IMMIGRATI: E' SCONTRO TRA RENZI E MARONI

di Angelo Barraco
 
Roma – Matteo Renzi, nel corso della conferenza stampa al termine del G7, parla del dossier migranti e dice che la polemica italiana è comprensibile soltanto per chi non ricorda cosa è accaduto con la politica del “'facciamo tutto da soli” e del “'non chiediamo aiuto all'Europa” che è figlia della decisione precedente e quella di dividere i migranti tra le regioni; idea che era stata presa da Maroni che ora dice il contrario. Renzi aggiunge che sarebbe facile buttarla in una polemica tra i partiti che non ha senso e che pero' non interessa ai cittadini. Il premier aggiunge poi che da questo momento fino al Consiglio europeo, cercherà di portare a casa risultati. E aggiunge che il piano da 24mila posti  è insufficiente. Prosegue dicendo che sulla cooperazione internazionale l'Italia e' stata, negli ultimi anni, la peggiore nel G7. E che si deve ricominciare anche da li' per dare una risposta al tema degli immigrati. Prosegue dicendo che la polemica italiana sui migranti e' comprensibile solo per chi non ricorda cosa e' successo in questi anni: la decisione di dividere nelle regioni i migranti che arrivano in Italia fu presa dal ministro Maroni. Salvo poi dire che non funziona. Renzi ha continuato il suo discorso dicendo che Il numero di migranti arrivati in Italia quest'anno e' solo poco piu' alto di quello dello scorso anno e conclude dicendo che “La risoluzione dell'Onu se viene e' una buona cosa. Ma non e' che con la risoluzione dell'Onu con l'abbattimento di due barconi si risolve il problema. Il problema non si risolve urlando 'abbattiamo le prefetture', ma con il lavoro”. 



BERGAMO: BLOCCO DEGLI SCRUTINI PER PROTESTARE CONTRO LA RIFORMA DELLA SCUOLA

di A.B.
 
Bergamo – Oggi all’istituti superiore di Bergamo Isis Mamoli erano previsti gli scrutini, ma non vi sono stati. E’ stato comunicato infatti che i 16 scrutini previsti per oggi e per domani sono stati bloccati e saranno riconvocati la settimana prossima. Hanno spiegato che “è un disagio per gli stessi insegnanti che recupereranno in tempi stretti gli impegni previsti a calendario”. Il blocco degli scrutini è una protesta contro la riforma della scuola.
 
Ma cos’è la riforma della scuola? Ecco i primi 11 tabella. La riforma è stata approvata con 316 si, 137 no ed un astenuto:
 
Articolo 1: Autonomia delle scuole, in relazione alla dotazione finanziaria, in modo da renderle più efficienti nelle decisioni. Questa riforma renderà le scuole più autonome e con maggiore potere decisionale.
 
Articolo 2: Maggiori responsabilità del preside, il Piano triennale stabilirà monte ore, attività extra e fabbisogno di docenti e di personale Ata. In questo articolo compare l'annosa questione del potere del dirigente scolastico. Il preside, infatti, sentito il collegio d'istituto e secondo il Piano triennale, individuerà il personale da assegnare nella scuola; inoltre, il dirigente promuoverà i necessari rapporti con gli enti locali e le istituzioni economiche, in modo da organizzare attività lavorative per gli studenti. Incremento dello studio della lingua inglese dei nuovi media e delle leggi dello Stato.
 
Articolo 3: Gli studenti avranno un curriculum personale che verrà pubblicato nel portale della scuola e vi sarà il percorso scolastico dello studente e le attività che ha svolto.
 
Articolo 4: Il governo stanzia 100 milioni di euro annui per permettere agli studenti l'alternanza scuola-lavoro. Dal terzo anno in poi, i ragazzi potranno svolgere attività di stage o tirocinio presso enti privati o pubblici, individuati dal preside, per permettere un programma di iniziazione al lavoro già dalla scuola. Ci saranno 400 ore di scuola-lavoro per gli istituti tecnici e 200 per i licei. Le attività si potranno svolgere anche all'estero e aumenteranno il valore del curriculum personale di ogni studente.
 
Articolo 5: Articolo in merito all’insegnamento per gli istituti penitenziari e per questo tipo di insegnamento posso accedervi insegnanti con 3 anni di esperienza. 
 
