa 80 miglia dalle coste libiche da dove era partito ed era diretto verso l’Italia. Sono morte nove e i corpi sono stati recuperati dalla Guardia Costiera che è intervenuta nell’operazione. Sono stati salvati circa 144 immigrati e altri 242 sono in arrivo a Porto Empedocle, Agrigento e sono a bordo del rimorchiatore “Cougar” che li ha prelevati dal canale di Sicilia. Sono attesi per le 17.30 e l’operazione è coordinata dalla sala operativa della Capitaneria di Porto. Negli ultimi giorni, nel Canale di Sicilia, sono stati soccorsi 5.629 migranti diretti verso l’Italia che si sono imbattuti nei tragici viaggi della speranza. 



BONUS NEOMAMME: DECRETO IN GAZZETTA UFFICIALE

di Angelo Barraco
 
Era atteso da fine gennaio, ma finalmente è arrivato in Gazzetta Ufficiale. Il decreto attuativo del bonus per le neomamme è arrivato. L’incentivo, come viene ricordato nel decreto,  prevede un assegno pari a 960 euro per figlio ovvero 80 euro mensili, per le famiglie con un Isee non superiore ai 25 mila euro. Per i nuclei familiari che hanno un reddito sotto i 7.000 euro il bonus raddoppia invece. L’assegno è concesso fino al terzo anno di età o d’ingresso nel nucleo familiare a seguito di un’adozione. Nel decreto vi è anche riportato l’arco di tempo di validità del bonus, valido per ogni figlio nato o adottato tra il 1 gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017. Per quanto riguarda i tempi cui presentare la domanda, nel decreto viene riportato che la richiesta del bonus si può avanzare: “dal giorno della nascita o dell'ingresso nel nucleo familiare a seguito dell'adozione del figlio” inoltre il decreto dice che “ai fini della decorrenza dell'assegno dal giorno della nascita o dell'ingresso nel nucleo familiare a seguito dell'adozione, la domanda deve essere presentata non oltre il termine di 90 giorni dal verificarsi dell'evento ovvero entro i 90 giorni successivi all'entrata in vigore del presente decreto”. Inoltre il decreto dice che se la domanda viene presentata oltre i tempi prestabiliti: “l'assegno decorre dal mese di presentazione della domanda”. Inoltre “La domanda per l'assegno è presentata all'Inps per via telematica secondo modelli predisposti dall'Istituto entro il quindicesimo giorno dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del presente decreto”.