Articolo 6: Le fondazioni che gestiscono gli istituti tecnici superiori dovranno avere un fondo minimo di 100.000 euro, per permettere il normale svolgersi delle lezioni e delle attività. Inoltre, il ministero ripartirà i fondi agli istituti in base al tasso di occupabilità degli ex studenti a 12 mesi dal diploma e al numero di corsi attivati negli stessi istituti
 
Articolo 7: Piano nazionale scuola digitale che prevede interventi strutturali tesi a: realizzare attività volte allo sviluppo delle competenze digitali degli studenti; potenziare laboratori e strumenti digitali nelle scuole; formare i docenti per l'utilizzo di tali strumenti; adottare testi digitali stile e-book da dare agli studenti
 
Articolo 8: la riforma dell'organico dell'autonomia per l'attuazione dei piani triennali dell'offerta formativa. 
 
Articolo 9: In merito alle competenze del dirigente scolastico
 
Articolo 10: prevede un piano straordinario di assunzioni secondo cui da quest’anno circa cento mila docenti vincitori del concorso del 2012 e iscritti nelle graduatorie ad esaurimento saranno ammessi all’interno delle scuole. 
 
Articolo 11: prevede un periodo di prova per un anno ai cento mila precari che saranno assunti. Soltanto dopo la prova, i docenti potranno diventare di ruolo.



IL NORD ITALIA FUORI DALL'ITALIA

di Maurizio Costa

Siamo al collasso.
Roberto Maroni, governatore della Regione Lombardia, ha minacciato di non elargire i fondi ai sindaci lombardi che accoglieranno i richiedenti asilo provenienti dalle altre parti d'Italia. L'eco che scaturisce da queste dichiarazioni non si scaglia contro le parole di Maroni – tranne casi eccezionali – ma contribuisce ad alimentare l'odio razziale del nord Italia.
Siamo un Paese diviso adesso. Gli immigrati, dato che arrivano sulle coste del Sud, si ammassano nei centri siciliani, calabresi e pugliesi. Solamente pochi richiedenti asilo vengono trasferiti nelle altre Regioni. Una delle più virtuose è anche il Lazio, che si fa carico del 12% degli immigrati totali.
Solamente la Sicilia, però, ne ospita il 22%, una cifra elevatissima che dovrebbe far capire alla Lega di Maroni che i problemi, in un Paese civile, si condividono, come in una famiglia. La Lega Nord deve smetterla di andare per le piazze a dire che adesso con Salvini il Carroccio si è aperto anche al Sud,
proteggendo fino al più povero contadino siciliano. Non è così: Maroni in Lombardia, ma anche Toti in Liguria e Zaia in Veneto, non ne possono più. Che gli immigrati rimangano nella minuscola Lampedusa, certo, dove il sindaco, Giusi Nicolini, si batte da anni per rendere meno penosa la vita di questa gente proveniente dall'Africa.
Il Sud è stato sempre accogliente ma così si sfiora lo schifo del Nord. La Lega e Forza Italia restano razziste. Il bello è che l'Italia, da anni, chiede all'Europa di suddividere gli immigrati in ogni Paese comunitario. Bene.
Anche quando c'era la Lega al governo si proponeva questa cosa. Bene. Adesso non riusciamo neanche a gestire i nostri immigrati e continuiamo a chiedere aiuto all'Ue. Dovremmo sperare che il Nord Italia si stacchi dall'Italia così che loro possano interessarsi solo dei problemi locali e non italiani. Tra l'altro la Lombardia si lamenta da anni del razzismo della Svizzera che rifiuta i frontalieri lombardi. Siamo i soliti.




LIBIA: SALVATI 3.480 IMMIGRATI

di Angelo Barraco
 
Palermo – Si sono svolte 15 operazioni di salvataggio e soccorso per 3.480 migranti nella giornata di oggi. Le operazioni di soccorso sono state coordinate dal Centro Nazionale di Soccorso della Guardia Costiera a Roma del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti. Le imbarcazioni che hanno chiesto aiuto via satellite stamane erano: 9 barconi e 6 gommoni che si trovavano a circa 45 miglia dalle coste libiche. A partecipare alle operazioni di salvataggio sono state le motovedette CP 322, CP 304, CP 282, un aereo ATR42 della Guardia Costiera, unità della Guardia di Finanza e della Marina Militare. Hanno partecipato anche il rimorchiatore “Phoenix”, già impiegato in altre importanti operazioni di soccorso in mare e le navi della Marina militare tedesca “Hessen”, “Berlin” e “Le Eithne”.
 
Giungono comunicazioni in merito ad altri barconi alla deriva a largo delle coste libiche. Vi sono tra i 450.000 e i 500.000 migranti che in Libia attendo di prendere il largo e venire in Italia. Lo dice il Guardian, che cita il capitano Nick Cooke-Priest, comandante della Hms Bulmwark. Federico Fossi dell’Unhc ha detto che su questi dati bisogna avere cautela e che “E' importante non creare allarmismi, se i numeri non sono vericabili e' il caso di prestare attenzione”. Molti immigrati Libici muoiono in mare perché non sanno nuotare e chi viene in Europa ha addosso la paura e il dolore di ciò che ha affrontato. Intanto i soccorsi arrivano dall’Italia, Gran Bretagna e Spagna, la Sicilia ospita e molti centri sono al collasso, ma molte regioni italiane non vogliono ospitare; dov’è il senso d’Europa? Di unione? Luca Zaia, governatore del Veneto ha detto: “"Il Veneto e' una bomba che sta per scoppiare, "In Veneto abbiamo 514 mila immigrati regolari, pari a quasi l'11% della popolazione, di questi 42mila non hanno lavoro. Insieme a Emilia Romagna e Lombardia siamo i piu' accoglienti. Basta”.

Zaia ha attaccato l’esecutivo di Renzi dicendo ha causato una tensione sociale pazzesca e “un ospitalita' diffusa che non e' altro che un invito alla dispersione sul territorio. Siamo alla follia, con un governo inadeguato che sui documenti ufficiali ci invita a gestire la 'fase acuta' dell'immigrazione, quando invece sappiamo tutti che non e' acuta, cronica”. 



ISTAT, VIOLENZA SULLE DONNE: OLTRE 6 MILIONI LE VITTIME

di Angelo Barraco
 
La violenza sulle donne è un fenomeno molto diffuso al giorno d’oggi e malgrado vi sia l’informazione e vi siano i mezzi per affrontare e denunciare determinati episodi, il problema rimane e i numeri sono comunque elevati. Quando si parla di violenza sulle donne il primo pensiero di ogni individuo si riconduce alla violenza sessuale, ma la violenza non è soltanto fisica, può essere anche psicologica.
 
I dati Istat riportano che le donne vittime di violenza, sia fisica che psicologia, sono  6.788.000, malgrado vi sia una coscienza da parte della donna di quanto gli accade e malgrado la donna che subisce violenza denunci il suo aggressore, che spesso è un membro della sua famiglia, i dati rimangono comunque alti. Il 31,5% ha subito violenza fisica o sessuale in un’età compresa tra i 16 e i 70 anni. Il 5,4% ha subito forme gravi di violenza sessuale. Il numero delle donne stuprate è di 652.000, invece quello dei tentativi di stupro è di 746.000. Ma bisogna tener conto soltanto dei dati presi in considerazione, poiché vi sono vittime che non denunciano e i numeri possono essere nettamente superiori.
 
La violenza psicologica invece raggiunge il 40%. Vi sono donne che hanno subito violenza prima dei 16 anni e tale gruppo di persone raggiunge il 10,6%. 



RENZI: "DE LUCA NON HA NULLA A CHE FARE CON MAFIA E CAMORRA"

di A.B.

Genova – Oggi il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha presenziato all’incontro di Repubblica delle idee che si è svolto presso il Teatro Carlo Felice di Genova. Renzi è stato accolto da Maurizio Roi, il sovraintendente del Teatro, da Marco Doria, Sindaco di Genova, dal prefetto Fiamma Spena e da Claudio Burlando, governatore uscente.
 
Il Premier ha esordito dicendo che “Se falliamo al sud è colpa solo del Pd ecco perchè la svolta in Campania è cruciale”. Renzi ha parlato di Vincenzo De Luca dicendo che "non ha nulla a che fare con mafia e camorra. Va detto. Come per il sindaco Luigi de Magistris si tratta di abuso di ufficio, De Luca ha sempre combattuto la camorra”.
 
Poi ha aggiunto “Mi dispiace per la Liguria ma non c'è partita: numericamente il Pd ha vinto e il Pd ha il consenso nel paese che nessuna sinistra europea ha”. Ha parlato inoltre de dissesto  idrogeologico sottolineando che non ha colore politico e ha confermato che andrà presso il cantiere del Bisagno, a Genova, in compagnia del neogovernatore Giovanni Toti e ha aggiunto in merito ai lavori: “i lavori devono andare avanti”. Renzi ha parlato dell’opposizione e ha detto che fuori dal PD c’è Salvini e c’è il centrodestra.
 
Continua dunque lo scambio di battute tra De Luca e Renzi in merito alla pubblicazione del Presidente della Regione Campania nella lista degli Impresentabili poco prima delle elezioni del 31 Maggio. Proprio lo stesso De Luca, che alcuni giorni fa aveva ufficialmente denunciato alla Procura della Repubblica la presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi, continua a giustificare il suo inserimento nella lista come un attacco al Pd e al Premier Renzi.
 
Non si da pace De Luca: intanto, si teme possa entrare in atto la legge Severino e possano giungere presto dimissioni forzate.



EXPO 2015, MATTARELLA: " RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE"

di A.B.

Milano – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha visitato l’Expo e ha tenuto un monito sulla corruzione e ha rivolto un invito ad affrontare il tema dell’immigrazione con saggezza. Il Presidente della Repubblica ha firmato la Carta di Milano a Palazzo Italia, sempre ad Expo. Il Presidente, accompagnato dalla figlia Laura,  è stato accolto da Giuseppe Sala, commissario unico di governo per Expo Milano 2015. Mattarella, parlando dell’argomento corruzione ha detto che “Il contrasto all'illegalità e alla corruzione deve essere severo” e che è necessario recuperare “il bene comune che si fonda su legalità e trasparenza”, ha evidenziato il concetto del bene comune sottolineando che bisogna recuperarlo a pieno facendo prevalere sentimenti di coesione.
 
Ha parlato anche di immigrazione come fenomeno che va affrontato con saggezza e umanità, sottolineando che bisogna accogliere chi scappa e bisogna condannare i traffici indegni, ma soprattutto è necessario puntare “sulla cooperazione, la riduzione delle disuguaglianze”. Mattarella ha detto che “Le guerre il terrore, l'estremismo ideologico e religioso, le carestie e i disastri naturali spingono centinaia di migliaia di uomini a migrazioni di inedite dimensioni. Dobbiamo affrontarle con saggezza e umanità. Accogliendo chi ne fugge. Salvando chi grida aiuto”.
 
In merito all’Expo ha espresso impressioni positive. Ha detto anche: “Dobbiamo rispondere alla domanda se l'umanità sia ancora capace di essere artefice positiva del proprio destino. Perché a questo punto della storia dare cibo e acqua a tutti, e assicurare un futuro all'ambiente, non è più scontato”.



Mafia Capitale e l’articolo 1 della Costituzione

di Angelo Barraco
Articolo 1 della Costituzione Italiana: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Il primo articolo della Costituzione Italiana è un articolo forte, pieno di significato e che racchiude tanti principi che appartengono ad uno Stato che lavora per raggiungere i propri traguardi, fa intendere che il sacrificio è il principale mezzo per raggiungere un obiettivo prefissato, ma soprattutto viene enunciata la parola “Democratica” ovvero del popolo. Il popolo in una società ha diritti e doveri –non sto facendo una lezione di diritto sia chiaro- ma il popolo in una società democratica che è fondata sul lavoro e sul sacrificio, soprattutto dinnanzi al tragico periodo economico che stiamo affrontando, ha bisogno di sicurezze; e chi ci da queste sicurezze? Attualmente è una domanda dalle poche, pochissime risposte, poiché gli eventi che stanno travolgendo la politica, l’attualità e l’economia del nostro paese hanno fatto crollare ogni forma di sicurezza. La vicenda Mafia Capitale è stato un fulmine a ciel sereno per l’Italia, poiché si è trovata d’innanzi a se uno scenario di corruzione che coinvolgeva e coinvolge soggetti legati alla criminalità, la politica, l’economia, e tutte quelle strutture sociali che tengono in piedi un paese, quella Repubblica democratica fondata sul lavoro citata poc’anzi. Nella Costituzione si parla di lavoro e, ovviamente, il lavoro di cui si parla è un lavoro che porta alla crescita esponenziale del paese; in questa organizzazione invece? Qui si parla di lavoro “sottobanco”, di lavoro dato agli “amici” per favorire “amici di amici”, fiumi di denaro, affari sporchi e quanto di più schifoso e viscido ci possa essere in un paese che come primo caposaldo della costituzione ha un articolo che dice l’Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro. In fin dei conti non è cambiato molto rispetto a 20/30 anni fa, ma anche alla situazione del potere mafioso di adesso, perché anche questa è mafia; la mafia che non spara, che continua a macinare miliardi senza sosta e che prende sottobanco soldi per favorire l’amico o il conoscente. “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”, recita il secondo comma; ma rapportandolo alla società odierna e alla situazione attuale, quanta sovranità ha il popolo? Questo passaggio è certamente valido per determinate circostanze, ma l’inchiesta Mafia Capitale, come altre, hanno dimostrato che il popolo non è sovrano ma è vittima di uno Stato colluso che stringe la mano e fa affari sporchi, che marca pesante, il tutto ovviamente nell’indifferenza del cittadino che spesso, sentendosi abbandonato da uno Stato silenzioso e assente che gli volta le spalle per un posto di lavoro, decide di uccidersi. Quanto è sovrano il popolo? La sovranità del popolo sta certamente nel potere decisionale al momento del voto, ma anche questo è un tasto dolente poiché anche qui il cittadino viene riempito di promesse dal politicante pronto a sedersi sulla comoda poltrona, fine le votazioni, finito tutto, chi s’è visto s’è visto. Il popolo non esercita più libertamente il potere di decidere, perché tale potere di decisione viene prevaricato dal potere della corruzione che fa leva sule difficoltà del soggetto. Anche la vicenda Mafia Capitale fa leva sui soggetti più deboli all’interno della società perché favorisce una cerchia ristretta di soggetti all’interno dello Stato, che corrompono che ottenere, a discapito di chi invece con i sacrifici vorrebbe ma non può. Sembra quasi un ritorno allo Stato Liberale, quando il potere era in mano ai nobili e le decisioni, il potere e tutto ruotava intorno alla loro cerchia e il potere del soggetto era strettamente limitato.



SENATO: APPROVATO IL DDL SU VILIPENDIO AL CAPO DELLO STATO

di Matteo La Stella

Roma – Via libera al Senato per il ddl che con 195 voti favorevoli, 21 contrari e 3 non pervenuti, punta a modificare l'articolo 278 del codice penale in materia di offesa al prestigio e all'onore del Presidente della Repubblica. Senza alcuna modifica, il redatto dalla commissione di Giustizia passerà ora alla Camera.
L'attuale regolamentazione prevede da 1 a 5 anni di carcere per chi:”offende l'onore o il prestigio del presidente della Repubblica”. Secondo il neoapprovato ddl, la pena detentiva viene accorciata da un massimo di 5 a 2 anni e disposta solo nel caso in cui l'offesa fa riferimento ad un: “caso specifico”, e non in generale. Gli anni di carcere però, si trasformano in sanzioni pecuniarie da 5 a 20mila euro. 

Ad andare contro il ddl ci hanno pensato Lega nord e Sel, secondo cui la:”modifica di una norma del codice penale risalente all'epoca fascista rappresenti un compromesso al ribasso, mantenendo un reato di opinione che appare incompatibile con la tutela costituzionale della libera manifestazione del pensiero e del diritto alla critica politica”. Anche Barani, capogruppo delle Grandi Autonomie e Libertà, il pentastellato Lello Ciampolillo e Maurizio Gasparri di Forza Italia, favorevoli alddl, hanno precisato che sarebbero rimasti più soddisfatti da un'abrogazione del reato. I senatori Giovanardi e Lumia hanno invece sostenuto a mani basse la “carica” del ddl che ora è pronto ad investire l'Aula della Camera. Il reato di vilipendio nei confronti del Capo dello Stato era rimbombato ovunque quando, nel 2014, l'ex governatore della regione Lazio Francesco Storace era stato accusato per le parole mosse nel 2007 nei confronti dell'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nel novembre del 2014, Storaceera stato condannato a 6 mesi di carcere, prima che la pena venisse sospesa in seguito al riconoscimento da parte del giudice delle attenuanti generiche. 




ALEMANNO, BUZZI E I VOTI DELLA 'NDRANGHETA

di Angelo Barraco
Nelle cooperative gestite da Salvatore Buzzi c’erano mazzette una tantum, acquisti di case e assunzioni di parenti e amici, tutto veniva fatto per ottenere lavori di ogni tipo. Nell’ordinanza firmata dal gip Flavia Costantini vi sono 48 indagati di cui 44 arrestati stamane dai Carabinieri del Ros.
Dall’ordinanza spicca un nome noto, il nome di Alemanno e che Buzzi avrebbe arruolato il clan ndranghetista Mancuso nella campagna elettorale di Gianni Alemanno al Parlamento.  Salvatore Buzzi, presidente della cooperativa ’29 giugno’, si rivolse alla ‘ndrangheta quando Gianni Alemanno gli chiese di sostenerlo in vista delle elezioni al parlamento europeo del maggio del 2014. La circostanza emerge dall’ordinanza di custodia cautelare del gip Flavia Costantini. Candidato nella lista ‘Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale’ nella circoscrizione sud, Alemanno, che da poco aveva concluso il suo mandato di sindaco di Roma, chiese sostegno a Buzzi che, per il tramite dell’imprenditore Giovanni Campenni’, decise di rivolgersi all’organizzazione criminale calabrese, “per procurare i necessari consensi”.
Negli atti si legge: “a fronte di una richiesta di sostegno da parte di Alemanno, sin dalla fine del mese di marzo 2014, in vista delle elezioni europee del 25 maggio 2014, Salvatore Buzzi aveva espressamente richiesto, per il tramite di Giovanni Campennì, appoggio all’organizzazione criminale calabrese (di cui quest’ultimo è ritenuto espressione), per procurare i necessari consensi in occasione della campagna elettorale dell’ex sindaco di Roma”. Nel ricostruire la vicenda, il gip ricorda il contenuto di alcune conversazioni di Buzzi, intercettate dai carabinieri del Ros. Parlando con Carminati il 21 marzo del 2014, il presidente della cooperativa ’29 giugno’ – scrive il giudice – riferisce “l’esito di un incontro avuto poco prima con Alemanno presso gli uffici della “Commissione Commercio” a Roma. Buzzi riferiva del sostegno richiesto in quell’occasione dall’ex primo cittadino (“no, no era pe’ la campagna elettorale… una sottoscrizione e poi se candida al sud”) e rappresentava al sodale come avesse individuato Campenni’ quale strumento idoneo per assecondare tale richiesta”. Buzzi, il giorno seguente, contattava proprio “Giovanni Campenni’, al fine di interessarlo per “da’ ‘na mano a Alemanno .. in campagna elettorale …”. Il tentativo “di Buzzi di mascherare, in maniera evidentemente strumentale con l’interlocutore (“sto numero e’ intercettato … pero’ so telefonate legali…”), l’illecita richiesta pervenutagli, facendola passare come innocua e legittima istanza volta ad ampliare il consenso elettorale (“… basta che non sia voto di scambio …. tutto e’ legale … uno puo’ vota’ gli amici???!!!”), nell’ambito di una circoscrizione elettorale particolarmente ampia (“…mica puo’ venire li’!!! Scusa … no perche’ la circoscrizione e’ grandissima ….Abruzzo, Campania, la Calabria, Puglia, Basilicata… come cazzo fa?”), veniva perfettamente compreso da Campenni’, il quale, avendo evidentemente ben inteso il vero senso della richiesta (“ah ste chiamate so legali?”), aderiva prontamente alla richiesta, non potendo evitare, tuttavia, di sottolineare la propria capacita’ di poter attingere a un ampio bacino di consensi pilotabili, facendo ricorso a una metafora particolarmente espressiva (“va bene …. allora …. e’ qua la famiglia e’ grande… un voto gli si da’”)”. Stando a quanto indicato nell’ordinanza cautelare, Buzzi, dopo aver assicurato ad Alemanno il proprio intervento in suo favore, “prometteva l’inoltro a un membro dello staff, Claudio Milardi, di una lista di persone allusivamente chiamate ‘amici del sud’ capaci di esprimere cospicui pacchetti di voti (“che ti possono dare una mano co’ … parecchi voti”); la scelta di Campenni’ e di altri ‘amici del sud’ (tra i quali, Rocco Rotolo e Vito Marchetto) “rientrava in una precisa valutazione delle potenzialita’ che a costoro venivano attribuite: la loro appartenenza a una consorteria ‘ndranghetista, capace di condizionare il voto nella terra d’origine (“i mafiosi …che quelli controllano i voti”. Tuttavia, a causa di un errore compiuto da Carlo Guarany, collaboratore di Buzzi, a pochi giorni dalla data delle elezioni, veniva consegnata a Milardi una lista di persone difforme da quanto disposto dallo stesso Buzzi, che reagiva manifestando una violentissima reazione per veder vanificato quanto programmato (“i nomi degli ‘ndranghetisti erano … ma come se fa a sbaglia’ cosi’?”, “erano i nomi delle persone fedeli, ma che cazzo dai i nomi de tutti”). Per il gip, solo il 23 maggio, a due giorni dalle consultazioni elettorali, Campenni’ veniva contattato dalla segreteria di Alemanno per ricevere il materiale elettorale



ISTAT, LAVORO: E' BOOM DI ASSUNZIONI

di Angelo Barraco
 
E’ la notizia che molti italiani aspettavano da tempo, ovvero una crescita esponenziale di posti di lavoro. Ebbene, secondo i dati Istat l’occupazione tenderà ad aumentare dopo il calo che ha avuto in questi ultimi mesi. Ad aprile l’aumento sarà dello 0,7% che è pari a 159mila rispetto al mese precedente. L’Ocse fornisce delle stime sull’Italia e dice che il nostro paese ha un “credito ancora fragile”, ma da una valutazione positiva del jobs act e prevede che vi sia un calo della disoccupazione nel 2016 e che il paese vada verso la ripresa.
 
Dinnanzi a questi dati così in crescita e così positivi il premier Matteo Renzi ha scritto su Twitter “Dati ISTAT: abbiamo 159mila occupati in più in aprile primo mese pieno di #jobsact. Avanti tutta su riforme: ancora più decisi #lavoltabuona”. Quindi l’occupazione, secondo i dati Istat, salirà di 0,4 punti percentuali a 56,1%. Nel 2014 l’occupazione è aumentata dell’1,2% e vi è stato un aumento di 0,7 punti. La disoccupazione giovanile (15-24) ad aprile si abbassa di 1,6 punti rispetto a marzo attestandosi al 40,9%. Ad aprile invece un aumento di 0,3 punti e un aumento di giovani occupati del 4,1%.
 
Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan dichiara che “La recessione è finita”. Giuliano Poletti, ministro del Lavoro aggiunge “sono dati positivi che naturalmente devono essere stabilizzati nel tempo, tutti i segnali che abbiamo sono in senso positivo, si è ridotta la cassa integrazione autorizzata, è in corso la stabilizzazione dei contratti e gli avviamenti sono sempre più a tempo indeterminato” continua dicendo che “adesso abbiamo la positiva conferma che anche in termini assoluti il numero degli occupati ad aprile è aumentato mentre la disoccupazione è calata, è un buon segno ma va preso come un dato che riguarda un mese, vedremo nei prossimi sono convinto che le cose si stabilizzeranno positivamente”.
 
Altre parole di Renzi in merito ai dati dicono che “C'e' ancora molto da fare, specie su fisco, PA e giustizia civile – scrive il premier -. Ma andiamo avanti ancora piu' decisi, a viso aperto. In politica c'e' chi urla e spera che tutto vada male. E c'e' chi quotidianamente prova a cambiare le cose, centimetro dopo centimetro, senza arrendersi alle difficolta'. Avanti tutta, #e'lavoltabuona?”